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#quei bravi ragazzi
sslimbo · 7 months
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Mafia
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estiqatsi · 2 years
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R. Liotta: É PROPRIO BUFFO!!!
Come sarebbe buffo? Come sarebbe?
R: sei buffo, insomma... é una bella storia. é buffa. Sei un tipo buffo.
Perché? Per via di come parlo? O cosa?
R: no... é che sei... sei buffo. Insomma é il modo come racconti le storie.
Buffo come? Che ci trovi di buffo?
CREW: Tommy non ha capito, lui voleva...
No, no, aspe, aspe... è cresciutello sa quello che dice. Eh, che dici? ... buffo come?
R: e... e...
Come?!!!
R: Che sei buffo. Tutto qua...
No, spiegami,  fammi capire, perché magari è colpa mia... forse sono un po' rincoglionito, eh... Buffo come? Buffo come un pagliaccio (?)... ti diverto? Ti faccio ridere? Sto qua per diveritirti (?) Come sarebbe buffo? Buffo come? Perché buffo?
R: É... pe, pe...per come racconti le storie, capisci (?)
No, no io non capisco... tu l'hai detto. Lo saprai, no? Tu hai detto che son buffo. Ma come che sono buffo? Che cazzo ci trovi di così tanto buffo in me, dimmelo. Dimmi! Che c'è di Buffo?
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nochkoroleva · 7 months
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Quei bravi ragazzi.
Ragazzi d'oro e d'argento,
di buona famiglia o no,
che non farebbero mai del male.
Un pò gelosi, ma le mani mai!
È solo un'altra tragedia, narrata come un romanzo. E che come ogni romanzo che ha a che fare con noi, sa risparmiarci la sorpresa finale. Ma non sa risparmiare un'altra di noi.
Ella Marciello
Non è normale che sia ormai normale pensare che il finale di questa storia fosse già scritto ancor prima di saperlo.
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l-incantatrice · 7 months
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QUEI FINTI BRAVI RAGAZZI
Finalmente Filippo Turetta è stato catturato. Se avesse avuto un po’ di coraggio,dopo l’omicidio di Giulia,si sarebbe ucciso. Invece da vero vigliacco ha cercato di scappare e di farla franca. Sarebbe stato meglio se fosse morto,così lo Stato si risparmiava soldi per mantenerlo in carcere e per processarlo; tanto poi sappiamo come andrà a finire. Invocheranno l’infermità mentale o altre stronzate del genere,al massimo si farà 15 anni in carcere o in una struttura per malati mentali,uscirà prima per buona condotta e si troverà un’altra donna. Sono cose già successe purtroppo
In una trasmissione televisiva lo psicologo Raffaele Morelli ha detto che la violenza non esplode mai all’improvviso senza qualche segnale precedente;probabilmente questi segnali non sono visti o vengono trascurati,ma ci sono…Perché Filippo non è solo un ragazzo molto geloso e ossessivo,come ha detto qualcuno,è un MOSTRO
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gcorvetti · 4 months
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Conto alla rovescia.
Inizia oggi il secondo mese dell'anno, per me inizia il conto alla rovescia e sono -10. Da un certo punto di vista mi sono un pò pentito di questa cosa di tornare, ma oramai è fatta.
Ieri era il compleanno di Philip Glass, un compositore 'minimalista' che mi piace parecchio, le sue musiche sono come delle nuvole, sia bianche che piene di pioggia naturalmente, e mi fanno stare bene. Avrei molto da scrivere sui fatti che vi tormentano molto, ma su certi argomenti mi sono reso conto che sono un pò come il calcio durante la settimana non ci sono partite quindi prendete un pretesto per litigare, poi al fine settimana arriva il campionato e si dimentica tutto, volete un esempio? Quella tizia che è detenuta in Ungheria perché ha picchiato dei nazi, fino a una settimana fa non sapevate neanche che esistesse mentre in questa settimana dopo la foto in catene avete iniziato con commenti e litigi sui social. Vi ricordate dei due tizi che in Germania hanno fatto il saluto romano e sono stati arrestati? Qualcuno ne sa qualcosa? E i marò, beh sono passato 10 anni e quei poracci stanno ancora in galera in India, chi li ricorda? La melona all'epoca se la prese col governo Renzi ma non mi sembra che stia facendo qualcosa per sta tizia, che poi se vogliamo dirla tutta se vai a menare la gente in qualsiasi paese ti arrestano perché non esiste ragione per menare le persone anche se sono di destra e le odi, io vi odio tutti cosa dovrei fare una strage ogni 5 minuti?
Va bè, vi lascio con una trascrizione per due marimbe di uno dei brani di Glass, mi piace molto il suono poi i ragazzi sono bravi.
