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#polpette al sugo
difensoredelfocolare · 7 months
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Polpette al sugo, tu lo sai come farle morbidissime?
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INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
300 g di coppa di maiale tritato
400 g di cappello del prete tritato
50 g di pane secco senza crosta
1/2 bicchiere di latte
1 uovo
1 ciuffo di prezzemolo
1 spicchio d’aglio
80 di Parmigiano Reggiano grattugiato
sale, pepe e noce moscata
1 kg di pelati
1 spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva
sale
PROCEDIMENTO:
Ammolla il pane con il latte caldo e trita finemente il prezzemolo con l’aglio;
In una ciotola metti le carni, il Parmigiano, l’uovo, prezzemolo, aglio, il pane bagnato e non strizzato, sale, pepe e noce moscata e mescola il tutto fino ad ottenere un impasto uniforme;
In una pentola metti un filo d’olio e uno spicchio d’aglio e fallo soffriggere. Quando l’aglio è dorato aggiungi i pelati (puoi anche passarli con un passaverdura), sala leggermente, copri e porta a bollore;
Forma le polpette della misura che vuoi (io le ho fatte di circa 70 g ciascuna) e poi aggiungile al sugo che bolle e mescola muovendo la pentola;
Cuocile per almeno 40/45 minuti e se il sugo non è ben ritirato togli le polpette e fallo asciugare;
Servile tiepide con abbondante pane per la scarpetta.
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goolden · 29 days
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mamma ha fatto le polpette al sugo per cena. la vita è bella
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apropositodime · 7 months
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Succede che devi preparare la cena, perché a pranzo non ci sarà nessuno e a cena avranno una fame della Madonna, ma tu torni tardi.
😅 In tanti mi odieranno con davanti il loro caffè.
Quand'ero giovane non tolleravo chi mi parlava di cibo al mattino. 🤪
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dasistleeway · 1 year
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Homemade seafood soup & meatballs in tomato sauce...
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i-am-a-polpetta · 2 months
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stasera per san valentino invece dei cioccolatini ho fatto delle polpette al sugo 🥹 spero vadano bene lo stesso
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francesca-fra-70 · 6 months
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Il riso è quell'idea che nasce light e finisce come la somma di tutto quello che c'è in casa: Sugo con polpette, mozzarella, prosciutto, uovo sodo e diventa riso al forno non più ligth ma chiattone. 🙄
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volumesilenzioso · 3 months
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unpopular opinion: le polpette in bianco al forno sono più buone delle polpette al sugo
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perfectlightpolice · 1 year
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Sono con i miei nonni, abbiamo cenato e ora stiamo aspettando che arrivi Natale. In momenti come questi penso spesso a quando non ci saranno più; il silenzio, le sedie vuote, la pasta al sugo con le polpette che mi cucina nonna per poter farmi mangiare, il vuoto che creeranno sarà incolmabile. Spero sempre, in ogni attimo che non arrivi mai quel giorno. Darei la mia vita per poter salvare loro.
Vi amo.
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pinguinoterroncino · 6 months
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Domenica vuol dire polpette al sugo.
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sciatu · 2 years
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BRACIOLE ALLA MESSINESE - Braciole di Carne, di pescespada e metodi di preparazione.Braciole al forno, alla brace e al sugo ed ancora alla brace.
