Vorrei qualcuno che si prendesse cura di me senza aver paura che poi possa abbandonarmi.

ma perché non posso morire? perché non posso addormentarmi e non svegliarmi più, sono stanca di questo mondo, stanca di persone che dicono di amarmi e poi mi fanno sentire uno schifo, sono delusa da tutti, vorrei poter andarmene e basta, pensavo che stavolta avrei potuto fidarmi davvero e invece ecco le pugnalate una dopo l’altra, vorrei davvero sapere che ho fatto di male a questo mondo per sentirmi sempre così sbagliata, sempre in torto, se ti sto tanto sul cazzo fammi morire e basta, starebbero tutti meglio senza di me lo so bene

non sono interamente qui

una parte di me è sparita

Era questo il bello di dormire, la realtà si distaccava e mi arrivava nella mente in modo casuale come un film o un sogno

Ottessa Moshfegh, Il mio anno di riposo e oblio

...

Voglio parlare di te...

O meglio, della sagoma vuota che c'è nel mio cuore e nel mio vissuto che assume la tua forma..

e la cosa ironica è che sono consapevole che ogni mio tentativo di dare parole a questa lacuna, pare come cercare di modellare il vento.

Un demone mutaforma che ad ogni mia descrizione dettagliata di esso continua a tramutarsi alterando sempre di piu in me l'incapacità di sentirmi compresa e di farmi comprendere.

come dire anche tutte queste parole, sprecate.

e mi manchi da morire, ma non posso dirtelo...

eppure se mi conosci veramente LO SAI

La verità, però, è che io non ho più voglia di fare niente. Non ho più voglia di lavarmi i capelli, di truccarmi, di abbinare i colori dei vestiti che indosso. Non ho più voglia di ascoltare gli altri, di ascoltare la musica, di essere carina. La mia tristezza sembra voler andare di pari passo con il mio aspetto esteriore, come se questa assenza non potesse passare inosservata, come se questa sofferenza sgomitasse per conquistare tutto di me. Anche la mia faccia, anche la mia pelle. Anche il mio corpo. E lo so che sono ridicola. Lo so.

Mi sento grassa

Mi sento sola

Sono sola

E sono diventata grassa...

Mi guardo dentro e vedo il gelo.

Dopo un anno quel richiamo che ignoravo si è fatto sentire più forte proprio nel momento più fragile di questo ultimo anno. Che bastardo.

Ieri sera con le lacrime agli occhi e gli urli strozzati mi sono ritrovata con quella stronza in mano, quella lametta non mi lascerà mai, aveva giurato amore eterno ed eccola lì tra le mie dita di nuovo, lei apre la mia pelle in cerca di qualcosa.

Prima linea rossa, primo errore cancellato eccolo... Lo sento... Quel sospiro di libertà esce e la mia testa è più leggera, sento il taglio formicolare ma sento una strana tranquillità addosso.

Questa mattina la depressione mi abbraccia e mi sussurra che non ha senso alzarsi dal letto e rimango lì con lei stretti stretti tra le lenzuola. Il mio ragazzo mi guarda e si gira di schiena, lui guarda un film e io sento spegnermi sempre di più. Sola tra quelle lenzuola e quell'arietta che entra dalla finestra mi sento congelare. Mi balenano in testa alcuni pensieri, il lavoro, le amicizie, la famiglia, il mio ragazzo, vorrei sono fare finire tutto ma se lo dicono impazziscono tutti. Eppure sono in salto, solo un taglio, solo un bicchiere, sono una pasticca in più....

Neruda diceva: “Un depresso è un prigioniero con la porta aperta”.

Ed io non ho sentito mai frase più vera.

ed ecco che ritorna questo nodo alla gola che non mi fa nemmeno respirare, io mi sento sbagliata in tutto, non riesco a volermi bene, non vedo nulla in me, se potessi vorrei essere invisibile, non riesco più a sentirmi me stessa con nessuno, nessuno che mi ascolta per davvero, vorrei volare lì su nel cielo, è sempre stato quello che volevo, questo mondo non fa per me, lo vedo nero

Lui:🙋🏻

Io:💃🏻

Lui: chi ti ha fatto del male?

Io: 😓🫠

Cervello: oh cazzo é successo ancora

Non sapevo se ridere o piangere comunque

Mi fai schifo.

È come se ci fossero due parti di me.

Esattamente due metà perfette, o perlomeno una delle due.

La mia mente si divide in due, e una di queste detesta l'altra metà, disprezza persino se stessa, e qualsiasi cosa, non crede in nulla, prende il controllo quando vuole.

Sembra la parte dominante per il semplice fatto che cacciarla sembra sempre impossibile, si cerca di pensare a cose buone, si cerca di aggrapparsi a qualsiasi ricordo felice, ma sembra non esisterne uno, si cerca di focalizzarsi su una qualsiasi cosa bella ma non ne si trova nemmeno una, pare non esistere alcun obbiettivo, alcun sogno, alcun motivo valido per questo lato ingordo di tristezza, qualsiasi tentativo è come cercare di aggrapparsi a degli altissimi castelli di sabbia umida che fino a quel momento sembravano essere pure stabili, ma sei sempre stata consapevole di quanto non lo fossero, mentre crollano tu cerchi di aggrapparti a loro perché stai cadendo nel vuoto mentre tutto quanto crolla.

A che cosa mi devo aggrappare? Qua dentro pare non esserci nulla di stabile, e sotto di me c'è tutto nero, un nero capace di annodarti lo stomaco se anche solo lo si guarda troppo. Un vuoto in grado di soffocarti.

E l’antica natura onnipossente, Che mi fece all’affanno. A te la speme Nego, mi disse, anche la speme; e d’altro Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.

Giacomo Leopardi, La sera del dì di festa