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parolealvento · 5 months
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Perché C'è ancora domani non è un film femminista, a mio parere (mentre Barbie invece sì)
Ho temporeggiato per vedere C'è ancora domani perché tutte e tutti ne hanno parlato come di un film bellissimo e “femminista”. E quando sento gli uomini usare l'aggettivo femminista come una caratteristica positiva i miei sensi di femminista formicolano. E a ragione. Il film parla di una donna, Delia, sposata con un uomo, Ivano. Il film è la rappresentazione didascalica e anche pedissequa del maschilismo più becero, violento e, soprattutto, riconoscibile. Talmente riconoscibile che qualsiasi uomo può guardare a quel modello di maschilista e prenderne tranquillamente le distanze. Peccato che il modello rappresentato dal personaggio di Ivano sia solo l'1% del patriarcato, quello che abusa fisicamente, verbalmente, economicamente, sessualmente. Ma Ivano è solo la punta dell'iceberg e il film ignora totalmente tutti quei piccoli, apparentemente innocui, atteggiamenti che costituiscono la base sommersa su cui il marito violento trova la cultura che lo cresce e lo protegge. Ogni uomo che abbia visto C'è ancora domani può tranquillamente dire “io non sono come Ivano quindi non sono parte del patriarcato. Pertanto il problema non mi tocca”. Purtroppo la questione è che questo film non mette in scena tutte gli atteggiamenti con cui ogni uomo si può rendere parte del problema. Non si vede il catcalling, gli apprezzamenti invadenti e non richiesti, le battute sessiste, il paternalismo benevolo, le riviste, i film, i cartelli pubblicitari tappezzati di corpi femminili più o meno vestiti... tutto questo fa parte del patriarcato e ogni uomo (e anche qualche donna) lo porta avanti senza rendersi conto che anche questo è maschilismo, anche questo è patriarcato. Ma questo film non punta il dito contro questi atteggiamenti che appartengono ad ogni uomo (chi più chi meno), non fa quest'opera di denuncia. Il patriarcato è rappresentato come bianco o nero (letteralmente) perciò o sei come Ivano oppure sei una brava persona.
Dopo averlo visto ho capito perché tanti uomini hanno dichiarato questo film femminista. È il femminismo che piace a loro, quello che li rassicura, che gli dice che loro no, loro sono bravi ragazzi, non stanno facendo niente di male, non hanno bisogno di rivedere i loro comportamenti, le loro parole e i comportamenti e le parole degli altri uomini che frequentano.
A differenza di Barbie. Barbie presenta il patriarcato in maniera apparentemente più chiara a didascalica, ma in realtà Barbie presenta il patriarcato nelle sue sfumature più subdole, più sottili e, quindi, meno facilmente riconoscibili. In tutto il film nessun Ken alza mai le mani su una Barbie, nessun Ken offende una Barbie, nessun Ken fa catcalling o molesta sessualmente una Barbie. Quello che fanno i Ken è togliere alle Barbie ogni loro ambizione, ogni loro sogno, la loro identità. Per farne degli oggetti da possedere ed esibire e di cui disporre a loro piacimento. Un'azione terribile, innegabilmente, e la cosa che ha scatenato le ire di (quasi) ogni uomo è che quest'azione terribile non è stata operata da un burino in canotta, ma da quello che potrebbe essere definito il classico bravo ragazzo. Ken è il prototipo di giovanotto di belle speranze che, in fondo, non ha fatto niente di male, no?! Ken è il personaggio in cui ogni uomo si identifica ma quando si vede rappresentato in tutto il male che fa a Barbie ecco che, anziché cogliere l'occasione per una riflessione e una sana autocritica, il maschio medio si butta per terra a piangere e urlare che “questo non è femminismo, il femminismo è quello che mi dice che io sono bravo e bello e buono”.
In conclusione C'è ancora domani è un film contro il patriarcato? Certo che sì, ma contro una percentuale minima del patriarcato. Quella frazione che è la più evidente e la più facilmente condannabile. C'è ancora domani è un film femminista? A mio parere no. Il film non è scomodo, non fa nascere una discussione, non critica la società. La protagonista non fa niente per contrastare questo status quo e l'unica cosa che fa alla fine del film non è merito suo. È un diritto per cui lei non ha lottato e lo ha esercitato in segreto, in silenzio, per non urtare la sensibilità del patriarcato. Mentre invece vorresti dirmi che Barbie è un film femminista?! Sì, perché racconta il patriarcato come un potere strisciante, che penalizza entrambi i generi (anche se in modo molto diverso), che viene esercitato da ogni singolo uomo, anche quelli “bravi”. Non a caso Barbie ha fatto arrabbiare molti maschi medi che ancora oggi ne parlano come di un film sciocco, innocuo. Ma come si spiega che un film così insignificante faccia ancora arrabbiare tanti maschi dopo tanto tempo?
