Há em ti a fadiga de uma asa muito tempo tensa.
Dulce María Loynaz
In: Jardim de outono (2020)
26 notes
·
View notes
• Dulce María Loynaz - Jardim de Outono
15 notes
·
View notes
Passaporto rinnovato e visto fatto. La partenza si avvicina e, come al solito, cerco un padrino per il viaggio, uno scrittore che mi racconti la cultura che andrò a visitare. A Praga è stato Kafka, a New York Woody Allen… Per Cuba ho preferito un approccio diverso e, non avendo mai letto il capolavoro di Hemingway, ho deciso di leggere “Il vecchio e il mare” per cercare di penetrare la cultura cubana attraverso uno dei testi più appassionati (e veri) che la riguardano. Mi interessa soprattutto il punto di vista di un non-cubano profondamente invaghito dell’isola caraibica, forse perché sento di avere in comune con lui la spinta che mi sta portando lì.
La storia del vecchio pescatore che lotta contro le innumerevoli avversità senza mai arrendersi, non è solo un ritratto dell’indole tenace e coraggiosa del popolo cubano, ma è anche un incoraggiamento a non darsi mai per vinti e combattere fino alla fine con dignità e rispetto verso l’avversario e verso ciò che il destino ci riserva.
A me ha dato coraggio per affrontare questo viaggio che un po’ mi spaventa. I piovaschi improvvisi della stagione invernale, l’isolamento dal luccichio dell’Occidente, la povertà sempre più accentuata, il non aver mai posseduto il dono della contrattazione, l’essere sola dall’altra parte del mondo in una cultura tanto diversa… Ora so che quello che succederà, succederà per un motivo, anche solo perché io l’ho scelto, e il pescatore sarà con me a proteggermi e infondermi coraggio e poesia. Come quella del racconto di Hemingway, bellissimo…
4 notes
·
View notes
Cavalli davanti al mare di Nancy Morejòn
Nancy Morejón (L’Avana, 7 agosto 1944), poetessa, drammaturga, saggista e traduttrice cubana. Nazionalista, la sua opera tratta la mitologia della nazione cubana e la mescolanza razziale, la schiavitù e un moderato femminismo.
La poesia è un atto di fede, un atto da cui partire per realizzare un sogno e credere che un mondo migliore sia possibile.NANCY MOREJÓN, La Jiribilla, 17 settembre…
View On WordPress
0 notes
L’Iic di Londra celebra la prima traduzione inglese de La rabbia di Pasolini
Di Simone Platania
@ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND
Il 16 gennaio l’Iic di Londra celebra la prima traduzione inglese de La rabbia di Pasolini in una nuova edizione di Tenement Press, a cura di Cristina Viti.
L’Iic di Londra celebra la prima traduzione inglese de La rabbia di Pasolini
“Perché la nostra vita è dominata dal malcontento, dall'angoscia, dalla paura della guerra, dalla guerra? Per rispondere a questa domanda ho scritto La rabbia, non seguendo un filo cronologico e forse nemmeno logico, ma solo le mie ragioni politiche e il mio senso poetico.”
Così parlava riguardo la sua opera Pier Paolo Pasolini. Scrittore, regista, poeta, nonché tra i più importanti e influenti pensatori del ‘900; i suoi lavori, ad oggi, sono stati tradotti in tutto il mondo. Ma ne mancava uno all’appello. Per questo, il 16 gennaio l’Iic di Londra celebra la prima traduzione inglese de La rabbia di Pasolini in una nuova edizione di Tenement Press, a cura di Cristina Viti. L’evento è atteso alle ore 18.30 presso Belgrave Square. All’Istituto Italiano di Cultura ad attendere gli ospiti la traduttrice Cristina Viti per una serata di letture e talks riguardo la traduzione e l’opera di Pasolini. L’ingresso è gratuito e prenotabile qui.
