Tumgik
#populismo
toscanoirriverente · 1 year
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gregor-samsung · 1 month
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" Avevamo visto insieme i risultati delle elezioni; eravamo in una casa con un salone molto grande, mangiavamo e bevevamo, eravamo chiassosi, e poi all'improvviso era calato un silenzio molto serio, preoccupatissimo, complicato. Scuotevamo la testa, ma non avevamo il coraggio di dire nulla. E vero che i sondaggi avevano suggerito di stare all'erta, ma ciò che stava accadendo sembrava impossibile a noi che eravamo l'Italia civile e moderna. Ogni tanto, se appariva uno di quelli che avevamo votato, qualcuno urlava un insulto - qualcosa di generico contro la sinistra; era un urlo stonato, in mezzo al silenzio, e veniva accolto con altro silenzio. E allora questa ragazza, che era seduta per terra davanti alla tv, si voltò solo un attimo per afferrare il suo bicchiere di vino rosso, poi disse: «Va bene, che sarà mai, Berlusconi ha vinto le elezioni e governerà, cosa può succedere?»
Quella frase ruppe il tappo del silenzio. Le si scagliarono tutti contro, dicendo che forse non si rendeva conto, elencando cosa aveva fatto Berlusconi fino a quel momento, come si era procurato i soldi, in quali rapporti era stato con Craxi. Il baratro che ci aspettava. E molti dicevano soltanto questa frase, come un mantra: dobbiamo andare via dall'Italia. Cosa ci sarebbe capitato, da quel giorno in poi, non si poteva nemmeno immaginare. Dovevamo andare a vivere in un altro Paese, più civile, più vicino a noi, perché l'Italia era caduta nelle mani di esseri umani che non sapevamo nemmeno che esistessero. Io non dicevo nulla, però continuavo a guardare quella ragazza che ascoltava tutti, diceva si lo so però dai, che sarà mai, e continuava piuttosto serenamente a sorseggiare il suo vino. L'unica impressione che dava era che quel vino le piacesse. Non so perché, e non importa, ma mi si piantarono dentro due sensazioni precise: una maggiore tranquillità verso quello che era appena accaduto, e un innamoramento diverso da tutti quelli che avevo avuto finora; non chiassoso, solido. "
Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi (collana Super ET), 2017 [1ª ed.ne 2013]; pp. 163-164.
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elkoko · 2 months
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La decadencia de una sociedad egoista que olvida a los más necesitados y les culpa por ello.
Esta semana en @el.estafador hablamos del dinero, de tenerlo y de no tenerlo.
#Viñeta @elkokoparrilla #dinero #money #humorgráfico #Elestafador #pobreza
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duca-66 · 10 months
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Il governo "sta valutando la possibilità di una stretta sugli youtuber", da inserire sul decreto anti-baby gang mediante la creazione di una nuova fattispecie di reato che preveda la condanna fino a 5 anni di carcere per "chi esalta condotte illegali" o "chi istiga alla violenza" postando video o guadagnando sulle piattaforme digitali.
Peccato però che il "nuovo reato" esista già...ART. 414 COD. PENALE che prevede appunto sia l'istigazione a delinquere che l'apologia di reato.
Un populismo giudiziario che sa di sciacallaggio. Bastava rileggersi il codice penale.
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t-annhauser · 2 years
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Come fu che la sinistra sostituì il Che Guevara con Mario Draghi (e i poveri divennero populisti)
Vorrei parlarvi di come i poveri siano sempre meno un problema di sinistra, e come siano diventati invece per i compagni un problema di scuola da affidare piuttosto a competenti tecnici della Bocconi (da Che Guevara a Mario Draghi eroe del popolo), mentre loro si appassionano all'importante dibattito sul sesso degli angeli: come dovremmo definirli? binary, gender neutral, bi-gender, not cis, pangender, transgender, he/him, she/them, them/them, tutti/tutte/tuttu? Compagnǝ, tornate in voi/noi/essi. Io, da apprendista libertario, pensavo che la cosa migliore fosse non aver bisogno di definizioni, perché essere definiti comporta anche il rischio di essere giudicati e controllati, ma evidentemente definirsi puntigliosamente in questo modo viene in soccorso a una certa adolescenzialità di fondo che oggi colpisce ahimè anche i tardo trenta/quarantenni. I poveri, in tutto questo, dimenticati, derisi e abbandonati dalla sinistra che li schifa ormai come la peste e non li fa più nemmeno entrare in centro perché inquinano troppo. Ad ogni elezione, la sinistra arcobalena ed ecologista si misura con il fallimento delle sue proposte e si domanda come mai la gente non la vota come dovrebbe. Non le passa per la testa che tutto il circo del bio, dell'eco sostenibile e delle rinnovabili siano anche un business per facoltosi che si possono permettere gli ultimi ritrovati della tecnica mentre chi resta indietro viene tacciato di ignoranza e di populismo? Come sanno essere crudeli i buoni quando presuntuosamente si credono nel giusto.