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pollicinor · 1 year
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Psyco (1960) Alfred Hitchcock Il mago di Oz (1939) Victor Fleming Il padrino (1972) Francis Ford Coppola Quarto potere (1941) Orson Welles Pulp Fiction (1994) Quentin Tarantino I sette samurai (1954) Akira Kurosawa 2001: Odissea nello spazio (1968) Stanley Kubrick La vita è meravigliosa (1946) Frank Capra Eva contro Eva (1951) Joseph L. Mankiewicz Salvate il soldato Ryan (1998) Steven Spielberg Cantando sotto la pioggia (1952) Stanley Donen e Gene Kelly Quei bravi ragazzi (1990) Martin Scorsese La regola del gioco (1939) Jean Renoir Fa' la cosa giusta (1989) Spike Lee Aurora (1927) Friedrich Wilhelm Murnau Casablanca (1942) Michael Curtiz Nashville (1975) Robert Altman Persona (1966) Ingmar Bergman Il padrino - Parte II (1974) Francis Ford Coppola Velluto Blu (1986) David Lynch Via col vento (1939) Victor Fleming Chinatown (1974) Roman Polanski L'appartamento (1960) Billy Wilder Tokyo Story (1953) Yasujirō Ozu Susanna! (1938) Howard Hawks I 400 colpi (1959) François Truffaut Gangster Story (1967) Arthur Penn Luci della città (1931) Charlie Chaplin La fiamma del peccato (1944) Billy Wilder L'impero colpisce ancora (1980) Irvin Kershner Quinto potere (1976) Sidney Lumet La donna che visse due volte (1958) Alfred Hitchcock 8 1/2 (1963) Federico Fellini Ombre rosse (1939) John Ford Il silenzio degli innocenti (1991) Jonathan Demme Fronte del porto (1954) Elia Kazan Io e Annie (1977) Woody Allen Lawrence d'Arabia (1962) David Lean A qualcuno piace caldo (1959) Billy Wilder Fargo (1996) Joel e Ethan Coen Il mucchio selvaggio (1969) Sam Peckinpah Moonlight (2016) Barry Jenkins Shoah (1985) Claude Lanzmann L’avventura (1960) Michelangelo Antonioni Titanic (1997) James Cameron Notorious - L'amante perduta (1946) Alfred Hitchcock Mean Streets (1973) Martin Scorsese Lezioni di Piano (1993) Jane Campion Non aprite quella porta (1974) Tobe Hooper Fino all'ultimo respiro (1960) Jean-Luc Godard Apocalypse Now (1979) Francis Ford Coppola Come vinsi la guerra (1926) Buster Keaton In the Mood for Love (2000) Wong Kar-wai Interceptor - Il guerriero della strada (1981) George Miller Il lamento sul sentiero (1955) Satyajit Ray Rosemary's Baby (1968) Roman Polanski I segreti di Brokeback Mountain (2005) Ang Lee E.T. - L'extraterrestre (1982) Steven Spielberg Senza tetto né legge (1985) Agnès Varda Moulin Rouge! (2001) Buz Luhrmann La passione di Giovanna D'Arco (1928) Carl Theodor Dreyer La vita è un sogno (1993) Richard Linklater Bambi (1942) David Hand Carrie - Lo sguardo di Satana (1976) Brian De Palma Un condannato a morte è fuggito (1956) Robert Bresson Parigi brucia (1990) Jennie Livingston Ladri di biciclette (1948) Vittorio De Sica King Kong (1933) Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack Beau Travail (1999) Claire Denis 12 anni schiavo (2013) Steve McQueen Il matrimonio del mio migliore amico (1997) P. J. Hogan Le onde del destino (1996) Lars von Trier Intolerance (1916) D.W. Griffith Il mio vicino Totoro (1988) Hayao Miyazaki Boogie Nights (1997) Paul Thomas Anderson The Tree of Life (2011) Terrence Malick Agente 007 - Missione Goldfinger (1964) Guy Hamilton Jeanne Dielman (1975) Chantal Akerman Sognando Broadway (1966) Christopher Guest Pixote - La legge del più debole (1981) Héctor Babenco Il cavaliere oscuro (2008) Christopher Nolan Parasite (2019) Bong Joon-ho Kramer contro Kramer (1979) Robert Benton Il labirinto del fauno (2006) Guillermo del Toro Assassini nati - Natural Born Killers (1994) Oliver Stone Close Up (1990) Abbas Kiarostami Tutti insieme appassionatamente (1965) Robert Wise Malcolm X (1992) Spike Lee Bella di giorno (1967) Luis Buñuel The Shining (1980) Stanley Kubrick Scene da un matrimonio (1974) Ingmar Bergman Pink Flamingos (1972) John Waters Frank Costello faccia d'angelo (1967) Jean-Pierre Melville Le amiche della sposa (2011) Paul Feig Toy Story (1995) John Lasseter Tutti per uno (1964) Richard Lester Alien (1979) Ridley Scott Donne sull'orlo di una crisi di nervi (1988) Pedro Almodóvar La parola ai giurati (1957) Sidney Lumet Il laureato (1967) Mike Nichols
Dall’articolo "I 100 migliori film della Storia del Cinema secondo Variety: 1° Psyco, 5° Pulp Fiction, 33° 8 1/2, 45° Titanic" di Antonio Bracco
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colonna-durruti · 1 year
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Quei bravi ragazzi
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elorenz · 10 months
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Ieri riguardando Quei bravi ragazzi (quando trovo un film di Scorsere difficilmente cambio canale) ho finalmente capito cosa renda ipnotico il suo modo di fare cinema. Oltre al cast pazzesco del film, che in questo caso ho rivisto in parte anche nei Soprano, è il suo stile di regia fluida che con i movimenti di macchina focalizza l'attenzione sul significato della scena o sul momento narrato così da catturare completamente l'attenzione.
Due scene mi hanno colpito in particolar modo riguardandolo. La prima è quella sorta di piano sequenza che presenta assieme al narratore Henry (Ray Liotta) i personaggi della Mafia Newyorchese ed ognuno di loro interagisce con la macchina da presa dopo la presentazione fuori campo di Ray. La seconda è il movimento di macchina che stringe su James (Robert De Niro) quando è alla cabina telefonica e gli dicono che Tommy (Joe Pesci) è andato.
