Tumgik
#falsa spiritualità
scogito · 3 months
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Sotto questo video i commenti buonisti si sprecano.
Tuttavia esso in realtà dimostra:
Che se sei empatico e non sai schermarti dal dolore altrui, te lo incolli addosso tu. Inoltre vale anche per il Karma altrui, ovvero per tutte le volte che ripeto "occhio a prenderti le colpe degli altri".
Che se ti accolli solo sofferenze vivi debilitato e tu stesso avrai la necessità di riversare tale sofferenza all'esterno...dandola a qualcun altro. Ecco il circuito del dolore e degli insoddisfatti di questo mondo.
Che non è vero che gli animali sono felici di sostenere continuamente le amarezze altrui, perché anche loro assorbono energie negative, anzi spesso molto più degli umani. Una prova sono i cani usati negli ospedali che hanno turni e svago ben strutturati, al fine di non creare a loro depressione e malesseri.
Questo video incita al buonismo per gli allocchi, mentre è un mix di disfunzioni.
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lestreghedifenix · 11 months
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Malattie trasmesse spiritualmente ...
Spiritualità fast food ..
consiste nel credere che esistano
rimedi facili e veloci per eliminare la sofferenza ed evolvere spiritualmente.
La trasformazione spirituale non
può essere rapida poiché il processo stesso consiste
nel lasciar andare
la fretta e rispettare
i propri ritmi naturali.
Spiritualità imitativa ..
è la tendenza a parlare, vestirsi e/o agire come dovrebbe fare una persona spirituale.
L'imitazione ricorda è una falsa copia
di te che non ti renderà mai protagonista.
Confuse motivazioni ..
anche se il desiderio
di crescere è
genuino, spesso si mescola con altre superflue motivazioni; appartenere,
essere amati, essere
speciali, o addirittura essere superiore e concretizzare l'ambizione personale.
Identificarsi con esperienze spirituali ..
succede quando l'ego, dopo aver vissuto un'esperienza spirituale
se ne appropria, così da credere che
tutto ciò che è suo, derivi da queste esperienze spirituali;
la realtà è che sono transitori,
essi trascendono l'ego.
L'ego spirituale ..
quando la persona si identifica eccessivamente con i concetti e le idee spirituali tende
ad essere invulnerabile alle critiche, in modo che la sua crescita rallenti.
Diventa un essere impenetrabile,
lontano dal mondo.
Produzione di maestri spirituali ..
attualmente ci sono molte tradizioni spirituali che concedono titoli a persone molto lontane dall'aver raggiunto la loro maestria spirituale,
eppure si vendono egocentricamente come maestri spirituali superiori ..
Attenzione ai falsi profeti.
Orgoglio spirituale ..
l'individuo dopo
aver raggiunto un vero grado di spiritualità,
si stagna lì, scusandosi per non continuare a crescere.
Spesso è legato a
un sentimento
di superiorità immotivata.
Mente di gruppo ..
descritto anche
come pensiero
di gruppo,
mentalità di culto o malattia dell'Ashram,
succede quando
le persone appartenenti a
una determinata cerchia accettano le regole implicite su cosa e come pensare, fare ed essere.
Le persone che peccano in tal senso, rifiutano chi non rispetta questa normativa.
Il complesso delle persone scelte ..
è la convinzione di essere il più
evoluto, potente, illuminato, o semplicemente migliore degli altri.
Sono già arrivato ..
questa condizione è
così prepotentemente falsata che
ha il potenziale di uccidere la crescita spirituale.
È un po' come
"sono arrivato alla fine della mia crescita spirituale,
non ho più nulla
da imparare".
In quel momento
la crescita spirituale cessa, è come uccidere la nostra anima.
Nina
#lestreghedifenixtarot #lestreghedifenixwitchtcraft
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sophiaepsiche · 2 years
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Un esame di coscienza
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“Che ruolo ha la maturità personale nel cammino spirituale?”
Secondo me non può esserci spiritualità senza un percorso di maturazione e, nelle prime fasi, una genuina maturazione interiore è l’unica ‘pratica’ che abbia senso attuare. Potremmo non considerare questa fase prettamente ‘spirituale’ ma, col senno di poi, se esaminiamo il processo interiore nella sua interezza, dovremo ricrederci. D’altronde ve lo immaginate un saggio immaturo? Non ha senso. La saggezza include la maturità e semmai la trascende. Un ricercatore spirituale onesto, sta solo cercando un insegnamento per maturare più in fretta possibile, per mettersi in questione meglio, per superare i suoi limiti, il suo egoismo e le sue falle prima possibile. D’altro canto, chi inizia un serio percorso di umiltà e auto-critica, senza  essere minimamente attratto dalla ‘spiritualità’, dà involontariamente inizio al percorso spirituale e, con la perseveranza, attira un insegnamento filosofico o spirituale ad hoc per lui, che lo accompagnerà e catalizzerà la sua maturazione.
Quando siete di fronte ad una persona immatura, egoista, che dà tutta la colpa dei suoi guai agli altri, cosa vi viene spontaneo pensare? ...‘Ma un esame di coscienza se lo fa mai???’
Non vi chiedete se pratica pranayama o se recita mantra, se preferisce Lao Tsu o Confucio. Vi  ponete la domanda retorica: perché non esamina la sua coscienza con sincerità ed umiltà? Poiché, essendo più maturi, ci siete già passati e sapete che basterebbe questo a farlo maturare naturalmente. 
Ora, pensarlo riguardo agli altri è facilissimo, mentre farlo personalmente, seriamente, come pratica costante è tutt’altra cosa. E qui veniamo agli insegnamenti del mio amato maestro J.Krishnamurti. Chiunque lo abbia studiato con profondità e abbia applicato i suoi consigli, sa che ciò che suggerisce è praticamente un esame di coscienza perpetuo, che permette una maturazione reale e un reale distacco da dinamiche mentali insensate e distruttive, una vera purificazione mentale. Questo ‘prepara le fondamenta’ senza le quali non si può costruire nulla di spirituale. Nessun’altra pratica o tecnica ha senso senza preparare la base. Come spesso ricordo, K non ce l’aveva con la meditazione e con lo yoga, ce l’aveva con coloro che “meditano per poi ricominciare a fare i birbanti”. Ce l’aveva con chi si costruisce una falsa identificazione ‘spirituale’, senza le basi di maturità che, ricordiamo, sono presenti nello stesso Raja yoga di Patanjali (yama e nyama) ma che vengono ignorate spesso e volentieri. K non faceva che ricominciare dalle basi ogni santa volta, perché sbagliare all’inizio vuol dire deviare il nostro percorso per chissà quanto tempo, danneggiando noi e, purtroppo, a volte, anche gli altri.
Se vogliamo essere tecnici ciò che, nella saggezza popolare, chiamiamo ‘esame di coscienza’ è, in realtà, un esame dei contenuti della coscienza, ossia della mente: pensieri, intenzioni nascoste, emozioni. Come farlo senza cadere nella tentazione di giustificare e condannare è stato sottolineato più volte da K, come anche il fatto che non funziona se lo facciamo solo per dieci minuti al giorno. Dev’essere, per quanto ci è possibile, una costante. Questo naturale modo di maturare è già una meditazione ed è stata consigliata da innumerevoli saggi, incluso il Buddha. È una via sicura, poiché non può che scalfire l’ego che, superando e scartando i  suoi contenuti più distruttivi, comincia a dimagrire e, di conseguenza, a maturare. Se questa introspezione umile viene affiancata alla lettura di saggi insegnamenti, con l’atteggiamento di ponderarli per applicarli a se stessi, la maturazione sarà più veloce. Com’è vero che l’insegnamento spinge a velocizzare la purificazione, così è anche vero che l’introspezione richiama spontaneamente l’insegnamento più adatto a noi. Essere attratti e seguire un maestro che ci fa lavorare duramente a questa purificazione non è un caso, è già segno di maturità.
Facciamo un paragone tra l’intero percorso di maturazione dell’uomo e il ritiro dell’attenzione indicato in ogni insegnamento spirituale introspettivo che si rispetti. Il ritiro dell’attenzione diviene tanto più naturale quanto più genuino è il non attaccamento verso oggetti esterni, ciò vuol dire che la meditazione è tanto naturale ed efficace quanto più siamo effettivamente maturi.
Iniziamo dall’esterno:
1. L’essere più immaturo è condizionato da una serie di concetti errati che prende dall’esterno senza mettere in discussione. Non se ne distacca anzi, li nutre e li difende. Questi concetti errati lo portano a comportarsi in modo egoistico e superficiale, dipendente e incline alle dipendenze. La sua identificazione non includerà solo corpo e mente ma sarà estesa a cose esterne: possedimenti, appartenenze e condizionamenti. Ego fuori dall’ego. Tra le appartenenze può anche esserci l’appartenenza religiosa ma se l’immaturità è grave, non ci sarà neanche inclinazione a seguire gli insegnamenti, se non solo quando serve per salvare le apparenze. La sua morale, se e quando c’è, è dunque eteronoma. La sua attenzione è costantemente fuori e non avviene alcun genuino esame di coscienza. Qui nulla può funzionare, né religione, né filosofia, né psicologia. Egli resiste alle critiche con suscettibilità e risentimento. La sua principale maestra dovrà essere quindi esterna ed esperienziale. Dovrà imparare dalla vita, dalle esperienze e dalle vicissitudini negative. ‘Sbatterà la testa’ finché non avrà i primi bagliori che forse c’è qualcosa che non va in lui, in ciò che crede, nel suo modo di pensare e funzionare, e nelle dipendenze. Comincerà a ritirare l’attenzione, liberandosi dei condizionamenti più esterni e distruttivi.
2. Se continua metterà in discussione tutto, all’esterno. La solitudine può avere un grande ruolo nella fase successiva che porta all’indipendenza emotiva e alla vera libertà di pensiero. Si comincia ad attrarre e ad essere attratti dalla filosofia e dalla saggezza. C’è un ridimensionamento dell’identificazione al solo corpo/mente. Il ritiro vissuto in solitudine è nel corpo. Si diventa più sani, si cominciano a gestire meglio le emozioni e a rispettare la vita. La morale diventa spontanea e autonoma. Non si ha più attaccamento a valori malsani e materiali inculcati dalla società. Il ciclo di dolore auto-indotto, che deriva dalle dipendenze e dalla cocciutaggine del dover ‘sbatterci la testa’ a livello esperienziale, si allenta.
3. Da qui in poi l’attenzione può cominciare a ritirarsi di più: nella mente. Tutte le vie introspettive descrivono, in un modo o in un altro, questi ritiri dell’attenzione. Nel corpo: nel respiro, nel dolore o un vero e proprio scan del corpo. Nella mente: l’’esame di coscienza’ è la meditazione che, se diviene un’abitudine seria e costante, porta alla purificazione di cui abbiamo già parlato. Così ci si libera sempre più da concetti e idee falsate, da attaccamenti e dipendenze più sottili e nascosti. A questo livello si è davvero ‘praticanti’. La saggezza non è più solo un’ispirazione, ma viene vissuta sulla pelle. I benefici sono enormi e sperimentabili da subito, il che  rende più facile trasformare il ritiro dell’attenzione in un modo di vivere. Un altro grande vantaggio di questa meditazione è che si discerne sempre meglio, per conoscenza diretta, la differenza tra il soggetto e gli oggetti mentali, che hanno sempre meno presa su di noi. L’illusione dell’ego comincia a vacillare.
4. Quando il discernimento e il distacco dagli oggetti mentali sono ad un buon livello è possibile e naturale ritirarci in noi, nella coscienza stessa. Il motto popolare ‘esame di coscienza’ non è preciso neanche qui, perché, in realtà, non c’è nulla da esaminare nella coscienza. Ritirarci nella coscienza pura vuol dire solo essere, “conoscere se stessi vuol dire solo essere se stessi” (Bhagavan Ramana Maharshi). La vera spiritualità comincia qui: coscienza è spirito. Questa è la pratica ultima. È il silenzio di cui parlano i grandi saggi, è la vacuità del Buddha, è il samadhi di Patanjali, è l’atma vichara di Bhagavan, il nididhyasana di Shankara. Qui cade la triade: conoscitore, conoscenza, conosciuto. Il silenzio, o la vacuità, è quindi indifferenziato. Se, quando si arriva qui, l’illusione dell’identificazione col corpo/mente (ciò che chiamiamo ego) ha ancora capacità di rispuntare è perché la purificazione non è ancora perfetta. Ossia il nostro non-attaccamento per cose o pensieri esterni non è ancora perfetto. Ma abbiamo il più potente antidoto, ritirarci nell’atma è tutto ciò che serve.
Dopo questa piccola analisi è forse più chiaro che una persona totalmente immatura, scaltra, attaccata alla materia e all’ambizione sebbene non abbia alcuna impossibilità a ritirare la sua attenzione nella coscienza, non ha l’intento e la maturità di farlo. Se ha interessi altrove, lontano da sé, tornerà naturalmente fuori. Se ha attaccamenti e dipendenze fuori, lontano da sé, tornerà lì. Se non è neanche disposto seriamente a farsi un esame di coscienza, come può andare oltre la mente e scoprire lo spirito (la coscienza)? Che senso può avere per lui ‘praticare’ la meditazione? Se la praticherà lo farà con l’intento sbagliato. Se pregherà, pregherà senza resa. Se è attaccato all’esterno, a cose e relazioni, pregherà o mediterà per acquisire cose o relazioni. Non ha senso, non è meditazione, è solo chiamata ‘meditazione’. Non ci sono impedimenti effettivi, sia chiaro, solo immaturità. L’ostacolo è la mancanza di discernimento e di maturità.
Anche se è vero che, a livello assoluto, siamo già liberi, se non lo scopriamo a cosa serve? Anche se è vero che l’ego è solo un’identificazione erronea e non è un’entità e che non esiste né se lo sapete, né se non lo sapete, ricordate che solo saperlo bene e saperlo sempre, con ‘saggezza ferma’, comporta la liberazione dal dolore impartito a sé e agli altri.
Ora veniamo a chiarire l’importanza della mappa prima esposta e come usarla. Se incappate in chi non consiglia l’esame di coscienza di cui abbiamo parlato, sicuramente siete di fronte a qualcuno che non ne ha avuto bisogno. Se una persona a vent’anni si trova con un santo, sotto a una montagna sacra, che gli insegna l’atma vichara e riesce a praticarla, non ha bisogno del ritiro nella mente, come pratica. Gli capiterà, ma per lui sarà una caduta indietro. Non la considera una pratica perché non ne ha mai avuto bisogno nella sua vita e lo distoglierebbe dalla pratica al suo livello. Vogliamo fargli vedere che combinavamo noi a vent’anni? Meglio di no. Il punto è che tutto dipende dalla propria maturità. Non è questione di tecnica. Se non c’è maturità i contenuti mentali riappariranno, qualsiasi sia la pratica attuata. Se siete perdutamente innamorati nessuna tecnica funzionerà, perché c’è un attaccamento, un interesse altrove. Fate fare all’attenzione, esponete quell’attaccamento alla luce della consapevolezza, poiché la nostra maturazione dipende dalla consapevolezza che ricade sugli attaccamenti e porta discernimento. 
Se capite bene la mappa del conosci te stesso non vi perderete tra le dispute altrui sulle varie tecniche e i vari insegnamenti. Hanno ragione tutti, ma solo uno è il consiglio per voi, gli altri non sono per voi!!! Non procedete al contrario, piuttosto conoscete voi stessi e il consiglio adatto e necessario in quel momento arriverà puntuale. Le mappe servono proprio a darci indipendenza e a farci capire dove siamo e dove dirigerci, devono essere usate a questo scopo. 
La regola generale per maturare e, infine, per trascendere anche la maturità è semplicissima: ovunque sia la vostra attenzione, cominciate a ritirarla e perseverate. Poi introiettatela di più e perseverate. Fino ad arrivare dove non potete fare più nulla, nel silenzio. 
Restate lì. Tutti i vostri dubbi si scioglieranno lì.
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nonamewhiteee · 2 years
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0:30. sto pensando che alcune persone sono proprio antipatiche e vuote dentro nonostante la falsa immagine che vogliono dare di sé. fortunatamente tanta altra gente è friendly e disponibile, in particolare mi si è aperto un mondo sulla spiritualità e la meditazione. in realtà mi sento molto solo e annoiato sta sera, sta notte e vorrei solo un abbraccio. baci e basta shit posting su!
#me
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pomposita6292 · 3 years
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FANCULO "NAMASTÉ"
"Essere felici, essere buoni,
essere positivi, essere ottimisti,
essere di successo, essere svegli,
essere spiritualmente illuminati.
Consumare la dieta perfetta.
Vivere la tua vita migliore!
Scalare la tua carriera professionale.
Devi essere in forma e in salute.
Essere il tuo io più perfetto.
Manifesta il tuo scopo di vita.
Muoviti! Ottimizza le funzioni del tuo corpo.
Libera il tuo dolore, la tua paura, la rabbia, e la tristezza. Liberati dal dubbio.
Innamorati dell'uomo o della donna dei tuoi sogni
e vivi felicemente per sempre,
e non ti sentirai mai più solo/a di nuovo.
Questo sogno è bellissimo, ma ci sta letteralmente uccidendo.
L'anima eterna non ha interesse a vivere
sotto nessun ideale di felicità, anche se è bellissimo.
La tua rabbia, terribile e sacra,
bolle al di sotto di tutto il progetto di auto aiuto.
Grida per essere autentica,
per la verità a qualsiasi costo.
Fanculo con la bugia della “vita perfetta".
Questo ci rende solo depressi, ansiosi, drogati,
e in verità nutre la nostra colpa
e sentimenti di auto-disprezzo e di fallimento.
