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#movimento emancipazione poesia
im-vins3 · 5 months
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Franco Arminio - L'infinito senza farci caso
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fragilityisavirtue · 2 months
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Quando saremo di nuovo in grado.
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simonvictormoody · 9 months
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Avvertenze: scritto da ubriaco e senza correzioni
10 Riflessi
Ho iniziato a scrivere dopo la seconda birra con whiskey ammaliato dal riflesso delle luci al neon e delle stronzate dette dalla gente che mi circonda, che rievoca vecchi eventi passati come la maturità del liceo oramai superata da 10 anni. Preferire non aver mai parlato con questi tizi qualche anno fa, per fortuna mia se ne sono andati, magari per il barista no. Ma chi cazzo se ne frega del resto? Da solo senza puttana si sopravvive così. Oramai le poesie non servono per scopare, sono troppo difficili per la maggior parte delle menti femminili. Amano il banale e il momentaneo. L’effimero. La merda che viviamo. Non si spingono oltre al perché del mondo, e quando le conosco questo genere di donne che potrebbero interessarmi si decidono di scopare uomini mediocri senza cervello. Ma lo accetto, devo farlo per la debolezza dell’essere umano. Quanto vorrei godere ora di un orgasmo sia fisico che mentale come scrissi in qualche pensiero prima.
Donne bellissime accompagnate da uomini discutibili, mediocri nel vestire e nel parlare. Li sento. Potrei batterli con una citazione colta, ma se queste donne preferiscono uscire con loro o dare corda vuol dire che non sono quella figa intellettuale che cerco. E pensare che tutto questo sta nascendo mentre leggevo Bukowski e ho visto una lampadina al neon riflessa sullo schermo del mio telefono. Purtroppo non mi sono portato dietro il libro altrimenti avrei preferito il profumo della carta alla sterilità dell’elettricità. Sterilità, parliamone… non ho mai visto una donna negarsi ad un vibratore. Diciamo che quando fa comodo la modernità piace, assai. Forse dovrei provare anche io?
La birra con il whiskey, la seconda, non l’ho finita ma mi sento già “partito” nel mondo della lettura e della scrittura che sembra che non abbia voglia di finirla. Mi mancavano queste serate dove la mente vaga così velocemente che le dita difficilmente stanno dietro. Bevo
Alcol
Umilio ogni giorno la mia esistenza
Umilio il mio essere
Sottomesso alla vita.
Sottomesso alla realtà.
Vivo la morte ogni giorno.
Vomito nel lavandino e scommetto sulle partite.
Perdo. Vinco.
Godo l’attimo.
Il negroni, l’amaro e la puttana mi accompagnano nella serata.
Cadono bicchieri.
Si rompono vetri come le nostre convinzioni.
Siamo ubriachi di vita,
Siamo ubriachi di morte.
Siamo ubriachi e veri.
Voglio morire con il cazzo dritto dentro una prostitua di basso profilo.
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anachroniquex · 1 year
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José Saramago
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lsalvatore54 · 2 years
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rabbia e rancore per colazione
ti dico che mi manchi
ma ormai ci fai una collezione
nascosta in romanzi e serie tv
vedo sempre noi come in un deja vu
delusioni e disillusioni stampati addosso
mi dici smettila di credere ma non posso
ho il cuore troppo vivo che ha paura
inseguimi ti prego in questa altura
gettiamo tutti i nostri sogni
e fammi essere quotidianità dei tuoi giorni
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Τάρας
La sottile polvere che si posa sul mio petto,
gli ultimi battiti dentro il mio letto
@some-times-ihate-you
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gianlucabisso · 1 year
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Manrico Murzi ha scritto la prefazione "Un sentimento azzurro" per la mia plaquette"Libro Blu" (3/11/2020) e la postfazione della seconda edizione de "L'infinita vanità del tutto" (15/06/2022, prima edizione 27/03/2019).