Quando dietro la macchina da presa c'è qualcuno che sa fare il suo lavoro, il film ti assorbe completamente e c'è poco da fare, qualsiasi impegno può attendere. Difatti ho fatto tardi a lavoro.
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acquaconlimone · 10 months
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Ieri Robert De Niro ha compiuto 80 anni e mi fa un certo effetto, a mio gusto personale il migliore della sua generazione, compito non facile visto che come competitors aveva attori come Al Pacino, Dustin Hoffman e Gene Hackman che proprio scarsi scarsi non erano.
Però De Niro aveva quel che in più, la cattiveria, quando interpretava personaggi cattivi era davvero il ritratto della cattiveria tipo Al Capone de Gli Intoccabili, oppure i personaggi con problemi psichici e come non si fa a non emozionarsi per la sua interpretazione di Travis Bickle in Taxi Driver, il suo Jack La Motta di Toro Scatenato dove ingrassò 30 kg e diventò più vero del vero Jack La Motta.
E via via New York New York, Il Cacciatore, Casinò, Cap Fear, Quei Bravi Ragazzi, Jackie Brown dove fa il killer ritardato, etc etc.
Un suo film dove recita una parte un po' estranea al suo standard è stato Disastro a Hollywood, film interessante sul mondo dei produttori hollywoodiani.
Robert De Niro e la sua vicinanza all'Italia e ai registi italiani ... Poi ha la cittadinanza italiana ed è Grand Ufficiale della Repubblica.
Le Bananarama gli dedicarono una canzone, "Robert De Niro's waiting talking in Italian"
Robert De Niro...
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nietzsche2meetyou · 1 year
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Mare Fuori — Recensione No Spoiler
⭐⭐⭐⭐/5
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Io non so come spiegare Mare Fuori, o meglio, non so come giustificare quelle 4 stelle. La fiction, perché stiamo parlando di fiction, ha tantissimi problemi e potrei parlare per ore di quello che non va, l'istituto che più che un carcere pare un campo scuola, soluzioni fesse per fare andare avanti la trama, personaggi completamente snaturati da una stagione all'altra. Ma non voglio parlare di questo, o comunque non in questa prima parte senza Spoiler.
Voglio parlare dei punti di forza di questa produzione RAI che mi ha influenzato a livelli inimmaginabili la vita. Se non guardavo Mare Fuori diventavo io Mare Fuori, cantavo la sigla, chiamavo Davide (il mio ragazzo) "Piecoro" e lo minacciavo in napoletano come se fossi Pino il Pazzo. Ho trascurato la mia run di Hogwarts Legacy perché l'unica cosa a cui pensavo tutto il giorno era capire cosa sarebbe successo a quei ragazzini nella prossima puntata.
I personaggi sono molto didascalici, non hanno particolari guizzi di personalità ma ti ci affezioni, cerchi di capire perché sono così, cosa gli è successo prima di entrare nel penitenziario, cosa gli ha fatto la vita se a 17 anni hanno voglia di uccidere un loro coetaneo. Ci sono altri che invece sono coinvolti in un incidente e che devono affrontare le conseguenze della loro immaturità. Ci sono poi quelli che preferiscono il carcere piuttosto che tornare dalla propria famiglia. E quello che ci tocca di Mare Fuori è che le storie che racconta sono credibili e se sei Campano quelle storie le hai conosciute sulla tua pelle, le hai viste negli occhi dei tuoi amici.
Non è un'opera straordinaria dal punto di vista tecnico, di attori particolarmente bravi ce ne saranno 3/4 e di questi voglio assolutamente ricordare Ciro Ricci che per me è stato perfetto, gli altri hanno fatto il compitino e a volte nemmeno superava la sufficienza, soprattutto quando non si parlava in dialetto, che ha spesso salvato l'interpretazione.
Sceneggiatura
La sceneggiatura ha tanti problemi, tutto quello che accade è surreale ma non si fa problemi, e questo è il punto di forza, ad ammazzarti personaggi importanti. A differenza delle solite fiction italiane, tu hai paura che il tuo personaggio preferito muoia, che il tuo personaggio preferito faccia la scelta sbagliata e che ci rimanga secco.
Personaggi
I ragazzi:
Nella prima stagione conosciamo alcuni dei ragazzi del penitenziario, tra i protagonisti ci sono Carmine "o' Piecoro", Filippo "o' Chiattill", la banda di Ciro Ricci con Edoardo, Pino, Pirucchio, Totò e, da un certo punto in poi, Milos, poi Gianni "Cardiotrap", Naditza la Zingara, Silvia e Viola.
Purtroppo la differenza tra i personaggi maschili e quelli femminili salta subito all'occhio, la caratterizzazione di quelli maschili è sviluppata 100 volte meglio, i personaggi femminili invece sono sempre sotto tono, non hanno quel fascino, quel dolore che si portano dietro un Carmine o un Pino, forse solo Naditza, ma dura giusto un paio di episodi, poi diventa una palla colossale fino alla 3 stagione.
Dalle stagioni successive, fortunatamente c'è un miglioramento anche per i personaggi femminili, vengono introdotte Gemma, Rosa Ricci e Kubra, con storie decisamente più interessanti.
Gli adulti:
Tra gli adulti troviamo Massimo il Comandante, Paola la Direttrice, Beppe l'Educatore, Lino il poliziotto corrotto e Liz la poliziotta buona, fin troppo.
