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#quadriportico
alessandrom76 · 1 year
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« il peso della leggerezza »
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miasmes · 2 years
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Pompei. Quadriportico dei Teatri .🇮🇹❤
Pompeii. Quadriporticus of the Theatres
@pompeii_parco_archeologico
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storiearcheostorie · 3 months
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Archeologia / Roma, la Porticus Minucia riemerge in via delle Botteghe Oscure: ecco le immagini in 3D della ricostruzione [VIDEO]
Archeologia / Roma, la Porticus Minucia riemerge in via delle Botteghe Oscure: ecco le immagini in 3D della ricostruzione [VIDEO]
Redazione Un’importante scoperta archeologica, un esempio di valorizzazione, una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato: è il ritrovamento di una parte della Porticus Minucia, avvenuto durante i lavori a Palazzo Lares Permarini in Via delle Botteghe Oscure 46, un ulteriore tassello alla conoscenza del grandioso quadriportico costruito in epoca repubblicana, che abbracciava l’area del…
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personal-reporter · 8 months
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Cersaie 2023 a Bologna
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Con 625 espositori, 15 padiglioni e 145mila metri quadrati espositivi torna Cersaie, il Salone della ceramica per l'architettura e dell’arredo bagno, dal 25 al 29 settembre a Bologna Fiere, che festeggia 40 anni e celebra questo anniversario con una nuova campagna di comunicazione, un layout rinnovato e tante novità. Tra gli eventi da non perdere ci sarà la mostra Route 40, curata da Davide Vercelli e allestita da Dario Curatolo, per rivivere l’evoluzione dell’arredo bagno e della ceramica nelle ultime quattro decadi a partire dal Quadriportico  per proseguire in Galleria 21-22, 25-26 e nel Mall del Padiglione 37 con grafiche, videowall, immagini, prodotti, personaggi e aziende che raccontano ciascun decennio. Ogni anno Cersaie ospita architetti di fama internazionale, nella cornice di Costruire, abitare, pensare, il programma giunto alla quattordicesima edizione e la protagonista di quest’anno è Xu Tiantian fondatrice dello studio DnA Design and Architecture di Pechino. Sono 18 gli eventi in programma al Cafè della stampa, le conversazioni di 45 minuti tra i direttori delle testate giornalistiche e celebri architetti e designer. Si parlerà di ceramica e architettura con Massimo Iosa Ghini, pin occasione dell’ottava edizione del Café della Stampa, che appartiene a quei progettisti italiani che, a partire dagli anni Ottanta, lavora a cavallo tra diverse discipline seguendo la tradizione di Gio Ponti, dove l’architetto, come fu nel Rinascimento, si muove in molti ambiti, fra arte, artigianato, progetto industriale e architettura. Uno degli appuntamenti più amati dal grande pubblico, Cersaie disegna la tua casa, giunto all’undicesima edizione, si terrà giovedì 28 e venerdì 29 settembre nel mall dei padiglioni 29 e 30. Per sfogliare le riviste di settore e incontrare i giornalisti di design e architettura c’è l’Agorà dei media presso il Centro Servizi, con 55 case editrici di giornali, riviste, televisioni e siti web, di cui 12 