L’opera e la traduttrice: La rabbia-Anger
La rabbia di Pasolini nasce in risposta alla richiesta del produttore Gastone Ferranti di commentare una serie di articoli di cinegiornale. Il film fu prodotto attraverso il montaggio di materiale di repertorio, materiali reperiti in altri archivi riguardanti la storia di diversi Paesi, nonché fotografie da libri d'arte e da rotocalchi. L'opera analizza, in modo fortemente critico e polemico, i fenomeni e i conflitti sociali e politici del mondo contemporaneo. Ne La rabbia (1963), il focus di Pasolini spazia dalla repressione sovietica in Ungheria alla rivoluzione cubana. L'esplorazione spaziale, la prigionia politica in Algeria e la liberazione delle ex colonie europee. Tra i temi toccati anche l’elezione di Papa Giovanni XXIII. Inoltre la morte di Marilyn Monroe si impone come idea in questa marea di riflessioni. La traduzione di Cristina Viti è la prima in inglese riguardante la prosa e poetica di Pasolini ne La rabbia. Il testo tradotto mette in luce l'intreccio di prosa e poesia e la vitalità pasoliniana. ...
Continua a leggere su www.
Read the full article
1 note
·
View note
Sobre ELA
A Lana é um grande compilado de referências, ela, como todos dizem, consolidou uma mitologia própria complexa e cheia de ramificações dentro do teatro, do cinema, da história, da literatura, da música, ela colheu todos os frutos que podia de uma mentalidade produzida através de séculos de IMPERIALISMO, tudo tem significado. As cores que ela usa nos clips, o tom orgânico que ecoa por toda a carreira dela transmitindo o ar nômade da alma dela, tudo isso é pra atrair tanto quem vê a beleza estética e melódica vintage, quanto pra quem sente na pele cada milésimo da música, pra quem vê nas entrelinhas todos os romancistas, todos os traumas e experiências, toda a desesperança da poesia russa e a inconsequência dos jovens americanos da woodstock, todo o american way of life construído através de hollywood e o espírito revolucionário que ascende nos EUA com a revolução cubana, que é representada nos trechos em espanhol que ela CONSTANTEMENTE usa nas músicas, o jeito que ela crítica NY e abraça a diversidade da costa oeste que é a parte dos EUA com mais imigrantes e onde ascende a cultura do hiphop. Todos esses são detalhes que juntos, levam a lana a ser uma pessoa desprendida do mundo ordinário, ela vive e respira a cultura, ela é a síntese das aspirações artísticas que a influenciaram, e quando ela fala sobre fazer a própria vida uma arte, ela fala sobre ter transformado a si mesma num conceito, ter talvez não criado, mas finalmente organizado algo que sirva de alegoria pra todos que compartilham da mesma mentalidade que ela, algo que EXPLIQUE ou pelo menos torne essa confusão algo palpável, pra que a gente possa mostrar pros outros e dizer "é isso o que eu sinto". Existem dois tipos de fãs da lana, os que amam a arte dela, e os que SÃO a arte dela.
0 notes
Alba de Céspedes
https://www.unadonnalgiorno.it/alba-de-cespedes/
Alba de Céspedes nella sua vita è stata tante cose, partigiana, scrittrice, poeta e autrice di testi per il cinema e il teatro. Ha scritto anche programmi per la radio e la televisione.
Importante protagonista della letteratura del Novecento, è stata autrice e intellettuale a tutto tondo.
Nata a Roma l’11 marzo 1911, il suo nome completo era Alba Carla Lauritai de Céspedes y Bertini.
Sua madre era italiana e suo padre l’ambasciatore di Cuba in Italia, poi divenuto presidente del paese per breve tempo. Il nonno paterno, ucciso dai militari colonialisti spagnoli nel 1874, era stato il “primo presidente in armi” dell’isola caraibica.
Crebbe bilingue in una famiglia benestante, progressista e antifascista. Si sposò per la prima volta a soli 15 anni, con un nobile romano da cui ebbe un figlio, nel 1928.