La lotta costante alla fine ci esaurisce,
ci fa cadere in ginocchio.
È troppo lavoro per il nostro povero organismo essere "positivi” per tutto il tempo.
L' inconscio è furioso per la bugia.
E vuole il suo cazzo di riposo.
Ma nel nostro stato esausto, anche con paura di contattare il nostro esaurimento, ci cappottiamo con bevande energetiche, le droghe, i mantra, la palestra, e più positività.
O semplicemente ci perdiamo nel pensiero.
O creiamo una nuova identità:
quella del "depresso" o "il fallito".
O semplicemente "andiamo oltre" l'esaurimento
e ci teniamo occupati con inutilità.
Siamo ancora in movimento a qualsiasi costo.
Senza sosta.
La felicità, letteralmente ci rende infelici.
Fanculo con questa forma di falsa felicità.
E' di vitale importanza fare spazio anche per l'oscurità.
Creare spazio nella tua vita per la pena,
la rabbia, la vergogna, la paura, e la solitudine.
Tirar fuori queste povere e fraintese creature dai loro nascondigli e portarle verso la luce.
E se non lo fai, ti prosciugheranno la tua vita come vampiri, fino a che non le ascolti.
Abbi la volontà di esporre anche la tua infelicità.
Dai una voce alla pena, alla rabbia, alla paura, alla solitudine che c'è nel profondo.
Rompi alcuni tabù.
Dì la parola "errata".
Distruggi la falsa immagine.
Forse perderai i seguaci.
Forse perdere gli amici.
Forse perderai il tuo lavoro.
Sicuramente perderai la tua maschera.
Il cambiamento deve farti tremare di paura. Bene!
È cosi' che dovrebbe essere.
Forse devi perdere tutto e devi iniziare una nuova vita.
Ma l'anima esulterà.
È già passata per una miriade di morti e rinascite.
Non gli importerebbe un cazzo
proteggere se stessa dal cambiamento.
Invece trova il cambiamento come eccitante,
ispiratore, anche erotico.
Esiste una felicità molto più grande che veramente abbraccia anche la nostra profonda infelicità senza metterla in imbarazzo.
Questa è la felicità che hai sempre desiderato.
La felicità che fa in frantumi la maschera,
distrugge le nostre difese, vede le nostre debolezze,
la nostra vulnerabilità, il nostro dolore più profondo...
e lo accetta e ci ama così come siamo.
Allora bene: ecco il tuo nuovo mantra spirituale...
Fanculo (il concetto mentale di) felicità.
Fanculo cercare di essere buono.
Fanculo con la spiritualità.
Fanculo con la perfezione.
Fanculo cercare di inserirsi.
Fanculo tutti gli dei, guru e guide
che alimentano la schifosa bugia della felicità
come una destinazione e un obiettivo.
Fanculo con la cultura narcisista,
e basata sulla colpa che sopprime
la nostra donna interiore preziosa e vulnerabile.
Accetta tutto e manda a fanculo tutto.
Benedici tutto e manda a fanculo tutto e ama tutto.
Apri il cuore a tutto.
Benedici questa sciocca mente umana con le sue idee condizionate e i suoi standard impossibili,
E i suoi tentativi infiniti di dirci come "dobbiamo" essere,
O quali sono i pensieri e i sentimenti "corretti".
Fanculo la bugia della felicità
che manda tutti a una tomba precoce.
Proteggi il bambino interno,
a colui che a volte si sente infelice,
solo, triste, disconnesso.
Smettila di dirgli oggi che sia felice,
che sia collegato, in pace,
che sia spirituale e sia pieno di tutto.
A questo bambino non importa un cazzo.
Vuole solo il tuo amore.
Inonda quel triste e solitario
essere interiore con curiosità, comprensione.
Respira su di lui.
Fanculo con tutte le forze del mondo che cercano di danneggiarlo o zittirlo.
E quando questo chiede:
"Mamma, papà, devo essere felice
ed essere perfetto per farmi amare?"
Puoi rispondergli:
"Certo che no!
Ti amo esattamente come sei.
Amo le tue debolezze e le tue imperfezioni,
e il tuo cuore vulnerabile.
Loro sono così belli per me,
e va bene non sentirsi in pace.
Non devi essere felice in questo momento.
Siamo infelici insieme”.
Ora si, questa è la fottuta felicità.
Jeff Foster
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scienza-magia · 4 years
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Riflessioni sul rapporto mago cliente
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Dalla seconda metà del 20° secolo abbiamo assistito al ritorno della magia che si è inserita prepotentemente nel panorama della nuova spiritualità nella quale non esistono chiari e definiti confini tra magia e religione. In questo articolo ci occuperemo del complesso rapporto esistente tra mago e cliente , rapporto che parte dalla base della cosiddetta magia popolare. Dobbiamo dire che tra i clienti dei maghi troviamo individui appartenenti a tutte le classi sociali ivi compresi impiegati dirigenti industriali intellettuali uomini politici attori cantanti. Cercheremo ora di delineare un identikit del mago contemporaneo. Contrariamente all’ immaginario collettivo secondo il quale ad avere poteri magici è soprattutto la donna, ma la maggior parte degli operatori della magia popolare  sono uomini. La Macioti ha diviso in due gruppi i maghi tenendo conto del   loro atteggiamento e dell’ immagine che presentano ai loro clienti: tradizionali e rampanti organizzati. I tradizionali sono sempre persone in prevalenza di modesta origine sociale che hanno mantenuto un forte legame con il mondo rurale . Essi  non ostentano nessun tipo di cultura  magico esoterica  e non utilizzano una strumentazione tecnologia avanzata come il computer per gli oroscopi . La loro clientela è limitata al luogo dove risiedono al massimo alle zone limitrofe . In genere i tradizionali non utilizzano mass media per farsi pubblicità tanto che la loro clientela si espande attraverso meccanismi  di tipo orale , tipici della cultura rurale. Molti di questi maghi dichiarano di essere cattolici praticanti  non tenendo in minima considerazione  il fatto che la Bibbia condanna fermamente tutti i tipi di magia . Per quanto riguarda i rampanti organizzati essi sono gli operatori di magia più numerosi in Italia  dimostrano di essersi perfettamente adeguati alla modernità. Essi agiscono nei contesti urbani e si fanno una sistematica  e costante pubblicità sui vari tipi di mass media nazionali e locali. Tali maghi sono presenti anche sulle pagine gialle delle varie città italiane . Essi sostengono di possedere un alto livello  di cultura magica esoterica ed esibiscono diplomi e lauree di vario tipo . Molti di essi organizzano corsi di magia  astrologia e cartomanzia  ai quali partecipano molte persone . Tali maghi mantengono rapporti molto stretti con i loro clienti che si affidano a loro per risolvere problemi di ogni tipo . Ma a dire dei maghi da dove derivano i loro poteri.
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La maggior parte dei maghi ritiene che i loro poteri derivino da un dono ricevuto da entità soprannaturali di diverso tipo . Altri maghi sono invece convinti che il loro potere è una qualità naturale senza rapporto con entità soprannaturali . In definitiva tutti i maghi sostengono di essere possessori di un dono di origine soprannaturale o parapsicologica a dire dei maghi tale dono avrebbe una realtà talmente oggettiva da potersi manifestare anche al di fuori della volontà del mago . Tali doni possono essere di due tipi ovvero ereditari ed acquisiti . Si parla di doni ereditari  quando la famiglia alla quale appartiene il mago possiede poteri magici da un tempo immemorabile . Si parla invece di doni acquisiti quando i poteri magici vengono acquisiti nel corso della vita non essendo presenti già dall’ infanzia o dall’adolescenza . Ma in che modo un individuo può acquisire il dono se non lo ha ricevuto dalla nascita ? In due modi fondamentali  : creazione di rapporti privilegiati con la dimensione invisibile oppure attraverso l’iniziazione . Per quanto riguarda la prima modalità di acquisizione del dono dobbiamo dire che quasi tutti i maghi affermano di essere protetti da entità soprannaturali . Vogliamo ricordare che alcuni maghi sostengono di essere guidati e protetti da entità positive mentre altri affermano di essere in rapporto con entità malvagie o demoniache . L’altro modo per acquisire il dono è quello di riceverlo attraverso l’iniziazione da un mago. In genere accade che quando un mago raggiunge i 50 anni si preoccupa di trasmettere il suo potere a un successore che a sua volta si impegna ad esercitare tali poteri e a trasmetterli un giorno a un altro individuo da lui scelto  affinché il dono non vada perso  dal momento che non sempre il dono posseduto da un mago si trasmette per via ereditaria a qualcuno dei figli . La trasmissione dei poteri può avvenire sia per via orale che per iscritto . Alcuni maghi trasmettono i loro poteri attraverso la semplice lettura di una formula magica, mentre altri la trasmettono attraverso la scrittura per mezzo di formule magiche manoscritte e personalizzate . A volte l’acquisizione di poteri magici può avvenire attraverso la lettura di libri di magia . Oggi le librerie  sono ricolme di libri di magia mentre in passato i testi riguardanti le pratiche magiche circolavano segretamente tra pochi individui dal momento che si trattava di libri proibiti messi all’indice dalla Chiesa . Oggi i libri di magia un tempo gelosamente segretamente conservati sono diventati oggetti di consumo . Tuttavia i maghi sostengono che tali libri anche se contengono formule magiche molto potenti e pericolose non sono in grado di fornire i poteri magici a tutti quelli che li leggono ma solamente a quelle pochissime persone che sono ritenute dall’entità soprannaturali adatte a gestire tali poteri . Inoltre i maghi sostengono che leggere tali libri può in alcuni casi essere pericoloso in quanto i lettori invece di acquisire poteri magici possono andare incontro a fenomeni spiacevoli a causa di entità diaboliche o di vampiri astrali . Un'altra questione molto dibattuta riguarda l’origine dei poteri magici . In sintesi sono state formulate tre ipotesi per spiegare l’origine e l’esistenza dei poteri magici : l’ipotesi cristiana , l’ipotesi neopagana e l’ipotesi parapsicologica . L’ipotesi cristiana sull’origine dei poteri magici sostiene che tutti i poteri magici provengono dai demoni indipendentemente dal modo in cui tali poteri vengono usati da coloro che praticano la magia inoltre la religione cristiana afferma che anche quando l’entità che concedono agli individui i poteri magici sostengono di essere angeli elfi fate gnomi folletti spiriti della natura divinità pagane non bisogna dare loro ascolto in quanto si tratta di demoni che assumono una falsa identità  . A sua volta l’ipotesi neopagana sull’origine dei poteri magici parte dal presupposto che essi possono essere concessi agli esseri umani da diversi tipi di entità soprannaturali che abbiamo citato in precedenza . Più complicata l’ipotesi parapsicologica sull’origine dei poteri magici : essi sarebbero spiegabili chiamando in causa il potere della mente . Secondo alcuni l’attivazione nel cervello umano del “ fattore psi” presente ma inattivo in tutti gli individui spiegherebbe l’origine dei poteri magici in possesso di alcune persone . In sintesi l’ipotesi parapsicologica si basa sulla convinzione che la mente umana una volta che si sia verificata l’attivazione del fattore psi possieda poteri inimmaginabili come ad es. i poteri magici . Si creerebbe con l’attivazione del fattore” psi” una nuova razza di uomini la cui mente sarebbe in grado non solo di modificare la materia e violare le leggi della fisica   ma sarebbe anche capace di creare gli eventi della vita degli individui emanando delle energie in grado di fare in modo che si verifichino eventi positivi o negativi. In sintesi la mente dopo l’attivazione del fattore psi sarebbe in grado di creare gli eventi con la sola forza del pensiero acquistando quei poteri che oggi vengono definiti magici . Prenderemo ora in considerazione una legge di fondamentale importanza nella visione magica dell’ universo e cioè la legge di analogia e corrispondenza che viene chiamata in causa da tutti i maghi in tutti i loro rituali magici . Tale legge afferma che esisterebbe un legame significativo che unirebbe tutti gli elementi dell’ universo . I primi ad avere l’idea che esistessero dei rapporti sottili fra tutti gli elementi dello universo furono i sacerdoti babilonesi che ritenevano che tutti gli esseri della natura fossero legati tra loro . Secondo la legge di analogia e corrispondenza è possibile agire su un qualunque elemento dell’ universo agendo su un altro elemento corrispondente a quello sul quale si vuole esercitare un’azione magica . In sintesi per la visione magica del mondo l’universo è un organismo composto da parti differenti e distinte, ma strettamente collegate tra loro   (concezione olistica dell’ universo) . Di conseguenza la parte rappresenta e vale il tutto : ad esempio un capello vale tutto il corpo di un individuo . Un altro elemento caratterizzante del pensiero magico è la credenza che tutti gli individui emetterebbero una specie di tossine psichiche in grado di influenzare positivamente o negativamente le altre persone  . A dire degli esoteristi i maghi avrebbero la capacità di controllare incanalare tali energie dirigendola verso determinati obiettivi. Proprio tale capacità di controllare tali energie positive e negative sarebbe alla base del potere dei maghi di influenzare positivamente o negativamente le altre persone . In conclusione possiamo dire che  l’universo magico è come un mondo di simboli dal momento che le tecniche utilizzate dai maghi si basano essenzialmente sull’utilizzazione dei simboli. Prof. Giovanni  Pellegrino Prof. Ermelinda Calabria     Read the full article
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lucdewaele · 4 years
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Lieve lezer,
U streelt dagelijks mijn ego en u weet het niet.
Op 25 juni 2012 maakte ik mijn masterscriptie ‘ijkpunten in de documentaire fotografie’ wereldkundig. Bij het professioneel uitwikkelen ervan was ik bijzonder trots; het voelde aan als een eerste écht boek, een werkstuk van een jaar wroeten en verwonderd zijn, in drukvorm. Naderhand echter werd ik zwaar gekrenkt in mijn mensbeeld, door een compleet en niet mis te verstaan stilzwijgen van de figuren die mij in mijn zoeken begeleid hadden. En nog wat later borrelde een niet geringe woede op, bij het zien van het resultaat: 10/20. Waarde, toegekend door dezelfde mensen waarvan ik de namen onzorgvuldig verborg. Uit schaamte, uit gevoelens gerelateerd aan een degelijke opvoeding – totaal misplaatst overigens -, uit het begroten van de wegsijpelende energie. Maar nu heb ik mijn mening terzake helemaal herzien. Laat mij je geruststellen, niet uit uitgestelde rancune of een laatboeiende misantropie, maar uit bekommernis voor jou, mijn lezer-kijker. En ook wel als het antwoord op de vraag ‘waarom niet?’, maar dan zonder enig gevoel van natrappen. Ik ben een slechte voetballer, altijd geweest. Maar wel steeds een aandachtig toeschouwer en voormalig supporter.Maar laat ik mezelf beperken tot uw dagelijkse streling.
Een blik over de schouder, geloodst door een eenrichtingsspiegel.
Ik zag onlangs het theaterstuk ‘True Copy’, van het gezelschap Berlin, omtrent het reilen en omzeilen in de kunstwereld, door montere Hollander Geert-Jan Jansen, een notoire kunstoplichter – ‘verlichter’, zegt hij zelf, want hij klaarde de ongerieflijke klussen van echte artiesten. In het stuk fileert hij de grote meesters der Kunst, hun biografen, hun experten, hun waardebepalers, hun beschermende verzamelaars, luchtig en meedogenloos. Jansen doet dit op een haalbare, passabele manier: direct, zonder omzwachtelingen, zonder poespas. Appel en co, ze blijken gortiger dan Jansen zelf. De verlichter-vervalser in een perfecte parasitaire symbiose met bekende bedotters en hun entourage.
Sta mij toe dat ik over dit theatrale meesterwerkje verder niets meer verklap – je moet het gewoon gaan zien. Volledig in lijn met mijn mantra omtrent het medium fotografie en de maakbaarheid van kunstfotografen.
Of misschien toch nog dit: het kijken naar kunst, het ontrafelen van de woorden van kunstexperts, het wordt anders, helemaal anders na de voorstelling.
Ah ja, ik was het bijna vergeten. De namen van mijn waardeschatters, haalbaar en passabel vermeld in de marges. De namen dus van kolderieke mensen die van ver of dicht bij mijn scriptie betrokken waren: Decan Liesbeth, Goiris Geert, Vanvolsem Maarten Dr., Konrad Aglaia, Gildemyn Marie-Pascale. Wellicht vergeet ik enkelingen/zonderlingen, ‘gerenommeerde fotografen en beeldend kunstenaars, bevlogen docenten’, zoals de wervingstekst ook nu nog verkondigt. Misschien heeft tijd toegeslagen in hun bestaan – of de immanente onvruchtbaarheid. Maar vermeld mogen ze worden, ook al is internet een no-go zone in hun anoniem bestaan. Haalbaar en passabel – het zal hen maar overkomen, prutsend aan de mechanica van de mythe.
Zoals ik zei, streelt u mijn ego, en tot mijn verwondering, zowat dagelijks. In één zin gesteld: de scriptie wordt elke dag van de week gedownload in alle hoeken van het internet. En dat baart zorgen en geginnegap. Zorgen, omdat het wellicht wat gedateerde informatie is, en een milde vorm van glimlachen, omdat mijn bevindingen misschien voor anderen wat opbrengen. Punten bijvoorbeeld.
En natuurlijk zullen enkelingen mij kortstondig berispen, met de roep naar wat mentale verpleging. De oproep tot erbarmen klopt – alles wat men denkt en orakelt, pantsert het eigen hachje – een daad die Geert-Jan Jansen sterk uitspeelt. Oeps, alweer iets verklapt – straks staat Berlin (www.berlinberlin.be) aan mijn deur en eist het gezelschap tenminste een mea culpa met terugwerkende kracht.
