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#Sanremo non finisce mai
ladyinrosso · 1 year
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Ora un Sanremo condotto dall’accoppiata Goggi - Francini con Luca e Paolo come inviati lo voglio
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themhac · 4 months
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la cosa che amo di sanremo è che dovrebbe essere finito alle due di notte di sabato/domenica ma i meme vanno avanti per giorni mesi e anni
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rivrsong · 6 months
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30 CANTANTI IN GARA A SANREMO????
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calabria-mediterranea · 3 months
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Loredana Bertè & Mia Martini: 2 voices from Calabria, Italy
Italian sisters and singers Loredana Bertè and Mia Martini were born in Bagnara Calabra (Calabria, Italy), respectively in 1950 and 1947.
Mia Martini is considered, by many experts, one of the most important and expressive female voices of Italian music, characterised by her interpretative intensity and her soulful performance.
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Her debut album, Oltre la collina is regarded as one of the best Italian albums made by a female artist. Hit songs like Piccolo uomo, Donna sola, Minuetto, made her one of the most popular artists of Italian music in the 1970s, both nationally and internationally. She is the only female artist to have won two Festivalbar consecutively, respectively in 1972 and in 1973.
In 1977, two important encounters occurred in Martini's life: the first with Charles Aznavour, with whom she began a musical collaboration, and the second with singer-songwriter Ivano Fossati, with whom she started an artistic and sentimental partnership.
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In 1982, she sang E non finisce mica il cielo, written by Fossati, at Sanremo Music Festival, where she received the Critics Award, which was created specifically for her interpretation and which was named after her as "Mia Martini" Critics Awards from 1996, the year after her death.
In 1983, she was forced to leave the music industry and quit her career, as the music sector and colleagues considered her a person bringing bad luck and barred her from participating in any music and TV events, radio shows and concerts. This kept her away from the music scene for seven years. Only in 1989 was she able to reprise her career, when she returned to perform at Sanremo Music Festival, singing Almeno tu nell'universo, which brought her a new success.
She died on 12 May 1995 in Cardano al Campo at the age of 47.
After her death, the town Bagnara Calabra dedicated to the singer.
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Loredana Bertè is a singer-songwriter and artist who has been in the music industry for over five decades. She has released twenty-one studio albums, five live albums, and three soundtracks throughout her career. In addition to her work as a solo artist, she has also collaborated with other renowned artists such as Gianna Nannini, Angelo Branduardi, and Claudio Baglioni.
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In her long career, Bertè has experimented with different genres, from rock to reggae, from funk to pop. Bertè is known for the eccentric clothing she wears onstage for her performances.
One of her most popular song is E la luna bussò, an Italian reggae ballad which stayed on the Italian Singles Chart for 29 weeks.
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In the 1980s Bertè achieved success in Italy with songs such as Maledetto Luna-Park, Una Sera d'Ottobre, and 'Ti Sento'. She also released two successful studio albums during this period: 'Loredana' (1985) and 'Loredana Berté' (1986). In 1988 she represented Italy at the Eurovision Song Contest with the song 'Non siamo soli'.
Bertè is one of Italy's most beloved singers and has achieved great success throughout her career. She has sold over 12 million records worldwide and continues to be an inspiration to generations of fans across the globe.
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blogitalianissimo · 4 months
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MOMENTO MOMENTO
Ho flashato una cosa:
2018 Luca Barbarossa porta a Sanremo Passame er' sale
Canzone TUTTA IN ROMANO!!!
MA CHE CIRCO QUEST'ANNO ALLORA!!!!
(Robbato pure lui, opinione personale)
Guarda voglio evitare di parlare della parola che inizia con R e finisce con azzismo che si ha verso una specifica parte d'Italia perché sennò mi danno della vittimista
Perché Luca Barbarossa mai nella vita avrebbe vinto Sanremo, non ha la fanbase di Geolier, fargli terra bruciata attorno sarebbe stato fiato sprecato.
Geolier faceva paura, e infatti per non farlo vincere abbiamo visto fino a che punto si sono spinti, e non parlo solo del sabotaggio di ieri, ma di tutta la campagna mediatica contro iniziata da quando è uscito fuori il suo nome tra i partecipanti.
