Tumgik
#unerkannt
hommella · 2 months
Text
Bedingungslos geliebt zu werden ist ein unbeschreibliches Gefühl, eins, welches ich niemals verlieren will. Deswegen Urteile nicht über mich, wenn ich mich an sie Klammer, sobald ich sehe das sie mir vielleicht verloren geht.
- Hommella
31 notes · View notes
sehnsuchtsrauschen · 1 year
Text
und ich hebe die arme um zu sehen ob die warme nachtluft mich trägt
3 notes · View notes
Text
Tumblr media
11.08.2022
Because yesterday's German book was so disappointing, I decided to go with a book from one of my favourite childhood series
(Bought this from a library sale and had to cover some identifiying info)
3 notes · View notes
niconote · 8 months
Text
Tumblr media
Che il mio segreto mi sia legge
Un'immersione nella performance sonora di NicoNote
È anacronistico pensare al giorno d’oggi di poter provare i sentimenti peculiari del Romanticismo in una chiave contemporanea? Dall’insoddisfazione per la realtà in cui siamo immersi, si può vivere il dolore della Sehnsucht, un desiderio sempre irrealizzato di trascenderla spiritualmente? In definitiva, è ancora possibile un abbandono studiato all’irrazionalismo, che dia voce alle più intime aspirazioni dell’individuo?
In questa appassionata idea crede profondamente NicoNote, alla nascita Nicoletta Magalotti (Rimini, 1962), artista di origini italo-austriache che Festivaletteratura ha avuto il privilegio di accogliere sul palco del Teatro Bibiena per un concerto flusso ibridato a un dramma che connette «attraversamenti romantici» di molteplici provenienze. Performer, cantante di raffinata vocalità, lettrice di poesie, sperimentatrice del suono: NicoNote è un’artista complessa e poliedrica, che abbraccia tutte queste definizioni e che allo stesso tempo vi sfugge, senza mai lasciare che le tradizionali etichette di classificazione monopolizzino la sua imprendibile forma espressiva.
Le luci del teatro calano gradualmente, solo la scena dietro al palco illumina con dei bagliori caldi il tavolo dietro cui si posiziona NicoNote, che per tutta la durata della performance governa un tavolo su cui si destreggia fra un mixer audio per deejay, un portatile e il suo microfono.
L’attacco è scandito da una musica tensiva di sottofondo, su cui l’artista recita i versi di una poesia in tedesco. È uno spettacolo in cui le trasformazioni del tono del sonoro e della lingua poetica avvengono impercettibilmente: come se fossimo distesi sul lettino di uno psicanalista, i freni inibitori del pensiero si allentano e il trasporto emotivo ci investe al punto da farci sfuggire questi frequenti cambi di rotta.
Ecco allora che sembrano iniziare suoni più dolci, guastati tuttavia da alcune interferenze che ne corrompono la purezza iniziale. La capacità di creare distorsioni ed effetti stranianti che fanno precipitare i suoi spettatori in un vuoto di certezza è certamente una delle qualità più spiccate della performance sonora di NicoNote.
A una chiusura su un rumore di passi, l’artista intona una poesia, Dell’estraneo: «qui ormai nessuno mi riconosce, qui ormai nessuno mi conosce». È uno struggente momento rivelatorio quello in cui la coscienza realizza la propria estraneità al mondo, il proprio senso di sradicamento e non appartenenza, che attraversa la sensibilità preromantica come la miccia che farà deflagrare poi per reazione l’orgoglioso desiderio di identificarsi nella patria. Sarebbe interessante chiedersi allora se in un’età come quella contemporanea, che già vede una crescita progressiva dei nazionalismi, questi versi poetici non siano più la premessa, quanto la conseguenza di tale situazione politica. Nell’epoca contemporanea gli esseri umani non sembrano forse ristagnare senza soluzione nel vuoto delle verità?