Manrico Murzi è stato allievo e assistente universitario di Giuseppe Ungaretti; è autore di numerosi libri tra cui «Si va a Simboli», (Rebellato, 1979), con la prefazione di Gianni Toti, «Di Porto in Porto», con la prefazione di Elio Filippo Accrocca (Biblioteca Cominiana, 1996), «Le mosche di Omero» (Raffaelli, 2020), con la prefazione di Francesco D'Episcopo.
Ha tradotto «I Doni di Alcippe» di Marguerite Yourcenar (Bompiani, 1987) e «Il rione dei ragazzi» del premio Nobel Nagib Mahfuz (Marietti, 1992 e Tullio Pironti, 2001). Suo è il saggio che chiude "I poemi provenzali" del premio Nobel Saint John Perse (Crocetti, 2016).
Nelle foto Manrico Murzi in compagnia di Marguerite Yourcenar e di Nagib Mahfuz
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aitan · 3 months
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"Pithecanthropus Erectus" fu registrato in questo giorno 68 anni fa, il 30 gennaio 1956, presso gli Audio-Video Studios di New York City.
Di seguito una parte delle note di copertina dell'album epinimo che ho provato a tradurre dall'inglese barocco del suo immenso autore, Charles Mingus.
“Questa composizione è in effetti una poesia sonora jazz, perché rappresenta musicalmente la mia concezione del corrispettivo moderno del primo uomo a stare eretto – quanto era orgoglioso di essere il "primo" a elevarsi dalle quattro zampe, picchiandosi il petto e proclamando la sua superiorità sugli animali ancora in posizione prona!
Sopraffatto dall'autostima, esce a governare il mondo, se non addirittura l'universo, ma sia il suo fallimento nel comprendere l'inevitabile emancipazione di coloro che cercava di schiavizzare, sia la sua avidità basata su delle false sicurezze, gli negano il diritto di essere veramente un uomo e alla fine lo distruggono completamente. Fondamentalmente, la composizione può essere suddivisa in quattro movimenti: (1) evoluzione, (2) complesso di superiorità, (3) declino e (4) distruzione.
I primi tre movimenti sono suonati dal gruppo in una forma ABAC, con l'alto e il tenore che descrivono insieme il secondo movimento; poi ogni solista ripete questa forma, raccontando la storia a modo suo. Dopo il solo dell'alto, il gruppo suona di nuovo la forma originale, tranne il fatto che il terzo movimento si sviluppa ora in quello che ho chiamato il quarto movimento. L'ultimo movimento si basa sul terzo, ma aumenta di velocità e intensità e raggiunge un climax definitivo, indicando la distruzione finale nel modo in cui un organismo moribondo ha un'ultima frenetica esplosione prima di esalare il suo ultimo respiro.”
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carmenvicinanza · 1 year
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Sonia Sanchez
https://www.unadonnalgiorno.it/sonia-sanchez/
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Sonia Sanchez poeta, scrittrice e accademica femminista pluripremiata, è un’importante protagonista del Black Arts Movement, nato per il rinnovamento della volontà, dell’intuizione, dell’energia e della consapevolezza delle persone nere.
Ha scritto molti libri di poesie, testi teatrali e libri per l’infanzia e pubblicato saggi in storiche riviste come The Liberator, Negro Digest e Black Dialogue.
È conosciuta per la sua innovativa fusione di generi musicali, come il blues e il jazz, con forme poetiche tradizionali come haiku e tanka che utilizzano lo slang della comunità nera e una punteggiatura e ortografia sperimentale.
Attivista militante sin dagli anni sessanta, ha scritto di identità, razza, femminismo, amore, degrado, AIDS, dolore, emancipazione, orgoglio, cambiamento e senso comunitario.
Nata a Birmingham, Alabama, il 9 settembre 1934 col nome di Wilsonia Benita Driver, perse sua quando aveva solo un anno. Era stata, per questo, mandata a vivere con la nonna paterna, morta, anch’ella, quando aveva sei anni. Il trauma le fece sviluppare una balbuzie che la rendeva molto introversa, portandola a leggere molto e prestare molta attenzione al linguaggio e ai suoi suoni.
