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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'autrice prescelta è Elizabeth Von Arnim, e l'opera "Il giardino di Elizabeth".
In fuga dall'opprimente vita di città, l’aristocratica Elizabeth si stabilisce nell'ex convento di proprietà del marito, un luogo isolato e carico di storia in Pomerania. A vivacizzare le giornate della signora ci sono le tre figlie – la bimba di aprile, la bimba di maggio e la bimba di giugno –, le amiche Irais e Minora, ospiti più o meno gradite con le quali intrattiene conversazioni brillanti e conflittuali, sempre in bilico fra solidarietà e rivalità femminile, e poi c’è lui, l’Uomo della collera, "colui che detiene il diritto di manifestarsi quando e come più gli piace" . Ma soprattutto c’è il giardino, una vera e propria oasi di cui Elizabeth si innamora perdutamente. Estasiata dalla pace e dalla tranquillità del luogo, trascorre le ore da sola con un libro in mano, immersa nei colori, nei profumi e nei silenzi, cibandosi soltanto di insalata e tè consumati all'ombra dei lillà. Mentre le stagioni si susseguono, Elizabeth ritrova se stessa, i suoi spazi, i suoi ricordi e la sua libertà. Una storia che ha molto di autobiografico narrata da una donna di mondo coraggiosa e irriverente che parla a tutte le donne non solo del suo tempo, ma anche di oggi.
Il romanzo è sotto forma di diario tenuto in prima persona, scritto dal 7 maggio 1897 al 18 aprile dell'anno seguente, tra atmosfere di sogno e realtà. È il racconto di una donna che si allontana dalla città ed improvvisamente scopre l’amore per la solitudine, per l’aria aperta e soprattutto per il suo amato giardino. Con il passare delle stagioni, con i cambiamenti di colori, umori e odori, la protagonista viaggia all’interno di se stessa. Compie una vera e propria ricerca che la porterà verso una maggiore auto consapevolezza. Non sopporta le persone che invadono il suo spazio, che le tolgono il tempo per ammirare i colori ed i profumi del suo giardino. Un inno alla solitudine, in armonia e compagnia di se stessi e delle cose che donano felicità e pace.
È un luogo dei sogni al riparo dalla vita esterna, spesso estranea, che saltuariamente giunge a ricordare alla nostra protagonista la triste condizione della donna ai suoi tempi, esclusa dalla vita politica e oggetto di violenze morali e fisiche maschili tollerate come "normali ". Restrizioni oggi inconcepibili, come il divieto alle donne di viaggiare ai piani superiori dei tram, o la bassa considerazione della sua istruzione e della lettura, ritenuta un riprovevole spreco di tempo.
Ma Elizabeth è una donna eccentrica, superiore alle comuni debolezze, che sa discernere, osserva e giudica e soprattutto pensa e seleziona, costruendosi un mondo operativo e contemplativo. In quel giardino riversa tutta se stessa, cogliendone intensamente ogni pur minimo cambiamento, proprio come il respiro della vita stessa.
Nel complesso, questo romanzo si può definire la testimonianza di un passato e di un’epoca tanto affascinanti quanto ottusi, ma anche un manifesto d’esaltazione per la vita di campagna. Una storia antica, ma ancora attuale, dove le abitudini frenetiche della città continuano a convincere migliaia di persone a tornare ad apprezzare la natura.
Elizabeth von Arnim, pseudonimo di Mary Annette Beauchamp; altro pseudonimo talora utilizzato: Alice Cholmondeley (1866 – 1941), è stata una romanziera britannica nata in Australia. Nel 1891 sposò a Londra il conte tedesco Henning August von Arnim-Schlagenthin, conosciuto durante un viaggio in Italia: con il matrimonio Elizabeth von Arnim acquisì automaticamente la cittadinanza tedesca. I coniugi vissero dapprima a Berlino e successivamente nella residenza degli Arnim a Nassenheide, in Pomerania (oggi Rzędziny, Polonia). Dalle nozze nacquero cinque figli: quattro femmine e un maschio. Il matrimonio non fu tuttavia molto felice per l'incompatibilità con il carattere del marito. e - successivamente - per le difficoltà finanziarie seguite all'incarceramento del marito per truffa. La carriera di scrittrice iniziò nel 1899 con la pubblicazione de Il giardino di Elizabeth, opera semi-autobiografica anonima in cui l'io scrivente si chiamava "Elizabeth", senza cognome.
Nel 1908 lasciò Nassenheide per tornare a Londra. Rimasta vedova nel 1910 divenne l'amante di H. G. Wells. Nel 1916 sposò in seconde nozze il duca John Francis Stanley Russell, fratello maggiore del filosofo Bertrand Russell, ma anche il matrimonio con Russell fu poco fortunato: i due coniugi si separarono nel 1919, anche se non divorziarono mai. Elizabeth von Arnim trascorse gli ultimi anni della sua vita in Europa (Svizzera e Costa Azzurra). Nel 1936 pubblicò la sua autobiografia e, allo scoppio della Seconda guerra mondiale (1939), si trasferì definitivamente negli Stati Uniti, dove morì il 9 febbraio del 1941.
