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#Età del Rame
storiearcheostorie · 20 days
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Arabia Saudita, dalla "grande grotta" di Umm Jirsan riemergono le tracce della vita dei pastori di 8mila anni fa
Studi / Arabia Saudita, dalla "grande grotta" di Umm Jirsan riemergono le tracce della vita dei pastori di 8mila anni fa
Redazione Tracce di insediamenti di pastori risalente al periodo neolitico, e frequentato per migliaia di anni fino all’età del Rame e del Bronzo, riemergono dalla grotta di Umm Jirsan, nell’Arabia Saudita nord-occidentale. Ad annunciarlo è la Commissione per il Patrimonio Saudita, responsabile della documentazione e della conservazione del patrimonio materiale e immateriale dell’Arabia Saudita…
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lamilanomagazine · 15 hours
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Reggio Calabria: restituite allo stato 248 monete archeologiche, 4 reperti archeologici ed 1 paleontologico sequestrati
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Reggio Calabria: restituite allo stato 248 monete archeologiche, 4 reperti archeologici ed 1 paleontologico sequestrati Nella mattinata dell'8 maggio presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza ha consegnato al Soprintendente A.B.A.P. per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia 253 beni culturali recuperati nell’ambito di attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi (RC). L’evento si è svolto alla presenza del Prefetto di Reggio Calabria, del Procuratore Capo della Repubblica di Palmi (RC), del Comandante Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, del Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria nonché delle Autorità civili, militari e religiose. L’indagine, che ha consentito il recupero dei beni archeologici e paleontologici per un valore complessivo stimato nell’ordine di 300.000,00 euro circa, è stata condotta nel 2013 dai Carabinieri del Nucleo TPC di Cosenza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palmi (RC), ed ha avuto origine da un controllo doganale presso l’aeroporto di Reggio Calabria sul bagaglio di due passeggeri italiani provenienti dal Messico. A seguito degli approfondimenti investigativi si procedeva al sequestro di 648 monete in argento e bronzo di epoca magno greca, romana e medioevale nonché di 37 reperti di presumibile interesse storico archeologico risalenti alla Magna Grecia e alle civiltà dell’America Centrale, custoditi presso l’abitazione di un professionista reggino. Con la collaborazione dei funzionari archeologi della Soprintendenza Archeologica della Calabria e del Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini” di Roma, si accertava che 28 reperti archeologici sequestrati erano indiscutibilmente autentici, collocabili al periodo “preclassico antico (1100-900 a.C.) e postclassico (1300-1521 d.C.)” e provenienti dalle culture dell’altipiano centrale e dalla Costa del Golfo del Messico. Per nove beni archeologici, custoditi nel bagaglio intercettato a Reggio Calabria, i funzionari del Ministero della Cultura messicana nel 2016 ne richiedevano ed ottenevano la restituzione in quanto pertinenti al patrimonio culturale di quello Stato. Per i restanti 253 beni culturali, a seguito della sentenza passata in giudicato il 20 febbraio 2024, il Tribunale di Palmi (RC) disponeva la confisca e la restituzione all’avente diritto, individuato nello Stato Italiano, tramite consegna alla Soprintendenza A.B.A.P. di Reggio Calabria. Tra questi figurano: un gruppo di 240 monete autentiche in rame ed 8 in argento attribuibili ad età greca e medievale, la cui maggiore concentrazione è individuabile nelle coniazioni di epoca romana; due “dressel” - databili tra il I sec. a.C. ed il II sec. d.C. - ovvero contenitori vinari da trasporto molto diffusi nella prima metà imperiale, la cui prima origine si colloca in Grecia (isola di Rodi) ma che si è estesa in seguito anche in varie località della Magna Grecia tra cui la Calabria; una lucerna fittile, databile alla prima età imperiale romana, con decorazione sul disco; un frammento di vaso, databile al IV sec. a.C., a figura rossa di produzione italica; un dente di un proboscidato estinto della Famiglia dei Gomphotheriidae (comunemente conosciuti come “mastodonti”), diffusi in Africa, Asia, Europa e Nord-America. In Italia è conosciuta la specie Anancus arvernensis, diffusa tra la fine del Miocene (10 milioni di anni fa) e le fasi iniziali del Pleistocene (circa 1,5 milioni di anni fa). La restituzione al patrimonio dello Stato dei beni culturali recuperati è frutto di attività complesse, compiute in stretta sinergia con gli organi centrali e periferici del MiC, nonché dell’impegno e la professionalità di donne e uomini, militari e civili, altamente specializzati nello specifico settore, che hanno consentito di salvare importanti testimonianze dell’identità collettività che ci raccontano la loro storia e, di riflesso, la nostra.    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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annalisalanci · 11 months
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La preistoria
La preistoria
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Grotta di Lescaux, Francia. 20000-15000 a.C.
Il termine "preistoria" (dal latino pré, prima, e historia, storia) individua il lunghissimo periodo che va dalla prima fase di stanziamento di gruppi umani in un territorio fino alla comparsa di testimonianze scritte. Collocate all'inizio del IV millennio per i territori compresi tra la Mesopotamia e la Valle del Nilo in fasi successive nel resto del vicino Oriente e dell'Europa.
In Europa, la presenza di un linguaggio e di un'espressione scritta, come fonti documentarie ma riferita all'età del ferro, avviata mille anni prima di Cristo. La produzione scritta, relativa a leggi o a testi religiosi  e rituali; e quasi sempre accompagnata dalla costruzione di opere monumentali, che identifichiamo come megalitiche (dal greco mégas, grande, e litbos; pietra), in altri casi ha invece segnato la nascita di veri e propri sistemi urbani. 
E' possibile parlare della presenza di espressioni artistiche a partire dal Paleolitico superiore o Età della Pietra antica, 30.000 anni fa, alla produzione di semplici manufatti di tipo utilitario si affiancò la creazione di figure o segni intenzionalmente incisi o dipinti su armi, su utensili o sulla roccia. A questi si aggiunsero una produzione scultorea e l'organizzazione dei primi luoghi di culto.  
Solo dopo il 10.000 a.C. con il Mesolitico o Età della Pietra media, l'uomo comincia ad addomesticare gli animali e ad abbandonare le caverne. Tale attitudine troverà compiutezza nella successiva fase del Neolitico (6.000 a.C. al 4.000 circa a.C.) o Età della Pietra nuova.
Insediamenti sostanziali, l'uomo impara a levigare la pietra ed affina le proprie capacità nel gestire l'allevamento e l'agricoltura. L'Età neolitica si conclude, nei territori dell'Egitto e della Mesopotamia, nel IV millennio, ed è seguita dal periodo del rame, del bronzo e quindi del ferro. In Europa, invece l'Età del Ferro si avvia stabilmente non prima della fine del II millennio a.C. L'arte in età preistorica assume di volta in volta significati diversi, non riferibili ad una funzione di tipo comunicativo, legata in molti casi ad aspetti magico-rituali. Prendiamo ad esempio i cieli di pitture di Età Paleolitica rinvenuti sulle pareti delle grotte. 
Essi rappresentano in prevalenza bisonti, tori, cavalli, renne cervi; capre segni astratti e più raramente l'uomo. Un così vasto repertorio di animali e segni induce a persone che l'artefice non fosse spinto da una semplice volontà desrittiva, ma da un'esigenza rituale. 
In tal senso, la pratica figurativa può avere fini magici, in quanto vuole propiziare il buon esito della caccia o la fertilità della terra. Quindi si possono associare o meno a specifici fini di culto spesso rivolti a divinità naturali quali il Sole s gli astri. 
A partire dall'Età neolitica si afferma l'esigenza da parte dell'uomo di comunicare fatto o eventi attraverso la successione controllata di segni o di scene figurate. 
