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#Sartoria Italiana
greatcombinations · 4 months
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fashionbooksmilano · 1 year
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Sartoria Italiana
Uno sguardo nel mondo dei grandi sarti italiani
Yoshimi Hasegawa
Fotografie di Luke Carby
Skira, Milano 2018, 209 pagine
euro 42,00
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L’alta sartoria italiana e i suoi maggiori protagonisti: un viaggio nella storia di un’eccellenza italiana.L’alta sartoria è una tradizione d’eccellenza del nostro paese. Gli abiti, soprattutto quelli di sartoria maschile, sono infatti vere e proprie opere d’arte, che celano in sé i segreti e la storia della città in cui sono prodotti e sono il risultato di una lunga tradizione sartoriale fatta di eleganza e gusto, dove anche il minimo dettaglio è eseguito con la massima cura e attenzione. Gli abiti e le scarpe realizzati su misura comportano infatti la minuziosa esecuzione delle misurazioni sul cliente e la trasformazione di quelle misure in un capo perfetto, grazie alla sapiente manualità dei sarti e alla raffinatezza delle stoffe. Un lavoro lungo e di grande maestria per uno stile unico che si riconosce al primo sguardo. Introdotto dal capitolo dedicato a Vitale Barberis Canonico (la celebre azienda del Made in Italy che produce tessuti dal 1663) e suddiviso in quattro sezioni (Italia settentrionale, Italia centrale, Italia meridionale Napoli e Italia meridionale Bari e Palermo), il libro presenta 27 sartorie storiche in Italia e i loro maggiori protagonisti (da Donnadio a Musella Dembech, da Liverano&Liverano a Rubinacci e Attolini, da A. Caraceni a Ciardi e Pirozzi) in una guida completa attraverso l’Italia, da nord a sud, alla scoperta dell’alta sartoria e dei sarti che hanno plasmato lo stile italiano conosciuto in tutto il mondo. Giornalista freelance, Yoshimi Hasegawa è rimasta stregata dal fascino della cultura europea, in particolare quella britannica, di cui scrive abitualmente.
14/01/23
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modadmg · 4 months
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samisabbadini · 4 months
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Sami Sabbadini Skirts
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Website: https://www.samisabbadini.com/
Address: Milan, Italy
Sami Sabbadini è un brand esclusivamente made in Italy, specializzato in gonne per donne e bambine. Offre una linea pret-a-porter con tessuti personalizzati e una linea su misura per eventi speciali, inclusi modelli per taglie curvy. La collezione è visionabile a Milano su appuntamento.
Sami Sabbadini is an exclusive Italian brand specializing in skirts for women and girls. The brand stands out for its unique designs, high-quality fabrics, and personalized luxury experience. With a focus on elegance and attention to detail, Sami Sabbadini offers a range of skirts suitable for various occasions, from casual gatherings to exclusive events.
Facebook: https://www.facebook.com/onsamitable.skirt.79
Instagram: https://www.instagram.com/samisabbadini_skirts/
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santillo1970 · 2 years
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Perchè #Slowtailoring ? Vogliamo incentivare un ritorno ai tempi in cui si apprezzava ancora il piacere di possedere un capo che durasse per tutta la vita, ma lo facciamo con un occhio attento alle esigenze della vita di oggi, coniugando la comodità e la velocità del pronto in taglia acquistabile sul web con il fascino del fatto a mano in Italia. La nostra è una risposta ironica, giovane ed appassionata al dilagare di prodotti confezionati, destinati a non durare più di una stagione. La #sartoria pura per definizione non può prescindere dalla presenza fisica del sarto e del committente nello stesso luogo; con Slow tailoring abbattiamo questa barriera, proponendo un prodotto pronto, perchè differenziato solo in base alla taglia del collo, ma che conserva tutto il sapore dell’artigianalità italiana moderna, perché realizzato secondo i canoni e le regole della migliore tradizione sartoriale al mondo. https://www.instagram.com/p/CjsNlI8MzFt/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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yoshimihasegawa · 2 years
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“In England, it’s often said that the pattern is the most important component of a suit. Interestingly enough,Italians adhere to an entirely separate methodology. According to Antonio, cutting is not the crucial factor. In Inghilterra si è soliti dire che il modello è la parte più importante di un abito.Gli italiani,invece,seguono una metodologia completamente diversa.Secondo Antonio il taglio non è il momento cruciale. “Liverano & Liverano from my book Sartoria Italiana. 英国では「スーツの根幹を成す型紙が最も重要」という言葉がよく聞かれる。興味深いことに、イタリアの方法論はそれとは異なる。アントニオに言わせれば、最も重要なものはカッティングではない。リヴェラーノ&リヴェラーノ「サルトリア・イタリアーナ」より。available at @skiraeditore @rizzolibooks @amazonjapan @lrjc26 @simoneubertinorosso @vitalebarberiscanonico1663 @liveranoandliverano @takahirockitalia @daihikita #vbcfabrics #sartoriaitalianabook #madeinitaly #bespoke #suits #tailoring #sumisura #mensstyle #menswear https://www.instagram.com/p/Cec4C-BrT1R/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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lamilanomagazine · 15 days
