Tumgik
#prendersi per il culo
scogito · 2 months
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Questa società insegna il pessimismo e manipola col pensiero positivo. È un gioco che appartiene alla stessa moneta, perciò non importa da quale lato cade, sarà sempre a tuo sfavore.
Il pessimismo perché ti fa vivere in autosabotaggio, con pensieri orrendi, un'emotività ancora più schifosa e profezie autoavveranti; il pensiero positivo perché entri in un loop di auto illusione, non affronti la verità, non ti fa sopportare più nessuna opposizione e finisci col diventare più debole di uno stelo di paglia.
Simile alla malattia e alle cure mediche create da chi in realtà ti vuole ammalato, il pensiero positivo è creato per fingere di guarire la tua negatività.
(Qui si intende l'uso improprio del pensiero positivo, che è diverso dalla capacità di saper tirare fuori da sé la parte migliore).
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unabashedladysalad · 1 year
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La mia personale idea di donna non è quella che svende il proprio culo o le proprie tette al migliore offerente, quello lo possono fare tutte. Una donna per me deve esser capace di intrigare con poco, un gesto, una parola, un modo di fare. Un qualcosa che la rende unica e speciale. Essere una donna, vuol dire esserlo a 360 gradi. Una donna sa anche essere “puttana” ma non con tutti ed è quello che la fà donna ed è per questo che lo è solo con il proprio uomo, perchè è con lui che non ha inibizioni di alcun tipo e nessun limite. Sa concedersi con i giusti tempi, sa provocare, sa essere la padrona del gioco, sa compiacere e lo sa fare con un solo uomo. Una donna sa come prendersi l’uomo che le piace e sa come tenerlo, perchè sa creare immaginazione e complicità. Una donna è per gli occhi di tutti e per le mani di un solo uomo che la fà femmina. La propria.
-Legami 
Fonte : iononsonounadea
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Ieri sera mi sono scopato Lucia.
- Ma dici sul serio?
- Siii! Era fuori, cioè fuorissima!
Cadeva da tutte le parti e continuava a dire che voleva andare a casa. Allora io le ho detto "guarda, qua c'è casa mia", e così è salita su.
- Cazzo che storia! Che culo! E… scopa bene o… Allora?
- Beh, era proprio fusa. Stamattina non si ricordava niente. Però oh... me la sono scopata tre volte. Cioè... Ho fatto quello che mi andava eh eh…
- E stamattina? Te la sei scopata ancora?
- Ma va! Quella se è lucida mica ci scopa con me.
Ma che gran figa… Oh, appena s'è svegliata, quando ha visto dov'era, è scappata via, moriva dalla vergogna!
- E le tette? Come sono?
- sta buono, che ho fatto le foto, era talmente andata che neanche se n'è accorta! Adesso te le mando…
- Manda! Manda! Che figata!
La maggior parte delle violenze non sono commesse da un tipo col passamontagna che aspetta dietro l'angolo.
Sono attuate da una persona conosciuta,
e in questo dialogo che ho appena descritto ci troviamo con tre protagonisti.
Un violentatore, una donna violentata e un complice.
E la cosa più strana di tutte è che di sicuro nessuno dei tre pensa che quello che è successo si chiama VIOLENZA, ma che sia un qualcosa accaduto ad una festa. Cose da "messi male", cose di una notte da sballo.
E la cosa più normale è che le persone che leggeranno questo penseranno che la colpa sia di Lucia, che non è stata in grado di prendersi cura di sé, di aver bevuto troppo.
Quando ho scritto queste cose i commenti non son tardati ad arrivare. Commenti in cui si scriveva che una ragazza non dovrebbe ubriacarsi, perché poi succede quel che succede.
Allora: immaginate che Lucia stanotte non beva. Si stanca della festa e decida di prendere un taxi che la lasci sotto casa e quando è al portone arriva un tipo, la butta dentro e la violenta. Ma se non beve e prende un taxi qualcuno dirà che Lucia non dovrebbe andare in giro a certe ore della notte.
Immaginate che neanche questo fa. Un pomeriggio esce a correre da sola in un parco. E uno la violenta. E ci sarà gente che dirà che doveva fare più attenzione. Non si esce a correre da sole.
Immaginatevi che non beve, non va in giro di notte, nemmeno esce a correre.
Ma ha un fidanzato, che una notte vuole scopare e lei no. Avete capito come va a finire.