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Questo è l'unico ritratto ufficiale di Leopardi vivente (1826). A questo proposito egli scrisse alla sorella Paolina questa lettera: "Cara Pilla. Il ritratto è bruttissimo: nondimeno fatelo girare costì, acciocché i Recanatesi vedano cogli occhi del corpo (che sono i soli che hanno) che il gobbo de Leopardi è contato per qualche cosa nel mondo, dove Recanati non è conosciuto pur di nome". (Lettera a Paolina del 18.5.1830). L'autore è Luigi Lolli. Alcune notizie interessanti ci sono offerte dal Piergili. Racconta che non poté usare quel disegno per la sua pubblicazione perché "per breve tempo fu in altre mani" e dunque dovette servirsi di una fotografia "donatami qualche anno avanti da Carlo Leopardi". Scrivendo al Sindaco di Recanati osserva: "Ill.mo sig. Sindaco, il conte Leopardi ha voluto fate atto di benevolenza e cortesia, mandando in dono alle nostre scuole un pregevole ritratto dello immortale suo Zio. Egli ad un tempo ne ha forniti a me taluni esemplari per offrire altrui, ed io credo di bene interpretare la sua mente col presentarne prima che ad ogni altro, due copie a V.S. Ill.ma, cui mi pregio anche di esporre quanto singolare importanza abbia questa immagine del Poeta Recanatese. […] Il Lolli, oltre all'accuratezza che gli era propria, pose in questo disegno tutto l'amore dell'arte, tanto per riverenza al Grande, di cui ritraeva le sembianze, quanto per affetto agli amici comuni, che gli avevano raccomandato quel lavoro. Dal quale, inciso poi in rame per opera del celebre Guadagnini, furono tratte pressoché tutte le effigiate immagini, che del Leopardi vanno oggi per le mani del pubblico; ma copiate l'una dall'altra esse hanno finito con allontanarsi non poco dall'originale. Fra il disegno stesso del Lolli e l'incisione del Guadagnini è poi notabile differenza, non solo per le insensibili alterazioni che di necessità accadono nel trasportare un disegno dalla carta sul rame, ma benanco perché nel primo è meno visibile quell'avallamento che i fisici addimandano solco naso-labiale, perché dall'ala del naso discendendo in basso diviene all'angolo della bocca; onde più giovane è qui l'aspetto del Poeta. Il Guadagnini delineando qualche poco di tempo dopo la figura (ed egli, pure poté conoscere personalmente il Leopardi) rese avvertitamente più forte questo tratto del naso, che non pure è segno di età più matura, ma accompagna il più delle volte le malattie dolorose e consuntive. […]
(G. Piergili, Nuovi documenti intorno alla vita e agli scritti di Giacomo Leopardi, Le Monnier, Firenze 1882)
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Vulcano Etna: quanti anni ha la Valle del Bove
Vulcano Etna: datate per la prima volta in maniera assoluta l’età dell’inizio della formazione della Valle del Bove e la cronologia delle eruzioni laterali successive al collasso. Indagini stratigrafiche e petrografiche, datazioni al carbonio-14 e paleomagnetiche delle colate laviche condotte in diverse cave localizzate allo sbocco della Valle del Bove hanno permesso di datare l'età dell’inizio della formazione della valle e la cronologia delle eruzioni laterali successive alla sua formazione. La ricerca, risultato dello studio multidisciplinare “Age of the Valle del Bove formation and chronology of the post-collapse flank eruptions, Etna volcano (Italy)” condotto da un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in collaborazione con l’Università degli Studi di Urbino, è stata recentemente pubblicata sulla rivista scientifica ‘Journal of Volcanology and Geothermal Research’. Vulcano Etna: la Valle del Bove “La Valle del Bove è una depressione localizzata sul fianco orientale dell'Etna, ampia circa 7 x 4,5 km, caratterizzata da una tipica forma a ferro di cavallo il cui fondo è totalmente coperto da colate laviche generate da eruzioni laterali avvenute nel corso degli ultimi secoli”, spiega Stefano Branca, Direttore dell’Osservatorio Etneo. “Questa depressione è il risultato di fenomeni di collasso multiplo di fianco e relativi fenomeni erosionali che durante l’Olocene hanno generato l’attuale assetto morfologico di questo settore dell’Etna. In particolare, la fase iniziale della formazione della valle è dovuta ad un grande collasso di fianco dell’edificio vulcanico che ha prodotto un vasto deposito detritico che affiora nell’area dell’abitato di Milo, per un’estensione di 4,3 km2, che è parzialmente coperto da una successione lavica e piroclastica”.  Il carbonio-14 Il team di ricercatori ha definito per la prima volta l'età del deposito della frana grazie al ritrovamento al suo interno di frammenti di alberi, perfettamente conservati, che sono stati datati con la tecnica del carbonio-14. “Le analisi condotte hanno permesso di datare il deposito della frana tra il 7478 e il 7134 a.C. Contestualmente, abbiamo studiato la successione vulcanica esposta in due cave e, grazie alle datazioni paleomagnetiche, abbiamo ricostruito la sequenza di eruzioni che hanno interessato questo settore del vulcano dopo l’inizio della formazione della Valle del Bove. In particolare, le datazioni paleomagnetiche hanno evidenziato che durante gli ultimi 4000 anni si sono verificate due eruzioni laterali durante la tarda età del Rame (2600-2400 a C) e altre due eruzioni laterali, non riportate nelle fonti storiche, sono avvenute in epoca Greco-Romana e Medievale”, afferma Arianna Beatrice Malaguti, Dottoranda di ricerca dell’Università di Urbino e coautrice dello studio. La ricerca è frutto della lunga e consolidata esperienza dei ricercatori dell’INGV nella datazione delle colate laviche attraverso le indagini realizzate nel Laboratorio ad alta specializzazione di Paleomagnetismo in essere presso la Sezione di Roma 2 dell’INGV, che costituisce il principale laboratorio paleomagnetico italiano ed uno dei più rinomati a livello internazionale. Le attività di ricerca multidisciplinari per le datazioni delle colate laviche storiche dell’Etna sono iniziate dal 2004 e hanno permesso di approfondire le conoscenze dell’attività eruttiva del vulcano in epoca preistorica. Prossimi studi Questa tipologia di attività di ricerca, che coniuga le classiche indagini geologico-stratigrafiche con le datazioni paleomagnetiche, continuerà ad essere applicata sull’Etna allo scopo di ricostruire la cronologia delle eruzioni laterali avvenute durante gli ultimi 4000 anni, riconosciute nella carta geologica del vulcano alla scala 1:50.000 pubblicata nel 2011, al fine di migliorare la comprensione della pericolosità vulcanica. Link: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0377027323000094?viaihub In copertina foto di Websi da Pixabay Read the full article
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occhidibimbo · 2 years
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I nutrienti Quando parliamo di alimentazione dei bambini, è importante partire innanzitutto dal fatto che, per tutti, nutrirsi significa assicurarsi un buon funzionamento dell’organismo. Perché questo sia possibile, dobbiamo fornire al nostro corpo tutti i nutrienti di cui ha bisogno, che normalmente sono contenuti negli alimenti. Ognuno di essi svolge una sua propria funzione e a seconda delle condizioni fisiologiche in momenti particolari della nostra vita ne abbiamo bisogno in quantità diverse. Per rifornirci in modo equilibrato dei nutrienti necessari, dovremmo mangiare ogni giorno alimenti di tipo diverso, ma non sempre questo è possibile o sufficiente, dunque, soprattutto in alcune fasi particolari della vita, è importante che essi siano apportati al nostro organismo nelle giuste quantità. I nutrienti o principi nutritivi di cui abbiamo bisogno sono suddivisi in macronutrienti (carboidrati o glucidi, proteine e lipidi) e micronutrienti (vitamine e minerali). A questi va comunque aggiunta l’acqua, indispensabile per la vita. In generale i nutrienti semplici possono essere così indicati: gli amminoacidi (sono i costituenti elementari delle proteine. In natura conosciamo ventidue amminoacidi, di cui molti sono prodotti dal nostro organismo. Quelli che non siamo in grado di sintetizzare sono detti essenziali e dobbiamo assumerli attraverso il cibo); il glucosio (che fornisce soprattutto energia. I carboidrati, o glicidi o zuccheri, si dividono in monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi); gli acidi grassi (forniscono soprattutto energia. I grassi o lipidi possono essere di origine animale o vegetale); le vitamine (sono sostanze organiche che, in quantità minime, permettono lo svolgimento di reazioni biochimiche fondamentali per l’organismo. Regolano cioè i processi metabolici. Esse sono: la vitamina A o retinolo, la vitamina B1 o tiamina, la vitamina B2 o riboflavina, la vitamina B3 o niacina, la vitamina B5 o acido pantotenico, la vitamina B6 o piridossina, la vitamina B12 o cianocobalamina, l’acido folico, la colina, l’inositolo, il paba o acido para-amminobenzoico, la vitamina H o biotina, la vitamina C o acido ascorbico, la vitamina D o calciferolo, la vitamina E o alfa-tocoferolo, la vitamina F e la vitamina K; i sali minerali (sono sostanze nutritive inorganiche che assicurano la normalità del funzionamento del sistema nervoso, muscolare e linfatico. Essi sono: il cobalto, il rame, lo iodio, il ferro, lo zinco, lo zolfo, il calcio, il cloro, il magnesio, il fosforo, il potassio e il sodio). Gli integratori: un aiuto in alcuni periodi specifici della nostra vita In alcune particolari situazioni della nostra vita, il nostro organismo ha bisogno di quantità diverse di nutrienti. È questo il caso delle donne in stato di gravidanza e durante l’allattamento, dei neonati e dei bambini. Per quanto riguarda le donne in stato di gravidanza e allattamento, il cui fabbisogno di nutrienti aumenta, in commercio sono reperibili integratori vitaminico-minerali completi studiati appositamente per fornire un adeguato apporto di minerali e vitamine, contenenti acido folico, vitamine del gruppo B, vitamina D, ferro, fluoro, iodio, magnesio, zinco e acidi grassi Omega 3. Per quanto riguarda i bambini, bisognerebbe considerare che ci sono integratori necessari a tutti i piccoli, mentre altri andrebbero invece somministrati soltanto in presenza di determinate situazioni, altri ancora che addirittura non servono ai bambini fino ad una certa età. Integratori specifici per bambini: quali sono utili e quando dovrebbero essere somministrati Per quanto riguarda l’apporto di minerali e di vitamine per neonati e bambini, prima di avventurarsi in somministrazioni che potrebbero non essere necessarie, è bene sapere in quali occasioni andrebbero loro somministrati e fino a quando. Ad ogni modo, sconsigliatissimo decidere di dare integratori ai bambini senza il consiglio di un pediatra, che può indicare sia se il bambino ne ha effettivamente bisogno sia qual è il dosaggio da seguire.
