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#tangentopoli
sophiamcdougall · 2 years
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Learning about Tangentopoli and talking to my Italian language partner about it with perhaps more envy and wistfulness than she was expecting. Me: Your political class was riddled with corruption and there were CONSEQUENCES? Your PM had to flee the country to escape PRISON? Her: Well, yes, but it took forty years, collapsed the entire political system and destroyed all the major political parties Me: Oh God if only. Her: Well. Hang on for another few decades and you never know.
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gregor-samsung · 2 years
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“ La domenica mattina, il vecchio Alex si alzava presto, e intanto che la sua famiglia si godeva il sonno dei giusti, inforcava la sua bici nera e faceva il giro dei colli di Bologna. Immerso in quella beata solitudine, al massimo incontrava qualche altro eroico ciclista con cui non disdegnava di scambiare taluni energici saluti calorosi. Gli piaceva enormemente salire per San Mamolo, Roncrìo, via dei Colli, volare giù per le curve di Paderno, attaccare il muro di parco Cavaioni e veleggiare sul colle di Casaglia per poi planare nella Saragozza avenue mentre la città si risvegliava. Tornava a casa che i parens avevano appena cominciato a sbadigliarsi in faccia. Ecco, era giusto una di quelle domeniche mattina esageratamente azzurre, quando, rientrato in casa fradicio e indolenzito, il vecchio Alex aveva letto sul giornale che vicino a Palermo avevano fatto saltare cinquanta metri d’autostrada per uccidere il giudice simbolo della lotta alla mafia. Era questa l’Italia in cui stava vivendo. Magari non era stata la mafia, magari erano stati i servizi segreti, o comunque anche loro avevano una parte - come in tutte le altre stragi della Repubblica, del resto - e il fine era distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle indagini dei giudici di Milano sulla corruzione nel mondo politico e finanziario, indagini che stavano prendendo una bruttissima piega per i boss di partito. Insomma, s’era messo in testa un’idea di questo tipo, il vecchio Alex: qualche esponente dei partiti di governo aveva comandato ai servizi segreti, ampiamente controllati, di combinarne una particolarmente grossa - qualcosa del calibro della strage alla stazione della sua città o dell’attentato al rapido 904 - per far sì che l’opinione pubblica si spaventasse e facesse quadrato attorno alle Istituzioni Democratiche, Istituzioni rappresentate appunto dai partiti al governo, in modo da allentare la morsa che gli si stava stringendo addosso. Così, qualche più o meno oscuro dirigente dei servizi aveva deciso: quella brutale condanna a morte avrebbe sconvolto il Paese e sarebbe stata attribuita alla mafia. Una specie di piano perfetto. Che poi i servizi avessero eseguito l’attentato o avessero fornito protezione e mezzi alla mafia per eliminare il nemico numero uno, faceva poca differenza. Portava avanti questi ragionamenti, il vecchio Alex, seduto in salotto col giornale aperto sulle gambe e la memoria alle altre stragi della sua infanzia: aveva sentito il boato immenso della stazione di Bologna che saltava in aria; e poi tutte quelle sirene delle ambulanze che correvano verso l’appennino lungo via Porrettana, la notte della bomba a San Benedetto; e poi. Era questa l’Italia in cui stava vivendo. Così, era rimasto in casa tutto il giorno, rabbioso e in gabbia, convinto com’era che in Italia, e forse anche nel resto del Mondo dei Grandi, tutto era un po’ come a scuola: ovunque spadroneggiava la forza e l’ignoranza, fosse quella del boss mafioso con la catena d’oro al collo e l’Uzi nel cassetto, o quella del professore supponente che ghignava delle opinioni politiche o del modo di vestire degli studenti, o quella del sottosegretario che s’ingozzava di pasta al salmone nei ristoranti romani senza pagare mai il conto... Quel pomeriggio, il vecchio Alex aveva rivisto daccapo Il portaborse di Nanni Moretti e aveva stabilito che un uomo come Cesare Botero non avrebbe esitato a ordinare a chi di dovere l’esecuzione di un giudice, pur di salvare il suo posto in parlamento. E di uomini come Cesare Botero, a Montecitorio, ce n’erano anche troppi... Anche quel giudice assassinato era un uomo che aveva tentato di uscire dal gruppo - rifletteva, rabbioso e in gabbia, il vecchio Alex - uno a cui non andavano bene le prepotenze e l’arbitrio dei forti, uno che aveva camminato controcorrente con l’acqua alla cintola, fino a quando non era arrivata un’onda troppo grande che l’aveva trascinato via. Era uscito dal gruppo, certo. E quando per il gruppo era diventato scomodo, l’avevano fatto saltare in aria con la moglie e tutti gli uomini della scorta... Il gioco era diventato durissimo, e l’indomani la profia di latino e greco, commossa, aveva appeso in classe, sotto il crocefisso alle spalle della cattedra, un fotoritratto del giudice assassinato. L’ora seguente, l’insegnante di chimica aveva fatto il suo ingresso semitrionfale in classe, fissato la foto, guardato gli studenti con aria interrogativa, domandato chi fosse il tizio della foto. Un istante più tardi era passata a interrogare sulla digestione, con particolare riguardo al bolo, chimo e chilo, giacché s’era indietro col programma, boys. Era questa l’Italia in cui stava marcendo. “
Enrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Una maestosa storia d'amore e di «rock parrocchiale», Baldini&Castoldi (collana Romanzi e Racconti n° 34), 1995; pp. 121-23.