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#timetoread Oggi inizio #lacongiuradeifratellishakespeare @longanesi_editore Sono molto attratta dalla trama, ve la inserisco qui sotto ⬇️ Nel cuore dell'Inghilterra elisabettiana, Richard Shakespeare sogna una carriera brillante all'interno del mondo teatrale londinese, mondo dominato da suo fratello maggiore, William. Ma Richard è un attore squattrinato, che sopravvive solamente grazie al suo bel viso, alla lingua tagliente e a piccoli furti. A poco a poco allontanatosi dal fratello, la cui fama cresce sempre di più, Richard è fortemente tentato di abbandonare la fedeltà alla famiglia. Così quando un manoscritto dal valore inestimabile sparisce, i sospetti ricadono su di lui. Costretto in un doppio gioco ad alto rischio che minaccia di rovinare non solo la sua carriera e l'eventuale ricchezza futura, ma anche quella dei suoi colleghi, Richard deve affidarsi a tutto ciò che ha imparato sugli spalti dei teatri più frequentati e nei vicoli meno battuti della città. Per evitare il patibolo, dovrà ricorrere a tutta la sua astuzia... #instalibri #stoleggendo #libriaprile #libridaleggere #libri_e_libri #librilibrilibri #librichepassione #libristorici #inlettura #buonalettura #italiainlettura #amoreperlalettura #leggereacolazione #ilpiaceredellalettura #buongiorno😎 #letturemattutine #ioamoleggere #livrephoto #livresaddict #bookishpost #bookaholic #bookdragon #shakespeare #litterature https://www.instagram.com/p/BwoOdORnUGM/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1cvsq17zim1a4
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seriosisters · 4 years
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#capolavori : Cime Tempestose, Emily Brontë ~ “Ho sognato nella mia vita, sogni che son rimasti sempre con me, e che hanno cambiato le mie idee; son passati attraverso il tempo e attraverso di me, come il vino attraverso l’acqua, ed hanno alterato il colore della mia mente.”🧑🏻‍🎨💘 ________ #seriosisters #seriosistersblog #cimetempestose #storiesenzatempo #rbaitalia #leggere #ilpiaceredellalettura #reading #read #bookstagram #book #booklover #bookphotography #books #emilybronte #palermo #italia #italy #saturday #lovereading (presso Palermo, Italy) https://www.instagram.com/p/B8BidUNIIQ_/?igshid=cpygdz9prhto
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Sadie é stato il libro più chiacchierato di qualche mese fa ma come sempre io arrivo in ritardo e oggi vi voglio parlare un po' di come l'ho trovato dopo aver sentito opinioni di tutti i tipi a riguardo!⠀ ⠀ Sadie di Courtney Summers é un romanzo che si presenta sin da subito molto interessante. La storia viene raccontata attraverso un podcast, il quale ha l'obiettivo di ricostruire la storia di Sadie e ciò che l'ha portata a scomparire dopo la tragica e misteriosa morte di sua sorella Mattie. ⠀ ⠀ La trama sembrava promettente, ma molti degli sviluppi non mi hanno del tutto convinta, soprattutto a causa della narrazione troppo giornalistica con la quale vengono narrati gli avvenimenti. Sebbene da una parte essa sia scritta molto bene, tanto da sembrare davvero lo script di un podcast, dall'altro questa modalità narrativa non aiuta a far arrivare al lettore le sensazioni che ci si aspetterebbe da una storia del genere. ⠀ ⠀ La Summers, inoltre, tratta tematiche molto importanti e dolorosamente attuali, ma lo fa sempre con un filtro, senza mai spingersi troppo oltre per denunciare apertamente gli accaduti. E questo è un altro punto a sfavore del romanzo che, se fosse stato strutturato meglio, sarebbe stato davvero un'ottima lettura. ⠀ ⠀ Sadie rimane comunque un ottimo esperimento narrativo e una storia dal messaggio forte, seppur molto spesso trasmesso con riserva. Se vi intriga la trama vi consiglio di dargli un'occasione, perché nonostante a me non sia propriamente piaciuto, é un romanzo davvero degno di nota.⠀ ⠀ ➡️ Se volete saperne di più trovate il mio articolo completo linkato in bio! ⠀ ⠀ 🔹Avete letto Sadie? Cosa ne avete pensato? ⠀ ⠀ #sadie #courtneysummers #rizzoli #recensionelibro #ilpiaceredellalettura #leggerethriller #thriller #youngadult #ioleggo #thrilleryoungadult #libriovunque #teaandbooks #libriacolazione #colazioniletterarie #ioleggoperché #librisulibri #librichepassione #leggeresempre #letture (presso Venice, Italy) https://www.instagram.com/p/B2yLY-0oN-l/?igshid=blxy5g3f0xjk
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thefedivan · 6 years
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#Repost @laurataibi_official (@get_repost) ・・・ Ciao readers, molti me lo avevano chiesto e finalmente ci sono delle news sul secondo libro de “Le terre dei dormienti”! ~~~ La casa editrice sta terminando l’ultima revisione e la copertina è quasi pronta quindi, imprevisti permettendo, il libro sarà pubblicato in un mesetto... tenete le dita incrociate! ~~~ Per ingannare l’attesa sto preparando una chicca che sarà disponibile, se tutto va bene, stasera... se siete curiosi di saperne di più seguite le mie storie di oggi! Stay tuned! @edizioninulladie ~~~ I gioielli in foto sono opera della bravissima @artinhands_ ❤️❤️❤️ ~~~ #Leterredeidormienti #urbanfantasy #bignews #bookgramz #booknerd #totalbooknerd #bookstagramfeature #booknerdigans #bookhaolic #ilovebooks #bookish #bookbuoy #yabooks #leggere #ioleggolibri #ilpiaceredellalettura #amoreperilibri #bookworm #literate #book# #books #reader 😍 ☆If you want to support my & my art, buy me a Ko-Fi! • https://ko-fi.com/W7W65HME ☆for info & requests contact! • https://www.facebook.com/ARTinHANDS • https://www.etsy.com/it/shop/TheFedIvan ☆ check out my photography pages • https://www.facebook.com/fedsportfolio/ • https://kuracchan.deviantart.com
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'autore prescelto è Dario Fo e l'opera "L'amore e lo sghignazzo".