Purtroppo a me di questi non è mai fregato nulla, ho passato tutto il tempo a detestare loro e le interpretazioni degli attori. Troppo permissivi, troppo ciechi, troppo stupidi per poi a un certo punto trarre conclusioni al limite della genialità.
Ovviamente, sia tra i ragazzi che tra gli adulti ritroviamo le dinamiche standard delle fiction, flirt, amori non giustificati e dinamiche di tira e molla che a un certo punto diventano insopportabili (ma ne parleremo nella parte spoiler).
Ambientazione
L'ambientazione mi è piaciuta molto, non ci troviamo nel vero IPM di Napoli, ma nel porto napoletano. Da qui arriva la retorica del "Mare Fuori", il mare rappresenta il futuro e la speranza dei ragazzi, che ritroviamo anche nell'ambientazione. Le celle dei ragazzi affacciano sul mare, lo guardano attraverso le sbarre sognando la libertà.
Colonna Sonora
Sia la sigla iniziale che altre canzoni introdotte nel corso delle stagioni sono ad opera di Matteo Paolillo "Icaro", l'attore che interpreta Edoardo nella serie. La sigla iniziale è bellissima, dal testo alla melodia. Una volta ascoltata non puoi non canticchiarla tutto il giorno.
Nel corso delle puntate ritornano poi sempre 3/4 canzoni, tutte di Stefano Lentini (Tic Toc, Ddoje Mane, Le voci dentro urlano). Da un lato le detesti, dall'altro appena finita la puntata continui a cantarle come se fossero le canzoni della vita.
Cultura Pop
Mare Fuori fa continui riferimenti alla cultura Pop degli ultimi anni, spesso e volentieri si nomina Liberato e si ascolta la sua musica nelle ore d'aria. Ovviamente si parla di Maradona e come in quasi tutte le scuole campane i muri sono pieni di "Forza Napoli".
Considerazioni finali
Mare Fuori non è LA serie, nemmeno LA serie italiana d'eccellenza ma è un ottimo prodotto per i giovani. A differenza delle solite serie TV sulla mafia, qui non solo viene trattata la Camorra e le sue conseguenze devastanti sui giovani, ma vediamo anche altre problematiche sociali che affliggono i nostri ragazzi. Mi è dispiaciuto non vedere una figura professionale che affiancasse molti di loro in un percorso psichiatrico, avrebbe davvero fatto la differenza probabilmente, ma nel complesso il messaggio è arrivato: chiaro, limpido e cristallino.
Per chi guarda alla camorra e alla criminalità come una soluzione a cui aspirare viene mostrato che quella non è la risposta. Che entrare nel sistema è tanto facile quanto complicato poi uscirne, se non pagando con la vita.
A chi guarda ai giovani criminali con sdegno, Mare Fuori insegna che spesso quegli stessi ragazzi hanno paura, hanno speranza, hanno voglia di riscatto e che la società non fa nulla per aiutarli. Il carcere deve aiutarti a ritrovare la strada, a farti pentire degli errori che hai commesso, non deve essere solo una punizione, punendo e basta non si risolve nulla, una volta tornati all'esterno si sarà vittima degli stessi sbagli e dello stesso circolo vizioso.
Mare Fuori in questo riesce benissimo nel suo intento.
Le 4 stelle vanno ai messaggi che questa fiction, nonostante i suoi mille difetti, è riuscita a mandare.
Fatevi un favore e guardare Mare Fuori.
Io devo ringraziare mia sorella per aver insistito così tanto, ripetendomi giorno e notte di guardare Mare Fuori perché io, sinceramente, non l'avrei mai guardata di mia spontanea volontà, sbagliando.
La trovate su Rai Play, gratuitamente.
Parte SPOILER
Allora.
Parliamo innanzitutto di Filippo e Naditza. Io a un certo punto volevo che schioppassero e si levassero da davanti alle palle. Non hanno mai avuto chimica, lui scemo in culo, lei una lagna mortale. Per non parlare di quando Chiattillo decide di rimanere a Napoli perché a Carmine era appena morta sua moglie il giorno del loro matrimonioooooo. Minchia, l'unica decisione degna di nota del Chiattillo. Da quel momento in poi per me Naditza poteva andarsene a fanculo e lo dico con il cuore. Non solo Filippo se l'era messa in casa, facendola studiare pianoforte e cercando di darle un futuro, no, lei pretendeva che lui fosse trasferito a Milano, in un penitenziario diverso, dove avrebbe dovuto affrontare nuove problematiche e soprattutto lasciando il suo amico nella follia più totale. Naditza voto: 0.
Pino e Cardio sono i miei cuoricini, non ci posso fare niente. Certo Pino è passato da essere il molestatore di Filippo ad essere uno dei suoi migliori amici e nella serie non è mai menzionata sta cosa ma va bene. L'evoluzione che ha avuto è stata una delle migliori, se non la migliore della serie.
Cardio invece madonna se non gli danno una gioia a sto povero cristo vi giuro, non lo so, che vogliamo fare, farlo suicidare?
Carmine è passato da Muto a Folle a Distributore di Caramelle ma è forse uno dei miei personaggi preferiti.
Edoardo e Ciro i migliori in assoluto a livello di interpretazione.