Ehhhh… Allora qualcuno dirà che dovrebbe scegliere meglio i suoi fidanzati.
Il problema non è Lucia, quello che lei fa o smette di fare.
Il problema è il patriarcato.
Il problema è il maschilismo.
E finché tutti non avremo ben chiaro questo, non termineremo mai con questa cosa.
Lucia porta sulle spalle uno zaino pieno di colpe e vergogna: "Non dovevo bere tanto…
Mi fidavo di lui… La colpa è mia per non essere andata a casa prima… etc... etc"
Lucia ha bisogno che le dicano che la colpa di una violenza non è dell'alcool, ne di andare in giro sola, né di vestirsi in un modo o nell'altro, né di uscire la notte.
Lucia ha bisogno di avere chiaro che la colpa di una violenza è di colui che la commette e che lei è una donna LIBERA.
La società deve toglierle questo zaino e metterlo addosso a chi lo dovrebbe portare invece di caricarla come sempre, ancora di merda, che già abbastanza se ne porta addosso.
Dal web
Photo Daniele Deriu
#Noallaviolenza
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Il tuo corpo era caldo, per questo emetteva luce. La luce che emette il calore del corpo femminile quando vuole fare l’amore.
Questa luce tu la chiami passione, ma per me è solo luce.
Dopo che hai preso tutto di me, lasci una traccia come un’ aura.
Tu non crederai, ma questa aura è la tua anima.
Ok fai l’amore con l’anima, che non è per dire “passione” come quando si dice ci ha messo l’anima in questo o in quello. E’ la tua anima che cerca di raggiungere quella di un altro, la mia magari, attraverso l’uso del corpo.
Per quello baci. Il rapporto orale è il modo più ancestrale di conoscere il mondo, ed è così ancestrale che ti bagni, e lo sai, poi bevi e conservi e sei contenta, lo sai, quindi lo sai, lo intuisci nel profondo del tuo io che è ancestrale.
Quando neghi il rapporto tra corpo e anima, e poi tra anima e amore, il tuo sguardo si fa maliconico, pieno di ombre. Cupo.
Mi dici non facciamo l’amore, porca miseria?  E ti chini sul mio corpo, mi doni i tuoi seni che, accidenti,  dire che sono sensuali è dire poco. Li riempi del fiore della tua vita, sono sodi come meloni, e per quello devi dire grazie alla natura, e mi dai il resto.
Riprendi il corpo dell’anima, o meglio l’anima del corpo, con la bocca incerta. Ti adeschi ti addentri in zone sconosciute del nostro io.
Essendo l’anima uno spirito, subito se ne va. Quindi dopo 10 minuti ne vuoi ancora.
Allora ti allarghi, me la dai, entro nelle tue viscere e ancora mi dai il fiore della tua essenza come persona, anima ancora, e mi viene da ridere quando gli amici mi raccontano delle loro prestazioni sessuali, direi meschine e pessime se tu ascolti me, che sono alla fine sfoghi, sono schizzi di pollack sul muro delle sue pareti vaginali, è niente come l’aranciata Fanta in estate, ti lascia un senso che non ti sei dissetato e devo dissetarti di nuovo, è insoddisfazione è paura è vuoto, è cometa,  mentre l’amore è  invece conoscere il contenuto dell’altro e prendersi quella porzione ancestrale del suo io che non si esprime certo con la posizione sociale, o il cervello, o la cultura; è quello che sei senza orpelli, e quindi se il tuo corpo batte tamburi ignoti, se ballla al ritmo dell’amore intuitivo, se esprime profumi di zafferani, se il tuo seno rimbalza tanto è teso, la tua vagina si inonda e i tuoi cappelli si arricciano sul mio viso, è solo quel che sei e non quello che la società ti ha costruito sopra.
Quando invece arrivava Erika con la sua stance da modella perfetta, le sue pose da demì-bisessuale, che poi è solo timore di essere posseduta da qualcuno, mista a quella certezza di  non volere dare nulla di sè a nessuno, che poi è una anoressia dell’io, quella pura assenza di tutto che poi si fa vizio, fumo, canna, vino sballo e ironia, e paura di darsi, quello Erika non è dare l’anima ma refrigerarla per conservarla, per cosa  e chi? se non ci fai nulla io credo per la morte.