Comunque ti posso citare anche un Van De Sfroos nel 2010 che portò una canzone in comasco a Sanremo, arrivando quarto, o perché no, dei Tazenda in sardo nel 1991, ma pure il napoletano in sé non è la prima volta che viene portato a Sanremo. Ripeto, qua il problema è che a differenza di tutti gli artisti citati: Geolier avrebbe vinto.
(E Luca Barbarossa assolutamente robbato, la top 5 se la meritava tutta)
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nineteeneighty4 · 4 months
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Mentre il Paese va in rovina guardano Sanremo e applaudono anche. Certa gente non può campare e Amadeus si becca 150mila euro a serata. Non c'è lavoro, però i soldi per queste cose(cazzate) non mancano. In Italia non esistono fondi per nulla, però il denaro per finanziare guerre da sopra a guerre non finisce mai. Il futuro non esiste più. Ci hanno tolto i sogni, tarpato le ali, impedito di poter avere una pensione decente o di arrivare vivi al pensionamento e continuano ad interessarsi del nulla. Cosa si deve fare per rompere questo sortilegio e svegliare le coscienze? Cos'altro devono propinarci per rincoglionirci? Possibile mai che dormano tutti? . Ci stanno demolendo, pezzo dopo pezzo, disintegrando moralmente e fisicamente perché questa realtà è diventata IMPOSSIBILE. Non è un mondo per gente onesta, questo. Bisogna essere dei criminali per sopravvivere, dipendere da un pezzo di carta colorato, e non avere una coscienza però a nessuno frega perché tanto c'è sempre altro a cui badare,si è imbambolati o convinti che adesso-rispetto al passato-si viva meglio. Un tempo le persone avevano dei sogni nel cassetto, oggi i cassetti non interessano più a nessuno perché esiste l'hard disk esterno. I cassetti sono inutili, a che servono?. I sogni se li può permettere solo chi guadagna abbastanza per poterseli comprare ed esporli alle pareti e anche se sostengono il contrario è così che funziona. Perché nessuno fa un cazzo di niente se non assecondare l'opinione generale.
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der-papero · 1 year
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Giovedì sera, nella mia serata con una amica, siamo finiti a parlare di un argomento a me molto caro e che ormai riempie la mia quotidianità, ovvero il sentimento anti-meridionale, che per me è una parola estremamente riduttiva, il problema è e sta diventando molto più complesso di quel "anti".
La parte facile per me è affrontare i razzisti quelli veri, perché io ho smesso con la logica buonista, melensa ed estremamente inutile del "dobbiamo essere migliori di loro", alla violenza io reagisco con altrettanta violenza, la deterrenza non è mai la soluzione al problema, ma lo è al mio. Oggi io li provoco volutamente, anche perché si legge già dalle prime parole il loro pensiero, loro VOGLIONO tirare fuori la loro "superiorità", è una necessità talmente forte dal risultare banale riuscire in questa cosa, e poi li smerdo pubblicamente, si finisce a fare la voce grossa, per ora non mi è mai accaduto ma sarei pronto ad arrivare anche alle mani, per me è un fatto personale, la vivo come una guerra perché tale è. E funziona, perché poi la merda parla con l'altra merda, e si è creato il vuoto attorno a me, ormai faccio fatica pure ad incrociarli perché "Antonio è uno stronzo, non ci voglio avere a che fare, non gli si può dire nulla". Che poi, giusto per chiudere questo paragrafo, quelli più infami sono proprio quelli vestiti da persone ultra-tolleranti (a loro modo di dire). Ultimo esempio in ordine di tempo? L'ho visto qua sopra, periodo di Sanremo, Pelù tira di botto una borsetta da una signora seduta in prima fila all'Ariston, e qualcuno ha avuto l'idea di farci subito un meme con su scritto "ED E' SUBITO NAPOLI". Da ammazzarsi dalle risate, si fa per scherzare, però io poi non capisco mai perché, se dovessi prendere una foto qualsiasi dal web di una persona con un boa rosa, piume e paillettes e ci scrivessi sopra "ED E' SUBITO FROCIO", io passerei *giustamente* per un intollerante troglodita di merda, quando io non ci vedo moltissima differenza tra i due esempi. Che ci volete fa', il mondo è quello che è, e, giusto una nota, questa persona non è nemmeno una brutta persona, ho citato la cosa solo perché "fresca", qui sopra c'è ben di peggio, c'è gente talmente di merda che se l'intolleranza fosse una materia, potrebbero tenere dei dottorati di ricerca, ed è proprio per questo motivo che io non credo in alcun tipo di dialogo o confronto o educazione, la mano in faccia, lo sputo in un occhio, l'insulto pesante è l'unica risposta valida, non esiste civiltà, umanità o persino compromesso.
