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#Add Editore
pleaseanotherbook · 1 year
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Membrana di Chi Ta-wei
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«"Godersi la pesca" è un modo di dire cinese che viene da una storia molto antica. Indica un'amicizia speciale tra due persone, che soltanto loro possono capire. Dai, spartiamocela, metà ciascuna, come pegno d'amore!»
“Membrana” di Chi Ta-wei edito in italiano da Add Editore è una distopia taiwanese che è capitata tra le mie cose da leggere perché mi sono innamorata della copertina mentre la osservavo dalla vetrina della Libreria Bodoni di Torino. E devo dire che mi ha molto colpito, perché non me lo ero minimamente immaginato così.
Siamo nel 2100, nella città sommersa di T. L’umanità è migrata in fondo al mare per sfuggire ai devastanti cambiamenti climatici e il mondo, dominato da potenti conglomerati mediatici, si basa sullo sfruttamento del lavoro degli androidi. Momo, famosa estetista della pelle, conduce una vita introversa e nostalgica. Ha una ferita con cui fare i conti: la madre, da cui è separata da oltre vent’anni, si ripresenta nella sua vita innescando un percorso di esplorazione di sé che metterà in dubbio la sua stessa esistenza, la natura del proprio corpo e la sua identità di genere. Il processo di trasformazione, mutamento e reinvenzione che investe Momo pone questioni radicali, al punto da chiedersi se gli esseri umani siano ancora padroni della propria memoria e del proprio futuro. Pubblicato a Taiwan nel 1995, Membrana è un classico della narrativa speculativa in cinese. Chi Ta-wei, con talento predittivo, immagina la saturazione provocata dai social media e il monitoraggio corporeo, intrecciandoli a temi distopici come il dominio della tecnologia e dei regimi capitalisti.
Adoro leggere distopie fin da ragazzina quando mi è capitato per le mani per la prima volta “1984” un po’ perché mi piace immaginare il futuro e un po’ perché mi rendo conto che abbiamo bisogno di moniti, di esperienze che ci fanno riflettere, di possibilità. Restiamo a guardare inerti noi che ci complichiamo la vita ma non siamo capaci di riconoscere i segnali di pericolo. Chi Ta-wei immagina un mondo che si sviluppa sotto il mare perché l’atmosfera terreste è diventata irrespirabile e fa parlare Momo, una estetista famosissima che cura la pelle nel suo centro estetico esclusivo e conduce una vita ritirata ed esclusiva che indulge il suo essere timida ed introversa. Tutta la sua vita è una risposta incredula e brutale ai comportamenti della madre. Dai suoi primi ricordi alla sua vita adulta da venticinquenne, tutta la sua esistenza è una domanda, un dubbio, una esplorazione. Momo si interroga, ogni volta che ha un momento per riflettere. Che cosa è successo? Che cosa c’è dietro il suo lavoro? Dove è sua madre? I suoi successi sono solo i passi per liberarsi dall’interesse morboso della sua genitrice o un modo per attirare la sua attenzione. Momo è una ragazza che ha successo, che ha studiato con impegno, che ha superato una fase difficile della sua infanzia e ne è uscita più forte. Momo esplora la sua natura e la sua solitudine, rapportandosi anche a una delle sue clienti, una giornalista che le racconta che cosa succede nel mondo, che la interroga e le offre gli strumenti per darsi delle risposte. Ogni episodio che le torna in mente rappresenta un aspetto da studiare. Ricorda la madre e scopre sé stessa. Ha paura di essere abbandonata, ha paura di non riconoscersi, ma allo stesso tempo ha paura di mischiarsi con gli altri, ha paura di prendersi cura di qualcun altro che non sia se stessa. Momo è fragile ma allo stesso tempo capace, è inquieta, ma piena di sollievo. Non c’è solo il lavoro e il rapporto un po’ antagonista con la madre, ma questo libro è anche pieno di amore, quello della madre per la figlia, quello tra due innamorati, quello di amicizia, quello che devasta ogni prospettiva. E se di Momo veniamo a conoscenza di mille sfumature non sappiamo molto della città sommersa di T, non sappiamo molto di questo 2100 confezionato per noi. I dettagli non sono molto importanti, ma le domande si affastellano durante la lettura per essere tutte risolte nel finale. È come se mano a mano che la lettura procede, la spirale in cui cade Momo avvolga anche il lettore. I confini si fanno labili e le accuse rivolte allo spazio ristretto in cui si muove la ragazza si fanno anche di chi guarda impotente. È di fatto un racconto molto intimo, nutrito della realizzazione che non serve inventarsi che atmosfere per interrogarsi su se stessi. Ma le domande non bastano e le fasi di stallo vanno risolte e il confronto non sempre porta le risposte che vogliamo e ci immaginiamo.
