Tumgik
#secondi di carne
difensoredelfocolare · 7 months
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Polpette al sugo, tu lo sai come farle morbidissime?
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INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
300 g di coppa di maiale tritato
400 g di cappello del prete tritato
50 g di pane secco senza crosta
1/2 bicchiere di latte
1 uovo
1 ciuffo di prezzemolo
1 spicchio d’aglio
80 di Parmigiano Reggiano grattugiato
sale, pepe e noce moscata
1 kg di pelati
1 spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva
sale
PROCEDIMENTO:
Ammolla il pane con il latte caldo e trita finemente il prezzemolo con l’aglio;
In una ciotola metti le carni, il Parmigiano, l’uovo, prezzemolo, aglio, il pane bagnato e non strizzato, sale, pepe e noce moscata e mescola il tutto fino ad ottenere un impasto uniforme;
In una pentola metti un filo d’olio e uno spicchio d’aglio e fallo soffriggere. Quando l’aglio è dorato aggiungi i pelati (puoi anche passarli con un passaverdura), sala leggermente, copri e porta a bollore;
Forma le polpette della misura che vuoi (io le ho fatte di circa 70 g ciascuna) e poi aggiungile al sugo che bolle e mescola muovendo la pentola;
Cuocile per almeno 40/45 minuti e se il sugo non è ben ritirato togli le polpette e fallo asciugare;
Servile tiepide con abbondante pane per la scarpetta.
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ifattinews · 2 years
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Ricette, Silvy consiglia: "Coscio di pollo fritto"
Rubrica di cucina a cura di Silvana Salvatori “Coscio di pollo fritto” Coscio di pollo con salvia e limone, marinato, infarinato e fritto, contorno insalata e pomodoro. Sembrerà strano, il Pollo Fritto non ha nessuna origine Italiana ma Scozzese si racconta che nelle colonie di schiavi venissero allevati in segreto Polli per necessità di sopravvivenza. È qui che parte l’origine del pollo…
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Scaloppine di pollo ai funghi.
Oggi vi propongo un secondo facile e veloce da preparare: le scaloppine di pollo ai funghi. Sono l’ideale per quando vi capita di essere di fretta, in poco tempo il piatto è pronto. Inoltre le scaloppine cucinate in questo modo sono buonissime! La “scarpetta” con un pezzo di Focaccia genovese. è d’obbligo. Da non perdere : Rotolo di carne, antica ricetta della nonna. Ingredienti: 400 g di…
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sciatu · 3 months
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L’ULTIMA VOLTA (non penso sia un racconto erotico)
Si girò di lato raggiungendo il bordo opposto del letto. Era tutto sudato e respirava velocemente mentre il cuore piano piano tornava al suo ritmo normale dopo la corsa in crescendo per seguire il crescendo del piacere. Anche Sonia respirava affannosamente mentre nella stanza si spargeva l’odore di seme e sudore. Chiuse gli occhi e gli sembrò di galleggiare sulla superfice del mare mentre la sua coscienza lentamente si spegneva facendolo sprofondare in un assoluto nulla. Perse il senso del tempo e restò così, non capì per quanti secondi o minuti.
In fondo era per questo che faceva sesso con lei, per stordirsi, dimenticare tutto senza sensi di colpa e sentirsi bene nel nulla in cui scompariva.
Ad un certo punto Sonia, con la lentezza dovuta alla sua stazza, si spostò nel letto. Si sentì addosso il suo grosso seno che schiacciava metà del suo corpo. Aprì gli occhi e vide i suoi occhi nocciola, tondi e grandi come quelli di una bambina. Vide il piccolo naso e le labbra allargate in un sorriso simile a quello della Gioconda.
“Ciccino, si sempri u megghiu”
Le rispose con un sorriso. Poteva essere un complimento ma lui era sicuro che lei lo diceva a tutti i suoi amanti.
Le labbra di Sonia baciarono velocemente le sue
“Pero ora sbrigati che dopo il rosario mio marito rientra”
Il materasso incominciò a muoversi nuovamente come se fosse un canotto nel mezzo dei cavalloni. Lei si stava girando per alzarsi e fare la doccia.
Chiuse gli occhi
“Ogni volta mi dici la stessa cosa. Tanto prima delle otto non rientra”
Sonia recuperò la sua vestaglia rosa e la indossò.
“Questa sera torna prima, perché deve andare alla Confraternita”
La sentì andare verso il bagno, ma non si mosse.
Aspettò cinque minuti per evidenziare la sua indipendenza, poi ubbidiente, si alzò. Non per la paura del marito, che era una brava e santa persona, ma per non creare imbarazzo mostrandosi e confermando cose che tutti e tre preferivano restassero nascoste per continuare a recitare la loro commedia esistenziale di coniugi felici e studente di medicina modello.
La loro non era ipocrisia, si disse, ma solo pigrizia di dover affrontare il peso che cade addosso a chi infrange convenzioni che tutti considerano come assolute ma che nessuno rispetta. E quindi, se nessuno era disposto a rinunciare alla propria maschera, perché dovevano essere loro a doversi fare carico di questa antipatica incombenza. L’eventuale problema si risolveva facilmente non facendolo nascere.
Si alzò e si sedette su water per fare due gocce  ed osservarla. Sul suo corpo correvano infiniti  rivoli  d’acqua sottili,  mentre lei lo ricopriva di un profumato bagnoschiuma, il cui sentore di mughetto e tuberosa, intenso e delicato, galleggiava persistente nel bagno. Era una cicciona, si disse sapendo di mentire perché il sovrappeso che allargava la sua sagoma, era perfettamente distribuito lungo il suo corpo soffice, mostrando un seno importante, un ventre piatto con la vita stretta e un sedere perfettamente tondo su cosce larghe che erano, come lui ben sapeva, profumate e delicate. Era il corpo ben proporzionato e gioioso di una soprano o di una giunonica divinità. Anche se era in quella età che sta lasciando la giovinezza ma non era ancora maturità aveva la freschezza della primavera e la pienezza interiore dell’autunno. Questa sua età indefinita, quel suo essere piacevolmente abbondante e il suo volto da bambina, gli facevano sangue ogni volta che la vedeva, gli scaldavano la carne rendendolo arso di lei. Lo eccitava pensare che ogni parte di quell’innocente, soffice corpo era dedicata al piacere, per inventarlo, rubarlo e donarlo. Con Carmen, la sua fidanzata, era tutto diverso. Il suo corpo nudo, essenziale e rustico, gli faceva nascere una intensa tenerezza. Avrebbe voluto cullarlo, accarezzarlo prima di santificarlo nel sesso. Con Sonia invece ammirare il suo corpo (e lei sapeva bene come e quanto farsi ammirare e desiderare) voleva dire trasformarsi in cantori del piacere carnale, in  maratoneti insaziabili del semplice godimento.
Dalla doccia lei gli fece segno di raggiungerla. Lui seguì la sua amicante richiesta e una volta dentro l’abbracciò, lasciando che le mani di lei scivolassero esperte sul suo corpo. Anche lui accarezzò tutta quella calda pelle che fino a poco prima avevano esplorato con labbra avide e una lingua complice. Le sue braccia lo strinsero in modo che ogni sua parte fosse immersa nella sua piacevole e peccaminosa sofficità
“Saresti capace di rincominciare”
“perché no? Sei stanco?”
“Anche se fossi morto sapresti resuscitarmi”
“Sicuro …”
lo baciò liberando la lingua a caccia della sua.
Ricordò che era iniziato tutto così. Gli stava mostrando la casa dove avrebbe affittato una camera. Dopo aver visto la cucina e il bagno, gli mostrò la stanza grande e comoda che voleva affittargli.
“Ecco vede, la camera è ampia ed i mobili sono un po' datati ma li ho fatti riprendere da un ebanista di mia fiducia. Mi raccomando: come glieli do li rivoglio, senza graffi o rotture. Se qualcosa non funziona me lo dice ed io mando l’operaio a sistemarli.”
Chiuse le ante dell’armadio con cautela.
“La raccomandazione vale anche per il letto: non ci salti sopra come un selvaggio e non si butti a peso morto come fanno i lazzaroni”
Sistemò la coperta e si avvicinò a lui guardandolo seria e sottovoce aggiunse
“e per favore non incominci a portare avanti e indietro ragazze che poi i condomini si lamentano con mio marito che sta più tempo in chiesa che a casa sua.”
Lo guardò attentamente negli occhi
“ma lei non mi sembra il tipo che corre dietro alle ragazze…”
“è che non ho tempo signora, con tutti gli esami che ho da fare è già tanto se posso respirare”
Lei sorrise divertita e si avvicinò ancor di più così che il suo profumo dolce lo assalisse e percepisse la sua sensualità come un’onda calda dal sapore speziato, delicata ma nello stesso tempo, aggressiva.  I suoi occhi lo trafissero e il loro colore cioccolato lo ingolosì. Il delicato fucsia con riflessi setacei del rossetto, la scollatura ampia, a mostrare una pelle chiara, senza alcuna imperfezione, il seno dominante, sfacciatamente invitante, tutta la sensualità che fino a quel momento aveva ignorato gli esplose davanti, e sentì, dentro di lui, il fuoco impetuoso del sesso bruciare ogni altro ragionevole pensiero. I suoi capelli ondulati, di un nero corvino intenso e naturale, sembravano la corona fiammeggiante di una oscura sacerdotessa e davano ai suoi occhi un riflesso magnetico, mentre la sua voce bassa, calda, vellutata, scivolava sensualmente a rimproverarlo
“Fa male! Una ragazza ci vuole sempre: stimola, soddisfa, motiva, giustifica! – ogni parola era accompagnato da un lampo dei suoi occhi e dal suo respiro che gli arrivò profumato, sottile, invitante - E poi lei è un bel ragazzo: scommetto che bacia molto bene”
“non lo so signora, finora nessuna si è lamentata”
Fece sorridendo nervosamente perché sentì che qualcosa stava succedendo ma non riusciva a capire bene che cosa stesse accadendo
“Vediamo”
Fece lei improvvisamente guardandolo dritto negli occhi, e mentre lui era ancora con il suo sorrisino in bocca, lei superò con un passo la poca distanza che divideva i loro corpi , gli mise un braccio intorno al collo, lo stringe tirandolo a se tenendo fissi gli occhi nei suoi, esitando quando le loro labbra stavano quasi toccandosi, ma solo per far aumentare il desiderio ed il prossimo piacere, poi fece combaciare le loro bocche,  violando la sua con la lingua, una lingua decisa, dominante,  lasciva, liquida di voglia.