Ha pubblicato pubblicò la prima raccolta di racconti brevi, nel 1935, a 24 anni, L’anima degli altri. Dopo vari libri di poesia è arrivato il suo primo romanzo, Nessuno torna indietro nel 1938, pubblicato da Arnoldo Mondadori, suo caro amico, che più volte l’ha sostenuta e tutelata, ad esempio, quando il regime fascista voleva censurare il suo libro e chiese il ritiro perché la protagonista era una donna scaltra, autonoma, diversa dall’immagine della donna proposta dal regime fascista. Il libro, invece, nonostante le difficoltà, divenne un best seller internazionale.
Durante la seconda guerra mondiale, nel 1943, a Bari, partecipò alla Resistenza attraverso la radio con lo pseudonimo Clorinda.
L’anno successivo ha fondato la rivista letteraria Mercurio, a cui collaborarono tutte le figure più interessanti del mondo letterario.
Con Italo Calvino, italo-cubano come lei, progettò iniziative a favore della Cuba socialista.
Dopo la chiusura della rivista Mercurio, ha tenuto la rubrica Dalla parte di lei per il settimanale Epoca e collaborato con La Stampa, anche se la sua principale occupazione restava la scrittura e la poesia.
Dai suoi libri sono stati tratti vari film e riduzioni teatrali.
Il suo ultimo racconto autobiografico, pubblicato nel 2012, è stato Con grande amore, dedicato a Fidel Castro e alla Rivoluzione Cubana.
È morta a Parigi il 14 novembre 1997, aveva 86 anni.
Donna di rara tenacia e scrittrice riluttante a farsi incasellare in schemi prefissati, si è contraddistinta per la qualità letteraria dei suoi scritti e, soprattutto, per l’impegno politico e l‘insopprimibile esigenza di libertà e giustizia.
Fin dai primi scritti le analisi di Alba De Céspedes si dirigono verso le quattro mura familiari, in cui la donna, ancora negli anni trenta-quaranta, vive una vita domestica amara. Un’attenzione critica verso un mondo di affetti e di soggezione.
La rassegnazione si tramuta in ribellione nel romanzo Dalla parte di lei, in cui la cui protagonista uccide il marito.
Da un’iniziale scrittura autobiografica e un certo romanticismo che avviene nel ricordo e nelle descrizioni dei rapporti di coppia, si è sempre più liberata raggiungendo una coscienza femminile di conquista dell’identità.
Dal 2002 a Cuba è stato istituito il Premio Letterario Alba de Céspedes, promosso dall’Ambasciata Italiana.
Nel 2011, centenario della sua nascita è stata pubblicata la sua biografia.
Ha donato le sue carte e documenti, testimonianza dell’appassionata e raffinata scrittura che si interrogava sul senso della storia e degli eventi, agli Archivi Riuniti delle Donne di Milano.
0 notes
Dulce María Loynaz Muñoz (La Habana, Cuba; 10 de diciembre de 1902-Ibidem; 27 de abril de 1997) fue una escritora cubana, considerada una de las principales figuras de la literatura cubana y universal. Obtuvo el Premio Miguel de Cervantes en 1992. #Cuba #Loynaz #literatura #poesia (at Cuba) https://www.instagram.com/p/CffqAPiKCTn/?igshid=NGJjMDIxMWI=
1 note
·
View note
La isla en peso de Virgilio Piñera.
The Weight of the Island by Virgilio Piñera
Selected lines / Versos seleccionados
La maldita circunstancia del agua por todas partes me obliga a sentarme en la mesa del café). Si yo no pensara que el agua me rodea como un cáncer, habría podido dormir a pierna suelta).
The damned circumstance of the all over water forces me to sit at the café’s table. If I could avoid thinking that the water surrounds me like a cancer, I would’ve soundly slept.
La eterna miseria que es el acto de recordar. Si tú pudieras formar de nuevo aquellas combinaciones devolviéndome el país sin el agua yo me la bebería toda para escupir el cielo).