Qui di seguito gli integratori che solitamente vengono consigliati dai pediatri: Vitamina D: è molto importante per l’ossificazione, in quanto facilita l’assorbimento del calcio e garantisce una buona dentizione. Siccome la produzione di vitamina D è stimolata anche dall’esposizione al sole, nei casi in cui i piccoli vivano in zone particolarmente calde o nel caso in cui vengano alla luce nel periodo estivo, potrebbe anche non essere necessario integrarla, soprattutto poi se il piccolo viene allattato con latte materno. Generalmente, a eccezione di particolari casi indicati dal pediatra, è consigliata fino al primo anno di vita. Vitamina K: è una vitamina necessaria per la coagulazione del sangue che viene normalmente somministrata ai neonati appena nascono. Se i neonati sono allattati con latte artificiale, generalmente non è necessario integrarla, in quanto già presente nelle formule del latte in commercio. Ne viene consigliato l’uso fino al terzo mese di vita. Vitamine A e C: sono indicate per rafforzare le difese dell’organismo e i pediatri possono consigliarle quando il bambino frequenta il nido o la scuola dell’infanzia. Vitamine B6 e B12 e acido folico: possono essere consigliati quando il bambino in età scolare appare particolarmente stanco, apatico e deconcentrato. Fluoro: è importante per la prevenzione delle carie dentali. In realtà, se l’acqua che il bambino o la mamma che allatta assumono è abbastanza ricca di fluoro, non c’è bisogno di integrarlo. In caso contrario, se si vuol somministrare fluoro ad un bebè, se la mamma allatta può assumerlo lei e quindi trasmetterlo in questo modo al piccolo. La sua somministrazione è indicata dal primo mese di vita fino ai tre anni di età, e comunque è bene precisare che non tutti sono d’accordo nella sua somministrazione, in quanto un eccesso di fluoro potrebbe addirittura generare diversi disturbi. Ferro e zinco: il ferro è molto importante per la prevenzione dell’anemia. Assieme allo zinco, il ferro svolge un’importante funzione per rafforzare il sistema immunitario dei piccoli e favorire lo sviluppo neuronale e cognitivo. Questi minerali non sono necessari se il neonato è allattato con latte materno e nel caso in cui il piccolo, dopo il divezzamento, ne assume quantità adeguate attraverso il consumo di carne, pesce, legumi e frutta fresca. Possono invece essere integrati se il pediatra ne individui una particolare carenza, indicandone anche la durata della somministrazione nel tempo. In età prescolare potrebbero essere consigliati dal pediatra se è necessaria un’integrazione a causa di processi infettivi frequenti, cosa che può verificarsi spesso in bambini che frequentano il nido o la scuola dell’infanzia, dove sono più soggetti a contrarre malattie. In età scolare, ferro e zinco possono essere utili anche nel caso in cui il bambino dia segni di stanchezza e apatia.
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gregor-samsung · 4 years
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Prima di morire aveva forse posato a terra il suo equipaggiamento tecnico e tentato di porre riparo alla ferita che aveva dietro la schiena, anche se certamente non aveva fatto in tempo a utilizzare le erbe medicinali che portava con sé, neppure quel preparato emostatico che avrebbe comunque solo rallentato la fine, e neanche il fungo antibiotico che avrebbe forse spento l’infezione. Indossava degli stivali in pelle (numero 38), con gambali alti fino al ginocchio, era alto un metro e sessanta circa per un peso di 50 chili: niente massa grassa, solo muscoli bene allenati. Al momento della morte aveva 45 anni ed era in buona salute, sebbene avesse già subito lesioni e qualche frattura ben riparata; i denti del giudizio non si erano sviluppati e gli altri erano consumati, come abrasi. Sul corpo evidenziava una gran quantità di tatuaggi e scarificazioni, praticati forse a scopo terapeutico o rituale. Dall’autopsia sono emersi altri particolari. I polmoni erano anneriti, intasati dalla lunga permanenza accanto a focolari accesi. Nei capelli è stato ritrovato arsenico, come se avesse lavorato all’estrazione di minerali pregiati. Ma è la causa della morte ad aver meravigliato: probabilmente è stato colpito da una freccia, che è stata recuperata nei pressi della scapola sinistra, la cui punta si è fermata a soli 15 millimetri dal polmone e che, anche se non ha leso organi vitali, ha comunque causato un’emorragia inarrestabile e la paralisi dell’arto superiore sinistro. Poi l’uomo ha tentato di levarsi la freccia dalla spalla, riuscendo solo a spezzarne l’asta, ha camminato forse ancora un po’, si è assestato in un piccolo riparo e si è lasciato morire. Intorno al corpo, i resti del suo abbigliamento, fra cui un «ritoccatore» misterioso, una specie di matita multiuso che serviva forse per rifinire oggetti di selce. Questa è la storia degli ultimi momenti di vita e del ritrovamento di Ötzi, un uomo che passava sotto il monte Similaun per motivi che non conosciamo, così come non sappiamo dove fosse nato o da dove provenisse. Il ghiaccio ne ha conservato il corpo a –6 °C e quasi al 100 per cento di umidità. Oggi Ötzi si trova nel Museo di Bolzano, in una modernissima cella frigorifera che ricrea le condizioni di natura, reintegrando l’umidità e mantenendo costante la temperatura, perché si tratta della mummia (naturale) più antica e meglio conservata del mondo e come tale va tramandata. Mancavano ancora millenni all’imbalsamazione delle mummie egizie, e anche quelle più antiche risultano più giovani di qualche secolo. Ötzi infatti è stato ucciso da una freccia nemica 5300 anni fa, ma questa è l’unica differenza rispetto agli uomini di oggi, perché, per tutto il resto, si tratta di uno di noi. Un migrante, in realtà, che non ce l’ha fatta.
Mario Tozzi, Come è nata l'Italia. All'origine della grande bellezza, Collana Orizzonti, Milano, Mondadori, 2019; pp. 85-86.
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medleyhouse · 3 years
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Fin da bambino sognavo di lavorare nel mondo dello spettacolo, il palcoscenico.. le luci.. mi hanno sempre attratto queste cose qui, all' età di 12 anni cominciai a fare corsi di teatro, da lì crebbe la mia passione per il musical. un mondo ancora tutto da scoprire. Ricordo ancora il giorno in cui decisi di partire da casa mia. Ero entusiasta a sapere che da lì a poco tempo sarebbero iniziate le selezioni per la ann arbor. mentre ero disteso sul mio letto, pensavo che non ero mai stato così tanto lontano da casa. avevo solo 18 anni, ed ero un semplice ragazzo, umile e con tanti sogni nel cassetto. nei miei 6 anni di studi ero diventato un' ottimo cantante e attore, e un discreto ballerino. i provini erano da lì a 4 giorni, quindi decisi di mettere tutta la mia roba in una valigia e partire.
Erano le 6 e 32 del mattino ed ero già alla stazione dei pullman. c'era nebbia e i pullman si vedevano con grande difficoltà. ero ancora incredulo dal fatto che da lì a poco avrei lasciato casa mia, la mia famiglia, i miei amici. era davvero difficile abbandonare tutto ma era la cosa giusta da fare, era necessario per poter rincorrere i miei sogni. ero seduto su una panchina quando saltai in aria per colpa dell'allarme della stazione che annunciava la partenza del pullman. salii con passo svelto e mi accomodai sulle retrovie. mi misi subito le cuffie per poter ascoltare un pò di musica durante il viaggio, e mi ricordai che nel mio zaino c'era un panino che mi aveva preparato mia madre.