Nel 1943 si è trasferita ad Harlem per vivere con il padre, la sorella e la terza moglie del padre.
Col tempo ha imparato a gestire la balbuzie e trovare la sua voce poetica, nei corsi di scrittura creativa mentre frequentava l’Hunter College, dove si è laureata, nel 1955, in Scienze Politiche.  
Ha completato il percorso post-laurea alla New York University e studiato poesia con Louise Bogan. In quel periodo ha formato un laboratorio di scrittori e scrittrici nel Greenwich Village chiamato Broadside Quartet.
Quando faceva parte del CORE (Congress of Racial Equality), ha incontrato Malcolm X.
Tra le pioniere del femminismo nero, ha iniziato a scrivere drammaturgie teatrali negli anni ’60. Le forti protagoniste delle sue opere sfidavano lo spirito patriarcale del movimento.
Per un periodo, all’inizio degli anni settanta, ha fatto parte della Nation of Islam, che ha poi lasciato per la conflittuale visione sui diritti delle donne.
Ha tenuto il cognome Sanchez dal suo primo matrimonio, anche se poi ha sposato il poeta Etheridge Knight. L’esperienza della maternità, ha una figlia e due figli, ha influenzato la sua poesia negli anni settanta.
Ha scritto molte opere teatrali e libri che raccontano le lotte e le vite dell’America nera e curato le due antologie We Be Word Sorcerers: 25 Stories by Black Americans e 360° of Blackness Coming at You.
Sonia Sanchez ha insegnato in otto università e tenuto lezioni in oltre 500 campus in tutti gli Stati Uniti, tra cui la Howard University. Ha sostenuto l’introduzione di un corso di studi sulla comunità e sull’arte nera in California.
È stata la prima, in tutti gli Stati Uniti, a tenere un corso universitario di letteratura femminile afroamericana e a ricoprire la carica di Presidential Fellow alla Temple University, dove ha iniziato a lavorare nel 1977 e terminato nel 1999, quando è andata in pensione. Attualmente è poeta residente dell’ateneo.
Ha utilizzato i Black Studies come una nuova piattaforma per lo studio della razza e una sfida ai pregiudizi istituzionali delle università americane, prevalentemente frequentate da persone bianche.
Ha fatto parte di importanti organizzazioni femministe per i diritti umani.
Nel 2012 è stata la prima poeta laureata di Filadelfia.
Nel 2015 è uscito, BaddDDD Sonia Sanchez, documentario sul suo lavoro e sull’influenza che ha avuto nella storia della cultura, che è stato proiettato in molti festival internazionali.
È tra le venti donne afroamericane che fanno parte di Freedom’s Sisters, mostra itinerante voluta dal Cincinnati Museum Center e dalla Smithsonian Institution.
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im-vins3 · 8 months
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Franco Arminio - L'infinito senza farci caso
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fragilityisavirtue · 1 year
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Infinitarlo...