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Milano: Castello Sforzesco, una mostra racconta il meglio dei lavori a sanguigna dal cinquecento all'ottocento
Milano: Castello Sforzesco, una mostra racconta il meglio dei lavori a sanguigna dal cinquecento all'ottocento. Fino all'8 agosto, nelle Salette della Grafica al Castello Sforzesco, è aperta al pubblico con ingresso gratuito la mostra "... per gitar diverse linee. Disegni a pietra rossa da Leonardo alle Accademie", un nuovo appuntamento promosso da Comune di Milano-Cultura e Castello Sforzesco legato alla valorizzazione del patrimonio artistico della città che consentirà al pubblico di ammirare, tra gli altri, la celebre "Testa di Leda", disegno attribuito a Leonardo da Vinci e custodito presso il Gabinetto dei Disegni. Frutto di un progetto di ricerca internazionale, cui hanno partecipato studiosi di università olandesi e ricercatori italiani, la mostra, curata da Michael W. Kwakkelstein e Luca Fiorentino, è una selezione di fogli eseguiti a sanguigna tra la fine del Quattrocento e il primo decennio dell'Ottocento, realizzati da differenti artisti, alcuni dei quali di grande importanza per la storia dell'arte italiana. La sanguigna è una pietra naturale estratta in diversi luoghi d'Europa e utilizzata in differenti settori (dai disegni architettonici alla sartoria) e che, verso la metà del Quattrocento, divenne strumento artistico di larga diffusione. Importanti artefici, infatti, scelsero questo mezzo quale medium privilegiato per lo studio su carta dei loro primi pensieri: dallo schizzo allo studio anatomico, dal progetto d'insieme allo studio dei dettagli. Il mezzo della sanguigna vanta variegate possibilità d'impiego tecnico: linea di contorno e trattamento del chiaroscuro a incrocio, sfumato (tramite sfregamento delle dita sulla polvere, con lo sfumino o pressando la punta della sanguigna sul foglio), il famoso "red on red" di invenzione leonardesca (ovvero disegnare in rosso su un supporto colorato rosso), intrecciando a piacimento i mezzi grafici (pietra nera e rossa, gessetto, biacca, acquarello). Si è dunque scelto di indagare tra le collezioni del Castello all'interno di un lasso cronologico ampio all'incirca quattro secoli: gli artisti lombardi hanno avuto più larga attenzione, potendo le raccolte civiche vantare nomi come Leonardo da Vinci, Francesco Melzi, Ambrogio Figino e anche i protobarocchi Cerano, Procaccini e Morazzone e infine i classicisti dell'Accademia come Giuseppe Bossi e Luigi Sabatelli. Il percorso di mostra, che si snoda nelle due Sale della Grafica del Castello, vede le seguenti sezioni: Leonardo e la sua scuola, l'importante restauro di un Nudo accademico attribuito ad Andrea Sacchi, le tecniche (con materiali esposti e video), le differenti tipologie di disegno con fogli di scuola lombarda, romana, napoletana e veneta. Nel catalogo che accompagna la mostra è stata anche avanzata qualche proposta attributiva, nella speranza di dar vita a un dialogo scientifico in grado di arricchire le collezioni pubbliche: Jacopo Ranzani (Institut National d'Histoire de l'Art, Paris) ha approfondito l'uso della pietra rossa nelle botteghe artistiche, Francesco Lofano (Università di Bari) ha studiato i pittori napoletani e il loro particolare utilizzo della sanguigna nel XVII secolo partendo da una nuova attribuzione di un foglio del Castello a uno dei più importanti artisti partenopei quale fu Bernardo Cavallino, Luca Fiorentino (Ricercatore, NIKI Florence) ha approfondito le tecniche grafiche utilizzate nella prima metà del Seicento a Milano, Alessia Alberti rende conto delle svariate collezioni dalle quali provengono i disegni esposti. Il contributo degli studenti olandesi è stato possibile grazie al sostegno della Fondazione Amici del NIKI. Il progetto grafico della mostra è stato realizzato dagli studenti della Civica Scuola d'Arte & Messaggio. Info su www.milanocastello.it Il Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco Il Civico Gabinetto dei Disegni nasce negli anni Venti del Novecento per offrire un'adeguata collocazione alle opere d'arte su carta, che avevano iniziato ad affluire nelle collezioni cittadine a partire dalla metà dell'Ottocento su iniziativa di artisti e di esponenti dell'aristocrazia milanese. Con il tempo il patrimonio si è arricchito e conta oggi circa 35.000 disegni di maestri italiani e stranieri dal Quattrocento ai giorni nostri, con particolare ricchezza di esempi lombardi. Le Salette della Grafica al Castello Sforzesco Inaugurate nel 2020 con una mostra-omaggio a Raffaello attraverso l'opera e la collezione di Giuseppe Bossi, le Salette della Grafica nascono con l'intento di rendere accessibile, a rotazione, il patrimonio grafico del Castello Sforzesco, un prezioso archivio di stampe e di disegni che, per ragioni di conservazione, è normalmente custodito in locali a condizioni di temperatura e umidità controllate e non è inserito nel percorso museale del Castello.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Moda, Brunello Cucinelli aggiunge un'altra gemma: acquisita la "Sartoria Eugubina" È stata ufficializzata una nuova acquisizione dalla Brunello Cucinelli S.p.a: è entrata a far parte della Casa di Moda di Solomeo l’azienda “Sartoria ...
