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#come falange
silviadeangelis · 2 months
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COME FALANGE
Tenace si di furibonda nubeprima d’esplodere.Come falange dirigersisu farsa contaminatada abbagli e squarcinel frenetico assillod’evoluzioni uncinate.Strappato lo stallo inizialeun transito scalpitaesaltando buona ragionesu fibre di giorni dismessidalla svista d’un incastro controluce…@Silvia De Angelis
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intotheclash · 5 months
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L'inizio
“A poco a poco devi creare intorno a te una nebbia; devi cancellare tutto ciò che ti circonda, finché non si possa dare più nulla per scontato, finché più nulla è certo o reale…”
Questa frase, giunta chissà da dove, gli trapanò la testa in un nanosecondo e invase il suo cervello a ranghi compatti, come una falange dell’antica Roma.
Fortunatamente il foro prodotto permise anche alla musica, che proveniva dal potente impianto stereo poggiato sulla libreria, di entrare e ricamarsi il suo spazio, con un subitaneo effetto benefico.
“C’è un tempo per andare dritti giù all’inferno, c’è un tempo per tornare a saldare il conto…”
La musica e le parole che gli fecero drizzare i peli delle braccia e allargare il cuore, erano quelle della Gang, uno dei suoi gruppi preferiti. Il migliore nella vasta costellazione delle band italiane. Li aveva sempre amati, fin dal loro esordio, oramai molti anni prima. Li aveva ascoltati crescere, passo dopo passo, aveva approvato e condiviso senza riserve la scelta di passare dall’inglese all’italiano per la scrittura dei testi, anche se, lo sapeva con certezza, non sarebbero comunque mai arrivati a tutti con la dovuta forza. Peccato. E peccato anche non averli mai incontrati di persona. Chissà, forse le cose sarebbero potute andare diversamente. Chissà!
“Quando un uomo decide di fare una determinata cosa, deve andare fino in fondo, ma deve prendersi la responsabilità di quello che fa. Qualunque cosa faccia, deve prima sapere perché lo fa e poi deve andare avanti con le sue azioni senza dubbi o rimorsi…”
Queste invece erano le parole del Libro. Dischi e libri insieme. Mescolati tra loro, impastati col suo stesso sangue, a formare un unico corpo con la consistenza del cemento armato e l’elasticità di una tela di ragno.
A ciò stava pensando l’uomo intento a radersi, ben piantato di fronte allo specchio del bagno. E radersi, per lui, non era una semplice operazione quotidiana di pulizia, che so, come lavarsi i denti o farsi la doccia,ma un vero e proprio momento catartico, una pulizia, vero, ma quasi più interiore che esteriore. Del resto anche la stanza da bagno somigliava più ad un luogo di meditazione e purificazione, piuttosto che al luogo che tutti conosciamo e vogliamo che rimanga. Era amplissima e luminosa, bianca, completamente bianca, muri, maioliche, sanitari, cornice dello specchio e la lunga mensola che correva su tre lati delle pareti: tutto rigorosamente bianco. Le uniche concessioni al colore e che davano carattere al luogo erano: la sedia a dondolo in bambù ed una stampa raffigurante l’Urlo di Munch; poste una di fronte all’altra.
“Bruciami l’anima, fammi ridere il sangue nel cuore, bruciami l’anima…”
Questo era il disco.
“C’è di male che una volta che ti conoscono, tu sei una cosa data per scontata e, da quel momento in avanti, non sarai più capace di rompere i legami dei loro pensieri. Io personalmente amo la libertà ultima di essere sconosciuto…”
Questo invece era il libro.
“E passala sta cazzo de palla, Salvato'! E’ vero che l’hai portata tu, ma ci dobbiamo giocare tutti! Cazzo!”
Questa era una voce nuova! E non proveniva né dal libro, né dal disco.
L’uomo terminò di radersi, si risciacquò il viso con abbondante acqua fresca e si affacciò sul vicolo sottostante. Un gruppo di una decina di ragazzini stava giocando al calcio in strada. Era una partita vera, cinque contro cinque, chi arriva prima ai dieci goal segnati, e i maglioni gettati in terra erano le porte regolamentari. La scena lo commosse e lo riportò indietro nel tempo, in un’altra galassia. Anche lui, secoli prima, era stato uno di quei monelli e si era battuto come un leone con i suoi coetanei, nei vicoli del suo paese, così simili a quelle vie della vecchia Roma che, in senso lato, erano diventate la sua nuova dimora.
Ma non aveva tempo per affogare nel miele dei ricordi. Con uno schiocco della lingua li ricacciò indietro e tornò alle sue faccende. Ammirò per l’ultima volta allo specchio il suo lavoro, approvò con un accenno di sorriso il disegno perfetto del pizzetto e si passò ripetutamente il palmo della mano sui corti capelli neri a spazzola. Gli sarebbe piaciuto rasarli a zero, lo aveva anche fatto tempo prima, molto tempo prima, ma si era accorto che dava troppo nell’occhio. Troppe persone lo notavano e non poteva permetterselo; così aveva optato per quel taglio anonimo.
Era vero che, negli ultimi due o tre anni, i pelati erano tornati di moda ed erano cresciuti in maniera esponenziale. E anche se le teste rasate erano ancora ben lungi dal raggiungere il numero delle teste di cazzo, si poteva tranquillamente affermare che la forbice si era ristretta.
Andò in camera ed iniziò a vestirsi. Erano le otto di sera di un bel sabato di fine settembre. L’aria era fresca e pulita e lui aveva un appuntamento cui non poteva mancare. Indossò il suo impeccabile vestito nero, comode ed eleganti scarpe di pelle, anch’esse nere, infilò la pattada sarda nella tasca interna della giacca e fece poi scivolare la sua trentotto special nella fondina ascellare perfettamente nascosta dal taglio dei suoi abiti. Infine spense la luce ed uscì in strada. Il lupo era sceso dalla montagna. La caccia era iniziata.