"santa donna" esclamai.
mentre mangiavo e ascoltavo della musica, guardavo fuori dal finestrino e ragionavo sull' esibizione da portare ai provini. potevo cantare una canzone.. oppure potevo recitare un monologo... ero cosi indeciso. ma per l' ennesima volta un'allarme mi fece solbazzare dal sedile, ero appena arrivato a destinazione. mi alzai subito, e allungai il braccio per prendere la mia valigia riposta sul sedile di fianco al mio. camminavo verso l' uscita del pullman, mentre scendevo i gradini salutai e ringraziai l' autista quando all' improvviso ricevetti un colpo in piena fronte. mi alzai di botto dalla caduta come una furia. E fu proprio li che la vidi per la prima volta. aveva delle piccole lentigini sul viso con una chioma riccia color rame. quello sguardo intenso che riusciva a farmi diventare più piccolo di una formica.
"scusami, non volevo, ma sono di fretta" mi disse, correndo via.
A breve il continuo.
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storiearcheostorie · 5 months
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ARCHEOLOGIA / Nella tomba preistorica di Ora (Bolzano) c’erano padre, figlio e un neonato: a confermarlo lo studio del Dna
#ARCHEOLOGIA / Nella tomba preistorica di #Ora (Bolzano) c’erano padre, figlio e un neonato: a confermarlo lo studio del #Dna #EuracResearch
Durante i lavori per la realizzazione della circonvallazione di Ora, nel 2007, le ruspe portarono alla luce degli scheletri in un riparo roccioso a ridosso della montagna. Il luogo e il modo in cui erano disposti fecero pensare a una sepoltura preistorica. La Soprintendenza provinciale ai beni culturali affidò tempestivamente a una équipe di archeologi l’analisi dei resti umani, che furono datati…
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lamilanomagazine · 2 months
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Ritorna a Opicina "Un pozzo di occasioni", il mercatino a cura dell'associazione culturale "cose di vecchie case"
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Ritorna a Opicina "Un pozzo di occasioni", il mercatino a cura dell'associazione culturale "cose di vecchie case". Proseguono anche nel nuovo anno le uscite del mercatino del piccolo antiquariato, modernariato, collezionismo e artigianato artistico "Un pozzo di occasioni", a cura dell'Associazione culturale Cose di Vecchie Case, che si svolge a Opicina in co-organizzazione con il Comune di Trieste: una selezionata vetrina dedicata ad antiquariato, modernariato, creazioni artigianali e hobbistiche con espositori da tutta la regione. Il mercatino dell'antico e dell'artigianato artistico propone un'oggettistica a tema stagionale a cura dell'Associazione Culturale Cose di Vecchie Case, che nella borgata carsica, già tiene con successo da alcuni anni il Mercatino dell'artigianato, dell'hobby e dell'usato a tema natalizio all'interno della manifestazione "A Opicina... Natale con noi", promosso dal Consorzio Centro in Via Insieme a Opicina, in coorganizzazione con il Comune di Trieste. Il mercatino si propone di rivitalizzare il borgo carsico di Opicina e fungere da attrazione turistica, richiamando visitatori dalla città, sia residenti che turisti, anche per incrementare e incentivare l'economia locale favorendo - grazie alla presenza dei banchi espositivi e la loro attrattività - le attività commerciali presenti in loco. Lo spazio è riservato al piccolo antiquariato, al modernariato e al piccolo collezionismo, con vinili d'epoca, fumetti, miniature, modellini e altre "memorabilia" che faranno certamente la gioia degli appassionati e dei curiosi di tutte le età. Gli eleganti gazebo espongono anche prodotti dell'artigianato, dell'hobbistica e del fai da te con moltissime proposte adatte per la stagione in corso e quindi alla primavera appena sbocciata. Tra i prodotti dell'artigianato artistico e hobbistico proposti spiccano creazioni in legno, vetro e ceramica. E poi piatti decorati, quadri composti da fiori secchi, pietre colorate a guisa di animali, oggettistica in vetro, tomboli (ricami e merletti antichi), uncinetto, monili in pietra e rame, vetri di Murano, saponi artistici, targhe in legno e dipinti su seta. Il mercatino deve il suo nome alla vicinanza con la Stele di Zinzendorf, collocata all'incrocio tra Strada per Vienna e via di Prosecco e dove un tempo sorgeva anche l'omonimo pozzo. Karl von Zinzendorf, il Governatore di Trieste (1776 – 1782) che proiettò Opicina nel mondo, ideò e fece progettare una grande strada commerciale, la "via Commerciale", che andava dalla città al Carso per collegarsi da un lato alla via che portava all'Italia - l'attuale strada provinciale che da Prosecco conduce verso Monfalcone - e dall'altro proseguisse verso Sesana e Lubiana fino a Vienna. A Opicina, luogo dell'incrocio di queste strade, per ricordare l'impresa collocò nel 1780 un monumento detto Stele Zinzendorfia che ricordasse i due Sovrani che l'avevano resa possibile, Maria Teresa e Giuseppe II. A Opicina fece costruire anche una grande stazione di posta all'incrocio fra le attuali Strada per Vienna e via di Prosecco, al centro della quale venne realizzata una cisterna con una vera in pietra (oggi conservata all'Orto Lapidario) recante un'iscrizione che ricordasse in perpetuo la nuova disponibilità d'acqua per tutti gli Opicinesi. L'uscita del mercatino, si svolgerà il 18 aprile (tempo permettendo: in caso di forte pioggia o vento verrà infatti annullata). Attiva dal 1998 in tutta la regione, l'Associazione culturale Cose di Vecchie Case, che nel 2023 ha festeggiato i 25 anni di attività e vanta attualmente oltre 350 iscritti, grazie all'ormai ultraventennale esperienza nel settore organizza eventi con oltre 100 espositori privati tra collezionisti, hobbisti, artisti e artigiani in collaborazione con le amministrazioni comunali di Trieste, Duino-Aurisina, Muggia, Grado, Monfalcone, Palmanova, Gradisca d'Isonzo, Ronchi dei Legionari e Bordano e vanta altre esperienze organizzative nel campo degli eventi musicali e per i bambini.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Mentre per gareggiar coi tuoi capelli, oro brunito, il sol risplende invano, e mentre con invidia in mezzo al piano rimira la tua fronte il giglio bello, mentre più del garofano precoce il labbro tuo mille sguardi raccoglie e mentre trionfa il tuo collo gentile sopra il cristallo, che al confronto è vile: godi labbro, capello, fronte e collo, prima che quanto fu in tua età dorata oro, giglio, garofano, cristallo, non solo in rame od in viola troncata tutto si cambi, ma tu insieme muti in terra, fumo, polvere, ombra, nulla.