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electronica-1 · 7 months
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Fidel vive en cada bache, En cada anciano sin pan, En cada niño sin leche, Y el desastre Nacional
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pazzoincasamatta · 8 months
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«Il populismo e la sua abilità nel proporre scelte semplici a problemi complessi, vivono dell’incompetenza di tutti»
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rideretremando · 5 months
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"La retorica edificante a cui oggi quasi tutti ci pieghiamo ripete che dobbiamo distinguere tra popolazione, capi militari e capi politici. E che la popolazione per lo più subisce le scelte dei capi politici e militari. Non è vero. Interi popoli possono entrare in accessi deliranti di odio persecutorio, di acritica megalomania e di rabbia sanguinaria. E così esprimeranno capi persecutori, megalomani e sanguinari. Hitler non andò al potere con libere elezioni nel 1933? Hamas non ha vinto le elezioni nella Striscia di Gaza nel 2006? Putin non è stato stravotato dai russi per decenni? Il governo di estrema destra di Netanyhau non è stato votato dagli israeliani? Davvero i popoli sarebbero sempre innocenti, irresponsabili?"
Sergio Benvenuto
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ferrolano-blog · 8 months
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Los votantes de Milei obviaron las cuestiones, contrarias al pensamiento de la mayoría de ellos y perjudiciales para sus propias vidas, como sería la multiplicación de los costos de los servicios públicos y de la medicina y la educación... tienen una opinión contraria a las propuestas “libertarias”... Se trata de un electorado que escucha “dolarización” y, lejos de recordar o enterarse del daño estructural que esa medida generó al país, se convence de que va a cobrar en pesos estadounidenses... En el sector informal trabajan 8 millones de personas que, además de haberse inventado sus trabajos, carecen de derechos laborales; y son jóvenes... carecen de derechos laborales y es por eso no temen que se los quiten”... el universo de jóvenes informales es el que seduce Milei, con su discurso de libertad y supuesto fin de los privilegios... Las mayorías, por su parte, comprueban mes a mes que con esa “democracia” no “se come, se cura y se educa", y, ahora, hasta les rebana las esperanzas, sobre todo a las generaciones jóvenes, que llevan años sin ver luces en el horizonte... la frase "quienes carecen de derechos laborales no temen que se los quiten” es exacta... También es real que elegir el cadalso no es una opción para quienes pretender seguir viviendo. Octubre hablará
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ninocom5786 · 3 months
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Rete 4 è il canale con talk show politici e di cronaca nera fatti da giornalisti, conduttori e opinionisti razzisti, omobitransfobi, populisti e sessisti per far compiacere la destra sempre più legata ed erede del fascismo e del nazismo.
SCHIFO ASSOLUTO!
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Adonde sea que vaya la multitud, corre hacia el otro lado, ellos siempre están equivocados...
@teatro-magico-solo-para-locos
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toscanoirriverente · 9 months
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gregor-samsung · 8 months
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“ L’istituzione del Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic fu la prima notizia per l’intera mattina, ma non entrò neppure in #trendtopic. Il fatto che il provvedimento fosse stato presentato in difesa e non contro le suddette minoranze ne ridusse sensibilmente la viralità. Per spiegare il senso politico della legge, fu diffuso un documento in cui riassumeva per punti le ragioni in base alle quali gli intellettuali costituiscono, sempre, un pericolo per la democrazia tale da minarne l’esercizio. La lettera, firmata dal ministro in persona e redatta in forma di decalogo, era intitolata: “La questione intellettuale. La verità è semplice, l’errore complicato”. Diceva: La complessità impedisce la verità. La complessità umilia il popolo. La complessità frena l’azione. La complessità è noiosa, quindi inutile. La complessità è superba, quindi odiosa. La complessità è confusa, quindi dannosa. La complessità è elitaria, ergo antidemocratica La semplicità è popolare, ergo democratica. La complessità è un’arma delle élite per ingannare il popolo. Bisogna semplificare quello che è complicato, non bisogna complicare quello che è semplice. Olivia ripose il giornale sul sedile di fianco. Era l’unica a essersi portata un quotidiano in tutto lo scompartimento, ma la verità era che anche lei ormai riusciva a leggere i giornali soltanto in treno. Qualche posto più in là una signora chiacchierava al telefono seduta di fronte a un uomo che tentava di leggere. Fuori dal finestrino passava l’Italia – case sparse, prati e colline verdi, improvvise accensioni di cespugli colorati – e sembrava che niente fosse accaduto, e che il Paese fosse quello di sempre. Era impossibile dire se fosse stata la cultura a plasmare quel paesaggio o quel paesaggio a modellare la cultura. “
Giacomo Papi, Il censimento dei radical chic, Feltrinelli (collana I Narratori), 2019¹; pp. 40-41.
