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#educazione emotiva
gregor-samsung · 2 months
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" La constatazione di non possedere un sentimento all'altezza dell'accadere tecnico può indurre ciascuno di noi a una ritirata emotiva che assume come regola della propria vita quello che uno “sente”. A determinare questa scelta è il bisogno di proteggere la propria vita che si sente assediata dalle crescenti pressioni esercitate dalla razionalità tecnica, per difendersi dalle quali non si vede altro rifugio se non nel proprio sentimento, legittimato dalla propria biografia. Un criterio, questo, che, in quanto biografico, si sottrae a ogni discussione e a ogni verifica. In questo modo, proprio partendo dall'“Io sento”, ciascun individuo cerca di produrre un mondo a sua immagine e somiglianza, realizzando così quell'autosufficienza che lo porta a sciogliere ogni legame con gli altri e, come effetto del progressivo assorbimento in se stesso, a perdere i contatti con il mondo comune e con la società.
Il collasso della vita sociale finisce con il mettere a rischio anche la vita interiore, quella intima, perché quando le emozioni e i sentimenti sono guidati da una fantasia che si sente libera, semplicemente perché si è liberata dalle verifiche imposte dall'esperienza comune del mondo, questa fantasia non tarda a sconfinare nelle allucinazioni che, in assenza di un mondo comune, si affermano indisturbate. In un’atmosfera caratterizzata da un diffuso senso di irrealtà, i soggetti hanno l’impressione di poter realizzare i più avventati voli della fantasia, perché sono stati rimossi gli ultimi ostacoli ai desideri più arbitrari, creando così una realtà conforme ai propri sogni che non tarderanno a rivelarsi come paurosi incubi. "
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
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Femminicidi ed educazione emotiva il parere del Professor Galimberti.
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divulgatoriseriali · 2 months
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Sindrome di Medea: analisi dei labirinti dell'Amore Distorto
L’esperienza stante al diventare genitori si rivela da sempre uno choc emotivo e psicologico. I poli dualistici di amore e odio generati da questo trauma si rivelano spesso compromettenti per la salute mentale dei genitori, specie per le madri. In questo articolo si analizzeranno i fattori scatenanti la così detta Sindrome di Medea, la malattia labirintica dell’amore distorto, e delle possibili…
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il-contastorie · 1 year
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La lezione dei chiodi nello steccato
La lezione dei chiodi nello steccato. Un ragazzo impara a controllare la sua rabbia piantando chiodi in uno steccato ogni volta che perde la pazienza. Quando riesce a controllarsi del tutto, il padre gli fa notare che le sue parole brutte hanno lasciato una ferita come quella sui chiodi. Il testo sottolinea l'importanza del controllo della rabbia e delle parole gentili degli amici. #controllodellarabbia #parolegentili #rispetto #amoreverso #autodisciplina #empatia #relazioniinterpersonali #educazioneemotiva #crescitapersonale #valori
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ragazza-whintigale · 22 days
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𝓨𝓪𝓷𝓭𝓮𝓻𝓮 𝓟𝓪𝓾𝓵 𝓐𝓽𝓻𝓮𝓲𝓭𝓮𝓼 𝔁 𝓻𝓮𝓪𝓭𝓮𝓻
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𝔒𝔭𝔢𝔯𝔞 ➵ Dune
𝔄𝔳𝔳𝔢𝔯𝔱𝔢𝔫𝔷𝔢 ➵ Comportamento yandere, Fem reader, relazione tossica, matrimonio forzato (menzionato), tentato omicidio, avvelenamento, aborto, relazioni extra coniugarli, tradimento, utilizzo della voce, manipolazione psicologica, instabilità emotiva, ricatto, tocco non consensuale.
𝔓𝔞𝔯𝔬𝔩𝔢 ➵ 3170
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I corridoi a quest’ora della notte erano quasi del tutto vuoti, fatta eccezione per i soldati di guardia e della figura leggiadra della bella donna chiamata (nome) Alithea e in futuro Atreides -se mai il matrimonio fosse andato a buon fine naturalmente-. La bellezza della figura meritava per certo il soprannome che gli era stato affidato quando era ancora una bambina. La principessa degli Alithea. Come unica figlia femmina fino ai suoi 12 anni era stata amata e adorata quasi al pari della contessa che una volta era stata sua madre.
La sua bellezza e purezza non era ancora caduta in disgrazia secondo il pubblico.
La sua bellezza, la sua educazione e il suo carattere mansueto avevano permesso tale nomignolo. Poco si potrebbe immaginare che dietro quella bella facciata si potrebbe nascondere una donna non più diversa.
Una donna fredda e crudele, cresciuta fino a riconoscere la sua unica utilità come scambio tra famiglie. Il nome e l’importanza degli Atreides per una donna fertile ed educata che avrebbe mantenuto alta la discendenza.
Si era quasi stancata di sentire tali voci venire dall’esterno, oramai quasi tutti i servi al servizio del Duca e della sua famiglia avevano familiarità con il caratteraccio della donna.
❝ Mia signora cosa ci fate sveglia a quest’ora? ❞ La donna si fermò barcollante nei suoi passi. ❝ Dovreste essere nelle vostre stanze a riposare. ❞ (nome) ha un aspetto malaticcio nei suoi lineamenti morbidi. Il colore della pelle è sbiadito quel tanto che bastava per farla sembrare tra la vita e la morte. I capelli (colore) scompigliati, sono sciolti dal solito complicato intreccio, permettendo così delle morbide onde ad accompagnare il suo viso. Il piacevole movimento delle ciocche seguiva il suo viso una volta che decise di poter onorare questa persona con le sue attenzioni.
Duncan Idaho era in mezzo al corridoio con aria solenne. La postura eretta e impeccabile è proprio qualcosa che ci si poteva aspettare da casa Atreides e da uno dei suoi fidati.