(Luis De Gongora)
 Dipinto Albert Lynch (particolare)
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freedomtripitaly · 4 years
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Bologna è l’antico capoluogo dell’Emilia-Romagna e una delle mete più amate dai turisti stranieri. I primi insediamenti risalgono agli Etruschi e ai Celti, fino a quando diventò un comune libero sotto il dominio dei Romani. Nel corso dei secoli, l’evoluzione intellettuale, favorì la penetrazione delle idee illuministe e ad oggi, Bologna, è una delle poche città che ancora vive di rendita, con un passato glorioso che ha investito molto nel futuro. Il Palazzo dei Congressi, il quartiere fieristico, insieme a tutte le altre strutture ricettive e le aziende, rendono Bologna un importante centro nevralgico. La città di Bologna, ad oggi, è un importante nodo di comunicazioni ferroviarie e stradali, oltre a essere un’importante area per il settore elettronico, alimentare e meccanico. Bologna, adagiata su dolci colline, è una delle destinazioni preferite in Italia dai turisti stranieri e non: rimarrete positivamente impressionati dalla sua vitalità, dal suo patrimonio culturale e dalla sua storia. Questa città farà breccia nel vostro cuore e non vi lascerà più! Dall’alto, Bologna, appare come una vasta distesa di tetti rossi, i quali danno vita ad una tavolozza di colori che armoniosamente si mischiano tra loro. Bologna è una città che va visitata a piedi o in bicicletta in modo da poter godere pienamente della bellezza del luogo. Inoltre, Bologna, è conosciuta come la città dei portici: si contano circa 38 km di portici nel perimetro cittadino, ma il numero sale a 53 se consideriamo anche quelli fuori dal centro. I portici, eleganti ed antichi, fungono tutt’ora da ampliamento dello spazio cittadino ed il più lungo è sicuramente quello di San Luca. I musei di Bologna da visitare assolutamente A Bologna sono oltre cinquanta i musei che conservano il patrimonio e la preziosa ricchezza della città. L’Istituzione Bologna musei, attraverso le sue collezioni, racconta la storia di questa antica città, dai primi insediamenti preistorici, fino alle dinamiche scientifiche, artistiche ed economiche della società contemporanea. Sono moltissimi, infatti, i musei di Bologna che raccontano il percorso di questa città, articolato su temi differenti. Di grande interesse, inoltre, sono le collezioni storiche di anatomia ed ostetrica, le opere militare del Muse Poggi, le cere anatomiche, così come i manoscritti del giovane Mozart e gli unici strumenti del Museo Internazionale e Biblioteca della musica. Avrete la possibilità di costruire un percorso personalizzato, sulla base delle vostre preferenze e sorprendervi, minuto dopo minuto, nei più famosi musei di Bologna. MAMbo Bologna Il MAMbo, nato nel 2007, è il Museo d’Arte Moderna di Bologna, il quale comprende anche Museo e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Villa delle Rose e Residenza per artisti Sandra Natali. Il MAMbo di Bologna è in continuo aggiornamento e rinnovamento ed è molto famoso in quanto ripercorre la storia del secondo dopoguerra ad oggi. Questo museo nacque come un’entità totalmente indipendente nella seconda metà degli anni Novanta sotto la presidenza di Lorenzo Sassoli de Bianchi, noto per essere un grande collezionista d’arte ed innovatore. Grazie al lavoro e all’impegno di De Bianchi, il museo è riuscito a posizionarsi in un preciso ruolo culturale, non solo a Bologna ma in Italia. In questo modo, dunque, il MAMbo di Bologna, è riuscito ad acquisire un nuovo ruolo: non solo quello di spazio espositivo, ma di vero e proprio crocevia sperimentale ed informativo per giovani artisti emergenti. All’interno dell’edificio, spesso, vengono organizzate interessanti mostre monografiche dedicate a famosi artisti italiani e stranieri. Il MAMbo di Bologna possiede, inoltre, un importante dipartimento educativo atto a far avvicinare i visitatori alle forme di espressione del nostro tempo. Molto recentemente, nel 2016, il MAMbo di Bologna ha ospitato, nel mese di luglio, la mostra di David Bowie dedicata interamente al cantautore britannico. La mostra è stata tra le più visitate nel 2016 in Italia. Museo Civico Archeologico di Bologna Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha sede nel Palazzo Galvani e nasce dall’antica fusione di due musei: l’Universitario, erede della “Stanza delle Antichità” dell’Accademia delle Scienze fondata da Luigi Ferdinando Marsili, ed il Comunale, arricchitosi della collezione del pittore Pelagio Palagi. Questo museo è altamente rappresentativo della storia locale di Bologna, dalla preistoria all’età romana e la sua collezione di antichità egizie è fra le più famose in Italia. Dal 2011 il Museo Civico Archeologico di Bologna è parte dell’Istituzione Bologna Musei, un importante organismo che, attraverso le sue collezioni, racconta l’intera storia dell’area metropolitana bolognese. L’area disciplinare del museo ha lo scopo di valorizzare il patrimonio archeologico della città, grazie anche all’ausilio di programmi e convenzioni con altri enti ed istituzioni. Museo della Musica di Bologna Tra i più importanti musei di Bologna vogliamo ricordare quello della musica. Esso è stato inaugurato nel 2004 e ha sede proprio nel centro storico di Bologna, più precisamente presso Palazzo Sanguinetti. Le sale di questo storico museo sono davvero splendide: sono accuratamente affrescate e custodiscono una delle raccolte più prestigiose per il repertorio di musica a stampa dal Cinquecento al Settecento. Oltre a questa esposizione, il Museo della Musica di Bologna, ospita una ricostruzione fedele del laboratorio del celebre liutaio Otello Bignami. Oltre ad una sala per eventi, laboratori didattici, un bookshop e postazioni multimediali. Palazzo Poggi a Bologna Palazzo Poggi a Bologna venne costruito nel XVI sotto le direttive di Pellegrino Tibaldi, autore anche degli affreschi interni. All’interno del palazzo è possibile ammirare la preziosa collezione dell’Istituto delle Scienze, composta da sale tematiche, la sala dedicata all’arte d’Oriente e l’aula Carducci. Nel corso del Settecento fu aggiunta al palazzo la famosa “Aula Magna”, ossia l’originale biblioteca dell’Istituto delle Scienze; più tardi, inoltre, venne innalzata la cosiddetta “Torre della Specola”. La peculiarità del Museo di Palazzo Poggi consiste nell’essere la ricomposizione delle collezioni dell’antico Istituto di Scienze, il quale operò in maniera pratica fino al 1799. Da ricordare è sicuramente La Quadreria, ossia un’importante collezione di circa 700 ritratti di uomini illustri dal Medioevo fino ai primi anni del Novecento. Il nucleo più ricco consiste in 403 dipinti di teologi, cardinali e scienziati e risale al lascito testamentario del cardinale bolognese Filippo Maria Monti. Negli anni l’istituto ha anche raccolto una serie di collezioni pittoriche, come la wunderkammer di Ferdinando Cospi e la collezione di Ulisse Aldrovandi. Museo Civico Medievale di Bologna Gli appassionati di storia non potranno non fare un salto al Museo Civico Medievale di Bologna. Questo museo ha sede presso l’antico Palazzo Ghisilardi ed espone principalmente testimonianze medievali della città stessa. Potrete ammirare una serie di antiche sculture e materiali risalenti al Trecento e Cinquecento, importanti testimonianze dell’epoca rinascimentale che risalgono ad importanti artisti, quali Jacopo della Quercia, Francesco del Cossa, Vincenzo Onofri. Il museo, inoltre, conserva antiche opere di età longobarda: un’acquamanile di bronzo, la statua di Bonifacio VIII in rame e legno, il piviale della Basilica di San Domenico. Un’interessante raccolta di codici e libri, poi, testimonia la tradizione della miniatura. Bologna: un mix di cultura, shopping e cucina “Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano”, così la definisce Francesco Guccini in una sua canzone. Se siete amanti della storia, Bologna è la città che va per voi: ve ne innamorerete perdutamente! La sua storia è lunga secoli ed è nota per la sua arte, per le moltissime attività culturali, così come per l’ottima cucina. Bologna è sicuramente uno dei centri culturali più attivi in Italia, con una popolazione mediamente giovane grazie alla presenza di moltissimi studenti. Queta città, infatti, possiede un importante primato: ospita la più antica università dell’Occidente, ossia la Alma Mater Studiorum fondata nel 1088. Qui hanno studiato molti personaggi noti come per esempio papa Alessandro VI, Michelangelo Antonioni, Pascoli, Copernico e molti altri. Ancora oggi questo importante ateneo è meta di moltissimi visitatori ed è un centro culturale davvero attivo. Famosissimo a Bologna è anche il Quadrilatero: una volta era conosciuto come il Mercato di Mezzo, ovvero un luogo avvenivano i più importanti scambi commerciali. Le vie centrali di questa zona, pur ospitando negozi moderni e alla moda, ci riportano alla mente il fascino di un tempo. Bologna, infatti, è la città più ricca d’Italia e basta dare uno sguardo alle vetrine dei negozi che costeggiano i suoi portici di marmo per rendersene conto. Se siete di bocca buona, a Bologna troverete moltissime alternative soddisfacenti: i tortelli sono sicuramente il pezzo forte della gastronomia bolognese, ma non dimentichiamoci delle lasagne, assolutamente imperdibili, della pasta fresca all’uovo, disponibile in moltissimi formati. Insomma, la città di Bologna è uno dei tesori più preziosi d’Italia dove potrete gustare piatti deliziosi della cucina italiana, ma anche immergervi in un bagno culturale non di poco conto: non solo musei e antichi edifici, anche eleganti e graziosi portici che rendono Bologna davvero unica nel suo genere. Concedetevi una rilassante passeggiata sotto il portico più lungo del mondo fino alla Basilica di San Luca: una camminata un po’ impegnativa, ma una volta in cima potrete godere di un panorama davvero mozzafiato. https://ift.tt/2VBWFf3 