Il particolare da non dimenticare? Un cagnolino…
Una membrana è un involucro e una protezione e la storia di Chi Ta-wei esplora entrambe le accezioni della parola, Momo è protezione e contenimento, è una forza dirompente e una serie di riflessioni ben calibrate, calate in una atmosfera incerta e oscura che rendono la lettura ancora più interessante e unica.
Buona lettura guys!
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oubliettemagazine · 2 months
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Le case dei miei scrittori di Évelyne Bloch-Dano: cercare le parole nello spazio
Il pellegrinaggio letterario nasce nel XVIII secolo con Voltaire e Rousseau; le dimore come santuari. Gli scrittori vi hanno celebrato una liturgia; e questa ha effuso su di loro la grazia della parola. Un’esperienza mistica, la visita; nell’epoca della tecnologia è diventata un circuito turistico. L’intimità si è persa; ma i letterati continuano a parlare nelle loro case, attraverso le loro…
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queerographies · 5 months
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[Fuori le palle][Victoire Tuaillon]
Che cosa vuol dire essere uomo oggi? Victoire Tuaillon indaga l’aspetto storico, sociale, filosofico e filologico del dominio maschile, affrontando i temi più attuali e controversi della mascolinità in un racconto teso a capirne meccanismi e conseguenze. Quando nasce il mito della virilità? Perché le città, gli oggetti d’uso quotidiano e il mondo del lavoro sono declinati al maschile-neutro? Cosa…
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(via LA TORRE) «La gente stava diventando sempre più estremista, e classificava tutto in due categorie precise"
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fiepige · 8 months
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Compilation of EVERY single time they changed Hobie's filter in the digital version:
Left: Theatrical release Right: Digital release
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You might have to click on some of them to get a better look at Hobie, sadly I don't have a video editor that allows me to make better edits than these :')
#This took so long to make lol#cause I had to edit every scene with Hobie from both versions so I could watch them right after one another to compare them#I did this with ALL the scenes he's in also the ones where he's on screen as spider-punk#but they only changed his filters in these scenes so it was a waste of time :')#sidenote: no it wasn't it's never a waste of time to look at hobie I just couldn't use it for my GIFset lol#I also made a bouns one but I'm not allowed to post more than 30 GIFs in one post apparently so I guess I just won't add it then...#but Hobie was basically filterless during all these scenes in the theatrical version#I like that they gave him more different filters in the digital version#the only change I don't like is in the first GIFs#cause like that one post pointed out it looks like they removed his lipstick for some reason#also really wish I had a better video editor so we could get a closer look at Hobie but I did my best with what I had#also slowed some of them down to get a better look at them#been having this idea for a while and now I finally finished it!#which means I can go back to working on my fics now#hopefully lol#also lemme know if there are some other scens you guys want me to make comparisons of#cause I have both versions#the theatrical release isn't the highest quality though so if you know where I can get my hands on a better version lemme know ;)#hobie brown#spider punk#miles morales#spider man#peter b parker#jess drew#miguel o'hara#spider man across the spider verse#across the spider verse#across the spiderverse#atsv#theatrical version
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fruedian · 11 months
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Wait, wait, wait, hold on. There's an elite society with all the best Spider-people in it?