Lo sguardo dell’uomo affronta con sospetto il corpo gracile ea mala pena sostenuto della sua signora. Non c’è traccia di ostilità verso qualcuno, solo il suo solito io viziato. O almeno è quello degli ultimi 7 anni. Quando d’improvviso la dolcezza della bambina venne sostituita con il gelo caratteristico di casa Alithea.
Duncan non ha mai diffidato di lei. Non che potesse in qualche modo, è una donna talmente fragile e minuta che si poteva dubitare potesse ferire qualsiasi componente della famiglia Atreides. Solo non poteva che notare il cambiamento di carattere durante la sua crescita al fianco all’erede Atreides. Davanti agli occhi ha visto come qualcuno potesse sprofondare nell’oscurità poco a poco.
Lo sguardo affilato della donna cadde sul soldato, fidato agli Atreides e vicino a quello che sarebbe diventato suo marito. ❝ Niente di importante Sir, cerco solo di raggiungere il mio futuro marito nelle sue stanze. Mi ha chiesto di parlare in privato. ❞
Duncan dubitava che Paul potesse essere così dannatamente maleducato da scomodare la sua fidanzata che fino a qualche giorno fa era in letto di morte. Poi nessun -nemmeno Paul- gli aveva parlato di questo incontro e per quanto potesse essere un incontro tra innamorati, di cui dubitava molto, il ragazzo avrebbe comunque avvertito qualcuno della cosa.
In genere lady (nome) non era nemmeno una persona da incontri romantici al chiaro di luna, ne di una avventura in camera da letto. Quindi era ben presumibile stesse architettando qualcosa che avesse a che fare con Paul. Duncan sperava vivamente che questo non li avrebbe messi nei guai.
❝ In tal caso lasciate che vi accompagni.❞ Il suo onore gli impediva di lasciare la sua signora andare in giro per le sale di Castel Caladan alla ricerca del futuro marito, quando nemmeno riusciva a camminare correttamente.
Stava anche tremando a tratti sotto la stola in lama.
Lo sguardo della donna si assottigliò lasciando brillare le pagliuzze argentate annegate nel (colore) delle sue iridi. (Nome) era abbastanza furba da non tentare una discussione per una tale sciocchezza. Per quanto irrispettosa potesse essere, il tutto sarebbe diventato solo più sospettoso. ❝ Se è ciò che desiderate.❞ Duncan camminò fino a sorpassare (nome) e guidarla verso la sua destinazione.
La stanza di Paul non era molto lontana, di conseguenza il viaggio fu breve. La principessa bussò con eleganza alla porta e Paul rispose aprendo la porta. La sorpresa era palese dai suoi occhi verdi, ma si riprese l’attimo dopo aver notato anche Duncan. Salutó l’uomo con un cenno e poi si rivolge alla donna di Alithea ❝ A cosa devo la visita della mia signora? ❞ (Nome) ridusse la sua espressione a puro disgusto e entrò nella stanza lasciandosi alle spalle Duncan e la sua espressione disperata dai capricci e dalle bugie della donna. Paul non fece altro che un’espressione di scuse al compagno fidato chiudendo la porta intimandolo di continuare con i suoi doveri.
❝ Spero ci sia un motivo valido per disturbare il tuo riposo e Duncan. ❞ ❝ Non gli ho chiesto io di disturbarsi. ❞ Lady (nome) ha tralasciato le sue condizioni precarie mentre si fermava nel mezzo della stanza incrociando le braccia al petto. La stola e la vestaglia morbida annientava ogni curva che la donna potesse possedere. Un sospirò lasció le labbra di Paul mentre si avvicinava a lei per avvolgere le braccia intorno alla figura della donna, ❝ La vostra crudeltà non appassisce mai mia signora, nemmeno quando siete malata. E dire che quando eravate piccola possedevate una tale gentilezza. ❞ Il calore della loro pelle che si tocca era qualcosa che (nome) ha detestato, e sapeva che in futuro non gli sarebbe bastato questo da lei.
Si crogiolò segretamente nel tepore del loro abbraccio, forse avrebbe dovuto prendere una stola più pesante ma non è riuscita a trovarla da sola. ❝ Io inizierei a ritermi il colpevole di tale comportamento se fossi in te, Paul.❞ Il suo nome aveva una cadenza sprezzante ma L’Atreides, in qualche modo contorto, sembrò apprezzare. Paul stampa un bacio sul suo collo, incurante dello strato di capelli che si sovrapponeva alla pelle di (nome). Rabbrividì disgustata.
❝ In ogni caso non hai risposto alla mia domanda.❞ Si staccò da lei andando a sedere dall’altra parte della stanza. Si versò qualcosa da bere e lo stesso fece per lei. (Nome) sapeva fare di meglio che cedere a tali galanterie. Era considerata una bellezza a tal punto che in molti hanno cercato le sue attenzioni con trucchi meschini.
In realtà Paul sapeva perché era lì e da cosa era dovuto il suo turbamento. C’era una incrinatura nella sua solita corazza, lasciando intravedere spiragli di rabbia e nervosismo. Aveva letto attentamento i suoi movimenti e le sue parole. Come si soffermava su qualcosa troppo allungo, come teneva coperto il ventre con la stola e come si graffiava i polsi.❝ Devi lasciarlo andare. Lui non ha colpa.❞ ❝ mmh? ❞ Prese un sorso di bevanda tenendo gli occhi su di lei. Sapeva di cosa stava parlando, non c’è stato bisogno di avere conferme, eppure lui ha continuato a fingere di non comprendere. Se lady (nome) non lo conoscesse, avrebbe potuto dire che si stava divertendo a vederla così.