Su una musica di pianoforte NicoNote intona poi il proprio canto in lingua tedesca, un canto viscerale che lentamente sfocia di nuovo nella poesia, questa volta in lingua italiana. Quello che l’artista ci presenta è un verso di raro nitore espressivo e di eccezionale pertinenza, «che il mio segreto mi sia legge nell’aria, nell’istante infinito»: in una situazione contraddistinta dalla perdita assoluta dei riferimenti, è solo l’inesprimibile riposto nel più intimo ricettacolo dell’interiorità soggettiva che può orientare ogni azione.
Riprende il canto: questa volta in inglese, con un sottofondo sonoro molto dolce ma tormentato da un ritmo battente e attutito, oltre che da una voce radiofonica di donna che parla italiano, apparentemente in tono disteso e quasi giornalistico. Ben presto però, la voce femminile si fa più insistente e sembra quasi pronunciare una formula magica, un sortilegio o una sentenza sul destino di chi l’ascolta.
Il sottofondo sonoro a tratti è tanto coinvolgente da essere pensabile da utilizzare come colonna sonora, che sottolinei l’azione. Non a caso il movimento ha un ruolo centrale nell’esibizione, poiché NicoNote sottolinea il suo canto con le movenze delle sue braccia, l’ondeggiamento del busto, le inclinazioni della testa: la sua musica la investe con una potenza tale che con tutta se stessa partecipa alla creazione del grande movimento. Il pianoforte scandisce questa prima sequenza esemplificativa, con una folla acclamante di sottofondo, come in un concerto live.
Il tema classico del connubio amore-morte si dispiega nell’accostamento di due poesie in lingua italiana.
«Nel meraviglioso mese di maggio il profumo dell’amore ha conquistato e contagiato il mondo»: è il tripudio dell’amore nella stagione primaverile, effimero quanto l’effluvio di essenze floreali che impregna l’atmosfera. Il cambiamento di tono tuttavia è imminente: l’equilibrio vacilla e dopo un intermezzo in lingua tedesca, ecco emergere la tetra negazione di quella stessa vita appena sbocciata.
La seguente poesia in italiano ha invece come attacco Nostalgia per la morte: «Sia lodata da noi l’eterna notte. Lodato il sonno eterno. A cosa serve in questo mondo il nostro amore, la fedeltà, il tempo? E se anche piacere e vita parlava, qualche cuore si spezzava per audacia d’amore. Nostalgia ansiosa. Il tempo. Non c’è più nulla da cercare. Il cuore è sazio. Il mondo vuoto. Non c’è più nulla da cercare». La ripetizione delle parole è ossessiva, come quella che farebbe una mente tormentata da una monomania esistenzialista che ha ormai realizzato nella coscienza la vanità di ogni impeto di salvezza dello spirito. Ci troviamo catalizzati nel turbine di un crescendo poetico che sembra quasi attraversato da un’estasi erotica, disperata nel suo struggimento.
«Io vivo nel corso dei giorni colmo d’intrepida fede. E muoio le notti in un rogo di ardor divino», recita NicoNote: il complesso patrimonio di idee, schemi cognitivi, pregiudizi, opinioni, e valori che costruiamo nella vita sono condannati al disfacimento sul rogo, benché l’artista lanci qui una provocatoria rivendicazione della propria autonomia di pensiero, non ritrattabile nemmeno davanti alla morte. Questa tragica constatazione è ritmata dalla luttuosa cadenza di zoccoli di cavallo che riecheggiano nel vuoto.
A seguito di una canzone che culla l’ascoltatore sulle parole Remember me, improvvisamente Nico Note prorompe in uno scoppio isterico di risate sguaiate, con un effetto di straniamento che rasenta l’inquietante: questa serie psichedelica di sensazioni è merito di una stupefacente capacità di modulazione della voce, dai toni più profondi e suadenti a quelli più acuti e striduli di un lamento fanciullesco.
Ecletticamente, NicoNote spazia la propria campionatura musicale da tracce di grandi compositori classici come Franz Liszt (con Schwanengesang, S. 560 - No. 4 Ständchen) a brani del repertorio alternative rock e grunge come Something in the Way dei Nirvana, il cui ritornello è cantato con alternanza di toni fra rabbia e abbandono melancolico alla disillusione. Ogni brano è reinterpretato come il riflesso di un’interiorità polimorfica, mai imbrigliabile in un’unica frequenza.