Che poi ti affascina. Quando me lo succhiavi, lo facevi per morire, non per dare.
Era il canto sotterraneo del desiderio di morte.
Eros e morte, il potere della vita nella tua gola si faceva potere del tuo culo di darsi, che poi è disagio alla fine nel tuo caso, o forse nel caso di tutti, perchè alla fine è quello per non volere dare altro, è bocca per non darla, è bisessualità perchè l’amore lesbo è non rimanere incinte,  è paura della violenza, perchè alla fine Erika, sei impaurita, sei terrorizzata dalla tua fragilità, sei sensibile e lo sai, e uccidi la tua intelligenza, mieti quello che sei con l’ironia, l’assenza, il sarcasmo,  ti umili ti dichiari non interessante, dici che non sei niente, e ti difendi con una maschera “del cazzo”, e ti fai un ennessimo tatuaggio, sulle gambe e sulle braccia sul monte di venere, poi ti siedi allo specchio ti fotografi a gambe aperte la figa, coperta dalla gonna, ma conta il simbolo prima del segno, anche se coperta ,quello è quello che è, e quello che fotografi, e il corpo segnato da mille colori, la posizione sgraziata che dicono questo, sono un bambino e puzzo, mi odi perchè puzzo e puzzo perchè ti odio, ed è tutta una finzione una maschera, odi solo essere una persona perchè le persone sono fragili e tu sei fragile e ogni fragilità incide la tua anima, lascia un segno una cicatrice che non si vede, e quindi tu la abbellisci, la rovesci la situazione offendendo il nemico con un tatuaggio alla mahori, tiri fuori la lingua come i guerrieri Inca per spregio, sprezzo, rumore e per incutere paura, ma è tutto così infantile.
Alla fine sei solo te. E quello non  puoi difenderlo.
E neanche io posso difendermi, Erika.
Mentre lei quando invece si siede vicino a me e si adagia lentamente sul mio corpo e riempie il corpo mio con la sua anima, e mi chiede l’anima indietro anche se io sono più impaurito di un serpente freddo, onestamente, e lei si ciba ma degli spiriti interiori, e il suo corpo diventa calore, luce emette quella luce che dà la vita, una luce che ha nelle paure il senso delle cose, ma che ingoia paure e corpi e sensazioni nello spirito per trasformarlo in altro, per darglio vita per cibare vita per essere vita.
Ecco io e te Erika, non siamo nessuno di fronte a questo.
E questo ci spaventa. Ma tu non lo sai.
Anzi lo sai ma ti senti in trappola, tu come me, e quindi fingi di non saperlo e allora un altra foto su Instagram che non vuol dire niente, se non swag e paura, tatuaggi e ritrazione, incoscienza e rottura, menefreghismo e andate tutti a fare in kulo perchè io so io e voi non siete un cazzo, e vuoto a perdere.
Non sto insultando te, ma me, noi, tutti. Questo vuoto a perdere è il presente, questa paura oggi, e l’oggi del cazzo. Questo vuoto è la vita. che non conta un cazzo, ma la viviamo lo stesso.
E tu?
Metti una corona sulla testa, una sul mio cazzo, le tue perfette labbra, la perfetta pelle di alabastro biondi, e succhi. E più lo fai più ci svuotiamo di senso anima e futuro.
Tu succhi, io muoio. Amen.
#me
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disegnoparole · 5 months
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perché è inutile,
è inutile prendersi per il culo,
io non sto bene
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Il mio cervello, nonostante tutto, ama prendersi per il culo ogni giorno con frasi del tipo: " Vedrai oggi uscirai e starai serenamente in mezzo alla gente!"
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omarfor-orchestra · 6 months
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A me Spollon fa morire perché fa delle scene magistrali come quelle di ieri e comunque finisce per prendersi per il culo
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chiusadentrose · 1 year
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oggi sono stata in università una giornata ma le ore effettive di lezione erano solo due, per il resto ho: pranzato, cazzeggiato, rivisto d il tesista dell’orto che ha iniziato a prendersi confidenza al punto di rompere i coglioni, riso, sono stata buttata a terra, trovato un isopode dopo averli studiati a lezione, trovato un lombrico, finto di studiare, preso per il culo amici, andata nel bagno segreto con le altre e scoperto che effettivamente m mi aveva fottuto l’astuccio e quindi non me l’ero scordata in uni come mi aveva invece fatto credere. ora sono morta a letto.