Paul la conosceva a sua volta abbastanza da sapere che: niente avrebbe potuto agitare la donna se non la consapevolezza di aver condannato qualcuno per un suo errore. Non era così crudele come tutti l’avevano dipinta, e Paul lo sapeva meglio di chiunque altro. Sapeva che probabilmente le occhiaie nere sotto i suoi occhi erano solo la causa delle notte insonne per il senso di colpa.
Senso di colpa.
Forse nessuno a parte lui sapeva che Lady Alithea era capace di provare simili emozioni. Era davvero brava a mascherare le proprie intenzioni dietro la sua freddezza, non sempre ma quasi, questo Paul glielo avrebbe concesso. Forse se non fosse per le sue abilità di Bene Gesserit nemmeno lui l’avrebbe notato. ❝ Non vedo perché dovrei, (nome), dopo quello che ti ha fatto.❞ ❝ È TUTTA COLPA MIA! LUI NON C’ENTRA-❞ L’urlo lasciò trasparire tutto il risentimento che aveva nei suoi confronti. Era uscito così spontaneo dalle sue labbra che è riuscita a fermarlo solo dopo aver sfogato in parte. Certamente si era fermata ad un certo punto e una parte di colpa andava allo sguardo che l’erede degli Atreides le ha rivolto. La turbava ancora, anche a distanza di anni e nonostante la loro differenza di età. ❝ … e tu hai utilizzato l'occasione a tuo vantaggio.❞
-Nemmeno i rivelatori di veleno erano riusciti a rilevarlo. Era stata attenta. Talmente attenta che quando il sangue iniziò a colare giù dal naso e dalla bocca una confusione generale riempì la stanza. Alcuni soldati si sono precipitati lì, altri hanno chiamato il dottore Yueh e di seguito arrivò anche Hawat. Era una delle poche volte che anche il Duca era presente, forse tutta quella confusione era dovuto anche a questo.
Nessuno era riuscito a scoprire chi fosse stato e meglio come avesse fatto. Ma Paul aveva un idea. Un’idea che si era rivelata più che giusta. Lo aveva visto chiaramente. -
Le braccia della donna scivolarono dritte lungo il corpo mentre stringeva il tessuto della vestaglia tra i suoi pugni. Non era ben chiaro se si fosse pentita di averlo urlato o se avesse solo temuto per lo sguardo di Paul. Ma il resto della frase è comunque stato ridotto ad un sommesso sussurro.
Forse si sentiva colpevole. Lui non l’aveva mai toccata prima senza il suo permesso. Non le aveva mai fatto del male. Eppure lei aveva agito contro di lui. Prima ha cercato di uccidere Paul mentre dormiva con coltello di fortuna, ma fu troppo codarda per portare a termine l’impresa e crollò tra le braccia di Paul. Non aveva detto una parole ne aveva mostrato paura. Poi aveva cercato di avvelenarlo… ma cambiò obiettivo. Forse ha sperato qualcuno contestasse la sua unione con Paul, forse non ritenendola all’altezza di diventare Duchessa e un’Atreides. Ma non accade. A Paul bastó immagazzinare le informazioni , analizzarle e valutare come risolvere al meglio la situazione. Il suo attentato al giovane Duca non fu mai scoperto, e il suo auto avvelenato fu solo deviato alla soluzione più semplice. Il ragazzo così vicino a Lady (nome) da averla avvelenata per gelosia.
Questo le fece pentire in primo luogo di averlo scelto e portato con sé su Caladan, di essersi compromessa con lui e di essere stata costretta ad abortire per conservare l’onore di entrambi. ❝ Forse avresti dovuto pensarci prima a coinvolgere qualcuno di esterno.❞ È stato stupido ma lo sapeva già. Non lo amava nemmeno come meritava.
Ed è abbastanza palese che Paul stesse giocando con questi sensi di colpa.
Non le avrebbe offerto uno scambio, lui non ne aveva bisogno per farle fare tutto quello che voleva. Non c’era modo che avessero parlato di scambiare la vita del ragazzo con qualcosa che andasse a vantaggio di Paul e Lady (nome) lo sapeva abbastanza bene.
❝In ogni caso ora non dovrai più temere di coprire quella gravidanza indesiderata e io non dovrò tenere un bastardo.❞ Un erede bastardo. Era qualcosa di ironico adesso, agli occhi del giovane Paul. Non gli ricordo minimamente sua madre, che diede al Duca Leto l’erede che tanto desiderava.
La donna era colma di rancore, colpe e imbarazzo, per questo non proferì altra parola. Non cercó di salvarsi o giustificare i fatti evidenti, lui era l’unico oltre a lei a saperlo e poteva dedurre fosse solo grazie alle sue predizioni. Nemmeno il povero Elias era a conoscenza dell’avere messo incinta la futura sposa di Paul. Forse era meglio così.
❝ Dovresti essere grata. ❞ La voce di Paul perse l’affetto e il rimprovero. Divenne solo fredda come se avesse perso la possibilità di provare sentimenti. Si avvicinò alla forma della sua signora prendendo a coppa il suo viso dai tratti morbidi tra le mani. La principessa si sentiva disgustata. ❝ Per cosa? ❞ ❝ Per non averti condannata con lui. ❞
In un lampo di rabbia (nome) spinse le mani sul petto del ragazzo, allontanandosi quel che bastava.
In primo luogo pensava glielo avrebbe concesso, nel suo stato attuale, lui era più forte di lei. Perciò la distanza era quella che lui gli aveva concesso a prescindere. ❝ Avrei preferito morire a causa del mio stesso veleno che rimanere qui con te. ❞ La principessa strinse i denti ad ogni crudele dichiarazione mentre si dirige verso la porta con l’unico intento di andarsene.
❝ Non uscire dalla stanza. ❞ (nome) si fermò nei suoi passi, con la mano sulla maniglia e un piede pronto a dare il primo passo per uscire. Sapeva che Paul era in grado di usare la voce, aveva sentito parlare della cosa molte volte da sua madre mentre si esercitavano. A riguardo c’era un tacito accordo. Lui non avrebbe dovuto usarlo su di lei.
