Tumgik
#furibonda
silviadeangelis · 2 months
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COME FALANGE
Tenace si di furibonda nubeprima d’esplodere.Come falange dirigersisu farsa contaminatada abbagli e squarcinel frenetico assillod’evoluzioni uncinate.Strappato lo stallo inizialeun transito scalpitaesaltando buona ragionesu fibre di giorni dismessidalla svista d’un incastro controluce…@Silvia De Angelis
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susieporta · 5 months
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Ognuno di noi
va somministrato all’altro
con cautela.
Provochiamo tutti
effetti collaterali.
Elena Mearini
FB una piccola ape furibonda
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bicheco · 4 months
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Repubblica delle banane (marce)
l'Italia è l'unico paese al mondo in cui un cantante dice "Stop ai genocidi" e viene attaccato e scoppia una polemica furibonda.
Avesse detto "Daje coi genocidi!" sarebbe stato apprezzato.
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swingtoscano · 5 months
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Chi regala le ore agli altri
vive in eterno
gli orologi non sono mai andati
agli appuntamenti.
Si può essere qualcuno
semplicemente pensando
si può essere qualcuno
semplicemente pensando.
La nevrosi è qualche cosa
di circoscritto al pube.
C’è chi si masturba
per non perdere l’orientamento
Il sesso è sempre stato
il puntiglio di Dio
il sesso è sempre stato
il grande puntiglio di Dio.
Il mio letto è una zattera
che corre verso il divino.
Si va in manicomio
per imparare a morire.
Nessuno mi pettina bene
come il vento.
La pazzia mi visita almeno
due volte al giorno.
Confondere la merda
con la cioccolata
è privilegio
di persone colte.
Sono una piccola
ape furibonda.
Sono una piccola
ape furibonda.
La nudità mi rinfresca l’anima.
Ho avuto trentasei
amanti più iva.
Nessuno rinuncia al proprio destino
anche se è fatto di sole pietre.
I folli sono quelli
che resistono agli amori facili.
Non ho paura della morte
ma ho paura dell’amore.
Ogni uomo inventa
il suo tipo d’amore.
Ci sono giorni che
non si staccano dalle pareti.
Ci sono notti che
non accadono mai.
Illumino sempre gli altri
ma io rimango sempre al buio
Sono una piccola ape furibonda.
Sono una piccola ape furibonda.
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haiku--di--aliantis · 5 months
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Quando c'è stata una lite furibonda e sono volati insulti e parole pesanti, arriva inevitabilmente il momento più bello. Cade qualsiasi difesa. Parlano i cuori. Linea diretta. Porte chiuse alle asperità. Conta solo baciarsi fortissimo. E a lungo: del tuo sapore non mi sazierò mai. Rosso passione.
Aliantis
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Red (King Crimson)
youtube
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pataguja61 · 1 year
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Non sopporto e
non comprendo
e mi chiedo come io abbia potuto non accorgermi in tempi non remoti di chi
ironizza sulle persone anziane
quando costui giovane non è
quando costui ha pur avuto genitori anziani
quando costui diventerà egli stesso un anziano
se il buon Dio non deciderà di non farlo diventare più anziano di quanto sia già .
E con questo, passo e chiudo, soprattutto con le genti irrispettose, ricordandogli che ci sarà sempre un momento in cui ci pentiremo di aver non solo detto, ma anche pensato certe cose.
Fonte Takisa piuttosto furibonda
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Vincent van Gogh, Sulla soglia dell’eternità (Vecchio che soffre), 1890. Olio su tela, 80×64 cm. Otterlo, Kröller-Müller Museum.
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francescacammisa1 · 5 months
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Ho amici che non sanno quanto sono miei amici. Non percepiscono tutto l'amore che sento per loro né quanto siano necessari per me. L'amicizia è un sentimento più nobile dell'amore. Questo fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l'amore è imprescindibile dalla gelosia, che non ammette rivalità. Potrei sopportare, anche se non senza dolore, la morte di tutti i miei amori, ma impazzirei se morissero tutti i miei amici! Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla loro esistenza... Non cerco alcuni di loro, mi basta sapere che esistono. Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita. Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami. Loro non mi crederebbero. Molti di loro, leggendo adesso questa "crônica" non sanno di essere inclusi nella sacra lista dei miei amici. Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco. E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché loro fanno parte del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la vita. Se uno di loro morisse io diventerei storto. Se tutti morissero io crollerei. È per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita. E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere. Essa è forse il frutto del mio egoismo. A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro. Quando viaggio e sono di fronte a posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel piacere... Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei amici. Un amico non si fa, si riconosce.