“Il mondo è un luogo misterioso. Specialmente al tramonto.”
Era di nuovo il libro a far udire la propria voce.
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esuemmanuel · 7 months
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Me falta el aire cuando intento hablar de ti... Mis manos se vuelven frías y escualidas al tratar de escribirte, ya que no será la voz de mis labios la que ha de alcanzarte los oídos desnudos, sino el clamor de mi arte. Mis palabras no salen, aun sintiéndome absorto en lo que siente mi pecho... El aire se me sigue escapando, los pulmones se me estancan en las falanges; respiro, tratando de encontrarme con el valiente que te habló por vez primera aquella noche desgraciada, aquella que ya no tiene fecha y la cual he borrado también del calendario de mis recuerdos. Quizás sea por eso que no puedo respirar ni tampoco pronunciarte, pero, mis manos vuelan (ya lo hacen)... todavía sin nombrarte, escondidas en las entrelíneas de una nada que se agolpa en mis nudillos y a mis yemas escalda, porque es tu nombre, aún sin decirlo y guardándomelo en el alma, el que se deshace entre mis dedos como arena dorada.
I am short of breath when I try to talk about you.... My hands become cold and shabby when I try to write to you, since it will not be the voice of my lips that will reach your bare ears, but the clamor of my art. My words do not come out, even though I feel absorbed in what my chest feels... The air keeps escaping me, my lungs stagnate in my phalanges; I breathe, trying to find myself with the brave man who spoke to you for the first time that unfortunate night, the one that no longer has a date and which I have also erased from the calendar of my memories. Maybe that's why I can neither breathe nor pronounce you, but my hands fly (they already do)... still without naming you, hidden in the lines of a nothingness that crowds my knuckles and scalds my fingertips, because it is your name, even without saying it and keeping it in my soul, that melts between my fingers like golden sand.
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libero-de-mente · 10 months
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𝗪𝗲𝗲𝗸𝗻𝗱 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗼
Weeknd avete letto bene, no non è un errore. Niente titolo di un film del 1989. Weeknd è un cantate e il morto sono io.
Ora mi spiego.
Figlio 2 insieme alla sua Rebecca decidono di andare a un concerto, il concerto di Weeknd a Milano per l’appunto, in una serata di luglio rinfrescata dalle tempeste monsoniche dei giorni precedenti.
- Pa’
- Dimmi Gabriele
- Domani c’è il concerto, potresti venirci a prendere?
- Ci mancherebbe certo che sì
Furono le mie ultime parole famose, del resto lasciare due ragazzi diciottenni in piena notte ostaggio dei mezzi pubblici, non proprio vicino casa, non mi andava.
I ragazzi si alzano presto, l’andata al concerto sarà autonoma: treno, metro e poi una camminata di mezz’ora. Partenza la mattina presto, ore 7:00, per un concerto che inizierà alle ore 21:00.
Come sempre i messaggi su WhatsApp durante il giorno piovono a catinelle. In realtà da parte mia, da parte sua sporadici messaggi da decifrare. Manco stesse usando un dispositivo elettromeccanico di scrittura crittografata degna della famosa “Enigma”. Così si succedono risposte del tipo:
“Ben”
“Ok, arrivat”
“A post”
“Fa hot”
“Cojon”
“So seduto”
“Mo eating”
“Mo drinking”
“Mo piscing”
“Mo ‘nizia”
Mi sembra di chattare con Cattivik, il personaggio di un fumetto che si mangiava le lettere finali, eppure studia, ha anche dei bei voti, ambisce alla carriera lavorativa nel campo della medicina.
Mi immagino se fosse medico: “Rott falang, mo gess e ripos così impar. Statt attent la pross volt, cojon”.
La sera parto con anticipo per andare con calma e senza correre a recuperare Gabriele e Rebecca. Autostrada e arrivo alla zona del concerto a Milano abbastanza tranquillo. Mi posiziono fuori dall’auto appoggiandomi a essa, si sente chiaramente il concerto. Sono molte le auto parcheggiate in quella zona, tutte contengono almeno un genitore in attesa.
Li vedi subito quelli abituati ai concerti, hanno l’aria sicura e scommetto che hanno preparato il giusto ristoro e il kit da viaggio di rientro per i ragazzi che attendono (cosa che ho capito dopo e lo leggerete). Poi ci sono quelli social, che condividono l’attesa facendosi selfie e go go, oppure postando storie dove riprendono sullo sfondo le luci e i suoni del concerto. Si sentono giovani.
Poi ci sono quelli come me. I novelli. Quelli che si chiedono se la posizione trovata è strategica, se si fosse potuto fare di meglio. Mille dubbi.
Mentre osservo questo mi si avvicina un padre della mia categoria
- Scusa sai se il concerto è da quella parte? – darsi del tu in queste occasioni è alla base per sopravvivere all’ansia della prima volta.
- Si si, è di là.
- Ho usato questa diavoleria della geo localizzazione su WhatsApp mi troveranno?
- Fidati, quelli vivono di geo localizzazione. La usano anche per trovarsi in casa “Dove sei?”, “In cucina, aspetta che mi geo localizzo”.
- Davvero? – occhi sbarrati.
- Ma no scherzavo, ti troveranno questi sono il loro metodi per ritrovarsi anche in paese.
- Ah certo, noi dovevamo girare per le vie della città col motorino per trovare la compagnia se arrivavi in ritardo, te lo ricordi anche tu?
- Si, solo che io non li trovavo mai.
- Perché?
- Perché si nascondevano da me.
- Ah ah ah, bella questa. Sei un tipo a cui piace scherzare.