L’esibizione si chiude spegnendosi nella voce che lamenta la propria estenuazione esistenziale: «Ho perduto la sacra forza con la quale potevo creare universi attorno a me». Il dolore si risolve però nella consapevolezza che «quello che sono tutti lo possono sapere ma il mio cuore lo possiedo io solo».
NicoNote ci lascia con un’unica visione quasi profetica di un fiore blu: cerchiamo senza posa questo simbolo arcano e attraente, senza mai trovarlo, perché in esso sembra fiorire la buona sorte che tanto agogniamo. Ma cos’è, in definitiva, il nostro fiore blu?
«Cerco una passione che sia di fronte a me e mi parla senza dire parole»: forse tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una vocazione interna, un fuoco dell’anima non negoziabile, che ci parli di noi stessi e di qual è il destino che è in serbo per noi senza il bisogno nemmeno di una parola.
Nessuna chiusura della performance sarebbe stata forse più calzante delle parole di In a Manner of Speaking, brano del 1985 della band statunitense new-wave dei Tuxedomoon, che dello sperimentalismo ha fatto – come NicoNote – la propria vocazione:
In a Manner of speaking
I just want to say
That I could never forget the way
You told me everything
By saying nothing
[…]
O give me the words
Give me the words
That tell me nothing
O give me the words
Give me the words
That tell me everything
69 gio 07 settembre 21:30 Teatro Bibiena
AN DIE UNERKANNTE / ALLA SCONOSCIUTA
l'odissea romantica
Una performance sonora di e con NicoNote
0 notes
Text
Tumblr media
STEHEN IM SCHATTEN...
Für-niemand-und-nichts-Stehn.
Unerkannt,
für dich allein.
Mit allem, was darin Raum hat,
auch ohne Sprache.
(Paul Celan)
Foto: by Annie Spratt
38 notes · View notes
fallen-kingsglaive · 10 months
Text
Tumblr media Tumblr media
NYX ULRIC ⸻ Geboren in eine Welt, in der Magie so alltäglich ist wie der Sonnenauf- und Untergang. Eine, in der Götter existieren und für Frieden und Untergang gleichermaßen sorgen können. In der Monster grotesk und wie Bestien aussehen, jedoch auch in Form von Menschen unerkannt unter uns weilen können. In der seit Jahrhunderten ein Krieg der Nationen tobt, der schuldige, wie unschuldige Leben fordert. Er brachte Schurken hervor, aber auch Helden, denen die Zukunft aller wichtiger waren, als ihr eigenes Leben.
Ein Held wie Nyx Ulric, Kingsglaive der Lucis, der sein Leben opferte, damit andere eine neue Zukunft für alle aufbauen könnten. In nur einer Nacht, in der die alten Könige der Lucis ihm deren Macht im Austausch für sein Leben schenkten, bestimmte er das Schicksal des zukünftigen Königs und das von ganz Eos. Doch als er starb - wissend, dass er etwas bewirkt hatte, wachte er nicht in den Armen seiner verschiedenen Familie auf, sondern in einer gänzlich anderen Welt, die Eos nicht unähnlicher hätte sein können. Der Erde.
World of Eos About Kingsglaive
Tumblr media
[Final Fantasy XV-Charakter, der fürs leichtere Plotten auch in anderen Welten eintaucht. Wenn jemand allerdings Lust darauf hat, die Geschichte von Anfang an auf Eos anzusiedeln, dem will ich das keinesfalls verwehren. Offen für jegliche Art des Schreibens und bereit sämtliche Informationen über meinen Ursprung zu geben, wenn Unklarheiten bestehen]
33 notes · View notes
Text
Der Krieg
Aufgestanden ist er, welcher lange schlief, Aufgestanden unten aus Gewölben tief. In der Dämmrung steht er, groß und unerkannt, Und den Mond zerdrückt er in der schwarzen Hand.