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simonvictormoody · 9 months
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Avvertenze: scritto da ubriaco, mai riletto
9 Tra alcol e alieni
L’indecisione se scrivere o meno è forte. Mi ero promesso di restare lontano dal telefono, moderna carta e penna, però i pensi continuano a richiamarsi per via dell’alcol. Prima mi chiedevo come si chiamasse il barman, poi mi sono ricordato una citazione di Shakespeare che “una rosa avrebbe lo stesso profumo anche se si chiamasse con un nome diverso”, quindi l’effimeratezza del nome. A questo ho collegato anche l’accademia di Lagado de “I viaggi di Gulliver” dove le parole risultano talmente superflue che gli scienziati portano dietro dei carretti carichi di robe da mostrare. Ricordi del liceo di 10 anni fa. Quanto siano attendibili non so, ma concettualmente li capisco. Quando il nome diventa solo una convenzione sociale, non esiste… alla fine sono solo suoni, al limite della teoria delle stringhe: una vibrazione che in qualche modo dà significato alla realtà, forse anche esistenza. Non so, questioni fuori dal mio campo di studi ma che mi affascinano. Forse un giorno saprò fregarmene di tutto e studiare tutto quello che voglio, quando la malattia e la sonnolenza se ne andranno. Spero presto. Ho sempre vissuto per il sapere e già dalle elementari volevo essere uno scienziato, nel senso più largo del termine. Come un Leonardo. Volevo sapere di tutto un po’ per non aver problemi a destreggiarmi tra i problemi, a danzare tra la conoscenza collegando tutto a tutto. Già, come se fosse una teoria del tutto ma non solo della fisica, anche della biologia, medicina, matematica, informatica, arte ecc… Se avessi tale concezione molto probabilmente sarei indistinguibile da un Dio. Del resto una specie superiore alla nostra con tale conoscenza come potremmo pensarla come aliena e non come divinità? Alla nostra visione sarebbe tutti esseri soprannaturali. Alla fine questa è la visione delle civiltà cosmiche, mi fermo perché tra il paradosso di Fermi, le simulazioni, la teoria delle civiltà non mi ricordo molto e non vorrei commettere altri errori.
Piccolo stacco derivato da conversazioni sulle ragazze di oggi. Spesso è difficile trovare qualcuna che non sia solo carne, che abbia quell’elemento della passione mentale che quando la penetri non è solo con il cazzo ma le entri in mente. L’unione tra le menti, quando l’atto sessuale si compie ti estranei, derealizzi, depersonalizzi. Entri nella sua mente. Il corpo diventa solo come un tramite con data di scadenza. Io parlo del sesso, amore, riproduzione o qualsiasi altro termine associabile a due che scopano come una sintesi tra corpi. Un mito delle metà di Platone portato all’estremo. Ho sentito di alcune droghe che annullano il tuo io, qui sto parlando di un’azione naturale ma al tempo stesso innaturale data dal fatto che noi siamo esseri con coscienza e pensiero. Va bene, basta scopate che mi sembrano precluse. Posso andare ad escort, posso gustarmi la “carne” come un lupo gusta un agnello… ma dove sta il mio vero banchetto se non nella mente? Se non distruggere l’altra persona attraverso l’orgasmo, farla perdere da se stessa, di se stessa per far sì che sia parte di me e che diventi quasi maestro di vita? Mi chiedo spesso se questi pensieri siano comprensibili siccome sono flussi di coscienza, sgrammaticati, scorretti nella consecutio temporum… è inutile… mischio sesso ed erotismo alla grammatica e alla cultura. Non riesco a separarle.
Basta pensare, ma fa parte di me. Ho provato a scindermi tra animale ed umano ed ho fallito. Forse dovrei far imparare a convivere queste due nature e come Machiavelli usare sia leone che volpe. Ci proverò, magari è la soluzione.
Alieni noi? Io mi alieno da tutto questo. Che ho da perdere? Che ho da essere impopolare nel leggere un libro mentre bevo birra e whiskey come Bukowski in un pub? Nulla! Che ho da perdere nell’essere me stesso, la versione migliore o peggiore? Nulla! Sono già il nulla e non posso rischiare niente. Ho solo da guadagnare. Quindi domani, sabato, mi porto dietro un libro di Bukowski da leggere con il suo drink preferito. Va bene comunque. Magari sarai la scusa giusta che aspettavo da tempo per parlare con qualcuna. Ci sta. Sperimentiamo come ogni artista nei secoli. Mi ricordo quando non sapevamo che cazzo fosse la prospettiva nei quadri e l’abbiamo trovata.
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anachroniquex · 8 months
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Goethe
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a-differentmind · 2 years
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Io lo so che non sono solo.
Via Po,Torino.
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