All’inizio restò sorpreso, non dal suo seducente gesto, ma dal piacere che provava, un’onda di miele che lo sommergeva risvegliando ogni suo muscolo con una intensa vibrazione vitale di puro desiderio. Poi reagì assecondando il suo gioco orale per stringerla e attirarla a sé, sentendo il corpo di lei premere contro il suo. L’abbracciò e succhiò la lingua che aveva dischiuso le sue labbra a trattenerla giocandoci vorticosamente, mentre le sue mani esploravano quel corpo tondo, pieno, morbido, così come lei stava facendo con il suo, senza alcuna vergogna e con tanta inarrestabile voglia.
La sua mano scese a stringere la sua virilità e sentendolo pronto, disse solo
“dammilla”
Quella parola, detta in un modo volgare, popolare, oscena, fù l’unica che si scambiarono nel silenzio della stanza, nella sua complice penombra, tra l’ondeggiare ritmico delle tende e le voci lontane dei bambini che giocavano felici nel cortile.
Solo quella parola l’eccitò, più del suo tastare e dell’intrecciarsi delle loro lingue.
Capì il motivo della sua richiesta di non buttarsi a peso morto sul letto. Capì che fino ad allora, malgrado le sue esperienze fugaci e mercenarie, non aveva mai fatto veramente l’amore, non aveva mai morso e leccato come lei aveva fatto e preteso, non aveva conosciuto la passione, la forza, il desiderio, che un corpo poteva dare e ricevere.  Un’oretta dopo mentre si rivestiva, gli disse di uscire per primo e di passare domani da casa sua per firmare il contratto. In quel momento ebbe la certezza che tutto si sarebbe ripetuto come in quel pomeriggio forse con ancor più passione, con meno paure o freni e che quella signora pacifica e neutrale che lo aveva divorato, bruciando ogni sua forza, saziando ogni suo desiderio, gli era entrata nel sangue e lì sarebbe rimasta per molto, moltissimo tempo da padrona esigente e serva devota, abisso profondo e dominante bisogno.
Staccò la bocca sfuggendo alle sue esperte e golose labbra.
“Devo andare, tra venti minuti arriva la corriera di Carmen devo prenderla per  fare delle spese”
“Ah, va bene … salutala”
Disse ironicamente e staccandosi uscì dalla doccia. Fini di levarsi la schiuma dal corpo ed uscì anche lui
“Ti ho portato il mensile”
Le disse mentre di asciugava ed incominciava a vestirsi
“In ritardo come al solito”
“sono stato preso … comunque, ti lascio l’appartamento. Vado via, ad Aosta a fare la specialistica … Per qualche anno non ci sarò”
Lo guardò seria mentre in vestaglia si spazzolava i capelli.
“Dovevi dirmelo prima, così ci perdo il mese: come faccio ad affittarlo adesso che siamo a fine mese, - il suo volto si irrigidì - mi devi pagare anche il mese prossimo come è scritto nel contratto”
“È stata una occasione improvvisa, l’altro ieri mi ha chiamato un collega che avevano bisogno e giusto oggi ho avuto la conferma – sorrise nel modo che a lei piaceva per addolcire la bugia – e poi, pensavo che visto il nostro rapporto, avresti lasciato stare questa cosa dei soldi”
Si avvicinò e gli sistemo il colletto della camicia e con voce delicata, come se parlasse ad un bambino, sottolineò
“Ciccino, noi non abbiamo un rapporto, facciamo sesso e basta, per sfogarci, per distrarci o solo perché ci piace, punto. Tu sei in affitto e io sono la padrona come sono la padrona di un'altra decina di case, e tu per me fuori dal letto, sei uno dei tanti studenti a cui affitto le case e basta: non ti far venire strane idee alla “futtemu-futtemu”. Devi pagarmi il prossimo mese! c’è scritto nel contratto … o vuoi che ne parli con tuo padre, o con … Carmen”
La guardò con la faccia seccata
“ni sarivi capaci!”
“lo sai che non farei mai del male a qualcuno, ma quel che è scritto, è scritto”
rispose sorridendo. Aveva sempre quei modi da bambolina con cui smorzava ogni conflitto. Era così che lo fregava sempre.
Si rilassò e dalla tasca della giacca tirò fuori una busta bianca
“Sapevo che quando si tratta di soldi non guardi nessuno. Ti ho messo pure i soldi del mese prossimo”
Buttò la busta sul tavolino a cui era solita sedersi per truccarsi. Sonia si chiuse la vestaglia e avvicinandosi a lui, lo abbracciò
“Ciccino te l’ho detto dall’inizio: ne amore, ne sentimento, solo sesso finché ne abbiamo voglia e poi basta, ognuno per la sua strada, e tu hai risposto “mi va bene così” e da allora, così siamo rimasti. Questo non vuol dire non rispettarsi: a modo nostro un po' di bene ce lo vogliamo”
E gli sorrise
“Si l’ho detto, ma a volte mi sembrava che ci fosse qualcosa in più del semplice “un po' di bene””
“Ah si e quando ti è venuta questa strana idea?”
“ti ricordi il professor Santoro, quando mi bocciò all’esame di anatomia e sono venuto qui tutto incazzato? “
“si mi ricordo, eri nero dalla rabbia, ti ho preso e ti ho portato a letto per parlare. Sarà stata l’unica volta che non abbiamo fatto l’amore…”
“È vero, mi hai chiesto perché ero rabbioso come un cane randagio chiuso in una gabbia e io te l’ho spiegato. Allora tu ti sei messa a ridere e hai detto che ogni cristiano ha una porta da cui si arriva al suo cuore.  Bastava conoscerla e quell’uomo avrebbe fatto quello che gli chiedevi. Per trovare la porta però bisogna, frequentare, conoscere, condividere, partecipare. Il professore Santoro mi aveva bocciato perché mi ero messo in testa tutto a memoria. Lui aveva capito che pensavo solo a superare l’esame anche con un diciotto. Allora mi avevi suggerito di andare a trovarlo, di chiedergli spiegazioni, libri, appunti, insomma di mostrarmi appassionato alla sua materia”
“Infatti, hai fatto così e hai preso trenta”
“Si ed ero contentissimo. Ricordo che ero venuto felice a portati una rosa per ringraziarti per il suggerimento”
“Questo lo ricordo, e mi ricordo anche cosa abbiamo fatto dopo”
Fece ridendo maliziosamente
“hai preso la rosa e l’hai buttata dicendo che i fiori si portano ai morti, poi mi hai stretto come fai adesso e mi hai detto “Ciccino, per premio fammi tutto quello che vuoi””
“Si, si questo me lo ricordo … e tu lo hai fatto … Ciccino porcellino”
Ricordò con imprevisto piacere, la sua schiena, lucida di sudore, larga e pallida, distesa davanti a lui, i fianchi stretti, il sedere meravigliosamente tondo.
Ricordò l’urto ripetuto del corpo di lei contro il suo mentre le stringeva i capelli con la destra, facendogliela piegare all’indietro e con l’altra mano sul fianco di lei, l’attirava con forza verso di se. La sentiva ansimare di gioia in quell’osceno dondolare, in quel lasciarla andare per allontanarla da lui, per poi tirarla ancora a se, con più forza, quasi con rabbia, e nel suo tornare a colpirlo con il suo tondo, enorme posteriore, sentire il suo respiro più forte, ogni volta sempre più forte, sentire il suo eccitante lungo  lamento e il corpo vibrare per la sua intensa estasi, e colpirla con una manata sul sedere, per farla sentire schiava di quel suo piacere e punirla per questo. Alla fine lei si distaccò, si sdraiò sul letto, stanca, stordita da quanto provava, restò ferma qualche secondo, ansimando, poi si voltò sulla schiena e allungando le braccia, con il volto rosso e le labbra socchiuse, gli implorò
“Vieni”
Raccogliendolo tra le sue braccia mentre le sue gambe si allargavano per poi stringerlo nel nido del suo piacere, ed ancor di più stringerselo con le braccia al cuore, come fosse il bene più grande che avesse.
Ricordò quel suo continuare a darle piacere, colpo dietro colpo, convito che niente lo avrebbe fermato e provare per questo inarrestabile dominio del suo corpo, una forza degna di un dio, finché d’improvviso ogni suo muscolo si sciolse, diventando liquido e inutile, ed il suo corpo affondò in lei come un ferro rovente buttato sulla neve, mentre ogni sua forza vitale scompariva nel candore immenso del suo corpo,  in cui stava inabissandosi, raffreddandosi, appassendo  e planando nel nulla assoluto. Si girò di lato per respirare, per lasciar volare via con il sudore anche la sua anima liberandola da quel debole involucro carnale.