De plaaggeest in mij – die van bescheidenheid de poeslieve kantjes afrijdt – hoopt deze lieden een beetje teleur te stellen. Het niet-faciliteren van het vinden van mijn bevindingen omtrent documentaire fotografie is nu een feitje. Zoek op de wijze van Belgische bisschopjes, ‘in het verborgene’. De spiritualiteit die zich schuilhoudt in katholieke middens is dezelfde als wat ik aantrof in academische kunstkringen – maar dat is een ander traktaat.
Uw streling is mij dagelijks voldoende. En dan naadloos overgaan naar gewoon ‘beelden’.
Dat laatste mag ook als verkleinwoord – ‘beeldjes’. Een traject van ‘verkleinen’ zoals mijn geloof in bovenvermelde kenners. En die, in weerwil van zichzelf, mij een geloof bijbrachten, dat sterker is dan ooit tevoren. Met dat verschil: ik hoef geen façade van stilzwijgen en schijnvernuft op te houden. Voor de heer Jansen hoeft dit ook niet meer.
Mijn adembenemende bronnen – le mie risorse mozzafiato.
  Un tentativo di conciliare l’italiano con la mia lingua madre.
Potete sempre correggermi – mi piace imparare.
Caro lettore, cara lettrice,
Accontentate il mio proprio ego ogni giorno e non lo sapete. Il 25 giugno 2012 ho pubblicato la mia tesi di laurea “punti di riferimento nella fotografia documentaria”. Ero particolarmente orgoglioso della pubblicazione; sembrava un primo libro vero, un saggio, che rappresentava un anno entero di lavori pesanti e di meraviglia. Successivamente, sono stato gravemente ferito da un silenzio completo e inconfondibile delle figure che mi hanno guidato nella mia ricerca. E poco dopo è emersa una rabbia notevole, visto il risultato: 10/20. Valore concesso dalle stesse persone di cui ho da allora nascosto con incura i suoi nomi. Per vergogna, per sentimenti legati a un’educazione decente – totalmente ingiustamente, a proposito – dal bilancio dell’energia che filtra. Ma ora ho completamente rivisto la mia opinione su questo. E lasciatemi rassicurarvi, non dal ritardo del risentimento o da un’affascinante misantropia, ma per preoccupazione per voi, miei ​​lettori-spettatori. E anche come risposta alla mia propria domanda “perché no?”. Ma poi senza alcun senso di vendetta. (Sono sempre stato un cattivo giocatore di football. Ma sempre uno spettatore attento ed ex sostenitore).
Lasciatemi concentrare sulla tua carezza quotidiana.
Uno sguardo sopra la spalla, guidato attraverso uno specchio unidirezionale.
Di recente ho visto il pezzo teatrale “True Copy”, della compagnia belga ‘Berlin’, sui segreti e sugli angoli del mondo dell’arte, dall’ allegro olandese Geert-Jan Jansen, un noto truffatore d’arte – “illuminatore”, dice, perché ha alleviato il lavoro degli artisti. Nella commedia filetta gli artisti rinomati, i loro biografi, i loro esperti, i loro valutatori, i loro collettori protettivi – leggeramente e con tolleranza zero. Jansen lo fa in un modo fattibile, passabile: direttamente, senza cambiamenti, senza complicazioni. Appel e co, si rivelano più snervanti dello stesso Jansen. L’illuminatore-falsario in una perfetta simbiosi parassitaria con noti ingannatori e il loro entourage.
Consentitemi, tra l’altro, di non dire altro su questo capolavoro teatrale: non vi resta che vederlo. Completamente in linea con il mio mantra sulla fotografia e sulla producibilità dei fotografi d’arte.
O forse questo: guardare l’arte, svelare le parole degli esperti d’arte, sarà diverso, completamente diverso dopo questa performance.
Ah sì, quasi dimenticato. I nomi dei miei valutatori, dichiarati in modo fattibile e passibile. I nomi delle persone più burlesche chi sono state coinvolte da lontano o vicino alla mia tesi: Decan Liesbeth, Goiris Geert, Vanvolsem Maarten Dr., Konrad Aglaia, Gildemyn Marie-Pascale. Forse dimentico alcune persone / alcuni tipi eccentrici, i “fotografi e artisti visivi famosi, gli insegnanti ispirati”, poiché il testo a scopo pubblicitario. Forse il tempo ha colpito la loro esistenza – o l’infertilità immanente. Ma possono essere menzionati, anche se Internet è una zona di non accesso nella loro esistenza anonima. Fattibile e passabile – vi accadrà per caso, armeggiando con la meccanica del mito.
Come ho detto, accarezzate il mio ego e, con mia sorpresa, quasi ogni giorno. In una frase: la tesi viene scaricata tutti i giorni della settimana in tutti gli angoli del mondo. E questo preoccupa e fa ridere la gente. Preoccupazioni da mia parte, perché potrebbero essere alcune informazioni obsolete e anche una lieve forma di sorrisi, perché le mie scoperte potrebbero essere utili ad altri. Punti per esempio.
E’ naturalmente alcune persone mi rimprovereranno brevemente, con la richiesta di cure mentali. Esattamente. Il richiamo alla misericordia è vero – tutto ciò che si pensa e preannuncia, dovrebbe salvarsi la propria pelle – un atto che Geert-Jan Jansen interpreta con forza. Oops, ancora una volta qualcosa si rivela – presto Berlino (www.berlinberlin.be) sarà alla mia porta e la compagnia teatrale chiederà almeno un mea culpa con effetto retroattivo. Lo spirito scherzoso in me – che sta spingendo i limiti della modestia – spera di deludere un po’ queste persone. Non facilitare la ricerca dei miei risultati sulla fotografia documentaria è ormai un dato di fatto. Cerca alla maniera dei vescovi belgi. O alla maniera dei cattolici universali. ‘Nel nascosto’. La spiritualità che si annida negli ambienti cattolici è la stessa che ho trovato negli ambienti accademici dell’arte – ma questo è un altro trattato.
La tua carezza è sufficiente per me ogni giorno. E poi passiamo senza interruzioni alle “immagini”. Quest’ultima parola può anche essere usata in senso diminutivo – ‘immaginette’. Una traiettoria di ‘restringimento’ come la mia convinzione nei summenzionati esperti.. E quelli che, nonostante se stessi, mi hanno insegnato una convinzione più forte che mai. Con quella differenza: non devo sostenere una facciata di silenzio e ingegniosità falsa. Nemmeno il signor Jansen è obbligato a farlo.
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Geen Kerstgedachte – nessun pensiero natalizio Lieve lezer, U streelt dagelijks mijn ego en u weet het niet. Op 25 juni 2012 maakte ik mijn masterscriptie…
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suole-di-scarpe · 2 years
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Non si può contare , contando
E’ noto, in un contesto ecclesiale, usare come metro di misura per l’opera di Dio, il “numero”. Tra gli Ecclesiastici si porta avanti la tesi che sostiene che la veridicità dell’opera di Dio si basa sulla quantità - a discapito, a volte, della qualità. Una comunità religiosa “nuova” è davvero opera di Dio se dimostra di avere “vocazioni”, ossia, numeri di persone che aderiscono ad un certo stile di vita o spiritualità, e questo numero deve perpetuarsi nel tempo. Ho visto con i miei occhi realtà piene di affanno e schiacciate da questa sentenza di condanna; ho visto persone umiliate sotto il peso di una “maledizione” imposta che mi ha ricordato la madre di Sansone (Gdc 13-14); Anna la madre di Samuele (1Sam) per finire ad Elisabetta, la madre di Giovanni Battista (Lc 1,26-38), e potrei citarne altri. Donne sterili, umiliate perchè non sono state “benedette” da Dio con una discendenza. La famosa teologia della retribuzione. Nonostante gli sforzi dello stesso Gesù di Nazareth, il Cristo, ancora oggi serpeggia questa falsa e, ripeto, falsa interpretazione dei progetti di Dio. In Dio non esiste vittoria o sconfitta. In Dio esistono solo “progetti di pace e non di sventura per un futuro pieno di speranza” (Ger 29,11). Dio non disprezza nulla di quanto ha creato. L’umanità, costretta nei limiti spazio-tempo, vive una realtà contingente “finita” ed è per questo che i progetti di Dio, nel tempo, hanno un tempo. Alcuni più brevi, come le vita delle farfalle, altri più lunghi come quelli di una tartaruga, ma guai a noi se consideriamo la dignità della tartaruga più alta rispetto a quella della farfalla per la sola “quantità” di vita. Non si può contare, contando...ogni realtà, breve o lunga che sia, numericamente superiore o inferiore rispetto ad altre, comprensibile alla mia coscienza o incomprensibile, lontana o vicina alla mia vita....ogni realtà è amata da Dio, da lui pensata, progettata colma di speranza e pace. Ciò che davvero conta è “essere” ciò che “siamo” in pienezza perchè la vera “lode di Dio” è l’uomo (e la donna) vivente! Ceci
#pensieri #thinking #dignità #teologia #informazione #coscienza #riflessione
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donato33 · 3 years
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IL GRANELLINO🌱 (Gv 1,43-51) Il Vangelo di oggi ci offre una ricchezza d'insegnamenti. Sarebbe troppo lungo enumerarli tutti. Perciò ti dico subito l'insegnamento che mi ha colpito di più. L'ipocrisia è un peccato molto grave. Gesù elogia Natanaele perché la sua mente pensa sinceramente, la sua bocca parla sinceramente e il suo cuore ama sinceramente. Natanaele è tutto essere senza apparire. In altre parole, egli non è un attore, non vive per piacere agli altri. Il suo "io", immagine e somiglianza di Dio, non è coperto dell'immondizia dell'ipocrisia che è un peccato contro lo Spirito Santo, Spirito di verità. Chi può entrare nel tempio di Dio? Chi ha cuore puro e non dice menzogne, risponde il salmista. L'ipocrisia è come una nuvola nera davanti al sole. È vero che l'ipocrisia si trova ovunque, ma, come dice santa Teresa d'Avila, germoglia soprattutto nei gruppi di spiritualità, nei conventi e nelle comunità religiose dove bisogna apparire santi. Bene, che il vento dello Spirito Santo spazzi via da noi ogni sentimento falso, ogni parola falsa, ogni preghiera falsa, ogni gesto di carità falso e ogni sguardo falso. La carità non abbia finzioni, dice san Paolo. Che il nostro "io" risplenda della verità e carità di Dio! Amen. Alleluia. (Padre Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti) PS. Se vuoi imparare ad ascoltare la voce dello Spirito, leggi i seguenti libri di P. Lorenzo: APRITE LE PORTE A CRISTO...IL GRANDE REGISTA...VIENI, SPIRITO SANTO! Per richiederli, telefona ai seguenti numeri: 331 3347521 - 3493165354 - 3388265226. (presso Apricena) https://www.instagram.com/p/CJpzcFsrD2F/?igshid=3hdfy4jrqawj
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scogito · 9 months
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Convinzioni malate di purezza.
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gesau-it · 5 years
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Rappresenterà tutto l’opposto della Vera Parola di Dio. Sarà un libro che si proporrà di evangelizzare il mondo affinché creda nell’importanza dell’umanesimo.
La cifra “1” verrà utilizzata come simbolo nel libro nuovo e la gente indosserà un distintivo, per dichiarare pubblicamente la propria fedeltà a questa alleanza mondiale. Tutto é pronto, in modo che, quando l’anticristo uscirà allo scoperto, si vedrà chiaramente il ruolo importante che questo libro svolgerà nella sua dittatura. Esso avallerà ogni falsa dottrina, ogni falsità agli Occhi di Dio, tutte le menzogne e la pericolosa filosofia, che indurranno in grave errore tutti coloro che ne accetteranno il contenuto. La capacità delle persone di discernere il bene dal male, sarà indebolita a causa di esso. La loro moralità sarà messa in discussione ed il paganesimo, travestito da “religione che accoglie tutti”, sarà astutamente intessuto in ogni paragrafo.
Molte persone vorranno comprare questo libro, poiché sarà considerato come una sorprendente svolta nel mondo della politica. Questo libro promuoverà una forma di comunismo, ma sarà visto come un qualcosa dotato di una spiritualità assolutamente unica, la quale toccherà i cuori di molti. Rappresenterà tutto l’opposto della Vera Parola di Dio. Sarà un libro che si proporrà di evangelizzare il mondo affinché creda nell’importanza dell’umanesimo. Esso glorificherà l’umanità, l’intelligenza dell’uomo, il progresso dell’uomo, la grande capacità scientifica dell’uomo e l’importanza di governare tutti i paesi allo stesso modo.
6 Giugno 2014 – La Madre della Salvezza: La cifra “1” verrà usata come un simbolo nel nuovo libro
Mia amata figlia, i nemici di mio Figlio presenteranno presto al mondo un libro malvagio, che avrà il numero “1” incorporato nella sua copertina, in rosso e nero, con la testa di una capra nascosta all’interno del suo disegno.
A tutti coloro che non dubitano di nulla, questo libro sarà presentato come una importante pubblicazione che avrà lo scopo di unificare il mondo. Sarà considerato come la più grande fonte a cui attingere per determinare l’unità del mondo ed incoraggerà tutti coloro che lo leggeranno, ad adattarsi ad un nuovo modo di pensare, di credere in sé stessi e di essere condiscendenti nei propri confronti, in modo da potersi unire, in un solo gruppo, insieme ad altri che seguono questo percorso che conduce all’auto-glorificazione. Questo libro si trasformerà in una dottrina per unire tutte le nazioni, tutte le religioni, tutta la politica, tutte le leggi ed i punti di vista economici. Sarà utilizzato per creare un’unica nuova società mondiale ormai priva di qualsiasi religione che onora mio Figlio, Gesù Cristo. Farà parte dei programmi scolastici e tutti i governi saranno incoraggiati ad adottare la sua filosofia come parte integrante delle costituzioni dei loro paesi.
La cifra “1” verrà utilizzata come simbolo nel libro nuovo e la gente indosserà un distintivo, per dichiarare pubblicamente la propria fedeltà a questa alleanza mondiale. Tutto é pronto, in modo che, quando l’anticristo uscirà allo scoperto, si vedrà chiaramente il ruolo importante che questo libro svolgerà nella sua dittatura. Esso avallerà ogni falsa dottrina, ogni falsità agli Occhi di Dio, tutte le menzogne e la pericolosa filosofia, che indurranno in grave errore tutti coloro che ne accetteranno il contenuto. La capacità delle persone di discernere il bene dal male, sarà indebolita a causa di esso. La loro moralità sarà messa in discussione ed il paganesimo, travestito da “religione che accoglie tutti”, sarà astutamente intessuto in ogni paragrafo.
Molte persone vorranno comprare questo libro, poiché sarà considerato come una sorprendente svolta nel mondo della politica. Questo libro promuoverà una forma di comunismo, ma sarà visto come un qualcosa dotato di una spiritualità assolutamente unica, la quale toccherà i cuori di molti. Rappresenterà tutto l’opposto della Vera Parola di Dio. Sarà un libro che si proporrà di evangelizzare il mondo affinché creda nell’importanza dell’umanesimo. Esso glorificherà l’umanità, l’intelligenza dell’uomo, il progresso dell’uomo, la grande capacità scientifica dell’uomo e l’importanza di governare tutti i paesi allo stesso modo.
Tutto è programmato per garantire che l’anticristo venga accolto con grandi festeggiamenti. Non fate errori: questo libro sarà manipolato da colui che dichiarerà sé stesso il re del mondo, e tutte le genti saranno entusiaste di conoscere un mondo nuovo, un nuovo inizio ed un nuovo leader. Con il tempo, egli sarà accolto nella Chiesa di mio Figlio mediante il libro dell’eresia, e quando siederà sul trono, nel nuovo tempio, tutti lo tratteranno come se fosse il Cristo; poco dopo, egli ingannerà totalmente il mondo facendogli credere che è il mio stesso Figlio, Gesù Cristo.
Quello sarà il tempo di grandi e copiose lacrime, lacrime che saranno versate dal Cielo a causa dell’inganno che coinvolgerà tante persone. Tutti questi preparativi sono già iniziati e ed in ugual modo, anche Dio si prepara a lottare per tutti coloro che cadranno sotto l’influenza dell’anticristo. Preparatevi bene, cari figli, poiché avrete bisogno di ogni genere di aiuto da parte del Cielo per sostenervi durante i tempi a venire.
Procedete con speranza, poiché tale periodo sarà breve, in quanto Dio non permetterà alla bestia di regnare per un tempo più lungo del necessario, conformemente alle Sacre Scritture. Abbiate fiducia, speranza e siateGli grati per aver ricevuto ora la Verità, poiché in questo modo avrete la possibilità di prepararvi. Rendete sempre grazie a Dio per avervi concesso una tale Misericordia, in quanto Egli è così Generoso che più Lo invocate, per mezzo del Suo diletto Figlio, più Egli attenuerà l’impatto di tali prove.