Ciro in particolare a me faceva proprio percepire la violenza, la fame di potere, il sacrificio e la paura. Il casting per l'attore è stato perfetto, 10/10.
Edoardo invece sotto il suo bel faccino nasconde l'anima di un camorrista, non si fa problemi ad uccidere qualcuno o a fargli del male, nonostante tutto non riesce ad essere un vero leader, più volte vediamo che non riesce a imporsi sui suoi come faceva Ciro.
Il funerale di Pirucchio è stato un vero colpo al cuore, persino una persona come lui quando guarda in faccia la morte riesce a cambiare strada, eppure non è bastato. Nonostante la sua famiglia gli desse tutto l'amore necessario a lui non è bastato e se n'è reso conto troppo tardi.
Totò che uccide Nina poi e vedere il turbamento nei suoi occhi quando viene a patto con il suo errore è straziante, ancora di più vedere Carmine perdonarlo e abbracciarlo, perché sa che Totò è solo un'altra vittima del sistema camorrista.
Viola. Parliamo di Viola adesso. Per me è no. L'attrice tanto bella quanto incapace, mi dispiace. Già di per sé il personaggio era abbastanza inutile e scritto male, l'attrice poi ci ha messo il suo. È risultata solo fastidiosa e sinceramente l'unico momento degno di nota è stato sul tetto quando ha minacciato di uccidere Futura. Lì posso ammettere di aver trattenuto il fiato e di essermi anche leggermente cagata sotto. Più che altro per Carmine che mamma mia peggio di lui forse solo Cardiotrap.
Rosa Ricci era il personaggio che serviva alle donne. Se da un lato tutte sembravano essere in un salone di bellezza a lei non fregava un cazzo. Se le altre avevano paura (ingiustificata) di Viola, Rosa aveva già affrontato la paura, la morte di un fratello, la morte della madre e la vita dura di chi sceglie la criminalità.
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raffaeleitlodeo · 2 years
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Il nostro George Floyd italiano...ma come si possono accostare due storie tanto differenti dove l'unico elemento in comune è il colore della pelle? Come se per dimostrare l'esistenza di un problema di discriminazione in Italia, si debba tirare in ballo il nome del morto più famoso, che è un po' quello che succede quando si fanno i concerti per le feste di Paese e per attirare gente da fuori, si mette in scaletta quell'unico nome buono, in mezzo a un mare di signori nessuno, morti ammazzati già da tempo, ma accuratamente dimenticati dai media. Ma glielo vogliamo dire a Riotta e a Giannini, che l'Italia, in quanto a violenza razziale e coloniale, non ha nulla da invidiare agli altri Paesi Occidentali? E che non c'è bisogno di queste contorsioni da ginnasti del benaltrismo, per parlare di quello che succede in Italia? A volte ho l'impressione di vivere in un mondo popolato da avvoltoi, che appollaiati sul trespolo più alto della società, aspettano che qualcuno ci faccia fuori per affrontare l'argomento quando, basterebbe studiare un po'. Aprire un libro di storia. 
E  magari, visto che si è giornalisti bianchi, ricordare che nel 2008 a Castel Volturno, il clan camorrista dei Casalesi spedì un commando di assassini che a Ischitella - una frazione di Castel Volturno - massacrò 7 ragazzi. Tutti giovani. Tutti neri. Tutti africani e soprattutto innocenti, come dimostrò il processo - al contrario di quello che dissero molti giornalisti subito dopo l'accaduto - che quei bravi ragazzi erano del tutto estranei alle dinamiche della malavita locale. Ma non è finita qui. Nel 2018, esattamente dieci anni più tardi, a Macerata Luca Traini, un terrorista dichiaratamente fascista e legato agli ambienti leghisti, sparò all’impazzata su sei ragazzi africani, urlando "viva l’Italia" con tanto di saluto romano poco prima di essere arrestato. In mezzo a queste due stragi, sia prima del 2008 che dopo il 2018, ci sono stati un numero spaventoso di aggressioni e di omicidi dove il movente razziale era molto più chiaro e palese di quanto non lo sia questa dolorosa vicenda. 
In Italia un uomo nero che muore strangolato è INDECOROSO. Allontana i turisti. Rovina l'immagine del Centro Storico. Interrompe la quiete pubblica. Fa perdere soldi ai commercianti. Ed è un problema di sicurezza per i bianchi ricchi, anche se a morire poi è  un nero povero. Lo dice Marchetti, membro a quota Lega della Camera dei deputati, in una dichiarazione pubblicata poche ore dopo la morte del povero Alika Ogorchukwu. Qualcuno riprende la notizia definendola uno "scivolone", un "commento inappropriato" ma di base Marchetti dichiara che la differenza tra cento m*rde di cane lasciata tutte insieme nello stesso momento sul marciapiede del Centro di Civitanova Marche, e un uomo nero povero e disabile che viene strangolato, praticamente, non esiste. Il Centro Storico di Civitanova Marche è la vera vittima di questo vile attacco mortale, compiuto da un uomo di cui più volte si sottolinea in maniera del tutto manipolatoria e classista, che è del Sud Italia, che è un operaio emigrato e che ha problemi psichiatrici (il reietto perfetto per la Stampa italiana). Ed ecco che l'immagine degradante di questi due Sud del Mondo - il Salernitano e il Nigeriano - si scontrano nel cuore della quieta ricchezza nordica. 