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jgmail · 1 year
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El primer filósofo del populismo de izquierda
ENTREVISTA POR Gabriele Pedullà[1]Profesor de literatura italiana en la Universidad de Roma Tre. Entre sus obras destacan Machiavelli in Tumult (2018) e In Broad Daylight: Movies and Spectators After the Cinema (2012).
Casi cinco siglos después de su muerte, el filósofo italiano Nicolás Maquiavelo sigue siendo una de las figuras más influyentes de la historia del pensamiento político. El autor de
El Príncipe
probablemente se asombraría de ser objeto de libros sobre habilidades de liderazgo dirigidos a directores generales de empresas o de que, en
Los Soprano
, Paulie Walnuts se refiriera a él erróneamente como «Príncipe Matchabelli».
La visión errónea de Maquiavelo como el padre fundador del cinismo político —o incluso del «mal» político— es casi tan antigua como el propio hombre. Pero John P. McCormick, autor de obras influyentes como Machiavellian Democracy, sostiene que el pensador florentino se entiende mejor como precursor del actual populismo de izquierdas. Lejos de estar desfasados, algunos de los argumentos de Maquiavelo siguen adelantándose a nuestro tiempo. Un enfoque verdaderamente «maquiavélico» de la política puede ayudar a fortalecer la democracia popular.
GP
Probablemente no exista universidad en la que no se enseñen las obras de Maquiavelo, o al menos El Príncipe. Sin embargo, las investigaciones sobre su figura y pensamiento son bastante excepcionales. Usted ha publicado dos libros sobre Maquiavelo y, por lo que sé, está preparando un tercero. ¿Por qué Maquiavelo? ¿Cómo lo descubrió por primera vez?
JM
Por supuesto, me encontré con El Príncipe en la universidad, pero durante los estudios de posgrado en la Universidad de Chicago, en 1992, tuve la suerte de asistir a dos seminarios dedicados íntegramente a los Discursos de Maquiavelo. Esas clases desencadenaron mi fascinación por Maquiavelo para toda la vida. Aunque empecé mi carrera académica trabajando en la línea de la «teoría crítica» de la Escuela de Frankfurt, la orientación de mi trabajo volvió a centrarse en Maquiavelo en la década de 2000.
GP
¿Qué motivó esta reorientación?
JM
Supongo que fue el aumento de la desigualdad y el aventurerismo militar bajo la administración de George W. Bush y Dick Cheney en Estados Unidos. Después de todo, Maquiavelo me había enseñado que los ciudadanos de las antiguas rep��blicas castigaban a las élites mucho más severamente por la corrupción y la traición que nosotros en las democracias liberales contemporáneas. Cualquiera que lea a Maquiavelo con seriedad verá que los ciudadanos democráticos modernos dejan que las élites se salgan con la suya precisamente con el tipo de comportamiento que él pensaba que debía ser castigado con severidad.
GP
Usted no es solo un especialista en Maquiavelo. Ha publicado extensamente también sobre el pensamiento de la República de Weimar. Se podría decir que le atraen las crisis políticas más agudas.
JM
Ciertamente no lo planeé así, pero el tema general de mi carrera académica se ha convertido en «repúblicas democráticas en crisis». Llevo más de dos décadas investigando la perpetua susceptibilidad de la democracia a la corrupción plutocrática y oligárquica, corrupción que a menudo desemboca en golpes de Estado autoritarios. He explorado la situación extremadamente precaria de la libertad cívica y el gobierno popular en contextos históricos tan variados como la Florencia renacentista, la Alemania de Weimar, los Estados Unidos contemporáneos y los Estados miembros de la Unión Europea (UE).
GP
Todavía hoy, mucha gente piensa que Maquiavelo fue un maestro del mal. Los estudiosos —o al menos la mayoría de ellos— han intentado corregir esta idea errónea centrándose en su lealtad a la tradición republicana de Roma y en sus Discursos sobre la primera década de Tito Livio. Sin embargo, su lectura es diferente. Porque tu Maquiavelo no es solo un pensador republicano: es un pensador republicano pro popular, hostil a las degeneraciones oligárquicas de los Estados libres.
JM
Aunque Maquiavelo nunca utilizó la palabra «democracia», y aunque expresó serias (pero no incondicionales) reservas sobre la democracia ateniense, he defendido que Maquiavelo es, de hecho, el primer «teórico democrático» de la historia del pensamiento político occidental. Maquiavelo borra la distinción clásica entre aristócratas y oligarcas, acusando a las élites socioeconómicas de ser siempre agentes de opresión sobre la gente común.
Además, Maquiavelo ensancha los pocos momentos del pensamiento político tradicional en los que los autores conceden a regañadientes que el pueblo llano puede ejercer ocasionalmente un buen juicio político, y procede a construir una novedosa teoría democrática sobre esa base. Incluso hoy en día, los famosos estudiosos se fijan en los pocos casos en los que Maquiavelo representa al pueblo tomando malas decisiones e ignoran por completo las decisiones mucho más calamitosas que él demuestra que tomaron las élites (concretamente los senados aristocráticos) en las repúblicas espartana, romana, veneciana y cartaginesa.