.L’amore dona piacere, sicurezza, speranza, forza, condivisione. Se tanti amano una certa cosa, una persona, un luogo, un cibo, allora quella certa cosa diventa il minimo comun denominatore di un gruppo, di una identità di una nazione. Quella certa cosa diventa un patrimonio culturale. Ora, pensiamo a quelle che sono le “Braciole” per i siciliani in generale e per i messinesi in particolare. Le Braciole infatti, equivalgono quasi ad una bandiera perché già lo stesso nome indica qualcosa che in altre parti d’Italia ha un altro significato. La “braciola” infatti nel resto d’Italia indica una bistecca spessa, a volte con osso. In Sicilia la Braciola è una sottilissima fettina di carne, avvolta a contenere un impasto di pan grattato, pecorino, prezzemolo, olio e provola. Il rotolo è attraversato da uno spiedo di legno ed è messo a cucinare insieme ad altri rotolini sulla brace o, a volte nel sugo con le polpette. Se invece della carne si usa una fettina di pescespada, avrete un involtino delicato e gustosissimo, qualcosa che occorre provare prima o poi nella vita. La Braciola alla fine è uno sposalizio tra l’amato pane di semola siciliano e la carne, consacrato non solo dall’olio con cui il pan grattato è imbevuto, ma dall’olio del “salmurigghiu”, quella unione di acqua, olio e aglio, raccolto con un ramo di origano e con cui si aspergono le Braciole calde appena tirate via dal fuoco infernale della brace, e che assorbendolo si ammorbidiscono. Il gusto è quindi un quartetto musicale in cui la carne sciogliendosi in bocca, libera il gusto del pane che rilascia l’olio ed esalta il piacere del formaggio. Tutto con le Braciole diventa più buono. Il pane di semola con cui le accompagni o in cui le racchiudi, si esalta, il pomodoro fresco tagliato con il cetriolo e coperto di olio diventa sublime, il vino rosso che è chiamato a pulire la bocca da quell’orgia di sapori vegetali ed animali, diventa superbo, intenso, liberando profumi aromatici a cui non avresti fatto mai caso. Se l’amore è gioia, forza, passione, intensità, piacere dell’istante in cui ci perdiamo, allora le Braciole sono amore unico, assoluto, infinito.
Love gives pleasure, security, hope, strength, sharing. If many love a certain thing, a person, a place, a food, then that certain thing becomes the lowest common denominator of a group, of an identity of a nation. That certain thing becomes a cultural heritage. Now, let's think about what are the "Braciole" for Sicilians in general and for Messina in particular. In fact, with the word braciole in the rest of Italy you mean something different.. The "braciole" in fact in the rest of Italy indicates a thick steak, sometimes with bone. In Sicily, the Braciola is a very thin slice of meat, wrapped to contain a mixture of breadcrumbs, pecorino, parsley, oil and provola. The roll is crossed by a wooden spit and is put to cook together with other rolls on the grill or, sometimes in the sauce with meatballs. If instead of meat you use a slice of swordfish, you will have a delicate and very tasty roll, something that you must try sooner or later in life. The Braciola at the end is a marriage between the beloved Sicilian semolina bread and meat, consecrated not only by the oil with which the breadcrumbs are soaked, but by the oil of the "salmurigghiu", that union of water, oil and garlic , harvested with a branch of oregano and with which the hot Braciola are sprinkled just pulled away from the infernal fire of the embers, and which, by absorbing it, soften. The taste is therefore a musical quartet in which the meat, melting in the mouth, releases the taste of the bread which releases the oil and enhances the pleasure of the cheese. Everything becomes tastier with the Chops. The semolina bread with which you accompany them or in which you enclose them is enhanced, the fresh tomato cut with cucumber and covered with oil becomes sublime, the red wine that is called to cleanse the mouth from that orgy of vegetable and animal flavors , it becomes superb, intense, releasing aromatic scents you would never have noticed. If love is joy, strength, passion, intensity, the pleasure of the moment we get lost, then the Braciole are unique, absolute, infinite love.
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Sei mai stato con donne più grandi di te?
Certo, si imparano un sacco di cose. Adesso so fare le polpette al sugo
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ilsalvagocce · 2 years
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Un tempo con mamma abitavamo la casa dei sogni
non c'era niente, ma era vicino alla mia scuola media e poi al liceo, e a pochi passi dal mercato, dal macellaio con le polpette al sugo, da lulù profumerie con gli ombretti glitter, da io che esco da scuola e chiamo Mamma! a mezzogiorno di giugno, con la maglietta turchese a quadretti, quella un po' meno da bambina, col girocollo che scopre le clavicole, da sotto casa, per dire che l'esame di fine scuola media È andato bene, bene! e lei si affaccia
La casa del centro, avanti alle Poste dei casermoni arancioni, quelli che allora vedevo arancioni e ora vedo anche casermoni, sopra la strada trafficata delle mura a ovest, al secondo piano, sopra l'autoscuola. Non c'era niente in quella casa di passaggio, ma pian piano ci aveva messo tutto, mamma.