The eternal misery that is the act of rememberance. If you could again form those combinations returning me the country without water I will have drank it all to spit out the sky.
Hay que saltar del lecho y buscar la vena mayor del mar para desangrarlo.
We must jump from the (river)bed and bloodempty the sea’s greatest vein.
Un pueblo desciende resuelto en enormes postas de abono, sientiéndo como el agua le rodea por todas partes, siempre más abajo, más abajo, de cabeza, y el mar picando a su espaldas [...] Siempre más abajo hasta saber el peso de su isla, el peso de la isla en el amor de un pueblo.
The people descend resolute [...], feeling how the water surrounds them all over, always below, always below, headlong and with the sea stinging at their backs [...] Always below until they know the weight of their island, the weight of the island in the heart of the people.
14 notes
·
View notes
Dulce Apocalipsis y otros poemas.
En el primer número de Insularis Magazine, revista de Literatura, Arte y Pensamiento.
POESÍA MARGARITA GARCÍA ALONSO
#literaturacubana #cuba #poemas
2 notes
·
View notes
Não te nomeio; mas estás em mim como a música na garganta do rouxinol mesmo quando não canta.
Dulce María Loynaz
In: Jardim de outono (2020)
16 notes
·
View notes
Per me scrivere una poesia è come scattare una fotografia. Lascia il segno, soprattutto se scatti al momento giusto.
Georgina Herrera, The Collegian, 6 marzo 2016
85 notes
·
View notes
Todo es hermoso y constante,
Todo es música y razón,
Y todo, como el diamante,
Antes que luz es carbón.
— José Martí, from “Versos Sencillos” (1891)
3 notes
·
View notes
(Roberto Fernández Retamar y Julio Cortázar - Roberto Fernández Retamar, Mariano Rodriguez y Mario Benedetti - Roberto Fernández Retamar y Roque Dalton)
“Entre los blancos a quienes, cuando son casi polares, se les ve
circular la sangre por los ojos, debajo del pelo pajizo,
Y los negros nocturnos, azules a veces, escogidos y purificados a través
de pruebas horribles, de modo que sólo los mejores sobrevivieron y
son la única raza realmente superior del planeta;
Entre los que sobresaltaba la bomba que primero había hecho
parpadear a la lámpara y remataba en un joven colgando del poste de
la esquina,
Y los que aprenden a vivir con el canto marchando vamos hacia un ideal,
y deletrean Camilo (quizá más joven que nosotros) como nosotros
Ignacio Agramonte (tan viejo ya como los egipcios cuando fuimos a
las primeras aulas);
Entre los que tuvieron que esperar, sudándoles las manos, por un trabajo,
por cualquier trabajo,
Y los que pueden escoger y rechazar trabajos sin humillarse, sin mentir,
sin callar, y hay trabajos que nadie quiere hacerlos ya por dinero, y
tienen que ir (tenemos que ir) los trabajadores voluntarios para que
el país siga viviendo;
Entre las salpicadas flojeras, las negaciones de San Pedro, de casi todos
los días en casi todas las calles,
Y el heroísmo de quienes han esparcido sus nombres por escuelas,
granjas, comités de defensa, fábricas, etcétera;
Entre una clase a la que no pertenecimos, porque no podíamos ir a sus
colegios ni llegamos a creer en sus dioses,
Ni mandamos en sus oficinas ni vivimos en sus casas ni bailamos en sus
salones ni nos bañamos en sus playas ni hicimos juntos el amor ni nos
saludamos,
Y otra clase en la cual pedimos un lugar, pero no tenemos del todo sus
memorias ni tenemos del todo las mismas humillaciones,
Y que señala con sus manos encallecidas, hinchadas, para siempre
deformes,
A nuestras manos que alisó el papel o trastearon los números;