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carmenvicinanza · 4 months
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Laura Wronowski
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La nostra Resistenza era prima di tutto la fame di un popolo, la paura che ti azzerava la salivazione e ti torceva lo stomaco. Diventare partigiana, per me, è stata una logica conseguenza della mia educazione, ce l’avevo nel sangue. Eravamo tutti convinti non di rifare l’Italia ma di rifare il mondo, un mondo più libero e più giusto.
Francesca Laura Wronowski è stata una figura importante della Resistenza in Liguria, militando nella brigata Giustizia e Libertà ha partecipato a numerose azioni, fra cui la liberazione dei prigionieri ebrei dal campo di Calvari, vicino Chiavari.
Nata a Milano il 1° gennaio 1924 da una famiglia benestante di origine polacca per linea paterna, i suoi genitori erano Anita Titta, che gestiva un atelier di sartoria e Casimiro Wronowski, avvocato e giornalista del Corriere della Sera.
Era la nipote di Giacomo Matteotti, sposato con sua zia, la sorella di sua madre. L’assassinio del deputato socialista da parte dei fascisti, che ha segnato il corso della storia e della politica italiana, aveva stravolto inesorabilmente il destino della loro famiglia. Suo padre lasciò per protesta l’incarico al giornale (non venne reintegrato neppure alla fine della guerra) e si trasferirono a Finale Ligure, per i problemi di salute di Laura e suo fratello. Lasciati gli agi della città e senza più il lavoro dei genitori, si ritrovarono in una condizione di emarginazione, ristrettezze economiche e continuo controllo da parte della polizia.
Nel 1943, col nome di battaglia Kiky, anche se si è sempre fatta chiamare Laura, era entrata a far parte della brigata partigiana Giustizia e Libertà, intitolata a Giacomo Matteotti.
Per diciotto mesi, lontana dalla famiglia, sfidando i pericoli con un piccolo e sgangherato commando, ha fatto da staffetta in bicicletta, portava ordini da un campo all’altro, ha aiutato come infermiera e combattuto in numerose azioni di guerriglia contro le squadre fasciste e i convogli tedeschi.
Suo padre venne arrestato dai fascisti e condotto alla Casa dello Studente di Genova, sede della Gestapo, luogo famoso per le atroci torture che venivano inflitte a danno dei prigionieri. Lo scopo dell’arresto era quello di estorcere informazioni utili su Laura e sua sorella Natalia, legate al comandante “Umberto”, ricercato numero uno della brigata. Venne tenuto in prigionia per due mesi prima di essere barattato con un ufficiale tedesco.
Tra giugno e luglio del 1944, Laura Wronowski ha partecipato alla liberazione del Campo di concentramento di Calvari in cui erano internati trenta ebrei.
Terminata la guerra, la famiglia è tornata a Milano e lei ha iniziato a collaborare con un giornale, diventando professionista nel 1951.
Commendatore al Merito della Repubblica Italiana, nel 2016 è stata insignita della Medaglia di Liberazione dal Ministero della Difesa. Nel 2018 ha ricevuto il premio nazionale ‘Renato Benedetto Fabrizi‘ per l’impegno profuso nella difesa della libertà nazionale durante gli anni della sua giovinezza. Nel 2018 la città di Milano l’ha insignita con l’Ambrogino d’oro per il ruolo svolto durante la Resistenza: staffetta informatrice, infermiera tuttofare e pioniera della formazione di Giustizia e Libertà.
Sempre in prima linea per diverse cause sociali, per tutta la vita ha portato la sua esperienza e testimonianza in consessi pubblici, scuole, piazze, teatri, per ricordare i valori portanti del movimento partigiano e della Costituzione.
Nel 2014 ha interpretato se stessa nel documentario La memoria degli ultimi, realizzato con l’ANPI.
Nel 2019 è stata pubblicata la sua biografia, dal titolo Con l’anima di traverso. la storia di resistenza e libertà di Laura Wronovski, scritto dalla giornalista Zita Dazzi.
Si è spenta a Milano il 22 gennaio 2023, aveva 99 anni.
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Le sedi di Maison Cilento nel sistema museale italiano
Maison Cilento 1780, marchio storico per la sartoria, i tessuti, l’abbigliamento e gli accessori, entra a far parte di Museimpresa, l’Associazione Italiana Archivi e Musei d’Impresa presieduta da Antonio Calabrò che riunisce oltre 140 musei e archivi di grandi, medie e piccole imprese italiane. Fondata a Milano nel 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria, aggrega soggetti della…
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tessin22 · 5 months
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Scopri il lusso a portata di mano Tessuti Ermenegildo Zegna online
Nel mondo dell'abbigliamento maschile di fascia alta, Ermenegildo Zegna è un simbolo di eleganza senza tempo e maestria senza pari. Rinomata per il suo impegno verso la qualità, l'innovazione e i tessuti lussuosi, la casa di moda italiana è pioniera nel settore da oltre un secolo. Con l'avvento dell'era digitale, Ermenegildo Zegna ha abbracciato le piattaforme online, consentendo ai clienti più esigenti di esplorare e acquistare i loro tessuti pregiati con pochi clic. Questo articolo approfondisce l'esperienza di scoprire i tessuti Ermenegildo Zegna online, evidenziando la comodità e la raffinatezza che deriva dall'accesso alle collezioni comodamente da casa.