Musei di Bologna: i più belli da visitare Bologna è l’antico capoluogo dell’Emilia-Romagna e una delle mete più amate dai turisti stranieri. I primi insediamenti risalgono agli Etruschi e ai Celti, fino a quando diventò un comune libero sotto il dominio dei Romani. Nel corso dei secoli, l’evoluzione intellettuale, favorì la penetrazione delle idee illuministe e ad oggi, Bologna, è una delle poche città che ancora vive di rendita, con un passato glorioso che ha investito molto nel futuro. Il Palazzo dei Congressi, il quartiere fieristico, insieme a tutte le altre strutture ricettive e le aziende, rendono Bologna un importante centro nevralgico. La città di Bologna, ad oggi, è un importante nodo di comunicazioni ferroviarie e stradali, oltre a essere un’importante area per il settore elettronico, alimentare e meccanico. Bologna, adagiata su dolci colline, è una delle destinazioni preferite in Italia dai turisti stranieri e non: rimarrete positivamente impressionati dalla sua vitalità, dal suo patrimonio culturale e dalla sua storia. Questa città farà breccia nel vostro cuore e non vi lascerà più! Dall’alto, Bologna, appare come una vasta distesa di tetti rossi, i quali danno vita ad una tavolozza di colori che armoniosamente si mischiano tra loro. Bologna è una città che va visitata a piedi o in bicicletta in modo da poter godere pienamente della bellezza del luogo. Inoltre, Bologna, è conosciuta come la città dei portici: si contano circa 38 km di portici nel perimetro cittadino, ma il numero sale a 53 se consideriamo anche quelli fuori dal centro. I portici, eleganti ed antichi, fungono tutt’ora da ampliamento dello spazio cittadino ed il più lungo è sicuramente quello di San Luca. I musei di Bologna da visitare assolutamente A Bologna sono oltre cinquanta i musei che conservano il patrimonio e la preziosa ricchezza della città. L’Istituzione Bologna musei, attraverso le sue collezioni, racconta la storia di questa antica città, dai primi insediamenti preistorici, fino alle dinamiche scientifiche, artistiche ed economiche della società contemporanea. Sono moltissimi, infatti, i musei di Bologna che raccontano il percorso di questa città, articolato su temi differenti. Di grande interesse, inoltre, sono le collezioni storiche di anatomia ed ostetrica, le opere militare del Muse Poggi, le cere anatomiche, così come i manoscritti del giovane Mozart e gli unici strumenti del Museo Internazionale e Biblioteca della musica. Avrete la possibilità di costruire un percorso personalizzato, sulla base delle vostre preferenze e sorprendervi, minuto dopo minuto, nei più famosi musei di Bologna. MAMbo Bologna Il MAMbo, nato nel 2007, è il Museo d’Arte Moderna di Bologna, il quale comprende anche Museo e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Villa delle Rose e Residenza per artisti Sandra Natali. Il MAMbo di Bologna è in continuo aggiornamento e rinnovamento ed è molto famoso in quanto ripercorre la storia del secondo dopoguerra ad oggi. Questo museo nacque come un’entità totalmente indipendente nella seconda metà degli anni Novanta sotto la presidenza di Lorenzo Sassoli de Bianchi, noto per essere un grande collezionista d’arte ed innovatore. Grazie al lavoro e all’impegno di De Bianchi, il museo è riuscito a posizionarsi in un preciso ruolo culturale, non solo a Bologna ma in Italia. In questo modo, dunque, il MAMbo di Bologna, è riuscito ad acquisire un nuovo ruolo: non solo quello di spazio espositivo, ma di vero e proprio crocevia sperimentale ed informativo per giovani artisti emergenti. All’interno dell’edificio, spesso, vengono organizzate interessanti mostre monografiche dedicate a famosi artisti italiani e stranieri. Il MAMbo di Bologna possiede, inoltre, un importante dipartimento educativo atto a far avvicinare i visitatori alle forme di espressione del nostro tempo. Molto recentemente, nel 2016, il MAMbo di Bologna ha ospitato, nel mese di luglio, la mostra di David Bowie dedicata interamente al cantautore britannico. La mostra è stata tra le più visitate nel 2016 in Italia. Museo Civico Archeologico di Bologna Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha sede nel Palazzo Galvani e nasce dall’antica fusione di due musei: l’Universitario, erede della “Stanza delle Antichità” dell’Accademia delle Scienze fondata da Luigi Ferdinando Marsili, ed il Comunale, arricchitosi della collezione del pittore Pelagio Palagi. Questo museo è altamente rappresentativo della storia locale di Bologna, dalla preistoria all’età romana e la sua collezione di antichità egizie è fra le più famose in Italia. Dal 2011 il Museo Civico Archeologico di Bologna è parte dell’Istituzione Bologna Musei, un importante organismo che, attraverso le sue collezioni, racconta l’intera storia dell’area metropolitana bolognese. L’area disciplinare del museo ha lo scopo di valorizzare il patrimonio archeologico della città, grazie anche all’ausilio di programmi e convenzioni con altri enti ed istituzioni. Museo della Musica di Bologna Tra i più importanti musei di Bologna vogliamo ricordare quello della musica. Esso è stato inaugurato nel 2004 e ha sede proprio nel centro storico di Bologna, più precisamente presso Palazzo Sanguinetti. Le sale di questo storico museo sono davvero splendide: sono accuratamente affrescate e custodiscono una delle raccolte più prestigiose per il repertorio di musica a stampa dal Cinquecento al Settecento. Oltre a questa esposizione, il Museo della Musica di Bologna, ospita una ricostruzione fedele del laboratorio del celebre liutaio Otello Bignami. Oltre ad una sala per eventi, laboratori didattici, un bookshop e postazioni multimediali. Palazzo Poggi a Bologna Palazzo Poggi a Bologna venne costruito nel XVI sotto le direttive di Pellegrino Tibaldi, autore anche degli affreschi interni. All’interno del palazzo è possibile ammirare la preziosa collezione dell’Istituto delle Scienze, composta da sale tematiche, la sala dedicata all’arte d’Oriente e l’aula Carducci. Nel corso del Settecento fu aggiunta al palazzo la famosa “Aula Magna”, ossia l’originale biblioteca dell’Istituto delle Scienze; più tardi, inoltre, venne innalzata la cosiddetta “Torre della Specola”. La peculiarità del Museo di Palazzo Poggi consiste nell’essere la ricomposizione delle collezioni dell’antico Istituto di Scienze, il quale operò in maniera pratica fino al 1799. Da ricordare è sicuramente La Quadreria, ossia un’importante collezione di circa 700 ritratti di uomini illustri dal Medioevo fino ai primi anni del Novecento. Il nucleo più ricco consiste in 403 dipinti di teologi, cardinali e scienziati e risale al lascito testamentario del cardinale bolognese Filippo Maria Monti. Negli anni l’istituto ha anche raccolto una serie di collezioni pittoriche, come la wunderkammer di Ferdinando Cospi e la collezione di Ulisse Aldrovandi. Museo Civico Medievale di Bologna Gli appassionati di storia non potranno non fare un salto al Museo Civico Medievale di Bologna. Questo museo ha sede presso l’antico Palazzo Ghisilardi ed espone principalmente testimonianze medievali della città stessa. Potrete ammirare una serie di antiche sculture e materiali risalenti al Trecento e Cinquecento, importanti testimonianze dell’epoca rinascimentale che risalgono ad importanti artisti, quali Jacopo della Quercia, Francesco del Cossa, Vincenzo Onofri. Il museo, inoltre, conserva antiche opere di età longobarda: un’acquamanile di bronzo, la statua di Bonifacio VIII in rame e legno, il piviale della Basilica di San Domenico. Un’interessante raccolta di codici e libri, poi, testimonia la tradizione della miniatura. Bologna: un mix di cultura, shopping e cucina “Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano”, così la definisce Francesco Guccini in una sua canzone. Se siete amanti della storia, Bologna è la città che va per voi: ve ne innamorerete perdutamente! La sua storia è lunga secoli ed è nota per la sua arte, per le moltissime attività culturali, così come per l’ottima cucina. Bologna è sicuramente uno dei centri culturali più attivi in Italia, con una popolazione mediamente giovane grazie alla presenza di moltissimi studenti. Queta città, infatti, possiede un importante primato: ospita la più antica università dell’Occidente, ossia la Alma Mater Studiorum fondata nel 1088. Qui hanno studiato molti personaggi noti come per esempio papa Alessandro VI, Michelangelo Antonioni, Pascoli, Copernico e molti altri. Ancora oggi questo importante ateneo è meta di moltissimi visitatori ed è un centro culturale davvero attivo. Famosissimo a Bologna è anche il Quadrilatero: una volta era conosciuto come il Mercato di Mezzo, ovvero un luogo avvenivano i più importanti scambi commerciali. Le vie centrali di questa zona, pur ospitando negozi moderni e alla moda, ci riportano alla mente il fascino di un tempo. Bologna, infatti, è la città più ricca d’Italia e basta dare uno sguardo alle vetrine dei negozi che costeggiano i suoi portici di marmo per rendersene conto. Se siete di bocca buona, a Bologna troverete moltissime alternative soddisfacenti: i tortelli sono sicuramente il pezzo forte della gastronomia bolognese, ma non dimentichiamoci delle lasagne, assolutamente imperdibili, della pasta fresca all’uovo, disponibile in moltissimi formati. Insomma, la città di Bologna è uno dei tesori più preziosi d’Italia dove potrete gustare piatti deliziosi della cucina italiana, ma anche immergervi in un bagno culturale non di poco conto: non solo musei e antichi edifici, anche eleganti e graziosi portici che rendono Bologna davvero unica nel suo genere. Concedetevi una rilassante passeggiata sotto il portico più lungo del mondo fino alla Basilica di San Luca: una camminata un po’ impegnativa, ma una volta in cima potrete godere di un panorama davvero mozzafiato. Bologna è una città bella ed accogliente dove coesistono bellezze architettoniche, storiche e gastronomiche oltre a numerosi musei da visitare.