#/
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Il fatto è che io davvero non capisco. Non appena sembra esserci una parvenza di normalità, ecco qui, crolla tutto.
Le persone preferiscono riempirsi la vita di niente, di parole vuote, abitudini, piuttosto che lottare per qualcuno per cui valga davvero la pena. Il problema è che è più facile prendersi per il culo a vicenda, invece di cercare rapporti veri, perché purtroppo per questi devi metterci un minimo di impegno, e no, nessuno vuole impegnarsi.
Tante volte mi sono detta “basta ora mi omologo al resto della gente”, credendo di viverla meglio, ma non ci sono mai riuscita. Ho un disperato bisogno di autenticità, ma di sicuro non si trova dove sono io.
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scogito · 1 year
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Non suggerisco mai la pratica delle ripetizioni positive per una serie di motivi. Primo fra tanti l'eccesso di auto indulgenza. Cosa che invece non fa l'ancoraggio, poiché è un aggancio anche sensoriale, basato su esperienze dirette e concrete della persona.
Elenco alcuni punti disfunzionali del pensiero positivo:
Genera una dinamica illusoria e auto manipolatoria.
Inibisce la tua capacità di giudizio.
Reprime l'ascolto onesto delle tue emozioni.
Crea conflitto tra mente e cuore.
Non risolve il problema perché fa finta di non vederlo.
Corrode il coraggio.
Amplifica il disagio e non te ne accorgi.
Crea crolli psichici appena la ferita viene colpita di nuovo.
Ti lega alla mente e dunque alla personalità.
Procura un costante e durevole auto sabotaggio.
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pizzettauniversale · 1 year
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Beata te che ci riesci.. io non so come fare
Ogni esperienza è soggettiva, quello che ha funzionato per me non funziona per te. Potresti pensare a un percorso terapeutico, ad alcuni aiuta lo sport, non lo so onestamente. Ti riporto una testimone fresca fresca di oggi. Il mio ragazzo ha rivisto il suo amico di infanzia che non vedeva dal Covid, lui ha passato sei anni in una facoltà dove ha dato 1 esame in 6 anni, cambiando anche ateneo e questo perché in primis non era la facoltà per lui, costretto un po’ dai genitori un po’ perché uscito da lui hai il posto assicurato, poi perché ha subito bullismo. Sta cosa mi ha veramente scioccata, i suoi compagni di corso gli tiravano palline impregnate di saliva con la cerbottana, hanno creato un gruppo solo per prenderlo per il culo all’UNIVERSITÀ GENTE DI 20 e passa anni, il rappresentante degli studenti del corso gli disse che era una vergogna essere fuoricorso che faceva spendere solo soldi ai suoi e che era una vergogna per il corso. Lui si è preso prima una pausa, poi ha iniziato un percorso terapeutico e infine ha cambiato facoltà. È rinato, la terapia e io prendersi una pausa lo hanno fatto rinascere, oltre a cambiare. Non c’è da vergognarsi a dire di volere una pausa per prendersi cura di se stessi.
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mercantedispezie · 1 year
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“Sono tornat* ben due volte da te”. Oh no...no. Fai sempre così, è tutto merito tuo vero?  IO sono tornato ben due volte da te, non tu! IO! E tu mi hai accettato. Non il contrario. Tu non hai mai mosso il culo per me. Non raccontarti la storia come ti fa comodo, sii oggettiv*. IO mi sono mosso, IO sono tornato, perché lascia che ti dica una cosa: più ti affezioni ad una persona, più decidi di farla entrare nella tua sfera personale, più questa ti FERISCE. Non lo hai notato? Tutti quelli che hai deciso di far avvicinare ti hanno ferit*. E quindi sono tutti stronzi?  No...no cazzo, non sono tutti stronzi. “Il Piccolo Principe”, un libro che leggi alle elementari: la gente si ferisce continuamente! Gli unici che non si feriscono mai sono quelle persone che tieni al di fuori della tua sfera personale, quelle “amicizie” di compagnia, quelle conoscenze di lavoro, rapporti del genere. Ma nel momento in cui decidi di far entrare qualcuno nella tua sfera, tu SAI che ti ferirà.  E sai cosa? Va bene così. Deve essere così! Perché è scientificamente provato che nel 90% dei casi (almeno!) la gente faccia del male SENZA-VOLERLO. E’ una nostra percezione. Noi abbiamo una visione personale, e quando queste visioni cozzano si feriscono. Ma non lo fanno apposta, si chiama SOCIALITA’.  Per questo torno sempre....per questo vado oltre. Perché avere anche solo un amico significa prendersi delle cicatrici! E tu ne sei terrorizzat*, hai paura di soffrire. Ma finché avrai paura di soffrire, non avrai nessuna conoscenza intima, nessuna amicizia, nessun amore. Perché il confronto si, fa male. Ma è anche l’unico modo per crescere.  E quando si riescono a passare, questi confronti, allora si creano rapporti inscindibili.  Chissene frega del dolore, bisogna andare oltre. Siamo umani. L’arrivare a ferirsi involontariamente è simbolo del rapporto che cresce. Appianare le divergenze significa, prima di tutto, averle. E’ così ovvio.  Non puoi forgiare una spada se non si picchia il ferro, se hai paura della botta. 