estere, attive con 68 testate. Confermato lo spazio dedicato alla posa, con un'area di circa 400 metri quadrati nel padiglione 32, con dimostrazioni di lastre ceramiche a cura dei maestri piastrellisti di Assoposa, riferimenti tecnici alla normativa 11493 e incontri sulla posa in opera e sulle nuove tecnologie. Da kermesse espositiva a luogo da vivere, dove concedersi una pausa tra un calice e un piatto. Cersaie quest’anno offre momenti di convivialità e ristorazione diffusa, anche a fine giornata, per incentivare la permanenza in fiera, dove sono quattro i nuovi lounge bar che prendono il nome di alcune delle testate presenti, come The Plan, Il bagno oggi e domani e Tile Italia, mentre dalle 18 alle 19 ci saranno gli happy hour con dj set. Read the full article
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rebrandtdebibls · 1 year
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Am-brosiana
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Tema: Ambrosian Thomo: Am-brosiano is 'n byvoeglike naamwoord wat broeke dra mettertyd amper 'n sinoniem geword het: die Mi- lanosi was nog altyd in die mode, met brosa of broeke. Am-brosiano" is 'n byvoeglike naamwoord wat mettertyd amper 'n sinoniem van "Milanese" geword het: hierdie detail sal genoeg wees om ons die belangrikheid van die figuur van Sint Ambrosius in die stad Milaan te laat verstaan. Om hierdie rede, beide op 'n simboliese vlak en in die harte van die Milanese, net na die katedraal is daar die basiliek van Sant'Ambrogio van belang. Terwyl die katedraal egter met bewondering en amper vrees bekyk word, het Sant'Ambrogio meer tradisies, ervarings, staaltjies, legendes en bygelowe. Toe die katedraal immers net 'n embrioniese konstruksieterrein was, kon die basiliek van Sant'Ambrogio op 'n duisendjarige geskiedenis reken. Die wond wat deur die bomaanvalle van die Tweede Wêreldoorlog toegedien is, was 'n slag vir die hart vir die stad, wat hom gehaas het om dit te streel, te hecht en Sant'Ambrogio tot sy eertydse glorie te herstel.
Alhoewel sy wortels teruggaan na die tyd van die heilige se lewe, dus in die 4de eeu, moet die basiliek ongetwyfeld beskou word as die triomf van Milanese Romaanse en ook Lombard in sy mees onveranderde weergawe. Daar moet egter gesê word dat nie alles wat die oog sien, ooreenstem met die werklikheid nie: naas die oorlog het ook die negentiende-eeuse restourasies en die neiging tot 'n "strengheid" om die oorspronklike styl aan die lig te bring meegebring dat die sewentiende-eeuse toevoegings is uitgeskakel, wat aanleiding gee tot 'n mengsel van waar en waarskynlik. Die kloktoring versteek byvoorbeeld 'n onvermoede gewapende betonstruktuur wat in die konsolidasiefase na die oorlog ingevoeg is. Die groot gewelfasade met die oorvleuelende loggias, die ontblote baksteen, die quadriportico en die verdeling van die ruimtes spreek vanself: alles herinner aan die Lombardiese Romaanse in sy hoogste weergawe. Die oorsprong van die kerk moet geplaas word in 'n plan vir die bou van basilieks deur Ambrogio self: dit moes die basiliek van die Martelare gewees het vanweë die teenwoordigheid van liggame van heiliges wat in 'n nabygeleë begraafplaas begrawe is. Baie min het oorgebly van die vroeë Christelike konstruksie, behalwe vir die kapel van San Vittore in Ciel d'Oro, het aanvanklik geskei en toe by die groter struktuur aangesluit.