Ricordò lei, che ansimando si avvicino in quell’enorme letto in cui era disteso guardando senza vederlo il soffitto. Ricordò che lei  lo osservò per poi baciarlo e quindi alzarsi sul letto inginocchiata su di lui, guardandolo negli occhi per  scendere lentamente con il suo sesso sulla  sua bocca, chiedendogli con lo sguardo, di darle quello che il resto del suo corpo non era riuscito a farle provare. Lì, circondato dalle sue cosce, meravigliosamente prigioniero di quell’intimo, liquido sapore di miele, ricordò il suo lento pendolare ritmato dal crescendo lamentoso del piacere che provava; ricordò  le sue piccole dita tra i suoi capelli, il suo spingere delicatamente, ma con decisione, la sua testa verso il centro del suo godere, a guidarlo in quel crescente ondeggiare che la stava bruciando.
Ricordò l’effluvio liquido che accompagnò il suo improvviso ed ultimo lamento e lo stordimento che la prese lasciandola esausta, mentre si accasciava lontano da lui, senza forze. Subito però  lo raggiunse, strisciando e ansimando l’abbracciò e con il lenzuolo gli pulì il volto dagli umori del suo paradiso e lo baciò, intensamente, perdutamente, appoggiando poi il capo sul suo petto, lasciando che il respiro si calmasse, che le loro anime tornassero in quel mondo, che il tempo tornasse a scorrere, lì dove erano morti e rinati nel mezzo dell’immenso candido letto. Tornò a guardarlo negli occhi ed improvvisamente, come presa da una necessità inevitabile, sembrò che gli   volesse dire qualcosa
“io ….”
Ma si fermò a pensare e fu incapace di continuare, fissando i suoi occhi, la sua bocca ed ancora i suoi occhi, incapace di confessare quello che sentiva e che lui doveva assolutamente sapere. Alla fine si arrese appoggiando il suo capo sul suo petto e chiudendo gli occhi, lunghe lacrime le scivolarono sulle gote a dire più di quanto lei stessa volesse dire. Vi fu solo un silenzio che sembrava quello che segue l’ultima rima di una poesia d’amore, l’ultima onda, prima della quiete assoluta ma che in fondo riassumeva il loro rapporto fatto solo di piacere da rubare e di silenzi in cui immaginare il prossimo godere. E nulla di più. Tutto questo ricordò con inesauribile, indomabile gioia.
“ho fatto alla fine tutto quello che piaceva a te”
“… e a te, Ciccino, anche a te, non dimenticarlo: nel sesso ci vuole eguaglianza se no è violenza”
“e sei stata tenera, come non lo eri mai stata, lì ho pensato che per me avevi un sentimento particolare”
Lei sorrise
“volevo solo premiarti per il trenta”
Lui la guardò in silenzio
“Era un premio che agli altri non hai mai dato”
“Ne sei sicuro?”
La guardò negli occhi cercando la sua sincerità
“Si, per questo ho pensato in quel momento che non era solo il sesso ad unirci, che anche tu provavi quello che io sentivo, una intensa complicità, che era un amore che non avevamo il coraggio di confessare”
Sul volto di lei tornò il solito sorriso della gioconda
“Ciccino, mi dispiace contraddirti ma non era così. Se avevi qualcosa per me, dovevi dirmelo o venirmelo a cercare. Ora non ha più senso a parlarne. Tu si zitu, io sono sposata non siamo soli e indipendenti: abbiamo dei doveri che non sono più, solo formali”
La guardò negli occhi
“Ma tu non ti sei mai innamorata?”
Sorrise divertita. Si staccò da lui e andò a sedersi al suo tavolino di bellezza incominciando a spazzolarsi.
“All’inizio, come tutte le ragazze ingenue, anch’io mi ero innamorata. Poi quando ho saputo che mio marito non voleva figli perché non poteva farli, mi sono detta che l’amore è solo uno stordimento temporaneo, creato per motivare due persone a rinunciare alla loro libertà. Allora l’ho messo da parte e mi sono dedicata solo alle cose che contano: il sesso e i soldi.”
“Ma i soldi, non li aveva tuo marito”
Scoppiò a ridere
“Gustavo non ha niente, ha speso quel poco che aveva per diventare santo. Io sono partita affittando la casa di mia madre ed ora, visto il numero, il prezzo che faccio per le mie stanze, vale per tutta la città. Per questo non può dirmi niente, perché posso divorziare quando voglio e avere l’annullamento alla Sacra Rota perché lui non poteva consumare il matrimonio e non me lo ha detto. Lo butterebbero fuori anche dalla confraternita. Ma ora non voglio scandali, non mi servirebbero. Dai Ciccino, si sta facendo tardi, vai per favore.”
Fece preoccupata simulando con le labbra da bambolina un piccolo broncio, e si alzò per accompagnarlo alla porta
Lui la guardò serio
“Tra sei mesi mi sposo….”
Lei si fermò e batté gli occhi come faceva quando qualcosa la prendeva in contropiede
“… Non ci vedremo più Sonia. Dopo Aosta, andrò a lavorare all’ospedale di Taormina e andremo a stare a Letoianni, nella casa di Carmen.”
“E che cosa cambia Ciccino? Anche adesso stai andando a prenderla, ad abbracciarla, a chiamarla “Amore” con sulla schiena i segni delle mie unghie e del mio piacere.”
“Cambia che lei mi vuole bene ed io ne voglio a lei. Fino adesso era solo un sentimento minore perché stavamo bene insieme, ma ora che abbiamo deciso, che dobbiamo programmare una vita nuova, non voglio più giocare.”
Si avvicinò guardandola negli occhi.
“Tu sei pericolosa, mi piaci, mi sei sempre piaciuta, ma con te non c’è futuro. Carmen forse a letto non sa fare tutti i tuoi giochetti, ma mi ama, mi considera il centro del suo mondo ed abbiamo fatto progetti per il domani. Con te vicino non durerei molto come marito. Per questo non ti vedrò più”
lei sorrise
“… non ci indurre in tentazione… non è vero Ciccino? Perché anche tu non resisteresti, e non per colpa mia, ma per quel piacere, quel serpente oscuro che dentro di te si contorce quando mi vedi. Invece di liberarlo e dargli quello che vuole preferisci accecarlo, negargli l’esistenza. Ad un certo punto ti si rivolterà contro perché lui è più forte di te e ce ne saranno altre come me che distruggeranno quello che adesso pensi di provare”
La prese per le braccia
“Tu non sei bella, non sei socievole, non sei simpatica, ma leghi tutti a te semplicemente dandogli quello che vogliono, quello che in loro nasce al vederti. Io non voglio più dipendere da te. La vita con te si ferma in uno stato di continuo desidero che la soffoca. Io voglio tornare a vivere, ad avere progetti, a costruire un domani con Carmen, perché la vita non è solo futtiri e futtiri, almeno non per me. Ho provato ad amarti, ma tu non sai amare nessuno o forse non vuoi amare nessuno perché se no diventeresti debole, vulnerabile e allora se non puoi stare con me, è meglio trovare un'altra strada.”
Si liberò dalla stretta e lo guardò con occhi di fuoco, ma al solito la sua voce era lenta, mielosa, sinuosa, come lo scivolare tra l’erba di un serpente
“Ciccino, queste sono parole da maschio che ha paura di perdere il controllo della situazione e cita l’amore a giustificare i suoi presunti diritti. Perché non usi i concetti giusti? Io sono libera! E grazie a quel Dio a cui mio marito è devoto, non dipendo da nessuno, perché a nessuno do il vantaggio di ricattarmi sentimentalmente.”
Si avvicinò guardandolo dritto negli occhi con aria quasi di sfida
“Parli di amore…. Che non so amare…. Ma quando sei venuto a parlarmene, a dichiararlo, a darmi il tuo sentimento oltre quel pezzo di carne che mi mettevi tra le gambe? Mi hai mai chiesto di vedermi fuori da un letto? Di incontrarci su un lungomare per prendere il sole insieme o mangiare due cose allo stesso tavolo? Hai mai detto qualche frase affettuosa dopo ogni scambio carnale che abbiamo avuto? No, solo silenzio e la fretta di andartene. Cosa ti aspetti allora? Che ogni volta che venivi a trovarmi mi buttavo ai tuoi piedi ad onorarti come la statua di un santo perché così tu vedi l’amore?  – lo guardò con occhi di fuoco – Perché poi? visto che te ne sei venuto a sfidarmi, ad umiliarmi, dicendomi che ti eri fidanzato con quell’ingenua di Carmen, che di te conosce solo la facciata, il sorriso da primo della classe e non sa ancora l’ipocrisia con cui sei vissuto in tutti questi mesi, quando la baciavi con ancora in bocca il gusto della mia.”