Entre el atormentado descubrimiento del placer,
La gloria eléctrica de los cuerpos y la pena, el temor de hacerlo mal, de
ir a hacerlo mal,
Y la plenitud de la belleza y la gracia, la posesión hermosa de una mujer
por un hombre, de una muchacha por un muchacho,
Escogidos uno a la otra como frutas, como verdades en la luz;
Entre el insomnio masticado por el reloj de la pared,
La mano que no puede firmar el acta de examen o llevarse la maldita
cuchara de sopa a la boca,
El miedo al miedo, las lágrimas de la rabia sorda e impotente,
Y el júbilo del que recibe en el cuerpo la fatiga trabajadora del día y el
reposo justiciero de la noche,
Del que levanta sin pensarlo herramientas y armas, y también un cuerpo
querido que tiembla de ilusión;
Entre creer un montón de cosas, de la tierra, del cielo y del infierno,
Y no creer absolutamente nada, ni siquiera que el incrédulo existe de
veras;
Entre la certidumbre de que todo es una gran trampa, una broma
descomunal, y qué demonios estamos haciendo aquí, y qué es aquí,
Y la esperanza de que las cosas pueden ser diferentes, deben ser
diferentes, serán diferentes;
Entre lo que no queremos ser más y hubiéramos preferido no ser, y lo
que todavía querríamos ser,
Y lo que queremos, lo que esperamos llegar a ser un día, si tenemos
tiempo y corazón y entrañas;
Entre algún guapo de barrio, Roenervio por ejemplo, que podía más que
uno, qué coño,
Y José Martí, que exaltaba y avergonzaba, brillando como una estrella;
Entre el pasado en el que, evidentemente, no habíamos estado, y por
eso era pasado,
Y el porvenir en el que tampoco íbamos a estar, y por eso era porvenir,
Aunque nosotros fuéramos el pasado y el porvenir, que sin nosotros no
existirían.
Y, desde luego, no queremos (y bien sabemos que no recibiremos)
piedad ni perdón ni conmiseración,
Quizá ni siquiera comprensión, de los hombres mejores que vendrán
luego, que deben venir luego: la historia no es para eso,
Sino para vivirla cada quien del todo, sin resquicios si es posible
(Con amor sí, porque es probable que sea lo único verdadero).
Y los muertos estarán muertos, con sus ropas, sus libros, sus
conversaciones, sus sueños, sus dolores, sus suspiros, sus grandezas,
sus pequeñeces.
Y porque también nosotros hemos sido la historia, y también hemos
construido alegría, hermosura y verdad, y hemos asistido a la luz, como
hoy formamos parte del presente.
Y porque después de todo, compañeros, quién sabe
Si sólo los muertos no son hombres de transición.”
“Usted tenía razón, Tallet: somos hombres de transición”, Roberto Fernández Retamar
11 notes
·
View notes
Infidel
.
.
.
Il semblerait que le
Cuba Libre soit en vogue
en ce moment.
Hasta la libertad, siempre !
Et en attendant,
santé.
.
.
.
3 notes
·
View notes
Ahora que ya te fuiste, te diré que te quiero.
Ahora que no me oyes, ya no debo callar.
Tú seguirás tu vida y olvidarás primero...
Y yo aquí, recordándote, a la orilla del mar.
Hay un amor tranquilo que dura hasta la muerte,
y un amor tempestuoso que no puede durar.
Acaso aquella noche no quise retenerte...
y ahora estoy recordándote a la orilla del mar.
Tú, que nunca supiste lo que yo te quería,
quizás entre otros brazos lograrás olvidar...
Tal vez mires a otro, igual que a mí aquel día...
Y yo aquí, recordándote, a la orilla del mar.
El rumor de mi sangre va cantando tu nombre,
y el viento de la noche lo repite al pasar.
Quizás en este instante tú besas a otro hombre...
Y yo aquí, recordándote, a la orilla del mar...
Y yo aquí, recordándote, a la orilla del mar.
José Ángel Buesa
12 notes
·
View notes