Ma adesso passiamo ai miei nuovi nemici, con i quali ho molta difficoltà a capire come interagire.
In primo luogo perché, e l'ho scritto tante volte qui, non ci ritorno, io ero uno di loro. Ma la cosa che mi irrita, mi fa davvero incazzare, ancora di più della marmaglia descritta sopra è che da un lato si schierano inconsapevolmente dalla parte dei carnefici facendo finta di fare un favore alle vittime, dall'altro identificano il problema nella vittima stessa, per loro è l'origine di tutto il male, per condire il tutto con il classico velo ipocrita dell'immagine e dell'accettazione sociale, che a loro detta è più importante del vestito che uno si sceglie.
Se la smettessi di fare la macchietta, non si alimenterebbe lo stereotipo che ci colpisce.
Che è un po' come risolvere in modo facile il problema del colore della pelle, no? Che ci vuole: se i neri smettessero di essere tali e diventassero bianchi, fine del casino. O, per riprendere un po' l'esempio di prima, avete presente quando, ad ogni Pride, una buona fetta dei media riprende e documenta *esclusivamente* solo una sezione della manifestazione, dove ci sono persone che liberamente e sacrosantemente espongono il loro vivere nel modo che le rende più felici e queste immagini vengono poi puntualmente strumentalizzate con "Hai visto? Quelli sono gli omosessuali, gente che sculetta, mezza nuda, che prende cazzi ad ogni angolo di strada! Se si comportassero come tutti gli altri, non verrebbero discriminati!". Quindi la soluzione è nascondersi, cambiare identità, così le merde di prima si sentono a proprio agio e l'intolleranza, puff, scompare per magia.
L'errore di fondo e molto grave che queste persone commettono è nel non capire che il pregiudizio non è una cosa che si alimenta, è una cosa immutabile, che esiste perché fa parte della propria identità. Quello che le merde fanno non è alimentarlo, non ce ne è bisogno, hanno solo necessità di conferme per supportare il loro bias.
Vi ricordate quella storia di quel coglione di tabaccaio che rubò il biglietto vincente alla signora anziana e provò in modi ridicoli a scappare alla Giustizia facendo una delle figure di merda più eclatanti degli ultimi anni? Una persona "civile" di Tumblr postò la notizia presa da uno dei tanti quotidiani online qui sopra per farci due risate, e fin qui nulla di male, se non fosse che poi aggiunse un tag che recitava poteva accadere dovunque. Ed è qui il cherry-pick dell'intolleranza, il razzismo più infame, in questo minuscolo gesto, estremamente subdolo e che passa sempre in secondo piano, come quell'insulto detto a denti stretti, ovvero la ricerca di conferme, "ho ragione, ci ho sempre visto giusto su quella gente", che non è nemmeno il pensarlo, se dovessi dirvi tutto quello penso altro che razzista, è il volerlo affermare, urlare, pubblicamente, perché è una verità che ESISTE A PRIORI e va solo ripetuta.