Si allontano risiedendosi al suo tavolino
“Ciccino, vattene per favore, stiamo degenerando e anche se non era una gran cosa, non è giusto buttare via la nostra storia in questo modo. Non lo merita. Vai per favore, e auguri per la tua nuova vita. Cosa ho provato per te, se ho provato qualcosa, a te non è mai interessato. Ormai è solo cosa mia, e qualsiasi cosa fosse, grande o piccola, vera o falsa …  Ciccino non te lo meritavi. Se volevi farmi uscire dalla tua vita non c’era bisogno di darmi della Messalina e considerarmi una puttana. Fai il maschio: salutami con rispetto, girati e vai senza tornare più. Non nasconderti dietro a scuse o risentimenti”
Lui sistemò nervosamente il giubbotto e si avviò verso la porta
“Non di là, esci di dietro, vieni ti accompagno”
Attraversarono le stanze del grande appartamento per arrivare in corridoio che dava su una porta secondaria, il vecchio accesso di uno dei due appartamenti che Sonia aveva unito. Lei aprì la porta e guardò sulle scale se vi fosse qualcuno.
“Puoi andare.”
Uscì sul pianerottolo
“Aspetta – gli disse – mi devi dare   l’ultimo bacio”
Si voltò a guardarla
“Vuoi cercare di svegliare il serpente?”
“Non c’è bisogno, si sveglierà da solo, quando l’amore per Carmen di oggi diventerà obblighi, doveri, rinunce. Malgrado la tua paura delle mie voglie, io ti ho fatto felice: devi ringraziarmi con un attimo di tenerezza: almeno per questo, Ciccino”
Sorrise pensando che la cicciona aveva un po' di ragione. Lei dischiuse le labbra, lui si avvicinò e le guardò quelle labbra con cui tutto era iniziato. Poi si abbassò e la baciò sulla guancia, fece un sorriso di circostanza, si voltò e se ne andò giù per le scale.
Restò ad osservarlo, poi, chiusa la porta, se ne tornò lentamente nella sua stanza da letto con la sua andatura leggera e sensuale.
“Ipocrita, come tutti i maschi: se amore era, e se per te aveva un qualche valore, dovevi insistere nel farmelo accettare, pretendendo il mio malgrado, anche se sono una donna sposata e più vecchia: dovevi contagiarmi con la tua incoscienza e farmi credere in quanto provavi e in un possibile futuro.”
Spalancò la finestra per far cambiare l’aria alla stanza e tornò a sedersi al tavolino con i suoi prodotti di bellezza. Aprì la busta con i soldi e li contò, prese da un cassetto un quaderno con la copertina nera l’aprì ad una pagina piena di nomi e di numeri e dopo aver cercato quello di lui, scrisse in linea i due mensili.
Guardò la pagina studiando chi ancora doveva pagare, poi chiuse il quaderno e lo ripose nel cassetto.
Aprì un grande portagioie e levò il primo ripiano fatto a scacchiera colmo di orecchini e bracciali. Dal doppio fondo tirò fuori una rosa ormai secca e scura con ancora attaccato un nastrino rosso con il suo nome. La osservò facendo ruotare il gambo.
“Eri il migliore a letto Ciccino, ma nel mio cuore eri l’unico! Non hai mai avuto ne l’intenzione né coraggio di esserlo per sempre. Avevi già avuto tutto e subito, senza fatica e non hai capito che questo era stato il mio primo dono d’amore.  Non hai mai fatto nulla per tenertelo o ricambiarlo. Stupido, nessuna potrà mai darti la felicità che provavo per tè e parlartene sarebbe stato inutile: avresti raccontato al bar del paese della cicciona che si era innamorata di te e a cui facevi fare a letto tutte le porcate che volevi”
Diceva così alla rosa mentre la faceva girare su sé stessa e osservava rapita il suo ruotare. La ripose delicatamente nel portagioie e con ancor più delicatezza la copri con il ripiano a scacchiere.
“Ciccino l’amore rende deboli ma non perché rende vulnerabile chi ama, ma perché rende debole chi non ama abbastanza per accettare i sacrifici che l’amore impone. Il tuo amore Ciccino, era sempre debolissimo, perché vi cercavi solo il piacere e non i sacrifici, i problemi, le contraddizioni e le spine che avrebbero reso il tuo sottile sentimento forte ed invincibile.”
Restò a guardarsi allo specchio mentre gli occhi si inumidirono.
“Io, quei sacrifici, per te li avrei accettati, ma tu hai avuto paura di quello che avrebbero detto gli altri a vederti con una grassona più vecchia di te. Sapevi che per me eri speciale e l’unica cosa che hai fatto è stato cercare di non pagare una rata d’affitto. Ciccino, mi hai deluso. Ti sei trasformato in un maldestro cigolò anche se nei tuoi momenti bui sono stata io la tua unica forza”
Prese un fazzolettino e si soffiò il naso. Raccolse il cellulare e compose un numero
“Si, signora, buonasera sono la signora Loiacono, come sta …. Bene grazie… volevo dirle, mi si è liberata una camera, … si una camera, se a suo nipote interessa…. E che vuol fare, se ne è andato senza avvertirmi prima, così sono i ragazzi … inaffidabili. Non sanno capire che tra il rispetto che si riceve e quello che si dà deve esserci un equilibrio che loro purtroppo, non sanno ancora raggiungere, … bisogna aver pazienza perché a volte si perdono dietro ai loro stessi capricci … Comunque signora, mi mandi domani suo nipote che gli faccio vedere l’appartamento … le mando l’indirizzo per Whats Up.  Se è suo nipote, sarà sicuramente un bravo ragazzo?  … Ah l’ho già visto? … Quello alto si, me lo ricordo …. Un bel ragazzo …. Va bene, va bene a domani la saluto buonasera.”
Guardò lo specchio sorridendo e mordendosi il labbro inferiore come faceva quando le venivano strane voglie. Osservò un sopracciglio e preoccupata incominciò a cercare la pinzetta per risolvere una terribile asimmetria.
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princessofmistake · 16 days
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“Ti amerò per sempre”. Non ci rendiamo conto di dirlo sempre a persone diverse che di volta in volta si succedono. Allora siamo proprio incapaci di amare. Che tristezza. Forse è meglio che accettiamo il fatto e ci rinchiudiamo in prigioni di morbido silenzio. Più onesto. Oppure lasciarsi scivolare lungo i secoli, che non durano poi che una manciata di secondi. Pensare che tra poco le tue labbra apparterranno a qualcun altro, e qualcuno che non conosco giocherà con te in un giardino di dolce carne, tutto questo è così insopportabile quanto logico. Non sono geloso. Non lo sono proprio. Ma è così triste questo. Non è forse meglio aspirare alla gioia degli eremiti, i compagni dell’anima, sfiorati solo da un alito di vento – puri. Ci hai mai pensato? E se io fossi veramente un angelo? Allora sì, potrei raggiungere le profondità del mare, specchiarmi nella sabbia e scoprire – il cielo. Ricordati. L’anima rimane pura. Ma la tua carne è macchiata dalle impronte delle mie dita e delle mie labbra. Non dimenticartelo mai, per favore. E ora non voglio fare altro che dimenticarti negli occhi di qualcun altro. Perché se penso a te e la tua immagine non è accompagnata dall’amore, allora è meglio annegarla – o scolpirla. Voglio essere guardato solo da occhi innamorati. Gli altri sono ciechi per me. Voglio solo essere sommerso di nuovo dall’amore. Voglio far assaporare la mia carne a qualcuno che mi desideri e apprezzi (e tu? sei così lontano ormai da non sentire più il mio profumo? A volte vorrei ancora te nel mio letto). Forse allora sarò in grado di guardarti, e vederti di nuovo, e provare qualcosa. Qualche cosa che non sia questo silenzio. Perché è stato cancellato l’amore. E dove mi trovo ora? L’aria è calma. Perché sarei solo uno dei tuoi amici, e io mi nutro solo di qualche cosa di assoluto. Solo poche gocce. E se non sono indispensabile non riesco a stare accanto a nessuno. Amo solamente chi mi ama. E non ti voglio bene abbastanza da giungere a negarmi. Mi pesa la testa. Sento come un fruscio d’ali nella mia mente. Gli angeli. Ricordi? Forse esistono.
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barbaraincucina · 3 months
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Ricettario di piatti leggeri per rimettersi in forma
Preparazioni base:
Aglio maturato / cipolla o scalogno maturati
Pulire gli spicchi di un'intera testa di aglio, togliere l'anima, metterli nel boccale del minipimer, versare olio di oliva extra vergine e frullare fino ad ottenere una crema. Versare in un barattolo di vetro sterile, passare nel microonde per 1 minuto a massima potenza (fino a quando “bolle”), lasciare raffreddare leggermente, mescolare, aggiungere se serve altro olio. Procedere allo stesso modo con lo scalogno. Utilizzare nei sughi al posto del soffritto avendo cura di togliere dal computo altrettanti cucchiaini di olio.
Brodo vegetale
Mettere in pentola sedano, carota, cipolla, porro, zucchina, una foglia di alloro, sale. Coprire di acqua, portare lentamente a bollore e far sobbollire per mezz'ora. Filtrare, togliere l'alloro e aggiustare di sale. Tenere sempre pronto in frigo per aiutarsi nelle cotture dei sughi e dei secondi. Frullare le verdure rimaste per ottenere un passato di verdura.
Concia per carne
Tritare finemente a coltello rosmarino e salvia, aggiungere a piacere aglio, sale, pepe, poco aceto bianco.
NB in ogni ricetta l’olio, se presente, deve essere misurato.
Idee per condire la pasta:
Sughi bianchi:
Prosciutto cotto e piselli
Cuocere i piselli surgelati con brodo vegetale, aglio e cipolla maturati. Frullarne la metà per ottenere una crema. Aggiungere in padella il prosciutto cotto sgrassato tagliato a piccoli cubetti. Sfumare se necessario con un goccio di vino bianco. Portare a cottura e aggiustare di sale e pepe, condire la pasta col sugo e la crema di piselli.
