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[✎ ITA] Recensione⠸ 15.11.22 La Musica dell' “Eterno Ragazzo” JIN __ Randy Suh , Weverse Magazine ⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸

La Musica dell' “eterno ragazzo” Jin

- Uno sguardo alle sue canzoni soliste -

ʀᴇᴄᴇɴsɪᴏɴᴇ by Randy Suh @ Weverse Magazine

Ogni volta che vedo Jin dei BTS, quanto è radioso, mi sembra proprio un ragazzo. In quanto idol, ovviamente, ci mostra molti volti diversi, ma, sì, quella è l'impressione generale che mi sono fatto di lui. Nonostante abbia anche tratti affascinanti e taglienti, il suo volto così dolce lo fa sembrare più giovane di quanto non sia effettivamente. In ogni suo video, lo vediamo sempre scambiare battutine con gli altri membri dei BTS e lo staff. È metà della sua esistenza che è un grandissimo fan del gioco Maple Story e gli piacciono personaggi teneri come RJ, che ha creato per la linea dei BT21, ideata dal gruppo. Al contempo, però, appare sicuro ed elegante, sa vestire bene un completo e mantenere una postura impeccabile in ogni posa. L'affetto e la premura per il prossimo traspaiono dal suo modo garbato e dolce di parlare e anche dalle occasionali chiacchiere in leggerezza, e riesce a mantenere la calma e l'equilibro anche in situazioni difficili; e tutto questo non fa che enfatizzare quanta importanza lui dia all'autenticità e sincerità nella sua musica.

È uno dei membri più introversi dei BTS, non certo per darsi arie o crearsi un'aura di mistero—la verità è, piuttosto, che sceglie con cura cosa dire perché vuole mostrare solo il meglio di sé ai fan. Usando una metafora precedentemente già esemplificata da lui, credo Jin sia il tipo di persona che non attraverserebbe mai la strada in presenza di un divieto, anche non ci fosse nessuno che possa coglierlo in fallo. Dal contesto generale, è chiaro non si stesse riferendo letteralmente ad una rigorosa adesione alle norme sociali, quanto, piuttosto, alla sua convinzione che fare del bene ed essere buoni sia il comportamento giusto. L'immagine che dà di sé è quella di un eterno ragazzo o di un adulto dal cuore puro ed innocente.

Anche il suo canto rispecchia quest'immagine: fanciullesco e maturo ad un tempo. La sua è la voce più semplice e diretta tra quelle dei BTS. È melodiosa e dolce, ma sa anche toccare le note più alte con forza catartica. A volte è anche leggermente ma percettibilmente nasale, e il che non fa che arricchire la natura fanciullesca del suo cantato, ben sposandosi con la sua bellissima voce. Jin fa leva su questi aspetti per caricare alcune performance di affetto e dolcezza, altre di malinconia.

“Yours”, brano parte della colonna sonora di Jirisan, ne è un esempio perfetto. La sua dolce voce fanciullesca sembra sempre sul punto di spezzarsi, ma non lo fa mai, melanconica ma anche elegante—come una pianta che cresce su un declivio roccioso, delicata ma resistente.

Nel suo cantato è anche evidente l'influenza della musica popolare coreana del passato. Lo sentiamo spesso cantare la nota introduttiva in un sospiro, prima di fletterla (tecnica per cui l'artista inizia con una nota, scivolando poi in un'altra). Il risultato è particolarmente evidente e soddisfacente quando lo sentiamo cantare canzoni pop degli anni '90 e 2000, come, ad esempio, nei tanti Run BTS e BANGTAN BOMB. Questa tecnica fa sì che le sue canzoni suonino più mature, creando anche un contrasto piuttosto curioso con la sua voce altrimenti giovanile. L'effetto è elettrizzante—come un attore bambino che reciti battute difficili in un drama storico, o un dirigente che sia abituato a parlare in modo cantilenante e fanciullesco a casa e, per sbaglio, si rivolge così anche ai suoi dipendenti. Elementi così contraddittori non fanno, però, che dar vita ad un mix dolcissimo.