Volete vedere vedere veramente il razzismo? Non cercatelo nella testa di Filippo Ferlazzo. Tanto non otterremo mai la verità. Guardate piuttosto alle parole utilizzate dai media per raccontare Alika. Osservate l'anatomia delle menzogne e della disinformazione, spacciate per verità, come la ricostruzione che voleva un Alika molestatore di donne bianche. Storia di un razzismo e di un sessismo becero, del tutto inventata dai giornali e smentita fortemente sia dalla compagna di Ferlazzo, che dallo stesso assassino reo confesso. Guardate agli immaginari del poveraccio, dello straccione africano e disabile disumanizzato in favore di una narrazione paternalistica che lo voleva in cerca di questa poetica fuga verso la felicità in un Paese europeo. E osservate la ferocia con la quale il suo nome e la sua morte assurda, sono stati sfruttati, sia da Destra che da Sinistra, per parlare delle Elezioni. 
Esseri umani ridotti a boccette d'olio destinate ad oleare gli ingranaggi di questa oscena, crudele campagna elettorale dove ti dicono che se non voti il PD dai il Paese a Giorgia Meloni, quando è stato Minniti, ministro degli interni mai ripudiato o buttato a calci in culo fuori dal Partito Democratico per lo scempio delle carceri libiche. Quel razzismo lì va guardato. E quello esiste ed è a piede libero sempre. E continuerà a non subire alcun processo né condanna, anche quando Ferrara Finirà in galera. Abbiamo spedito in prigione Traini, i fratelli Bianchi, Giuseppe Setola, e tutti gli altri, ma intanto, il desiderio di distruzione che li animava, continua a passeggiare libero per strada. 
Che sia il Centro patinato di una ricca città turistica, o un ghetto per braccianti dato alle fiamme per dare una lezione a chi si ribella. Il razzismo è una mina antiuomo sotterrata sotto pochi centimetri di ipocrisia e negazionismo. Basta il passo sbagliato. Ed è un attimo che ti ritrovi morto.
No Alika non può essere il nostro George Floyd italiano. Perché negli ultimi cinquant'anni sono successe così tante cose brutte e oscene in questo Paese, che specchiarsi nei disagi del suprematismo bianco americano, è l'ultima cosa che serve a ‘sto Paese per sentirsi un po' meglio. Ricomponiamo la memoria nera, italiana, immigrata. Perché esiste. E il fatto che persino a sinistra, non si riesca a fare meglio di così, ci fa capire che c'è una frattura, un apartheid della memoria storica del razzismo in Italia. Una dimenticanza strutturale, che necessita sempre di un nuovo morto, e di un altro e di un altro ancora elevato a martire, per convincere gli scettici che in razzismo non sta in queste improvvise esplosioni, ma nell'aria stessa che respiriamo. Che imparassero il loro mestiere prima di sproloquiare sulla vita dei neri che muoiono in questo Paese. La base è conoscere la propria storia. E anche la Storia degli immigrati africani e stranieri uccisi dai razzisti, è STORIA ITALIANA. LA NOSTRA.
Djarah Kan, Facebook
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lion-willy · 2 years
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Ero talmente un tipo banale che per ritrovare me stesso in India feci un`unica tappa a Gokharna, un simpatico paesello sull`oceano indiano, sotto Bombay in prossimita` della foresta era un bel paese Gokharna, pieno di europei alla ricerca di se stessi era ovvio che per rimanere in quel paese bisognava essere degli avventurosi e rigorosamente semi drogati o semi alcolizzati l`avventura consistenva nel mangiare sempre riso e pesce lesso, e poi andare nella foresta a cagare e pulirsi il culo con il fogliame eravamo un bell`esercito di esploratori amanti dell`avventura cacca a tutti i costi e sinceramente ho capito solo dopo come mai riuscivo a pulirmi il culo con le foglie, qui non mi e mai riuscito..... il cibo, il cibo e` il segreto di tutto mangiando riso e pesce lesso la cacca assume una consistenza duratura però direi di cambiare discorso purché non è per niente interessante... ma quando esce non lascia tracce del suo passaggio.
Sono sempre stato il classico ragazzo di due portoni più in la, quelli vestiti da bravi ragazzi, avete presente? due portoni più in la perché sono cresciuto in un quartiene malfamato, dalle mie parti il ragazzo della porta accanto era quasi sempre uno spacciatore di droga o un balordo con diversi anni di galera alle spalle quindi fin dalla tenera scelsi di vivere due portoni più in la da qualsiasi famiglia tipo di quel luogo, una di quelle famiglie che ha 5 macchine, 13 televisori a colori, si chiamano quasi sempre Rosalia, Franca, Mimmo, Cellina, Clementina voglio dire, mi chiamavo Guglielmo, a quei tempi persino il nome Guglielmo era rivoluzionario, avete mai visto un Guglielmo in un quartiere malfamato di Torino? no, si chiamavamo tutti Simon, Boris, Rudy, Juri nomi che hanno un senso mistico di coattello mi chiamavo poi.., mi chiamo anche ora Guglielmo, peró ora Guglielmo è un nome un po' più comune.... comune... insomma, un nome che c`e`, che gira, oggi almeno 1 persona su 152357 si chiama Guglielmo pero` quella persona si chiama Guglielmo, mica pippo o pino o tino.