Tutt'attorno allo stipite di una camera — che era di mia sorella quando tornava dall'università, ma pure la stanza degli armadi, e del lettino di nonna se si voleva fermare, e dell'ospite di casa porto di mare — mamma ci aveva dipinto una cornice di fiori e foglie. Ma mica con gli stencil, proprio a pennello libero, come le andava, petali rosa e corpulente foglie verdi, che bastava quello a dire Guarda! Sono a casa, pure se non era casa tua.
I lampadari li avevamo costruiti, su quello della camera dei miei, mamma ci aveva sistemato una stoffa, a calar giù, tipo velo dall'evidente sfacciataggine luminosa, quella che fa ridere i bambini: un foulard magico di quando eravamo piccole, con le stelle gialle fluorescenti, veletta comica, che faceva la sua figura cosmica.
Fu difficile al tempo lasciar quella casa, affitto in più che non serviva ormai, tutti sparsi, potevamo farne a meno, e un po' di cuore s'incrinò a entrambe, dire basta alla casa dell'adolescenza e di molto amore. mamma mi salvò dal trasloco via da lì, io a urbino, lontana dalla vista di scotch e scatoloni, e cornici dipinte di camere che restavano senza noi. chiudi gli occhi e scappa.
Son tornata ogni lustro, forse, sotto quella casa, sperando di trovare il portone aperto, solo per sentir l'odore di quelle scale di dodicenne, sedicenne, diciottenne.
Ci sono riuscita solo a giugno di quest'anno, quando cercavo e cerco mamma ovunque. Al secondo piano nostro ero arrivata, a leggere i campanelli di chi ci abitava, ora una famiglia indiana, sembra, forse anche i dirimpettai; l'odore di cucina d'oriente nelle mura d'occidente, impregnava la tappezzeria verde muschio delle scale, eppure sentivo ancora tutto, a toccar lo scorrimano bruno, la mattina presto, la colazione, la bici nel sottoscala, la mia gatta che usciva ad annusar il lucernaio, noi che si tornava a casa bastava poggiare la mano sul gran pomello butterato della nostra porta. 
Oggi son andata alle Poste, e con quell'ardore disperato È il mio onomastico, mamma mi avrebbe portato una rosa, uscendo ho guardato su, verso la nostra casa dei sogni.
Una finestra era aperta, spalancata, lì al secondo piano. Quella della camera dei miei, un gran vento d'ottobre caldo ci entrava, o ci usciva chissà.
Allora son andata avanti, lì sotto, più sotto possibile, a guardar su dalla strada trafficata, e l'ho visto.
Il lampadario senza lampadario, il nostro lampadario di fortuna cosmica, era ancora lì. Quel fazzoletto dalle stelle fluo della mia infanzia, della nostra infanzia, cincischiava dal soffitto, verso il sotto che non si vede. Il presente inscalfito che resiste ai secoli faceva da paralume a tutta la nostra felicità nostra ben colma, come la sfacciataggine luminosa che fa ridere i bambini e, me, io, che da lì sotto a testa in su, non so ancora come contenere.
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rosenere · 1 year
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Oggi polpette al sugo perché ho bisogno di tirarmi su il morale
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stellastjamessongs · 2 years
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How she met his brother
Controllò l'orologio per l'ennesima volta: mancavano cinque minuti all'ora concordata e aveva già apparecchiato la tavola di tutto punto. Mescolò con cura gli spaghetti perché il sugo si amalgamasse bene e sorrise all'espressione golosa che stava esibendo Pooka, rimirando le polpette con sguardo languido, tanto da smettere persino di rincorrere la propria pallina. Si mise seduto, al suo fianco, osservandola con curiosità e con un evidente desiderio che le strappò un lieve scuotimento del capo. Si chinò in sua direzione per parlare in tono complice: “Se ti comporti bene, ti lascerò un paio di polpette da parte,” gli promise in un sussurro. Sembrò intuire qualcosa perché dischiuse la bocca e lasciò fuoriuscire la linguetta in quello che somigliava a un sorriso canino e la coda iniziò a muoversi rapidamente, come ogni volta che qualcosa o qualcuno gli procurasse quello stato d'eccitazione o di aspettativa.