La vostra amata Madre
Madre della Salvezza
https://gesuallumanita.blogspot.com/2014/06/6-giugno-2014-la-madre-della-salvezza.html
╔══════════ ೋღ❤ღೋ ═════════╗
║*˛˚ღ •˚ ˚˚ ✰* ★
║✰Informazioni da non dimenticare ✰
║˚. ★ *˛ ˚♥* ✰
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- Ogni Venerdì offriamo il digiuno:  Crociate per offrire il digiuno 34; 42; 58; 103, qua
 - L’importanza del digiuno e dell’abnegazione, qua
- PRIMO GIORNO: Tre giorni di preghiera per l'Esercito Rimanente, Benedetto XVI e MDM, (Venerdì, Sabato e Domenica) , qua
- ✝ ✝ OGGI OGGI! Catena di preghiera per proteggere l’Europa e per la pace del mondo, 13 settembre , qua
- Quinto: 🌹🌹 NOVENA DELLE ROSE in onore di Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona di questo gruppo, dal 9 al 17 settembre, qua 
- UMANESIMO - Libro della Verità (Messaggi per argomento). "Fate attenzione quando accettate l’umanesimo, poiché quando lo fate, voi troncate ogni legame con Me", Gesù, Libro della Verità, 27 Luglio 2013, qua 
- ღ❤ღ Pubblicando questo su richiesta di Maria della Divina Misericordia. Per favore, pregate per questa Santa Missione, qua 
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 ♦ IN EVIDENZA, le informazioni da non perdere. GIORNATE DI PREGHIERA, •♥ Settembre♥•,  qua
-- ❤¯`•.¸☆ UN PICCOLO SUGGERIMENTO: Per seguire il nostro gruppo ogni giorno senza perdere niente , raccomandiamo di leggere il post del giorno con le informazioni da non dimenticare qua o qua e poi leggere tutti gli altri aggiornamenti su twitter qua 
- (¯♥♥¯) ¯¯-:¦:-¯¯¯¯-:¦:-¯¯(¯♥♥¯) Cerchiamo 100 persone che recitino 3 Rosari ogni giorno per salvare l'Italia,qua Vorremmo sapere il numero effettivo delle persone che lo stanno  realmente ancora facendo, perciò se vi siete inscritti in precedenza vi preghiamo di confermare la vostra adesione,  in modo da capire quanti siamo  al giorno d'oggi. Se ancora non vi siete decisi, vi invitiamo calorosamente ad iscrivervi,  per il bene dell'Italia. Fino al 15 ottobre 2018 hanno aderito,  confermando le iscrizioni precedenti ed includendo nuovi iscritti, 34 persone.  - ┊☆┊★  ORA CONCEDERÒ POTERI E GRAZIE SPECIALI A TUTTI VOI CHE ADERITE AL MIO DESIDERIO DI RECITARE LE MIE CROCIATE DI PREGHIERA.Le vostre preghiere saranno sempre ascoltate in Cielo, quindi dovete continuare a pregare con fervore per mitigare le azioni malvagie, qua  
- L’amore e l’adorazione in abbondanza vi rendono più forti e più calmi (facciamo al meno un'ora di adorazione eucaristica alla settimana), qua-I favori concessi quando ricevete il Corpo di Mio Figlio (andiamo a messa e riceviamo la eucaristia tutti i giorni), qua
 -   ….•*✿./•. *✿ Abbiamo aggiornato la nostra Rassegna Stampa, qua
-  ┊✝✝ Per favore PREGATE PER QUESTA MISSIONE e in particolare per il nostro gruppo Gesù all'umanità, Italia, abbiamo bisogno della vostre preghiere. Si prega di essere consapevoli che ci sono presunti veggenti che stanno cercando di collegarsi a questa Missione, rivelando falsi messaggi che non vengono da Dio e, nel processo, stanno portando le persone lontano dalla verità, qua
- ✝✝ 🛐 DIRETTA GRUPPO DELLA CROCIATA DI PREGHIERA, ogni giovedì alle 20.30, qua
►►PER TUTTE LE INFORMAZIONI LEGGERE  qua 
source http://messaggidivinamisericordia.blogspot.com/2019/09/rappresentera-tutto-lopposto-della-vera.html
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sophiaepsiche · 5 years
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La ricerca della felicità (II)
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“La felicità è la tua vera natura” (Ramana Maharshi)
Capire che ‘avere ciò che vogliamo’ non equivale ad ‘essere felici’ è già molto difficile, come abbiamo visto nello scorso articolo. Eppure nella ricerca del piacere non facciamo che incappare nella paura e nel dolore, praticamente sempre, è solo questione di tempo!
Chi finalmente sviluppa il discernimento che questa corsa a cose o sentimenti provenienti dall’esterno non porta alla vera felicità ma piuttosto alla ripetizione del ciclo piacere/dolore, deve arrivare a capire qualcosa di ancor più sottile.
Chi ha fatto i conti con il suo materialismo ed è arrivato a non desiderare oggetti inutilmente, infatti, potrebbe essere bravo a scartare la falsa pista ma ancora confuso sulla reale natura della felicità.
Non si può negare che quando un problema si risolve, quando siamo amati da chi vorremmo ci amasse e possediamo ciò che ci è necessario proviamo una sensazione di benessere. Possiamo dire che non durerà per sempre, lo abbiamo capito che tutto è impermanente, ma se ci chiediamo a cosa sia dovuta quella meravigliosa sensazione che proviamo anche solo per poco, anche durasse un solo momento, sappiamo rispondere? Forse ancora no. Ed è importante saperlo per poter essere felici.
Esploriamo insieme le possibili risposte:
Chi è preda del piacere dirà che è l’oggetto desiderato, finalmente posseduto, a dargli quella sensazione di felicità, ma per chi guarda più a fondo si palesa una realtà differente. Infatti, paradossalmente, a volte è proprio chi perde un oggetto desiderato che riesce ad essere felice… pensateci: quante persone che dovrebbero essere infelici perché hanno perso tutto, sono invece più felici di noi che abbiamo tutto? Vi siete mai chiesti il perché?
Quest’ultimo caso prova inconfutabilmente che non può essere l’oggetto desiderato e posseduto a dare felicità. Cosa scatta in entrambi i casi?
Cosa succede, in realtà, dentro di noi, quando otteniamo ciò che vogliamo, che ci fa stare bene? E cosa succede in chi, pur avendo perso ciò che desiderava, riesce a star bene? Devono avere qualcosa in comune. Qual è il vero segreto?
Ebbene in entrambi i casi ci fermiamo.
O per soddisfazione ed estasi, o per resa al destino, smettiamo di dimenarci.
Questo è il segreto della felicità.
Non appena ricominciamo a volere qualcosa che non abbiamo o non appena ricominciamo a scappare da qualcosa che abbiamo e non vogliamo, ci stiamo allontanando dalla realtà e cadiamo preda del piacere/dolore. Ma se ci fermiamo, torniamo sereni e felici.
È, quindi, proprio il movimento mentale a causare il dolore. Solo come conseguenza di questo movimento psicologico proviamo desiderio, paura e dolore e non per la realtà dei fenomeni e il possedimento di beni o persone.
Chi riesce a ‘stare’ con ciò che è, senza muoversi, riesce ad ‘essere’, ed essere, nella sua forma più pura è già essere felici. Questa è anche la scoperta della spiritualità: dell’essere, contrapposto all’avere.
Chi riesce ad essere, senza voler ‘avere’ (desiderio) o senza soffrire per ciò che non ‘ha’ (dolore), scopre ben presto che non serve nulla per essere felici.
Tutto il movimento del desiderio e del dolore ha a che fare con l’avere, con ciò che è esterno, è una continua ricerca, lotta, una corsa incessante per ciò che non è già in noi.
In noi c’è tutto ciò che serve per essere felici, ma questo, ahimè, solo una persona davvero spirituale può scoprirlo.
Chi scopre la pura essenza dell’essere, sa che il solo fatto di dimorare in sé, senza muoversi, è pura felicità.
Quanti sannyasi hanno vissuto pieni di gioia estatica nelle caverne con un solo drappo di stoffa addosso? Qual è il loro segreto, se non questo! E quanti, al contrario, seppur rinunciando agli oggetti materiali non hanno trovato davvero la pace interiore? Per quale motivo?
Perché la rinuncia è mentale!
E il bello è proprio questo: non serve andare nelle caverne e rinunciare fisicamente agli oggetti e all’’avere’, la rinuncia è solo psicologica, mentale, rappresenta  l’uscita dal ciclo del ‘voler avere/non avere’ questo o quello.
Un maglione, un divano o un partner non possono né prevenire, né dare la felicità, il problema non è costituito dagli oggetti in sè. Il problema risiede nell’ignoranza di considerarli portatori di felicità e nella conseguente corsa agli ‘oggetti’ del desiderio. Quando capiamo che la causa del dolore è il movimento esterno, la corsa stessa, (che sia verso il piacere o lontano dalla paura non cambia nulla) quando sappiamo che è il movimento a farci star male allora sappiamo che dobbiamo fermarci. E torniamo a dimorare in noi, a stare fermi nell’‘essere’.
Il puro ’essere’ è assoluto e felice, non viene influenzato dagli eventi esterni, è sereno a prescindere dall’avere: l’avere è relativo, è intaccato dalla materia labile e impermanente, l’essere è assoluto.
Ed è proprio nello scoprire l’Assoluto che troviamo la pace e l’estasi della vera felicità.
Scegli di fermarti, dunque, o almeno provaci! Indaga e scopri la tua vera natura.
Vedrai tu stesso: se riesci a fermare la tua mente, anche il dolore cesserà.
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Rappresenterà tutto l’opposto della Vera Parola di Dio. Sarà un libro che si proporrà di evangelizzare il mondo affinché creda nell’importanza dell’umanesimo.
La cifra “1” verrà utilizzata come simbolo nel libro nuovo e la gente indosserà un distintivo, per dichiarare pubblicamente la propria fedeltà a questa alleanza mondiale. Tutto é pronto, in modo che, quando l’anticristo uscirà allo scoperto, si vedrà chiaramente il ruolo importante che questo libro svolgerà nella sua dittatura. Esso avallerà ogni falsa dottrina, ogni falsità agli Occhi di Dio, tutte le menzogne e la pericolosa filosofia, che indurranno in grave errore tutti coloro che ne accetteranno il contenuto. La capacità delle persone di discernere il bene dal male, sarà indebolita a causa di esso. La loro moralità sarà messa in discussione ed il paganesimo, travestito da “religione che accoglie tutti”, sarà astutamente intessuto in ogni paragrafo.
Molte persone vorranno comprare questo libro, poiché sarà considerato come una sorprendente svolta nel mondo della politica. Questo libro promuoverà una forma di comunismo, ma sarà visto come un qualcosa dotato di una spiritualità assolutamente unica, la quale toccherà i cuori di molti. Rappresenterà tutto l’opposto della Vera Parola di Dio. Sarà un libro che si proporrà di evangelizzare il mondo affinché creda nell’importanza dell’umanesimo. Esso glorificherà l’umanità, l’intelligenza dell’uomo, il progresso dell’uomo, la grande capacità scientifica dell’uomo e l’importanza di governare tutti i paesi allo stesso modo.
6 Giugno 2014 – La Madre della Salvezza: La cifra “1” verrà usata come un simbolo nel nuovo libro
Mia amata figlia, i nemici di mio Figlio presenteranno presto al mondo un libro malvagio, che avrà il numero “1” incorporato nella sua copertina, in rosso e nero, con la testa di una capra nascosta all’interno del suo disegno.
A tutti coloro che non dubitano di nulla, questo libro sarà presentato come una importante pubblicazione che avrà lo scopo di unificare il mondo. Sarà considerato come la più grande fonte a cui attingere per determinare l’unità del mondo ed incoraggerà tutti coloro che lo leggeranno, ad adattarsi ad un nuovo modo di pensare, di credere in sé stessi e di essere condiscendenti nei propri confronti, in modo da potersi unire, in un solo gruppo, insieme ad altri che seguono questo percorso che conduce all’auto-glorificazione. Questo libro si trasformerà in una dottrina per unire tutte le nazioni, tutte le religioni, tutta la politica, tutte le leggi ed i punti di vista economici. Sarà utilizzato per creare un’unica nuova società mondiale ormai priva di qualsiasi religione che onora mio Figlio, Gesù Cristo. Farà parte dei programmi scolastici e tutti i governi saranno incoraggiati ad adottare la sua filosofia come parte integrante delle costituzioni dei loro paesi.
La cifra “1” verrà utilizzata come simbolo nel libro nuovo e la gente indosserà un distintivo, per dichiarare pubblicamente la propria fedeltà a questa alleanza mondiale. Tutto é pronto, in modo che, quando l’anticristo uscirà allo scoperto, si vedrà chiaramente il ruolo importante che questo libro svolgerà nella sua dittatura. Esso avallerà ogni falsa dottrina, ogni falsità agli Occhi di Dio, tutte le menzogne e la pericolosa filosofia, che indurranno in grave errore tutti coloro che ne accetteranno il contenuto. La capacità delle persone di discernere il bene dal male, sarà indebolita a causa di esso. La loro moralità sarà messa in discussione ed il paganesimo, travestito da “religione che accoglie tutti”, sarà astutamente intessuto in ogni paragrafo.
Molte persone vorranno comprare questo libro, poiché sarà considerato come una sorprendente svolta nel mondo della politica. Questo libro promuoverà una forma di comunismo, ma sarà visto come un qualcosa dotato di una spiritualità assolutamente unica, la quale toccherà i cuori di molti. Rappresenterà tutto l’opposto della Vera Parola di Dio. Sarà un libro che si proporrà di evangelizzare il mondo affinché creda nell’importanza dell’umanesimo. Esso glorificherà l’umanità, l’intelligenza dell’uomo, il progresso dell’uomo, la grande capacità scientifica dell’uomo e l’importanza di governare tutti i paesi allo stesso modo.
Tutto è programmato per garantire che l’anticristo venga accolto con grandi festeggiamenti. Non fate errori: questo libro sarà manipolato da colui che dichiarerà sé stesso il re del mondo, e tutte le genti saranno entusiaste di conoscere un mondo nuovo, un nuovo inizio ed un nuovo leader. Con il tempo, egli sarà accolto nella Chiesa di mio Figlio mediante il libro dell’eresia, e quando siederà sul trono, nel nuovo tempio, tutti lo tratteranno come se fosse il Cristo; poco dopo, egli ingannerà totalmente il mondo facendogli credere che è il mio stesso Figlio, Gesù Cristo.
Quello sarà il tempo di grandi e copiose lacrime, lacrime che saranno versate dal Cielo a causa dell’inganno che coinvolgerà tante persone. Tutti questi preparativi sono già iniziati e ed in ugual modo, anche Dio si prepara a lottare per tutti coloro che cadranno sotto l’influenza dell’anticristo. Preparatevi bene, cari figli, poiché avrete bisogno di ogni genere di aiuto da parte del Cielo per sostenervi durante i tempi a venire.
Procedete con speranza, poiché tale periodo sarà breve, in quanto Dio non permetterà alla bestia di regnare per un tempo più lungo del necessario, conformemente alle Sacre Scritture. Abbiate fiducia, speranza e siateGli grati per aver ricevuto ora la Verità, poiché in questo modo avrete la possibilità di prepararvi. Rendete sempre grazie a Dio per avervi concesso una tale Misericordia, in quanto Egli è così Generoso che più Lo invocate, per mezzo del Suo diletto Figlio, più Egli attenuerà l’impatto di tali prove.
La vostra amata Madre
Madre della Salvezza
https://gesuallumanita.blogspot.com/2014/06/6-giugno-2014-la-madre-della-salvezza.html
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pangeanews · 4 years
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“Spirito! Io scruto soggiogate tutte le passioni”. Il Terzo Regno nella parola poetica. Da Gioacchino da Fiore a John Keats
Apocalisse. Il termine non evoca un’emozione positiva, intriso ormai di connotazione punitiva, catastrofica e distruttiva. Pensare “apocalitticamente” invece potrebbe essere un approccio vitale molto diverso, per molti versi opposto, e rappresentare una speranza condivisa di felicità. Per raggiungere o penetrare, forse anche solo intravedere o averne una minima consapevolezza, ciò che è il Terzo Regno, è necessaria un’Apocalisse e il suo frutto più succoso, che non è affatto la distruzione, ma la rivelazione, e una costruzione altra.
L’errore ha portato a una serie di rivoluzioni nella modernità, imperi, dittature, ideologie, terrorismi, che hanno solo saputo distruggere, senza che nessuno sia stato mai in grado di compiere mai il vero atto apocalittico: ricostruire.
Il Terzo Regno, la grande ricostruzione, forse l’abbiamo perduto, forse ci ha sfiorato e non l’abbiamo riconosciuto, forse lo stiamo ancora aspettando, sfiniti, da almeno otto secoli, da quando l’abate Gioacchino da Fiore, calabrese e stupefacente rivoluzionario gettato molto presto nel paiolo dell’eresia, ribaltò l’intuizione tolemaica del tempo, introducendo una visione apocalittica, e dunque profetica e infinita, dell’avvento dello Spirito, inteso come terza era, dopo le due ormai trascorse del Padre e del Figlio.
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Le immagini sono tratte dal Liber Figurarum, che illustra il pensiero teologico di Gioacchino da Fiore. Il codice miniato più antico dei tre noti è custodito a Oxford
L’elaborazione concettuale di Gioacchino, di immensa complessità teologica e psicologica, va ben oltre la sfera del sacro, e si introduce con forza dirompente nella storia, ponendo le basi per tutto il pensiero contemporaneo, in particolare quello laico, e decretando imprescindibili paradigmi della modernità.
Il suo pensiero è stato studiato molto e sotto diversi aspetti, perfino Barack Obama lo cita spesso nella sua tesi di laurea, lo stesso marxismo, sì, quello della morte di Dio, per molti versi è figlio di questa evoluzione storica, intesa come fuga in avanti per l’avvento di una società ideale, e perfino molta parte del costrutto concettuale del Terzo Reich (terzo non a caso). Difficile trarne un’interpretazione comune, impossibile segnarne una conclusione, imprescindibile considerarci figli di elaborazioni infinite di un pensiero che spezzò la concezione primordiale del nostro svolgerci nella storia.
Un’interpretazione cui non ci si è mai riferiti, è sicuramente il legame fra il Terzo Regno e la Poesia, che potrebbe invece, incredibilmente, essere il luogo dove l’utopia si è realizzata.