Per quanto non fossero mai stati messi termini e condizioni lui lo aveva fatto solo una volta, esclusa questa. Forse è stata quella volta a convincerlo ad non utilizzarlo. Lei aveva dato letteralmente di matto, urlando e cercando di attaccarlo direttamente.
Nessuno ha saputo dare una risposta a tale comportamento e la situazione tacque in pochi giorni, lasciando un’alone di mistero sulla vicenda.
Lo sguardo della donna era intriso di rabbia e sanguinaria voglia di fargli del male. Paul la guardava a sua volta con una sorta di sfida nei suoi occhi. Sarebbe stata sopraffatta dalla voce o sarebbe stata rinchiusa per aver attentato alla vita di Paul?
Era quasi sicura che nella seconda avrebbe sofferto più lui che lei, per questo quando mosse i suoi primi passi verso il fidanzato lui socchiuse le labbra. Pronto a richiamare qualsiasi ordine l’avrebbe riportata al suo posto. Ma lei si fermò ancora prima di poter fare unaltro passo.
Lo sguardo di Paul era ancora su di lei. I suoi capelli ondulati ricadenti sulle sue spalle cadenti. La sua vestaglia argentata e la stola che era caduta dalle spalle e ora si reggeva solo alle braccia della ragazza. Una visione dannata e patetica proprio come era la sua signora quando nessuno poteva vederla a parte lui. L’orgoglio e la vanità erano scomparsi a favore della dolce disperazione e dai sensi di colpa. Ma in fondo l’Atreides non avrebbe potuto desiderare altro che essere l’unico spettatore di tale vista.
Nessuno avrebbe potuto ammirare la luce fioca e semplice di una donna, che aveva imparato a mantenere le apparenze di freddezza e nobiltà, sfaldarsi davanti a qualcosa che la stava mandando in frantumi poco a poco.
Paul era quella cosa ed entrambi lo sapevano.
I primi passi di lui furono intercettati dalla donna che indietreggiò per mantenere la distanza iniziale. Un sospiro tra l'esasperato e il divertito ha lasciato Paul mentre parlava nuovamente. ❝ Devi smetterla con queste scenate. Non ti serviranno a molto soprattutto se sono l’unico ad assistere.❞ I loro occhi erano fissi l’uno sull’altro. Niente sarebbe cambiato nel comportamento della donna, lo sapeva. Eppure i suoi occhi erano ancora attenti a qualsiasi cosa lui volesse fare di lei. Avrebbe mantenuto le parole eppure lei non era ancora disposta ad avvicinarsi. ❝ Spiegami come posso farmi ascoltare, senza per forza darti un ordine. ❞ Quel potere non era un semplice ordine! Se fosse stato solo un ordine lei avrebbe ignorato il tutto e poi sarebbe andata avanti per quello che credeva meglio. Ma in quei momenti il suo corpo smetteva di essere una sua proprietà e faceva ciò che quel coro di voci le diceva di fare. Cacciata e privata della sua stessa volontà. È così che si poteva descrivere.
❝ Non puoi. semplice, no? Basta solo che mi lasci stare, e che lo scagioni da quelle accuse, e per un po’ continuerò questa recita, per un po’.❞ Per un po’… Non significava per sempre. Non si sarebbe calmata e questo sarebbe solo qualcosa di temporaneo. Era come una pietra che colpiva il vuoto. Non faceva alcun rumore. Nessuno dei due aveva un discorso collegato con quello dell’altro eppure continuavano a parlare sulla medesima linea. Lei era lì per un motivo e poi avrebbe voluto andarsene il più lontano possibile. Anche il fondo del mare di Caladan le sembrava più accogliente e invitante di quella stanza soffusa di luce. Mentre lui desiderava cercare di convincerla a rimanere, nella sua stanza e nella sua vita. Non che lei avesse quella gran scelta in questione ma lui desiderava ancora che lei lo volesse almeno un po’.
Fece un altro passo e poi un’altro e un'altro ancora, verso di lei, in silenzio. Ma lei si allontanava ancora, ancora e ancora. I passi erano traballanti e non si poteva escludere l’eventualità che potesse cadere. ❝ Sai davvero essere crudele mia signora… soprattutto con me. ❞ A Paul sembrava piacere evidenziare come le sue parole taglienti perdessero L’affilatezza in sua presenza, intrecciando le proprie parole con terribile sarcasmo. Lei inciampò su qualcosa e cadde seduta sul letto del ragazzo. Non poteva sapere cosa, ma ha immaginato fosse colpa di Paul. Era sempre colpa sua anche quando non lo era, ai suoi occhi.
Non sapeva esattamente come fosse finita lì, ad un'estremo della stanza, opposto a dove era. Quanti passi senza guardarsi attorno aveva fatto? Quando si era persa troppo in profondità negli occhi di Paul e dell'odio che provava per lui.
❝ Ti odio. ❞ Lui rise alla conferma delle sue parole. Questo era odio. Un odio patetico che gli si addice magnificamente. ❝ Lo so. ❞ Si avvicinò al suo volto, lasciando poco spazio tra loro, tanto che ogni respiro sfiorava le pelle del loro volto. Gli (colore) della donna erano spalancati in cerca di una soluzione, di un indizio o di qualche bagliore, negli occhi del futuro marito. Una qualsiasi scintilla ma niente. Lui era impassibile e illeggibile come lo era sempre stato, e questo l’ha terrorizzata. Come nei loro primi incontri, come nel loro primo incontro. ❝ Cosa vuoi in cambio? ❞ Dopo un lungo silenzio lady (nome) si decise a parlare. Di solito durante i loro scambi di parole non si parlava mai di scambi o mediazioni. Nessuno dei due avrebbe ceduto qualcosa per averne un altra. Specialmente (nome).