- Sono serio – il suo volto si pietrifica come se fosse stato colto da una paresi. Il suo imbarazzo e percepibile.
- Ehm, io ho qua due figlie tu?
- Figlio 2 maschio e la sua compagna.
Ed è in quel momento che dalle mie spalle, zona concerto, si sente un fortissimo “Grazie MiLLanoH!”.
Ok, il concerto è finito, io e l’altro genitore vergine di concerti ci guardiamo. Come a dire sei pronto? Con cenni da Marines, in silenzio indichiamo da dove potrebbero arrivare.
Passano pochi minuti e i primi ragazzi che hanno partecipato al concerto si palesano. Arrivano da lì, ma anche da là e pure da quell’altra parte. Siamo circondati. In breve l’orda di gnu che attraversa il Serengeti è arrivata.
Cominciamo a girare con la testa come se fossimo gufi, lui si alza sulle punte dei piedi.
Lo guardo, mi guarda – Sembri Roberto Bolle sulle punte – gli dico.
- Eh, le mie ragazze non sono molto alte, tuo figlio è alto?
- Non l’ho più misurato ma credo che sia 1,87 cm – dico con orgoglio.
Ma lo sguardo di quel padre che mi squadra come a dire “l’altezza non è il tuo forte, di sicuro avranno preso da tua moglie”, mi mette in ginocchio.
Arriva Gabriele e saluto padre ansioso un po’ stronzo con la mia altezza, augurandogli buona fortuna.
- Pa’ diciotto minuti di cammino, non potevi avvicinarti? – le prime parole di Gabriele
- Gabriele era tutto strapieno, anche il parcheggio di Lampugnano era pieno.
Ripartiamo.
Percorro cento metri. E lì ci rimango per un’ora abbondante, tutto bloccato sia sulla mia carreggiata che sull’altra. I ragazzi dopo avermi raccontato, soprattutto Rebecca, del concerto crollano nel sonno più profondo. Neanche lo strombazzare di genitori impazienti e arrabbiati li sveglia. Cavolo suonano il clacson, la coda non ha fine con chi se la prendono? Con un semaforo o un incrocio che crea colonne di traffico a due chilometri?
La gente continua a sfilare camminando sulla destra, dalla sinistra e pure in centro tra le due corsie di marcia. Alcuni ragazzini molto giovani sono stati accompagnati al concerto dai genitori. Li vedo molto provati sul volto.
Se lo avessi fatto io sarei sembrato Bob Dylan al concerto di Gigi D’Alessio. Un estraneo.
Sono stanco, stanco morto quando finalmente ho raggiunto la tanto agognata tangenziale.
L’ingresso all’Autostrada è chiuso per lavori in corso. Rabbia.
Deviazione su altra autostrada ma per arrivarci devo percorrere una tangenziale trafficatissima dove una corsia è chiusa per lavori in corso.
Sono più morto di prima.
Esco nelle zone di Monza. La circumnavigo e per altre chiusure per lavori notturni viaggio per paesi e comuni diversi attraverso strade provinciali. Vedo strade da 50 Km all’ora, prostitute, gente che barcolla ubriaca e l’orologio che indica le 3:00 del mattino.
Ricordo il tempo delle strade secondarie percorse il mattino presto e di musica condivisa con amici, mentre si tornava dalla discoteca. Avevamo ancora voglia di spaccare il mondo. Oggi vorrei spaccarmi a letto.
Arriviamo a casa che sono le 3:35, penso che alle 6:00 dovrò svegliarmi. Sveglio i ragazzi, e Gabriele nota subito l’orario – Papà perché così tanto tempo? –
- È stato un viaggio un po’ complicato. Domani ti spiegherò. Ora andate a dormire? – più che una domanda era una preghiera.
Sento la sua voce, quella di Rebecca che si rivolge a me sempre come se fossi un padre. La figlia che non ho me la ritrovo in lei – Io ho un po’ di fame – mi dice scusandosi con i suoi dolci occhi.
Hanno fame, si vede. In casa tutti gli altri esseri viventi dormono di un sonno profondo, preparo loro da mangiare e li saluto. Guardo l’orologio. Due ore. Me le farò bastare. Perché per loro mi farei anche la notte in bianco, morto (di sonno) ma felice.
Cerco di fare pensieri felici prima di addormentarmi e penso a loro due. Penso alla battuta di Gabriele che rivolgendosi a Rebecca gli ha detto – Mio padre quando andava ai concerti suonava ancora Beethoven.
Beethoven, me lo immagino a un suo concerto in chiave moderna:
- Siete caldi?
- Siiiiiiì!
- Non vi sento!
- Siiiiiì!
- Non vi sento, sono sordo! Ahahahahah!
Ok meglio dormire. Sono morto di sonno con Weeknd. Può bastare.
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sofysta · 4 months
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"Come squisiti seduttori e civette incantevoli, teneri cuori ma liberi dal giuramento, noi conversiamo deliziosamente come gli amanti che stuzzicano le amanti, la cui mano impercettibile talvolta sa dare uno schiaffo, ricambiato da un bacio sull'ultima falange del mignolo, e poiché la cosa è immensamente impertinente, selvaggia, si è puniti da uno sguardo molto duro che contrasta del resto, con la smorfia assai clemente della bocca."
Paul Verlaine
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i think this is a good example of the situation(tm) with spain and fascism and how it's very different to other european countries like italy or germany.
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this news article says that the government pays more than 9000€ per year to mantain franco's tomb (and by the government it means, well, the taxpayers). for those who don't know, francisco franco was a fascist dictator (friend of hitler and mussolini) that ruled spain from 1939 til 1975. he died peacefully. in his bed. after 4 decades of ruling. this is one of the key points regarding all of this.
and you might be thinking... well, the right wing party must be the ruling party for this to happen! lol no. we are currently under a pretty left-leaning government (this will probably change next month btw, there's general elections on april 28th). this is the government who passed the so-called trans law. and, most importantly, this government exhumated franco's body from his monumental funerary monument to a normal cemetery.
this is the monument in question, btw, it's called valle de los caídos (valley of the fallen) and it was built by the people franco sent to concentration camps throughout the country.