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La domanda inevitabile è dove questo Terzo Regno si celi e come e quando si rivelerà, e la conclusione facile, consolatoria, è che si tratti della solita illusione necessaria, e della favola della speranza. Nell’accezione gioachimita, il tempo perde la connotazione circolare, propria del concetto ciclico legato al moto degli astri che ritornano sempre al punto di partenza, ma perde anche quella del tempo lineare, estenuante procedere in avanti, che impone al passato la sola funzione di essere accaduto, e si tramuta in una spirale (le spire del serpente) che procedendo affonda, trasformando la circolarità in una discesa nell’abisso che culminerà nell’Apocalisse, vertice e luogo dello Spirito, ed Era dell’agognato Terzo Regno.
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I sette sigilli di Antico e Nuovo Testamento (le persecuzioni subite da ebrei e cristiani), sono interpretati nel loro profetico ripetersi di inevitabile preambolo per il paradiso apocalittico. Il nuovo Adamo non muore, e del pensiero gioachimita si impossesserà soprattutto l’evolversi dell’impero temporale, che proprio in quell’epoca iniziava a togliere alla Chiesa lo strapotere che esercitava sulle istituzioni terrene. Paradossalmente Il Terzo Regno diventerà il sogno di un uomo moderno scevro del religioso, ma infarcito di utopia materiale e lanciata in avanti, sempre avanti, in una visione necessaria di un futuro migliore pena l’abisso della depressione, alla ricerca di qualcosa di sempre più sconosciuto, certamente incomprensibile, inafferrabile, eppure imprescindibile, che si trasforma facilmente in qualsiasi bene materiale dal peso sempre più schiacciante.
Inutile sottolineare come in questa drammatica sconfitta, il primo a perire sia proprio lo Spirito, quasi che il suo legame con la religione del grande potere terreno non si sia mai riuscito a spezzare, facendo sentire l’uomo moderno risolto proprio nell’arroganza della perdita, in un infantile delirio di umana macchina possibile.
La frattura sembra segnare la necessità della feticizzazione dell’uomo impaurito dalle troppe perdite di certezze emotive, senza reali sostituzioni né nel mondo materiale né nelle scoperte interiori che segnano il passo all’utilizzo del medesimo linguaggio, e delle stesse categorie della logica per interpretarsi.
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Riguardo al linguaggio, è evidente in Gioacchino la predilezione per le figure simboliche che nel loro potere visionario, sole potrebbero svelare i segni del Terzo Regno, raffigurando per immagini ciò che il pensiero razionale non può distinguere né fra le ombre dissipare. Parrebbe dunque che anche la stagione della modernità della parola prenda le basi dalla stessa crisi.
In Gioacchino la parola non è un alleato nella rivelazione, o dispiegamento del vero, l’abate addirittura ipotizzava un uomo muto, forte nell’arte del gesto (simbolo) per aprirsi alla profezia. Ma questo uomo che dovrebbe bastare a se stesso, quasi incarnando la quarta essenza della Trinità, diviene un involucro vuoto nell’attesa che non si realizza. Paradossalmente, il conforto che doveva scaturire dalla certezza dell’avvento dello Spirito, diviene la tragedia del nulla che non accade, e dell’uomo che invece di bastarsi, si scarnifica di emotivo, fino alla resa.
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Se per Gioacchino la risposta dell’avvento del Regno, non di quando o come, ma solo dell’opportunità che si manifesti, non si può trovare nella razionalità, è perché bisogna cercare altrove. L’altrove è l’immagine, l’immaginazione, l’imaginalis d’Oriente, che non impone una verità interpretata, ma ne permette una percezione sul futuro. Cercare con la ragione l’irrazionale, o invisibile, se irrazionale dovesse davvero essere solo ciò che non è visibile, e dunque ottusamente il non reale, inevitabilmente dalla ragione verrà negato. Ma ciò che era accaduto fin dal primo sviluppo del pensiero di Gioacchino, ossia che il frantumarsi del legame tra materia e Dio, almeno fino ad oggi, getta la modernità in una crisi irrisolta, e in una profonda rabbia, di proiezione sul futuro nell’attesa di questa rivincita spirituale sempre negata. Ne sono figli le ideologie, i totalitarismi, l’individualismo, il tentativo costante di fare sistema di ciò che sistema non può essere: la spiritualità che ci scappa proprio perché per trovarla non possiamo basarci sulle categorie razionali che ci danno l’unica (falsa) sicurezza moderna. L’errore che si ripete è sempre incredibilmente, o ovviamente, lo stesso. Cercare tramite un sistema logico razionale, l’irrazionalità, e poi sfiniti rinnegarla, bollandola come il nemico.
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La parola, in teoria, non può che avere un ruolo di somiglianza al vero, e con ancora meno precisione, non potrebbe che ruotare intorno all’invisibile, senza trasfigurarlo, e solo l’immagine ci permetterebbe la gestione interpretativa non con la logica, ma col profetico e l’apocalittico.
C’è una ribellione al segno, inteso come conservatore di una visione drastica, per cui tutto è già stato rivelato nella sua mera descrizione materiale, e l’uomo non può che attendere la morte sulla base di una certezza che non può rompere gli schemi dell’evidenza. Ma nella figura, potremmo porci nella speranza di una rivelazione in cui tutte le premonizioni delle spirali dissetino finalmente quei campi aridi che non fanno che bruciare ogni nuova giornata spiritualmente persa, come un insopportabile spreco.
Ma la parola appartiene veramente al raziocinio, o col raziocinio tentiamo di contenere ben altre sue imprevedibili facoltà? E se la sfida della parola non fosse proprio provocare ciò che sempre si è dato per scontato essere il suo limite, ossia svelare l’irrazionale attraverso lo spirito che se ne fa interprete e tutore?
Attraverso la visione letteraria e in particolar modo poetica, si potrebbe dissotterrare un insospettabile potenziale rivoluzionario nella più conservatrice delle categorie razionali?
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William Blake non era indifferente alla filosofia gioachimita, se non altro tramite le letture di Jacob Bohme. In lui si può scorgere un ribaltamento del luogo e tempo di ricerca, che si tramuta in uno spostamento di visione determinante che apre a un’interpretazione nuova dei segreti del Terzo Regno.
Per Blake infatti la parola, non solo non è un simbolo della razionalità, e dunque un ostacolo alla profezia, ma rappresenta l’incarnazione dello Spirito in Terra, del tutto contrapposta alla razionalità sterile e opprimente dello Spettro.
Cosa è accaduto in Blake, nella poetica del ’700, nell’avanguardia di una poesia che decide di rompere non solo con tutti gli schemi classici, ma a quanto pare anche con i maggiori antagonisti degli schemi classici?
Partendo dal presupposto che la diatriba che vuole contrapporre nell’arte realismo e immaginario, o surrealismo, probabilmente è una falsità, dal momento che quando estrapoliamo qualcosa dal suo contesto già lo abbiamo privato della sua verità, se mai esista, per diventare frutto comunque della nostra immaginazione, deviato dalla nostra interiorità, e dalla nostra necessità interpretativa: creare è l’esule necessario della realtà. Blake forse va oltre.
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Con la sua intuizione poetica, frutto di un’inesorabile processo storico/culturale culminato nel ’700, si propone l’inaccettabile, sfida l’impossibile, osando andare a scovare il Terzo Regno proprio nel posto più impensabile: nella parola poetica, che può farsi visione e profezia. Le parole sono i confini del Terzo Regno, e la forza spirituale che da essa scaturisce sono ciò che ce li fa superare: oltre l’eterno ritorno e la linea retta, oltre la prima soglia della razionalità e la seconda soglia della logica, la certezza dell’oppressione e l’ossessione del dogma, per sfondare le porte.
Potrebbe allora darsi che l’attesa, la pergamena da disvelare, si compia in una spirale che affonda incredibilmente dentro di noi, e appartiene alla storia in quanto elemento in cui noi fluttuiamo, in cui noi rappresentiamo l’elemento che consacra la concordia in una verità eterna che benché da noi scaturisca, proprio a noi facilmente sfugga.
Cosa questo possa rappresentare in termini di rivoluzione, quella prospettata dal pensiero gioachimita, è talmente semplice da farsi irraggiungibile.
L’età assoluta, regno della libertà e della possibilità, e soprattutto della speranza, che rotolando come una pallina si impregna di tutte le profezie rivelate, e del senso di ogni accadimento come eternamente vero, potrebbe celarsi dentro di noi e essere colto attraverso la parola professata dal visionario, necessariamente poeta, e semplicemente relegato al folle, nell’inutile tentativo di esorcizzare la visione.
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Se le immagini rompono il continuum del tempo, le parole possono rompere il continuum della necessità logica per trovare le risposte, e scovare il senso della verità profetica. Quell’attimo di un accaduto che dispiega il suo senso nell’eterno, che non sappiamo spiegare, potrebbe essere identificato in una sollecitazione ambigua, onnipresente e incompresa, probabilmente incomprensibile. Dalla secolarizzazione dunque, dal divorzio per eccellenza, quello fra cielo e terra, potrebbe essere esploso un nuovo matrimonio, mai celebrato, fuori da qualsiasi accettabile dogma: tra parola e spirito, tra poesia e paradiso, nella visione che cela il luogo della gioia.
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L’Apocalisse potrebbe dunque avvenire in noi attraverso la parola, ma cosa rappresenterebbe? Quale sarebbe la rivoluzione che ci permetterebbe di non utilizzare più le parole della ragione ma quelle dello spirito?
Da sempre l’uomo finge l’accettazione, ma profondamente rifugge, la normalità intesa come adattamento a un insieme di norme, o mancanza di follia, ossia frattura sul cemento di superficie che copre le fibrillazioni interne del quadro.
La frattura, la tendenza a slabbrare, tagliare, distruggere, massacrare, è insita in noi come istinto primordiale e ineluttabile. Droghe, emozioni estreme, le più moderne o classiche addiction, il gusto per la piccola meschinità e il grandioso eroismo, l’imprescindibile tendenza al suicidio, che sia in vita o prospetti la morte sociale o il martirio interiore, sempre comunque collegato a un salto nel vuoto; sono le spinte che evidenziano un’incapacità insuperabile dell’essere umano a reggere l’assoluto normato, che lo indurrà sempre a nuove lacerazioni. Se la spaccatura è legata, come quasi sempre è legata, a un eccessivo senso di colpa, o a un terrore, che reprime il salto spirituale, inevitabile è l’automatizzazione, lo sfinimento e la banale infelicità. Se la società dunque non è rabbiosa e depressa per caso, potrebbe darsi che lo scontato ritenere il possesso come l’unico elemento dirimente i soddisfatti dai falliti, sia il più grande errore ci ritroviamo a condividere e dare per scontato, con la pigrizia mentale che notoriamente ci contraddistingue.
*
Più la società si comprime in un maggiore appiattimento di visioni alternative, intendendo il surplus normativo soprattutto interiore, più è fluida l’assimilabilità della norma come dovere e quindi come valutatore di successo e di accettazione: più lo scompenso si fa profondo, più sprofonda la possibilità di individuare il nostro Terzo Regno. L’Apocalisse sembrerebbe quindi la frattura necessaria per liberarsi della zavorra della normalità, ma l’acquisizione condivisa del concetto di rivoluzione come distruzione, la lega inesorabilmente a un farci del male che è ormai ben più di un allarme individuale, e quasi un paradigma sociale.  Quasi che il cemento paralizzante, sia anche la struttura che tiene in piedi.
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Pensiero e immaginazione, poesia e parola: la visione acceca la ragione e trasforma la parola in poesia. Sprofondare nei tre gradi dell’uomo, o della coscienza, per produrre poesia, valicando gli altri regni, per sconfinare nella più stupefacente demolizione del normale.
Antico Testamento, o Padre, ma anche ratio, Nuovo Testamento, o Figlio, e anche uomo caduto, disvelamento o Spirito, e finalmente, parola poetica.
Il Paradiso in terra si dovrebbe quindi orientare più che a un tempo futuro, a uno stato più profondo della spirale. E il passaggio si compie dalla verità come illuminazione alla verità come azione o compimento. Tutto ciò che è stato tende a un punto, tutto ciò che siamo tende a un punto. L’utopia che ha eliminato la trascendenza divenendo slancio verso un futuro che non si riesce mai a cogliere, potrebbe realizzarsi in una tensione interiore, una verticalizzazione che scopre il futuro oltre l’abisso del vuoto che corona ogni ragione. Il possibile, scomparso intorno a noi, si riaffaccerebbe dentro.
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L’eredità di Gioacchino si è trasformata nella morte di Dio, e successivamente nella morte dell’assassino, e nella crisi stessa della parola che non potrebbe più esprimere tutto ciò che siamo, per questo la frattura resta necessaria, ma bisogna rompere nel punto giusto, la gabbia giusta, per liberare il futuro nella sua evidente risposta nel passato. È il pensiero stesso che pensa la propria frattura, e dunque dichiara in partenza la propria insufficienza. Cartesio separò la doppia natura umana: ma se l’uomo è carne, necessariamente da qualche parte il doppio della sua meccanica si nasconde. Siamo lucidi o stolti a raccontarci che sia impossibile trovarlo, siamo illusi a pensare che prima o poi in qualche modo accadrà? Forse, ma il nascondiglio è illuminato dalla poesia.
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Come si svela dunque tutto attraverso la poesia nei meandri della sua spinta poetica? L’evidenza della circolarità della sua scrittura è fin troppo banale. Che si possa leggere in un punto qualsiasi, dalla fine o dall’inizio, commuove ma non svela. Che si possa rileggere sulla base di un’intuizione qualsiasi, forse è molto più intrigante. Che lo Spirito si trovi analizzando l’impossibile, o trascinando il vero nell’irrazionale, e quindi sia vero solo nella sua affermazione di eterno è probabilmente un’indescrivibile, quindi possibile, chiave di lettura.
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I passi poetici da analizzare secondo questa visione sarebbero infiniti. Uno è Spirit here that reignest di John Keats.
  Spirito che qui regni
Spirito che qui regni! Spirito che qui ti tormenti! Spirito che qui bruci! Spirito che qui sei in lutto! Spirito! Inchino la mia fronte resa limpida nelle tue piume! Spirito! Io scruto, soggiogate tutte le passioni fra i tuoi tenui domini
Spirito che qui ridi! Spirito che qui tracanni! Spirito che qui danzi! Spirito che qui balzi! Spirito! A te io mi unisco nella gioia, mentre do colpetti al gomito di Momus! Spirito! Io arrossisco di quel rossore dovuto a Bacco, appena rigenerato dal banchetto di Comus!
*
In questa poesia si può scorgere un momento interiore dell’Apocalisse di Keats. Una intuizione che coglie in una visione dell’attimo, trascorso, un’evidenza futura che si rende eterna.
Momus, divino figlio della Notte, è il titolo di un libro di Leon Battista Alberti, scritto negli anni quaranta del XV secolo. Momus, nella mitologia greca, era la personificazione della satira, della malignità e della censura. Alberti, personaggio eclettico e fuori dagli schemi, lo utilizzerà in un’opera satirica in cui vuole evidenziare la sordida duplicità dell’uomo, ma anche l’incapacità degli Dei dell’Olimpo di comprenderlo e accoglierlo, dopo averlo creato.
Nel testo, quando Giove crea l’uomo, gli indica la strada per raggiungere l’agiatezza, ma nel percorso in molti perdono la propria identità e diventano mostri, ossia rivelano la parte nascosta della propria natura, e la normalità esacerbata si rivela per quello che in sé nasconde: la deformazione e la mostruosità. Momus è l’unico Dio che non offre nulla alla nuova creatura, e, cacciato per questo dall’Olimpo, pieno di rabbia riempie il mondo di insetti schifosi e allontana gli uomini dalla fede. Lui stesso se ne allontana e benché tenti di farsi accettare nuovamente da Giove indossando la maschera dell’umiltà, come sanno fare bene gli uomini, capisce che l’unico senso della vita sta nel vagabondaggio, che lo ha portato a essere libero perché nessuno si interessava più alla sua esistenza, e non aspirando più a nulla non era nemmeno più vittima della menzogna e della vanità, cui gli uomini sono costretti per sopravvivere.
*
Comus era una figura semidivina che personificava l’euforia alcolica: questa divinità non compare mai negli scritti di greci e latini, ma è stata soltanto dipinta in affreschi di cui si ha testimonianza verbale, in cui pare fosse raffigurata come un bel giovane ubriaco, dotato di ali. Comus è però anche un ballo teatrale in maschera scritto da Milton: due fratelli e una sorella si perdono nel bosco, si separano per varie vicissitudini, e la ragazza viene irretita proprio da Comus, che riesce a portarla a casa sua per cercare di sedurla con la negromanzia e immagini spettacolari dei piaceri dei sensi, disegnate su dei piatti. Lei resiste e non si lascia irretire. Ma il messaggio è meno banalmente morale di quanto potrebbe apparire, perché ancora una volta, i due protagonisti non rappresentano un uomo perverso e una donna casta, ma la duplicità dell’essere umano. L’anima e la carne, il materialismo e lo Spirito, che non casualmente, prende anche le forme di un angelo, o meglio di un pastore, e si presenta ai due fratelli per condurli a salvare la sorella, ossia il loro stesso buono Spirito. È l’apoteosi della virtù contro il male, ma nella profondità di Milton, è facile scorgere la profondità degli abissi umani, la spirale che affonda, trema, devia, rischia di soccombere ogni istante fino all’incontro con una rivelazione, di qualsiasi tipo essa sia, che ancora una volta, non può che nascere da una scelta interiore.