❝ Rimani. ❞ Era decisamente generica come risposta e la ragazza si trovava spazientita da tanta indulgenza. Se fosse stata solo una notte potrebbe anche essere un buon affare. Se fosse trasferire le sue stanze in quelle di Paul per il suo ultimo periodo qui a Caladan prima di tornare a casa per organizzare i preparativi per il matrimonio, era eccessivo ma ancora glielo poteva concedere. Aveva chiesto un prezzo molto alto in fondo, per quanto lei stessa non volesse ammetterlo. Ma se intende per tutta la sua vita era troppo. Lei per quando crudele e fredda potesse essere aveva sempre mantenuto la parola data e per questo raramente faceva promesse soprattutto quando non voleva o non poteva mantenerle.
❝ Tutto ma non questo. ❞
❝ Prendere o lasciare, (nome). ❞
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susieporta · 5 months
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𝙇'𝙚𝙙𝙪𝙘𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖𝙡𝙚
Alcuni giorni fa stavo comprando delle scarpe in una grande rivendita cittadina. Molto grande e scarpe per tutti i gusti ed età.
Seduto su un divanetto circolare stavo provandomi delle "skechers" quando, circa mezzo metro accanto a me, sento un piccolo urlo prima ed un crescente pianto accorato poi di un bambino.
Mi volto alla mia destra e vedo, vicino a me intento anche lui in una prova di scarpe, un padre sui 40 anni con la faccia scocciata. Accanto un figlio di poco meno di 4 anni che piange, disperato, ferito più moralmente che fisicamente.
Arriva la madre e chiede "ma perché l'hai colpito?"...il padre "non mi dava pace!".
Mi sono chiesto: ma cosa sarà mai successo qui, a pochi centimetri da me, tra un figlio di 4 anni ed un padre di 40, di così grave, di così intenso, al punto da "togliere pace" a qualcuno?
Poco, probabilmente pochissimo. Eppure la procedura per insegnare al figlio a co-regolarsi in quel contesto è apparso colpirlo. Dal pianto, che si è protratto a lungo (ancora mentre stavo pagando alla cassa) e chissà per quanto ancora, è evidente che è la delusione, l'offesa, la mortificazione di un gesto di rabbia del padre contro di lui che l'ha così tanto insultato. Al punto che anche la madre non è apparsa capace di contenerlo.
Osservando seppur con tatto la vignetta familiare, mi sono reso conto di quanto quel padre non fosse consapevole di cosa ha prodotto. Ed è molto probabile che, il padre del padre (o madre) abbia usato con lui lo stesso metodo, alla stessa età, per ottenere una sorta di regolazione comportamentale ed emotiva.
Del tutto ignaro ipotizzo sia il nonno di questo bambino che l'attuale padre che, colpire fisicamente un figlio, scarica solo la propria frustrazione, ma non produce nessuna educazione. Nessuna capacità di ricomporsi emotivamente, di sentirsi regolati.
Ma soprattutto tramandando questa incapacità di generazione in generazione. Favorendo giovani adulti discontrollati, irritabili, irrispettosi dell'altro perché - nessuno - ha favorito un meccanismo di contenimento dei propri (piccoli o grandi) disordini interiori. Che anche a 4 anni si possono avere, si ha persino il diritto di avere.
L'educazione sentimentale, ben prima di farla a scuola ai ragazzi, dovremmo trovare il modo di farla a questi più o meno giovani genitori. Dove vivono, dove lavorano, dove si trovano con i loro figli. Dovremmo inventarci degli spazi (forse anche a scuola perché no, recentemente ne ho avuto occasione) nei luoghi di vita di questi giovani adulti, dove aprire uno spazio robusto di riflessione su questi temi. Sul pericolo del passaggio inter generazionale di una scarsa educazione sentimentale.
Nicola Artico
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mybluefire · 5 months
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Pro o contro pena di morte?
E qui potrei aprire un dibattito dalla prolissa durata. Tendenzialmente NO, perché garantirebbe solo proporzionalità in termine di crimine. In Italia, sarebbe lecito inasprire le pene, condannando direttamente all’ergastolo i “mostri”. E mi concentrerei soprattuto sulla prevenzione, educazione emotiva e metodiche varie. Alla base di una persona violenta, ad esempio, c’è tutto un profilo psichiatrico e psicologico alterato.
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mewscarrafone · 10 months
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MEW MEW REWATCH - EPISODIO 27
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Scena carina, ma ci sono altri che trovano l'interpretazione del doppiatore di Masaya molto piatta? Non lo so, altra scena da riguardare in originale per vedere se gli mettono più carica emotiva.
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- Bravo, buon per te
Come ho potuto dimenticare questo momento! Ichigo che insegna a smontare i boomer in quattro parole!
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Quindi Kisshu avrebbe provato tante volte a dire a Pai del suo piano, ma sarebbe stato ignorato.
... il fatto che ci abbiano mostrato l'esatto contrario è: un errore degli adattatori e in originale dicono qualcos'altro, un modo voluto di mostrarci che bella testina di cazzo sia Kisshu, o un bel buco di sceneggiatura?
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- Mi sento sempre così nervosa quando sto con lui ...
👀👀👀👀👀👀
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- Dicono che l'esperienza dell'abbandono renda le persone più mature.
Con quella faccia lì. Peccato che sia un anime per ragazzini, perché un bel vaffanculo da parte di Ichigo ci sarebbe stato alla perfezione.
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- Sai, ho l'impressione che quel ragazzo e Ichigo vadano molto d'accordo ...😇 che succede?😇😇
A' Faccia de Merdaaaa
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- Vorrei una fetta di crostata alla frutta, e da bere dell'Aqua Mew. Se non disturbo.
Si è presentato con tanta educazione, almeno la crostata alla frutta gliela potevano dare!