Tutte le canzoni soliste di Jin hanno un certo numero di caratteristiche in comune. Si basano principalmente sulla melodia, più che sul ritmo, hanno testi poetici, hanno un ritmo più leggero e sono più simili a ballate coreane (o rock), invece che a brani hip hop. La sua primissima cover, disponibile online, è “Mom” di Ra.D—uno dei brani preferiti tra gli adolescenti— e la sua prima canzone solista in un album dei BTS è stata “Awake”, una ballata completa di una sezione d'archi elegantissima ed un cantato melodioso. La traccia solista successiva, “Epiphany”, parte dallo stile ballad di “Awake” per poi trasformarsi in un brano rock da arena. Jin ha anche caricato una cover di “Autumn Outside the Post Office” di Yoon Do Hyun. La prima canzone scritta da Jin, “Tonight” è un'altra ballata che parla con tenerezza del dover dire addio ai propri animali domestici. Inoltre, ha anche scritto una melanconica ballata folk, “Abyss”, sul tema della depressione, dalla struttura molto semplice e con poche parole schiette per trasmettere in modo più diretto possibile il suo messaggio. È proprio questo che distingue la sua musica solista dall'avveniristico (?) stile K-pop introdotto dai BTS con il loro debutto nel 2013, poi portato avanti per tutto il primo decennio del 2000. Vale, quanto meno, per i loro singoli, ma i BTS tendono a concentrarsi su ritmi complessi ed uno stile più tendente all'hip hop / R&B e alla EDM. Prima del debutto dei BTS, la BIGHIT MUSIC (ora Big Hit Entertainment) era nota per le ballate di gruppi quali i 2AM e gli 8eight, ma con l'avvento dei BTS, l'etichetta ha fatto di canzoni più rimate e movimentate il suo marchio di fabbrica. È anche grazie ai lavori solisti di Jin, se ora assistiamo ad un parziale e crescente ritorno a queste ballate più vecchio stile nel repertorio della BigHit.

Quando, nel 2016, è stata rilasciata “Awake”, SUGA ha commentato che non aveva mai pensato fosse possibile includere ballate di quel genere nei loro album e ha aggiunto che era piacevole e bella da ascoltare (fonte: concept book di WINGS). Dopotutto, il catalogo solista di Jin è pur sempre un'estensione di uno dei tanti spettri artistici e musicali dei BTS. Queste sue canzoni hanno fatto da ponte tra la musica dei BTS ed il pop coreano degli anni '90 e 2000, incorporato parzialmente nei brani del gruppo.

Potremmo forse pensare che Jin avverta il peso di tale responsabilità, ma nelle sue performance live non c'è nulla che suggerisca tale imbarazzo. Uno degli aspetti maggiormente degni di nota, per quanto riguarda le esibizioni di Jin, è la sua professionalità. Qualsiasi sia la performance o la situazione, anche quando c'è qualche imprevisto, la sua prestazione è assolutamente consistente. Durante la recente esibizione al concerto "Yet to Come in BUSAN", ha svelato che temeva avrebbe perso la voce prima dell'evento, ma, ascoltandolo, non lo si sarebbe assolutamente detto. L'artista ha anche spiegato che, avendo iniziato a far musica relativamente tardi, prima e dopo il debutto non ha fatto che esercitarsi duramente e senza sosta. La pratica costante non ha fatto che enfatizzare le peculiarità del suo cantato, precedentemente menzionate—Il suo tono dolce, la limpidezza nella sua voce ed il suo aspetto pulito e curato—rendendole una gemma priva di imperfezioni.