[Prima edizione: Transeuropa (collana CO/DA), Ancona, 1994]
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Elena Ferrante. Un fenomeno tutto italiano
Elena Ferrante. Un fenomeno tutto italiano
Correva l’anno #1992 con un articolo sul #Corrieredellasera datato 28 giugno, #EnzoSiciliano salutava l’uscita de #L’amoremolesto di #ElenaFerrante come «un debutto sul difficile terreno della ricerca interiore» Elena Ferrante ha pubblicato nel 1992 in Italia il suo primo romanzo, L’amore molesto. Per convenzione diremo che è questo è il suo anno di nascita come autrice, perciò utilizzeremo il…
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🔥 NOVITÀ IN LIBRERIA 💣
Emanuele Tesauro
IN VIAGGIO SENZA GANDALF
I nostri anni ‘90, tra sogni, palchi e barricate
Musica, viaggi, amicizia, ideali e cameratismo: “In viaggio senza Gandalf” racconta la nascita degli Hobbit, gruppo tra i più importanti e seguiti del rock nazionalista.
Con una lenta e intima distillazione memoriale, Emanuele Tesauro ripercorre le tappe di una storia recente che ancora non è stata metabolizzata: gli anni Novanta di Tangentopoli e del crollo dei partiti di massa, della fine del comunismo e dell’Europa di Maastricht, del Panfilo Britannia e della svendita della sovranità nazionale, della guerra del Golfo e di quella nei Balcani.
Anni di processi globali galoppanti e rivolgimenti epocali, ma anche di vite autentiche, di scelte militanti e di sottoculture vitali: dalla ribadita “continuità ideale” al grande fermento della scena musicale, dal fenomeno skin alla repressione del sistema e dalla volontà di restare “fuori dal gregge” all’elaborazione di uno stile che fosse capace di proiettare i princìpi della Tradizione nell’epoca dei primi telefoni cellulari.
Rocambolesche trasferte e aneddoti incredibili, concerti sgangherati e politica di strada, passioni brucianti e grasse risate: tra il fumo dei lacrimogeni e il sapore della birra, dove i miti perenni incontrano le chitarre elettriche, si collocano le prime peripezie di questi menestrelli “non conformi” che – con pochi soldi nelle tasche e tanti sogni in fondo ai cuori – continuano a far cantare i ribelli di tutta Europa.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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mariacallous · 11 months
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No wonder Italy’s current leader feels indebted to the four-time prime minister; she owes her ascent to the man who played a decisive role in normalising the far right.
The man who changed the face of Italy and paved the way for the ruling far right died on Monday, but Berlusconism has risen. After Silvio Berlusconi’s death, my country seems to have fallen under a spell. The major TV channels broadcast hagiographic reports of the four-time prime minister, with nostalgic music playing in the background. Celebrities remember the day they met the tycoon but have ostensibly forgotten his “bunga bunga” parties. The mainstream narrative leaves out Berlusconi’s conflicts of interest, his connections with the mafia, his disregard for rules and his obduracy in siding with his friend Vladimir Putin to the very end.