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Yuriko Tiger personal facebook account 7/13/2022
Ho deciso cosa voglio per il mio compleanno!!! 🥲 Vorrei comprare tutto il negozio ma al momento con la valuta yen-usd è 😱😱😱😱….Terribile. Costano un po’ (tipo 300-400$ per set) ma sembra avere una buona fattura e sono ottimi per dei photoset! E HANNO LA MIA MISURA DI CULO. GRAZIE AMERICA. GRAZIE.
Sono una persona che non fa molto shopping, soprattutto di intimo (anche perché l’unico a vederlo sarebbe il mio gatto). Quindi mi piacerebbe avere qualcosa da farci foto e anche da tutti i giorni 👉👈.
Sono indecisa tra questi quattro! Voi quale preferireste?
Ho creato un Ko-Fi a parte perché i soldi su patreon e Fantia, oltre prendersi una percentuale la mia agenzia + tasse e servizio, li uso sostanzialmente per pagare solo Cosplay project molto costosi e lo staff che mi aiuta con tipo YouTube ed email.. Tranne quei rari mesi, non ne spendo mai per me 🥲. Anche se confronto alle agenzie precedenti, almeno quella attuale mi lascia creare contenuti e fare photobook ed eventi (non avete proprio idea delle discussioni, litigate e debiti che si hanno quando si sta in un’agenzia molto grande. 🤗🤗🤗🤗 son 6 anni che sto riparando al danno che fecero al comiket tanti anni fa). ENGLISH 🇺🇸 I decided what I want for my Birthday!! I never saw this brand in Japan and I really want try to have one but it’s pretty expensive and studios are more expensive than Tokyo, so… This is will be my first goal on Ko-Fi! Whoever has bought me more than 10 ☕️ Coffee, I will send an exclusive selfie with signature 🥰 Send me a message if this is something you might want 😏 誕生日プレゼントのようです。 👙アメリカにしか買えないみたいなので早く買っておいて撮影もしたいです!!応援してくれたら嬉しいです!
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lostalter · 2 years
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Mi adatto all’inferno in cui vivo, perche` mi hanno detto che cosi` e` la vita. Mi hanno detto che devo tenere il lavoro che ho perche` e` figo. Perche` faro` carriera, ma i complimenti a lavoro mi fanno sentire vuoto. Perche` io vedo il male che serpeggia. Vedo che i deboli non sono mai veramente tutelati. I potenti non sanno prendersi responsabilita` delle persone deboli. Io sono debole, perche` ho uno stipendio basso, un lavoro precario, non ho un posto dove andare o dei rapporti sociali stabili. Con un po` di vento volo via. Sono debole perche` non so andarmene o perche` decido di rimanere anche quando so che i miei colleghi non mi apprezzano. Quando so che i miei amanti non mi hanno mai amato, quando i miei amici mi voltano le spalle, giorno dopo giorno. Quando non c’e` speranza per un futuro migliore, perche` in questo mondo, nulla migliora, vince sempre chi ha il culo parato. Ma io sono nato senza dei genitori che mi parassero il culo o mi volessero bene, anzi sono dovuto scappare da casa nei weekends per lasciare a loro spazio per le loro vite, perche` io non ci facevo piu` parte. Cosi` andavo in giro per la citta` con gente a caso per riemprire il tempo. Non ho mai avuto dei veri amici, perche` poi quando ti trasferisci, la gente si dimentica di te… io ho perso tutto un po` alla volta, e ogni volta mi illudo che andra` meglio, ma ogni volta va peggio. Il lavoro non mi da` mai le soddisfazioni che vorrei, i miei amici sono superificiali, i miei amanti non mi sopportano, i miei gentori si dimenticano di me. Vorrei poter essere una persona semplice, ignorare il male attorno a me, ma lo vedo. E vorrei camminare sulla sabbia finche` non sparisco nel mare, abbracciato dal mare per sempre. Dove nessuno mi puo` fare male, dove i potenti non mi potranno piu` usare per pararsi il proprio culo. Dove verro` rimpiazzato con altri deboli che verranno usati come sono stato usato io. Dove non saro` un peso per i miei genitori, dove la mia sofferenza avra` un senso. Spariro` silenziosamente con la mai sofferenza e non lo notera` nessuno. Il mondo girera` lo stesso anche senza di me, i miei vesiti in palette, le mie battute stupide sul sesso, la mia ossessione per Madonna e le mie frasi innoportune. Ero una persona scomoda, povera e senza futuro. E` sempre stata questa la mia fine.