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and yes, you read that well. franco's body was here until 2019. the monument was visited (and still is visited) by tons of fascists, who would do the nazi salute, fly the francoist flag, and chant francoist chants. all while the police was just there (but that's no surprise, isn't it). now, those people just go to the new location of franco's tomb.
oh, btw, on april 24th 2023 (4 days ago as i'm writing this post) there was another exhumation in the valley of the fallen (i just found out that since 2022 its name officially changed to 'cuelgamuros valley'. sure), this time of josé antonio primo de rivera, son of the dictator of spain from 1923-1930, and founder of the falange española, a fascist organization that became the only political party during the franco regime (yes. this is the equivalent to the nazi party) that btw still exists as a political party. so that's also lovely. this shouldn't come as a surprise, as la legión española, the military faction most closely allied to franco before, during, and after the civil war, still exists and they parade sometimes. you've probably seen these guys, there's a weird thing where people thirst over them on twitter:
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anyways, this all boils down to the continuist nature of fascism in this country. fascist symbols are not banned, and neither is the flag or the hymn. i heard so many times the cara al sol (the francoist anthem) in high school sung by the kids who thought being a fascist was cool. again, franco's body wasn't exhumated until 2019 and with tons of polemics, delays and protests (protests!!!!). primo de rivera's wasn't exhumated until this very year (also with protests). and, meanwhile, there's more than 1000 mass graves still unearthed in spain, most of them filled by republicans who either were killed during the war, or right after it. one of them is the poet federico garcía lorca, considered one of (if not the best) writer in spanish history, and killed for his sexuality in 1936 by francoist soldiers. and, with him, thousands of people have been lost to time. in 2022 (83 years after the war ended) the government opened a 'mass grave searcher' on the ministry website, in order to look if your lost relative had been discovered.
i've talked about this before, but as another example, my great-grand father was unjustly sent to prisioner in 1939 for being a republican. he even spent some years in death row before being released after 5 years. he was officially pardoned by the government in 2017. he died in 1989.
also, something that has been particularly evident during this government, is that fascists are very much alive and have a ton of power. and politicians are either one of them or scared of them. keep in mind that spain has had multiple military and fascist uprisings and coup de états in the 20th century, it's very recent history. that, summed with the terrible job done during the transition period of not divorcing themselves with the francoists or just banning everything to do with them (that 'terrible job' happened because well. there were a lot of fascists there), makes for fascism being painfully present in spain all throughout the 20th and 21st century, so it's always been here, and very obviously so, and that's why it's so fundamentally different from other european regions.
this is what happens when fascists win and fuck up everything. spain is a perfect example of it. i love maps, but everytime i see alternative history maps (and there's a ton of them) that are like 'europe but hitler won ww2' i get the irk because 1) the person making that post is probably a nazi, and 2) that's just what happened in spain. the 'nazis won au' is just 20th century spain. and the consequences of that still ooze to this date. so yeah. that's all i have to say i think.
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fashionbooksmilano · 1 year
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L’Ottocento Elegante
Arte in Italia nel segno di Fortuny 1860-1890
a cura di Francesca Cagianelli, Dario Matteoni
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2011, 232 pagine, 180 ill. a colori,  23 x 28 cm, ISBN  9788836619481
euro 35,00
email if you want to buy :[email protected]
Dal 1860 l’ondata di rinnovamento dell’arte italiana vede da una parte le lotte della falange macchiaiola, dall’altra l’avvento trionfale della cosiddetta “arte alla moda”, che assimilando le tendenze francesi dilaganti nell’ambito dei Salon parigini traeva nuovi incentivi dall’astro spagnolo Mariano Fortuny y Marsal (1838-1874), destinato a lasciare in Italia un’eredità indelebile anche dopo la sua precoce scomparsa.
Piemonte, Veneto e Lombardia da un lato, Roma e Napoli dall’altro, senza contare la Toscana, gareggiavano quindi nelle esposizioni ufficiali dell’epoca grazie a una produzione artistica improntata a un’iconografia elegante e a un imperante sfarzo cromatico. L’ostracismo critico sopraggiunto istantaneamente contro tale produzione doveva decretarne di lì a poco una pressoché totale rimozione, mentre di pari passo procedeva l’affermazione dell’arte alla moda sul palcoscenico del mercato internazionale.
Con il volume s’intende far tornare finalmente in auge i protagonisti di questa importante stagione storica che, considerati finora esclusivamente come “seguaci di Fortuny”, vengono nuovamente legittimati in virtù di quell’intuizione artistica fatta di squillanti sinfonie di colore e seducenti grazie femminili che doveva preludere alla modernità.
Il volume è completato da una bibliografia.
Mostra Rovigo, Palazzo Roverella gennaio - giugno 2011
23/01/23
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trollsarecute · 11 months
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Can He Escape????
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Creek: Hello Bronch.
Branch: I don't like it here! Please let me go!!
Creek: Mate, I'm afraid I cont do that......
Branch: I'M NOT GOING DOWN WITHOUT A FIGHT DAMMIT!!!!
Creek: *looks down at him and looks him up and down and puts a sly smile on his face😏...mmhmm...Oh I'm sure someone at your age thas weak con bring down a 30 year old mon. *walks up and kneels down and in his face he says* but you con try little buddy....but, by the time the doie is over....you'll learn that I'm older, stronger.....and bigger😈😈😈so say what you wanna say, think what you wanna think, but your wittle weak botay is no moch for may mate. *smirks and boops his nose* BOOP!