Un'eredità di eccellenza:- Ermenegildo Zegna è stato sinonimo dei tessuti più pregiati sin dalla sua fondazione nel 1910. Dai pittoreschi campi dell'Australia agli stabilimenti tessili italiani, il marchio supervisiona meticolosamente ogni fase della produzione, assicurando che ogni tessuto soddisfi i più alti standard di qualità. Portando online questa eredità, Zegna estende la sua portata a un pubblico globale, consentendo agli appassionati di tutto il mondo di prendere parte all'eredità di eccellenza.
L'esperienza dello showroom digitale:- la piattaforma online di Ermenegildo Zegna funge da showroom digitale, offrendo una selezione curata di tessuti che mostrano l'impegno del marchio verso l'innovazione e lo stile. L'interfaccia è progettata con la massima sofisticatezza, offrendo agli utenti un'esperienza coinvolgente mentre navigano attraverso una vasta gamma di trame, motivi e colori. Descrizioni dettagliate e immagini ad alta risoluzione danno vita ai tessuti, consentendo ai clienti di prendere decisioni informate.
Personalizzazione a portata di mano:- una delle caratteristiche uniche del negozio di tessuti online di Ermenegildo Zegna è la possibilità di personalizzare gli ordini in base alle preferenze individuali. Che si tratti di un abito su misura o di una camicia su misura, i clienti possono scegliere tra una vasta gamma di opzioni di personalizzazione, tra cui tipo di tessuto, motivo e colore. Questo livello di personalizzazione garantisce che ogni capo rifletta fedelmente lo stile e il gusto di chi lo indossa.
Processo di ordinazione fluido:- Ermenegildo Zegna comprende l'importanza di un'esperienza di acquisto online fluida e sicura. Il sito web è progettato per facilitare la navigazione, consentendo ai clienti di aggiungere i tessuti scelti al carrello e procedere a un processo di pagamento sicuro. Le spedizioni in tutto il mondo garantiscono che i tessuti Zegna raggiungano gli appassionati ovunque si trovino, portando l'essenza dell'artigianato italiano alle porte di tutto il mondo.
Risorse educative:- oltre a offrire una piattaforma per l'acquisto di tessuti, la presenza online di Ermenegildo Zegna funge da risorsa educativa. Il sito web presenta articoli, video e guide che forniscono approfondimenti sul mondo del tessile, della sartoria e delle tendenze della moda. Questo impegno nell’educazione del cliente migliora l’esperienza online complessiva, rendendola non solo una destinazione per lo shopping ma un hub per la conoscenza sartoriale.
Coinvolgimento della comunità:- Ermenegildo Zegna ha tradotto con successo la sua eredità e i suoi valori nel regno digitale promuovendo un senso di comunità online. I canali di social media, i forum e le newsletter mantengono i clienti informati sulle ultime uscite, sugli eventi esclusivi e sugli scorci dietro le quinte del processo creativo del marchio. Questo impegno crea una connessione tra il marchio e i suoi clienti, trascendendo la natura transazionale dello shopping online.
L'incursione di Ermenegildo Zegna nel mondo dei tessuti online rappresenta un connubio armonioso tra tradizione e tecnologia. Abbracciando il panorama digitale, il marchio garantisce che il suo ricco patrimonio e il suo impegno verso l’eccellenza siano accessibili a un pubblico globale. La piattaforma online non solo semplifica la selezione dei tessuti e il processo di acquisto, ma funge anche da porta d'ingresso per gli appassionati che vogliono immergersi nel mondo Zegna, celebrando l'abilità artistica e artigianale che definiscono il marchio.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:-
Tessuto Ermenegildo Zegna Online
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fashionbooksmilano · 1 year
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Curiel
Art Direction Luca Stoppini, Design Stoppini.Org
Texts Donata Sartorio, Cesare Cunaccia
Curiel, Milano s.i.d., 135 pagine, 22,5 x 28,2
euro 120,00
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Raffaella Curiel viene introdotta al mestiere nell'attività di famiglia, una sartoria milanese di proprietà della madre Gigliola (1919-1969, che divenne un centro di moda molto importante negli anni cinquanta e sessanta, e segue anche la scuola francese di Pierre Balmain. È attiva nel campo della moda dagli anni settanta Nel 1992 Curiel ha aperto uno showroom a New York e dal 1996 è presente anche in Giappone]. È affiancata nell'attività dalla figlia, anch'essa di nome Gigliola, dal 1993. Nei suoi lavori Curiel riprende grandi personaggi della letteratura e dell'arte, guadagnandosi il soprannome di "intellettuale della moda italiana.