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vitaminak-23 · 2 years
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Ieri sera mi sono scopato Lucia.
-Ma dici sul serio?
-Siii.! Era fuori, cioè fuorissima!
Cadeva da tutte le parti e continuava a dire che voleva andare a casa. Allora io gli ho detto " guarda, qua c'è casa mia", e così è salita su.
-Cazzo che storia! Che culo! E…. scopa bene o…. Allora?
- Beh, era proprio fusa. Stamattina non si ricordava niente. Però oh.. me la sono scopata tre volte, gli sono anche venuto dentro. Cioè.. Ho fatto quello che mi andava eh eh…
-E stamattina? Te la sei scopata ancora?
- Ma va! Quella se è lucida mica ci scopa con me.
Ma che gran figa… Oh, appena s'è svegliata, quando ha visto dov'era, è scappata via, moriva dalla vergogna!
-E le tette? Come sono?
- sta buono, che ho fatto le foto, era talmente andata che neanche se n'è accorta! Adesso te le mando…
- Manda! Manda! Che figata!
La maggior parte delle violenze non sono commesse da un tipo col passamontagna che aspetta dietro l'angolo.
Sono attuate da una persona conosciuta,
e in questo dialogo che ho appena descritto ci troviamo con tre protagonisti.
Un violentatore, una donna violentata e un complice.
E la cosa più strana di tutte è che di sicuro nessuno dei tre pensa che quello che è successo si chiama VIOLENZA, ma che sia un qualcosa accaduto ad una festa. Cose da " messi male", cose di una notte da sballo.
E la cosa più normale è che le persone che leggeranno questo penseranno che la colpa sia di Lucia, che non è stata in grado di prendersi cura di sé, di aver bevuto troppo.
Quando ho scritto queste cose i commenti non son tardati ad arrivare. Commenti in cui si scriveva che una ragazza non dovrebbe ubriacarsi, perché poi succede quel che succede.
Allora: immaginate che Lucia stanotte non beva. Si stanca della festa e decida di prendere un taxi che la lasci sotto casa e quando è al portone arriva un tipo, la butta dentro e la violenta. Ma se non beve e prende un taxi qualcuno dirà che Lucia non dovrebbe andare in giro a certe ore della notte.
Immaginate che neanche questo fa. Un pomeriggio esce a correre da sola in un parco. E uno la violenta. E ci sarà gente che dirà che doveva fare più attenzione. Non si esce a correre da sole.
Immaginatevi che non beve, non va in giro di notte, nemmeno esce a correre.
Ma ha un fidanzato, che una notte vuole scopare e lei no. Avete capito come va a finire.
Ehhhh… Allora qualcuno dirà che dovrebbe scegliere meglio i suoi fidanzati.
Il problema non è Lucia, quello che lei fa o smette di fare.
Il problema è il patriarcato.
Il problema è il maschilismo.
E finché tutti non avremo ben chiaro questo, non termineremo mai con questa cosa.
Lucia porta sulle spalle uno zaino pieno di colpe e vergogna :" Non dovevo bere tanto…
Mi fidavo di lui…
La colpa è mia per non essere andata a casa prima… etc.. etc"
Lucia ha bisogno che le dicano che la colpa di una violenza non è dell'alcool, ne di andare in giro sola, né di vestirsi in un modo o nell'altro, né di uscire la notte.