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corviiids · 2 months
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that was just a throwaway line for a broader bit in that audio post but now i am kind of enamoured with this universe i accidentally posited where L is a video essayist and light is his editor and editing L's latest video is how he finds out that L suspects him of being kira
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hazuknagisa · 1 year
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northern-passage · 10 months
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just found one of my favorite pieces of writing advice when it comes to interactive fiction, i think if you've read literally any of my work, it will be pretty obvious how much i use this in my own writing. i actually couldn't remember where i read this for the first time and on a whim i went through my twitter likes and found it in a thread. i'm going to transcribe it for ease of reading, but this is all coming from Alexander Freed (@/AlexanderMFreed on twitter)
he has a website here with other compiled writing advice about branching narratives and game design, though he never posted this there and hasn't really updated recently (but still check it out. there's some specific entries about writing romance, branching and linear & other game writing advice)
original twitter thread here
It's Tuesday night and I feel like teaching some of what I've learned in 15 years of branching narrative video game writing. Let's go in-depth about one incredibly specific subject: neutral / fallthrough / catchall response options!
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Player ownership of the protagonist in choice-based branching narrative games (a la BioWare, Telltale, mobile narrative games, etc) is a vital aspect of the form.
The ability for the audience to shape a Player Character, to develop that character's inner life in their own mind, is unmatched in any other medium.
The Player determines the character's actions and THE MOTIVATIONS for those actions. The character's psychology can literally be as complex as the Player can imagine. However, this works best when there's enough space for the Player to develop those motivations. No game can offer enough options to support every interpretation imaginable; much of the character has to live in the Player's head, without necessarily appearing on the screen.
That's complicated. We're going to unpack it.
Generally, when presenting choices to a Player, we want those choices to be as interesting and compelling as possible.
But compelling, dramatic choices tend to be revealing of character. And no game can support hundreds of options at every choice point for every possible character motivation a Player might imagine.
This sort of narrative CANNOT maintain its integrity if the Player is forced to constantly "rewrite" their characterization of the Player Character on the fly. You want your Player to feel like they have more than enough viable options at any given moment.
At the simplest level of writing, this is where "fallthrough" responses come in.
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In the examples above, each moment contains a response which furthers the story but doesn't imply a huge emotional choice for the Player. The Player is asked to choose A or B, agree or disagree, but can sidestep the issue altogether if desired.
These "neutral" responses are vital if both A and B don't appeal to the Player... or if, perhaps, the Player likes A but not the WAY A is being expressed. Milquetoast option C works for anyone; thus, the Player is never forced to break character because of a lack of options.
Questions work well for this sort of neutral option. Tacit agreement and dead silence also serve, in certain sorts of stories--as a Player, I know what's going on in my silent character's head and the game won't contradict it.
The important thing is that I'm never forced to take a path that's outright WRONG for my character. Even if other characters misinterpret the Player Character's motivation, my character's inner life remains internally consistent.
"Neutral" responses aren't the only ways to go, though. Some responses are appropriate for any character because they're tied to the base character concept.
Here, for example (from @/seankmckeever's X-Files), the Player is a marine on a mission. The Player can respond abrasively to her partner's fear or look into the issue (out of compassion or genuine belief), but our fallthrough is actually the TOP response.
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There's no version of our marine who would absolutely break character by picking "Stay calm and on mission." It's not blandly neutral; rather, it reinforces aspects of the character we can be sure of and gives the Player an option if nothing else works.
Different sorts of narratives will use different sorts of fallthroughs. A comedy might treat the option to say something funny as a fallthrough, of sorts--it's entertaining and will never violate the characterization the Player has created.
In a quest-driven RPG, a fallthrough response can often boil down to "How do I move to the next step of this quest?"
That said, the strongest moments in a narrative will often have no "fallthrough" response at all. They'll work by creating multiple responses that, by overlapping, cover all reasonable Player Character actions while still leaving room for the Player to ascribe motivation.