Speck e zucchine
Cuocere le zucchine tagliate a piccoli cubetti regolari con brodo vegetale, aglio e cipolla maturati. Frullarne la metà per ottenere una crema. Aggiungere in padella lo speck sgrassato tagliato a piccoli cubetti. Sfumare se necessario con un goccio di vino bianco. Portare a cottura e aggiustare di sale e pepe, condire la pasta col sugo e la crema di zucchine.
Funghi porcini secchi e prosciutto crudo
Ammollare i funghi porcini secchi, scolarli, strizzarli e cuocerli con aglio e cipolla maturati. Aggiungere il prosciutto crudo sgrassato tagliato a piccoli cubetti, sfumare se necessario con un goccio di vino bianco e portare a cottura bagnando con l'acqua di ammollo dei funghi. Aggiustare di sale e pepe.
Funghi misti surgelati
Cuocere i funghi ancora surgelati in una larga padella. Profumare con aglio e timo, aggiustare di sale e pepe. Condire le tagliatelle di semola (non all'uovo) direttamente in padella.
Funghi pioppini e speck
Pulire i funghi e spadellare in una larga padella antiaderente con lo speck sgrassato a striscioline, aglio in camicia e timo. Sfumare con vino bianco, aggiustare di sale e pepe. Terminare la cottura della pasta in padella col sugo mantecando con acqua di cottura.
Verdure e curry
Tagliare melanzane, zucchine, peperone, porro, carote a piccoli cubetti regolari. Arrostirli (separatamente se sono in quantità) in una larga padella unta (mettere un cucchiaino di olio e “spalmarlo” su tutta la padella con uno scottex). Profumare con aglio, paprika, curry, peperoncino, aggiustare di sale e pepe.
Cipolla rossa e lambrusco
Affettare abbondante cipolla rossa, salare e stufare in padella con un bicchiere di lambrusco. Far evaporare la parte alcolica poi cuocerla a lungo e lentamente col coperchio aggiungendo se serve brodo vegetale. Lasciare il sugo leggermente acquoso, lessare gli spaghetti e terminare la cottura in padella mantecando con la cipolla. Aggiustare di sale e pepe e finire con olio a crudo.
Broccoli e peperoncino
Cuocere i broccoli surgelati con brodo vegetale e aglio. Frullarne la metà per ottenere una crema. Aggiungere ai broccoli in padella il peperoncino e sfumare se necessario con un goccio di vino bianco.  Aggiustare di sale e pepe, condire la pasta col sugo e la crema di broccoli.
Ragù bianco light (coniglio e carciofi)
Tritare sedano, carota e cipolla e “soffriggere” con un cucchiaino di olio e brodo vegetale. Aggiungere la carne macinata di coniglio, cuocerla a fuoco vivo finchè butta fuori tutta l'acqua, sfumare col vino bianco poi aggiungere brodo vegetale e portare a cottura lentamente. Aggiungere sale, pepe e spezie (ad esempio pimento tritato). Aggiungere i carciofi affettati fini (ancora meglio se spadellati a parte, ungendo la padella con lo scottex).
Pesce spada e arance
Tagliare il pesce spada a piccoli cubetti, condire con un cucchiaino di olio, sale, pepe, aglio, peperoncino, basilico, scorza di arancia. Spadellare e sfumarlo con il succo di un'arancia, aggiungere uvetta sultanina (ammollata nello stesso succo di arancia), olive nere taggiasche (considerare 6 olive pari a un cucchiano di olio). Condire la pasta in padella col sugo aggiungendo se consentito lamelle di mandorle tostate. Terminare con aneto (o l'erbetta del finocchio).
Tonno fresco e melanzane
Tagliare la melanzana a cubetti e spadellare in padella unta con lo scottex, poi mettere da parte. Tagliare il tonno a piccoli cubetti, condire con un cucchiaino di olio, sale, pepe, aglio, peperoncino, basilico. Spadellare nella stessa padella, unire pomodorini, capperi e la melanzana. Aggiustare di sale e pepe. Condire la pasta in padella col sugo aggiungendo prezzemolo fresco tritato.
Sughi rossi:
Pomodoro, aglio e basilico
Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, olio, basilico, sale e pepe. Far sobbollire col coperchio.
Tonno in scatola
Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, olio, sale e pepe. Far sobbollire col coperchio. Aggiungere capperi dissalati tritati a coltello e il tonno al naturale sgocciolato dal liquido di conservazione. Terminare con prezzemolo fresco tritato.
Melanzane
Tagliare la melanzana a cubetti e spadellare in padella unta con lo scottex, poi mettere da parte. Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, olio, basilico, sale e pepe. Far sobbollire col coperchio. Aggiungere le melanzane.
Puttanesca
Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, cipolla, olio, basilico, sale e pepe. Far sobbollire col coperchio. Aggiungere capperi e olive (togli 1 cucchiaino di olio ogni 6 olive taggiasche, ben asciugate).
“Amatriciana” con speck
Versare la passata di pomodoro in un pentolino aggiungendo aglio, olio, sale e pepe. Far sobbollire con il coperchio. Aggiungere lo speck sgrassato tagliato a cubetti (volendo spadellare prima a secco).
Ragù di manzo light
Tritare sedano, carota e cipolla e “soffriggere” con un cucchiaino di olio e brodo vegetale. Aggiungere la carne macinata di manzo (un taglio magro), cuocerla a fuoco vivo finchè butta fuori tutta l'acqua, sfumare col vino bianco poi aggiungere la passata di pomodoro, brodo vegetale e portare a cottura lentamente. Aggiungere sale, pepe e spezie (ad esempio pimento tritato).
Ragù di anatra e arancia
Tritare sedano, carota e cipolla e “soffriggere” con un cucchiaino di olio e brodo vegetale. Aggiungere la carne macinata di anatra (il petto senza pelle), cuocerla a fuoco vivo finchè butta fuori tutta l'acqua, sfumare col succo di un'arancia spremuta poi aggiungere una punta di concentrato di pomodoro, brodo vegetale e portare a cottura lentamente. Aggiungere sale, pepe e spezie (ad esempio pimento tritato). Terminare con scorza di arancia grattugiata e semi di papavero.
“Ragù” di moscardini o seppia al nero
Tagliare i moscardini a piccoli cubetti regolari, condirli con un ½ cucchiaino di aglio maturato e ½ di cipolla e spadellarli, sfumarli col vino bianco, lasciare evaporare poi versare la passata di pomodoro. Aggiustare di sale, pepe, peperoncino. Cuocere lentamente e col coperchio per mezz'ora. Allo stesso modo si può usare la seppia e aggiungere al pomodoro anche il suo nero.
Risotti:
zafferano
radicchio rosso
zucchine
funghi porcini secchi
peperoni
zucca
asparagi
gamberi
Tostare il riso in casseruola a secco. Sfumare col vino bianco. Aggiungere aglio e cipolla maturati. Portare a cottura aggiungendo brodo vegetale bollente (o l'acqua di ammollo dei funghi per il risotto ai funghi) un po' alla volta e tenendo mescolato. Durante la cottura aggiungere le verdure scelte. A fine cottura “mantecare” con una mezza sottiletta light.
Per il risotto ai gamberi preparare un brodo con le teste dei gamberi, sedano, carota, cipolla, porro, gambi di prezzemolo, concentrato di pomodoro: tostare prima il tutto, sfumare col brandy poi coprire di acqua fredda. Aggiustare alla fine di sale e pepe. Procedere col risotto come spiegato sopra usando il brodo di gamberi per portarlo a cottura. Unire alla fine i gamberi tagliati a cubetti.
Insalata di riso parboiled o basmati/riso nero/orzo/farro/cous cous:
Tonno in scatola e verdure crude
Lessare il riso parboiled, scolare e freddare. Condire con olio, aggiungere il tonno al naturale sgocciolato dal liquido di conservazione e le verdure crude tagliate a piccoli cubetti regolari (pomodori, peperoni, zucchine, carote,...). Conservare in frigo fino al consumo.
“Cantonese light”
Lessare il riso basmati, scolare e freddare. Condire con olio, aggiungere i piselli e il prosciutto cotto sgrassato tagliato a piccoli cubetti regolari. Aggiungere un uovo strapazzato cotto a parte in padella antiaderente senza grassi (togliere l'uovo usato dal computo settimanale). Conservare in frigo fino al consumo.
Gamberi e zucchine (riso nero)
Lessare il riso nero, scolare e freddare. Sbollentare i gamberetti. Tagliare la zucchina a cubetti, sbollentare e freddare. Condire il tutto aggiustando di sale e pepe. Conservare in frigo fino al consumo.
Vongole e zucchine (riso nero)
Lessare il riso nero, scolare e freddare. Tagliare la zucchina a cubetti, sbollentare e freddare, poi mettere da parte. Spurgare le vongole, scolarle e metterle in una casseruola con mezzo bicchiere di vino bianco, aglio, gambi di prezzemolo. Accendere il fuoco, tenere il coperchio ben chiuso e cuocere qualche minuto finché non saranno aperte. Sgusciarle. Condire il riso con le vongole, le zucchine, l'acqua rilasciata dalle vongole (filtrata). Conservare in frigo fino al consumo.