Branch: ugggghhh *struggles* WARNING!!!!! THIS WILL BEING GOING DOWN HILL SO I'D BE PREPARED WHEN READING....YOU'VE BEEN WARNED.....
*stands up and leans in as if he was a wolf tryting to get to his pray while being held back by chains* I'LL FUCKING END YOU!!!!! DO YOU HEAR ME DAMMIT???!!! I'LL CAUSE YOU PAIN AND SUFFEREING LIKE YOUR CURETTNY DOING TO THIS CHILD!!!! THIS IS CALLED FUCKING CHILD ABUSE!!!!!! I WON'T LET YOU GET AWAY WITH IT!!!! *pulls hard at the chains hold him back and glares right into Creek as if he were a wolf himself*
Creek: *comes up to him like and gangster and stand there for a second before giving a really hard smack to the face then pinning him down harshly to the floor while glaring down to him* IF YOU ESCAPE!!!! *shakes him* I'LL FUCKING BEAT YOU UP!!!! EVEN WHEN YOU SCREAM OUT FOR MERCY!!!! DO YOU UNDERSTAND???????!!!!!!
Branch: *struggles* UGGGGHHH FUCK YOU!!!!!!!!!!!
Creek: *huffs and puffs and back hands smacks him harshly* DO YOU HEAR ME????!!!!!
Branch: *tries not to cry* DON'T HURT ME!!!! G-GET OFF OF ME!!!!!!!
Creek: *rips all the chains off of him and ties his legs and arms up and hair. then grabs a whip from his hair and slashes at him*
Branch: *struggling hard to escape on the floor and screams at every hit* AAAAAAAAAHHHHHHH 😫😫😫!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Creek: *evily laughs* YOU NOW UNDERSTAND MATE!!!!!!! IK YOU DO!!!!
Branch: * breaks free and grabs the whip trying to yank it from him*
Creek: *gasps not seeing this coming and tries hard to pull and feels his strength* LET GOO!!!!! THIS WON'T END WELL!!!!!!!!!!!!
Branch: I DON'T LIKE BEING HIT!!!!!!!!
Creek: *yanks him over without warning and wraps one arm around him and the other holding his wrists and his hair curled up around his hair tightly*
Branch: *screams then squirms* LET GO OF ME!!!!! D-DON'T HURT ME!!!!!!!!!!!!!
Creek: aww bronchie scared? Here I thought we'd be stronger then Creek.....
Branch: RRRGGGHH!!! STOP IT! LET ME GO!! PLEASE!!!!!!!!!!!
Creek: *Where his hair is tied he breaks some lose but leaves the rest tying his hair up and the part that's broken uses it to tuck underneath his arms and holds him hostage then uses another hair an d ties his wrists together and trickles his hands down his waist as every single Falange dab his skin*
Branch: *fells his hand as his eyes widen and as it tickles him it causes him to move as he moves his waist from left to right and scream like a girl* no, no! NOOOOO!! LET MEEE GOO NOO *jumps as if he didn't want to touch the ground with his feet and whines a scream* NO, STOP!!!! L-LET GO OF ME!!!!!!!!!!!! *squirms and struggles hating it all and lets out a girl like screech* 😭😭😭😭*tries to push away*
Creek: *a smirk craws across his face as he lifts up his arms*
Branch: *panics* NO/!! NOOOOOO!!!!! PLEASE!! STOP!!
Creek: *does it faster this time but digging deeper*
Branch: *fights him as he grunts then slides down as his body starts to run out of energy as he keeps screaming and crying now stuck unable to moves. Trying to catch his breath* ....OKay...OKAY!!!!!!!......YOU WIN!!! YOU WIN!!!!!!!!!!!!!! JUST LET ME GO, STOP THIS!!!!!!!!!!!!!!!!!!! I.....I CAN'T TAKE THIS ANYMORE!!!!!!!!!!!!!! *cries*
Creek: *doesn't stop* well, you put yourself in his position, now you can't move and now you gotta suffer.........
Branch: NO!! -I-I-MMMPH!!!!!
Creek: *taps mouth shut*
Branch: *muffles* MMPH MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! * pulls arms and kicks legs but doesn't get anywhere and sits there trying to figure out what to do as Creek keeps tickling him*
A few seconds later
Branch: *as he is still thinking a stench of something burning creeps up into his nose and sniffs the air as he confusingly looks around then looks down and eyes widen as he sees its Creek hair that's wrapped underneath his arm still and freaks out forgetting he's stuck and can barly move and licks the duck tap and it falls down past the fire and he screams* CREEK PLEASE, PLEASE, PLEASE!!! LET ME GO PLASE!!!!!!! I'M-I'M-I'M- SORRY OKAY!!!! PLEASE LET ME GO!!!
Creek: *looks down at Branch then spots something and sees the fire as his eyes widen with fear and lets him go*
Branch: *rolls on the floor trying to get it off then it's gone* WHAT DID YOPU DO TO ME????????!!!!!!!!!! I'M A FUCKING KID!!!!!!!!!!! WHY ARE YOU TRYING TO KILL ME!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!???????????
Creek: *isa shocked on why he's accusing him for something like that* Bronch!! I never said I hated you!!!! and I didn't do that!!!!!! I don't now how it happened!!! I'm not going to accuse you, because whyt the fuck would you do that????!!!!!
Branch: *runs off but Creek grabs him*
Crek: we can go back to what we were doing if you want to??
Branch: *gasps at his grasp* LET ME GO!!!!!! LET ME GO NOW!!!!!!! IDK WHAT HAPPENED AND I'M NOT RISKING MY LIFE FOR IT!!!! SO GET THE FUCK OFF OF ME!!!!!!!!!!!! *pulls to escape*
Creek: Bronch, I hear you mate. B7ut unfortunately I cont let you go...