Vinicius de Moraes 
Ph Evandro Teixeira
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fuoridalcloro · 6 months
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Una piccola ape fuoribonda
Chi regala le ore agli altri vive in eterno. Gli orologi non sono mai andati agli appuntamenti. Si può essere qualcuno semplicemente pensando. La nevrosi è qualche cosa di circoscritto al pube. C’è chi si masturba per non perdere l’orientamento. Il sesso è sempre stato il puntiglio di Dio. Il sesso è sempre stato il grande puntiglio di Dio. Il mio letto è una zattera che corre verso il divino. Si va in manicomio per imparare a morire. Nessuno mi pettina bene come il vento. La pazzia mi visita almeno due volte al giorno. Confondere la merda con la cioccolata è privilegio di persone colte. Sono una piccola ape furibonda. Sono una piccola ape furibonda. La nudità mi rinfresca l’anima. Ho avuto trentasei amanti più iva. Nessuno rinuncia al proprio destino anche se è fatto di sole pietre. I folli sono quelli che resistono agli amori facili. Non ho paura della morte ma ho paura dell’amore. Ogni uomo inventa il suo tipo d’amore. Ci sono giorni che non si staccano dalle pareti. Ci sono notti che non accadono mai. Illumino sempre gli altri ma io rimango sempre al buio. Sono una piccola ape furibonda. Sono una piccola ape furibonda.
-Alda Merini-
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blacklotus-bloog · 1 year
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Vorrei passare tutta la vita con una dea irrazionale e sospettosa, con un assaggio di gelosia furibonda come contorno, e una bottiglia di vino che abbia il tuo sapore e un bicchiere che non sia mai vuoto…
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RIDLEY SCOTT - Un'ottima annata
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vento-del-nord · 1 year
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La lussuriosa Estate:
È arrivata..
silenziosa e umile:
L'attendevo,
prorompente e arcana,
ricca di sole
e ardente fatuita'..
ma la mia pelle bianca,
di gelo invernale,
nuda e trasparente,
si è aperta,
come una crisalide,
in farfalla,
e con le ali al sole,
sui papaveri,
rossi di languore
si é posata,
come una sposa
su un letto rosso fuoco..
Lussuriosa Estate..
supina vegli il cielo,
con le nuvole sparse:
Sparse,
come membra innamorate,
che si avvolgono,
sensuali in un orgasmo
di vertiginosa sacralità..
Tutto, ora, è calda fiamma,
di vorticoso amore..
È Estate, violenta, furibonda,
calda, lussuriosa Estate..
Come il mio amore per te..
Ritafrascaodorizzi
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shambelle97 · 2 years
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I preziosi monili che giacevano sopra lo scrittoio emanarono un lieve baluginio.
Due smeraldi di inestimabile valore, costituiti da una collana e un paio di orecchini.
Ovvero dei gioielli di squisita fattura, forgiati dalle abili mani dei nani provenienti da Nidavellir.
Sigyn era indecisa se indossarli oppure no.
Il donatore si rivelò nientemeno che Loki: Dio dell'Inganno e principe cadetto della gloriosa Asgard.
Da circa due mesi erano complici di una passione indegna e sbagliata.
Costei avrebbe dovuto sposare Theoric Elvindson il mese successivo.
Eppure non lo avrebbe mai amato, essendone consapevole da un pezzo.
Indugiò per qualche attimo, prima di indossarli...ciò avrebbe comportato non mantenere il giuramento fatto a sé stessa.
Non desiderava più essere l'amante del Fabbro di Menzogne, o perlomeno era quello che cercava di ripromettersi.
Afferrò gli ornamenti, decidendo di sfoggiarli.
In fin dei conti erano solo pietre preziose di innegabile bellezza.
Quella sera, il Padre degli Dei avrebbe compiuto gli anni...al ricevimento sarebbero state presenti le più altolocate figure dei Nove Regni.
Si avviò in compagnia della propria famiglia verso l’imponente e maestosa Sala del Trono, attendendo l’arrivo del promesso sposo.