Cous cous con verdure e curry
Tagliare melanzane, zucchine, peperone, porro o cipolla, carote a piccoli cubetti regolari. Arrostirli (separatamente se sono in quantità) in una larga padella unta (mettere un cucchiaino di olio e “spalmarlo” su tutta la padella con uno scottex). Profumare con aglio, paprika, curry, peperoncino, aggiustare di sale e pepe. Cuocere il cous cous come indicato sulla scatola aggiungendo un cucchiaino di curry all'acqua bollente. Sgranare il cous cous e condire con le verdure. Meglio se preparato il giorno prima.
Minestre:
Minestrone
Tagliare tutte le verdure a piccoli cubetti regolari e quelle in foglia a striscioline fini. Carote, zucchine, pomodori, rapa bianca, porro, finocchio, sedano, il verde dei cipollotti, zucca, bietole, spinaci, cavolo nero, fagiolini, verza, cappuccio, cavolfiori, broccoli,...Aggiungere piselli ma non patate né fagioli. Si può preparare il mix e poi conservarlo nel congelatore. Basterà versare in pentola l'occorrente, coprire di acqua e cuocere aggiungendo solo un po' di sale. Terminare con un cucchiaino di olio crudo e una macinata di pepe.
Brodo light con capelli d'angelo
Mettere in pentola petto di pollo, sedano, carota, cipolla, porro, una foglia di alloro, sale. Coprire di acqua, portare lentamente a bollore e far sobbollire per un'ora. Filtrare e aggiustare di sale. Cuocere nel brodo la pasta scelta (non all'uovo). Un'alternativa al primo di pastasciutta. La carne di pollo può essere sfilacciata e mangiata a cena in insalata.
Creme di verdura:
zucchine
broccoli
zucca e zenzero
finocchio e zafferano
sedano rapa e carote
sedano rapa e curry
Cuocere le verdure scelte tagliate a pezzettoni con aglio e/o cipolla maturati e brodo vegetale. Frullare e aggiustare di sale, pepe, olio e aromi scelti.
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gcorvetti · 10 months
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Nuovo lavoro.
L'ultima volta che ho lavorato in un ristorante come cuoco risale 3-4 anni fa, agosto 2019-giugno 2020 con lock down compreso, quindi era un pò che non mi spaccavo le gambe a stare in piedi, fortuna che è part time. In questo nuovo posto che è pseudo italiano fa cagare un pò tutto, piatti mai ne visti ne sentiti e la pizza, che è la cosa più venduta di 'sto posto, fa cagare, l'ho voluta provare; allora l'impasto non è male, ho visto di peggio, solo che mettono una vagonata di cose sopra e non scendo in particolari se no qualche pizzaiolo può suicidarsi, ma la cosa più pesante è il formaggio, molto grasso e ne mettono a riempire tutto, cioè gli ingredienti sotto non si vedono da quanto formaggio c'è, che rende sta pizza pesante da digerire, per dire che ho preso una margherita piccola che non c'è nel menù perché è troppo semplice e ne ho mangiato la metà, ho detto tutto. L'impasto è modellato con una pressa idraulica, la cottura è fatta in un forno automatico si introduce la pizza con la teglia da una parte e in 7 minuti esce dall'altra facendo scorrere la pizza su delle cinghie di metallo, mai vista na cosa del genere; le tipe che fanno le pizze non sanno neanche cosa sia una pizza, sono tipo macchine e non importa se sei brava a fare la pizza non serve, tanto che c'è una che anni fa lavorava come lavapiatti in un ristorante dove ho fatto 2 anni tra tavoli e bancone. Per i piatti alla carta, il mio settore, si va da paste che neanche il demonio mangerebbe all'hamburger che oramai è una moda qua in città, fino a filetti di carne e salmone, diciamo che più o meno sono mangiabili, sicuramente meglio della pizza, io non sono un perfezionista che ogni piatto dev'essere come ricetta comanda ecc ecc, ma fare una pasta col pollo e i funghi, con la double cream che qua mettono ovunque è un omicidio della nostra cucina, soprattutto perché si spacciano per ristorante italiano, si chiama Taverna quindi si può ben capire. La cosa però più assurda è che piace, anche parecchio, sarà per la posizione, la piazza centrale, ma diciamo che si lavora parecchio, abbiamo in linea d'aria a circa 200 metri un ristorante italiano con pizza fatta come si deve da pizzaioli, c'è anche l'ex amichetto che in quanto a pizza ne sa, su forno a legna, in cucina c'è il proprietario sto negriero stacanovista maschilista e anche fascista, ma i piatti sono come tradizione comanda; questo per dire che la differenza si vede ad occhio ma qua (vi ricordo che vivo a Tartu in Estonia) le persone non mangiano per gusto o per passione ma soltanto per riempire la pancia e più il piatto è pieno più sono contenti, anche se quello che c'è nel piatto è di pessima qualità, non importa, basta che riempie tanto ma tanto ma tanto.
Che dire di più che me ne fotto tanto è per un paio di mesi e poi si vedrà, ma una cosa che ho notato è che ogni singola persona che lavora in quel posto, quindi dalle lavapiatti al mio collega cuoco, appena hanno anche 10-15 secondi subito prendono il telefono e vanno o su un social o su una messaggistica, io il mio lo lascio nello zaino tanto non ho social solo messaggistica e non messaggio con nessuno oramai, solo Dr Spock ok. Questa cosa è terribile secondo me, sempre stando che ognuno fa quel che vuole, ma se stai in un momento di stress lavorativo e hai quei 20 secondi di micro pausa, magari un paio di minuti per una sigaretta, non prendere il telefono fai un attimo rilassare il cervello, dagli aria, va bè cazzi loro.
Ora ho 3 gg di riposo e mi dedico alle mie cose :D
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kon-igi · 2 years
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LA PARANOIA ENTROPICA
Da quando ho scoperto l’esistenza di un rituale magico chiamato LEGGE DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA ho sviluppato una sorta di paranoia - solo acuita di un po’ dalla crisi recente - per cui quando mi appresto a fare un qualcosa che richieda un dispendio energetico (di elettricità, benzina, gasolio, gas o semplicemente muscolare) la mia domanda subconscia è
QUANTO MI COSTA IN TERMINE DI REALE CONSUMO?
Graziarca’ direte voi, visti i tempi, ma la mia paranoia non riguarda il consumo economico (quella è una conseguenza) ma la fallace illusione di credere che un’azione richiedente una fonte di energia abbia un costo energetico evidente e che quell’azione debba essere fatta così perché così e basta.
Questo post nasce dall’aver visto mia figlia cuocere la pasta così:
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Non dentro al bollitore elettrico, ovviamente, ma facendo bollire l’acqua a parte e poi versandola nella pentola insieme alla pasta, dove quest’ultima cuocerà senza fuoco.
Aldilà del fatto che a volte ci sia bisogno di riscaldare preventivamente la pentola (pochi secondi) o delle considerazioni degli italiani scassacazzo che ommiodio il dio barilla s’infuria, la mia preziosa figlia ha affermato che 
È PIU’ VELOCE ED ECONOMICO
Ora, sulla velocità concordo (pochi minuti nel bollitore, 15-20 sui fornelli) ma a questo punto subentra la paranoia...
A livello di calorie prodotte è più economica l’elettricità o il gas? È più economico perché è più veloce nel produrre tali calorie? È colpa della dispersione nell’ambiente del calore che sfugge via da sotto la pentola? E facessimo le pentole a clessidra col calore che rimane intrappolato sotto? E se invece ci godessimo il calore disperso nell’ambiente? E se è estate e poi devo accendere l’aria condizionata, il costo energetico dell’aria condizionata supererebbe quello del gas e/o quello del bollitore? È più economico lavare i piatti a mano o in lavastoviglie? L’elettricità usata per scaldare l’acqua della lavastoviglie è più economica del gas della caldaia necessario a scaldare l’acqua calda del lavaggio a mano? È meglio asciugarsi le mani con gli asciugamani in tessuto, le salviette di carta o il soffione di aria calda? L’energia elettrica usata dal soffione è inferiore o superiore a quella della lavatrice per lavare gli asciugamani in tessuto? La cellulosa delle salviette di carta quanto impatta sull’ambiente in termini di distruzione di foreste e consumo di energia per raffinarla e produtte tali salviette? Se uso le candele invece delle lampadine elettriche a LED AC/DC dimmerabili quanto impatterà in termini ambientabili ed energetici la coltivazione delle palme e l’estrazione dell’olio di palma da cui si ottiene la stearina con cui sono fatte? Costo di più al SSN se mi ammalo di patologie cardiovascolari dovute al consumo di alimenti economici oppure se mi becco una parassitosi dovuta all’ingestione della carne cruda di quegli animali selvatici che ho ammazzato a sassate correndo nudo nei boschi?
Ora scusatemi che devo andare a fare un po’ di corsa sul posto per scaldare la camera da letto grazie alla magica legge di conservazione dell’energia... però prima mi preparo una tazza di strutto di maiale sulla ventola del pc perché avrò bisogno di molta energia da trasferire.
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fenitelaminaperdue · 2 years
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Sono Pop, sono Ciop, sono Crock , sono Mork..ciao MIndy.