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pleaseanotherbook · 14 days
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L'origine della specie di Kim Bo-Young
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È così che funziona la scienza. Il nostro compito è quello di aggiungere un mattone dopo l'altro alle fondamenta di una teoria per renderla sempre più stabile e solida, a prescindere da quanto insignificante o interessante possa sembrare. Sai quanti articoli altamente scontati vengono pubblicati su "la parte è più piccola dell'intero"? La tua determinazione ti fa onore, Kay, ma non sei realista.
"L'origine della specie" di Kim Bo-Young è stato tradotto in Italia per Add Editore ed è entrato nelle mie cose da leggere perché seguo sempre con attenzione gli autori coreani che arrivano nel nostro paese e soprattutto case editrici come Add che riservano un'attenzione particolare per i testi che arrivano da uno dei miei paesi preferiti. Questa raccolta offre uno spaccato interessante sulle riflessioni verso cosa significa umanità e conferma che la fantascienza coreana è piena di piccole gemme.
Un principe ereditario subisce una drammatica trasformazione biologica che cambierà il suo destino; esseri umani ridotti a una condizione subalterna diventano gli animali domestici di enormi draghi; robot con sembianze antropomorfe, unici sopravvissuti in un mondo ormai ghiacciato, si chiedono se sia mai esistita una vita organica sulla Terra. Queste sono alcune delle storie raccolte in L’origine delle specie, popolate da esseri umani e non umani che cercano di sopravvivere alle minacce poste dall’evoluzione, siano esse biologiche, tecnologiche o sociali. Raccontano di fisica quantistica e viaggi nel tempo, di un futuro dominato da giochi in realtà virtuale, e di metamorfosi dei corpi. A cavallo tra fantascienza, fantasia e mito, gli scritti della pluripremiata autrice Kim Bo-young hanno un grande seguito in Corea del Sud, dove è ampiamente riconosciuta come pioniera e fonte d’ispirazione. In questo libro sono raccolte le sue storie più acclamate, che offrono delle riflessioni rigorose e toccanti sull’esistenza postumana.
L'annosa questione del "da dove veniamo" permea tutta la storia dell'umanità, probabilmente la domanda filosofica più irriducibile di tutte, ci hanno provato in moltissimi a rispondere, esiste un Dio, degli dei, una forza nascosta, qualcuno, qualcosa, che ha lanciato in aria la scintilla vitale, ha plasmato dell'argilla, ha prodotto un qualcosa che ha creato l'uomo. C'è stato il Big Bang e poi l'evoluzione della specie che pian piano si è fatta strada da una cellula passando per una scimmia fino ad arrivare all'uomo. La vita che diamo così per scontata resta una delle cose più affascinanti che possiamo incontrare e non sorprenderà scoprire che anche nel volume di Kim Bo-Young svolge un ruolo fondamentale. Non importa in che forma, garantire la sopravvivenza della specie è la cosa più importante. Tutte le forme di vita indistintamente lottano per sopravvivere. Ed è questo forse il punto fondamentale perché se sopravvivi vuoi anche sapere perché. La scienza in questo ha un ruolo fondamentale nel mondo di Kim Bo-Young. Ma a fare da filo conduttore a tutti i racconti è un disperato bisogno di amore, uno spietato senso di appartenenza, la consapevolezza di non essere davvero da soli. Uno dei protagonisti Kay, un robot senziente che vive in un futuro remotissimo, in un freddo estremo, in una bolla chiusa, inconsapevolmente fa una scoperta che potrebbe cambiare tutto il corso della storia, cosa c'era prima? Da dove vengono? Qual è il loro scopo? Una intuizione pericolosissima che mette in pericolo tutto, il sacrificio disperato nei confronti della scoperta e della meraviglia, il disperato bisogno di avere risposte, di avere un obiettivo. I racconti dell'autore coreano racchiudono questo senso impellente di scoperta, mentre ci si aggira in una città governata da draghi, mentre si scopre la riproduzione della vita, mentre tutte le certezze precipitano, la ricerca è al centro, le domande, il bisogno incancellabile di risposte. Kay attraversa tutti gli stati di un soggetto esposto ad una verità troppo grande e insostenibile. Siamo niente e siamo tutto nel nostro mondo. Siamo al centro della scena