Costei scrutò gli addobbi con particolare interesse.
I figli di Odino e Frigga giunsero per primi alla ricerca dei loro fidati compagni.
Il minore squadrò la sinuosa ed elegante sagoma di Sigyn, avvicinandosi ad ella.
“Buonasera, Lady Sigyn!”
Esclamò solenne, baciandole la mano: costui si guadagnò un’occhiata torva da parte della graziosa dama.
“Buonasera, Altezza.”
Rispose gelida, provando un improvviso moto di disagio.
Con un solo cenno del capo la invitò ad allontanarsi.
“Perché vi ostinate ad evitare la mia presenza? Sono giorni che attendo vostre notizie.”
Chiese sospettoso, quasi preoccupato in verità.
“Conoscete bene la reale motivazione, principe Loki: la nostra relazione può considerarsi ufficialmente conclusa.”
Sancì la vanir, determinata a terminare tale tresca.
Loki cacciò un sorrisetto beffardo.
“Eppure vi siete degnata di indossare i miei doni.”
Constatò malizioso, notando quanto fosse incantevole.
“Beh, devo ammettere che sono splendidi: sarebbe stato un vero peccato non sfoggiarli.”
Replicò con nonchalance, ricevendo una nuova risposta.
“Fuggire non muterà il corso degli eventi, piccola figlia di Vanaheim...hai scelto di rivolgere codesta fedeltà ad un uomo dalla morale dubbia. “
Rinfacciò l’asgardiano in maniera severa, ricorrendo ad un tono informale.
“La menzogna di cui è il signore e padrone mi concederà di starvi alla larga. Non lascerò che la mia vita venga stravolta ancora una volta per causa vostra.”
Ribatté piccata, incamminandosi in direzione di Theoric.
Costoro aprirono le danze non appena il Dio delle Forche ultimò uno dei suoi discorsi colmi di gloria.
Lingua D’Argento adocchiò una bellissima fanciulla dai folti capelli rossi, concedendole un ballo.
Ella rivelò di chiamarsi Lorelei.
Ad Asgard era considerata come una donna di facili costumi.
Una cortigiana d’alto bordo, esperta nel realizzare potenti filtri d’amore.
Entrambi si immedesimarono in un’audace e sensuale danza, provocando l’ira della giovane vanir.
Uno sguardo malevolo trapassò quello della figlia di Bjorn e Sigrid, costringendola ad esasperarsi.
Tuttavia dovette mantenere la propria razionalità, proseguendo a muovere i passi.
Dopo un intenso scrosciare di applausi, i danzatori rivali si appartarono ai corridoi del palazzo.
Avente un’indole curiosa, la Dea della Fedeltà osò dileguarsi tra la folla.
Procedette a passo spedito, accorgendosi di uno sdegnoso scenario...l’Ingannatore era intento a concedersi una fugace avventura.
Ciò avvenne all’interno degli alloggi di proprietà della stessa vanir.
“Come osate giacere nelle mie stanze? Fuori di qui, altrimenti sarò costretta a riferire tale accaduto al Padre degli Dei.”
Inveì furibonda, ordinando ai due amanti di sloggiare.
L’Ase colse l’occasione adatta per ritorcerle contro.
“Dovresti scegliere con massima diligenza la prossima terminologia, mia cara.”
Suggerì canzonatorio, impartendo nel frattempo alla cortigiana di uscire.
Costei si allontanò indispettita, rivolgendo occhiate crudeli nei confronti di entrambi.
“Come ha potuto solo pensare di concedersi uno squallido piacere carnale all’interno dei miei alloggi privati? Esigo delle spiegazioni.”
Ringhiò furente, serrando i denti: il Dio delle Malefatte ridacchiò divertito.
“Ha osato proporre uno spregevole ricatto al Signore della Menzogna e figlio di Odino in persona...potrei riferirgli dei nostri incontri clandestini in qualunque momento. Padre Tutto non è affatto clemente, dovreste esserne a conoscenza.”
Sentenziò enfatico il secondogenito, protendo le braccia.
“Non potrò mai perdonare un simile affronto.”
Gridò Sigyn, iniziando a gesticolare.
Nel volto diafano della divinità si dipinse un’espressione di sincero rammarico.