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Quello sclero epico con quel grazioso affarino rosa in mano è fenomenale.
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Certo che fortuna che non ci fossero altri clienti oltre al povero Masaya, sennò era difficile da spiegare.
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- Portalo via da qua e inventa una scusa.
Mi piace l'implicazione che Ichigo si sia portata di peso Masaya fino a un punto indefinitamente lontano. La ragazza è FORTE.
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Uh un altro giochino! Ah è una catena ehm vabbè dai proviamo! Grazie @hope-now-and-live
1) Mi chiamo Angela e questo nome non dovrebbe essere in alcun modo legato a qualche parente alla lontana di cui non so nemmeno l'esistenza bensì dalla situazione che si è creata durante il parto ed è stato come un miracolo essere riusciti a farmi nascere, perciò "un angelo disceso dal cielo" ... si molto poetico mami grazie <3
2) ehhhh sono troppo emotiva e lunatica quindi beh ieri pomeriggio è stata l'ultima volta che ho pianto
3) ma quali figli?! Al massimo considero "figli" i miei peluche ahahah
4) uso abbastanza il sarcasmo e puntualmente non vengo capita quando lo faccio ahah
5) attualmente pratico lo sport del bowling, in passato ho provato per forse meno di un mese nuoto in piscina e non è stata una bella esperienza anzi traumatica ma questa è un'altra storia ahah e poi pallavolo nel doposcuola alle medie (non fa per me) infatti durante educazione fisica preferivo provare a giocare a basket. Da piccina ho fatto danza classica per un paio di anni mentre ora daje con i balli di gruppo in piazza ma non è uno sport ops ahah
6) prima cosa che noto cioè che attira la mia attenzione se ho una persona davanti è il sorriso e poi il colore dei capelli, mentre se stiamo parlando in chat direi il saper ridere e fare ridere senza cadere nel volgare
7) ho gli occhi marroni!
8) scary che?! Io puahaha meglio i film con happy endings però se ci scappa un piccolo colpo di scena alla fine non è che mi dispiaccia invece del solito bacio con ripresa roteante ahah
9) talento uhm mi sembra di stare nei primi frame del primo film di Trilli quando si assegna il talento alle fatine appena nate ahah direi potrei essere un tuttofare basta che ci sia di mezzo l'uso della creatività ahah
10) sono nata a Penne in Abruzzo!
11) hobby allora: cantare, viaggiare anche se rimanendo in Italia, fotografia, disegnare outfit, scrivere su questo blog e non solo, collezionare adesivi, leggere anche se negli ultimi anni ho smesso ahimè
12) nessun animale domestico sigh
13) sono alta il giusto ahah 1,63
14) materia preferita uh questa è tosta in base alle elementari, medie e superiori e università cambia
Elementari -> italiano, arte, scienze
Medie -> musica
Superiori -> diritto
Università -> diritto pubblico dell'ambiente
15) Dream job -> qualcosa di creativo non ancora mi è chiaro cosa purtroppo
Taggo ehm chi conosco so che non ama le catene quindi cari affezionati siete liberi di fare questa catena non taggo nessuno in particolare
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gregor-samsung · 1 year
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“ La mancata educazione delle pulsioni confina i ragazzi, fin dalla tenera età, a esprimersi unicamente con i gesti, invece che con le parole e i ragionamenti. Ne sono un esempio i cosiddetti “bulli”, coloro che compiono azioni riprovevoli senza la minima consapevolezza della gravità delle loro azioni. Come già abbiamo ricordato, Kant dice che: «La differenza tra il bene e il male potremmo anche non definirla perché ciascuno la ‘sente’ naturalmente da sé» [I. Kant, Metafisica dei costumi, § 23: “Dottrina delle virtù”]. Nel caso del bullo questo “sentire” è deficitario, perché chi ne soffre non ha mai incontrato momenti educativi che gli avrebbero consentito di avvertire quel­l’immediata risonanza emotiva che di solito accompagna i nostri comportamenti. Alludo a quella risonanza emotiva [...] che fin da bambini provavamo quando la mamma ci raccontava le fiabe, anche truci, perché i bambini non vanno esonerati dalla conoscenza del male e neppure dal lutto, che capiranno nei limiti della loro età, ma non ne saranno sorpresi, senza sapere come reagire, quando la vita li metterà di fronte a queste manifestazioni. Ascoltando quelle fiabe o accompagnati nella lettura dalle nostre mamme imparavamo, più per via emotiva che mentale, la differenza tra il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, il buono e il cattivo, acquisendo in tal modo un regolatore emotivo che ci consentiva di “sentire” quando le nostre azioni erano buone o cattive, giuste o ingiuste. Senza un’educazione emotiva, oltre a non avere un’immediata consapevolezza della bontà o meno delle nostre azioni, si rimane a livello pulsionale, con una pericolosità sociale che la cronaca nera di ogni giorno non cessa di illustrarci. Come si comporta la nostra scuola nei confronti dei “bulli”, che sono poi quei ragazzi il cui sviluppo psichico si è arrestato a livello pulsionale? Li sospende dalla frequenza scolastica, togliendo loro l’unica opportunità che in quegli anni hanno per poter emanciparsi e passare dal livello pulsionale al livello emotivo. Dovrebbero invece essere più accuditi, meglio curati affinché possano acquisire la consapevolezza delle loro azioni, in modo da sentirle risuonare dentro di loro come buone o cattive, come gravi o lievi. “
Umberto Galimberti, Il libro delle emozioni, Feltrinelli (collana Serie bianca), settembre 2021. [Libro elettronico; corsivi dell’autore]
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divulgatoriseriali · 19 days
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Disney e la Psicologia dello Sviluppo: Esplorare, Apprendere e Crescere con i Cartoni Disney
Disney e Psicologia dello Sviluppo è una guida che trasforma le storie Disney in preziose chiavi psicologiche per genitori e bambini. Con questo libro vi offro un modo delicato per affrontare argomenti emotivamente impegnativi durante la visione dei film Disney preferiti, arricchendo l’esperienza con suggerimenti pratici e stimoli per l’intera famiglia. Continue reading Disney e la Psicologia…
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deep-oblivion · 2 years
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Faccio una piccola premessa, sarà un post piuttosto lungo, dato che andrò a toccare una tematica che ritengo molto importante e che tocca molti di noi. Ringrazio in anticipo chiunque avrà la voglia e la pazienza di leggere fino alla fine.