GP
Curiosamente, en Italia, Maquiavelo se asocia a menudo con lamentaciones sobre las glorias italianas del pasado. En su libro, por el contrario, usted demuestra claramente cómo su pensamiento ofrece ideas frescas para corregir el impulso oligárquico de las democracias occidentales.
JM
Maquiavelo fue un esperanzador visionario sobre el futuro de Italia que se inspiró en un vibrante pasado mediterráneo. No se dedicó a la nostalgia trágica. Se inspiró en la forma en que los antiguos toscanos, siracusanos, espartanos y aqueos resistieron valientemente y durante mucho tiempo la dominación de hegemonías imperiales como Macedonia, Cartago y Roma. Maquiavelo creía firmemente que un retorno al antiguo orden doméstico y militar permitiría a los italianos modernos rechazar a los hegemones contemporáneos como Francia, España y el emperador alemán.
Después de todo, los hegemones modernos, en su opinión, no eran más que tigres de papel comparados con sus homólogos antiguos. Si las ciudades italianas rearmaran a sus ciudadanos comunes —tanto militar como cívicamente—, podrían superar la dominación extranjera y la opresión interna de los clérigos y los optimates (los que apoyaban el gobierno oligárquico en la República romana tardía). Quizás fue demasiado optimista sobre el futuro. Es posible que Maquiavelo subestimara la obstinación con la que las élites de su época se resistirían a las reformas que él propugnaba: el restablecimiento de los tribunos plebeyos, de las grandes asambleas populares y de las amplias milicias ciudadanas que, en su opinión, habían garantizado las libertades de los pueblos y repúblicas antiguos.
GP
Se le ha acusado de ser un populista o un partidario del populismo. ¿Cuál es la diferencia entre un teórico político pro popular y uno populista, ahora y en la época de Maquiavelo?
JM
Efectivamente, soy partidario del populismo, del populismo de izquierdas. La diferencia entre el populismo de izquierdas y el de derechas es sencilla. El populismo progresista es un movimiento chauvinista mayoritario que desafía las ventajas injustas de las que disfruta una élite minoritaria, rica y poderosa. El populismo de derechas, por el contrario, es un movimiento chauvinista mayoritario que desafía los privilegios imaginarios de los que disfrutan los inmigrantes vulnerables o las minorías religiosas y étnicas. Creo que los escritos de Maquiavelo anticipan el populismo de izquierdas porque anima a los plebeyos a desafiar a las élites y exigirles una cuota de poder económico y político cada vez mayor.
Maquiavelo demuestra de forma bastante convincente que los gobiernos populares son el objetivo constante de (aunque no utilizó el término) «vastas conspiraciones de la derecha», en todo lugar y en todo momento. Desde esta perspectiva, la corrupción sistémica generada por la plutocracia es simplemente una amenaza constante y existencial para cualquier sistema de gobierno cívico que no sea ya una oligarquía desnuda. La única manera de detener o hacer retroceder esta corrupción es que la gente común se movilice y utilice cualquier influencia que tenga —servicio militar o fuerza de trabajo, por ejemplo— para extraer concesiones de las élites que preferirían expandirse antes que renunciar a su desproporcionada autoridad.
Por supuesto, las repúblicas antiguas que Maquiavelo analizó nunca tuvieron que lidiar con el «populismo de derechas». Las élites socioeconómicas de esas repúblicas podían invocar el patriotismo o la «anti tiranía» para frustrar las demandas reformistas del demos o de la plebe; es decir, podían priorizar la necesidad de la guerra contra enemigos extranjeros hostiles o invocar el peligro de que los líderes populistas acumularan poder real mientras defendían la situación de las clases bajas.
El senado romano ejerció con maestría ambas estrategias, desviando con frecuencia a los plebeyos del tumulto en casa a la guerra en el exterior, y a menudo saliéndose con la suya al matar a campeones populares, desde Marco Manlio Capitolino a los hermanos Graco, como «aspirantes a tiranos». Pero tales oligarcas nunca pudieron movilizar plenamente a grandes segmentos del pueblo llano en un movimiento sostenido contra las reformas populares y los reformadores populares. Al final, tuvieron que recurrir a la represión violenta para conseguirlo, como ejemplifica la tiranía de Sula.