21/06/23
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sardies · 6 months
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“Vestire il Cinema”, il premio alla carriera alla Sartoria Tirelli
Cagliari. Domenica 17 dicembre alle 17.30 nella Sala Castello dell’hotel Regina Margherita (viale Regina Margherita 42 – ingresso dall’esterno) a Cagliari, l’associazione culturale L’Alambicco presenta l’evento speciale della retrospettiva cinematografica “Sartoria Tirelli. Vestire il cinema”, con la consegna del Premio alla carriera a un’eccellenza italiana capace di contribuire, in modo…
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silviascorcella · 6 months
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Andrea Lambiase: gli abiti sono arte della sperimentazione indossabile
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Andrea Lambiase crea performing couture: lievi strutture d’architettura sartoriale che vestono il corpo, che nascono dalla seduzione dell’innovazione nei campi più inaspettati a chi si aspetta solo la moda, e dalle mani che dove non arrivano a costruire chiamano in sinergia la tecnologia. Quello che ci apprestiamo a fare dentro il suo giovane mondo creativo è dunque un viaggio immaginifico, a tratti visionario, ricco di suggestione, come quando ci si inoltra tra le pagine o nelle pellicole di racconti che imbrigliano la fantasia in scenari futuristici, abitati da personaggi che mantengono il vivo fascino carnale dentro gusci di creature macchinose e artificiali.
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Il tutto decantato dall’umiltà gentile e appassionata lo caratterizzano, mischiati alla caparbietà di tracciarsi una strada che col coraggio della coerenza rifiuta la tentazione al facile consumismo, per prediligere una visione che ad oggi può suonare tanto rischiosa quanto ribelle: credere profondamente nel valore dell’arte che allacciata alla moda si rivela uno strumento d’espressione sincero, una fonte di scoperte d’avanguardia, una via di rivoluzione della visione e fruizione della moda stessa.
Avanguardia da indossare, o da contemplare: non ci sono regole né intellettualismi nella sua moda, c’è solo l’invito a comprendere con rispetto il valore delle creazioni, e a godersele come e quando si vuole, senza diktat o restrizioni di stagionalità e styling. Andrea Lambiase è una bella mischia esplosiva nelle idee, che sublimano nelle creazioni. Sin dall’infanzia in un paesino in provincia di Avellino, in Irpinia, quando dentro la sartoria industriale dei genitori se la prendeva con le macchine da cucire e le smontava, per capire i meccanismi e indagare i funzionamenti, poi le rimontava. La sua è una curiosità sempre affamata di nuove lavorazioni, nuovi meccanismi, nuovi materiali, nuove costruzioni: per saziarla frequenta l’istituto per geometri, dove mentre salda la passione per l’architettura assorbe la formazione tecnica che lo supporta quando poi, all’Accademia Italiana di Roma, la mancanza di un background di tecniche di disegno e modellistica della moda lui la risolve con i teoremi delle costruzioni geometriche degli angoli e delle forme. E con la determinazione fortissima a migliorarsi: obiettivo che raggiunge appieno.
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A proposito, perché la moda? “Ho deciso di studiare moda perché mi piaceva l’idea che potevo partire da una visione astratta per farla indossare: mi piace intendere la moda come arte indossabile, quello che realizzo non è uno strumento commerciale privo di contenuto, ma quando vesti una mia creazione ti stai mettendo addosso una visione, un modo di pensare, un’idea”. Per effetto delle affinità elettive, la formazione prosegue con la realizzazione di un sogno, l’esperienza da Iris Van Herpen, che incarna e potenzia le sue ispirazioni e aspirazioni: “ero all’interno di un’atmosfera surreale, in atelier a lavorare con lei, e ho imparato tantissimo. Soprattutto a intendere la moda in un modo diverso, come ragionare per trovare nuove soluzioni e nuove tecniche e arrivare a realizzare una collezione: che non c’è sempre uno schema da seguire, cioè partendo dal disegno, facendo i cartamodelli e poi realizzando l’abito, ma si può iniziare anche da un punto intermedio. Io già lo facevo prima e lo faccio anche ora: l’ispirazione mi viene da una lavorazione, un tessuto o un materiale, ed è inutile cominciare dal disegno perché quello che ho in mente lo vedo soltanto facendo la creazione e mettendola sul manichino, solo così riesco a passare direttamente da un modo di pensare ad una cosa concreta e materiale”.
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Come farebbe un artista: “che non per forza fa prima il disegno, perché la cosa artistica non ha schemi, è d’impatto. Appena hai l’ispirazione trovi subito il canale più veloce e più preciso che può rendere meglio la tua idea.” Andrea Lambiase nel 2018 fonda il brand che porta il suo nome, perché è la realizzazione della sua natura nutrita dalla passione, agganciata ad un’ampia visione: “mi piace utilizzare la tecnologia nella moda, dove il braccio umano ha dei limiti e non riesce ad arrivare: amo applicare fisica, chimica, architettura, ingegneria meccanica, mixare campi scientifici da cui sono molto attratto per ottenere risultati interessanti. Per realizzare le mie collezioni studio e collaboro con ingegneri e professionisti: sono sempre alla ricerca di nuove forme e materiali” perciò, laddove già non esistono è lui stesso a crearseli, sperimentando con taglio laser, stampa e modellazione 3d, per ottenere texture inedite ed effetti sorprendenti.