e allo stesso tempo ne siamo spettatori impotenti. "L'origine della specie" è uno di quei libri che non hanno risposte facili, che si attorcigliano intorno a verità scomode e racconti spietati. Senti freddo e scopri la vita, sperimenti e scopri come in un gioco su un server sperduto si nasconda l'unica vera forma di sopravvivenza. L'impossibilità di fare shut down diventa il pretesto per una ricerca insensata in un mondo in cui le mode hanno sentimenti e in cui i giocatori si aggrappano a qualunque cosa pur di scomparire, pur di essere ricordati. Cosa ci aspetta nel futuro e cosa resta del passato sono i due archi che uniscono il nostro presente verso l'impossibile, e concepiscono che l'umanità è costituita da un insieme infinito di sfumature, che forse è pure vero che sopravvive il più forte come in un'arena, o in un vicolo cieco di una città al collasso, ma sono sempre le nostre scelte che fanno la differenza. È più facile essere crudeli e spietati, ma amare riempie la nostra vita come un calderone imperscrutabile. Lo stile di Kim Bo-Young dettagli e scolpisce la scena, in un modo che incanta e non c'è niente di più inquietante di un drago che ti sorveglia.
Il particolare da non dimenticare? Una vasca piena d'acqua.
Kim Bo-Young si nutre della fantascienza classica, gli androidi che sopravvivono seguendo le regole di Asimov e ne rivoluziona ogni confine per donare al lettore una raccolta di racconti arguta e spietata, che scava nei segreti più profondi dell'animo umano e lascia nel lettore domande spinose su cui riflettere a lungo.
Buona lettura guys.
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oubliettemagazine · 8 months
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Contro lo smartphone di Juan Carlos De Martin: la connessione wi-fi è stalking tecnologico?
Già nella Prefazione de “Contro lo smartphone” di Juan Carlos De Martin di Gustavo Zagrebelsky mi viene da reagire ad alcuni spunti interessanti: “L’invenzione della ruota ha cambiato l’esistenza dell’umanità, forse al pari di nessun’altra, ma chiunque poteva osservarne il funzionamento e comprenderlo…” – mentre “per la tecnologia informatica, il cui piccolo prodotto teniamo ora in mano, non è…
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queerographies · 1 year
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[Principesse][Giusi Marchetta]
Una rivoluzione che non è una battaglia per occupare spazi, ma una sete di altre storie, che ci aiutino a mettere in dubbio la nostra o a cominciarne una nuova.
Bionde, bellissime e sempre in attesa di un principe: le principesse delle fiabe tradizionali ci hanno cresciuto e continuano a farlo. Ma oggi, che provengano da un libro, un film o una serie, Cenerentola e Buffy, Biancaneve e Sailor Moon, Mulan e Xena, la Sirenetta e Scully (e molte altre) servono anche a rendere visibili le gabbie, arrugginite ma tenaci, del sessismo, dell’omofobia e del…
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yiling-wei · 1 year
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To celebrate wrapping up the juniors series earlier this year, I commissioned a scene from One Eye Upon the Heaven Renounced from @sadfishkid, who absolutely nailed a difficult and emotionally-charged moment! 
If you found me from AO3, thank you for all the kind words and support over the past few years. <3 And if complicated familial relationships are your jam, I’ll throw a link to this fic in the reblogs. 
[Image ID] Digital art by sadfishkid of Lan Jingyi, Jin Ling, and Lan Sizhui kneel before a memorial tablet sitting on a table with incense and fruit. Their expressions are conflicted.
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hrokkall · 1 year
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Praise no power higher than your own code
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netherzon · 1 year
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I had the idea for the in-universe memes/public nations memes that someone (Gilbert) would get Wikipedia editor permissions so he could write his own page, discover that the subject of an article cannot edit their own article, and then decide to use his new power for evil
It spirals from there
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