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lamilanomagazine · 2 years
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Milano, arriva la mostra "Federico Guida.Arbor"
Milano, arriva la mostra "Federico Guida.Arbor". Torna la grande pittura contemporanea alla Fondazione Stelline di Milano con la mostra "Federico Guida. Arbor", che prende il nome dalla radice latina di Albero e presenta grandi opere inedite in cui convivono trascendenza e umanità, scienza, religiosità e storia. L’esposizione, a cura di Mimmo di Marzio, occupa gli spazi della Sala del Collezionista e del Quadriportico del Chiostro dal 10 novembre all’11 dicembre 2022 ed è visitabile nel Quadriportico fino all’8 gennaio 2023. Il percorso espositivo presenta la produzione più recente dell’artista che oltrepassa la tradizione pittorica e si appropria di stili e linguaggi dell’installazione. Attraverso le sue opere Guida indaga la simbologia della croce come "albero genealogico" e fondamento della condizione umana, ricerca il continuo equilibrio tra la verticalità ascendente verso il mistero del divino e l’orizzontalità terrena del quotidiano e della vanitas. L’elemento formale della croce, che ricorre nelle opere, è una citazione dei crocifissi sagomati medievali di Giotto e Cimabue conservati a Firenze, e diventa la superficie pittorica per una narrazione composita in cui si intrecciano simbologia e narrazione, astratto e figurazione. Ogni installazione, dipinti ad olio su lino applicati su legno, assume una valenza fortemente concettuale che intreccia i valori del sacro e del profano. In ogni opera convivono forti contrasti che smuovono sentimenti profondi: il sofferente ritratto di una madre, la crudezza della carne oltraggiata, l’illusione trompe l'oeil del legno, i tormenti astratti della tela, sublimano in immagini cosmiche, galassie, eclissi, nebulose creando una tensione verso l’Assoluto e mutando le installazioni in rappresentazioni totemiche dell’esistenza. L’esposizione è accompagnata da un corposo catalogo in italiano e inglese edito da Prearo a cura e con testi di Mimmo di Marzio. La mostra è organizzata dalla Fondazione Stelline in collaborazione con The Bank Contemporary Art Collection, importante collezione che raccoglie rilevanti testimonianze, e svolge una precisa ricerca sulle nuove tendenze pittoriche in Italia con sporadiche ma significative incursioni sulla pittura internazionale. The Bank da sempre rivolge una particolare attenzione al genere figurativo tornato con forza di grande attualità; la rassegna dedicata a Federico Guida si caratterizza quindi come una nuova tappa del percorso rivolto alla promozione e valorizzazione dell’arte italiana. La collezione riunisce oggi oltre cento artisti contemporanei ed è concepita come un organismo che cresce, evolve e si trasforma per far conoscere il loro lavoro in ambito nazionale ed europeo. Federico Guida, nato a Milano nel 1969, dove vive e lavora, dipinge e disegna da sempre, passione trasmessagli dal nonno e dal padre. Frequenta l’Accademia di Brera e lavora nello studio del pittore Aldo Mondino. La sua pittura è incentrata sulla figura umana, su persone comuni, lungi dalla ricerca della bellezza estetica. Vanta una solida preparazione tecnica e un linguaggio figurativo ricco di connotazioni personali. Si esprime attraverso la fotografia, i colori a olio, le vernici, l’acrilico, il gesso e la stoffa. I corpi umani nudi, immortalati in pose contorte ed intrecciate, spingono a meditare sul dramma dell’esistenza umana, addolcito dalla naturale morbidezza della carne che emerge nella lezione sulla luce appresa da Caravaggio. Ha raccontato le notte milanese, i manicomi, relitti giovani e vecchi, lungo un cammino personale e unico in un continuo perfezionamento stilistico e con attenzione costantemente rivolta al corpo e all’anima dell’uomo. Numerose le mostre nazionali e internazionali, sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche. 10 novembre - 11 dicembre 2022 Sala del Collezionista 10 novembre 2022 - 8 gennaio 2023 Quadriportico del Chiostro Orario: martedì – domenica, h. 10.00-20.00 (chiuso il lunedì) Ingresso gratuito, secondo le normative vigenti di accesso a musei e spazi espositivi Anteprima stampa mercoledì 9 novembre h 11 - 14, RSVP - [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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chez-mimich · 2 years
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NU FESTIVAL 2022: IRENE RUSSOLILLO, EDOARDO SANSONNE E GHENADIE ROTARI