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La sua moda è frutto di un approccio da inventore e di una pratica da alchimista, esercitata con l’aspirazione alla perfezione fin nel minuscolo dettaglio, per arrivare a smuovere non solo la mente ma anche le emozioni: “per le prossime presentazioni mi piacerebbe fare qualcosa che non dovrà essere chiamata sfilata, ma vorrei che il pubblico si trovasse all’interno di uno spettacolo e interagisse con gli abiti, con le modelle, con delle installazioni fatte in collaborazione con artisti. Vorrei creare connessioni: una performance di moda, un’esplosione di emozioni. Potrebbe essere in un museo, in una galleria d’arte, in un contesto dove le interazioni possano accadere”. Non a caso nel suo immaginario convivono Iris Van Herpen e Alexander McQueen, Marina Abramović maestra del far interagire le persone con il corpo e con l’opera d’arte, il Duchamp dei Ready Made.
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La collezione “Parametric Power” è dimostrazione tangibile ed emozionante della couture performante di Andrea Lambiase: vere sculture di femminilità e tecnologia nate da un’ispirazione assai originale, ça va sans dire: “ho immaginato di trovarmi in un mondo con assenza di gravità dove tutti i materiali avessero perso le proprietà, rigidità, flessibilità, elasticità, e sarei stato io a ridistribuirle ma non in modo naturale, bensì secondo una mia visione, in modo calcolato”. Nasce così l’abito plasmato da un lurex su una base di organza che è un finto plissé, un materiale a cui Andrea ha ricreato il movimento a pieghe rimpiazzando il movimento naturale con degli angoli calcolati da lui con appositi strumenti di misurazione. Allo stesso modo, l’abito che sembra cosparso di squame bianche nasce da un tessuto mesh a cui Andrea ha dato le proprietà del plissé costruendo il movimento in un modo da lui calcolato, grazie ad un software di modellazione 3d, il taglio laser e la pressa industriale, montando poi le tessere di vinile così da dare una graduale rigidità al materiale.
Non c’è palette colorata. Ci sono solo il bianco assoluto che è luce, il nero che è il pozzo profondo in cui si raccolgono gli altri colori: “ricordano anche il mio carattere, che quando ho in mente una cosa deve essere o al 100% o niente, o bianco o nero”. Però c’è anche la loro unione, la conciliazione degli opposti, come quando la sua precisione si scontra col caos: “ma credo anche che il caos, a volte, scontrandosi con la precisione crei qualcosa di molto interessante: un risultato a sorpresa che non immaginavi di ottenere”. E noi, di certo, continueremo a sorprenderci con le sue sperimentazioni indossabili!
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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giancarlonicoli · 8 months
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19 ott 2023 18:31
OGGI MELONI-GIAMBRUNO, IERI FINI-TULLIANI: QUANDO “STRISCIA LA NOTIZIA” DIVENTA UN'ARMA AMMAZZA-LEADER – NEL 2007, FINI LITIGÒ CON BERLUSCONI PERCHÉ RICCI INSISTEVA A MANDARE IN ONDA UN IMBARAZZANTE VIDEO DELLA SUA COMPAGNA ELISABETTA TULLIANI CON L’EX LUCIANO GAUCCI – FINI LA PRESE MALISSIMO. E ATTRIBUÌ AL SATRAPO DI ARCORE LA RESPONSABILITÀ DELLO SGRADEVOLISSIMO TORMENTONE. E DOPO 3 GIORNI, IL CAV. SALÌ SUL PREDELLINO E LANCIÒ IL PDL AL QUALE POCO DOPO DOVETTE ADERIRE LO SPIAZZATO FINI - ‘'HO LA GIOIA MEDIATICA DI ESSERE INDICATO COME QUELLO CHE HA FATTO SEPARARE FINI E BERLUSCONI”, ESULTÒ ANTONIO RICCI – VIDEO
"Non mi rompessero il cazzo con i capelli. Qui sono tutti pelati" I fuorionda di Giambruno tra aggiustamenti di ciuffo, ravanate ai piani bassi, scene da provolone e lezioni di sartoria pic.twitter.com/3PSkwg4asC — Il Grande Flagello (@grande_flagello) October 18, 2023
1. RICCI: COSA E’ SUCCESSO PER COLPA MIA
Giulio Bucchi per www.liberoquotidiano.it – articolo del 2 dicembre 2018
"Gianfranco Fini cercava un pretesto per rompere con Silvio Berlusconi, che ovviamente non c'entrava nulla". Antonio Ricci, intervistato dal Corriere della Sera, rivela perché, grazie a Striscia la notizia, è nato il Pdl, l'ex partito unico del centrodestra italiano.
Il momento cruciale fu un servizio mandato in onda da Canale 5 su Elisabetta Tulliani, compagna dell'allora leader di Alleanza nazionale, e il suo ex Luciano Gaucci. Fini la prese malissimo. "Tutti, come da copione, presero le sue difese e attaccarono Berlusconi", ricorda Ricci. "Alla domenica, dopo 3 giorni di bastonate, lui salì sul predellino e lanciò il Pdl al quale poco dopo dovette aderire lo spiazzato Fini". E così, conclude Ricci con un pizzico di amarezza, lui da sempre schierato a sinistra, "alla fine il grande partito della destra italiana nacque anche per colpa nostra".
2. COME FINI’ LA CARRIERA DI FINI
Novembre 2010: nel libro di Bruno Vespa, "Il Cuore e la Spada" (Mondadori) si parla delle fibrillazioni nella politica italiana nel 2007 e delle origini della crisi, poi scoppiata nel marzo 2010, tra Berlusconi e Fini.