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th4ntophobia · 5 years
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E và così oh...
La verità è che sono stanco
di vivere piano di dire che abbiamo lo stile, le rime ma ogni progetto quà è un pianto
stanco del fatto che sono l'ultima ruota del carro
ma quando suono mi stacco dal suolo e salgo
stanco di me, di te, del rap, della mia band
dei tag, del check, col fonico che non c'è
e non c'è cash ma c'è un flash
su una rivista che mi rattrista perché parlano male di me
stanco dei troppi sacrifici e in cambio rame
di avere mille amici e essere solo come un cane
stanco di sentire il peso del giudizio addosso
stanco perché il giudizio è mio e non vostro
stanco dei miei superiori, dei professori
dei fiori sopra le tombe, le bombe sui territori
dei bomber con i tricolori, dei finti figli dei fiori
dei figli genitori, di padri senza coglioni
Se avessi un modo per uscirne già sò che farei,
vi manderei tutti a fanculo e poi mi salverei
e comprerei una pistola e vi ci sparerei
registrerei per rivedervi morire in replay
Stà società è malata
metà della mia gente alla mia età stà rovinata
il diavolo qui investe chi non veste prada
testa rasata come Britney, drogata come Witney per restare ai ritmi di chi ti acclama
stanco di chi ti chiama e invece di dirti che ti ama
tira colpi finti inflitti con la propria lama
ti voglio bene cara
ma stai lontana siamo antagonisti coi finali tristi dentro questa trama
stanco di questa lama, gente brava che m'infama
della mia testa strana e di questa settimana
del vostro cazzo di decoro e di uno straccio di lavoro
che a stò mondo conto solo con un pacco d'oro
stanco di mister uomo, del tamburo di ogni amico triste che a forza di dà piste parla contro al muro
stanco di me, di te, di tutto il resto
distrutto ma dopo tutto questo ancora resto
Se avessi un modo per uscirne già sò che farei
vi manderei tutti a fanculo e poi mi salverei
e comprerei una pistola e vi ci sparerei
registrerei per rivedervi morire in replay Sò stanco di leccare il culo a stà gente di merda
uso tre numeri e ne conto mille sull'agenda
quanto pensi che venda? Quanto pensi mi renda?
suonare a una serata orrenda tra pezzi di merda
o pensi mi diverta a stare appresso al principale
che scompare a fine mese c'ho le spese da pagare
non faccio danni su lavoro ma lo perdo uguale
mi passa avanti un'altro stronzo nei panni del padre
noi pazzi da legare
tenete il naso dentro i vostri cazzi io c'ho mille cazzi a cui pensare
e sono stanco di pensare che fate le gare
a chi è più matto per negare il fatto che fate cagare
stanco del peso che porto e del resoconto
ormai chi salta dal bordo è solo un ragazzo incompreso che è morto
stanco se quando mi serve non c'è nessuno
di fare tutto da me, dimmi perché? Fanculo!
Se avessi un modo per uscirne già sò che farei
vi manderei tutti a fanculo e poi mi salverei
e comprerei una pistola e vi ci sparerei
registrerei per rivedervi morire in replay
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anaamiiia-blog · 5 years
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MI PRESENTO, MA SENZA UN NOME.
Oggi è il 25 giugno, non diró il mio nome,la mia età o da dove vengo,ma con ció che scriveró penso che capirete molto.
Sono in sovrapeso di 5 chili, peso 56 chili e sono alta 1.60, cinque chili non sono tanti,ma a me sembrano troppi.
Sono sempre stata piena di amici ed ora che ne ho bisogno non ho nessuno, sto entrando del mondo dell'anoressia nervosa,sono consapevole delle conseguenze che avró,ma voglio far star male gli altri,tutti quelli che mi chiamano "grassa",che mi dicono di mettermi in dieta.
Oggi sono stata male perchè morivo di letteralmente di fame, ho detto a mio papà di voler mangiare e mi ha risposto con "e vabbeh tanto sei in dieta".
È possibile che non se ne accorga che per 5 giorni ho digiunato?..È possibile che non noti il modo in cui mi alzo dal letto e mi fermo almeno 5 minuti per riprendermi?
Adesso metto un punto a tutto ció,digiuneró e sta volta veramente.
Per una volta vorrei sentirmi magra,accettata,bella..
Da oggi basta col cibo,diventa il mio peggior nemico, e avanziamo con gli addominali,con i pesi e con la corsa.
Spero che abbiate capito come sono fatta,come una rosa che sta perdendo ogni spina,come un filo di rame in mezzo a chili e chili di ferro.
#proana #anamia
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svartjugend · 6 years
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La luna rossa era uno squarcio aperto sull’inferno.
Come se non fossi abbastanza nauseato dall’ennesima estate che aveva scelto di lasciarmi fuori dalla festa dell’esistenza, abbandonato sulla statale del disprezzo come un cane vecchio e abbruttito da anni di incurie, dovetti accettare anche un’altra notte di eclissi.
Anche quest’anno infatti studio aperto aveva annunciato l’eclissi più lunga del secolo e di telegiornale in telegiornale rimbalzavano ovunque, a mo’ di mantra, servizi che descrivevano cosa sarebbe stato e come avrebbe funzionato lo spettacolino: eclissi, eclissi, un povero cristo si dà fuoco, eclissi, continua nel mondo la caccia al nero, eclissi, crocifissi nelle scuole, eclissi, pubblicità di occhialini per l’eclissi, interviste sull’eclissi a gente in vacanza, eclissi, dati personali venduti ad Amazon e alla Russia (meglio che alla Spagna, eh) e Facebook che apre una app di incontri poco dopo Cambridge Analitica, ma la buona notizia è che con questa app puoi trovare sicuramente qualcuno da limonare mentre guardi l’eclissi così che potrai alimentare con ricordi del genere la tua autostima quando sarai vecchio e inizierai a pensare alla morte. Questo era il palinsesto.
“Alla fine la luna è stata catturata delle fiamme, sembra un enorme occhio rosso piantato nel cielo nero e terso che quest’estate poco afosa ci ha offerto fino ad oggi. L’ombra che pian piano l’ha coperta sembrava comandata da forze oscure, signori lo ammetto era quasi inquietante ma come possiamo pensare che una simile meraviglia possa entrarci qualcosa con il male che c’è nel mondo? Spero di riuscire a comunicare quello che sto provando e le immagini che vedo a voi che non siete altrettanto fortunati e che magari state lavorando al chiuso anche alle 22 di questa nottata unica...” Il tono della parlata e il suo stile all’inizio mi avevano sinceramente incuriosito, costretto com’ero da mesi a leggere testi di lavoro con la loro sintassi rigida e spigolosa, ma poi ruotai in senso antiorario la manopola del volume della vecchia radio panasonic che avevo preso da camera dei miei e la ridussi al silenzio. “Forze oscure, si, e chi cazzo le comanderebbe in questo mondo di ritardati?” pensavo tra me e me mentre mangiavo una fetta di fesa di tacchino decisamente poco invitante e qualche foglia di insalata che probabilmente, al netto del sapore amaro lasciatomi in bocca e del tempo che aveva trascorso in fondo al frigo, non era più commestibile e che per di più era bagnata di un’acqua opaca nella quale spero si annidassero colture di batteri potenzialmente letali per l’umanità intera.
In caso interessasse a qualcuno, non è che me ne stessi chiuso in casa a mangiare come una donna in crisi di mezza età per convincermi che avrei potuto fare una vita sana, non ci credevo e nemmeno avevo di queste pretese, semplicemente avevo deciso di seguire gli insegnamenti della grande letteratura e dei suoi personaggi più ignorati e maltrattati: ignorare tutto e (soprattutto) tutti, perché di speranza veramente non c’è ne è mai stata e non ce ne sarà più [e non provate a convincermi che Dostoevskij veramente credesse negli spiragli di luce che decideva di inserire in alcune sue opere, perché ormai si è capito che lo ha fatto solo per evitare i rimorsi di coscienza che sarebbero spuntati come fiori in primavera dopo la trafila di suicidi che avrebbe potuto causare la sua letteratura. Che poi in Russia comunque non è che se la passino troppo meglio visto che il quarto sport nazionale dopo “ammazza la spia estera”, a quanto ne sappiamo, è morire di overdose.].