Dario Fo, magico istrione e maestro di lazzi e frizzi, merita sempre di essere letto. "L'amore e lo sghignazzo" è un testo lieve, dove viene fuori la penna talentuosa del premio Nobel. Si compone di cinque brevi saggi di argomento diverso che, in altrettanti modi diversi, si occupano del tema dell'amore o del tema dello "sghignazzo" (inteso come un verso che impasta insieme il riso, la provocazione, la satira, la rivolta sociale o politica fatta dal popolo contro il potere). Si inizia con la più bella e tormentata storia d’amore di tutti tempi, quella della giovine Eloisa nipote dell’abate di Notre Dame di Parigi con il suo severo precettore Abelardo (siamo intorno al 1100), storia che culmina - come noto - in tragedia con trasversali vendette. Si continua con un’altra tragedia: la vittima è Mainfreda della nobile famiglia Visconti (siamo qui alla fine del XIII secolo), finita sul rogo dell’Inquisizione per eresia, avendo fondato presso l’abbazia cistercense di Chiaravalle una specie di setta promiscua ed egualitaria. In due altri capitoli, la tragedia lascia il posto alla fantasia ed allo sberleffo: nel primo vi si racconta di una singolare domatrice di leoni, il cui marito, nostalgico dell’Africa, vi fa ritorno con il suo amato leone, quasi umanizzandolo e spingendolo con vari e comici accorgimenti verso leonesse da lungo tempo desiderate; nel secondo "Qu, il comunista utopico" il protagonista (siamo nella prima metà del Novecento) è uno sprovveduto ed ingenuo contadinotto cinese, che viene scambiato per un sovversivo comunista e, da innocente capro espiatorio, condannato a morte: prima di salire sul patibolo, dà ai compagni di sventura la sua definizione di comunismo, una sorta di utopia auspicabile ma sfuggente e, di fatto, irrealizzabile. Ed infine l’ultima storia, che si focalizza sul teatro greco, ma non su quello tragico della tradizione classica e ritenuto da tutti l’unico e certificato, ma su quello vero, autentico e dissacrante della satira (“Gli uccelli” di Aristofane), quello che veniva rappresentato in teatri sfavillanti di colori, con rivestiture in legno, giochi di luce, sofisticati marchingegni che spostavano le scenografie ed attori abilissimi nei travestimenti e nei trucchi. Quest’ultimo capitolo rappresenta un’autentica lezione di storia e di teatro, che fa comprendere tutta la grandezza di Dario Fo.
I soggetti, ripresi, rielaborati, ampliati di allusioni al presente, risultano diversi rispetto a quanto di essi s’è sempre saputo e non solo perché così pensa il Premio Nobel per la Letteratura, ma anche perché i documenti, i testi da lui citati testimoniano diversamente dagli altri testi più noti. Fo vuole incuriosire con le sue rivelazioni ed anche divertire, muovere il riso, indurre a “sghignazzare” soprattutto di ciò che dalla tradizione, dall'opinione pubblica, dalla morale corrente è stato fissato come illustre, solenne, sublime senza che lo fosse. Degna di nota è l'aspirazione dell'autore ad informare, istruire, sensibilizzare quella fascia sociale composta dal popolo e sempre rimasta esclusa, attraverso il recupero e la rivalutazione proprio del patrimonio culturale e linguistico popolare per mezzo dell'arte teatrale.
Dario Luigi Angelo Fo (1926 – 2016) è stato un drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo, attivista e comico italiano. Fu autore di rappresentazioni teatrali che fanno uso degli stilemi comici propri della commedia dell'arte italiana e che sono rappresentati con successo in tutto il mondo. In quanto attore, regista, scrittore, scenografo, costumista e impresario della sua stessa compagnia, Fo è stato un uomo di teatro a tutto tondo. Famoso per i suoi testi teatrali di satira politica e sociale e per l'impegno politico di sinistra, con la moglie Franca Rame fu tra gli esponenti del Soccorso Rosso Militante. Il 9 ottobre 1997 fu insignito del Premio Nobel per la letteratura, con la seguente motivazione: seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi. Fu a conoscenza del fatto mentre era sull'autostrada A1 con Ambra Angiolini, nel corso della registrazione di una puntata della trasmissione televisiva “Milano-Roma”: un'automobile si affiancò alla loro mostrando un cartello con su scritto "Hai vinto il Nobel". L'ultimo italiano che aveva vinto era stato Eugenio Montale nel 1975, mentre era dal 1934 che non vinceva un drammaturgo italiano, quando lo ricevette Luigi Pirandello.
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'autore prescelto è Vicki Myron e l'opera "Io e Dewey".
In una gelida mattina d'inverno, Vicki, la direttrice della biblioteca di Spencer, nell'lowa, trova un gattino semicongelato nella cassetta di restituzione dei libri e decide di prendersene cura. Fin dal primo momento, Dewey - così viene battezzato il micio - conquista il cuore della donna e di tutti coloro che incontra con i suoi modi affettuosi e la sua contagiosa simpatia. Per diciannove anni sarà l'inquilino più amato, coccolato e apprezzato della biblioteca. E, alla fine, riuscirà a compiere un vero miracolo: rendere migliori le persone.