Quello di cui queste nuove persone, come vogliamo chiamarle, ingenue?, non si accorgono è che l'equazione razzista esiste, pre-esiste le azioni e persiste nel tempo, ed è INDIPENDENTE da qualsivoglia episodio una persona possa essere protagonista, non c'è alcun gesto che possa cambiare le cose. Riconoscono che il problema è reale, ma oh, è colpa nostra, e se posso disegnare un pattern comune è che tutti questi soggetti non l'hanno mai subito, o lo hanno visto applicare su altre persone e hanno preferito voltarsi, e quando provo a spiegare tutto questo papiello, finisce sempre in una scena muta. Vi giuro che faccio una fatica immensa a gestire la rabbia anche verso di loro, perché tutta questa stronzata è coperta da una vomitevole buona fede, non si meriterebbero le mie uscite incazzose, ma sentirsi additati non è mai piacevole, e mi ritrovo ogni volta in un disagio infinito che mi trovo ahimè a gestire con quel poco di diplomazia che sono riuscito a raccogliere negli anni.
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Sanremo non finisce mai!
Continua per settimane!
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lamilanomagazine · 4 months
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Sanremo 2024: la classifica della seconda serata, Geolier in testa
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Sanremo 2024: la classifica della seconda serata, Geolier in testa. Ad annunciare la top five della seconda serata del Festival di Sanremo Amadeus e Giorgia: Geolier, Irama, Annalisa, Loredana Bertè, Mahmood; la classifica è stata stilata in base al gradimento della nuova giuria delle Radio e del Televoto. Nella seconda serata della 74esima edizione del Festival di Sanremo si sono esibiti 15 artisti, presentati dagli altri 15 in base a un abbinamento deciso a sorteggio. All’esito del risultato complessivo della votazione è stata stilata una classifica delle 15 canzoni eseguite nel corso della serata. La rassegna più importante della canzone italiana inizia subito con il maestoso talento di Giorgia, il ritorno di Giovanni Allevi, dopo un lungo periodo di cure per il mieloma. Avvolto dal caldo abbraccio del pubblico, che lo accoglie con una lunga ovazione, il musicista racconta il suo percorso nel dolore e innalza il suo inno alla bellezza della vita e della solidarietà: "All'improvviso mi è crollato tutto. Non suono più il pianoforte davanti ad un pubblico da quasi due anni. Nel mio ultimo concerto, alla Konzerthaus di Vienna, il dolore alla schiena era talmente forte che sull'applauso finale non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. E non sapevo ancora di essere malato. Poi è arrivata la diagnosi, pesantissima. Ho perso il lavoro, i capelli, le certezze, ma non la speranza e la voglia di immaginare, come se il dolore mi porgesse inaspettati doni". Lo spettacolo prosegue con la gara, e nel mentre con una esplosiva standing ovation dell'Ariston la quale premia Giorgia, che trent'anni dopo incanta con E Poi, e con un medley da brivido: Oronero, Gocce di memoria, Quando una stella muore, Di sole e d'azzurro, Come saprei. Applausi anche per Loredana Bertè, che entusiasma con il suo brano Pazza. Il flop della serata: Occasione gettata al vento con John Travolta, l'attore internazionale non ha avuto il giusto omaggio. La star ricorda il Maestro Fellini: "Ho visto per la prima volta La strada a quattro anni, mi sono innamorato di Giulietta Masina", ma ahinoi, dopo aver accennato i passi di Saturday Night Fever, finisce con il ballare imbarazzato la qua qua dance con Fiorello. E i social non perdonano. Cos' è successo nella seconda serata: La Sad stupisce con un look inaspettato e "sobrio", smoking e creste colorate all'ingiù. Momento cult quello di Dargen D'Amico: "Volevo tornare su quello che ho detto ieri sera. Quando sono tornato a casa ho cominciato a leggere qualcosa e mi sono preoccupato quando ho visto che il mio era un messaggio politico. Io non volevo essere politico: in vita mia ho fatto tante cazzate, peccati anche gravi, ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica. Ero guidato dall'amore e dalla sensazione che sono sempre più le cose che abbiamo in comune e su quello mi vorrei concentrare". A Sanremo anche Cortina 2026: Saranno due vivacissimi ermellini le Mascotte dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026. Hanno fatto il loro debutto sul palco del Festival di Sanremo. La Mascotte dal manto chiaro si chiama Tina e rappresenterà i Giochi Olimpici Invernali del 2026. Milo, il fratello dal manto bruno, sarà invece il testimonial dei prossimi Giochi Paralimpici Invernali. I loro nomi sono i diminutivi di quelli delle due località protagoniste: Tina da Cortina, Milo da Milano. Mercoledì 8 febbraio si procederà con la terza serata del Festival che prevede le esibizioni dei 15 cantanti in gara che non si sono esibiti nel corso della seconda, presentati dagli artisti che hanno già cantato. Come co-conduttrice, insieme ad Amadeus, ci sarà Teresa Mannino.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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micro961 · 11 months
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Five Hundred - Afterparty
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Il singolo estivo della band torinese
Una serata che non ha avuto i risvolti sperati ha creato l’ispirazione
La canzone vuole essere un inno dedicato a tutte le persone che d’estate si divertono, ma allo stesso tempo non si accontentano mai e riescono inevitabilmente a vedere i lati negativi della bella stagione, che spesso poi lascia l’amaro in bocca.