“Suppongo siate gelosa, nevvero?”
Domandò ovvio, accennando un sorriso sghembo e malizioso.
La bionda fu lesta a negare l’evidenza.
“Non provo alcuna gelosia nei vostri riguardi se è ciò che tenete a sapere.”
Loki scosse la testa in disaccordo.
“Gli inganni non appartengono alla vostra natura.”
Una verità che la sconvolse totalmente, lasciandola esterrefatta.
“Se non aveste mai provato un tale sentimento non vi sareste mai scomodata a giungere fin qui. Era nientemeno che una minuziosa tattica per attirarvi.”
Dichiarò fiero, svelandone l’arcano.
Sigyn assunse un’aria sconvolta.
“Ribadisco che convolerò a nozze con una delle personalità più influenti della Città Eterna tra un mese esatto. Credo sia meglio per entrambi chiudere in modo definitivo la faccenda.”
Propose mesta, assumendo uno sguardo collerico per la bravata orchestrata dal principe oscuro di Asgard.
“Inoltre ciò che avete combinato mi costringerà a non rivolgervi più la parola.”
Aggiunse con la voce venata di delusione.
Il cadetto le afferrò il polso, cingendole i fianchi: tra loro scattò un bacio passionale e travolgente.
Non saggiava le sue labbra da oltre due settimane, avvertendone la mancanza.
Stesso discorso valeva per l’Amica della Vittoria.
Si sbarazzarono degli abiti cerimoniali, rimanendo senz’alcun strato di velo addosso.
La passione inondò i loro sensi, appagandoli a pieno.
Era l’unica soluzione che conoscessero per sugellarne la pace.
Il mago carezzò la pelle tremante e morbida di lei, depositando una lunga scia di baci.
Consumarono l’amore, avvolti dai soli colori delle tenebre.
I raggi lunari illuminarono i corpi degli amanti, producendo un gradevole contrasto.
Si limitò ad osservarla mentre dormiva, sfiorando le ciocche lucenti.
Non l’avrebbe mai ceduta al vile e gretto capitano degli Einherjar; piuttosto avrebbe assunto le sembianze di quest’ultimo per renderla solo ed esclusivamente sua.
Elargì un dolce bacio sopra le scapole della donna, stringendola a sé.
Se solo gliel’avesse concesso, l’avrebbe protetta per sempre da quella falsa realtà che erano costretti ad ostentare durante il giorno.
Scivolò infine nel sonno, beandosi di quella dolce e incantevole presenza al proprio fianco.
                                                     𝑭𝒊𝒏𝒆  
One Shot:
~ Mischief And Fidelity ~
Name Chapter:
~ Jealousy  ~
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b0ringasfuck · 1 year
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Chiaro... per ogni responsabilità c'è un complotto.
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susieporta · 17 days
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“Non mollerò finché non l’avrò trovata”.
La voce è quella di Giovanni Soldini, in quel momento ha 33 anni e sta correndo la Around Alone, la più dura regata intorno al mondo in solitaria mai concepita. Un uomo, una barca a vela, tre Oceani. Giovanni è terzo, dietro a Marc Thiercelin e Isabelle Autissier. È il 16 febbraio del 1999 e dalla radio di bordo arriva un Sos: l’imbarcazione Prb di Autissier, la prima classificata, si è cappottata e ora si trova alla deriva da qualche parte in mezzo al Pacifico, tra Auckland e Punta del Este, a 2000 miglia in linea d’aria circa da Capo Horn.
Giovanni non ci pensa due volte. Abbandona la propria rotta sicura a nord e si dirige a sud con la sua “Fila”, dritto contro l’Oceano in tempesta. Un solo pensiero in testa: salvare Isabelle, l’amica Isabelle, l’avversaria di decine di regate. Giovanni ha solo un vago segnale di soccorso e un’area di 5 miglia quadrate da setacciare palmo a palmo. Trovare uno scafo rovesciato in un tratto di mare di quelle dimensioni, in balia di cavalloni alti 4 metri, tra i chiaroscuri di un’alba che non arriva mai, è un po’ come cercare una pallina da flipper in un campo da football. Ma Giovanni non si dà per vinto. Non può farlo. Ha deciso. “Non mollerò finché non l’avrò trovata”.
