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#partigiani
francescosatanassi · 4 months
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NON AVEVO PAURA DI NULLA
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Apprendo con dispiacere che il giorno di Natale ci ha lasciato Nara Lotti, staffetta partigiana della Brigata Garibaldi. Nel gennaio del '44 aveva 15 anni e scelse di salire in montagna e unirsi ai partigiani. "Io li ho conosciuti i fascisti - raccontò alcuni anni fa - Picchiavano le persone senza un motivo. Eravamo vicini di casa. Abitavamo nelle stesse strade. Io non capivo quella violenza, io domandavo. A Santa Sofia c’era il comitato antifascista, erano tutti uomini e io mi chiedevo come mai loro rimanessero a casa; poi ho capito che avevano famiglia e anche paura. Io invece non avevo paura di nulla."
[ intervista video QUI ]
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gregor-samsung · 3 days
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“ Tina, nome di battaglia Gabriella, anni diciassette, giovane come tante nella Resistenza. Non ho mai pensato che noi ragazze e ragazzi che scegliemmo di batterci contro il nazifascismo fossimo eccezionali, ed è questo che vorrei raccontare: la nostra normalità. Nella normalità trovammo la forza per opporci all’orrore, il coraggio, a volte mi viene da dire la nostra beata incoscienza. E così alla morte che ci minacciava, che colpiva le famiglie, gli amici, i paesi, rispondemmo con il desiderio di vita. Bastava aprire la porta di casa per incrociare il crepitare delle armi, le file degli sfollati, imbattersi nella ricerca dei dispersi; partecipare dell’angoscia delle donne in attesa di un ritorno che forse non ci sarebbe stato: ma le macerie erano fuori, non dentro di noi. E se l’unico modo di riprenderci ciò che ci avevano tolto era di imbracciare il fucile, ebbene l’avremmo fatto. Volevamo costruire un mondo migliore non solo per noi, ma per coloro che subivano, che non vedevano, non potevano o non volevano guardare. E se è sempre azzardato decidere per gli altri, temerario arrogarsi il diritto della verità, c’erano le grida di dolore degli innocenti a supportare la nostra scelta, c’era l’oltraggio quotidiano alla dignità umana, c’era la nostra assunzione di responsabilità: eravamo pronti a morire battendoci contro il nemico, a morire detestando la morte, a morire per la pace e per la libertà. Vorrei che voi sfogliaste insieme a me l’album di ricordi, con i volti dei miei tanti compagni di grandi e piccole battaglie, fotografie scattate nei giorni della pace ritrovata, quando ci riconoscemmo simili. Mi rivedo, ci rivedo, con i capelli ricci o lunghi, barbe più o meno incolte, vestiti a casaccio, e tuttavia qua e là spuntano una certa gonna più sbarazzina, scarpe basse ma con le calzette colorate, un fermaglio su una ciocca ribelle, la posa ricercata di un ragazzo, e tutti insieme a guardare diritto l’obiettivo, tutti insieme sapendo che il futuro ci apparteneva, tutti insieme: questa era stata la nostra forza, la nostra bellezza. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 3-4.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
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poetry-lair · 4 days
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Hi everyone!!
Today is a special day in Italy, the Liberation’s Day (Festa della Liberazione that it celebrates the 25th April and we honored and commemorate the liberation of Italy from the fascism and nazism’s tyranny, and the people who fought for freedom, like the resistance of partisans.
In these days is very important to remind the important of freedom and fight for what is right, in peculiar for the people who sacrifice their lives for that, especially for awful censorship, made by the Italian national television networks, of the author Antonio Scurati’s monologue, which denounced the terrible crimes of fascism, their silence and their complicity of nazism’s atrocities, that unfortunately they still justified by neofascists.
For this reason, I wanted to share with you this literary suggestion I’ve made, which talk about the experience of resistance by different point of view, or based from true events linked by the Liberation of Italy.
If you want to know more about it or share a thought,
You can write in the comment sections:
Have a nice day!!