*
Ma cosa c’entra tutto questo con la poesia di Keats, il Keats che apre le porte dello Spirito accogliendolo con un baccanale? E dove stanno la frattura e la visione del poeta? Keats è ubriaco, e non lo nasconde. Ma non è l’alcol che gli permette di lacerare la membrana, non se ne farebbe niente Keats, conosce già i meandri di uno spirito devastato. La membrana è resa trapassabile da un’intuizione, repentina quanto fuggevole, che lo porta a festeggiare: dando di gomito a Momus perché finalmente legge la doppiezza, anche propria, e comprende come sconfiggerla, e accompagnandosi allo Spirito che per un istante ha rivelato in lui la gioia, al punto che è con lui che vuole brindare al banchetto di Comus.
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Keats si libera, in quel momento imperscrutabile eppure limpidissimo, e rapito dalla poesia, di ogni distrazione, sovrastruttura, armatura e corsa in avanti: si ferma, così improvvisamente libero, e si perde in altri domini, che però sono tenui, perché abitabili con la parte più leggera di noi. È affondato Keats, e non può che tentare di preservare questo luogo della gioia per sempre, ci prova a modo suo, forse era troppo solo per comprendere dove fosse arrivato, ma sicuramente aveva la compagnia della divinità della parola, che gli ha permesso di condividere in eterno quella illuminata risposta, altrove irrimediabilmente perduta.
Francesca Ricchi
(continua)
L'articolo “Spirito! Io scruto soggiogate tutte le passioni”. Il Terzo Regno nella parola poetica. Da Gioacchino da Fiore a John Keats proviene da Pangea.
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claudiocisco · 4 years
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    DI NOTTE, IN UN CIMITERO DESERTO, MI      
    PARLA UNO GNOMO…
 “Ascolta…solitario mortale fantasma, appaio solo ogni mille anni per volere del nulla, venendo da notti antiche. Prediligo i silenzi di luoghi insoliti e le solitudini di anime sconosciute a sè stesse. Ora anche tu sai che mille anni sono come un batter di ciglia e in questa fugace notte tu sei per non essere mai più.”
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                                                                LA MIA TOMBA
 Oggi sono felice: si è avverato un sogno!  Mi sono fatto una tomba tutta mia, col mio nome e cognome, la mia data di nascita, tranne quella di morte, ovviamente. C’è la mia foto scelta da me stesso, di quand’ero ragazzo. Ho inserito una mia frase molto significativa e ho scritto che sono scrittore e poeta. Ho messo inoltre tante statuine di angioletti, oltre ad una di Gesù risorto e della Madonna. Così lascio qualcosa di me ai posteri, oltre ai miei libri. Vado spessissimo a visitarla e porto solo fiori finti, immaginando con curiosità cosa potrà provare quel passante occasionale che transiterà da qui, più avanti nel tempo quando io avrò lasciato questa terra. Questo mio sogno un po’ strano ha le sue origini nella mia adolescenza, quando, attratto dai cimiteri e da tutto ciò che è sepolcrale, andavo a trovare la tomba di Marietta. Ma ora che ho fede, ho chiesto perdono a Dio e a lei stessa per averla sentita così forte, come fosse parte di me, fino a dedicarle un libro e 3 poesie. Ho promesso ad entrambi di non recarmi mai più sulla lapide di Marietta e di pregare ogni tanto per la sua anima. Ormai esiste solo la mia tomba!
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             LA LEGGE DEL SERPENTE
 “Amatevi, gente del mondo intero, amatevi sempre ed in qualunque modo; l’amore, qualsiasi forma assuma, è sempre benedetto ed è sinonimo di felicità. Non bisogna mai aver paura di amare ma di odiare. Credete nell’amore universale, quello vero, incondizionato che non ha sesso né differenze d’età. E’ questa la vera libertà da difendere a tutti i costi e non esiste cosa più bella al mondo di sentirsi veramente liberi di amare chiunque: maschi con maschi, donne con donne, vecchi con giovani, ciascuno libero di tirare fuori la propria sessualità con le sue forme, inclinazioni e gusti. Un rapporto affettivo anche al di fuori del matrimonio che in fondo è solo un contratto che non può legare o sostituire un sogno. Non esiste ciò che chiamano <<perversione sessuale>>, è un inganno inventato dai falsi moralisti e soprattutto dalla chiesa che giudica senza conoscere l’amore fisico, un artificio creato per anestetizzare le coscienze e neutralizzate l’istinto sessuale che invece è un meraviglioso dono che la natura ha regalato agli uomini, non solo per procreare: un piacere naturale che annulla il dolore e attenua lo stress psicofisico. L’unica devianza sessuale semmai è la castità, non vi è infatti nessun motivo per praticarla restando puri, lasciamola ai preti e alla suore, contenti loro!
In fondo se due esseri umani si amano o fanno sesso consapevolmente e volontariamente, che male fanno? Dov’è il peccato? Che bigottismo parlare di fornicazione, sostenere con presunzione di verità e senza alcuna prova o fondamento che l’arte erotica è demoniaca, procurando così assurdi sensi di colpa, tabù, complessi, frustrazioni e a volte persino impotenza o frigidità. Perché tornare indietro al Medioevo, alla caccia alle streghe, a bruciare nel rogo o a lapidare, secondo antiche tradizioni contenute in delle scritture definite sacre dagli uomini, scritte da loro stessi ed attribuite a Dio? Gli esseri umani per trovare uno scopo alla propria esistenza e per vincere ancestrali paure hanno creato Dio e non viceversa. Evviva quindi i matrimoni gay e le unioni civili, simboli di emancipazione e di civiltà, del resto si può essere credenti e praticare l’omosessualità, le due cose non sono incompatibili, l’amore non può essere colpevolizzato perché è “amore”, la parola più importante che esista. Se un uomo sente di sposare un altro uomo ed è felice così, perché non concretizzare questo desiderio? Lo Stato dovrebbe mantenersi laico rispettando anche chi eventualmente non crede e si professa ateo, non si può imporre a nessuno di avere fede seguendo le regole della chiesa. E poi ognuno è diverso da un altro, è unico, con i suoi propri gusti. La diversità è un valore da tutelare e difendere, è una vera ricchezza perché rende la vita più varia e colorata, meno scontata e massificante. La nostra esistenza è così breve, la morte arriverà prima di quanto ci si aspetti, annientando definitivamente tutto. Allora perché non vivere intensamente anche la propria sessualita?”
 Così ragiona e parla il diavolo, il più grande, intelligente, furbo, abile mistificatore, menzognero di tutti i tempi. E’ proprio lui il più grande credente perché sa bene dell’esistenza di Dio e conosce a  memoria le Sacre Scritture manipolandole nelle menti degli uomini secondo il proprio interesse, usando come pretesto una falsa libertà capace di renderci inconsapevolmente gli ultimi degli schiavi. Una libertà lontanissima mille anni luce dalla libertà autentica che porta pace nel cuore.  Quella libertà pura perchè preziosa che ci fa sentire figli di Dio, creati per amare ed essere amati ma d’un amore vero che viene dal Padre e che è dono di sé. Ma soprattutto un modo di essere liberi che scaturisce dall’osservanza della Sua Parola e che risulta conforme alla Sua volontà.
   ELEMENTARE SAGGIO SULLE DEVIANZE       SESSUALI
 Premetto di non essere un sessuologo né uno psicanalista, non sono neanche laureato, quindi, non avrei nessun titolo o qualifica per potermi esprimere. Non mi ritengo neppure un saggista per crearmi eventualmente un alibi. Ciò non mi impedisce però, di scrivere con sincerità e nella massima umiltà, il mio pensiero. Lungi da me l’idea di voler imporre verità o dogmi, o di ergermi a giudice. Sono piuttosto spinto, come sempre del resto, dalla mia creatività irrefrenabile, che ormai reclama spazi in qualunque direzione o competenza. Non ho pretese di nessun tipo, tento solo di tirare fuori la mia idea in merito, ciascuno è libero di condividerla o meno. Il tema che sto per trattare è delicato, è riguarda nello specifico le inclinazioni sessuali, fuori dalla norma. Non mi riferisco alle “perversioni sessuali” (sadismo, masochismo, feticismo, scambismo ecc…); suddette patologie richiederebbero infatti un’attenzione particolare vista la loro stretta correlazione con i demoni d’impurità.  Ma piuttosto prendo in considerazione quelle inclinazioni sessuali assai diffuse e che coinvolgono parecchi soggetti (omosessuali, pedofili, gerontofili). Io ne parlo per esperienza e per conoscenza diretta, e non, lo sottolineo ancora, per preparazione scientifica. Comincio col dirvi che la radice, almeno all’inizio, non è diabolica, cioè i demoni d’impurità non sono la causa che spinge l’uomo verso l’uomo, la donna verso la donna, il giovane verso il vecchio, l’adulto sull’adolescente o il bambino. Ma allora perché esistono questi gusti particolari? Cercherò di spiegarlo in maniera semplice, direi elementare. L’uomo è stato creato da Dio a sua immagine e somiglianza e il suo spirito ha in sé l’essenza dell’immortalità. Ma, per adattarsi a questa valle di lacrime che è la terra, è costretto a chiudere la sua spiritualità dentro un involucro di carne che è la materia. Quindi la fisicità corporea è soggetta ad imperfezioni e difetti. Dio ha creato il corpo umano con minuziosa attenzione, ogni organo ha la sua specifica funzione, una vera opera d’arte. Ma la natura umana, in quanto fragile, può sin dalla nascita essere guastata. Così c’è chi nasce con un lieve difetto, chi con un altro più accentuato, chi, per fortuna, nasce sano, ed è la maggioranza. Non voglio essere frainteso. Sgombro subito il campo dall’idea che chi ha orientamenti sessuali non conformi alla norma, sia secondo me, malato o patologico. Non si tratta di una malattia fisica, il soggetto deviato è sano come tutti. Il problema è genetico, nasce con la venuta al mondo, cioè omosessuali, pedofili, gerontofili si nasce e non ci si diventa e, al 99 per cento dei casi, ci si rimani fino alla morte. Ma cercherò di essere più chiaro, permettetemi però di farvi un esempio tanto banale, quanto efficace. Immaginate una autovettura che esce dalla fabbrica con i fari obliqui, orientati in maniera direi schizofrenica, in varie direzioni. La macchina è perfettamene funzionante, basta girare la chiave e si mette in moto. Solo che il guidatore, senza avere colpa, vedrà illuminate determinate visuali, mentre le altre rimarranno buie. Questa situazione è la stessa che accade a chi ha una devianza sessuale. La sfera relativa all’istinto sessuale del soggetto, che fisicamente è perfettamente sano come la macchina, è orientata esclusivamente verso persone dello stesso sesso o di età differente a secondo dell’inclinazione. Cioè nella mente del soggetto deviato, il gusto sessuale va esclusivamente verso l’oggetto desiderato, escludendo qualunque altro, proprio come il faro che illumina una zona e lascia buia un’altra. La cosa grave consiste nel fatto che l’intensità sessuale del deviato non è simile a quella che scatta tra uomo e donna, ma molto più forte, a volte perfino incontrollabile. Ora, se il corpo umano fosse una macchina, basterebbe andare dall’elettrauto per risolvere il problema. Purtroppo non è così per l’essere umano che è molto più complsso. E’ chiaro che i soggetti che nascono così, saranno i primi ad essere attaccati dai demoni d’impurità che, svolgendo il loro compito specifico, li spingono a non credere in Dio, ad allontanarsi dalla chiesa, ad accettarsi per come sono quasi con orgoglio, a non seguire la Parola di Dio che santifica solo l’amore tra uomo e donna, coronandolo con la  procreazione. Senza l’aiuto di Dio e senza la presenza dello Spirito Santo, per i demoni sarà vittoria. Io lo so che dal punto di vista legale non si possono mettere sullo stesso piano omosessualità e pedofilia ma la radice è uguale, cambia solo la direzione del faro, per tornare alla macchina. Il soggetto deviato è talmente affascinato dall’oggetto desiderato, da giustificarne perfino di esserne innamorato, considerandolo normale, perché qualunque cosa piaccia assai, uno se ne innamora. Questa è la folle logica di chi reputa normale ciò che non lo è né per Dio né per la natura. Del resto basta guardare l’anatomia dell’uomo e della donna per comprendere che sono stati creati per stare insieme. Auguro di cuore a tutti questi soggetti di pregare moltissimo e di mettere le proprie vite nelle mani di Dio che li ama tantissimo e sa bene i loro problemi. Sarà Lui a guidare la vostra vita anche se non avverrà il miracolo.
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                           ALTI E BASSI
  Nella pace di questa sera attendo la tempesta.
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                                              UNO STRANO INCONTRO
 Mi successe quando ero ancora ragazzo. Mi trovavo sul treno che mi portava a Trento in visita da mia sorella. Per vincere la monotonia del viaggio, leggevo un libro di mie poesie quasi in atmosfera con quello scorrere sulle rotaie. Di colpo, senza chiedere permesso, entrò lei, 16 anni a prima vista, trascurata e con l'aria assente. I suoi lunghi capelli neri e sporchi, il trucco sfatto che le colava sul viso, i lineamenti straordinariamente delicati. Era bella quella ragazza, il ritratto d'un angelo col volto della sofferenza, il male nascosto in lei, non appariva in grado di deturpare quell'adolescenziale fascino innato che possedeva. Ma aveva la paura dentro quegli occhi ancora di bambina, come fosse vittima di qualcuno o qualcosa a cui non poteva o sapeva ribellarsi.
Mi prende di scatto il libro dalle mani, mi si siede accanto, lo sfoglia. La vedevo leggere attentamente:
"E' bella questa poesia" mi dice di colpo "anzi bellissima, come la mia vita quando era tutto un bel sogno e molto di più". In quell'istante, avrei voluto passarle la mano in mezzo ai capelli, accarezzarle il viso, stringerla forte a me per proteggerla, ma non dissi e feci nulla. Era assorta nella lettura di quei versi, non alzava minimamente lo sguardo, era bellissima, molto di più della poesia che leggeva. Arrivammo in fretta senza che me ne accorgessi ad una stazione, la ragazza si svegliò d'improvviso da quell'incantesimo e sempre col libro tenuto strettamente nella mano:
"Me lo regali, posso tenerlo con me?" mi chiese.
"E' tuo, puoi prenderlo" fu l'unica cosa che seppi risponderle. La vidi sorridere per la prima volta, mi commossi, riuscii a stento a non piangere. Quel sorriso come un fiore germogliato inaspettatamente dalla terra arida, era spuntato per magia come un ruscelletto di gioia dal suo dolore. Mi disse infine: "Grazie" e se ne andò via di corsa. Dal finestrino, mentre il treno lentamente ripartiva, la vidi prendere del denaro da un tizio poco raccomandabile, poi sparì man mano che m'allontanavo sulle rotaie. Chi era quella ragazza? Il mio libro le è servito a qualcosa? Perchè il destino me l'ha fatta incontrare per un attimo? Tutte domande senza risposte. Da quel giorno e dopo quell'incontro, io non ho più avuto pace, per molto tempo ho pensato a lei, l'ho incitata nei miei pensieri ad avere cura di se' stessa, ho pregato Dio notte e giorno per lei. Non so dove, non so come, non so quando ma sono sicuro che la rivedrò, sì, io la rivedrò.
Lei mi ha insegnato se non altro, a non consumarmi nella mia tristezza perchè al mondo c'è anche chi sta peggio di me, che forse, non sono poi così sfortunato.
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                                                IO E LA MORTE
  E' un paese morto. Strade malinconicamente deserte, aria pesante, spaventosamente tetra. Furtive ombre si sparpagliano e si riuniscono subito dopo, quasi per sentirsi meno sole. Silenzio assoluto interrotto soltanto da voli di pipistrelli, da rintocchi lugubri di campane. Porte chiuse, finestre sbarrate, occhi atterriti ed impotenti che, dagli usci delle case, spiano lei, signora e sovrana, padrona di tutti noi. Lungo mantello nero, teschio in faccia, bastone per reggersi, curva lei cammina zoppicando e lentamente, sola ed indisturbata. Nessun muro potrà fermare la sua falce. Ha in mano un taccuino verde speranza dove vi sono annotati i nomi e le ore di coloro i quali deve ancora chiamare ed uno nero morte con i nomi di chi ha già rapito con sè. Bambini, continuate il vostro girotondo e ridete di lei che vi sembra così buffa e troppo lontana. Ragazzi innamorati, stringetevi forte l'uno all'altra, tra sogni e amore, lei non si commuoverà e verrà a prendervi lo stesso.
