Sartoria Italiana
Uno sguardo nel mondo dei grandi sarti italiani
Yoshimi Hasegawa
Fotografie di Luke Carby
Skira, Milano 2018, 209 pagine
euro 42,00
L’alta sartoria italiana e i suoi maggiori protagonisti: un viaggio nella storia di un’eccellenza italiana.L’alta sartoria è una tradizione d’eccellenza del nostro paese. Gli abiti, soprattutto quelli di sartoria maschile, sono infatti vere e proprie opere d’arte, che celano in sé i segreti e la storia della città in cui sono prodotti e sono il risultato di una lunga tradizione sartoriale fatta di eleganza e gusto, dove anche il minimo dettaglio è eseguito con la massima cura e attenzione.
Gli abiti e le scarpe realizzati su misura comportano infatti la minuziosa esecuzione delle misurazioni sul cliente e la trasformazione di quelle misure in un capo perfetto, grazie alla sapiente manualità dei sarti e alla raffinatezza delle stoffe. Un lavoro lungo e di grande maestria per uno stile unico che si riconosce al primo sguardo.
Introdotto dal capitolo dedicato a Vitale Barberis Canonico (la celebre azienda del Made in Italy che produce tessuti dal 1663) e suddiviso in quattro sezioni (Italia settentrionale, Italia centrale, Italia meridionale Napoli e Italia meridionale Bari e Palermo), il libro presenta 27 sartorie storiche in Italia e i loro maggiori protagonisti (da Donnadio a Musella Dembech, da Liverano&Liverano a Rubinacci e Attolini, da A. Caraceni a Ciardi e Pirozzi) in una guida completa attraverso l’Italia, da nord a sud, alla scoperta dell’alta sartoria e dei sarti che hanno plasmato lo stile italiano conosciuto in tutto il mondo.
Giornalista freelance, Yoshimi Hasegawa è rimasta stregata dal fascino della cultura europea, in particolare quella britannica, di cui scrive abitualmente.
14/01/23
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Samnite Bronze Helmet and Neckguard, C. 450 BC
This imposing helmet is a unique hybrid of the Samnite-Chalcidian type.
The Samnites were an Italic people living in Samnium (see Wikipedia article map, below) in south-central Italy who fought several wars with the Roman Republic. They formed a confederation, consisting of four tribes: the Hirpini, Caudini, Caraceni, and Pentri. They were allied with Rome against the Gauls in 354 BC, but later became enemies of the Romans and were soon involved in a series of three wars (343–341, 327–304, and 298–290 BC) against the Romans. Despite a spectacular victory over the Romans at the Battle of the Caudine Forks (321 BC), the Samnites were eventually subjugated.
What was known as a ‘Samnite Gladiator’ appeared in Rome shortly after the defeat of Samnium in the 4th century BC, apparently adopted from the victory celebrations of Rome’s allies in Campania. By arming low-status gladiators in the manner of a defeated foe, Romans mocked the Samnites and appropriated martial elements of their culture.
Samnite soldiers 330s BC depicted in a tomb frieze in Nola, Southern Italy.
Collection: Naples Archaeological Museum
Source/Photo: Shonagon 2022-04-28
Wikipedia ref: Samnites
Collection: Louvre Museum, Department of Greek, Etruscan and Roman Antiquities
Wikipedia ref: Samnites
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27 lug 2023 12:33
1. ALAIN, L'EBREO SCOPANTE! LA CARRIERA DI UN LIBERTINO SPECIALIZZATO NEL FAR FELICI (PER 15 MINUTI) LE MEJO CARAMPANE DE' NOANTRI - NESSUNO, DELLA CONVENTICOLA DEI DONGIOVANNI COLTI, SNOB E CHIC (ECO, GUGLIELMI, CACCIARI, ETC.) HA RISCOSSO PIÙ SUCCESSO DI COLUI CHE SPOSÒ MARGHERITA, LA FIGLIA DELL’AVVOCATO, PER ESSERE POI MESSO ALLA PORTA CON UNO STRATAGEMMA CHE SOLO LA PERFIDIA DEGLI AGNELLI POTEVA INVENTARSI
2. ALCUNE ALAIN-VICTIM: DALLA MARCHESA SANDRA VERUSIO A BENEDETTA FUMI EX PRINCIPESSA LANZA DI SCALEA, DA EMMA BINI, EX MOGLIE DI PHILIPPE LEROY, ALL’ANTIQUARIA ALESSANDRA DI CASTRO, DALLA ZARINA DI “VOGUE” FRANCA SOZZANI A ROSI GRECO, CHE RIUSCÌ NELL’IMPRESA DI PORTARLO ALL’ALTARE. L'UNICA A SFANCULARLO FU IRENE GHERGO, LA MADONNA DEI PARIOLI, CHE UN BEL GIORNO LO MISE ALLA PORTA CON UN SECCO "SEI NOIOSO…"
DAGOREPORT
A Roma, a un certo punto degli anni Settanta, sbocciò una moda intellettuale che, ancor oggi, attizza la scena dei salotti: il ”rimorchio culturale”.