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lucadea · 3 days
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Il monumento dedicato ai partigiani a Lavagna
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Il monumento dedicato ai partigiani a Lavagna. A passeggio per Lavagna, armato come quasi sempre della mia macchina fotografica, ho fotografato il monumento che è dedicato alla memoria dei partigiani partiti dalla cittadina rivierasca. Il monumento recita: 1943 DI QUI PASSO' LA RESISTENZA PRENDENDO LA STRADA DEI MONTI ALL'ALBA DI QUEI VENTI MESI CHE IL SANGUE E L'UNITA' POPOLARE PREPARARONO LA LIBERAZIONE 1945 NEL 30° ANNIVERSARIO - IL COMITATO ANTIFASCISTA LAVAGNESE Come passerai tu questa giornata?  The monument dedicated to the partisans in Lavagna - Le monument dédié aux partisans de Lavagna - El monumento dedicado a los partisanos en Lavagna - O monumento dedicado aos guerrilheiros em Lavagna - Das den Partisanen in Lavagna gewidmete Denkmal - Tượng đài dành riêng cho những người theo đảng phái ở Lavagna - 拉瓦尼亚游击队纪念碑 - ラヴァーニャのパルチザンに捧げられた記念碑 Read the full article
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lapolani · 5 days
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“25 aprile, la Liberazione”
Disegno di Lapo Lani, realizzato con smalti giapponesi su carta bianca. Dimensioni: cm 26x32. Anno: aprile 2024. Collezione privata.
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yourtrashcollector · 3 days
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Giuseppe Ungaretti, Per i morti della resistenza
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hardcoretillidie · 2 days
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Nella tua mi dicevi che «Iddio aiuta i giusti»; io sono stato giusto e sono aiutato a ricevere questa morte che non mi spetta (pazienza).
Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana
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rabbitabbot · 2 days
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Il decerebrato (o I, se erano più d'uno) che hanno imbrattato la lapide che ricorda i partigiani uccisi a Forte Bravetta, dovrebbero essere rieducati solamente per far capire loro che se si parla di assassini ci sarebbe una lunga catena di morti attuata dai fascisti, prima dell'avvento del fascismo, durante il fascismo, durante l'effimera RSI e dopo, nell'Italia repubblicana. Per quanto riguarda gli stupratori basta un episodio su tutti: i fatti del Circeo e gli stupri di Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. Quest'ultima uccisa dai "bravi" ragazzi del fascismo.
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francescosatanassi · 4 days
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A OGNI COSTO
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"Aldo dice 26 x 1". Era questo il messaggio in codice diramato il 24 aprile 1945 dal CLNAI con l'ordine di insurrezione generale. L'ora X fu fissata per l'una di notte del 26 aprile. Già il 10 del mese il Comando delle Brigate Garibaldi aveva messo in allerta tutti i combattenti per prepararsi all'insurrezione del nord Italia e precedere l'arrivo degli Alleati. L'insurrezione era da effettuarsi a ogni costo, senza accettare accordi o tregue con il nemico. Furono stesi piani per entrare nelle città, per salvaguardare le fabbriche e impedire la fuga dei nazifascisti. Così, le brigate partigiane di montagna scesero in pianura e marciarono sui centri principali, mentre in città iniziarono gli scioperi e l'occupazione dei palazzi principali con i reparti GAP e SAP a coordinare la lotta popolare. Iniziava così la Liberazione d'Italia.
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gregor-samsung · 1 month
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“ Ricordo che incontrai Moro alla vigilia del suo rapimento. Era sera e, poche ore prima, un importante esponente del Partito comunista mi aveva pregato di comunicare a Moro e a Zaccagnini che il suo partito aveva molte difficoltà a votare il governo Andreotti. Cercai Zaccagnini e non lo trovai, con rammarico perché era con fiducia che mi rivolgevo a lui. Fummo sempre molto vicini, umanamente e politicamente, e lo saremmo stati ancor di più in quei terribili giorni del 1978. Sentivo la trasparenza, la linearità, l’onestà con le quali giocò tutte le carte che poteva avere in mano per salvare l’amico, fino a impegnarsi affinché Moro, una volta liberato, uscisse dalla politica, se questo poteva servire a tenerlo in vita. Infine trovai Moro e gli riferii il messaggio, e la sua replica fu: «Pochi si rendono conto che siamo sull’orlo di un abisso». Visto con il senno di poi, sembra che il suo fosse un giusto timore e un funesto presagio.