Branch: *kicks him* I'm sorry don't beat me???!!! *runs and tries to unlock the door but realizes he doesn't have the keys but feels someone behind him then feels two habnd grabs his arms from behind as he gasps and tries to get away* NO PLEASE I I I I I I-!!!!!!
Creek: woe, woe ,woe!! mate, take it easy. I'm not going to hurt you.
Branch: I don't trust you.....please i i i i b-beg of you PLEAAASSSEEEEEEE!!!!!! *sobs*
Creek: *slowly leans in and kisses him*
Branch: *as he feels the sudden wet kiss his eyes pop opens his eyes and panics but tries not to remembering what he'll do to him so doesn't do it anything and lets him do as he stands there suffering*
Hi guys, feeling better today. I'm really tired, got little to no sleep last night due to someone doing the wrong so didn't get to bed til late at 2 something, didn't look at the clock. I got sunburnt from being out at Hershey from 9 to 8 and I think my scalp got some because my head is hurting, I got summer school tomorrow. I really not wanting to go, but sadly I do. Anyways, I hoped you liked it. This was a lot longer then usual. I'm proud of that.
anyways.. odios!!!!!!!!!!
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ballata · 5 months
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Un comandante comanda. E basta. Di te sa tutto, ne tiene conto, ma ha un unico scopo e una sola motivazione: portare a termine la missione, l'incarico che gli è stato assegnato.
Un comandante che sa fare il suo mestiere si e ti salva la vita, anche se non sarà mai tuo amico. Ce ne faremo una ragione.
Alessandro Magno era venerato quasi come un dio dai suoi soldati, un concetto parecchio differente. Straordinario stratega, sapeva usare la falange come e meglio di suo padre Filippo, suo inventore, unendo ad essa la cavalleria che lui stesso comandava. Lo faceva in modo assolutamente visibile, dando sempre l'esempio. A volte fin troppo.
La sua aura di semidio permetteva relazioni assolute coi suoi uomini, pur sapendo che per questa ragione doveva essere lui sempre davanti, il primo combattente. Voleva il massimo e dava il massimo. Nonostante la sua leggendaria grandezza, dopo 12 anni di campagne pressoché continue, Alessandro cadde vittima del suo stesso ardimento. La sua caduta dovrebbe essere studiata tanto quanto le sue vittorie, perché in essa sta una lezione importantissima: bisogna capire molto velocemente quando ritirarsi e riconsiderare sia la cosa più intelligente da fare, prima che gli eventi prendano il sopravvento sulle nostre decisioni ed azioni.
Giorgia butta fuori quel coglione.
La catena è forte quanto il suo anello più debole.
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Come squisiti seduttori e civette incantevoli, teneri cuori ma liberi dal giuramento, noi conversiamo deliziosamente come gli amanti che stuzzicano le amanti, la cui mano impercettibile talvolta sa dare uno schiaffo, ricambiato da un bacio sull'ultima falange del mignolo, e poiché la cosa è immensamente impertinente, selvaggia, si è puniti da uno sguardo molto duro che contrasta, del resto, con la smorfia assai clemente della bocca.
Paul Verlaine
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September 20th, 1977. A nenonazi organization called Alianza Apostólica Anticomunista (Spanish for “Apostolic Anti-communist Alliance”, known as the Triple A) sent a bomb to the editorial office of the Catalan satirical magazine El Papus in Barcelona, Catalonia. As a result of the attack, the janitor of the building was killed and most of the magazine’s workers (17 people) were injured.
El Papus was founded in 1972 as a humour illustrated magazine, which often made fun of social topics. Those were years of turmoil. In 1975, the dictator Francisco Franco, who had led a fascist dictatorship in Spain since winning the Civil War in 1939, died of old age. Then, a slow period of transition between the dictatorship and the supposed democracy started, in which the powers of the fascist dictatorship worked to structure the new state in a way that allowed them to keep as much power as possible. At the same time, the dictator’s death led to an explosion of protests and freedom of expression, that was met by a huge wave of far-right-wing violence with the approval of the Spanish state. Fascist terrorism against bookshops, newspapers, thinkers, political parties, neighbours’ associations, pro-Catalan meeting places, and even individuals for expressing opinions in favour of the independence, cultures and languages of national minorities (especially Catalans-Valencians, Basques and Galicians) and leftism, was at an all-time high.
El Papus had already been threatened before. As the receptionist Rosa Lores explains, a famous member of the Falange (Franco’s fascist party) called Alberto Royuela had shown up to the editorial office and threatened them that, if the magazine didn’t change its contexts, his people would come deal with it. On a different occasion, the building’s entrance door and façade had been spray-painted with the message “Sons of bitches, either you change or we will burn you down”, signed by the Francoist organization Juventud Española en Pie.
Many of the fascist terrorist attacks of those years were either left unpunished, had very small sentences, or the investigation wasn’t carried out correctly. In this case, the investigation was muddy. Three people were arrested for the attack, but they were members of Juventud Española en Pie, not the Triple A. And the trial sentenced for the crime of belonging to an armed group, not for being guilty of this terrorist attack. During the trial, the investigation was obstructed on purpose. Someone in power took the decision to not allow further investigation, and this decision is still protected nowadays: Spain’s Supreme Court has documents related to this case, but they are under secret summary and nobody can have access to them. Journalists who have tried to investigate the case, like Xavier Vinader, assure that the far-right groups and the Spanish police were deeply connected. It was never known who set the bomb.
The victims, workers of El Papus, did not receive the full monetary compensation that they were due nor any help from the authorities. Quite the opposite, they report being stigmatized for fear of reprisal. As an example, Rosa Lores explains that she had a young son who had to start school that year, but the school decided to not allow him to attend because they were scared of reprisal from fascist terrorists. The state did not recognize her full disability as a result of the injuries from the attack, nor paid for the rehabilitation, and the victims still suffer from psychological aftereffects to this day.