Por otra parte, los populistas de derecha contemporáneos tienen un arma poderosa que esgrimir tanto contra los partidos de centroizquierda como contra los movimientos populares: la acusación de deslealtad o traición nacional. Dado que los demócratas y socialistas modernos están motivados por los principios universalistas de la Ilustración, son perpetuamente susceptibles de ser acusados de no estar realmente dedicados al bienestar de «la gente» dentro de sus propios países. Se les acusa con demasiada facilidad de preocuparse en última instancia por la «humanidad» (por la gente de todo el mundo) o por las minorías subalternas nacionales. De ahí la eficacia de los populistas de derecha para desprestigiar a los políticos de centroizquierda y a los populistas de izquierda por igual como «globalistas» traicioneros o como adherentes antimayoritarios de la «política de identidad».
GP
¿Cuál es su actitud hacia el marxismo? Está claro que su enfoque de Maquiavelo es diferente al de los pensadores políticos marxistas.
JM
Hay que reconocer que soy muy duro con los posmarxistas europeos en la nueva introducción a Machiavellian Democracy. Soy bastante impaciente por la medida en que autores como Louis Althusser, Claude Lefort, Étienne Balibar y autores italianos más recientes influenciados por ellos ignoran, minimizan o descartan el papel de las instituciones en el pensamiento político de Maquiavelo. Reconstruyen los escritos de Maquiavelo de forma que el pueblo se limita a impugnar el funcionamiento de las instituciones, es decir, las maquinaciones de un «Estado» monolíticamente concebido.
Pero la concepción de Maquiavelo del governo popolare es precisamente eso: el pueblo participando en el gobierno a través del funcionamiento de instituciones como los tribunos romanos de la plebe (las asambleas en las que el pueblo propone y discute, afirma o rechaza las leyes) y los juicios públicos, en los que el pueblo sirve como juez último de los ciudadanos acusados de delitos políticos. Los posmarxistas temen que el pueblo se ensucie las manos de forma moralmente dudosa al participar en el «gobierno» o que el pueblo sea cooptado en el funcionamiento del «Estado» al participar en su funcionamiento. Pero Maquiavelo insiste en que las reformas exigidas por el pueblo a través del tumulto deben ser instanciadas en «leyes», cuya adjudicación sigue supervisando, incluso mandando, el pueblo (y no un partido privilegiado).
Maquiavelo no quería simplemente que el pueblo, a través de manifestaciones públicas, protestara contra el poder de la oligarquía manifestado por «el Estado» desde el exterior. También quería que impugnaran perpetuamente el poder de la oligarquía desde dentro del funcionamiento del Estado. Solo ensuciándose las manos a través de la práctica política ejercida fuera y dentro de las instituciones podrían combatir eficazmente la oligarquía y ejercer el autogobierno. Aterrados por los ejemplos de la Rusia estalinista y de la China comunista, los intérpretes posmarxistas de Maquiavelo sistemáticamente compensan en exceso, reduciendo la democracia al antigobierno, es decir, al anarquismo.
GP
¿Y cuál es su actitud hacia Karl Marx en general? ¿Qué parte de su pensamiento es más vital para nosotros, en su opinión?
JM
Por supuesto, venero enormemente los escritos de Marx. La lectura de Crítica de la filosofía del derecho de Hegel en la universidad me cambió la vida. Aunque desde entonces lo he abandonado como ideal emancipador, el hecho de que Marx articulara la economía británica, la política francesa y la filosofía alemana me inspiró durante décadas. Sin embargo, la ausencia de una visión política constructiva en Marx acabó resultando muy frustrante: Marx fue un crítico magistral de la política reaccionaria en obras como La guerra civil en Francia y El 18º brumario de Luis Bonaparte, pero su falta de especificidad respecto a la política del socialismo fue decepcionante.
Al principio me dirigí al joven Jürgen Habermas, más hegeliano, como alternativa, pero finalmente su intento de llenar la laguna política de Marx resultó ser demasiado liberal para mi gusto… de ahí mi paso a Maquiavelo. Sin embargo, hoy en día se está llevando a cabo una importante labor de recuperación de los recursos políticos de Marx: Bruno Leipold sobre el republicanismo de Marx, Steven Klein sobre los linajes marxianos para la socialdemocracia, Will Levine sobre los kantianos marxianos y el trabajo de Camila Vergara sobre la tradición del institucionalismo radical, que se remonta a Rosa Luxemburgo.
GP
El otro autor sobre el que ha publicado extensamente es otro pensador antiliberal, esta vez del lado derecho del espectro político: Carl Schmitt. ¿Qué podemos aprender de él?
JM
Schmitt fue, por supuesto, el maestro en denunciar el universalismo de la izquierda política para promover una derecha política supuestamente más auténtica y «democrática» en la República de Weimar. Recientemente, he llegado a ver la carrera de Schmitt como un emblema del papel casi constante desempeñado por la centroderecha en los intentos de usurpación o el éxito de las democracias liberales. Schmitt fue uno de los primeros partidarios de la República de Weimar, pero en menos de una década justificó y participó en su derrocamiento.