Quando mi guardavo intorno o diventavo compassionevole oppure mi incattivivo, perché ad essere onesti la mia disillusione nel poter apportare un qualche contributo a questa merda di commedia umana non era ancora totalmente cancellata, ma la strada verso cui ci avviavamo era sostanzialmente quella, quella del nascondersi dietro a carte, pratiche, autorità e altri contenitori vuoti come la realizzazione e la famiglia, perché tutto il resto ci aveva deluso e basta. Non riuscivo, ad esempio, ad essere pienamente d’accordo con chi sosteneva che l’uomo fosse un’animale ipocrita ed egoista, in primo luogo perché per essere ipocriti bisognerebbe comunque avere dei principi e degli ideali da tradire (che già non sarebbe poco, sia averli sia avere le palle di tradirli con la consapevolezza di andare incontro ad una piccola-grande gogna sociale), in secondo luogo perché l’egoismo è razionale, lucido e calcolato, o al più si rivela azzardato se la persona ha determinate inclinazioni, qui invece ognuno fa quello che cazzo gli pare nell’illusione di fare meglio per sé; per di più pochi hanno l’onestà di ammetter di aver fatto una cazzata, ma preferiscono rifuggire questa vergogna e anzi quasi se ne vantano, soddisfatti di aver dato ascolto alla loro parte emotiva, soddisfatti di aver espresso i propri sentimenti (che, ricordiamocelo, vanno espressi per forza, non vanno mai trattenuti, tipo un bisogno corporale, a prescindere dall’impatto che potrebbero avere sugli altri e su di noi stessi!).
Parlavo con quelle poche persone che ancora mi suscitavano un po’ di pietà, che mi inducevano al contatto umano e partecipavo alle loro conquiste e ai loro drammi, sapendo sempre dove saremmo andati a parare ma senza riuscire mai a smettere di stupirmi.
La ragazza che insiste con una storia che è destinata a morire e a farle del male  nonostante non abbia motivi per credere che questa volta ne uscirà incolume, l’amico che non riesce a stare da solo e come una tossico non riesce a stare senza qualcuno vicino, legandosi morbosamente alla prima disgraziata che vuole solo farsi due risate, l’amica che è consapevole del fatto che siano avventure di una notte e che più andranno avanti e più difficile sarà accettare che un vero legame non c’è (a meno che non si voglia chiamare legame un rapporto di convenienza, dove una scopata serve solo a distrarsi, a rilassare i nervi), un conoscente che litiga con la moglie e si sfoga andando a puttane, un altro amico che si è licenziato dal sesto lavoro in un mese perché non accetta che a un certo punto l’adolescenza è finita, che avviandoti verso i 30 iniziano a sopprimerti, ogni giorno una goccia di veleno, anestetizzante, di modo che non ti renda nemmeno conto dei momenti che bruci e che perdi, dei dolori che causi e dei torti che subisci.  
Tutti questi pensieri mi turbinavano attorno, con le loro immagini e le loro storie a seguirli in coda, decisi di aprire una birra presa al discount per rallentarli e disperderli un po’, sapevo che il tappo della bottiglia saltando in aria avrebbe fatto un rumore sordo che mi rilassava, feci forza con il manico di un coltello e il tappo schizzò in alto, tesi le orecchie attendendo quel botto rassicurante ma il suono venne coperto da un fastidioso brusio proveniente da fuori la finestra. Mi affaccio quanto basta per osservare quanto succede senza farmi vedere e scopro di essere stato catapultato in un girone dantesco: tutti i terrazzini in cemento dei palazzi del quartiere sono illuminati dalle stesse luci installate negli anni ‘80 e tutti brulicano di donne, uomini e bambini che ridono e chiacchierano con i vicini, sentendosi costretti a dimostrare che abbiano rapporti di civiltà con i loro dirimpettai, “Probabilmente degli assassini o degli stupratori”, “Il figlio è un tossico, mi mette  paura...” direbbero a cena, al riparo da orecchie indiscrete , ma fa nulla, in pubblico è un’altra storia. Il mio cervello collega i pezzi del puzzle e realizza di non essere all’inferno “ah, già… l’eclissi” penso mentre scelgo di manifestare nel modo più discreto possibile il mio disprezzo: non solo non accendo la luce del terrazzo che resta l’unica spenta e sembra un livido su un lembo di pelle bianca, ma spengo anche la luce della stanza: è un pungo nell’occhio da fuori, proprio come volevo, per di più la luce sanguigna della luna viene attirata dal marmo che compone il pavimento e si lascia riflettere per la sala, diffondendo una soffusa aura rossiccia che alimenta la mia passione in questo momento infinito.
Mi stendo sul pavimento e mi lascio torturare da un bombardamento di frasi di circostanza, di falsi complimenti e, come colpo di grazia, di promesse dei genitori in risposta alle domande dei bambini: “Come è andato quell’affare di cui mi parlava? Ah, male? Mi dispiace ma sono certo che si rifarà, in fondo lei è uno del mestiere...” “Si, caro nel 2030 saremo sicuramente liberi di andare su Marte.”, “Ma certo che puoi fare l’astronauta da grande, basta impegnarsi e volerlo!”…. Ma smettetela! Siate realisti! Smettetela di promettere futuri dolci, di inculcare l’illusione che tutto è raggiungibile, che otterremo quello che ci meritiamo perché si, perché il mondo è giusto e le ambizioni sono sempre ripagate. Parlate ai vostri figli di un futuro nero, pieno di violenza, stagnazioni sociali e lotte per la supremazia (non si sa bene supremazia su cosa, ma comunque lotte), fate in modo che arrivino ai vent’anni con la fame negli occhi come i ragazzini della ex-jugoslavia, pronti a costruire delle fondamenta contro gli incubi che i nonni raccontavano loro da bambini, fate in modo che nella continua lotta per arrivare a posizioni sempre migliori i ricordi della vostra famiglia siano veramente percepiti come qualcosa di prezioso e non come un incidente di percorso nella strada per un futuro arido di quelle promesse che ci venivano fatte e per le quali esistono poche possibilità di realizzazione. Dite che si vivrà male per stimolare lo spirito di chi vorrebbe un futuro migliore, non fate come focus, vi ricordate Focus, la rivista, che faceva le copertine con i robot e le auto volanti e asseriva spavalda “Ecco come sarà nel 2018!”? Poi il 2018 è arrivato, e siamo solo morti di fame e ci litighiamo il rame con gli zingari [cit.] e dobbiamo lottare per convincere la gente a vaccinarsi; ecco Focus ha formato una generazione che si aspettava il drone per volare gratis a 18 anni, mentre i droni oggi li usano per attaccare guerriglieri nazionalisti e eserciti di terroristi islamici e i bambini con la fame negli occhi.
Prendo la moto ed esco, il motore fabbricato negli anni ‘90 copre ogni rumore, e dentro al casco riprendo a pensare che sono dieci anni che vedo le stesse storie, ormai so già come finiranno, aspetto solo di capire come arriveranno al finale, tragico o glorioso (raramente, a dire il vero) che sia. Come nelle infinite serie di remake e spin-off che l’industria cinematografica dà periodicamente in pasto a orde di fan sempre più affamati, insensibili alla qualità, ingordi e crudeli, in perfetta simbiosi con l’industria che nutre sulle loro spalle.
Penso che sono un pessimo spettatore che da dieci anni vede le stesse storie, sente gli stessi racconti e che vede le stesse eclissi, ma che dopo tutto questo tempo non sono ancora sicuro sui pensieri che dovrebbero ispirarmi e sulla funzione che dovrei avere in tutto questo.
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STUDIO SUI CAMBIAMENTI GENETICI NELLA PENISOLA IBERICA DELL'ETA' DEL BRONZO
STUDIO SUI CAMBIAMENTI GENETICI NELLA PENISOLA IBERICA DELL’ETA’ DEL BRONZO
Il III millennio a.C. è stato un periodo altamente dinamico nella preistoria dell’Europa e dell’Asia occidentale, caratterizzato da cambiamenti sociali e politici su larga scala. Nella penisola iberica, l’Eneolitico o Calcolitico o Età del Rame, intorno al 2.500 anni a.C.. ha portato una crescita demografica sostanziale, attestata da una grande diversità di insediamenti e fortificazioni,…
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