Tutto ha inizio il 18 gennaio del 1988 quando Dewey entra a far parte della vita non solo della biblioteca di Spencer e di tutti quelli che la frequentano (gli stessi impiegati, i bambini con le loro mamme, gli anziani soli e alla ricerca di un passatempo, gli uomini in carriera che si tengono aggiornati attraverso la lettura dei giornali, ecc...), ma anche delle persone che hanno fatto la sua conoscenza grazie al passaparola, che, incredibilmente, lo renderà il gatto più famoso e amato di tutto il mondo (la sua fama giungerà addirittura in Giappone!).
Dewey è un gatto adorabile, giocherellone, buongustaio, bizzarro... un micio speciale e versatile verso tutti gli avventori della biblioteca: paziente con i bambini che lo stuzzicano e con i piccoli disabili che lo accarezzano maldestramente, coccolone con le persone anziane desiderose di affetto, insomma sempre dolce e con una fusa per tutti.
Questa è non solo la storia di un gatto, ma di una biblioteca (e di una cittadina) che nel corso degli anni è cambiata, si è modernizzata in simbiosi col mondo circostante, migliorandosi, forse, proprio anche grazie a questo piccolo grande felino. Ovviamente il rapporto più speciale si instaura tra il micio e la sua “mamma umana”, Vicki, che ha alle spalle una vita non facile, ricca di ostacoli e di problemi brillantemente superati, anche per merito di Dewey, che le resterà al fianco per quasi vent'anni!
“Io e Dewey” è un libro semplice, scorrevole, che non richiede un grande impegno; forse il suo limite più evidente è certamente la mancanza di approfondimento dei personaggi e delle situazioni. Che si tratti delle “prodezze” commoventi e spesso buffe di Dewey, dei fatti riguardanti la famiglia dell’autrice o di alcuni cenni di storia o cronaca riguardanti la cittadina, orgogliosa ed ancorata al proprio passato, i fatti vengono presentati quasi come episodi a sé stanti, legati dall’unico filo conduttore della biblioteca e del suo ospite felino. Del resto, l'obiettivo (riuscito) della scrittrice era essenzialmente fare conoscere al mondo la storia di Dewey!
Vicki Myron è nata a Spencer (1947), nell'Iowa, nonostante fosse sofferente di vari problemi di salute, si è laureata presso l'Emporia State University nel Kansas. Nel 1982 Vicki ha iniziato a lavorare nella biblioteca locale. Nel 1987 è diventata bibliotecaria capo, carica che ha ricoperto per 25 anni fino al suo ritiro avvenuto dopo la morte di Dewey, un gatto adottato dai bibliotecari nel 1988.
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'autore prescelto è John Fante e l'opera "Aspetta primavera, Bandini".
Arturo ha quattordici anni, abita in America in uno sperduto paesino sulle montagne e possiede una slitta. Per il resto avrebbe preferito chiamarsi John, e di cognome, invece che Bandini, Jones. La madre e il padre sono italiani immigrati, ma lui avrebbe preferito essere americano. Poi c'è nonna Toscana, che considera il genero Svevo, padre di Arturo, un fallito, e la figlia Maria una povera pazza perché l'ha sposato. Una famiglia non solo povera, ma fatta proprio di povertà.
Fante ci regala questo romanzo dal sapore autobiografico, ci racconta quanto sia stato duro essere figlio di immigrati in America, nascere in una famiglia povera e cattolica. La narrazione anaforica dell’inizio ha il potere di dipingere un quadro realistico di una realtà marginale ed emarginata, ai limiti della sopravvivenza, nella quale la fanno da padrone miseria e rassegnazione. Arturo, il figlio quattordicenne e la traduzione in parola dei suoi pensieri (anche nei momenti meno opportuni) sono un’efficace messa a nudo di quel marasma di pensieri e di emozioni tipici dell’adolescenza. Gli eccessi nel comportamento, sanati sempre da un’indulgente e immediata confessione, sono invece l’esito tutto personale del substrato familiare e sociale di appartenenza e spesso sono tinteggiati da una gradevolissima vena ironica. Il maggiore dei tre figli, Arturo, è quello che più assomiglia al padre nel temperamento, al quale lo accomuna il desiderio di dare una svolta alla vita, l'impaziente attesa di un giorno migliore, il giorno in cui poter finalmente godere delle piccole gioie della vita sinora negate. Questa è la tanto attesa primavera per i Bandini, così come lo è, del resto, per tutti noi... Tutti in attesa della propria personale primavera!
Il romanzo ha struttura circolare: inizia e finisce nella neve: è mirabile la capacità di John Fante nel raccontarci l'inverno della famiglia Bandini, attraverso i pensieri e le tribolazioni dei singoli componenti della famiglia, tratteggiati senza alcuna manipolazione “stilistica”; i loro sentimenti, la rabbia e le azioni sono estremamente realistiche, umane. La povertà e le varie pulsioni umane sono il motore della scrittura di Fante.
"Aspetta primavera, Bandini" (titolo originale: "Wait Until Spring, Bandini") è il romanzo d'esordio dello scrittore italo-americano John Fante, pubblicato nel 1938, ed è il primo romanzo della saga di Arturo Bandini (nonché il primo in ordine di pubblicazione, ma secondo per ordine di stesura, dopo "La strada per Los Angeles").