In den Abendlärm der Städte fällt es weit, Frost und Schatten einer fremden Dunkelheit, Und der Märkte runder Wirbel stockt zu Eis. Es wird still. Sie sehn sich um. Und keiner weiß.
In den Gassen faßt es ihre Schulter leicht. Eine Frage. Keine Antwort. Ein Gesicht erbleicht. In der Ferne wimmert ein Geläute dünn Und die Bärte zittern um ihr spitzes Kinn.
Auf den Bergen hebt er schon zu tanzen an Und er schreit: Ihr Krieger alle, auf und an. Und es schallet, wenn das schwarze Haupt er schwenkt, Drum von tausend Schädeln laute Kette hängt.
Einem Turm gleich tritt er aus die letzte Glut, Wo der Tag flieht, sind die Ströme schon voll Blut. Zahllos sind die Leichen schon im Schilf gestreckt, Von des Todes starken Vögeln weiß bedeckt.
Über runder Mauern blauem Flammenschwall Steht er, über schwarzer Gassen Waffenschall. Über Toren, wo die Wächter liegen quer, Über Brücken, die von Bergen Toter schwer.
In die Nacht er jagt das Feuer querfeldein Einen roten Hund mit wilder Mäuler Schrein. Aus dem Dunkel springt der Nächte schwarze Welt, Von Vulkanen furchtbar ist ihr Rand erhellt.
Und mit tausend roten Zipfelmützen weit Sind die finstren Ebnen flackend überstreut, Und was unten auf den Straßen wimmelt hin und her, Fegt er in die Feuerhaufen, daß die Flamme brenne mehr.
Und die Flammen fressen brennend Wald um Wald, Gelbe Fledermäuse zackig in das Laub gekrallt. Seine Stange haut er wie ein Köhlerknecht In die Bäume, daß das Feuer brause recht.
Eine große Stadt versank in gelbem Rauch, Warf sich lautlos in des Abgrunds Bauch. Aber riesig über glühnden Trümmern steht Der in wilde Himmel dreimal seine Fackel dreht,
Über sturmzerfetzter Wolken Widerschein, In des toten Dunkels kalten Wüstenein, Daß er mit dem Brande weit die Nacht verdorr, Pech und Feuer träufet unten auf Gomorrh.
--Georg Heym
19 notes · View notes
kolibrieren · 7 months
Text
youtube
Commentary by Enip, author of the video:
This games does stir up a lot of emotions alright... I played it a while ago but I couldn't get it out of my head.This is a fan edit with some custom made 3D animation. Apart from the scene with Elster and videos from the game, everything was modeled by me with Blender.
Game: Signalis (rose engine)
Music: "Toteninsel" (Rachmaninov) and "Emptiness" (Cicada Sirens & 1000 Eyes)
Poem: Adapted from "Der Krieg" (Heym)
Author's translation of the poem under the readmore:
I'm glad you enjoyed it! Yeah I put a lot of time to make sure those details would fit together. ^^ The poem isn't 100% "Der Krieg" as I adapted it a little and it has been ages since I wrote something in German so it might be crappy, but I'll write down the translation of it I had in mind :
Aufgestanden ist sie, welche lange schlief,
She who slept long has risen
Aufgestanden unten aus Gewölben tief
Risen from vaults deep below.
In der Dämmrung steht sie, groß und unerkannt,
In the twilight she stands, tall and unrecognized,
Und den Mond zerdrückt sie in ihrer schwarzen Hand
And she crushes the moon in her black hand.
Einem Turm gleich tritt sie aus der letzten Glut,
Like a tower she emerges from the last embers,
Wo der Tag flieht, sind die Ströme schon voll Blut.
Where the day flees, the rivers are already full of blood.
Zahllos sind die Leichen schon im Schilf gestreckt,
Countless bodies are already stretched out in the reeds
Von des Todes starken Vögeln weiß bedeckt.
Covered white by death's mighty birds.