As if to resurrect the rampant years of Berlusconism, media and politics are speaking with one voice. Prime Minister Giorgia Meloni has proclaimed a day of national mourning to coincide with her coalition partner’s state funeral. Although Berlusconi’s centre-right party, Forza Italia, is now in disarray, the man’s true legacy consists of Meloni’s ruthless far right governing the country and furtherly reshaping it.
The Leopard
One year ago, when he was campaigning for the general elections, the octogenarian Berlusconi appeared on TikTok and tried to endear the digital generation. Most likely, teenagers think of Berlusconi as an old billionaire who founded a media empire and led four governments; some of them associate him with the football team Milan, others think about his sex parties with prostitutes. But youngsters are poorly aware of the way Berlusconi put democracy under stress in the last three decades.
In the early Nineties, a huge corruption scandal, named “Tangentopoli”, shattered the political system. Investigations into the illicit financing of parties also triggered the collapse of the Socialist Party, Psi, and its leader, Bettino Craxi. The latter’s friend, Berlusconi, “entered the field” to fill the void. Berlusconi was not at all an outsider. He was a Leopard: he was part of the so-called “First Republic”, but became the one who capitalized from its collapse. Taking office as Prime Minister in 1994, he founded the “Second Republic” and led four governments until 2011. To quote The Leopard, a classic Italian novel by Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “if we want things to stay as they are, things will have to change”.
Berlusconi and Craxi were united by friendship and strings. In the 1980s, Craxi was in charge as Prime Minister and paved the way for Berlusconi’s media empire: Fininvest’s private broadcasting was illegal at that time, but the Socialist leader passed two “Berlusconi decrees” to save that business.
In 1994, after creating a TV empire, thanks to politics, Berlusconi conquered politics thanks to television. He seduced voters with the dazzle of entertainment and the marketing tactics of advertisement; the electoral programme was promoted as if it was a dazzling product, keeping contradictions in the shade. When in power, Forza Italia’s leader had a grip on private and public broadcasters: “they speak with a single voice, saying that Berlusconi is fantastic”, as the Italian political scientist Giovanni Sartori noticed decades ago.
During the Berlusconi era, Sartori was deeply concerned about “the erosion of democracy in Italy”. In a “videocracy” where images are hegemonic, “citizenry is intellectually impoverished, and the monopoly of television in the Berlusconi case is even more worrying”, he said.
Melon benefited most from his legacy
Berlusconi used his TV empire as a tool to shape the narrative and to get an audience. He was an ante litteram populist: he blamed parties, he promoted a centralized worship around his person, he used scaremongering tactics and even unleashed his supporters against judges. Now you can see why Berlusconi inspired Viktor Orbán, and you may notice that the Italian leader had something in common with Donald Trump or Andrej Babiš. But it is Meloni who is benefitting most from Berlusconi’s political and cultural legacy. He played a decisive role in normalising the far right. In 1993 Gianfranco Fini, the leader of the Italian Social Movement, Msi, ran for mayor of Rome; the tycoon had not yet jumped into politics but he hastened to endorse the post-fascist candidate. In a matter of months, Msi was rebranded into Alleanza nazionale, National Alliance, and entered the first government led by Berlusconi.
In 2001, Fini himself was deputy-prime minister in the second Berlusconi government; at that time, the G8 hosted in Genoa ended in blood. A huge anti-globalization movement, so transversal as to bring together teenagers and pensioners, leftists and Catholics, was forcibly repressed by police brutality. Amnesty International stated that it was the most serious suspension of democratic rights in a Western country since the Second World War.
Forza Italia’s leader never showed any sense of limit. Putting aside the sex parties, his strategy of power showed no restraint: it was founded on alliances with racist and even secessionist parties such as Umberto Bossi’s Lega Nord, the ancestor of Matteo Salvini’s Lega. And post-fascists have always been Berlusconi’s coalition partners, although they rearranged their framing over the years: in 2012, Meloni founded Brothers of Italy. A decade later, she took charge as Prime Minister. Within a few months, her government attacked media freedom and took over the broadcaster Rai. Forza Italia’s leader started the takeover of the media and the public sphere. He purged critical journalists such as Enzo Biagi from the public broadcaster and never hesitated to attack institutions. A few weeks ago, Meloni’s government moved to curb the state audit court’s oversight powers.