John Fante (1909 – 1983) è stato uno scrittore e sceneggiatore statunitense nacque a Denver, nel Colorado, figlio di Nicola Fante, un immigrato italiano originario di Torricella Peligna (in provincia di Chieti), e di Mary Capolungo, una casalinga statunitense, nata a Chicago (nell'Illinois) da genitori italiani originari della Basilicata. Fante cresce a Boulder, dove trascorre un'infanzia turbolenta, ma nonostante tutto riesce a diplomarsi e ad iscriversi, seppur per un breve periodo, presso l'Università del Colorado. Abbandonati dunque gli studi universitari, inizia molto presto a fare lavori precari. La condizione di povertà e i suoi continui dissapori con il padre lo portano ad abbandonare il tetto famigliare e a stabilirsi a Los Angeles, dove arriva nel 1930, per dedicarsi seriamente alla scrittura. Con i suoi primi racconti brevi pubblicati da varie riviste letterarie californiane, i fratelli e la madre si trasferiscono anche loro in California, a Roseville. Scrive con una certa regolarità per le riviste The American Mercury e The Atlantic anche grazie al supporto di Henry Louis Mencken, di cui è da tempo corrispondente. Sempre all'inizio degli anni trenta inizia la sua collaborazione con Hollywood in veste di sceneggiatore, un lavoro che non ama ma che comunque gli porta discreti guadagni. Ha lavorato anche in Italia come sceneggiatore per Dino De Laurentiis. Si trasferisce in una piccola stanza a Bunker Hill, celebrata con affetto nei suoi romanzi. Nel 1934 inizia il suo primo romanzo La strada per Los Angeles, il quale sarà concluso nel 1936, ma vedrà la pubblicazione solo nel 1985, seguito nel 1938 da Aspetta primavera, Bandini, che riscuote subito un grande successo, e un anno dopo replica il successo con uno dei suoi romanzi più famosi, Chiedi alla polvere. Durante la guerra John Fante vive un periodo di crisi narrativa dovuto anche all'impegno come collaboratore per i servizi d'informazione e alla nascita dei suoi quattro figli (di cui uno, il secondogenito Dan, intraprenderà anch'egli la carriera di scrittore) dalla moglie Joyce Smart, sposata nel 1937. Il suo lavoro successivo è del 1952, anno di pubblicazione di Una vita piena. Si ammala di diabete e, sfiduciato, pubblica il suo romanzo La confraternita dell'uva nel 1977. L'anno 1978 vede l'incontro tra Fante e Charles Bukowski, che dichiara di considerarlo "il migliore scrittore che abbia mai letto" e "il narratore più maledetto d'America" (Bukowski giunse a dichiarare "Fante era il mio Dio"). Bukowski gli chiede l'autorizzazione di ristampare Chiedi alla polvere, per cui scrive un'appassionata prefazione. Pur di spingere la casa editrice Black Sparrow per cui scriveva a ristampare le opere di Fante, da lungo tempo fuori stampa, Bukowski giunge a minacciare l'editore di non consegnare loro il manoscritto del suo nuovo romanzo. La ripubblicazione delle sue opere fa vivere un periodo di speranza a John Fante, che a causa della malattia è diventato cieco ed è stato sottoposto all'amputazione di entrambe le gambe. Il suo ultimo romanzo è Sogni di Bunker Hill, che Fante detta alla moglie, pubblicato nel 1982 a conclusione della saga del suo alter ego Arturo Bandini. John Fante muore l'8 maggio del 1983 in una stanza della clinica Motion picture and television country house a Woodland Hills, sobborgo di Los Angeles. Ha lasciato numerosi inediti che poco per volta stanno facendo riscoprire un autore di notevole rilievo.
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Oggi l'autore prescelto è Marco Dell'Omo, e l'opera "La banda Gordon".
Il generale Piero Vinci è un uomo ormai anziano, prende regolarmente le sue medicine, mangia la zuppa di cavolo e fa merenda al pomeriggio, persino i servizi segreti, che per anni lo hanno fatto pedinare, hanno smesso di occuparsi di lui. Ma è proprio quando il suo tempo sembra quasi finito che Piero inizia a raccontare la sua storia, di quando era ragazzo, viveva a L'Aquila, si vergognava di essere il nipote di D’Annunzio e insieme ad altri fondò la banda Gordon. Era il 1942 e un gruppo di ragazzi, amanti della montagna e delle scalate, si riuniva con una missione ben precisa: sgominare Mussolini e i tedeschi. Era stato proprio il Duce infatti a censurare il loro fumetto preferito, Flash Gordon, lasciando tutti amareggiati. Così quei ragazzi e ragazze, armati di scarpe da tennis e corda, crearono la loro Resistenza fatta di complotti, inseguimenti e qualche super potere. Piero confesserà almeno due amori indimenticabili, un tradimento cocente e un incontro mistico. La banda Gordon è una storia che mescola con sapienza fantasia e realtà, memoria e invenzione, raccontando gli anni della guerra e del fascismo attraverso le vite di alcuni adolescenti temerari, spaventati, sì, ma coraggiosi, sensibili, generosi con lo sguardo sempre in alto, verso le cime delle loro montagne.
Il libro ha per protagonisti alcuni ragazzi abruzzesi che durante il fascismo, uniti dalla passione per l’alpinismo, decidono di prepararsi e organizzarsi per partecipare alla Resistenza attraverso operazioni di sabotaggio. La voce narrante della storia è di uno dei ragazzi protagonisti, Piero Vinci, generale in pensione dell’Aeronautica. Egli si fa portavoce di un malcontento e di una ricerca profonda, del sogno di assaporare la libertà. Una caratterizzazione accurata dei personaggi resi nel loro vissuto, non effigi statiche ma dinamiche nel loro incedere e, soprattutto, umani.