«Il testo racconta il bisogno di staccare dal casino della vita di tutti i giorni e di come noi riusciamo a trovare il nostro rifugio nella musica, che abbiamo personificato in una ragazza. In ogni circostanza, se manca lei non ci divertiamo ed è bellissimo tuffarsi nel suo universo. Inoltre ci soffermiamo su elementi che per noi sono tipici dell’estate: le facce stravolte dalla stanchezza, le paranoie sempre presenti e ripetere errori fatti mille volte che puntualmente facciamo finta di non avere mai imparato. Però, nonostante tutto, ci ricordiamo come questo sia il periodo più bello dell’anno e che nel bene e nel male quando finisce “Ti fa piangere tutte le volte”».
Il singolo è prodotto da ​​Fractae che ha cercato un suono molto fresco ma allo stesso tempo da club, con strofe e primo ritornello molto asciutti a livello di arrangiamento, lasciando come protagonisti basso e batteria. Andando avanti con la struttura, il brano si apre fino a scoppiare in un solo di sax.
I Five Hundred sono: Riccardo Ceccarelli - voce e chitarra Federico Currà - basso Erik Brienza - batteria
Etichetta: autoproduzione Radio date: 30 giugno 2023
Five Hundred Band pop di Torino attiva dal 2015. Dopo anni di concerti su diversi palchi come Hiroshima Mon Amour, Gru Village Festival e l'Ariston di Sanremo, con la partecipazione a Casa Sanremo e Sanremo Rock, la band decide di rendere pubblici i propri lavori in studio.
Nel Maggio 2018 esce il loro primo EP "Dolci Ispirazioni" con al suo interno i primi cinque inediti che descrivono le influenze musicali dei componenti. Dopo un anno di ricerca di una propria identità artistica, esce il singolo "Oggi ho scelto" caratterizzato da uno stile Indie Pop. Per i Five Hundred il 2020 rappresenta un anno chiave determinato dall'uscita di due singoli come "Fuori Tempo" e "Non so il perché", dove si può gustare a pieno la maturità artistica della band. Dopo un anno di inattività concertistica, il 16 Aprile 2021 esce il loro nuovo singolo "Adrenalina", canzone che simboleggia una risposta positiva in contrapposizione al periodo storico. Grazie a questo singolo finiscono in varie playlist di Spotify e Apple Music e, inoltre, il 26 Giugno 2021 partecipano al "Fatti Sentire Festival" trasmesso il 12 Agosto dello stesso anno su Rai 2.
Il 27 Gennaio 2023 esce il loro primo album contenente 8 tracce “Romantici”, all’interno si trovano i due nuovi singoli “Noi due e basta”, “Gelosia cronica” . L’estate 2023 per i Five Hundred significa in radio con il nuovo inedito dal titolo “Afterparty”.
CONTATTI E SOCIAL
https://www.instagram.com/fivehundredband/ https://www.facebook.com/fivehundredband
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gcorvetti · 1 year
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Oggi meglio dai.
Sembra quindi che il nano non è andato in ospedale per evitare di apparire davanti i giudici, ci siamo, il giorno che aspettavo sta arrivando, prima o poi tutti arriviamo al capo linea, adesso tocca a lui. Donaldo a quanto pare sarà processato per direttissima, mossa naturalmente politica per non farlo salire più, perché gli americani medi sono più di quelli altolocati (che poi, va bè) e chi sta al comando ora sa benissimo che ha molte possibilità, quindi anche se non finisce in galera almeno lo tagliano dalla vita politica, cosa che non sono riusciti in Italia appunto con berlusca.