The far-right Prime Minister also plans “not to bother those who create wealth” and is benevolent towards tax dodgers, to say the least. Not only did Berlusconi count on the votes of tax evaders, but he was himself charged with tax fraud. He faced a huge amount of scandals and convictions but avoided jail and unleashed his supporters against the judiciary. Despite this, Meloni has proclaimed national mourning. It’s pretty clear why she feels indebted to Berlusconism.
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gregor-samsung · 2 years
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Hammamet (Gianni Amelio - 2020)
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b0ringasfuck · 5 months
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ninocom5786 · 10 months
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1992: Tangentopoli era scoppiato coinvolgendo la Dc, il Psi e altri politici del pentapartito e imprenditori. Giovanni Falcone venne ucciso il 23 maggio, Paolo Borsellino il 19 luglio.
Due anni dopo, Silvio Berlusconi vinse le elezioni politiche ma il suo governo durerà meno di un anno per poi tornare a vincere nel 2001 e infine nel 2008.
Ecco a voi l'ultima intervista mai riprese dai media di Borsellino che parla proprio di Berlusconi, Mangano e Dell'Utri prima di venire ucciso dallo Stato e dalla mafia.
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raffaeleitlodeo · 1 year
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Rino Formica: "La sinistra sopravviverà alle sue nomenklature”
di Concetto Vecchio, la Repubblica, 19/12/22  
Rino Formica, 95 anni, ex ministro socialista, la reazione della sinistra è all'altezza della gravità del Qatargate?  "Non direi. Sento dire: "Devono pagare!" Ma è una reazione tartufesca. I cattivi maestri, in questa storia, devono pagare più degli alunni corrotti". 
Chi sarebbero i cattivi maestri?  "Le nomenklature, che non hanno vigilato, che hanno permesso che alla disciplina di partito subentrasse quella dei lobbisti. La mancata vigilanza è un errore molto grave in politica". 
La responsabilità penale non è personale?  "Sì, ma io sto parlando di quella politica. Si tende a ridurre la vicenda a un fatto di debolezza personale, mentre è figlia di una decadenza delle istituzioni, nazionali e sovranazionali, che viene da lontano. Nessuno si chiede perché sono così permeabili". 
Perché?  "Nell'89, con la caduta del Muro, il mercato vinse sulla politica. Tutto è da allora mercato. Tangentopoli rappresentò l'inizio della crisi delle istituzioni, questo scandalo ne è la parte terminale". 
Ma l'Europarlamento non ha poi ceduto al Qatar. Non è consolante? 
"Allarghi lo sguardo. Quando Panzeri non ha più avuto un campo nobile in cui esercitarsi si è autodegradato a mestierante. Non è l'unico ad avere piegato la funzione dell'istituzione agli affari".  Insomma, i dirigenti non potevano non sapere della corruzione?  "Cozzolino è stato sospeso, ancor prima di essere indagato. Ma non viveva in un mondo a sé. Perciò parlo d'ipocrisia. E penso che tutti quelli che hanno avuto grandi responsabilità negli ultimi trent'anni farebbero meglio a fare un passo indietro".  Non è una richiesta sproporzionata?  "Perché mai? Non hanno prodotto più un pensiero politico, ma neanche una difesa dei valori. Citano ancora Berlinguer. Ma Enrico è morto nel 1984 e noi siamo nel 2022". 
Citare il segretario del Pci è un'autodifesa emotiva?  "Il moralismo non è più sufficiente se non sei stato capace di sostituirlo con l'etica pubblica". 
La denuncia di Berlinguer sulla questione morale è del 1981. "Quello fu però un arroccamento moralistico dopo la fine del compromesso storico che aveva reso digeribile al Pci l'alleanza con la Dc, definito dai comunisti "il partito dei forchettoni"".  
Però anche lei parlò del Psi come di un convento povero dove i frati sono ricchi.  "Alcuni monaci, con finanziamenti illegali, provvedevano autonomamente a sostenere l'attività di partito e le campagne elettorale". 
Nel frattempo la superiorità morale della sinistra è tramontata per sempre? "È tramontata la capacità dei partiti di vigilare sulle trasgressioni". 
È giusto che un ex uomo di Stato come Massimo D'Alema faccia il lobbista?  "No, affatto. Offre un esempio negativo. Un uomo di Stato rimane tale sempre".  