Uomini e donne, accumulate glorie e tesori, lei non si farà comprare e alla sua venuta tutto dovrete lasciare. Vecchi, raccomandate le vostre anime a Dio, lei non avrà paura e sarà molto più vicina di quanto possiate pensare. Gente chiusa nelle vostre case, cos'è questo silenzio? Musica! e ridete forte, e scherzate forte, continuate il vostro ballo in maschera, recitate la commedia della vita, ma sul più bello tu sentirai bussare alla tua porta. Inutile ogni tentativo di fuga o di gridare aiuto, interromperai la danza, toglierai la maschera, abbandonerai la tua dama e le tue damigelle e andrai nostalgicamente deluso con lei, più non tornerai; un istante di silenzio in casa tua insufficiente anche per piangere e poi, immediatamente, lei rialzerà il sipario e riaccenderà le luci e la musica e la danza, imperterrite, ricominceranno senza più una maschera: la tua. Sì, lei porterà anche te in quel malinconico recinto di foglie morte ed alberi spogli e stecchiti
e il tuo corpo straccio, sdraiato si confonderà tra quelli che lì ci son già da tempo. Io, di colpo, evito le braccia di chi vuol fermarmi e scappo giù in strada da solo e le corro dietro: "Perchè?" le grido con disperazione, "perche devo morire? Che male ho fatto per non poter vivere per sempre? Dimmi che ho un'anima, un respiro che vivrà in eterno. Dimmi che il mio sangue non è il liquido d'un automa, che il mio cuore non è un motore, i miei nervi non sono fili sottili uniti tra di loro fatalmente,la mia mente non è un computer. Vedi io ti parlo, ti sento, sono felice, sono triste, ho paura, so scrivere una poesia. Ti prego signora sovrana, tu che sei l'unica che puoi, risparmiami, non farmi morire. Io amo un fiore, una coccinella, un bimbo, amo la vita". Lei si ferma e mi guarda in faccia. E' strano ma di colpo non ho più paura. E' così naturale osservarla in volto, come se si trattasse di un incontro indispensabile, sembra quasi una figura viva, e pensare che la immaginavo diversa e cattiva. Lei mi risponde: "Va' via ragazzo, tua madre t'aspetta a casa, e ricorda sempre, tu potrai anche essere come me per un solo istante morendo, ma io non potrò mai essere come te quando risusciterai in eterno“. Poi mi volta le spalle e girando l'angolo scompare. Io rimango confuso, triste e felice nello stesso istante e piangendo divertito, correndo, torno a casa.
                                         (Racconto tratto dal libro ANIMA SEPOLTA)
"ANIMA SEPOLTA"
Un’espressione poetica d’avanguardia, alternativa, dove fobie ossessive e fantasmi interiori, esternandosi, si tramutano con sepolcralità in energie negative lugubri e macabre, segni indelebili d’una morte interiore eternamente rassegnata nel misterioso mondo della follia e dell’inconscio. È la fine vitale d’un’anima sepolta. L’autore sente dentro di essere ormai un’ombra che ha paura perfino di rivedere la luce e come unico rimedio, non ha altra speranza che la morte.
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                                       PROSTITUTA SCONOSCIUTA
 Ti vedo tutte le sere al solito posto sopra gli sterili binari d'un tram. Se hai freddo strofini le mani per scaldarti, se non passano macchine continui a guardarti intorno. Gli stivali neri di cuoio sempre gli stessi, la borsetta a volte rossa altre nera, la minigonna, il solito trucco vistoso: questa sera però mi sembri più bella! sexy più che mai. Chissà se sei sola nella vita
o se qualcuno ti ama! Chissà perchè lo fai! Forse avrai un romanzo dentro da raccontare, testimonianza di un'esistenza non bella come avrebbe dovuto essere. Vorrei poterti aiutare, amarti, stare un pò con te! per la prima volta ti vedo con occhi diversi, non mi interessa affatto il sesso. Non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi a te, mi blocco ogni volta che provo, mi sembri quasi irraggiungibile ma poi per dirti cosa? In fondo ho paura di fare tutto. Ti scongiuro, fuggi con me prostituta sconosciuta! Ricominciamo insieme una nuova vita, non consumarti più così! ti stai buttando via da sola! continui a farti del male. Ti desiderano tutti ma quando torni a casa, non ti rimane niente. Ma ora basta: devi cambiare la tua vita, è tempo di riscossa.
Non riesco nemmeno a terminare questi pensieri che ti vedo salire già su una macchina sportiva. Addio mia prostituta sconosciuta! sicuramente domani verrò ancora a vederti e a tenerti compagnia in segreto e a distanza, forse mi sono innamorato di te o forse abbiamo qualcosa in comune che ci unisce: siamo entrambi soli, che il Signore ci aiuti!
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                                  IL VUOTO DI UN PAGLIACCIO
  Ti aspettiamo e ora che entri in scena, indossa la tua maschera, con quel grosso sorriso stampato sul viso ed il trucco che ormai fa parte di te. Nella voce e nei gesti, un po' mimo e un po' attore, sai far tacere il tuo cuore, t'illudi di tornare bambino, dimentichi in quegl'istanti la tua tristezza. Cadi, rialzati, ubriacati, balla, grida, scherza e noi saremo lì, a guardarti, a ridere, ad applaudirti: sei un attore e come tale devi essere trattato. Nessuno di noi in platea si domanderà chi sei, proprio nessuno si preoccuperà delle tue sofferenze, per noi sei solo un pagliaccio, una maschera e nulla più! Ci interessi per come appari, non per quello che sei. Quando le luci del palco si spegneranno, tu ti troverai solo con te stesso, come sempre del resto. E l’immagine tua vera riflessa, non potrà più far ridere. Non sarai in grado di mentire, e quel grosso sorriso si trasformerà in lacrima, una lacrima amara che scenderà sul tuo viso fino a scioglierne il trucco. Ti auguro, caro pagliaccio, che la tua vita sia come la scena, felice e divertente, e che tolta quella maschera, non ci sia più il vuoto.
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                                                      MARIONETTE
 Cantavo il mio romantico sogno nella notte davanti al palcoscenico buio di un teatro dove piccole marionette allibite mi guardavano. Tutto intorno il vuoto più assoluto, non percepivo umana presenza all’infuori di quei ridicoli pupazzi colorati: “Solo noi possiamo comprenderti, sappiamo ascoltarti, abbandona gli umani e salta qui sul palco da noi” mi dissero in coro. Così feci e diventai burattino tra i burattini, rinunciai alla solitudine d’essere uomo, scelsi i colori, il teatro, le marionette, diventai uno di loro. Su quel palcoscenico recuperai la mia vera dimensione, mi ritrovai folle e disperato ma libero e felice.
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                                              I BURATTINI UMANI
 Sono vivo o sono morto da secoli? Sono libero o qualcuno mi guida? La via che seguo l'ho scelta io o è stata già scritta? Questa mia storia buffa morirà con me o si perderà nell'enciclopedia del tempo? Mi hai acceso la corrente ed il mio sangue ha cominciato a scorrere. Mi hai caricato l'orologio e la mia pressione segna 80, 90,100. Mi hai dato la corda ed il pupazzo si sta muovendo ma la chiave che mi dice chi sono perché non me l'hai data mai? Ti faccio ridere lo so ma io non so chi sono. Allo specchio vedo la mia maschera. Mi guardo intorno ed ecco tanti burattini come me: chi è bello, chi è corto, chi ha gli occhi verdi, chi sta morendo e chi sta per nascere ma tutti con lo stesso sconosciuto destino. Mio Dio, quanto sono stupidi i burattini umani! hanno un'anima ma non lo sanno. Sono monotoni, tutti cronometrati: 99 centesimi di secondo ad un secondo e corrono in ufficio. Si sposano per avere figli che a loro volta faranno altri figli: che noia! che sciocchi mortali! che guadagno hanno a non lasciar estinguere la razza umana? Tutti si chiedono di capire ma nessuno di loro ha mai capito un bel niente. Tutti pronti ad insegnare ma insegnare cosa se neanche loro non sanno nulla? Ognuno dice la sua, ognuno crede che abbia ragione lui. E' un teatro folle e buffo pieno di burattini colorati, un enorme carrozzone di maschere e coriandoli e anch'io, senza sapere come, mi ritrovo in mezzo senza averlo minimamente voluto. Se guardi attentamente fra tutti questi pupazzi che si muovono puoi vedere anche me: Vedi sono quello laggiù vestito d'Arlecchino con i capelli lunghi e che sta sempre da solo, anch'io come gli altri sto recitando la commedia della vita nel carnevale dell'incomprensibile esistenza umana. Ti prego riconoscimi se puoi, distinguimi da tutti questi burattini, dai un senso alla mia vita perché io non mi sento uno di loro, perché io non sono fatto di bottoni e tasti e non voglio fili che mi muovono. Vedi io piango e rido, so dare amore, sento di essere immortale e originale. Sin da piccolo mi hanno programmato come un computer contro la mia volontà. Mi hanno costretto a recitare in un palcoscenico che io ho sempre odiato e che non mi appartiene. Mi hanno fischiato e applaudito mentre in realtà io piangevo perduto tra tutti questi burattini in cerca d'allegria che compravano e vendevano questa pelle mia. Mi hanno dato un nome che non è quello mio. Mi hanno voluto per come io non sono: io angelo travestito da manichino. Ti prego portami via e salvami, dimmi chi sono, io non mi conosco. Per questo ora dico basta! non voglio più obbedire a regole e dogmi o a una falsa morale come gli altri burattini. Preferisco sentirmi libero all'inferno che schiavo in paradiso, padrone di niente, servo di nessuno. Meglio essere un uomo vero, solo ed incompreso che uno dei tanti burattini umani.
                                                  (Racconto tratto dal libro APOCALISSE MENTALE)
  "APOCALISSE MENTALE"
Monologo in prosa surrealista, cerebrale e filosofica. L’autore medita sul senso della propria esistenza e sul destino universale di tutti gli esseri viventi. Si rivolge alla natura affinché possa svelargli il mistero che circonda tutte le cose ma l’interrogazione risulterà dolorosamente vana, non rivelerà nessuna verità e porterà la sua mente sino al delirio. La natura continuerà ad apparirgli bella e spietata, fino al punto di trasformare in poesia e vita, proprio come la bellezza d’un tramonto, persino il doloroso momento d’un addio o della morte stessa. La vita vana e fugace, è allettante e ingannevole come il canto delle sirene, l’autore ne è consapevole ma, proprio per questo, sente di amarla ancora di più e di non potersi più staccare da essa.
Seguendo la strada della follia, si lascerà annientare in tutto il suo essere e in questa sua apocalisse, troverà conforto in un poetico abbandono.
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                                Fantasmi nella notte
 Ascolta.... ragazza sperduta in quest'infinito.
E' notte, ogni cosa intorno è spenta e tace. Nel silenzio, dolcissimo, altre sensazioni di un mondo totalmente sconosciuto ma intrinseco con i nostri giovani spiriti, vivono con suoni e colori in dimensioni parallele e niente è ciò che sembra. Attimo fugace, come un fiore che sbocciando muore, in questa notte t'amo per non amarti più.
Noi due siamo come fantasmi nella notte, anime vaganti in cerca d'amore, muovendoci insieme, in trasparenza, candidamente invisibili, ci avviciniamo piano per non aver paura nell'oscurità.
Noi due fantasmi nella notte, solitari astri dispersi nel grande firmamento lassù, senza tempo e senza storia, rapiti dall'oblio, misteriosamente avvolti dalle tenebre, angeli di questa giovinezza. Magicamente lontani dal flusso impetuoso della multanime esistenza, noi due non avvertiamo più il battito sconfinato dell'infinito come orrenda solitudine e mistero interminabile. La realtà ci appare come un susseguirsi di fantasmi vuoti e meccanici ed ogni residuo di tristezza si smarrisce del tutto o vibra remoto in un placamento soave.
Ragazza sconosciuta! sei bella tra le ombre, sei più bianca della luna, il tuo viso brilla come una candela..
Lascia questa mia mano che hai stretto così fugacemente questa notte.
Alle prime luci dell'alba le nostre strade si divideranno per non ritrovarsi mai più.
Abbiamo acceso un fuoco in noi che il vento della vita che fugge spegnerà presto. Non dimenticarmi ovunque sarai, io non ti dimenticherò ovunque sarò anche se resteremo per sempre fantasmi nella notte.
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                           STORIA D'UN VECCHIO EREMITA
 Vivo quassù tra le montagne, rifugiandomi nel mio nido silenzioso, in un lungo e solitario esilio. Ho abbandonato il mondo con il suo grigiore per osservare felice i colori dell'arcobaleno ed ogni volta scoppio a piangere di gioia mentre la mia anima si purifica nella luce del sole.
Non ho incubi che mi svegliano di soprassalto, non vedo più quei mille volti della gente pronti a sommergermi, è lo sguardo magico della natura che m'incanta e mi protegge nel buio come una madre schiude le ali sul suo piccolo, sento la rugiada gocciolare sulla mia barba.
La scala dei miei giorni, di gradino in gradino, sta salendo sin lassù, per questo veglio paziente ogni alba che nasce, così giorno dopo giorno m'avvicino al cielo e non ho paura di volare via nell'ora del tramonto, so che rinascerò in primavera per non essere mai più solo.
La morte mi aprirà le porte alla vita eterna e gli occhi della natura, che sono stati la luce della mia terrena esistenza, diverranno gli occhi di Dio lassù. Attendo la pace della sera per addormentarmi in un lungo sonno, stelle d'argento e cori di uccelli, porteranno lontano oltre le montagne l'eco della mia solitudine ed i miei sogni fragili saranno foglie verdi d'un albero solitario che la collera del vento non potrà mai spazzare.
Un freddo e misterioso inverno, busserai alla mia porta frustata solo dal vento, e addentrandoti nel mio nido, troverai quel panno che mi asciugava il sudore, il bastone che aggrappava la mia fatica, una candela che non si consuma. E quando sarai al sicuro, rivivrai i ricordi di quello che sono stato, ammirerai la statua di quello che sono adesso.
In un angolo buio, impolverato da tele, scoprirai il mio diario segreto, frammenti d'una vita mai vissuta, povera fuori, ricca dentro: Non bruciarlo ma fanne tesoro. E' la memoria che infrange i secoli e vince il silenzio dell'universo, il buio della morte.
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                            APRITI CON ME
 Non puoi fuggire da te stessa, non devi nasconderti anche da me. Ormai io ti conosco sai, è come se leggessi dentro i tuoi pensieri. Nei tuoi occhi da troppo tempo spenti ma bellissimi e di straordinario colore, vedo riflessa chiaramente come per magia la tua anima. Il tuo sguardo avvilente, etereo, quasi lunare smaschera questo tuo essere creatura persa, come chi è presente solamente col corpo ed è lontana mille anni luce con la mente Ma io provo ad immaginare il fascino di quel tuo viso che sarebbe capace di ipnotizzare chiunque se solo potesse ritrovare la bellezza e la spensieratezza del suo sorriso. Ti prego: apriti con me! Non chiuderti tenendoti tutto dentro, forse non trovi le parole, non sai da dove cominciare. Parlami del malessere che ti opprime  e dal quale credi di non poterti liberare. Ci sono segreti, esistono paure in te, lo sento. La tua vita è un mare in tempesta ed il tuo futuro lo vedi annebbiato, hai già pianto parecchio fino a prosciugare ogni lacrima ma dall'amarezza e lo sconforto di questo tuo dolore, ne uscirai fuori e per sempre, se lo vorrai veramente. La mente mia ora precipita in fondo alla tua, e in simbiosi con i tuoi stessi tormenti scopre un'ombra, intravede una solitudine profondissima, si perde nel labirinto del tuo mistero lasciandosi del tutto rapire dalla angoscia che ti possiede. Come fari abbaglianti nel buio, i tuoi pensieri negativi sparano su me ma non mi uccidono, mi danno più forza. Ti scongiuro: apriti con me! Io ti ascolterò con attenzione e pazienza senza giudicarti affatto ma cercando di comprenderti, calandomi al tuo posto. Ora dimmi perchè ti consumi così, cosa c'è che mi nascondi, c'è un pericolo che incombe o un demone alle tue spalle. Dimmi tutto ciò che vuoi,  qualsiasi cosa o confidenza, fammi partecipe di ogni tua sensazione, io sono pronto a seguirti con cura, ovunque ed a qualunque costo, finchè mi permetterai di farlo, amica mia! Non odiarti in questo modo ma rendi il bene per il male, prova finalmente ad amarti un pò, scaccia via dalla tua vita la tristezza, i fantasmi della notte, distruggi definitivamente la disperazione. Sento che un sogno, una speranza sopravvivono ancora sepolti dentro il tuo io, ti chiedono luce, entusiasmo, poesia, invocano tenerezza. Ti supplicano soltanto di non arrenderti al male ma di lottare, di non perdere la fiducia in te stessa, sanno che se vuoi ce la fai, puoi riscattarti aprendo gli occhi che tieni bendati. Insegui quel sogno e quella speranza, fallo con volontà e coraggio, credendoci fino in fondo, ti accorgerai che sono più vicini e raggiungibili di quanto tu possa pensare. Fai piovere amore su di te, apri la porta del cuore, quanto c'è di puro, di meraviglioso tu l'avrai. Coltiva e lascia germogliare quegli amori trascurati ed abbandonati in fondo al tuo cuore, sai bene che ci sono ancora, ti stupirai piangendo di gioia nell'osservarli fiorire nella tua  giovane vita. Credimi, ti prego ascolta queste mie parole: apriti con me! Io sono qui con te per aiutarti. Non c'è sbaglio o colpa alla quale non si possa rimediare, non esiste sconfitta in grado di annullarti e non è mai troppo tardi per riemergere. Adesso sei solo caduta ma ti giuro e sono certo che presto ti rialzerai e rinascerai con più forza e più amore di prima. Credici, credici, credici!
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                                                    "RIFLESSIONI"
 A dispetto del tempo che inesorabile scivola sui miei anni, son rimasto quel bambino sperduto di ieri con lo stesso terrore di crescere, solo ed incompreso tra mille paure. Ho ancora voglia di sognare, illudermi, fantasticare. Vorrei rifugiarmi in un mondo solo mio, ricco di colori e d’ingenuità, dove poter finalmente tornare bambino senza crescere più, allontanando le terribili ombre della solitudine, della vecchiaia, della morte stessa, ma è un mondo fragile spezzato crudelmente dalla nuda realtà. Così, ogni volta che provo a volare in alto, una forza sconosciuta ed impietosa, mi taglia le ali ed io precipito giù più triste che mai, come un gabbiano che non vola più, mentre le mie lacrime, quelle stesse che percorrevan lente il mio viso pulito di bambino, continuano a non sapere quel che loro stesse vogliono e a non trovare quel fazzoletto che le possa asciugare per sempre. In esse, vedo riflessi i miei sogni, li vedo morire uno dopo l’altro sciogliendosi come gocce di pioggia disposte in fila, sospese alla ringhiera.