Si tratta di una pratica che ”consiste nel puntare la preda e trafiggerla attraverso lunghi ragionamenti alti’” oppure ”tramite citazioni librarie” ma anche pose da sapientone, insensatezze profonde e concettose, pause studiate che diano al seduttore culturale la possibilità di spingere la preda a cadere più velocemente nella trappola.
Come maestri del ”rimorchio culturale”, nel corso del tempo, hanno fatto scintille il letterato Umberto Eco, il poeta Valentino Zeichen, l’ex direttore di Rai3 Angelo Guglielmi, il ”pensatore’’ Stefano Bonaga, il filosofo Massimo Cacciari.
Ma nessuno, della conventicola dei dongiovanni colti, snob e chic ha riscosso più successo di Alain Elkann, colui che sposò la figlia dell’Avvocato Agnelli, padre di John, Lapo e Ginevra.
Anche se la fine del matrimonio con Casa Agnelli non fu un episodio tra i più piacevoli per il bel tenebroso, figlio del capo rabbino di Francia. Margherita, dopo aver prodotto cotanta figliolanza, perse la testa per la carismatica bacchetta del fascinosissimo Claudio Abbado.
Ma Alain, di chiudere il rapporto con la rampolla dell’Avvocato, non riusciva a ficcarselo in testa. Fino a che, un bel giorno, di ritorno da un viaggio, l’irriducibile marito entrò in casa, aprì la porta della camera e al posto del letto coniugale si ritrovò davanti un pianoforte… Vero, falso, verosimile? Ah, saperlo… (Comunque, quando Margherita finalmente libera si scapicollò a Londra ritrovò l'amato Abbado già fidanzato con una violinista della sua orchestra...).
Il cuore farfallone di Alain Elkann ha sempre funzionato come una caldaia, specializzato però nella conquista di signore ben stagionate, immancabilmente sedotte e abbandonate dopo 15 minuti, e dopo aver ricevuto in dono la collezione completa dei suoi libri con uscita trimestrale e un vezzoso barboncino (da Elkann al cane, di solito è tutto quello che resta alle ex fiamme).
Alcune Alain-victim: dalla marchesa Sandra Verusio a Benedetta Fumi ex principessa Lanza di Scalea, dall’ex moglie di Philippe Leroy, Emma Bini all’antiquaria Alessandra Di Castro, dalla vedova di Egon, Diane Fustenberg, alla salottista Giovanna Deodato, dalla zarina di “Vogue” Franca Sozzani a Rosi Greco, che riuscì nell’impresa di portarlo all’altare. L'unica a sfancularlo fu Irene Ghergo, la Madonnina dei Parioli, che un bel giorno lo mise alla porta con un definitivo "Quanto sei noioso…".
Dotato di lingua sciolta, l’aria ispirata e un’eleganza su misura Caraceni, magari un po’ stropicciato dagli anni, sempre con l’ascella ripiena di libri. Tutto il contrario di un pappagallo da strada.
Ma per il ”rimorchio culturale”, la “maschera” conta poco. Anzi, a volte rischia l’effetto contrario. Il vero grimaldello per l’incanto è cerebrale: contano più le sinapsi dell’appariscenza. Lo capii bene tanti anni fa durante una festa in casa tampinando, come uno 007, il bel tenebroso Alain alle prese con una fascinosa e matura signora, separata da poco da un noto attore.
Approfittando della calca, mi attaccai alle spalle di Alain e captai così la prima regola: parlare con un filo di voce, un volume bassissimo che costringe il volto di lei ad avvicinarsi agli occhi del conquistador. Peggio di una bestemmia, qualsiasi apprezzamento fisico, Alain accende il fuoco dei sensi sospirando frasi del tipo: ‘’Volevo dirti che hai un talento naturale… un’emotività lontana… devi trasformare la tua fragilità…’’.
E qui sussurra la prima citazione assassina. ‘’Secondo Holderlin, "L’uomo è un dio quando sogna e un pezzente quando riflette…". Ecco l’affondo: hai una Moleskine sul comodino? al mattino trascrivi i tuoi sogni, le fantasticherie del dormiveglia, gli incubi che attanagliano la tua anima… e poi mi scrivi una lettera. Io ti risponderò. Perché sento che possiedi un talento letterario… la tua anima è forte…”.
Nessun prosaico appuntamento carnale da arrapato, al massimo un dannunziano "Sembri uscita da un quadro di Boldini....", ma installare in lei l’idea di essere una Virginia Woolf ancora da scoprire, fino al colpo finale: l’impegno a intrecciare una corrispondenza di amorosi sensi, alla maniera del Laclos di “Relazioni pericolose”. Dalle lettere al letto, il passo è breve.
Ecco: per le donne abituate a sentirsi dire “quando se magna?... che stai a fa’, lo yoga?... sabato, scopiamo?’’, il rimorchio culturale, soprattutto il più fasullo, è il più irresistibile afrodisiaco. E nella dura tenzone della seduzione, gli alainelkann vinceranno sempre perché sanno che il punto “G” è nella testa. Chi lo cerca più in basso non è un Alain…
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