D'Alema non fa più politica.  "Un rappresentante dell'élite politica di un Paese democratico è come il sacerdote di una comunità. Dura tutta la vita. Questa dignità si mantiene. Il prete è tale anche da spretato. Tutto ciò autorizza il sospetto che il suo comportamento precedente sia stato insincero di fronte al mandato fiduciario degli elettori".   
Nessuno è innocente in questa storia? 
"No. Penso alle nuove generazioni poste di fronte a uno spettacolo così deprimente e provo pena".  
Il sindacato, le ong, i migranti: tre obiettivi ricorrenti della destra. Il tradimento perciò non è doppio?  "Il tradimento è unico. E torniamo al punto di partenza: quando le istituzioni entrano in crisi trascinano con sé anche i corpi intermedi. Senza dimenticare che la sinistra di fronte al crollo delle istituzioni ha più da perdere della destra".  
Pensa che il Qatar si vendicherà col gas?  "No, quell'uscita ha un valore propagandistico. Piuttosto nessuno si pone la domanda: questo lobbismo spionistico che conseguenze ha avuto sulla nostra democrazia? L'altro giorno il ministro Urso, che è stato presidente del Copasir, ha detto che ci sono stati tentativi di interferenze di potenze straniere. Con quali effetti? Non si sa. La politica non se ne occupa".  
Cosa pensa del caso Soumahoro?  "È un altro indicatore della crisi della sinistra".  
In che senso?  "I partiti e i sindacati sapevano benissimo che in quella cooperativa c'era sfruttamento e tolleranza, eppur si è voluto offrirgli comunque un seggio in Parlamento". 
Questa sinistra potrà mai rialzarsi?  "Non c'è più né la sinistra né la destra. Non ha notato com'è tutta una corsa al centro? A sinistra si scambiano tra loro i voti, e pure a destra succede la stessa cosa. Il ministro Giorgetti la manovra l'ha scritta sotto dettatura".  
Qual è la conseguenza per una democrazia? "In generale le forze politiche hanno abdicato alla loro autonomia, incapaci di dire un sì o un no".  
Il Pd sopravvivrà?  "Temo che tutti i partiti esistenti avranno vite molto brevi". 
Non è apocalittico?  "No, no. Tuttavia prima o poi nelle nuove generazioni scatterà la scintilla di un nuovo ordine mondiale".  
Ma chi dovrebbe rappresentare questa nuova sinistra?  "Il mondo della liberazione umana, perché la destra rappresenta il mondo della conservazione umana. E ogni conservazione finisce per diventare reazione". 
Lei è per Bonaccini o per Schlein?  "Per nessuno dei due. È un balletto in famiglia".  
E allora non c'è speranza?  "No, invece c'è. A medio termine sono ottimista". 
Formica ottimista?  "Vede, la sinistra è una cosa diversa dalle sue nomenklature. La sinistra è il popolo. E quindi immortale. Confido nei giovani". 
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bagnabraghe · 7 months
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Il cambiamento politico tanto auspicato dai cittadini ebbe inizio con il voto degli otto referendum abrogativi del 18 aprile 1993
Le inchieste giudiziarie di Tangentopoli hanno contribuito a modificare la visione che l’opinione pubblica ha del partito politico, visto non più come strumento principale della democrazia, in grado di rappresentare e soddisfare gli interessi dei cittadini, ma come apparato di potere che piega il funzionamento del sistema alla realizzazione di interessi di poche persone o gruppi particolari.…
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bigarella · 7 months
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Il cambiamento politico tanto auspicato dai cittadini ebbe inizio con il voto degli otto referendum abrogativi del 18 aprile 1993
Le inchieste giudiziarie di Tangentopoli hanno contribuito a modificare la visione che l’opinione pubblica ha del partito politico, visto non più come strumento principale della democrazia, in grado di rappresentare e soddisfare gli interessi dei cittadini, ma come apparato di potere che piega il funzionamento del sistema alla realizzazione di interessi di poche persone o gruppi particolari.…
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crazy-so-na-sega · 8 months
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"Per anni braccio dx di Craxi, quando questi – e l’intero partito socialista – fu travolto dagli scandali di Tangentopoli, una mano potente preservò Amato non si dice da ogni imputazione, ma da ogni indagine, che dico? Da ogni menzione del suo nome per qualunque motivo...🤔
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