Prima di essere un velista di fama mondiale, Giovanni è un marinaio, conosce le leggi del mare e i codici della navigazione. Giovanni non crede in Dio, ma sa che la vita là in mezzo è sacra. Dopo quasi un’ora di furibonda ricerca, alle 5.55 ora locale (le 15.25 in Italia), Giovanni trova la Prb, porta in salvo Isabelle e invia un succinto comunicato al centro operativo di gara: “Salve, qui Fila. Isa è a bordo con me. Stiamo tornando in gara.”
Giovanni fa sul serio. Riprende la rotta a nord, recupera il tempo perso, rimonta chi nel frattempo l’ha superato, scavalca Thiercelin e, meno di due mesi più tardi, il 9 maggio dello stesso anno trionfa sul traguardo di Charleston (South Carolina). È il primo italiano ad aver vinto un giro del mondo in solitaria, il primo uomo ad averlo fatto dopo aver salvato una donna, una concorrente, un’amica. Un essere umano.
Sono passati 25 anni esatti da allora e cinque dal post a cui sono in assoluto più legato. Giovanni tra pochi giorni compierà 58 anni, nel frattempo ha stabilito un’altra decina di primati e infranto ogni record in infinite specialità diverse. Al suo fianco, in ogni vittoria e nelle rare sconfitte, per cinque anni c’è stato un marinaio che di nome fa Tommaso Stella, 7 anni meno di Giovanni e una vita passata al timone.
A un certo punto Tommaso ha salutato Giovanni ed è partito volontario per una nuova missione: salvare vite in mare con una ong nel Mediterraneo. Niente più gare, niente più record, nessun avversario da battere. Soltanto silenzio e acqua a perdita d’occhio, per miglia e miglia. E poi la disperazione umana che ti arriva addosso all’improvviso, insieme a 60 migranti a bordo di un gommone non più lungo di un pulmino e non più largo di una Panda, perso da qualche parte alla deriva, a mollo sopra un cimitero senza croci né lapidi, inseguito da una motovedetta libica carica di uomini armati.
Tommaso carica i migranti a bordo della sua barca a vela, che si chiama Alex e curiosamente ricorda quella di Giovanni, e fa rotta verso l’Europa a tutta velocità, seminando i libici e il terrore e l’inferno dei lager, anche se quello non se ne va mai per davvero. A un certo punto sembra quasi una gara, come ai vecchi tempi con Giovanni, ma in palio ora non c’è un trofeo, e il cronometro segna solo il tempo che separa le persone dal limite di sopportazione umana. E gli arbitri non sono più giudici di gara, come un tempo, ma leggi disumane, governi spietati e ministri che giocano sulla pelle dei migranti, sulla pelle di tutti loro. E in quel momento Tommaso forse si ricorda di Isabella e di quella regata nel Pacifico di vent’anni anni prima e si chiede cosa avrebbe fatto Giovanni al suo posto. È un attimo, prima di puntare la prua verso il porto sicuro più vicino, senza chiedere il permesso a nessuno, senza chiedersi i rischi che corre, le multe che dovrà pagare, le leggi che violerà. In mare è tutta questione di tempo, e qui è scaduto da un pezzo, ogni attimo potrebbe essere decisivo. Tommaso attracca al molo di Lampedusa alle 5 di pomeriggio di un sabato di luglio di cinque anni fa, insieme ai 46 migranti rimasti e agli altri dieci uomini dell’equipaggio. Rimedia 16mila euro di multa e un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma non è mai stato così felice nella sua vita. Si sente pieno, realizzato. Un uomo. Come mai gli era capitato prima di allora.
Giovanni in quel momento è a casa, in attesa di preparare una nuova sfida, quando apprende, come tutti, dell’impresa del suo vecchio skipper e compagno di tante traversate. E, quando un giornalista gli chiede cosa ne pensa, lui che da quarant’anni solca i mari di tutto il globo e ha visto passare più acqua sotto lo scafo che tutti i leghisti, i razzisti e gli hater di Italia messi insieme, Giovanni dice solo due cose. Dice: “Bravo Tommaso, hai fatto il marinaio”. E poi spiega meglio: “Da migliaia di anni queste cose esistono. I romani e i greci tiravano su la gente, mica la lasciavano in mare. Quando trovi uno che galleggia per miracolo, intanto lo tiri su. I distinguo, per quanto mi riguarda, si fanno a terra. Cinquanta persone su una barca da 18 metri sono una situazione di sopravvivenza. E, credetemi, se trascorri 48 ore in mare, i dubbi ti passano.”