L'irritazione di Fini nei confronti di Berlusconi aveva motivazioni politiche, ma era acuita da un fatto strettamente personale: uno sgradevole servizio di «Striscia la notizia» sulla sua nuova compagna, Elisabetta Tulliani.
Il 2007 era stato un anno decisivo per la vita privata del leader di An. Come abbiamo visto, il 16 giugno un comunicato di poche righe - redatto dall'avvocato di entrambi, Giulia Bongiorno - aveva annunciato la separazione di Gianfranco dalla moglie Daniela: «Dopo tanti anni di matrimonio [diciannove], può accadere che certi sentimenti cambino: noi ce ne siamo resi conto con immenso dispiacere ma anche con lucidità e la decisione di separarci è stata presa di comune accordo».
FULMINE A CIEL SERENO - Per l'opinione pubblica era stato un fulmine a ciel sereno, anche perché, soltanto tre mesi prima, Daniela sembrava ancora innamoratissima del marito. (Una separazione davvero blindata, la loro, se nemmeno tre anni dopo - quando tra l'estate e l'autunno del 2010 è esplosa la vicenda della casa di Montecarlo -nessun cronista è riuscito a estorcerle una sola sillaba. Fra l'altro, Daniela ha continuato a frequentare gli amici politici dell'ex marito anche dopo la scissione dal Popolo della Libertà).
Quando si seppe la notizia, Fini, cinquantacinque anni, era in attesa che la nuova compagna Elisabetta, trentacinque anni, gli desse Carolina (poi arriverà anche Martina). L'unione divenne quindi pubblica solo dopo la separazione di Gianfranco, ma i due si conoscevano già dal 2005.
Era stato Luciano Gaucci a presentarli. Dapprima Ignazio La Russa fece fare a Elisabetta un po' di pratica politica, ma ben presto scoprì che lei aveva aspirazioni televisive: bella e intelligente, non le fu difficile partecipare ad alcuni programmi di successo. Elisabetta, però, era innamorata di Gianfranco, e lui si innamorò di lei. «Ora ho deciso di lasciare il mondo dello spettacolo, per amore di Gianfranco» disse a Giulia Cerasoli di «Chi» (21 novembre 2007).
«Di personaggi pubblici in famiglia ne basta uno. Tornerò al mio lavoro di avvocato, ma non adesso». (Il suo elegantissimo sito Internet reca la scritta «Coming soon», prossima apertura). Quando si mise con Fini, Elisabetta era reduce da un lungo legame con l'imprenditore Luciano Gaucci (settant'anni nel 2010). «Sarebbe sciocco fingere di non avere un passato» affermò sempre nella stessa intervista.
«Avevo ventotto anni, ero libera e lo era anche lui. Gaucci è un uomo molto intelligente che mi ha insegnato moltissimo». E sul suo rapporto con Fini aggiunse: «Piano piano ci siamo accorti che ci capivamo al volo. È un uomo estremamente affascinante, sicuro di sé, ma con una dolcezza incredibile».
(Dopo l'arrivo della primogenita, a Laura Laurenzi della «Repubblica» descrisse il compagno come un uomo molto affettuoso: «Quando la bimba si sveglia, Gianfranco si alza con me, e sta con lei ogni momento che può. Le cambia anche i pannolini»). La prima uscita pubblica della Tulliani a fianco di Fini fu nel gennaio 2008 in occasione di una sfilata «ecologica » di Gattinoni.
PARTE IL TORMENTONE - Ma fin dall'autunno precedente, appena si era diffusa la notizia della loro relazione, «Striscia la notizia» aveva trasmesso con irritante sistematicità filmati dell'epoca del suo rapporto con Gaucci: uomo intelligente, come l'ha definito lei stessa, ma divenuto ormai oggettivamente ingombrante. Il leader di An attribuì a Berlusconi la responsabilità dello sgradevolissimo tormentone. Chi conosce Antonio Ricci, il padre di «Striscia la notizia», ricorda bene quante ne abbia combinate allo stesso Cavaliere...
E, d\'altra parte, chi conosce Berlusconi sa che di certo quella campagna, visto il momento, non doveva essergli dispiaciuta. Come gli articoli graffianti che uscirono nelle stesse settimane sul «Giornale» e su «Libero». Sul piano politico, Fini, imbufalito con il Cavaliere per il patrocinio che aveva dato alla scissione da An della corrente di Francesco Storace e Daniela Santanchè, fondatori della «Destra» (da cui poi la seconda si sarebbe dissociata, diventando sottosegretario del nuovo governo Berlusconi), aveva reagito con due colpi bassi.
Il primo, con l'annuncio fatto ai suoi che, da quel momento, si sarebbe occupato personalmente dei due temi più sensibili per il Cavaliere, la giustizia e le televisioni. Il secondo, con una formidabile contestazione a Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore nazionale di Forza Italia, inondato di fischi al convegno di Assisi della corrente di La Russa e Gasparri, a cui aveva partecipato come ospite. Quest'ultimo episodio avvenne sabato 17 novembre e fu lo «sparo di Sarajevo» che, l'indomani, portò Berlusconi alla svolta di piazza San Babila a Milano.