Über runder Mauern blauem Flammenschwall
Over round walls blue flames
Steht sie, über schwarzer Gassen Waffenschall.
She stands, over black alleys the sound of weapons.
Über Toren, wo die Wächter liegen quer,
Above gates where the watchmen lie across,
Über Brücken, die von Bergen Toter schwer.
Over bridges made by mountains dead heavy.
In der Nacht sie jagt das Feuer querfeldein
In the night she chases the fire across country
Einen roten Hund mit wilder Mäuler Schrein.
A red dog with wild mouths shrine.
Aus dem Dunkel springt der Nächte schwarze Welt,
The black world of the night leaps out of the darkness,
Über sturmzerfetzter Wolken Widerschein,
Above storm-torn clouds reflection,
In des toten Dunkels kalten Wüstenein,
In the dead dark cold deserts,
Daß er mit dem Brande weit die Nacht verdorr,
so that the night withered away with the fire,
Pech und Feuer träufet unten auf Gomorrh
Pitch and fire drip down on Gomorrh
13 notes · View notes
Text
Herbst (2012)
Es war schön diese Illusion zu glauben ich könnte wenn ich wollte
Dabei schien der Anfang so leicht beflügelt mit Phantasien geerdet mit alten Erkenntnissen beruhigend zogen die Wolken wie immer der Lauf der Sonne mahnte nicht der Wind im Haar rüttelte nicht den Verstand
Es war nebensächlich Unterschiede schienen federleicht flogen dahin unerkannt Die Augen beschattet vom Jetzt sahen das Licht rosafarben der Himmel schien wolkenlos
Es war leicht das Denken lag schlafend im weichen Bett der Gefühle die Illusion sprach beruhigend das Herz hatte sich geöffnet
Doch da schleichend der Wind frischt auf dringt in Ohren und Mund zerstäubt das Wollen die Wolken dunkel haben Kanten und Schnitte das Licht wechselt die Schatten werden länger
Die Illusion zittert taumelt verwirrt die Erde verdaut die alten Erkenntnisse der Humus dampft laut sind plötzlich die Gedanken die Ohren vom Wind gereinigt sehen die Worte klarer die Augen unbeschattet hören jeden Blick das Herz zieht sich wieder zusammen der Winter hält Einzug
Raschelnd wirbeln die Gefühle umher davon wie Herbstlaub bedecken die blanken Wurzeln verpacken das wunde Herz
Es ist ein Wiederkehren der Stille das Erkennen ohne Wollen durchzogen mit feinen Rissen der Unsicherheit hoch oben steht wieder die Logik händereibend die Gefühle als Podest nutzend das Herz leckt seine Wunden der Wanderheiler noch in weiter Ferne Es schneit
16 notes · View notes
junax · 2 years
Text
(JKvsP7 Best-of 13.08.)
Darf ich vorstellen? Jokos Lieblingsmazen...
Lagerhalle - Würfel stehlen a.k.a "Du bist ein riesen Rätsel für mich, ne? 15 Jahre hast du mich darauf getrimmt, dass ich so ein Typ werde, der da rein rennt und dieses Ding klaut. Koste es, was es wolle..."
Tumblr media Tumblr media
Bobbahn oder auch: "Küsschen" "Ja... äh.. ja für dich auch" "Zurück heißt das"
Tumblr media
roten Faden folgen , besser bekannt für: "Soll ich halten und du kletterst drüber?" "Wie soll das denn gehen?" "Weiß ich nicht, aber ich halt dich einfach"
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
LKW-Stuntlizenz a.k.a "Punkt für Familie Heuferscheidt"
Für den anderen ein Outfit schneidern alias "Es funkt zwischen uns" oder auch " 'n richtig kleines Nähmäuschen, du" bzw. "Du hast `ne geile Naht" "Das ist lieb von dir"
Tumblr media
und natürlich:
Unerkannt S-Bahn fahren alias "Fanfiktion"
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
97 notes · View notes
hommella · 1 year
Text
Man muss zwischen „Disziplin“ und „sich selbst bestrafen“ unterscheiden. Nach Außen hin kann man oft kaum ein Unterschied erkennen, es findet im Inneren statt.