Calpesto con pesantezza l'erba impenitente ed oltremodo resistente di questo viale alberato che porta in 130 passi al mare. Ho sempre avuto questa malsana idea di contare le distanze in falcate da più o meno 70 centimetri . Sono come Pollicino che lasciava le briciole di pane per essere capace di tornare indietro, mi serve un punto da fissare per non perdermi e sparire come il Croccante al Cioccolato solo perchè quello all'Amarena è decisamente più buono. Non sono mai venuto qui con te e con te non ho più contato i passi che mi separavano dal mare per almeno 30 anni. Hai scelto questo posto per sentire il profumo del mare e qui sei rimasto, in una casetta colorata di uno scontato ma sempre efficace bianco e blu, sotto dei pioppi dal fogliame pigro di verde slavato. Il nano è meno nano, ma tu non lo sai o forse si per certi misteri non si ha ancora la soluzione. Lui sgambetta veloce nelle sue ossa sottili da genetica familiare che ci lega e ci rende simili da svariate generazioni. La malinconia che mi umidifica le pareti del costato da un bel pò adesso trasuda e va oltre, mi prende la testa, il fiato. il nano lo sa perchè lui ha il nostro stesso super potere , il sentire anche senza udire, il vedere senza guardare. Passava di qui vero? Me lo chiede sapendo già la risposta. Ma perchè si muore? Parlare con un settenne della morte non è semplice , non ha il concetto di inizio e fine ma solo del frattempo, del frappè e del Calippo gusto Coca Cola che non tramonta mai. Tutto gli appare lontano disconoscendo che invece è tutto incredibilmente vicino, a volte basta solo girare l'angolo e pouf, ciao ciao, saluti, adios, bye bye, adeus, aloha, farvel, adieu, fanculo il buco nero, se solo avessi tardato 5 secondi o mi fossi masturbato con un video di Pornohub sezione "Threesome Amateur". Si muore perchè in realtà siamo solo delle macchine di carne che a poco a poco si consumano, ci ammaliamo dal momento in cui nasciamo. Il primo giorno è quello di nostra massima efficienza, poi è tutta una discesa "like a Rolling Stone", cellule che decadono come un antico nobile del casato della Regale Casa del Mulino Tricolore , cromosomi che si suicidano per la noia, tessuti che si aprono veloci come la zip dei jeans quando avevi 15 anni ed in TV passava "La Dottoressa alle Grandi Manovre". Visti da dentro facciamo proprio pena. Per un certo periodo ci sentiamo come una Ferrari con però il motore della Panda e quasi giunti al traguardo siamo diventati una Panda che pensa di avere il motore di una Ferrari. La vita è al limite del banale quando ne hai conosciuta troppa. Sono diventato socialmente asociale talmente tanto che quando chiedo il gelato al bar indico direttamente il gusto con le dita anche se poi arriva la domanda maledetta, cono o coppetta? Anche questa volta cara gelataia dallo sguardo goloso hai vinto il duello del silenzio. Cono, medio, senza panna anticipo per evitare ulteriori motivi di inutile comunicazione. Chissà che fine ha fatto Calcutta e mi viene in mente che anche io "sono uscito stasera ma non ho letto l'oroscopo" speriamo di non avere Saturno contro, la Luna Nera in opposizione e Marte rosso dalla rabbia e non ho neanche ingoiato la" Tachipirina 500 se ne prendi due diventan mille " come le spille che adesso sento sulla schiena perchè ancora non ho ben capito in fondo " che cosa mi manchi a fare" . Dovrei chiedere scusa a molte persone per averle lasciate andare, quindi scuse fatte ciao. Sono stanco, non ho più voglia di inseguire, parlare, capire , discutere, che tanto anche se scrivessi il mio personale e dettagliato manuale delle istruzioni e ve lo dessi voi cerchereste soltanto il buco dove infilare la batteria perchè nella realtà vi interessa solo di vedere tutto senza pagare il canone o l'abbonamento, pezzottatori di vite perfette per il pubblico votante "Hai visto che tramonto Truman? E' perfetto...Merito del grande Capo." Ciao Nano mi ero dimenticato di te nel frattempo scusa ho finito i 4096 caratteri di Tumblr.
Sono pop, sono cool Sono come tu mi vuoi Sono un po' stanco di Aspettarti e così Per un po' vado via
Pop - Lo Stato Sociale
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blacklotus-bloog · 1 year
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Amante, tempo verbale e sostantivo senza differenza di genere. Un tipo più alto di AMORE, quello consapevole dei propri limiti e della propria forza. Condizione di inferiorità o superiorità alla quale molte persone si relegano o vengono relegate. Eroi ed eroine che si immolano sul sacro podio degli eterni secondi o che credono di poter assumere l'implicita reggenza del trono di un talamo familiare.  Amare non è porgere le frecce a chi ami è tenere la tua faretra piena semmai ci fosse bisogno. Una donna o un uomo non devono aver bisogno dell'altro/a ma voglia. Un uomo o una donna non hanno bisogno di completarsi in qualcuno ognuno si completa solo nei propri figli. Se qualcuno ama, comprende che nelle difficoltà ci sono fragilità diverse da quelle fisiche, fragilità che conosce solo la carne della tua carne, marito o moglie che sia. Se ami doni leggerezza, spensieratezza, scoperchi il tetto di una casa, cerchi di dare ali per volare a quella persona ma sappi che una casa poggia su pilastri, onora quella casa e quei pilastri, sono costati magari lacrime e sacrifici e per quanto amore ora, tu, possa dare, non eri lì !!!
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BL
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Saiyuki Graffiti
Premessa
Prima di mettere i “Saiyuki Graffiti”,con tanto di traduzione,vorrei fare un sentito ringraziamento a Code.Veronica (1) per avermi fornito il collegamento al suo blog (in cui ci sono anche le illustrazioni che metterò sempre grazie a lei) e a Elfsoto per le traduzioni in inglese. La traduzione dall'inglese sarà basata dal blog KonnyakuHonyaku mentre le immagini che vedrete sono tratte da questa pagina del blog di Cod.Veronica, dove potrete anche ammirare e leggere la sua traduzione ben più dinamica e poetica della mia che vi dico fin da subito che è più scarna e letterale, quindi ribadisco GRAZIE PER LA VOSTRA GENTILEZZA E DISPONIBILITÀ
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Bene ora passiamo all'opera vera e propria.
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02. La luna precipita, gli uccelli piangono e siamo un tutt'uno col cielo gelato. Alle lampare che dormono dolorosamente nel fiume sotto l'acero, dal freddo tempio di montagna fuori dell'antico castello, la voce della campana di mezzanotte arriva alla barca passeggeri.-Nagatsugu
03. La punta della scopa di bambù incontra leggermente il terreno,le foglie cadute gridano con un secco, frusciante suono. L'uomo ascoltava, seduto da solo su un corrimano nel corridoio del tempio principale. Da lì, ancora non riusciva a vedere il giovane ragazzo che scopava il cortile del tempio.
Il Sole si chinò e nubi cumuliformi coprirono facilmente lo sbiadito cielo viola. Sembrava un pesce gigante che nuotava dall'autunno fino all'inverno. Aspettando il ragazzo che sarebbe apparso qui a poco, l'uomo cercava parole informali di saluto.
Non poteva sperare di catturare il viola gradualmente sempre più profondo del cielo,così come quei puri e magnifici occhi.
In quel lontano giorno, caduto nel cielo orientale.
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04. Questi dolcetti di riso al mio fianco, lasciateli soli e fuori da qui.
05. Con chi diavolo pensate di parlare voi? Vi ammazzo!…Non stiamo esprimendo molta differenza dal solito.
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06. Uccello senza casa, verso quale oscurità vai, mentre piangi un invito al nulla?
07. Quella dolce, dolce caramella era sempre offerta dalla manica dell'uomo; per questo motivo il ragazzo credeva fosse una tasca magica.
Ti mostrerò che posso fare qualsiasi cosa tu mi insegni sempre meglio. L'uomo socchiuse gli occhi già socchiusi in un sorriso e disse soavemente belle parole mentre mise della caramelle in carta colorata da regalo nella piccola mano del ragazzo. Erano dolci abbastanza sulla lingua del ragazzo, come un arcobaleno in frantumi, da fargli dimenticare i dolori del suo corpo.
“Sono una delle tue caramelle, se urti la tasca il biscotto si rompe. Se urti più e più volte si trasforma in briciole e quando soffia il vento,addio.”
Dolce e doloroso, più oscuro dell'oscurità, il sapore del cioccolato è come una droga.
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08. “Questa voce non raggiungerà nessuno.”
09. “—-Ci vediamo. Continua a vivere, Gojyo.”
Sussurò, apparentemente senza un briciolo di senso di colpa, e se ne andò a passo leggero nella città di sera. Anche se aveva trascorso un anno lontano, questo era il posto dove era abituato a vivere; scegliendo il suo sentiero, sarebbe stato in grado di uscire dalla città senza essere visto da nessuno. L'uomo infallibilmente si diresse verso un vicolo stretto, facendo scivolare il suo corpo esile come un gatto.
Mentre camminava, frugò nella sua tasca posteriore,ma ricordandosi che aveva già buttato via la scatola vuota si morse la lingua.–All'improvviso il calore salì lungo il suo fianco. Senza nemmeno il tempo di girarsi, il coltello che lo ha colpito affondò nella carne brutalmente. Respirò in modo affannoso per 2 o 3 secondi, quindi senza dire una parola, cadde per terra. La schiena di un uomo dal piccolo corpo, in fuga, entrò nella sua visuale per un momento ma non era nessuno che ricordava. Per il metodo era probabilmente un qualche ragazzo esperto assunto per soldi. A proposito di…..cosa era succeddo alla ragazza dello yakuza di un anno fa? Non faceva differenza. Proprio così, nulla conta ora per me. Si dibattè nella pozza di sangue caldo per alzarsi,senza pensare; alla fine crollò rivolto verso l'alto. Stava ancora sorridendo, formando un sorriso con gli angoli di quella rossa, rossa bocca. Hyuuu..una leggera brezza urlò a intermittenza. È stato il vento proveniente dalla gola dell'uomo. “—jyo.” Al posto della sillaba sorda,piccole bolle rosse erano sorte e scoppiate.