Questo libro non affronta con retorica lo spirito che ha mosso alla ribellione moltissimi italiani. Non è un canto di guerra e di vittoria sulla Resistenza. Il Gran Sasso e le montagne sono il filo conduttore, la cordata che li tiene assieme e li fa diventare una squadra. Si danno il nome di un fumetto, Flash Gordon, un fumetto che per il valore simbolico riscuote le coscienze e le educa. Come Gordon combattono e resistono, perché tali sono, eroi che si svegliano dal torpore del loro comodo e isolato quotidiano per un bene superiore di autodeterminazione.
È un romanzo che nello scorrere dei capitoli ci fa immedesimare in Piero, Nico e tutti gli altri amici. Il reale si mescola in alcuni punti con il fantastico, ma il ricordare subisce sempre una sublimazione. Marco Dell’Omo costruisce una storia e un romanzo a tutto tondo, che trasmette forti emozioni e riesce ad isolare il lettore catapultandolo nelle pagine e in un mondo ulteriore.
La scelta stilistica (il meta-racconto) viene segnalata con una struttura non del tutto lineare: talvolta alla narrazione in terza persona che ci racconta il passato, vengono intervallate parti del presente (ben segnalate perché scritte in corsivo) in cui l'uomo a cui viene raccontata la storia riflette su quanto viene raccontato. Si tratta di un romanzo preciso e accurato, specialmente nell'ambientazione sia temporale che spaziale. Dell'Omo racconta l'Abruzzo del 1942 in modo esemplare, con descrizioni vivide sia dell'estetica del luogo sia delle abitudini dei suoi abitanti. Le descrizioni sono sempre importanti all'interno della storia e non si soffermano soltanto sull'aspetto storico della vicenda ma, in buona parte, anche in quello geografico, mostrando al lettore la montagna e le sue pareti impervie e invitandoci a scalarle insieme ai protagonisti della vicenda. Oltre che storico può essere considerato anche un romanzo di formazione: i giovani protagonisti riflettono e parlano tra loro della vita, dei valori e di alcune tematiche attualissime come l'omofobia e la parità dei sessi, oltre che della politica. Lo stile si modifica leggermente a seconda della parte, più quotidiano nella parte presente, più attento nella parte storica, ma in entrambi i casi si dimostra scorrevole, ricco ma mai prolisso. I dialoghi tengono conto del parlato e talvolta hanno anche qualche espressione colloquiale o dialettale al loro interno.
Marco Dell’Omo è nato a L'Aquila nel 1958. Ha lavorato per molti anni all'Ansa come giornalista politico; per la RAI ha scritto i docufilm "Buonasera Presidente", "Oriana Fallaci, il lato nascosto della luna" e "Storia di Nilde". È autore del libro “I conquistatori del Gran Sasso”.
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti". Oggi l'autrice prescelta è Jane Austen e l'opera "Orgoglio e pregiudizio".
Jane Austen è una delle poche, autentiche, grandi scrittrici che hanno saputo fare breccia nei cuori e nelle menti di tutti i lettori, senza eccezioni. Fra i suoi tanti capolavori, "Orgoglio e pregiudizio" (pubblicato il 28 gennaio 1813) è sicuramente il più popolare e amato: le cinque figlie dell'indimenticabile Mrs Bennet, tutte in cerca di un'adeguata sistemazione matrimoniale, offrono l'occasione per tracciare un quadro frizzante e profondo della vita nella campagna inglese di fine Settecento. I destini di Elizabeth, Jane, Mr Bingley e dell'ombroso Mr Darcy intrecciano un balletto irresistibile, una danza psicologica che getta luce sulla multiforme "imprendibilità" dell'animo umano, specie quando si trova alle prese con l'amore o con qualcosa che all'amore somiglia.
Ma qual è la storia che si cela dietro questo famoso titolo? Le vicende si sviluppano intorno all’intelligente e caparbia Elizabeth, la secondogenita dei coniugi Bennet nonché la protagonista del romanzo. Jane, Elizabeth, Mary, Kitty e Lydia sono le cinque figlie dei Bennet e rappresentano un’immancabile e perenne preoccupazione per la signora Bennet: assicurare loro un buon matrimonio! Ma Elizabeth, che si fa subito conoscere per la sua sicurezza e determinazione, non è così propensa ad assecondare i piani materni. Come un fiore tra la neve, rompe gli schemi convenzionali rifiutandosi di cedere a un matrimonio triste e senza amore. Ciò che la condurrà all’altare sarà solo il vero sentimento, l’interesse sincero per un’altra persona. A spezzare la tranquillità dei Bennet è il signor Bingley, giovane, ricco e soprattutto celibe, che decide di trasferirsi a Netherfield con la sorella Caroline e il fidato amico di famiglia Fitzwilliam Darcy. Sin da subito la signora Bennet si adopera per fare in modo che il signor Bingley si innamori di una delle sue figlie. Il sentimento che nasce tra Bingley e Jane è evidente e opposto a quello che nasce tra Elizabeth e l’arrogante Mr Darcy...
Opera senza tempo. Sebbene scritta in un periodo storico in cui la condizione della donna non era poi così favorevole, Jane Austen ci offre, di contro, una protagonista intelligente, forte e determinata. Amante della letteratura e delle lunghe passeggiate all’aria aperta, che affronta la vita e le situazioni senza mai tirarsi indietro. Jane Austen, che si dedicò alla stesura del libro quando aveva solo ventun'anni, definì il romanzo "my own darling Child", il mio adorato Bambino. "First impressions" era il titolo originario, che richiamava quelle prime erronee impressioni che Mr Darcy ed Elisabeth Bennet hanno inizialmente l'uno dell'altra. E saranno proprio loro, Mr Darcy ed Elisabeth, le creature letterarie più care alla Austen.