Muchas democracias modernas siguen precisamente esta trayectoria: las democracias se establecen con un apoyo bastante entusiasta por parte de los partidos de centroderecha pero, una vez en el poder, estos partidos tienden a moverse más a la derecha, eligiendo alinearse con los partidos de extrema derecha para mantener el poder inconstitucionalmente, en lugar de comprometerse formando gobiernos de coalición con los partidos de centroizquierda. Los políticos de centroderecha siempre piensan que pueden controlar a la extrema derecha, pero pronto descubren que tienen un tigre por la cola. Esto fue cierto en Weimar, y ciertamente es una realidad también en los Estados Unidos hoy en día. Las democracias modernas son derrocadas casi exclusivamente desde la derecha, no desde la izquierda.
GP
Existen, por lo general, dos maneras de juzgar la política italiana desde el extranjero. Algunos comentaristas presentan a Italia como una tierra exótica y misteriosa, donde la política sigue reglas enigmáticas. Columnistas más sabios y mejor informados han observado que la política italiana tiende a anticipar la tendencia occidental, generalmente en sus peores aspectos. Benito Mussolini fue Juan el Bautista para Adolf Hitler, al igual que Silvio Berlusconi para Donald Trump. ¿Cuál es su opinión? ¿Y cuánto sigue usted la política italiana?
JM
Suscribo firmemente esta última línea de pensamiento. La política italiana es siempre el «canario en la mina de carbón» de la política occidental. Cuando viví en Italia, a mediados de los años noventa, los paralelismos entre el ascenso de Berlusconi y lo que ocurría con Newt Gingrich y Pat Buchanan eran muy claros, pero pocos en Estados Unidos querían considerar a estos últimos como protofascistas. Hay un enorme vacío en el vocabulario político estadounidense cuando se trata de la palabra fascista: en el discurso público está permitido llamar fascista a Barack Obama, ¡pero no a Trump! Sin embargo, en Italia durante esos años, cada conversación de almuerzo y cena se dedicaba a ubicar dónde se encontraba Berlusconi en el continuo fascista, y cuánto más lejos en una dirección fascista podría llegar.
GP
La parálisis política contemporánea en los Estados Unidos tiene claramente mucho que ver con la crisis del movimiento socialista. Los oligarcas disfrutan de una situación muy favorable ahora que la «izquierda neoliberal» hace avanzar sus intereses no menos que la derecha. Para los ricos es una situación en la que todos ganan: sea cual sea el resultado de las elecciones, se beneficiarán de un gobierno amigo. ¿Cómo podemos arreglar esto?
JM
Así es precisamente como intento explicar la política estadounidense a mi madre: cuando ganan los republicanos, los ricos se hacen más ricos; cuando ganan los demócratas, los ricos siguen siendo ricos. Debido al sistema bipartidista de Estados Unidos, la redistribución económica y la regulación siempre han sido objetivos políticos problemáticos (aunque incluso bajo republicanos como Dwight Eisenhower y Richard Nixon, la América posterior a la Segunda Guerra Mundial era como un Shangri-la socialdemócrata en comparación con la actual).
En Europa, las cosas son más difíciles de explicar. Supongo que la existencia de partidos comunistas creíbles en Europa Occidental durante la Guerra Fría indujo a los partidos de centroderecha a comprometerse con los de centroizquierda de forma que se fomentara una relativa igualdad económica. Ahora, los partidos conservadores son libres de dedicarse a la obstrucción total cuando están fuera del poder. Por supuesto, tienes razón en que los partidos socialdemócratas merecen su parte de culpa. A través de las políticas neoliberales, han participado en el vaciamiento de las bases sociales de la política progresista.
GP
¿Qué opina de la experiencia de los gilets jaunes (chalecos amarillos) en Francia?
JM
Una grata excepción a la regla. Fue ciertamente refrescante ver surgir en una gran democracia un movimiento social más o menos de base que protestaba contra la austeridad. Y es un gran alivio que dicho movimiento no haya adoptado la forma patológica asociada al populismo de derechas; espero que las acusaciones de antisemitismo sean meras calumnias lanzadas contra ellos por los enemigos conservadores del movimiento. Los gilets jaunes son la oposición enérgica y articulada a la austeridad que los políticos centristas como Emmanuel Macron merecían. Dijeron «¡Basta!» a las políticas financieras y económicas que trasladan injustamente la carga de mantener una sociedad moderna sana de los ricos a la gente media.
Estoy harto de que centristas como Macron, e incluso Angela Merkel, hagan reverencias y acepten ramos de flores por rescatar la Ilustración, la civilización y la decencia humana derrotando electoralmente a la derecha xenófoba y luego pivoten para satisfacer las preferencias políticas de los intereses financieros que directa o indirectamente respaldan sus propias campañas, en lugar de los ciudadanos de clase media y trabajadora que realmente votaron por ellos. Se felicitan por haber matado al dragón populista de la derecha y luego promulgan políticas que siguen alimentándolo.