Che cosa ricordo ancora di quei terribili giorni? Troppo e troppo poco. Non posso dimenticare il clima pesante, il senso di claustrofobia: le stanze dove ci si riuniva sembravano sempre anguste, non che fossimo più di prima, ma l’angoscia, l’impotenza le occupavano tutte. Angoscia, impotenza, e non solo per quella minaccia che incombeva sul paese, non solo per il dolore per la morte degli uomini della scorta, vittime innocenti, ma perché la tragedia che aveva fatto irruzione nel Palazzo, e pretendeva toni alti, non poteva non confrontarsi con la prosaica quotidianità. E della quotidianità restavano, nel nostro partito, e trasversalmente, seppure in maniera minore, con gli altri partiti, legami politici antichi, consolidate amicizie, che continuavano a intrecciarsi con vecchie incomprensioni, dispute mai sedate, nervosismi senza fine. E al centro di questo «gioco» perverso c’era sempre lui, Aldo Moro, il capo del partito, l’uomo carismatico, che scriveva, che ancora una volta, come era nella sua personalità, continuava a pretendere attenzione. E la cui assenza, più passavano i giorni, più diventava una inquietante presenza, occupava la scena: Moro era il nostro convitato di pietra. I tempi del dramma volevano che il passato fosse azzerato, e che ci confrontassimo con ciò che stava accadendo con occhi nuovi. Ma come pretendere che ciò si realizzasse? Alcuni ne furono capaci. Alcuni. I meno politici. I più umani. Ma le risposte da dare ai brigatisti non dovevano essere risposte politiche? Noi, dopo quei giorni, non saremmo più stati quelli di prima. Dopo l’affare Moro si è aperta una ferita nella nostra intelligenza e nella nostra umanità. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 89-91.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
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unita2org · 1 month
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ADDIO AL PARTIGIANO GENNARO BARBONI
di Redazione Ci ha lasciato ieri il partigiano Gennaro Barboni, aveva 100 anni portati benissimo. Barboni era nato a Matelica, nelle Marche, il 16 gennaio 1924, dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, si era arruolato nelle formazioni partigiane (nome di battagia Lu Feroce), entrando a far parte del primo “Battaglione Mario”, comandato dal triestino Mario Depangher. Nel Dopoguerra aveva…
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collasgarba · 3 months
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Gli ordini provenienti dall’alto prevedevano la cattura degli uomini di età compresa tra i 16 e i 50 anni
Massarosa (LU). Fonte: Wikimedia Interessanti sono anche le storie di Bruno Pagni e Francesco Selmi. Entrambi vennero catturati il 10 agosto [1944], condotti a Lucca e quindi inviati in Garfagnana. Tutti e due però riuscirono a fuggire – il 26 settembre Pagni e il 25 ottobre Selmi – e a ritornare a Massarosa rispettivamente il 13 novembre e lo stesso 25 ottobre (tale data appare però dubbia)…
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venicepearl · 1 year
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Teresa Mattei, detta Teresita (Genova, 1º febbraio 1921 – Usigliano, 12 marzo 2013), è stata una partigiana, politica e pedagogista italiana.
Combattente nella formazione garibaldina Fronte della Gioventù (con la qualifica di comandante di compagnia), prese parte all'organizzazione dell'uccisione del filosofo Giovanni Gentile, di cui era stata allieva. Fu anche la più giovane eletta all'Assemblea Costituente, dove assunse l'incarico di segretaria dell'ufficio di presidenza.
Dirigente nazionale dell'Unione Donne Italiane, fu insieme a Teresa Noce e a Rita Montagnana l'inventrice dell'uso della mimosa per l'otto marzo: Luigi Longo le chiese se sarebbe stato opportuno scegliere le violette, come in Francia, per celebrare quel giorno; Teresa Mattei gli suggerì la mimosa, un fiore più povero e diffuso nelle nostre campagne.
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seminando-rebeldia · 1 year
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“..NON C'ERANO QUADRI: E SI FORMARONO NELLA LOTTA.
NON C'ERANO ARMI: E SI STRAPPARONO AL NEMICO.
NON C'ERANO SCARPE, NON C'ERANO ABITI.
NON C'ERANO VIVERI,
E SI TROVARONO,
NON C'ERANO MEDICINALI,
NON C'ERA CHE UN PO' DI PAGLIA PER LE MEMBRA INFRANTE DEI FERITI.
COSI' SONO NATI I RIBELLI.”
Raimondo Luraghi (Martelli)- Capo di S. M. 4 Brigata Garibaldi
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- Noi ragazzi della libertà - I partigiani raccontano
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