Ieri, mi sono imbattuto su Facebook, in un articolo di una tra le principali testate giornalistiche italiane, nel quale si parlava di un video di Lorenzo Fragola su TikTok. Un video, nel quale, il cantante ha voluto condividere l'esperienza dopo aver avuto un attacco di panico, descrivendone i momenti, cercando di sensibilizzare l'argomento, spronando chi ne soffre, a parlarne senza vergogna. Ho letto molti messaggi di solidarietà e comprensione sotto al post, ma ne ho letti anche altrettanti che sinceramente mi hanno dato il voltastomaco. Il voltastomaco di fronte alla totale mancanza di empatia di alcuni soggetti che tendono a sminuire l'argomento, quasi come a descrivere chi ne soffre, come se fosse un rammollito, un peso per la società o uno sfaticato che non ha la volontà di reagire. Ovviamente, non ho resistito alla voglia di rispondere ad una di queste emerite TESTE DI CAZZO, con tutta calma ed educazione possibile, e in risposta mi sono visto sbattere in faccia frasi del tipo
"e basta con questa sensibilizzazione"
"essere sensibile non vuol dire che devi compatire la gente"
Non nascondo che ho provato una rabbia assurda nel leggere le risposte di questo soggetto (queste sono state probabilmente le meno gravi) ma ho evitato di rispondergli ulteriormente sia per schivare un inevitabile litigio (conoscendomi, quando me se chiude la vena, poi divento cattivo) sia perché continuare a spiegare certe tematiche a chi le tratta con tale superficialità emotiva, equivale solo a sprecare tempo ed energie, lasciando poi ad altri l'onere di smerdarlo.
Ora, per concludere il discorso, consiglio a chiunque non abbia mai sofferto, per sua fortuna, di questo genere di disturbi, a non trattare mai con superficialità l'argomento, ed evitare, se e quando si decide di intervenire a riguardo, di parlare a vanvera da perfetti ignoranti. Se non avete mai vissuto sulla vostra pelle tale esperienza, risulta quasi impossibile comprendere quanto sia dura e fuori da ogni controllo, come molti contrariamente credono, ma soprattutto, non siete un cazzo di nessuno per etichettare negativamente e screditare chi lotta ogni giorno contro questi disturbi.
Inoltre, invito chiunque ne soffra, a non sentirsi mai un peso, a non sentirsi sbagliato e a non aver paura ad esternare il problema. Come è vero che esistono teste di cazzo ottuse nel mondo, esistono anche persone che capiscono ciò che avete dentro, che come voi lottano ogni giorno e sono disposte a tendervi la mano e condividere con voi queste problematiche, perché a volte, non sentirsi soli di fronte a tali problemi, può essere veramente una salvezza.
Parlarne aiuta molto, non sentitevi assolutamente dei deboli nell'aprirvi con gli altri (purché siano persone che vi trasmettono sensazioni positive), anzi, vi assicuro che avete sicuramente più palle voi di certi viscidi che si permettono di giudicarvi su ciò che non hanno mai vissuto.
Perdonatemi ancora se mi sono dilungato troppo, ma c'è davvero bisogno di riportare un po' di empatia e solidarietà in questa società malata di materialismo ed egoismo. Spero ne sia valsa la pena. 🙏
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megachirottera · 2 years
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Formazione all’obbedienza per adulti in età prescolare a livello globale con miliardi di finanziamenti per il pieno controllo della spiritualità nella programmazione dell’istruzione
Insieme a “Apprendimento Emotivo Sociale” (SEL), l’agenda di educazione spirituale è chiamata “Collaborativa per la Spiritualità nell’Educazione” (CSE). È stato fondato da Steven C. Rockefeller, Sr. per promuovere lo sviluppo spirituale e morale dei giovani attraverso gli Stati Uniti, che è incorporato nelle scuole pubbliche e indipendenti PreK-12 per “fornire una base per la capacità intellettuale ed emotiva, sviluppo morale, sociale e fisico di un giovane”.
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susieporta · 2 years
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"Volete un assaggio di Tantra?
Allora tenetevi per mano, rimanete in uno stato di totale presenza a voi stessi, respirate profondamente e poi guardatevi negli occhi...con uno sconosciuto.
E’ una bugia che non ci si deve guardare negli occhi per educazione, per rispetto.
La verità è che non ci si guarda negli occhi perché si ha paura di incontrare l’altro, paura di guardare e di farsi guardare.
Paura di sentirsi nudi davanti agli altri, quando non c’è cosa più bella che abbandonarsi alla nudità psicologica ed emotiva.
Le persone hanno paura di aprirsi agli altri, eppure fanno l’amore, almeno così dicono...
Tantra non è sesso. La gente è fissata col sesso.
Tantra è apertura totale ed abbandono alla vita così com’è.
Nessuna paura di Essere..."
Roberto Potocniak
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oliverodomenico · 2 months
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5-14/03/2020 Salone della Biblioteca Civica di Cuneo ospita la mostra “Non esistono errori” con le opere dell’artista Domenico Olivero.