Las políticas de austeridad de Merkel aseguraron que la extrema derecha siga teniendo un electorado en el sur de Europa, y las políticas neoliberales de Macron aseguran que la tentación de Marine Le Pen siga siendo viable en Francia. Los gilets jaunes demuestran que hay una tercera vía viable entre la austeridad neoliberal y el populismo de derechas.
GP
Después de Polonia, Hungría y Turquía, ¿qué Estado europeo cree que es ahora más vulnerable al populismo de derechas?
JM
No creo que Alemania sea «el próximo», pero hay que vigilar de cerca a AfD (Alternative für Deutschland, Alternativa para Alemania) y hacer todos los esfuerzos, nacionales, europeos e internacionales, para que el movimiento sea pequeño. Los costes para Alemania, los Estados miembros de la UE, Europa en su conjunto y la propia democracia serían devastadores si un movimiento de extrema derecha se hiciera más fuerte allí.
GP
Como estudiante de la Alemania de Weimar, ¿ve algún paralelismo con el colapso de la República de Weimar en los Estados Unidos de hoy?
JM
Mucha gente comparó la insurrección del Capitolio del 6 de enero con el incendio del Reichstag que los nazis aprovecharon para consolidar el poder. Yo lo comparo más con los asesinatos de los ministros de Weimar Walther Rathenau y Matthias Erzberger por parte de extremistas de derecha a principios de la década de 1920. Estos asesinatos hicieron que un diputado alemán enfurecido exclamara en el Reichstag: «¡No hay duda de que el enemigo está en la derecha!».
La insurrección del Capitolio, al igual que estos asesinatos, debería obligar a todos los ciudadanos dedicados a la democracia constitucional a repudiar y reprimir el extremismo de extrema derecha. La advertencia no fue escuchada en Weimar, y dudo que lo sea en Estados Unidos. El comportamiento cobarde de la gran mayoría de los políticos republicanos durante y después del segundo juicio de destitución de Trump no es una buena señal en ese sentido.
Notas
1. Profesor de literatura italiana en la Universidad de Roma Tre. Entre sus obras destacan Machiavelli in Tumult (2018) e In Broad Daylight: Movies and Spectators After the Cinema (2012).
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Esa suerte ya está echada…
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Tonatiúh Medina / Agencia Cuestión de POLÉMICA
El pasado 14 de febrero de 2023 la Cámara de Diputados aprobó la convocatoria al proceso de elección de las ciudadanas y ciudadanos que ocuparán los cargos de una Consejera Presidenta o un consejero Presidente y tres cargos de Consejeras y Consejeros Electorales del Consejo General del Instituto Nacional Electoral para el periodo del 4 de abril de 2023 al 3 de abril de 2032, para cumplir lo establecido en el artículo 41, base V, apartado A, párrafo quinto y sus inciso a) al e) de la Constitución Política de los Estados Unidos Mexicanos y en lo conducente los artículos 20 numeral 2, inciso j) 34 numeral 1, inciso i), y 34 Bis, de la Ley Orgánica del Congreso General de los Estados Unidos Mexicanos. Muy técnico ¿no?
La convocatoria contempla las siguientes etapas:
Registro de las y los aspirantes
De la evaluación de las y los aspirantes
Primera Fase. Revisión del cumplimiento de requisitos constitucionales
Segunda Fase. Evaluación de conocimientos en las materias constitucional, gubernamental, electoral y de derechos humanos.
Tercera Fase. Evaluación de la idoneidad.
Cuarta Fase: Entrevista con las personas aspirantes
De la selección de las personas aspirantes que integrarán las listas que se remitirán a la Junta de Coordinación Política.
De la elección de las Consejeras y Consejeros Electorales del Consejo General del Instituto Nacional Electoral.
En estas se registraron y cumplieron con los requisitos constitucionales un total de 531 personas, de las cuales fueron 164 mujeres, 358 hombres, 5 no-binarios, 1 mujer trans y 3 no se identificaron.
La evaluación de conocimientos en las materias constitucional, gubernamental, electoral y de derechos humanos, se realizó a través de un examen que se aplicó el día 7 de marzo de 2023, al que se presentaron 508 aspirantes, y los resultados de éste se dieron a conocer de manera preliminar el día 8 de marzo y de manera definitiva el pasado 10 de marzo, lista que se conformó con 102 hombres y 101 mujeres.
Este proceso de selección que parecía serio y formal se tornó en un proceso plagado de irregularidades con la aplicación del examen, al ingresar a la sala de sesiones de la Cámara de Diputados, a los aspirantes se les entregó un sobre sin cerrar el cual contenía una hoja con solo la información de usuario y contraseña. la designación de lugares no se realizó bajo el orden de registro u orden alfabético alguno, solo unas personas que auxiliaban en el ingreso, sin un criterio uniforme, eran las encargadas de determinar el curul a ocupar de los aspirantes, dejando incluso espacios vacíos, sin justificación alguna.