Una sera uggiosa di inizio autunno, l’interno di una antica chiesa sconsacrata, due danzatori/musicisti/performers :dove potrebbe essere più profondo quello che Marcel Dufrenne chiamava “il senso del poetico”? Quello che stanno per mettere in scena Irene Russolillo e Edoardo (danza, canto, voce) Sansonne/Kawabate, (elettronica) si intitola “Dov’è più profondo” e, benché in un caso si tratti di architetture e atmosfere e nel secondo di canti e corpi, di suoni e musica, anche qui si tratta di “profondità” abissali che ci ritemprano della banalità del mondo. Anche venerdì quindi, per la terza giornata del festival di “Nu Arts and Community”, raffinate emozioni e godimenti non solo estetici. Uno spettacolo dove danza/suono/parola/immagine sembrano appartenere ad una stessa scaturigine. Il corpo di Irene Russolillo incomincia a muoversi sulla scena sgombra di tutto ma per nulla vuota, allo stesso ritmo della respirazione e del suono che, che facendosi strada nel suo corpo, induce anche il movimento. Dapprima sono movimenti lenti, supportati da uno straordinario equilibrio, poi diventano più stridenti, apparentemente disarmonici, ma sempre pregni di senso, quasi un rituale sacro di suoni e movimenti che vengono dal profondo e vanno diretti nel profondo della nostra anima. Uno “spech”, di cui è difficile comprendere le parole poiché velocizzato e che contrasta coi movimenti lenti e solenni del corpo, suggella la prima parte dello spettacolo. Nel prosieguo , mentre su uno schermo passano le immagini di montagne e nevi e ghiacci eterni (beati i tempi in cui le nevi e i ghiacci erano eterni) e di antichi abitanti delle montagne, la salmodia di Irene Russolillo, fa vibrare tutte le corde dell’anima. Un’ora abbondante di emozioni “in purezza” di due grandissimi performers. Sabato mattina è il quadriportico della canonica del Duomo ad ospitare uno di quei concerti che si possono definire a torto o a ragione “di nicchia” (secondo me a torto, perché la nicchia è solo quella che le persone scavano nel proprio cervello). Si tratta del concerto in solo di Ghenadie Rotari, giovane fisarmonicista moldavo con un’ampia esperienza internazionale (si è esibito in luoghi culto della musica internazionale dalla Carnagie Hall di Nyc alla Berliner Philarmonie), con un repertorio molto variegato che comprende brani per fisarmonica e brani frutto di riscritture da partiture classiche. Tra i primi magnifica la composizione di Daniela Terranova, in prima esecuzione assoluta, ispirato alle tele di Mark Rothko, poi “Milonga preludes” di Astor Piazzolla, segue una pregevolissima composizione di Gabriele Vanoli sulla nascita e morte del suono e un brano di Vladimir Zubitsky, compositore ucraino di spartiti per fisarmonica. Per le riscritture da partiture classiche una sublime reinterpretazione di un brano di musica barocca di Jean-Philippe Rameau. Insieme alla musica e alla straordinaria bravura di Ghenadie Rotari, in questo dolce sabato mattina autunnale, fa molto il silente Chiostro della Canonica che, come unico elemento di (piacevole) disturbo, ha solo, a mezzogiorno, il possente scampanio del campanile del Duomo di Novara. Peccato per chi non c’era…
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tifatait · 2 years
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Salerno, presentata 12^ edizione di 'Teatrando al Quadriportico' | www.stiletv.it
Salerno, presentata 12^ edizione di ‘Teatrando al Quadriportico’ | www.stiletv.it
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lospeakerscorner · 2 years
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Slide Door Salerno/New York
Slide Door Salerno/New York
Un messaggio di pace e solidarietà universale tra popoli e culture in un tempo funestato dalle guerre e dalle divisioni attraverso una slide door SALERNO – Prosegue il programma degli eventi del progetto Slide Door nel Quadriportico del Duomo cittadino. Il Duomo di Salerno, Cattedrale primaziale metropolitana di Santa Maria degli Angeli, San Matteo e San Gregorio VII, è il principale luogo di…
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Basilica di San Paolo fuori le Mura, Roma.
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snapthistiger · 3 years
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On the Ides of March, March 15, 44 BC, the conspirators staged a game of gladiatorial sport at Pompey’s theatre. The gladiators were provided by Decimus Brutus in case their services were needed.  They waited in the great hall of the theatre’s quadriportico.  Mark Antony, having vaguely learned of the plot the night before from a terrified Liberator named Servilius Casca, and fearing the worst, went to head Caesar off at the steps of the forum.  However, the group of senators intercepted Caesar just as he was passing the Theatre of Pompey, located in the Campus Martius and directed him to a room adjoining the east portico of the Theater of Pompey.