The first photo is a picture of El Papus’s editorial office after the bomb. (Source: Ajuntament de Barcelona).
The other pictures are a demonstration of journalists against fascist violence that was called as a response to the attack on El Papus. (Source: Manel Armengol / Archive on Flickr).
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valentina-lauricella · 9 months
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L'inno
Di sera, nei giardinetti vicino casa, un nugolo di ragazze e ragazzi diffonde voci sguaiate, barriti di maschi, garriti di femmine, il frantumarsi di una bottiglia s'un bordo di asfalto.
Poi due o tre voci si cercano, s'intonano a vicenda, dicono parole ritmate che non distinguo, con rabbia, determinazione, ed altre vi si aggiungono, fino a comporre un fronte sonoro marziale di grande impatto e suggestione, un coro di voci che sanno, corrono e combattono.
Si interrompono nell'acme del trasporto, quando sembra che stiano per svelarmi qualcosa. Non si disgregano gradualmente, ma s'impuntano e si bloccano tutte insieme, compatte, come prima nel dare, adesso nel negare.
"Che canzone era?"
Un grido mi muore in gola. Sento dall'autoradio di una vettura parcheggiata accanto a loro, una nenia smidollata che sembra fare il verso alla falange sonora di poco prima. E allora capisco che non c'è nessuna canzone da cercare sulle bande della radio, ma c'è solo da ascoltare questi ragazzi che a sorpresa si organizzano per darsi un volto, un'identità unitaria invincibile, incredibilmente più forte dei loro stessi modelli.
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t-annhauser · 11 months
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Fra Striano e San Valentino Torio
Una delle mie migliori performance, appena terminato il periplo dello sterminator Vesevo, fra Striano e San Valentino Torio, adeguatamente aggrappato all'apposito sostegno e favorito da una miracolosa e pressoché totale assenza di rollio, centravo con risolutezza il bersaglio, bull's eye, senza colare su tazza e affreschi parietali. Sull'onda dell'entusiasmo eseguivo lavori approfonditi di pulizia e insaponatemi con cura le mani andavo a pigiare il pulsantino dell'acqua senza però ottenere apprezzabili risultati. Vinto un primo moto di sorpresa realizzavo che mi trovavo chiuso nel bagno di un Frecciarossa, fra Striano e San Valentino Torio, senz'acqua e con le mani irrimediabilmente insaponate: pensa velocemente, come farebbe McGyver? Non avendo con me graffette o puntine da disegno con le quali approntare una pompa idraulica di fortuna, decidevo di insistere sul malefico marchingegno percuotendolo ad oltranza con la prima falange del dito mignolo fino al cacamento del maledetto, merdoso, rivoletto d'acqua: e acqua fu, ma calda e brodosa come urina, richiamata da insondabili profondità meccaniche, che faceva quasi senso a toccarla. Mi saliva un odio proletario per tutti i manager della PA che erano andati in bagno prima di me esaurendo le scorte destinate alla gente del popolo. È buona prassi su tutti i convogli di Trenitalia, prima di farsi prendere dall'entusiasmo alla vista di un dispenser integro di sapone liquido, testare la diponibilità di acqua non potabile o al limite portare con sé, oltre al rotolo di carta igienica di emergenza, anche una bottiglietta d'acqua d'emergenza e/o succo di frutta di emergenza per l'eventuale espletazione delle funzioni igieniche e corporali. Grazie per aver viaggiato con Trenitalia, il personale vi augura un buon proseguimento, good journey e salùtam' a mmammeta.
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abbracciamiebasta · 1 year
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raghi ma come cabbio si ingoiano le pillole lunghe come una falange intermedia?
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nineteeneighty4 · 1 year
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L'ultima lettera di Cospito:
"Il più grande insulto per un anarchico è quello di essere accusato di dare o ricevere ordini. Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini, ma articoli per riviste anarchiche: mi era permesso di leggere quello che volevo, di evolvere". "Sono convito che la mia morte - si legge in un altro passaggio della lettera di Alfredo Cospito resa pubblica dalla difesa e che ha superato la censura - porrà un intoppo a questo regime e che i 750 che subiscono da decenni il 41 bis possano vivere una vita degna di essere vissuta, qualunque cosa abbiano fatto. Amo la vita, sono un uomo felice non vorrei scambiare la mia vita con quella di un altro. E proprio perché la amo non posso accettare questa non vita senza speranza".
"Ho camminato con gioia infinita sulle vie del Dolore. Per compagno ebbi sempre il pericolo che amai come un caro fratello. Sulle labbra ebbi sempre l'ironico sorriso dei superiori e dei forti; negli occhi sereni la fascinatrice visione della tragedia eroica che solo comprendono i veri amanti della libera vita. Ero solo… ma nell'ombra sapevo che stava nascosta un'ardita falange di coerenti e di audaci che vivevano la mia stessa vita! Ah, quanto amore sentivo per quella anonima schiera… Che importa se una gran parte di essi languiva da lungo tempo nel fondo di umide celle? Essi non si piegarono! Essi vissero, noi vivemmo ai margini della società da veri ribelli, da Iconoclasti intransigenti, oppure non curanti di ciò che poteva essere la tragedia finale."
Renzo Novatore
❤️👊.
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ildiariodisam · 2 years
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Caro Diario... ( pagina due )
Caro Diario,
oggi è il 13/07/2022 ed è molto che non ti aggiorno, ho anche molte cose da dire; sempre nel caso io riuscissi a metterle giù in una maniera comprensibile ai miei lettori, senza troppi intralci di trama e così via.
Oggi, come già ho scritto, è il 13 luglio 2022 e sto male.