La aplicación del examen, sin previo aviso, se realizó a través de los dispositivos electrónicos que se encuentran fijados en las 500 curules de la Cámara de Diputados, o sea, los concursantes utilizaron el sistema electrónico de votación exclusivo para su uso de los diputados de la actual legislatura y que casualmente maneja el Secretario de Asuntos Parlamentarios, muy cercano al oficialismo.
La información sobre la aplicación del examen establecía que la hora de aplicación sería a partir de las 11 horas, sin embargo, el mismo inicio aproximadamente entre 15 a 20 minutos después, de la misma, se les indicó a los aspirantes que en los dispositivos electrónicos seleccionaran una aplicación instalada en la misma y, posteriormente ingresaran el usuario y contraseña del sobre.
Respecto del mecanismo que se utilizó para la aplicación del examen, desde el inicio de la aplicación de éste, muchos aspirantes tuvieron problemas de conexión de la aplicación, incluso el usuario y contraseña proporcionados no eran válidos, superando estos primeros inconvenientes, durante la aplicación del mismo se presentaron múltiples intermitencias en la conexión del sistema que se utilizó durante todo el tiempo de aplicación del examen, el tiempo en pasar de una pregunta a otra en muchas ocasiones fue muy lento, lo que indicaba que las mismas tenían conexión no solo a una red interna sino a una externa, lo que maximiza la vulnerabilidad del sistema informático que se utilizó.
Ahora, sobre el contenido del examen, este no indicaba si sería aplicado con información de la reciente reforma electoral que se publicó el día 2 de marzo de 2023, aún y cuando se comentó al inicio de la aplicación del mismo que el examen consistiría de 80 reactivos, 40 relacionados con temas relacionados con la convocatoria y 40 sobre comprensión de partes de textos en las mismas materias, la redacción de los mismos no era uniforme, se advertía de manera evidente que no se apegó a una metodología que diera certeza de la objetividad de su contenido, ni existió información sobre el apoyo de alguna universidad o institución con experiencia previa en estos ejercicios.
Aunado a ello, no solo en la redacción de preguntas sino en la construcción de las respuestas no se percibía la tan necesaria metodología, sino que incluso las propias respuestas eran sujetas a interpretación, ambiguos, erróneas y subjetivas. En algunos casos dos de las cuatro opciones de respuestas era exactamente igual. ¿Quiere un ejemplo? Busque Usted mismo la cuenta en Twitter de Miguel Ángel Lara Otaola, un experto en sistemas electorales – @malaraotaola – créame él cuenta a la perfección y de forma pública todas las irregularidades que los concursantes sufrieron al presentar su examen.
Desde el 8 de marzo, con la publicación de la lista preliminar para sorpresa de verdaderos expertos y expertos, con sólidas trayectorias en la materia electoral, no solo en el ejercicio de la actividad en diversas instancias jurisdiccionales y/o administrativas e incluso del ámbito académico, quienes sustentaron las más altas calificaciones fueron personas con notorios lazos con el partido MORENA, muchas de ellos totalmente ajenos al ejercicio de la función electoral, lo cual refuerza la idea de la filtración del contenido del examen, información que fue confirmada por el Comité Técnico de Evaluación, dos personas tuvieron acceso al examen “pero no lo imprimieron”, menos mal.
Continuando con las irregularidades, aún y cuando la convocatoria preveía un procedimiento de revisión y que se habilitó el medio para hacer valer ésta, el resultado de la misma no cumplió con responder puntualmente las observaciones realizadas por los aspirantes que la solicitaron, quienes, de forma concreta, así como con el debido soporte y fundamentación, expusieron las razones por las cuales consideraron que las respuestas por ellos seleccionadas era la correcta y no la considerada por el Comité Técnico de Evaluación.
La respuesta que se les dio de manera generalizada, sin particularizar cada caso concreto, fue “las preguntas y las respuestas del examen aplicado parten de una base objetiva”, sin mayor justificación al respecto de este acto de autoridad. En algunos otros casos, los aspirantes han manifestado que el sistema no califico el total de las 80 preguntas, lo que evidencia fallas informáticas en la propia plataforma del sistema informático que se utilizó. Esto va a terminar mal…
Notas al calce
Primero, el desacato del Comité Técnico de Evaluación del amparo otorgado a Javier Santiago Castillo, al cual se le dio por la vía judicial la oportunidad de presentar su examen, pero que el comité decidió “por sus pistolas” desestimar. Que pena.
Segundo, se sabe de un Magistrado de la Sala Superior que estando fuera de la ciudad, rápidamente compró un boleto de avión para presentarse a la Sesión en donde conoció el caso de la Consejera Humphrey Jordan, la cual a su vez solicitó que el Magistrado Presidente se excusara de conocer del caso por un supuesto “conflicto de interés”. Que caray.
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big-larao · 7 months
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Minion populista
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