Poco fa mi ha scritto un'amica, in realtà è un'amica della mia compagna, per chiedermi se sono ancora interessato a suonare da loro musica italiana, a Tallinn hanno un wine bar col marito. La storia parte da quando suonavo con quel minchione, siccome lei ha studiato in Italia, parla benissimo italiano meglio di molti italici, e naturalmente hanno una selezione di vini nostrani da paura, quindi diciamo che il made in Italy a loro fa più comodo che a me che sono proprio fatto in Italia :D. Mi aveva già chiesto forse l'anno scorso e avevo detto che con quel tizio non ci suono più ed è finita li, in realtà a me di fare musica italiana non frega un cavolo, anche perché qua della massa immensa che è la musica italiana ne conoscono veramente poca, quella più commerciale e becera, se si pensa che negli anni 80 i russi gli facevano vedere Sanremo, io dico per torturarli, ma era permesso loro questo privilegio, quindi molti adulti, la mia età, conoscono Cutugno, ricchi e poveri, Al Bano e Romina ecc ecc, tutta roba che fa fortemente cagare, almeno a me non è mai piaciuta, figuriamoci se mi metto a suonarla. Ma lei non mi chiede sicuramente di fare quello che non voglio, d'altronde l'artista sono io; ma in questo momento non mi sento per niente pronto visto che sono uscito da poco dalla tendinite e sto facendo un percorso giornaliero di ripresa della manualità sullo strumento e mi ci vorranno almeno 2/3 mesi per tornare al punto dove ho lasciato, se non corri per 4 mesi il primo giorno non fai 2 ore di corsa, potresti morire :D.
Adesso non so quando lei pensa di fare sta serata, diciamo che potrei anche prepararmi per l'evento, sarebbe anche una bella cosa così ho un obiettivo da perseguire, ma (c'è sempre un ma insito in me) cosa suono? Lei dice qualcosa degli anni 60, boh non mi viene in mente nulla che sia conforme a quello che la gente si aspetta da uno che suona musica italiana, c'è da dire che qua non parlano italiano quindi fare Faber, per esempio che io adoro, è inutile, come Battiato e altri che puntano spesso sul significato del testo, se non capisci cosa dico per te è solo un brano noioso e lungo, questo è un aspetto che molti non considerano quando suonano, non dico quando scrivono un brano, ma tenere conto di cosa si aspetta il pubblico in questi casi è fondamentale per evitare pomodori e uova marce, che è la classica battutona, oppure peggio che non ti chiamano più o che non hai una buona nomina che qua a quanto pare conta più di quello che sai fare.
Va bè ci penso e più tardi rispondo, nel frattempo vado a suonare :D
P.S. Lo so è un'opportunità, ma io voglio fare la mia musica e soprattutto rock and roll, mi accontento anche del blues, ma italiana no. P.P.S. Col pianista i brani vengono decisamente meglio che con la chitarra.
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carmenvicinanza · 2 years
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Mia Martini
https://www.unadonnalgiorno.it/mia-martini-straordinaria-interprete-della-musica-italiana/
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Mia Martini è stata una meravigliosa e intensa cantante, di un’eleganza innata, un temperamento drammatico, una voce potente e graffiante, quasi dolorosa.
Un’interprete che ha saputo sempre conciliare la qualità con le esigenze del mercato.
Avrebbe meritato molto di più, ma la grettezza di tanta gente le ha segnato un destino infame che l’ha spinta in un baratro esistenziale e in una solitudine straziante.
Domenica Rita Adriana Bertè, in arte Mia Martini, nasce il 20 settembre 1947. Lo stesso giorno della sorella Loredana, più piccola di tre anni.
Chiamata da sempre Mimì, si trasferisce a Roma con la madre e le sorelle nei primi anni ’60 del secolo scorso. In gioventù forma un trio indissolubile con sua sorella Loredana e Renato Fiacchini (che diventerà Renato Zero). Comincia a guadagnarsi da vivere con un modesto impiego presso il sindacato dei cantanti e dei cantautori.