Vorrei capirne i diversi motivi per cui io stia così, perché so benissimo che non vi è solo un unico ed ipotetico motivo che ha scaturito il mio malessere di oggi. Fino ad adesso non ho avuto bisogno di sfogarmi con te, ma sono arrivat al culmine della mia sopportazione/pazienza nei miei confronti; per questo ora sto scrivendo queste parole che, chissà, qualcuno magari potrebbe leggere. Proviamo a stilare una lista dei presunti motivi per cui, oggi, io stia così male da doverti aggiornare.
Motivo uno:
Non mi sento a mio agio con il mio corpo.
Forse questo mio sentirmi a disagio è dovuto, principalmente, a come immagino che gli altri mi vedano. Il mio stile di abbigliamento lo adoro, ma quando esco mi sento gli occhi puntati addosso e ho molta paura di un loro giudizio - che c’è sempre - e probabilmente è anche questo uno dei fattori per cui non esco più di casa se non per andare a casa dei miei due migliori amici.
Non riesco nemmeno ad uscire per fare le commissioni basilari per me come, ad esempio, prendere il tabacco o le sigarette.
Vorrei avere una forbice magica e togliermi via gli strati di grasso che porto addosso e portare, finalmente, una taglia consona alla mia altezza e normopeso. A volte riguardo le foto in cui ero in sottopeso, così magr da fare invidia pure a quelle persone con un’autostima alta. So benissimo che non ero in salute, ma riportare le dita a cingere il mio polso e rendermi conto che non riesco a far toccare l’ultima falange del indice con quella del pollice, mi fa sentire uno sbaglio umano. Adoravo la sensazione di quando ti prendono dai polsi e, sconvolti, ti guardano dicendoti: “come sei magr!”
Sarà stupido ed insano, me ne rendo conto, ma mi manca tantissimo essere motivo di scalpore negli occhi degli altri. Ora, l’unica cosa che riesco a fare con il mio corpo è, purtroppo, quello di nasconderlo più che posso.
  Me ne vergogno tantissimo.
Motivo numero due:
Non vado mai bene in tutto quello che faccio/provo a fare.
Non so, ogni volta che provo a fare qualcosa, c’è sempre qualcuno che mi dice che non va per niente bene. Vado avanti con le mie passioni, come il dipingere ad olio, non va bene. Non vado avanti con le mie passioni, non va bene. Sono presente nella vita degli altri, non va bene. Non sono presente nella vita degli altri, non va bene. Dico qualsiasi cosa, non va bene. Non dico nulla, non va bene. Cammino in una maniera, non va bene. Rimango in casa, non va bene. Esco, non va bene.
Insomma, tutto ciò che faccio o che provo a fare, non va mai bene. Questo non è solo un mio pensiero fisso o paura fissa, è solo un dato di fatto ed ho solo raccolto la minor parte degli esempi che mi sono accaduti in questi mesi. Avete presente quella sensazione di impotenza che ti investe proprio sul momento pù bello e, in un modo o nel altro, va a rovinare tutto ciò che ti sei creat attorno? Ecco, questa sensazione mi pervade fino all’ultima goccia della mia anima in una maniera aggressiva e pericolosa.
Vorrei uscire da questo loop di “non vai bene” agli occhi degli altri, mi terrorizzo appena gli altri aprono bocca per dirmi ciò.
E se, alla fine, fossi io il problema? Se fossi io a non andare bene? Se fossi io, come dire, sbagliat?
Motivo numero tre:
Non sapermi esprimere adeguatamente con le persone che amo.
Sai, ho un partner da esattamente quattro mesi, ma anche se so che lxi mi ama per quello che sono, per come sono fatt, per come agisco e tante altre cose; mi sento impotente ed impaurit solo a dire quanto io l’ami. Ho sempre paura di sbagliare a parlare, di sbagliare ad esprimermi e so che, una mia mancanza, è proprio l’empatia e il non sapersi esprimere correttamente.
Con questa persona, nonostante sia una relazione a distanza, sto davvero bene in sua presenza, ma quando poi va via... insomma, tutto torna come prima, tutto nero e scuro mentre con lxi è tutto così colorato e magnifico. Vorrei vivere sempre a colori e non solo con lxi. Molte volte capita che mi dica che mi ama e, io, rimango tipo sorpres ogni volta e non so quasi mai come rispondere se non con un banalissimo ti amo. Vorrei dare a questa persona il mondo, renderl sempre felice e, quando le/gli capiterà di piangere, vorrei essere lì per asciugar tutte le sue lacrime, per poi baciarl e stringerl a me così forte da farl sentire al sicuro. Solo che... sono brav solo a parole scritte, le mie azioni sono ben diverse e fredde, nonostante io stia cercando di mettere tutt me stess in questa relazione, ho molta paura che se ne vada per questo motivo.
Ok, questo terzo motivo è un po’ confusionario, ma spero si possa capire ugualmente la mia paura persistente nell’esprimermi su questo argomento. Sono terrorizzat all’idea di poter rovinare tutto con un gesto sbagliato o una parola sbagliata, d’altronde io ho sempre rovinato tutto e tutti.
______________________________________________________________ Ed ecco che abbiamo stilato i primi tre motivi principali che causano il mio malessere di oggi.
Intanto ti aggiorno sul fatto che sono in attesa di essere ricoverat in una clinica che si trova in un’altra regione d’Italia, ci sono già stat una volta, ma ora che sono un po’ più grande... No niente, ho ugualmente paura di andarci, nonostante conosca il posto e ciò che vi si fa. So cosa mi aspetta, ma la paura di andarci è ugualmente molto alta.
Penso di aver finito sia con lo sfogo che con le nuove notizie, devo dire che scrivere mi ha aiutat molto, sto meglio!
                                                                             Tu*, Sam.
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