Io mi sveglio sempre la mattina per prendere il caffè, ho provato a cambiare abitudine peró prendere un caffè dormendo... mi costringeva ad un uso improvviso della lavatrice e qui molti sanno che io nella lavatrice mi ci ficco vestito per dei motivi legati alla mia infanzia di giovane promessa della psicopatia.
Per cazzare la gomena consiglio una prostituta, una di quelle prostitute da bar di perferia che chiude di solito alle 4 e 17 minuti anzi, chiedete al mio amico locutus ...lui e` uno che di prostitute se ne intende, una volta mi ci portava sempre poi quando ho iniziato a chiedere sconti..., succede sempre con noi italiani, ti fai amico il negoziante ed inizi a chiedere sconti, ecco quando ho iniziato a chiedere sconti... lui non non mi ci ha portato piu`
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moderata-crisi · 2 years
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5, 62
5. What do you find most attractive about your crush?
le cose che guardo di più esteticamente in una persona sono le mani, il culo e le occhiaie. ma a livello umano/caratteriale trovo fondamentale la capacità di stare in silenzio
62. What’s your comfort movie?
non guardo film da tantissimo tempo per mancanza di tempo, purtroppo. ma un film che mi fa sentire sempre a casa è quei bravi ragazzi
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gcorvetti · 10 months
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Il futuro?
“Un'orchestra sinfonica oggi costa meno di un calciatore, quale eredità ci aspettiamo di lasciare ai nostri figli? La cultura non esiste per fare profitto, ma per educare. Se questo non cambia, nelle generazioni future prevarranno persone superficiali e molto pericolose”.
Ricardo Muti
Questa frase del maestro Muti è solo un esempio di lucidità su cui si dovrebbe riflettere, ma la società in cui viviamo, non solo in Italia, è sull'orlo del fallimento a livello umano perché si tende a valorizzare il superfluo e l'inutile. Ancora non siamo alla deriva totale, ma non manca molto, la frase che spesso scrivo come commento a comportamenti da primitivi è "Stiamo scivolando su un piano inclinato verso Idiocrazy", avete presente quel film geniale dove una coppia uomo/donna vengono ibernati per un esperimento militare di un anno ma si risvegliano dopo 500 anni, perché l'ufficiale in capo all'esperimento si fa coinvolgere in un giro di prostituzione e viene arrestato e l'esperimento chiuso ma loro vengono dimenticati? Il film è apparentemente demenziale a tratti molto divertente ma quello che traspare in realtà è che la società sta involvendo sempre di più, questo è reale non un film di fantasia se pur geniale. Ci sono vari aspetti che riconducono alla pellicola, come prima cosa l'impoverimento del linguaggio nelle nuove generazioni, per fare un esempio negli stati uniti (se vedi i tweet dei ragazzi americani ti rendi conto) si usano una infinità di acronimi, loro sono abituati a ridurre tutto per risparmiare tempo, ma facendo così si perde a lungo andare la proprietà delle parole; questa pratica oramai è di uso comune anche in Europa tra i giovani, anche in Italia. Premetto che non è tutto così e che ci sono giovani con la testa sulle spalle che fanno buon uso del linguaggio, ne conosco parecchi. La superficialità di cui parla Muti è segno della mancanza di interesse verso qualcuno o qualcosa, che è spesso figlia della competizione perché nello sminuire il prossimo per passare per più bravi si usano le scorciatoie del cervello, anche perché così sottovaluti il tuo avversario pratica già di per se sbagliata perché si può ritorcere contro di te quando si evidenzia il fatto che le tue sono solo parole e non fatti. La pericolosità invece l'abbiamo vista sullo stupro di gruppo a Palermo, quei bravi ragazzi non hanno empatia e per loro era un gioco, ho letto che uno diceva nella loro chat privata che cose del genere le aveva viste solo sui pornazzi, non demonizzo internet ma purtroppo quando si ha una tecnologia così potente e la si usa male può causare distorsioni mentali, appunto come quella. Ci si interroga sugli errori e si inizia a puntare il dito contro le famiglie, ma siamo sicuri che i loro genitori siano colpevoli quanto loro? Cioè non sappiamo neanche che tipo di situazione sti trogloditi hanno in casa, ma subito i giornali tutti a prendersela con mamma e papà che magari si fanno un mazzo così per dare a sti idioti un futuro migliore, di sicuro c'è altro oltre al nucleo familiare, ma non voglio scendere in particolari visto che la vicenda è abbastanza pesante, dico solo che in una nazione dove non si hanno punizioni esemplari per chi viola le leggi, non solo in questo caso, è ovvio che chiunque si prende la briga di delinquere sapendo che non gli accadrà nulla, il berlusca starà ridendo pensando di aver fatto un buon lavoro. Questo discorso è lungo e intricato, la società si è trasformata in qualcosa di completamente lontano da quello che era negli anni 80 e 90, secondo me regredendo, per via di comportamenti sempre meno umani, la competizione è l'inizio di una guerra, la disgregazione di quel tessuto sociale che ci univa attraverso la separazione sempre più piccole categorie ci ha allontanati e sappiamo che per i potenti più siamo divisi meglio è perché l'unione fa la forza, chiedetelo a Maria Antonietta. E ci sarebbe molto ma molto altro da scrivere, ma ho altro da fare e mi fermo.
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