Lucia ha bisogno di avere chiaro che la colpa di una violenza è di colui che la commette e che lei è una donna LIBERA.
La società deve toglierle questo zaino e metterlo addosso a chi lo dovrebbe portare invece di caricarla come sempre, ancora di merd*. Che già abbastanza se ne porta addosso.
(PAULA MARÍN)
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notizieoggi2023 · 1 month
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L’ottima influenza di Chiara Ferragni l’influencer Per scoprire il lato più bello della Ferragni non serviva un documentario, ma l'isolamento da coronavirus: è in questi giorni che abbiamo scoperto il suo lato semplice, solidale, diverso da chi per non sparire inonda i social di cattiveria L’ottima influenza di Chiara Ferragni l’influencer Chiara Ferragni non se la tira. Lei si emoziona e non se ne vergogna. Saltella, squittisce, si entusiasma come una giovane donna qualsiasi e lo fa per cose qualsiasi.
 Chiara Ferragni è buona, o almeno questa è l’impressione che ci trasmette in questi giorni angoscianti nei quali tutta l’immondizia dei social ci investe con la sua violenza e la sua frustrazione, esponenzialmente accentuata dalla clausura coatta che ci rende gli animali che siamo, ma nell’accezione peggiore del termine. Ora più che mai, siamo schiavi dei nostri istinti peggiori, giudici impietosi quando si tratta degli altri, arbitri severi di ciò che ci accade intorno, talvolta – ormai – persino delatori. Perché quello è andato a correre, ma noi no, #noistiamoacasa. Ma comunque. Torniamo a Chiara Ferragni. Un raggio di sole in questo panorama d’ombra. L’influencer che influenza bene. Non tanto e non solo perché ha indetto una raccolta fondi per dare soldi ai reparti di terapia intensiva, dimostrando – insieme al marito Fedez – tutta la forza della sua influenza, appunto. Non tanto e non solo perché oltre a nutrire l’hashtag, poi a casa ci sta veramente. Ma perché si rivela un bell’essere umano. Posta continuamente foto e video del suo bambino come una qualsiasi mamma orgogliosa, si emoziona alla finestra quando sente l’inno nazionale e non gliene frega niente se questo possa essere giudicato inelegante, grossolano, provinciale. Lei dalla provincia ci arriva e lei della provincia non si è mai vergognata (a ben vedere, una così di provinciale ha molto poco in effetti). Resta a casa e fa la mamma Chiara Ferragni. Manda patriottici messaggi di solidarietà che paiono sentiti, si affaccia alla finestra tutte le sere alle 18 a cantare Fratelli d’Italia l’Italia s’è desta (“my favourite time of the day”, ha scritto su Instagram), si preoccupa, si occupa. Le interessa apparire, ma l’impressione è che ormai il suo sia diventato – oltre che un dovere – un modo per tenere compagnia durante questa quarantena surreale della quale non conosciamo la data di scadenza. Il vero unposted, forse, è quello che Chiara sta mostrando in questi giorni così fastidiosi. Sono le tute che, per quanto decorose, anche lei indossa dentro casa. I giochi infantili che fa col marito, coinvolgendo il bambino Leone. La verità è che i Ferragnez fanno simpatia nel complesso perché sono una coppia normale. E non importa se sono ricchi (posto il fatto che i soldi non li hanno rubati, ma hanno saputo farli, alla faccia dei troppi invidiosi detrattori che si ostinano a prendersi gioco del loro modo di farli, dall’alto di una loro supposta superiorità culturale e dal basso delle loro pezze nel culo), non importa se vestono griffati. Sono, comunque, un lampo di spontaneità in questa rincorsa social alla cattiveria, regalano spesso un sorriso con le loro gag normali, sorridono a loro volta, si divertono, cantano, e se ne fregano delle polemiche e delle cattiverie che gli ronzano sopra la testa. Dunque, non c’era bisogno di un documentario celebrativo forse. Bastava arrivasse il coronavirus per svelarci il lato più bello di Chiara Ferragni. La bionda ragazza qualunque che, in un mondo di minuscoli preoccupati di non sparire a costo di vendere le propria dignità per una manciata di like, continua ad apparire regalandoci ogni giorno un – seppur piccolo – sorriso. Anche grazie alla sua provinciale normalità.
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