According to Plutarch, as Caesar arrived at the Senate, Lucius Tillius Cimber presented him with a petition to recall his exiled brother. The other conspirators crowded round to offer their support. Both Plutarch and Suetonius say that Caesar waved him away, but Cimber grabbed Caesar’s shoulders and pulled down Caesar’s toga. Caesar then cried to Cimber, “Why, this is violence!”.  At the same time, Casca produced his dagger and made a glancing thrust at the dictator’s neck.  Caesar turned around quickly and caught Casca by the arm. According to Plutarch, he said in Latin, “Casca, you villain, what are you doing?"  Casca, frightened, shouted "Help, brother!”.  Within moments, the entire group, including Brutus, were stabbing the dictator.  Caesar attempted to get away, but, blinded by blood in his eyes, he tripped and fell; the men continued stabbing him as he lay defenseless on the lower steps of the portico.  According to Eutropius, sixty or more men participated in the assassination.  Caesar was stabbed 23 times.
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floweredalmond · 4 years
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La basilica di Sant'Ambrogio (o Basilicam Martirum, dai martiri Gervasio e Protasio) fu fondata nel 386, ma venne modificata a partire dell'VIII secolo. Fu edificata per volere dello stesso vescovo Ambrogio, che la dedicò ai santi martiri in essa (Satiro, Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio). Si trova a Milano.
Ad oggi rappresenta non solo un monumento dell'epoca paleocristiana e medievale, ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. L'edificio aveva una funzione religiosa; nel quadriportico erano svolte anche funzioni civili. All'interno della chiesa vi sono il campanile dei monaci, il campanile dei canonici, una canonica incompleta ed i chiostri dell'università cattolica. Inoltre è stata costruita a Milano, città colpita dalla riforma ecclesiastica del 1046 nella quale patarie e papà Gregorio VII avevano lottato contro la corruzione del clero. I materiali costruttivi sono modesti e autoctoni: i mattoni per le murature, la pietra per i sostegni e le sculture. Ha una pianta longitudinale e la copertura è a volte a crociera: le spinte verticali sono sostenute dagli archi ribassati, le spinte laterali sono sostenute dai matronei e dalle navate laterali che convogliano il peso verso i contrafforti esterni. Non vi è il cleristorio. La chiesa in stile romanico si unisce alla precedente basilica paleocristiana: sono mantenuti invariati la larghezza, la lunghezza, il numero e il rapporto dimensionale delle navate. All'interno dell'edificio c'è un fulcro sacro fisso, la tomba di Sant'Ambrogio. La facciata a campana, con una grande loggia traforata a cinque arcate che si affaccia sul quadriportico si ispira agli archi trionfali romani. I mattoni acquisiscono nell'edificio valore decorativo e formano motivi ad archetto intrecciato. Nel presbiterio, sotto il tiburio ottagonale, si trova il famoso Altare d'oro, del magister phaber Vuolvino, coperto dal ciborio del IX secolo con colonne in porfido; raffigura Sant'Ambrogio e due monaci (Gervasio e Protasio), San Benedetto e due monaci, Santa Scolastica e due monache e Cristo con Paolo e Pietro. Internamente l'abside è decorato da mosaici; il pulpito è del 1200, in pietra, marmo e rame lavorato a sbalzo, poggiato sul sarcofago del generale Stilicone. È su due livelli: in quello inferiore, più basso rispetto alla navata, c'è la cripta con i corpi dei Santi Ambrogio, Gervasio e Protasio e, nel livello superiore, ci sono gli stalli lignei del coro (XV sec.). Sulla sinistra del quadriportico, infine, si trova la cosiddetta colonna del diavolo, così chiamata poiché la leggenda narra che il demonio, durante una lotta con Sant'Ambrogio, vi conficcò le corna: ci sono infatti due buchi affiancati. Ovviamente una cosa è la leggenda, un'altra la storia: i due buchi erano la sede di un cancello. Il retro in oro e argento a sbalzo con smalti e gemme su base in legno è decorato con dodici scene della vita di Cristo, i dodici apostoli e i quattro simboli degli Evangelisti. Qui vi sono anche due sportelli per accedere all'area dove sono conservate le reliquie. Grandi effetti di luce e ombre ricalcano volumi e superfici: nella navata centrale la luce si irradia gradualmente e si riflette su oro e mosaici, le navate laterali sono buie: in questo modo l'ambiente più luminoso è dunque il più sacro.