La sua carriera discografica inizia nel 1962 quando, quindicenne e con il nome di Mimì Bertè, incide il singolo I miei baci non li puoi scordare.
Negli Anni ’70, cominciano i primi successi con Piccolo Uomo e Minuetto che le fanno vincere due volte il Festivalbar, nel 1972 e 1973.
L’anno prima aveva cambiato nome in Mia Martini e con il brano Padre davvero, censurato dalla Rai, aveva vinto il primo Festival d’Avanguardia di Viareggio.
Da allora, fino alla fine del decennio, la sua carriera è costellata di successi. Interpreta canzoni firmate dai più grandi cantautori e ottime versioni italiane di brani di John Lennon, Elton John e i Queen.
Nel 1974, la critica europea la premia come cantante dell’anno.
Inizia una triennale collaborazione con Charles Aznavour suggellata, nel 1977, da un concerto all’Opéra di Parigi.
Seguono però anni difficili perché viene assurdamente emarginata dall’ambiente musicale, nasce la diceria che porti sfortuna.
Ci pensa lei stessa a spiegare in una intervista a Epoca nel 1989, cosa era accaduto: “Tutto è cominciato nel 1970, cominciavo ad avere i miei primi successi. Un impresario mi propose un’esclusiva a vita. Era un tipo assolutamente inaffidabile e rifiutai. E dopo qualche giorno, di ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino su cui viaggiavo con il mio gruppo fu coinvolto in un incidente. Due ragazzi persero la vita e quell’impresario ne approfittò subito per appiccicarmi l’etichetta di porta jella”.
Negli anni ’80 arriva E non finisce mica il cielo, il brano scritto per lei da Ivano Fossati, forse l’unico grande amore della sua vita, che non vince Sanremo nel 1982 ma conquista il Premio della Critica, nato appositamente per lei.
Purtroppo sono ancora tante nubi sulla sua carriera a causa della famosa diceria. Mia Martini abbandona il mondo della musica e si trasferisce in Umbria e poi di nuovo a Bagnara Calabra. Per anni, vive ai margini del mondo musicale.
Per un lungo periodo nessuno le ha dato l’occasione di tornare a occupare il posto da protagonista che meritava. Una vicenda atroce che ha inciso profondamente sulla sua personalità fragile e facile alla depressione.
Nel 1989, le viene proposto di tornare a Sanremo per rilanciare la sua carriera. Il suo amico di sempre, Renato Zero ha fatto da garante per lei. Ha dichiarato di aver firmato un documento in cui si assumeva ogni responsabilità su tutto ciò che di spiacevole sarebbe potuto accadere durante l’esibizione di Mia Martini all’Ariston. Questa dichiarazione è stata smentita dall’allora patron del festival, Adriano Aragozzini, ma, forse, la verità non si saprà mai.
È stato, comunque, un grande ritorno tra scroscianti applausi.
La sua voce roca e grintosa torna di moda, e lei, discreta compositrice e grande interprete, torna a essere contesa da autori vecchi e giovani.
Commuove il grande pubblico con una Almeno tu nell’universo, canzone che era rimasta nel cassetto per 20 anni.
Torna a Sanremo, nel 1990, con La nevicata del 56 di Franco Califano e nel 1992 arriva seconda con Gli uomini non cambiano. L’anno dopo duetta con Loredana Bertè in Stiamo come stiamo. Un atto d’amore e di riconciliazione dopo una lunga rottura e tante incomprensioni.
La gente la ama, continua a cantare e a esibirsi, ma il 12 maggio del 1995 viene trovata morta nella sua casa a Cardano al Campo (vicino Busto Arsizio). Era morta da due giorni e nessuno se n’era accorto.
È stata trovata sul suo letto con le cuffie nelle orecchie, mentre ascoltava Luna Rossa, che avrebbe dovuto interpretare al Festival di Napoli.
Morta per arresto cardiocircolatorio, c’è chi ha sostenuto che sia stato un suicidio, chi un’overdose.
In una delle ultime interviste rilasciate, si è messa a nudo con disarmante sincerità.