“……Dammi una…..sigaretta, si?”
Lentamente le punte delle dita si protesero verso il vuoto, ma la luce di una sigaretta non ardeva lì.
Cattive compagnie
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10. Legame
Se esiste uno stile di vita che esalta la libertà, allora deve anche esistere uno stile di vita che protegge ciò a cui sei legato.
11. Questo confortevole dolore che lega il mio petto mi dice,quando sono orgoglioso di me stesso, che sicuramente posso diventare più forte di chiunque altro.
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12. Il ripido sentiero di montagna continuava. Tuttavia il giovane uomo che camminava davanti a me non voltava il suo bellissimo viso,continuava solo a camminare. A differenza del continente occidentale dove era nato e cresciuto, la maggior parte di questa terra non era lastricata. Io, col mio corpo che non sentiva più “le avversità"sono un caso a parte, ma è chiaro che per il giovane uomo dal corpo delicato questo viaggio era considerevolmente difficile. Così dicendo, quando cercavo in modo maldestro di preoccuparmi e dargli una mano, lui si arrabiava. "Che azioni inutili…..tutto quello che devi fare è guardarmi le spalle.” Quando rimanevo in silenzio, incerto del reale significato delle sue parole,il giovane uomo sussurrava,ancora con la sua sottile schiena verso di me,“Essere sorvegliati da qualcuno–il tuo cuore non si romperà in questo modo”. Quelle parole erano,alla fine,dure e in un qualche modo autoironiche. Non intendeva dire “È confortante avere qualcuno accanto.”; intendeva dire che, colui il quale non trovava nulla di più imbarazzante che mostrare fatti imbarazzanti agli altri, sommetteva il suo orgoglio sulla sicurezza al fine di evitare di perdere davanti a se stesso.
Se fosse stato meglio che non mi trovassi qui,non m'importa.
Se ha detto di vegliare, io lo farò finché questo corpo non decadrà e sparirà. Solo quando c'è bisogno di me—allora queste braccia che hanno perso il loro calore vitale, possono attraversare quella distanza.
Il destino cade senza suono.
13. Ultimamente la routine dell'uomo è stata quella di scambiare parole senza significato con la donna nella cella del seminterrato. Da qualche giorno si sarebbe recato nel seminterrato per quello che lui chiamava “ammazzare il tempo”; si divertiva a prendere il tè mentre le donne, tenute come giocattoli, singhiozzavano e si disperavano. Ma fin dall'inizio quella donna era in qualche modo diversa. “Hey mi sto annoiando. Perché non parliamo?” Quella fu la prima volta che l'uomo era usato per “ammazzare il tempo”. Anche se la donna si lamentava, non ha mai implorato per la sua vita; invece avrebbe posto un indovinello,usando parole o numeri oppure tirando fuori un ricordo senza senso. Se avesse mostrato anche il più piccolo interesse lei sarebbe apparsa trionfante come se si fosse presa la rivincita. Innumerevoli volte si chiedeva se dovesse ammazzarla, ma per qualche ragione non riusciva a metterlo in atto.—C'era un nome che la donna spesso pronunciava. Impassibilmente diceva che quello era il nome del suo fidanzato,il suo fratello gemello più giovane. Quando chiedeva se suo fratello le assomigliasse lei rispondeva “La sua faccia probabilmente si. Lo incontrerai anche. Lui è quasi qui, dopotutto.” lei sorrise brillantemente abbastanza da far venire un brivido lungo la schiena dell'uomo. Quando domandò che cosa avrebbe fatto il fratello una volta giunto, la risposta venne tra due sottili dita bianche premute contro le labbra cremisi: probabilmente solo una cosa. Era il cenno che la donna faceva quando stava risolvendo un indovinello.
“—Ahh, quindi la donna è morta?” chiamò l'uomo verso la schiena insanguinata del giovane rannicchiato a terra, perduto. È tutto allo scopo di continuare quella conversazione senza significato.
Reminiscenze di burattini.
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16. Dopo
Sono grata che non troppo tempo fa mi è stato chiesto di fornire un “opuscolo” di tutti. A causa dei miei problemi personali fisici, la creazione e la distribuzione sono stati entrambi terribilmente ritardati e chiedo umilmente il perdono di tutti a causa di questo inconveniente. Tutte le immagini pubblicate in questo “opuscolo” sono state realizzate mentre ero in congedo….in altre parole sono state disegnate dopo essere stata dimessa dall'ospedale. Avevo già creato prima molti schizzi inchiostrati per l'uso di questo pamphlet, ma ogni volta che pensavo di continuare a disegnare il Manga di “Sayiuki”, volevo lottare e affrontare i miei problemi in modo corretto e così ho ridisegnato tutto da zero. Personalmente mi sono divertita a disegnarli e se qualcuno li apprezzerà anche solo un po', ne sarò felice. Da ora in poi spero che tifiate per questi personaggi di Saiyuki. Kazuya Minekura, un dì di Agosto, 2007.
Note:
(1) Purtroppo il blog di VeronicaCode non c'è più in quanto la piattaforma non è più online almeno dal 2019-20. Scoprirlo mi ha rattristata molto perché amavo il suo blog e c'erano sempre chicche bellissime su Saiuyki. Per fortuna ho ancora i suoi contatti e posso chiederle se ha salvato il materiale (come ho fatto il con saiyukiiyalia) e se pianifica di metterlo in altre piattaforme.
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wishingsuperpowers · 2 years
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RICORDANDO IL SIC, 11 ANNI DOPO
-Circuiti, fatica, vittorie, sconfitte e lo shock di quella domenica che ti passa davanti come un tornado e ti schiaccia lo sterno ancora oggi-
23 ottobre 2022, circuito di Sepang. Clima piovoso, umidità alle stelle, i piloti intenti a inseguirsi tra le curve, una gara normale, la solita domenica da tifosi di moto gp.
Poi in un attimo, inaspettato, lo schianto, "quello" schianto: caos di moto e corpi in pista, il casco che rotola tra i bagliori rossi della livrea e si ferma sull'erba, oltre il cordolo. Dura pochi secondi, subito non si comprende la dinamica esatta. Un incidente del genere, con quelle traiettorie, non succede quasi mai. O forse sì, era già successo, ma non con questo finale che odora di tragedia imminente. C'è caos, nella luce biancastra della giornata. Siamo tutti col fiato sospeso. Abbiamo capito che non si tratta di un evento normale. Abbiamo capito che potremmo, purtroppo, essere testimoni di un momento storico. Più tardi, la conferma: Simoncelli è deceduto, non c'è maniera di dirlo più delicatamente, d'altronde si tratta di una verità talmente inaccettabile da non sapere come esprimerla, a parole, senza che faccia male.
Quel giorno ero ospite da amici. Abbiamo vissuto la mattinata con un peso sul petto, come se fossimo noi stessi gli amici, i parenti e i familiari di Simoncelli. Aspettavamo notizie. Pensavamo: "Ma sì, dai, ce la farà. Deve farcela". Sembrava impossibile che dovesse morire. Proprio lui! Quello originale, scatenato, sopra le righe, argento vivo perpetuo. Abbiamo atteso finché non l'hanno annunciato alla tv; cronisti e inviati a bordo pista pronunciavano quelle parole senza crederci veramente, senza che nessuno avesse ancora compreso la reale portata della situazione.
Il giorno dopo ero sconvolta come se mi fosse morto un parente stretto. Ho avuto il magone per giorni, non passava, mi disperavo anche per i familiari e gli amici del Sic, e quasi non capivo come il mondo facesse ad andare avanti comunque.
Di quella giornata, a distanza di anni, rimangono ricordi drammatici. L'assurdità dell'incidente. Quella sagoma di ragazzo sull'asfalto, ripresa dalla tv, senza casco, i riccioli scoperti. Ogni tanto ci penso ancora adesso. Ho assistito alla morte di tante celebrità, alcune da me molto amate, come per esempio Bud Spencer, ma una simile disperazione appartiene solo alla dipartita del Sic.
A volte intercetto qualche intervista del padre. Penso alla loro famiglia spezzata, che è andata avanti non so con quale forza, che negli anni ha ricostruito, ricordato, rilasciato parole e dichiarazioni, fatto del bene. Spero che abbiano ricevuto e ricevano tutt'ora, in qualche modo, l'amore dei fan, ammesso che serva. Perché, alla fine, non c'è modo di consolare davvero chi ha perso un figlio. Non c'è niente di sensato da dire. Noi, semplici spettatori, in fondo, siamo stati più fortunati della famiglia Simoncelli. Eravamo affezionati a un personaggio, e perderlo, per quanto scioccante, non è straziante come perdere qualcuno che tocchi, che respiri, che cresci ogni giorno. Ci è stato strappato un mito, ma non carne della nostra carne. Ci è stato risparmiato quell' estremo grado di dolore.
A Marco va il merito di averci intrattenuti, di averci lasciati col fiato sospeso, o in attesa che si togliesse il casco per le interviste di fine gara, scoprendo la sua criniera ribelle.
Marco ci ha fatti sognare, e continua la sua opera quando riguardiamo le sue imprese, stupendoci che sia già passato così tanto tempo da "quel" giorno.
Grazie di tutto, Sic.
(c) Ocd_Malerin_Girl
Foto: Gettyimages /GQItaly
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