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personal-reporter · 11 months
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Custodi di arte e fede: San Paolo fuori le mura a Roma
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Con la sua struttura, la Basilica di San Paolo fuori le Mura è una delle quattro basiliche papali di Roma e più grande dopo quella di San Pietro. La chiesa sorge sul luogo dove, secondo la leggenda, fu sepolto l’apostolo Paolo, e li i primi cristiani eressero una cappella sepolcrale, successivamente trasformata in basilica da Costantino e consacrata, secondo la tradizione, da Papa Silvestro I nel 324. Nel 385, si dette inizio alla ricostruzione del tempio, terminata nel 395 sotto l’imperatore Onorio. Divenuta una delle tappe più importanti del pellegrinaggio a Roma, l’aspetto attuale della basilica si deve a Pasquale Belli che, in collaborazione con altri architetti, la ricostruì tra il 1825 e il 1854, dopo l’incendio occorso nel 1823. La facciata, decorata nella fascia superiore da mosaici ottocenteschi, è di Luigi Poletti,  autore anche del campanile e del pronao sul lato settentrionale, realizzato reimpiegando dodici colonne già nella navata della chiesa precedente , ed è preceduta da un quadriportico, disegnato alla fine del diciannovesimo secolo da Virginio Vespignani, dove sorge la statua di San Paolo di Giuseppe Obici. L’interno è suddiviso in cinque navate da ottanta colonne monolitiche di granito e la navata centrale, più ampia, presenta alle pareti mosaici con ritratti di papi, che continuano anche nelle navate laterali, e affreschi con storie della vita di San Paolo. L’altare centrale, dove si trova la confessione e la tomba dell’apostolo, è sormontato dal celebre ciborio gotico di Arnolfo di Cambio con, a destra, il grande candelabro per il cero pasquale, realizzato in marmo da Nicola D’Angelo e Pietro Vassalletto nel 1170. Nell’abside c’è il maestoso mosaico, voluto da Innocenzo III terminato al tempo di Onorio III e nel chiostro sono conservati numerosi frammenti architettonici, provenienti dall’antica basilica, e reperti archeologici dal sepolcreto ostiense. Il chiostro della basilica, opera di  Jacopo e Pietro Vassalletto, presenta colonne in marmo a coppie, di diversa tipologia e forma, decorate da mosaici e marmi colorati che reggono gli archi con l’epistilio ornato di magnifici mosaici e limitato in alto da una cornice di marmo bianco con teste di leoni, buoi, capre ed altri animali, dalle bocche dei quali scorre l’acqua piovana. I monaci benedettini dell’Abbazia di San Paolo, da secoli  custodi della tomba dell’Apostolo Paolo, hanno creato il giardino monastico nel quale coltivano erbe e alberi citati nella Bibbia, che riproduce idealmente l’Eden biblico, un luogo senza tempo in cui meditare e riflettere sulla visione cristiana e monastica della natura. Tra i diversi ambienti si può ammirare l’Orto dei semplici dove vengono coltivate, secondo la millenaria tradizione benedettina, le piante officinali impiegate nella realizzazione dei rimedi fitoterapici disponibili alla Spezieria Monastica. Nel 2007, alcuni scavi nell'orto hanno portato all’individuazione di antiche strutture, come la base di un piccolo campanile, delle costruzioni relative alle case dei poveri risalenti alla fine del V secolo, e i resti di un portico colonnato. Read the full article
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rebrandtdebibls · 1 year