Tuttavia, questo grande classico si presenta come un magistrale affresco della società inglese dell'Ottocento, per la quale Il matrimonio è ancora visto come un contratto il più possibile vantaggioso, e che poco contempla l'amore. Ma è proprio l'amore il grande protagonista indiretto, in lotta tra l'orgoglio e il pregiudizio dei personaggi. Mr. Bingley dubiterà dei sentimenti di Jane a causa della sua indifferenza, ed Elizabeth, ingannata dall'apparenza e dal pregiudizio, crederà che Darcy abbia un atteggiamento superbo. Dunque, l'orgoglio e il pregiudizio danno luogo ad una serie di incidenti e fraintendimenti, che costituiscono il nucleo dell'opera. L'orgoglio può far perdere ciò che si ama, mentre il pregiudizio può preclude nuove esperienze, impedendo di cambiare vita e pensieri.
Si potrebbe continuare ancora a lungo a parlare di questo libro, ma è tempo, per chi non l’abbia ancora fatto, di leggerlo, e per chi, invece, ne conosce già la storia, magari di riscoprirlo con un’ottica differente.
Jane Austen (1775 – 1817) è stata una scrittrice britannica, figura di spicco della narrativa neoclassica. Trascorse una vita per lo più tranquilla, non particolarmente ricca di eventi, e non lasciò numerose opere: tra i suoi scritti infatti si contano solamente 6 romanzi, 3 racconti, 5 altri lavori e una raccolta in tre volumi (“Juvenilia”): nonostante una produzione più scarsa rispetto ad altri autori, la Austen è ancora oggi una delle autrici più famose e conosciute del panorama letterario del Regno Unito e mondiale. Era figlia di un pastore anglicano e la sua famiglia era molto numerosa: era infatti la penultima di otto figli, di cui sei maschi e due femmine. Si legò particolarmente alla sorella Cassandra, con la quale trascorse gran parte della sua vita. Ricevette un’educazione familiare: il padre si occupò infatti di insegnarle il francese, le basi della lingua italiana e la letteratura. In seguito la Austen e la sorella approfondirono la loro formazione dapprima ad Oxford e poi a Southampton. Le due ragazze frequentarono anche la Abbey School di Reading. Ritornata a casa si dedicò alla scrittura di “Juvenilia”, un’opera in tre volumi in cui sono contenuti racconti, bozze di romanzi e parodie della letteratura dell’epoca.Successivamente, tra il 1795 e il 1799 iniziò a scrivere e ad abbozzare quelle che successivamente diventeranno le sue opere più famose. Risale a questo periodo infatti la stesura di “Prime impressioni”, bozza di “Orgoglio e pregiudizio”, ed “Elenoir e Marienne”, diventato in seguito “Ragione e sentimento”. Il padre, colpito dalle abilità letterarie di Jane, tentò di far pubblicare i suoi scritti, tuttavia non riscosse molto successo tra gli editori e non vennero pubblicati. In seguito alla morte del padre, avvenuta nel 1805, si trasferì con la madre e la sorella dapprima a Southampton e successivamente a Chawton. Fu qui che un editore, Egerton, decise di pubblicare “Orgoglio e pregiudizio” nel 1813. Il romanzo riscosse fin da subito un enorme successo e lo stesso accadde per “Mansfield Park”, pubblicato nel 1814. Successivamente venne pubblicato anche “Emma” nel 1815, che rappresenta l’ultimo romanzo edito quando la Austen era ancora in vita. “Persuasione” e “L’abbazia di Northanger” vennero invece pubblicati postumi alla morte della scrittrice. Inizialmente i suoi romanzi vennero pubblicati in forma anonima e solo successivamente alla pubblicazione de “L’abbazia di Northanger” e di “Persuasione” il fratello rivelò al pubblico l’identità dell’autrice. Della vita privata e sentimentale di Jane Austen non si conosce molto, ciò che si sa è che non lasciò mai la sua famiglia e morì da nubile: ci lasciò nel 1817 dopo essersi ammalata gravemente, probabilmente della Malattia di Addison.