- Hommella
35 notes · View notes
handwerkstatt · 8 months
Text
Herbst (2012)
Es war schön diese Illusion zu glauben ich könnte wenn ich wollte
Dabei schien der Anfang so leicht beflügelt mit Phantasien geerdet mit alten Erkenntnissen beruhigend zogen die Wolken wie immer der Lauf der Sonne mahnte nicht der Wind im Haar rüttelte nicht den Verstand
Es war nebensächlich Unterschiede schienen federleicht flogen dahin unerkannt Die Augen beschattet vom Jetzt sahen das Licht rosafarben der Himmel schien wolkenlos
Es war leicht das Denken lag schlafend im weichen Bett der Gefühle die Illusion sprach beruhigend das Herz hatte sich geöffnet
Doch da schleichend der Wind frischt auf dringt in Ohren und Mund zerstäubt das Wollen die Wolken dunkel haben Kanten und Schnitte das Licht wechselt die Schatten werden länger
Die Illusion zittert taumelt verwirrt die Erde verdaut die alten Erkenntnisse der Humus dampft laut sind plötzlich die Gedanken die Ohren vom Wind gereinigt sehen die Worte klarer die Augen unbeschattet hören jeden Blick das Herz zieht sich wieder zusammen der Winter hält Einzug
Raschelnd wirbeln die Gefühle umher davon wie Herbstlaub bedecken die blanken Wurzeln verpacken das wunde Herz
Es ist ein Wiederkehren der Stille das Erkennen ohne Wollen durchzogen mit feinen Rissen der Unsicherheit hoch oben steht wieder die Logik händereibend die Gefühle als Podest nutzend das Herz leckt seine Wunden der Wanderheiler noch in weiter Ferne Es schneit
9 notes · View notes
the-witchy-kantorka · 9 months
Text
Tumblr media
Und mir sprießen Rabenfedern Und so flieg' ich unerkannt Über Grenzen in das Leben Wie der Wind schnell übers Land
ASP - Krabat
11 notes · View notes
perfektunperfekte · 3 months
Text
Zu viele Gedanken kreisen meilenweit, meterlang durch meinen Kopf. Bange Gedanken, die dann und wann, Platz für fröhliche Belange machen. Um dann, durch und durchdringend, wieder Schaden zu bringen, durch ihre Fähigkeit gewittergleich nach unten zu strudeln. Gedanken werden zuerst in den Neuronen gemacht, die das Gehirn ausmachen. In den guten, wie in den schlechten Sachen. Neuronen die die Gedanken auf eine Bootsreise schicken. Von Hirn richtung Herz. Im Dunkel der Nacht, unbewacht, unerkannt und unbedacht. Das Boot ist gut gerüstet, gegen heiße Herzenswellen. Und doch, schafft es sich hinein. Und dort, tief in den Kammern deines Seins, zieht dein Herz es strudelgleich, in seine heißen Tiefen ein. Kämpft mit den Wellen, kämpft mit dem Sog. Kämpft an allen Fronten, der Kapitän am Bug. Des Schiffes. Doch hat die Kontrolle verloren. Und während die Gedanken, kommen zu anderen Ohren. Schaffen sie sich, bewusstseinslos. In deine Seele, der Kontrolle Tod.
5 notes · View notes
Text
Eine kleine Melodie
Eine kleine Melodie, ein unscheinbares Nebenmotiv
konnte eine nie gekannte Helligkeit in ihrer Seele wecken.
Ein einzelner Klang konnte eine unerkannte,
verborgene Ader von Glück in ihr anschlagen ...
(Bernhard Kellermann)
8 notes · View notes
mistofstars · 1 year
Video
youtube
PREVIEW: Unerkannt Möbel verkaufen | Joko & Klaas gegen ProSieben
Jaaaa <3 das klingt super 😍👌🥰
8 notes · View notes