Sono una che vuole la verità, che odia il romanticismo, non sono sentimentale, detesto tutto ciò che è finto a parte la tv che mi diverte. Sono Mimì, sono di Bagnara Calabra, abbiamo un sole noi che ci fa le radiografie appena nati. Gli odori, i colori della natura nella mia terra sono forti e violenti anche nell’animo umano. Odio essere un idolo, che male ho fatto per essere un idolo? Perché non posso essere una persona normale?
Mia Martini è stata una cantante che ha sempre perseguito la ricerca della musica di qualità anche a scapito della notorietà e della rinuncia alla vetta delle classifiche.
C’è sempre stato un qualcosa di drammatico attorno alla sua vicenda umana. È stata una delle voci migliori della canzone italiana, interprete straordinaria che, solo in qualche occasione, ha avuto la possibilità di esprimere al meglio il suo talento e di rado ha avuto il successo che meritava.
La sorella, Loredana Bertè, ha sempre raccontato che il giorno della sua morte aveva ricevuto delle telefonate, ma non aveva risposto. Cosa che non si è mai perdonata e che ha minato il suo già delicato equilibrio mentale.
“Molti anni fa mia sorella Mimì mi regalò uno dei primi telefoni cellulari. Il motivo del regalo era strettamente legato alla voglia di sentirmi più spesso ma io, senza un perché, lo buttai. Tempo dopo, il telefono di casa iniziò a squillare ma non risposi. Quella sera morì Mimì e io rimarrò sempre con il dubbio di aver perso la telefonata della vita”.
Una grande mancanza per il mondo musicale, ci restano le sue indimenticabili canzoni, il graffio doloroso e potente della sua voce e quell’eleganza che l’ha sempre contraddistinta.
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themhac · 2 years
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blanco giocava a calcio e faceva il difensore, semplicemente superiore in qualsiasi ambito
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the-not-so-dark-age · 3 years
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Me: *promises the Sanremo live logging is over*
Also me: *keeps posting and rebloggiing Sanremo content*
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Riassunto delle canzoni di Sanremo:
È come se fosse domenica, se fossimo stagioni, verrebbe l'inverno, l’inverno dei fiori e mi vengono i brividi, brividi, brividi; non volano farfalle, non sto più nella pelle e ogni volta è così, ogni volta è normale non c'è niente da dire, niente da fare.
Quando la notte arriva, duecentomila ore, la notte non finisce mai, l’America… lontana di là dal mare, quindi dove andiamo? Dove si balla, fottitene e balla.
Non vedi che sei bella bella bella così, sei perfetta così così così così, vai così, stai andando forte, apri tutte le porte, gioca tutte le carte, fai entrare il sole, che alla fine, se Dio vuole è solamente una questione di chimica.
Voglio amarti nei pensieri, nelle mani, voglio amarti con l'anima, sì ora qui nell'assottigliarsi della mia vita, ma ti amo ti amo ti amo non lo so dire.
E se domani tuo padre, mia madre o Lucia, ascolteranno queste parole, si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore.
Ma se sei tu lo sentirò, ovunque sarai, ovunque sarò, in ogni gesto io ti cercherò, se non ci sarai io lo capirò e nel silenzio io ti ascolterò.
Tanto ormai ho trovato il coraggio di stare lontano da te, lontano da te e goodbye, ovunque sarai tu ricorda, abbi cura di te, amore sei te l'ultima curva, insuperabile.
E lasciati andare che il cuore ti cade giù e l'amore riappare, va in tendenza e risale, diventa virale.
La distanza fra un uomo che ha vinto ed un uomo sconfitto sei tu e forse sei tu tra le luci di mille città, tra la solita pubblicità, quella scusa per farmi un po' ridere.
Nel silenzio della crisi generale ti saluto con amore, con le mani, con le mani, con le mani, ciao, ciao.
Non finiamoci più nel sesso occasionale ma sappi che tra un anno, un giorno, non avrò capito ancora di cosa hai bisogno e anche se non lo dico mi fa male tantissimo, male male tantissimo.
È una lama che sa di miele.
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edmundodiaz · 2 years
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la notte che non finisce mai è chiaramente quella di sanremo
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