Uno di cognome fa Soldini, l’altro Stella. Sono capitani, sono marinai, sono italiani. Sono colleghi, sono vecchi amici che avresti voglia di abbracciare. Sono vita vissuta controvento, sono alberi maestri che non si piegano, sono pelle scottata al sole, sono storie di mare. Sono Storia di un Paese che vogliono cancellare, nascondere, censurare, infangare, incriminare, e che abbiamo il dovere di raccontare.
Lorenzo Tosa
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Fauda, quando una serie tv aiuta a capire il conflitto israelo-palestinese
Alcuni milioni di spettatori, la battaglia furibonda che si è consumata ieri a Jenin l’avevano già vista. Non ai telegiornali, ma su Netflix. Da una settimana, infatti, sulla piattaforma regina dello streaming è arrivata la quarta stagione di Fauda, la serie israeliana che racconta le azioni di un’unità d’élite dello Shin Bet (l’intelligence militare) che opera sotto copertura in Cisgiordania e a…
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vecchiorovere-blog · 2 years
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La mano destra poggia sul seno che tu hai baciato.
Furibonda è la tentazione di dilaniarmi. (…)
Io rimanevo abbattuta, fulminata.
Avevo carezzato, come ora carezzo il mio seno,
tutto il tuo corpo (…)
Non so se son stata donna, non so se son stata spirito.
Son stata amore.
Sibilla Aleramo
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notizieoggi2023 · 2 months
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Tradimenti, liti e ripicche: cosa sta succedendo tra i Ferragnez Non sembra ci siano pià margini di recupero nel matrimonio dei Ferragnez. Ognuno ha scelto di andare per la sua strada, pur condividendo l'amore che entrambi hanno per i due figli, Leone e Vittoria. Chiara Ferragni ha scelto di mostrare un approccio da "teenager" su Instagram, approvando molti commenti che gli utenti lasciano contro il marito, o ex marito. Sicuramente una strategia per l'influencer, che sembra stia riuscendo nell'intento di far scivolare nelle retrovie il fatto di essere stata iscritta nel registro degli indagati per truffa aggravata per il caso del pandoro Balocco, e non solo. Tutte le attenzioni sono rivolte verso la separazione dal marito e lei, in questo modo, alimenta in continuazione la narrazione su questo aspetto della sua vita, mentre il percorso della procura si muove sotto traccia. Ma continuando a fare il gioco dell'influencer, e puntando i riflettori sulla crisi con il marito, emergono indiscrezioni circa possibili tradimenti che si sarebbero consumati sia da una parte che dall'altra. Infatti, se da giorni si parla di un possibile sbandamento di Fedez con Paola Di Benedetto, sua ex collega durante X-Factor, Dagospia rivela di un possibile sbandamento di Ferragni nei confronti del rapper Naska, non uno degli esponenti più noti della scena italiana ma comunque abbastanza conosciuto, con un suo pubblico fidelizzato. Ma quello che viene definito come il "sosia" di Damiano David dei Maneskin, nelle ultime settimane è salito alle cronache per una presunta rissa che avrebbe avuto proprio con Fedez in un noto locale di Milano. La città della Madonnina, in fondo, è piccola e le voci girano velocemente. Ovviamente nessuno dei due ha confermato alcun gossip che lo vede protagonista ma il pettegolezzo corre. Ma d'altronde anche loro non fanno nulla per fermare le chiacchiere sul loro conto. Le sorelle di Chiara hanno smesso di seguire Di Benedetto mentre la moglie di Fedez ha iniziato a seguire Giulia Valentina, che per chi non lo sapesse è l'ex fidanzata storica di suo marito. Intanto pare ci sia stata una furibonda lite tra i due coniugi durante la festa di compleanno della piccola Vittoria, con tanto di rimbrotto da parte della mamma del rapper a suo figlio. "Basta, Federico", avrebbe detto la donna, che è anche sua manager, rincorrendo il figlio dopo la sfuriata. E non è passato inosservato nemmeno il siparietto di Fedez davanti ai fotografi all'uscita dalla festa di compleanno di Leone.
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