Non poteva fare a meno di provare un poco di nervosismo, chiedendosi per l'ennesima volta se fosse stato un bene organizzare quella cena. Forse lei e Darren avrebbero dovuto prendersi più tempo per “studiare” la loro parte. Soprattutto, aveva il puerile timore che Quinn intuisse più di quanto fosse dovuto. Laddove avrebbe potuto contare sulla discrezione di Luke (che verosimilmente, se proprio avesse dovuto, si sarebbe rivolto al fratello), era certa che la sua ragazza non avrebbe mancato di appuntarselo. E poi usarlo come argomento propizio al momento opportuno. Invidiava, invece, la compostezza di Darren che non sembrava mai lasciarsi intimidire da nulla o da nessuno. O forse, altrettanto plausibile, sapeva nascondere la tensione fin troppo bene.
Il pensiero del giovane le procurò un improvviso e involontario rossore. Era quasi trasalita quel mattino mentre si concedeva il suo cappuccino domestico ed era giunto alle sue spalle con passo felpato. Aveva cercato di fare del proprio meglio per mascherare quel lieve sentore di disagio, ma almeno si consolava al pensiero che non potesse leggerle la mente. E tanto meno indovinare che quella notte lo avesse ritrovato nel proprio sogno. E completamente fuori contesto e fuori luogo, considerando che, fino a quella sera stessa, in quel giardino misterioso fossero stati solo lei e quella presenza incorporea. Ciò che era stato ancora più singolare era stato il suo atteggiamento mentre, con la stessa non chalance e una certa ironia della versione reale, si guardava attorno, studiando tutti quei dettagli come se si fosse trovato di fronte a una scenografia teatrale. Aveva anche provato una punta di fastidio perché era come se stesse giudicando lei. Ancora più inverosimile era l'atteggiamento che aveva tenuto poco dopo, il modo in cui le aveva parlato e... si riscosse al timer e si affrettò ad aprire lo sportello del forno per assicurarsi che il pollo e la patate stessero ben cuocendo.
Pochi attimi dopo sentì un'auto che parcheggiava di fronte alla casa e due portiere che venivano sbattute. Si tolse il grembiule e si assicurò che il vestito non avesse delle macchie che avrebbero potuto scandalizzare Quinn ancora prima di entrare. Soprattutto considerando che lei sarebbe stata, come sempre, molto elegante e ciò avrebbe accresciuto il suo naturale fascino. Non aveva dubbi che lei e Darren si sarebbero reciprocamente apprezzati esteticamente parlando e immaginava che avrebbero potuto creare una bella complicità, rispetto al carattere ben più posato e silenzioso di Luke. Passò una mano tra i capelli, raccolti in una coda alta, e attraversò il soggiorno, mentre Pooka le correva dietro, già scodinzolando nel riconoscere dei passi in avvicinamento.
“Stanno arrivando!” informò Darren e, appena sentito il campanello, si affrettò ad annunciarsi e ad aprire la porta. Sorrise a entrambi con calore: “Ciao ragazzi, entrate!” li incoraggiò e Luke cedette il passo alla ragazza che teneva tra le braccia una teglia del suo famoso tiramisù.
Entrò con un sorriso e si chinò a baciare la padrona di casa. “Ciao zuccherino,” cinguettò, guardandosi attorno avidamente, evidentemente cercando Darren con lo sguardo, neppure accorgendosi di Pooka che trottava ai suoi piedi, in attesa di un saluto.
“Ciao Stella,” rimarcò Luke che teneva tra le braccia un sacchetto che, a giudicare dal nome ormai ben noto, riportava una bottiglia di vino. “Grazie dell'invito,” aggiunse e si chinò a concedere qualche carezza al cucciolo che ne approfittò per issarsi sulle zampine posteriori e appoggiarsi alla sua gamba con quelle anteriori.
“Figurati, è un piacere”, sorrise per risposta, prendendo da entrambi i doni e ringraziandoli. “Mettetevi comodi, intanto,” li esortò, mentre si affrettava a dirigersi nuovamente verso la cucina per mettere in frigo il dessert e la bottiglia di vino.
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