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IL TESCHIO DI GOYA 📚💀⠀ ⠀ Goya Enigma è un romanzo intrigante ed interessante che ho finito tutto d'un fiato, nonostante la stanchezza, e che mi ha colpita per l'intelligenza delle analisi che sono state fatte riguardo le "Pitture nere" e la scomparsa del teschio di Francisco Goya. ⠀ ⠀ Il ritmo è incalzante e mai noioso, nonostante la parte thriller della narrazione non sia poi molto originale. È, nonostante ciò, un romanzo che non delude per via della sua particolarità e della penna di Alex Connor, capace di rendere i suoi personaggi estremamente realistici grazie alla sua dettagliatissima caratterizzazione! ⠀ ⠀ Insomma, è un thriller che vi consiglio se vi piacciono le storie con sfondo storico-artistico e se cercate qualcosa che possa darvi un punto di vista originale e ben organizzato riguardo la storia di Goya, del suo teschio e delle sue "Pitture nere"!⠀ ⠀ Come sempre,se volete saperne di più vi rimando all'articolo uscito sul blog di cui trovate il link diretto in bio! ⠀ ⠀ Lo avete letto? Vi piacciono i thriller storico-artistici o preferiti quelli tradizionali? ⠀ ⠀ #goyaenigma #alexconnor #newtoncompton #recensionelibro #recensione #libribelli #thriller #consiglidilettura ticonsigliounlibro #nuovauscita #giallo #ilpiaceredellalettura #libriconsigliati #recensionelibro #libridaleggere #libriovunque #letturebelle #ticonsigliounlibro (presso Madrid, Spain) https://www.instagram.com/p/BwbYaTenYUu/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=uzdfc17scnm1
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A PROPOSITO DI THRILLER 📚🗡️⠀ ⠀ Come vi ho detto qualche giorno fa nelle storie, questo è il mio periodo thriller/mistery! Dopo "Le sette morti di Evelyn Hardcastle" si è risvegliata la mia voglia di leggere di serial killer e assassini, quindi eccomi qui a parlarvi di thriller, uno dei generi che più amo leggere! ⠀ ⠀ In foto un thriller che giace nella mia libreria da un po', ma che non posso leggere perché la libreria si trova a 700+km da me... Ma ho già letto due thriller, due scoperte magnifiche, "Adesso muori" di Karen Sander (di cui vi parlerò probabilmente venerdì o settimana prossima) e "Le sette morti di Evelyn Hardcastle" di Stuart Turton 😍 Adesso, invece ne sto leggendo un altro più tendente al mistery, molto interessante! ⠀ ⠀ Altri thriller che voglio leggere? La verità sul caso Henry Quebert, uno dei prossimi che leggerò, e Alias Grace, vi dico solo Atwood e thriller, I'm in! ⠀ ⠀ Avete qualche altro suggerimento di thriller interessanti da leggere? La mia lista è prontissima per essere allungata esponenzialmente, quindi fatevi avanti con i titoli! ⠀ ⠀ #thriller #consiglidilettura #libribelli #passionethriller #giallo #ilpiaceredellalettura #prossimeletture #lettureattuali #stoleggendo #libridaleggere #libriovunque #letturebelle #ticonsigliounlibro #leggodiverso #librithriller #librimalati #passionelibri (presso Thriller) https://www.instagram.com/p/BwWNQwHH8H6/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=55q312y2q4tf
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CHI HA UCCISO EVELYN HARDCASTLE? ☠️🗡️⠀ ⠀ Le sette morti di Evelyn Hardcastle è un romanzo organizzato in maniera straordinaria e imprevedibile. Turton è riuscito a creare un intreccio complesso a tal punto che sino alle ultime pagine nessuno potrebbe immaginare cosa succederà. È stata, per me, una lettura inaspettata, cercavo un bel thriller da mesi e non ne trovato nessuno che mi prendesse, poi ecco arrivare questo libro. ⠀ ⠀ La storia ci viene raccontata con una tecnica narrativa non così originale, ma elaborata in maniera tale da farla diventare unica. È un romanzo come non ne avevo mai letti, complesso, intricato e pieno di colpi di scena. Non me l'aspettavo, sono rimasta incollata alle pagine con il fiato sospeso sino all'ultimo e non riuscivo a capacitarmi di ciò che stavo leggendo, credetemi! ⠀ ⠀ Nonostante Turton non utilizzi uno stile che spicca per originalità e inventiva, ha saputo creare qualcosa che cattura il lettore e lo trasporta in un mondo in cui tutte le certezze cadono e non si sa più ciò che è vero e ciò che non lo è. È un romanzo molto bello, validissimo per il suo genere e una scoperta molto piacevole.⠀ ⠀ Però, un piccolo difetto il romanzo, a mio parere, ce l'ha, ma per scoprirlo dovrete andare a leggere l'articolo sul blog, link diretto in bio! ⠀ ⠀ Anche voi siete rimasti intrappolati nella rete di Turton? O non avete ancora letto il suo romanzo? Io ve lo consiglio vivamente, ma sono curiosa di sapere la vostra opinione a riguardo! ⠀ ⠀ #thriller #consiglidilettura #libribelli #thriller #passionethriller #gdl #giallo #ilpiaceredellalettura #7meh #libriconsigliati #recensionelibro #libridaleggere #libriovunque #letturebelle #ticonsigliounlibro (presso Blackheath Halls) https://www.instagram.com/p/BwBmf3THgND/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1035qpvoz9qkj
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Il libro del momento 😍📚⠀ ⠀ Qualche giorno fa, in una di quelle dure giornate universitarie in cui vorresti solo piazzarti nel letto e non alzarti più, sono rientrata e ho trovato un pacchetto ad aspettarmi. Al suo interno il libro più discusso del momento, "Le sette morti di Evelyn Hardcastle" di Stuart Turton, un romanzo che mi aveva incuriosita alla sua uscita inglese e che @neripozza ci ha, finalmente, portato in Italia!⠀ Io lo inizierò settimana prossima insieme a @silvia_inunclick , @lady_leda_ e un bel gruppo di lettori con i quali parleremo del romanzo e lo commenteremo man mano che lo leggiamo! 😍 ⠀ ⠀ Sono molto curiosa di scoprire questo romanzo e ansiosa di immergermi in questa storia che si prospetta molto intrigante, e voi? ⠀ ⠀ Un libro in uscita quest'anno che aspettate di leggere e che non vedete l'ora di leggere? ⠀ ⠀ #lesettemortidievelynhardcastle #stuartturton #neripozza #nuovalettura #letturaincorso #libribelli #thriller #passionethriller #gdl #prossimalettura #giallo #ilpiaceredellalettura #inlettura (presso Milan, Italy) https://www.instagram.com/p/Bvqlu_UnMXT/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=dk5s76x67msw
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