3. RICCI AL CORRIERE, CHE GIOIA FAR SEPARARE I DUE DEL POLO
(ANSA) - ROMA, 21 novembre 2007 - Piu' che di complotto per Antonio Ricci ''si tratta di miracolo'': ''ho la gioia mediatica di essere indicato come quello che ha fatto separare Fini e Berlusconi. E sono pure fiero di aver ucciso il bipolarismo'', dice l'autore di Striscia la notizia in un'intervista al Corriere della Sera in cui racconta quello che e' successo dopo aver trasmesso il video ''che girava da giorni'' della vecchia storia tra l'ex presidente del Perugia Luciano Gaucci e l'allora fidanzata Elisabetta Tulliani, che aspetta un figlio da Gianfranco Fini.
Il video e' andato in onda a Striscia proprio il giorno della Finanziaria, a due giorni dallo scioglimento di Forza Italia ha fatto infuriare Fini. ''Striscia - ha ribadito Ricci nell'intervista - ha fatto solo il suo dovere di programma di satira''. Ma non c'e' nessun complotto: ''Berlusconi non controlla Striscia tanto e' vero che lunedi' abbiamo mostrato le false firme ai suoi gazebo. Invece mi ha telefonato Confalonieri subito dopo la messa in onda del video. Balbettava - ha rivelato Ricci - frasi tipo 'Gentiloni... Complotto... non so come uscirne, cosa fare''. E il giorno dopo Mediaset ha diramato il comunicato prendendo le distanze da Striscia.
4. ANTONIO RICCI, FINI? ABBIAMO FATTO SATIRA
(ANSA) - ROMA, 16 novembre 2007 - ''Abbiamo fatto satira''. Cosi' Antonio Ricci, papa' di 'Striscia la notizia', sulla vicenda della nuova compagna del leader An Gianfranco Fini, Elisabetta Tulliani, dopo l'intervento di oggi della presidenza di Mediaset. Satira ''come l'abbiamo fatta - ha aggiunto Ricci - su Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema e Walter Veltroni. La satira per definizione e' satura''.
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Fiera Creattiva 2023 a Bergamo
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L’edizione autunnale di Creattiva è alle porte infatti da giovedì 5 a domenica 8 ottobre le porte della Fiera di Bergamo si apriranno a migliaia di appassionate delle arti manuali. La manifestazione, visto il grande successo dalla prima edizione nel 2008, è di scena nel capoluogo orobico due volte all’anno, in primavera e in autunno, alle quali si aggiungeranno  l’edizione di Firenze dal 19 al 22 ottobre e una presso la Mostra d’Oltremare di Napoli dall’10 al 12 novembre. L’appuntamento autunnale, in particolare, consente di prepararsi creativamente al meglio tra le centinaia di stand e grazie agli oltre mille eventi collaterali dove si trovano tutte le soluzioni possibili e immaginabili per realizzare con le proprie mani dei prodotti unici per sé o da regalare alle persone più care. Tante le novità in programma per la ventiseiesima edizione della manifestazione, che festeggia la qualifica di fiera internazionale. La prima è la presenza di Casa Creattiva, un’ area dove poter imparare ad allestire la tavola in vista delle feste, realizzando eleganti segnaposto, ferma tovaglioli e piccoli centrotavola e per tutti i progetti proposti, completamente gratuiti, saranno utilizzati materiali differenti, carta, feltro, legno, stoffa, termovinile e nastri decorativi. Se l’idea di respirare in anticipo l’atmosfera delle feste affascina è da non perdere l’Atelier del crochet Tutto uncinetto: prepariamoci al Natale, dove l’artista e designer triestina Luisa de Santi presenterà le proposte decorative più innovative, facendo uso di un mix di tecniche tessili. Protagonista dell’edizione autunnale di Creattiva è anche l’arte della fotografia, con una nuova area Master PicS per realizzare foto o brevi video accattivanti solo con una macchina fotografica o di un semplice smartphone. Torna anche la Fashion Half Marathon, una competizione di creatività riservata ai più giovani volta a sostenere la filiera dell’alta moda italiana e ad avvicinare il pubblico all’affascinante mondo della sartoria dove, per tre giorni, ventuno stilisti tra i 18 e i 40 anni si sfideranno a colpo di ago e filo nell’ideazione e nel confezionamento di un abito a tema. A fornire le macchine da cucire ai maratoneti e i premi in palio sarà come da tradizione l’azienda JUKI e il tema dell’abito, invece, è stato scelto dai giurati sulla base del partner d’eccezione della Fashion Half Marathon 2022, cioè Atelier Emé,  brand di riferimento per la creazione di abiti da sposa di grande qualità e dal savoir-faire squisitamente Made in Italy. Anche quest’anno, inoltre, Promoberg e Creattiva sostengono la sostenibilità, invitando i fedelissimi della manifestazione a lasciare l’auto a casa e a raggiungere Via Lunga con i mezzi pubblici. Per tutti i quattro giorni infatti  saranno in funzione due navette gratuite, che copriranno il tragitto dalla Fiera alla stazione ferroviaria e all’aeroporto di Orio al Serio, e viceversa. Read the full article
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