Continuo ad osservare con occhi limpidi e stranieri, l’immenso mare della vita ma è sempre inutile sforzarsi nel tentativo d’immergersi. Vedo lontano quel veliero che da piccolo chiamavo col nome di speranza e che non è partito mai. Eppure m’accorgo che dentro e fuori di me, v’è ancora tutto da scoprire e da imparare. Sento in me una grande energia vitale, creativa ed artistica. C’è in me una sensibilità profondissima, spaventosamente grande a confronto del mio fragilissimo essere che più s’ingrandisce e più resta isolata, soffocata dentro come un vulcano che dorme. Vorrebbe esplodere e sommergermi come un fiume in piena ma non può farlo, come una bottiglia smossa dalla quale non è possibile togliere il tappo. Forse sono troppo diverso da tutti perché possa essere capito, o forse è solo colpa mia se non riesco a esternare quello che ho dentro. Comincio a credere di essere un folle, quasi un alieno, così almeno mi creo un alibi per giustificare questo mio giovane vivere, terribilmente e prematuramente invecchiato.
Ho un disperato bisogno di vita, di giovinezza, di entusiasmo, d’amore. Con chi potrò aprirmi manifestando come sono dentro? Chi potrà veramente capirmi? Vorrei trovarti e finalmente gridarti con tutto il fiato che ho: “Ispirami, sconvolgimi, amami”. E intanto cresce il terrore d’invecchiare e il desiderio di morire ancor prima di vedere il mio corpo mortificarsi con le prime rughe. Non potrei mai sopportare il tremendo contrasto tra l’immortalità del mio spirito che, nonostante tutto sembra che esista, e la debolezza del mio corpo in declino. Sono sicuro che dentro, resterò sempre un bambino mai cresciuto anche se avrò i capelli bianchi e conserverò intatta nelle pupille degli occhi, la stessa luce ch’emanavo da piccolo. Amo troppo la giovinezza e non posso fare a meno di sognare per potermene fare una ragione sulla vecchiaia che è uno stato del tutto naturale e, di conseguenza, accettarla con rassegnazione o addirittura giustificarla. Per me la vecchiaia resta il più grave e doloroso castigo che la natura scagli contro gli uomini. È più malvagia e terrificante persino della morte. Eppure devo ammettere che la mia solitudine e la mia tristezza, sono nate con me, le ho conosciute da giovane, almeno in questo, la vecchiaia non c’entra. Estraniato da sempre dalla vita, non avendo niente ed essendo di nessuno, ho scoperto man mano me stesso. La mia solitudine è simile ad un messaggio chiuso in una bottiglia e gettato in mare. Forse un giorno, quando non ci sarò più, leggendo queste mie accorate riflessioni, mi capirai e, scoprendo che valevo qualcosa, piangerai per me.
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                                                    "SOLO NEL BUIO"
 È notte fonda ed io sono ancora sveglio con lo sguardo assente nella mia camera silenziosa, unica mia compagna, testimone di tanta solitudine. Senza chiudere occhio, penso a tutto e a niente. I vecchi soliti dubbi mi si accavallano in mente: come posso dormirci sopra? Sì, lo so! Fermarsi qui a pensare non si può, farla finita neanche. È solo mia la tristezza, la fine. Non ho più la forza di lottare ormai. Un altro inverno è in me, non devo crollare proprio adesso buttandomi via, devo trovare il coraggio di andare avanti da solo: Dove siete amici miei che avevo? Anche tu mi hai detto infine addio voltandomi le spalle, non sono più niente per nessuno ormai. Mi guardo intorno e vedo solo il vuoto. Grida la voce del mio cuore, spenta dal dolore che nessuno ascolta più. Vorrei non essere mai nato, chiudere gli occhi e scomparire in un attimo. Non so che sarà di me, sono confuso, disorientato, mentre gli anni passano veloci. Fuori è buio ed io tremo, comincio ad aver paura. Mi rigiro nel letto, grido nel sonno, ho incubi, sto male, piango e non ce la faccio più. Ho vissuto una vita che non è mai stata vita.
Dove fuggire un’altra volta? Come placare questa mia ansia fortissima? Ormai le ho già provate tutte, ogni tipo d’evasione, non è servito a niente! Ora mi ritrovo solo, nel buio, con i fantasmi della notte che m’inseguono molto più di prima. Sono nato solo. E solo morirò.
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                                         "LA MIA ESISTENZA SOLITARIA"
 La mia vita è una strana vita, solitaria, incomprensibile, senza senso. Continue rievocazioni della mia adolescenza, sogni irrealizzabili, emozioni intensissime, una impressionante anche per me creatività che mi spinge a scrivere sempre, e poi amori platonici ed immaginari verso ragazze giovanissime, forse per illudermi pateticamente di ringiovanire. Chimere di eternità le mie, che non hanno nessun riscontro pratico destinate a morire e a dissolversi nel nulla. Su tutto questo sfacelo regna sovrana la signora Solitudine, è sempre e solo lei a starmi accanto fedele, fino ad incitarmi a dialogare con me stesso, parlando naturalmente e tranquillamente da solo, io con me stesso e nessun altro, in fondo sto bene col mio io e mi amo, forse questo è anche un bene che mi permette di tirare avanti senza deprimermi. Non ho una compagna che mi ami e mi dia calore dormendo al mio fianco, non ho figli da educare e crescere, né soldi per campare, niente lavoro per realizzarmi e rendermi utile, nemmeno amici per scambiare quattro chiacchiere, niente di tutto questo: sono il chiaro esempio di come non si dovrebbe mai vivere. Sono anche ossessionato dal continuo timore d’invecchiare e di morire o di essere preda di malattie corporali e questa specie di nevrosi mi perseguita da sempre, giorno per giorno, ora per ora, attimo per attimo. Temo la vecchiaia e la morte perché paradossalmente amo fortemente la vita anche se nella maggior parte dei miei scritti, trasmetto tristezza. Possiedo però una grande virtù che non tutti hanno la fortuna di avere: sono tremendamente sincero nell’arte come nella vita. Le ragioni di questo mio non fare, sono da ricercarsi nel fatto che mi son convinto ormai da tempo che non vale la pena impegnarsi nella vita pratica di tutti i giorni perché la morte arriverà prima o poi per tutti e saremo costretti ad abbandonare ogni cosa di questa terra quindi non ha senso impegnarsi in nulla di materiale, e mi ritorna in mente a tal proposito la famosa frase “gli ultimi saranno i primi” ed io mi sento orientato proprio verso gli ultimi della scala sociale, mai verso coloro che osservano dall’alto. Lo so, davanti ai tuoi occhi, caro lettore che mi leggi in questo momento, sembrerò pazzo, tanto da aver bisogno di mille psicologi ma ti prego rifletti per un attimo prima di giudicarmi e almeno sforzati di comprendermi. Durante questa mia assurda e solitaria esistenza non ho costruito proprio nulla di pratico e nulla ho intenzione di creare per il mio futuro. Preferisco rimanere immerso fino al collo in questo personalissimo mare di inguaribile monotonia e piattezza con una sola ma importante novità: sto cercando Dio con tutto me stesso, forse per riempire quell’enorme vuoto che ho dentro, chiedendo a Lui e solo a Lui tutto quell’amore che ho sempre cercato e non ho mai avuto. Non so spiegare nemmeno a me stesso il perché debba vivere così, forse è stata una mia libera scelta in sintonia con la mia anima inquieta e tormentata, o forse i continui e micidiali attacchi d’ansia sempre presenti sin da piccolo in me, hanno inevitabilmente condizionato tutta la mia esistenza, rendendomi totalmente schiavo di paure ed inibizioni. Ma non ho alibi adesso e non cerco giustificazioni di nessun tipo, sono così e basta e forse, paradossalmente e consapevole di una lucida follia, sono anche felice e orgoglioso di esserlo. Io sono questo, sono fatto così ormai e non mi piango addosso ma, al contrario, mi accetto e mi amo per quello che sono. Ho però dentro di me quell’inquietudine, quell’eterna immotivata per certi versi insoddisfazione che sarebbe giusto chiamare angoscia, che mi rende scrittore, artista, creativo e senza la quale non potrei mai esserlo. Non so se sono davvero un poeta nonostante abbia scritto un’infinità di versi ma non m’importa affatto di saperlo, lo sento dentro di me e non devo dimostrare a nessuno di esserlo. L’unica cosa che so di certo è che scrivere mi fa sentire veramente bene, mi trasporta in alto, liberandomi dall’ansia e dalla materialità di questo mondo. È difficile spiegare, anche per me che mi reputo uno scrittore, quello che provo nell’intimo tutte le volte che ho una penna in mano: è una sensazione di forza, potenza, libertà, eternità mischiate tutte insieme e mi lascio trascinare via dalle parole che scrivo e che mi sommergono come un fiume in piena, incontrollabile, inarrestabile che vuole straripare. Credo che solo quando scrivo riesco ad essere veramente realizzato: sono me stesso, libero! L’arte eleva l’uomo rendendolo immortale. Quando creo una storia arrivo a sentirmi addirittura Dio nel far vivere e morire a mio piacimento i personaggi che invento.
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valoriontinuit · 4 years
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Anno domini. Fuga… dalla metafisica di Antonietta Fulvio Anno zero. Anno Domini. Comunque lo si voglia chiamare, l’inizio della cronologia coincidente con la nascita di Gesù Cristo segna un passagg…
Anno domini. Fuga… dalla metafisica di Antonietta Fulvio Anno zero. Anno Domini. Comunque lo si voglia chiamare, l’inizio della cronologia coincidente con la nascita di Gesù Cristo segna un passaggio epocale. Spartiacque tra vecchio e nuovo, fu l’inizio del crollo della Roma imperiale che non riuscì gestire il cambiamento sociale derivante dalla diffusione del Cristianesimo. Sulla scia di queste riflessioni sulla Storia, e su alcune tra le pagine più importanti del Nuovo Testamento, nel suo atelier a Specchia, Luigi De Giovanni si sofferma a parlare mentre lentamente la tela bianca sul suo cavalletto si riempie di segni... simboli, caratteri...colori. Appena un mese fa ha concluso una personale inaugurata per la Giornata del Contemporaneo dal titolo Tracce. Era partito da un’indagine sull’evoluzione di oggetti radicalmente modificati dal progresso tecnologico e usati, attraverso anche il recupero della memoria contadina, come pretesto per riflettere sulla società. Il passato e il presente. Ma al centro sempre e solo l’uomo, comunque artefice del proprio destino ma anche strettamente legato agli altri, perché l’uomo animale sociale non può vivere da solo. Ed è in relazione agli altri che l’uomo scopre le proprie capacità come i propri limiti e nel suo personale cammino lascia sempre qualche traccia dietro di sé. Tracce che vengono da un mondo interiore dove trova spazio il proprio credo spirituale e umano. Questo l’assunto di partenza di un nuovo ciclo di lavori, dedicati al tema della Natività. “Non si può non ricordare il Natale tralasciando il martirio, la morte, il motivo per cui Dio inviò suo Figlio sulla terra. La sua nascita è legata alla rinascita, alla vittoria sulla morte grazie alla Resurrezione, icona di libertà dal peccato. La figura di Pilato è emblematica come la frase che pronunciò presentando il Cristo flagellato - Ecce homo disse - pensando che aver ridotto il Nazareno ad una maschera grondante di sangue fosse bastato ai farisei. Pilato avrebbe avuto il potere di cambiare il corso degli eventi ma non lo fece. Non riuscì a gestire il potere e, purtroppo anche se con formule diverse, la storia si ripete continuamente. Il Natale mi porta ad una riflessione sul ruolo del cristianesimo, sulla Crocifissione che è inscindibile dalla Natività e sul senso dell’esistenza in generale.” La natività è da sempre un tema molto frequentato nell’arte che vanta capolavori assoluti: dalla rappresentazione affrescata da Giotto nella Cappella Scrovegni di Padova, alla tela di Lorenzo Lotto, ad esempio, che dipinse la devozione della Sacra famiglia inserendo in un angolo buio della grotta proprio il crocifisso. Alla Natività, purtroppo persa, del Caravaggio che dipinse una Vergine, donna e madre ancora prostrata dalla fatica del parto mentre guarda il suo Divino Bambino: in quella posa che non ha nulla di santo è racchiusa tutta la santità dell’evento ma anche l’inevitabile senso del dolore, di quel presagio di morte che è scritto anche nel destino del figlio di Dio. Sovrapposta alla precedente festività pagana del Sol Invictus, o a quella Ebraica detta Hanukkah, entrambe celebrate il 25 dicembre, la nascita di Gesù Bambino è la festa che celebra il miracolo della vita, l’unico che vede protagonisti anche noi poveri mortali; ma Cristo nasce per un miracolo ancora più grande, la Resurrezione che implica il sacrificio, il dolore, la morte. “La vita è un insieme di emozioni e sensazioni contrastanti. É amore e disperazione, gioia e dolore, ma anche lotta e tensione verso la felicità. E’ quel che io chiamo il problema delle 24 ore.” E dal destino di dolore che Cristo trae la sua forza, ecco perché l’artista non sceglie di rappresentare il momento della nascita ma il simbolo del sacrificio, passaggio obbligato e scritto dall’Onnipotente perché quella frattura tra Dio e l’Uomo potesse essere colmata. Come per la personale Tracce, l’artista sceglie di realizzare accanto ad alcune tele una composizione risultante dall’ assemblaggio di dodici moduli - 12 i mesi dell’anno, 12 gli apostoli - un enorme quadrato dove la tradizionale rappresentazione della Natività lascia il posto ad una composizione nuova, provocatoria. Al centro della tela una grande croce, rossa. E poi la frase Ecce Homo, le sigle SPQR, INRI che campeggiano in lungo e largo sulla tela, sovrapponendosi in alcuni punti, richiamando inevitabilmente l’attenzione sui loro significati reconditi. Il colore rosso sembra zampillare come stille di sangue, l’idea del sacrificio è intrinseca nella forma stessa della croce, affiancata da due scale: la scala di Nicodemo diventa per l’artista simbolo dello status sociale: “l’evento religioso della Crocifissione si insinua nella Storia, ne diventa parte integrante la persecuzione del Cristianesimo per la Roma imperiale fu un grande errore politico, l’inizio della fine... i Romani avevano già sconfitto altri popoli in precedenza inglobando la loro cultura; si pensi ad esempio a Cartagine, ma con Israele le cose andarono diversamente”. D’altra parte un sistema schiavista quale era l’impero avrebbe mai potuto accettare la religione che riteneva tutti gli uomini uguali? che gli ultimi sarebbero stati i primi? che bisognava amare il prossimo come se stessi? “L’uomo per natura è egoista e, nonostante siano passati tre millenni, senza contare i precedenti, pensa solo al proprio benessere, fa niente se per raggiungerlo deve schiacciare gli altri. Non è un caso che il pesce, simbolo di Cristo nell’iconografia cristiana, sia raffigurato in una forma ben lontana dalla stilizzazione classica perché nella sua grossezza ho voluto rappresentare la falsa ambizione di essere detentori della conoscenza. Da questo punto di vista siamo ancora nelle caverne, il nostro sguardo è dentro la grotta, non fuori. Le paure ancestrali che ci portiamo dentro sono sempre in agguato, la paura del buio come della solitudine, della sofferenza, della morte opprimono il nostro esistere e rendono sempre più problematiche le nostre 24 ore”. Il blu, colore spirituale per eccellenza, predomina nelle tele dove elementi simbolici come le scale rappresentano una società che continua a vivere in precario equilibrio tra croci che non sono grondanti di sangue ma, bianche o azzurre, rappresentano l’uomo con gli insoluti interrogativi di sempre, quelli che fecero nascere nell’antica Grecia la filosofia.... interrogativi come croci sparse nello spazio pittorico che diventa metafora del mondo, del tempo che viviamo. Il segno sempre più incisivo e materico definisce volumi che si sovrappongono sul piano in un rincorrersi di linee curve e spezzate quasi ad evocare il percorso difficile e tortuoso che è la vita per ogni singolo individuo e, per esteso, della comunità intera. I colori intensi, quasi violenti, diventano espressione dei sentimenti, delle passioni, delle sensazioni che affollano la mente e il cuore dell’uomo di tutti i tempi. Lo sguardo che l’artista prima rivolgeva ai luoghi dello spazio sono sempre più introiettati al proprio sentire, all’io che cerca di farsi strada tra il groviglio di pensieri che la vita stessa scatena. Ogni tanto qualche giallo/lampo di luce suggerisce il legittimo interrogativo ma una via di fuga esiste? “É la metafisica, il sogno. - La risposta decisa dell’artista- É nella spiritualità che l’uomo ritrova il coraggio e la determinazione per affrontare i propri demoni, di vivere la propria esistenza riscoprendo la consapevolezza che la forza della rinascita è la libertà del pensiero. Come insegna il messaggio evangelico la libertà nasce dalla sofferenza, dal dolore.” L’allestimento, curato dall’architetto Stefania Branca, affianca alla modulazione pittorica un’installazione così come accaduto nelle recenti personali tenutesi nell’atelier che, da luogo di ideazione e realizzazione dell’opera, si fa anche spazio interattivo con il pubblico. In virtù di un percorso che continua, tracce di gesso renderanno bianca la pavimentazione dove tra santini e rosari, icone di fede, ognuno potrà almeno per un momento riflettere sul significato più autentico del Natale. Un Natale lontano dalla festa consumistica, e non solo per il clima di recessione, ma perché traccia di una spiritualità ritrovata.
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