La mostra si muove sulle tracce della poetica di Charles Bukowski, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Accomunano l’artista e lo scrittore l’approccio innovativo nel cambiare registro alla tradizione, non più una visione enfatica ed estetica ma una percezione vitale e autentica, con tutte le conseguenze e complessità. L’autore americano è stato artefice di una scrittura sincera e senza freno, libera dalla “buona educazione”, così è la serie di opere pittoriche realizzate dall’artista che vengono presentate in questa occasione.
Si tratta di sei lavori che da diversi anni, alcuni anche una decina, l’artista ha stratificato lentamente, senza un preciso schema e struttura, opere in forma di leale intensità emotiva, nate da stati viscerali che nel tempo si sono sovrapposti, accumulati; espressione di tempi passati, che mutano e si consolidano formando un presente temporaneo.
A corredo dell’esposizione Sabato 14 Marzo alle ore 10,30 si svolgerà un reading con una selezione di poesie di Charles Bukowski.
Biblioteca civica di Cuneo (via Cacciatori delle Alpi 9), salone primo piano. Apertura dal Martedì al Venerdì nelle ore 9-12 / 15-18 al Sabato 9-12 Inaugurazione Giovedì 5 Marzo alle ore 17 Dal 5 al 14 Marzo 2020 Ingresso libero
Domenico Olivero, fra gli artisti più sperimentali e innovativi del panorama artistico. Ha ideato una complessa poetica che partendo dalla dimensione quotidiana sviluppa diverse ricerche in ambiti inusuali, come la storia popolare, le tradizioni spirituali e la ricerca estetica.
La Biblioteca Civica di Cuneo ha sede nel seicentesco Palazzo Audiffredi, nel centro storico del capoluogo della Granda. È la più antica biblioteca civica del Piemonte; i primi documenti relativi alla sua istituzione risalgono al 1802, con apertura nel 1803, quando Cuneo, sotto la dominazione francese, era capoluogo del Dipartimento della Stura. Nelle sue diverse sedi custodisce 300.000 volumi, registra 100.000 prestiti all’anno, gestisce l’ufficio del Deposito Legale, ospita numerosi eventi, tra cui presentazioni di libri e mostre, e cura diverse pubblicazioni.
Charles Bukowski (Andemach 16/08/1920 Los Angeles 09/03/1994) poeta, romanziere statunitense, dalla scrittura realistica e immediata, narratore di quotidianità, parte della corrente denominata “dirty realism”.
domenicoolivero #oliverodomenico
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sime667 · 2 months
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Guida rapida alla monogamia
Servono:
Attrazione. Se non c'è, non ci sarà mai. Se non vuoi andarci a letto, passa oltre. Gli amici sono una cosa, i partner un'altra.
Simmetria. Se il suo valore sul mercato sessuale è molto più alto del tuo, stai aprendo la porta al disastro. Sarai costantemente insicuro in merito a potenziali defezioni, e il tuo partner si accontenterà di te sempre meno volentieri. Trova una persona più vicina al tuo livello, o alzalo. La scala da 1 a 10 è tanto avvilente quanto vera.
Stabilità emotiva. Sempre. Comunque. Anche quando si punta alla relazione mordi e fuggi. I costi di stare con una persona instabile sono più alti del piacere che ne deriva. Sempre. Comunque.
Valori comuni. Il dialogo con chi la pensa diversamente è un'impresa lodevole, ma una coppia non può avere continue discussioni su religione, politica, educazione dei figli e compagnia bella. Ci sono i piatti da lavare.
Stabilità emotiva. No, dico sul serio. Ve ne potete accorgere fin da subito: dalle espressioni che ha nelle foto, dal modo che ha di vestire, dalla maniera in cui vi parla. Se voi ignorate i segnali, noi ignoreremo le vostre lamentele in merito all'ex narcisista e alla ex psicopatica.
Personalità affini. No, gli opposti non si attraggono. Se lei è da rave party e tu da coperta e film, i sabato sera saranno un casino. Ci si bilancia a vicenda solo fino a un certo punto.
Stabilità emotiva. Sì, tre volte, perché vi conosco. Siete quelli che vedono il buono e che "lo/la salverò io." Il test è semplice. Se già non lo siete, immaginatevi madri o padri. Chiedetevi: "Darei in mano la salute mentale di mio figlio a questa persona?". Se la risposta è no, saluti e baci.
Entusiasmo. Se non è entusiasta di stare con voi, per quale motivo dovreste essere entusiasti di stare con lui/lei? Siete forse a vostro agio, nel ruolo di mendicanti?
Qualità universali. Uomini e donne sono diversi e cercano cose diverse, ma alcune qualità mettono d'accordo tutti: generosità, intelligenza, compassione, un minimo di abilità sociali, saper fare scelte di buon senso, saper gestire tempo e risorse, vedere gli altri come persone anziché oggetti. Non fidanzatevi con una palla al piede, a meno che questa non stia adoperandosi per cambiare. La vita è già un casino così.
Aspettative ragionevoli. No, il tuo partner non ti darà mai tutto ciò di cui hai bisogno. E' una persona, non un sex robot d'avanguardia. Prendi quel che c'è e sii grato, per tutto il resto ci sono gli amici. E nei momenti di maggior egoismo, ricordati di quante robe il tuo partner deve accontentarsi per stare con te.
Autocritica. Le persone decenti non scelgono partner indecenti. Non si può pretendere ciò che non si può offrire a nostra volta.
Pazienza. Da contratto, di partner ne potete avere solo uno (alla volta). La paura di rimanere soli è realistica, e chi vi dice il contrario non vi sta aiutando. Rimane il fatto che una scelta affrettata potrebbe rivelarsi più catastrofica del saper gestire una temporanea, strategica solitudine. Però a un certo punto bisogna iscriversi a tinder e muovere il culo, eh. Per certe cose non si possono aspettare i sessant'anni. Nonostante quel che ci racconta la società di oggi, l'adolescenza non dura per sempre.
Meglio soli che mal accompagnati, sì. Ma meglio ben accompagnati che soli.
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