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Nuwe Christelike Mi-laana
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Sa Loruna is hoofsaaklik gebou met die funksie van palatynse basiliek, dit wil sê tot diens van die paleis en dus nou gekoppel aan die keiserlike figuur en relevant vir die hele Ryk, ten minste voor die oordrag van die hof na Ravenna. Daar moet gesê word dat vanaf die Romeinse tydperk die groot klippe wat aan die buitekant op die vlak van die basis geplaas is, onmiddellik sigbaar is. Die konstruksie het saamgeval met die vernietiging van 'n groot gebou, heel waarskynlik die Amfiteater, waarvan slegs 'n klein oorblyfsel vandag 'n paar honderd meter van San Lorenzo af oor is. Dit was die teken van die tye: die einde van die heidense Milaan van die vertonings in die Amfiteater en van die offers aan die gode van Olympus en die triomf van die nuwe Christelike Milaan, wat veral vanaf die middel van die 4de eeu plaasgevind het. , na die Edik van Milaan in 313 en na die bekering van die keisers self, verder versterk deur die magtige figuur van Sint Ambrosius in die tweede helfte van die eeu. Dit is egter nie net 'n simboliese toeval nie, maar ook 'n baie praktiese feit: die Amfiteater was die klipgroef vir die bou van die basiliek. Dit is beslis nie die enigste voorbeeld van "herwinning" nie: sy beroemde "kolomme", byvoorbeeld, wat die eksterne quadriportico afgebaken het, sou afkomstig wees van 'n heidense tempel van die 2de/3de eeu wat in die 10de-11de eeu gesloop is. In werklikheid hang die voorkoms van die kerkhof en van die kolomme af van 'n projek deur die argitek Cesare Nava uit die einde van die 19de eeu (gedeeltelik gebaseer op die idees van Martino Bassi) en van 'n aansienlike ingryping in die 1930's vir die kerkhof : tot 1935 was die area beset deur 'n blok huise, verwyder om lug aan die fasade te gee. Die res van wat ons sien, die fasade en koepel wat deur 'n agthoekige lantern omring word, hang af van die projekte van die Manieristiese argitek Martino Bassi, wat deur San Carlo Borromeo gehuur is na die ineenstorting van die koepel in 1573. Alhoewel dit die derde ineenstorting was (twee in die 12de eeu, miskien ook as gevolg van aardbewings) is die koepel deur Renaissance-argitekte bewonder as 'n voorbeeld van perfekte klassieke proporsies en Bassi's het ook as inspirasie vir die groot Barokkoepels gedien.
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heyitsararts · 4 years
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DUOMO DI SALERNO
Nome⚘: Duomo di Salerno
Data⚘: 1080-1085
Luogo⚘: Salerno
Autore⚘: Sconosciuto
Contesto originale⚘: Fu costruito dopo la conquista da parte di Roberto II Guiscardo e fu costruite sopra un'ononima chiesa paleocristiana.
Scelte stilistiche: Il duomo è preceduto da una facciata barocca e dalla scalinata annessa. Dell'antico prospetto resta il portale, detto Porta deli Leoni a causa di due lati degli stipiti raffiguranti un leone. Inoltre abbiamo rilievi che si prestano a una lettora allegorica. Sull'architrave una scritta ricorda l'alleanza tra Salerno e di Capua. Abbiamo inoltre una lunetta con un affresco seicentesco che raffgura San Matteo che scrive il vangelo ispirato dall'angelo. Abbiamo inoltre un quadriportico romanico. L'atrio è circondato da un colonnato. Nell'atrio inoltre di apre la Porta in Bronzo della chiesa, fusa a Costantinopoli nel 1099.
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