“The Astronaut”, il singolo rilasciato ad ottobre da Jin, è un regalo della band britannica dei Coldplay. È la 2a volta che i due collaborano, la prima è stata attraverso la traccia “My Universe”, contenuta nell'album dei Coldplay Music of the Spheres, cui hanno partecipato tutti i membri dei BTS. Nella lista di autori di “The Astronaut” troviamo tutti e 4 i membri della band, il DJ Kygo (con il suo vero nome Kyrre Gørvell-Dahll) e il compositore Jóhann Jóhannsson (*venuto a mancare nel 2018). Quest'ultimo figura nei credits perché la canzone fa uso di un sample della colonna sonora di Arrival, un film che parla dell'incontro tra gli umani e forme di vita senziente provenienti dalla galassia.

Non c'è dubbio “The Astronaut” appartenga sia ai Coldplay che a Jin. Se, nel 2013, qualcuno avesse detto a Jin, o a uno qualunque degli altri membri dei BTS, che nel 2022 avrebbe collaborato con i Coldplay, non ci avrebbe mai creduto. Ma, ascoltando “The Astronaut”, appare evidente quanto il tipico sound dei Coldplay ben si sposi con quello di Jin. Mi tornano alla memoria le ballad della band, diventate famose anche in Corea negli anni 2000. In canzoni come “Yellow” (dal loro album di debutto, Parachutes, del 2000), “The Scientist” (da

A Rush of Blood to the Head, il loro secondo album) e “Fix You” (dal loro terzo album, X&Y), infatti, troviamo tutti i tratti distintivi del sound dei Coldplay—le melodie accattivanti, per cui Chris Martin ha notoriamente orecchio, il suono ricco delle chitarre e del piano, i testi schietti ma stranamente confortanti. Molti degli appassionati di musica pop, in Corea, apprezzano anche quei brani proprio per tali caratteristiche, pur probabilmente non conoscendo molti altri artisti stranieri.

Sia Jin che i Coldplay sono soliti unire i temi dell'amore e dello Spazio. Lo vediamo in “Mikrokosmos” e “Moon”, per Jin (quest'ultima è la sua canzone solista contenuta in MAP OF THE SOUL: 7), mentre i Coldplay, nel loro ultimo album: Music of the Spheres, hanno dato un'aura fiabesca all'Universo. Molti fan hanno ipotizzato che il pianeta immaginario apparso nel poster promozionale di Jin potesse essere legato agli altri pianeti nella storia narrata dai Coldplay attraverso il loro album. I Coldplay hanno familiarità con canzoni riguardanti il tempo, le stelle, lo Spazio, l'amore ed il conforto. Ne parlavano già quand'erano nella loro fase post-Britpop, negli anni 2000, poi quando si sono messi ad esplorare altri generi popolari, al di fuori del rock, nel corso del primo decennio del 2000 e continuano a parlarne e scriverne tuttora. Il sound cosmico che troviamo in “The Astronaut” è merito dei sintetizzatori del produttore e DJ norvegese Kygo, e riescono a dare un impatto ancora maggiore al brano.

Il testo coreano, scritto da Jin, è una serenata dedicata da un viaggiatore intergalattico ai suoi cari. Questa canzone è anche una lettera d'amore per i suoi fan, gli ARMY, in previsione del suo servizio militare. Il concept del viaggio interstellare, che richiama un po' la storia de 'Il Piccolo Principe', è già bellissimo di per sé, ma sapendo che è anche il suo modo di dire arrivederci per un po', il tutto risulta ancor più toccante.

Il 28 ottobre, durante un Weverse Live, Jin ha spiegato che, originariamente, BE – rilasciato nel tardo 2020 - doveva essere l'ultimo album dei BTS cui avrebbe partecipato, prima di prestare servizio. L'artista ha però rimandato i suoi progetti affinché il gruppo potesse prendere parte ai Grammys, nonché per poter tenere alcuni concerti, dopo tanto tempo, una volta che le restrizioni legate al COVID-19 e al relativo distanziamento sociale fossero state un po' allentate. Aveva però fatto cenno ai suoi piani per il futuro durante la “Cena Aziendale dei BTS”, a giugno di quest'anno, ma anche questa volta ha dovuto posticipare i suoi propositi perché il gruppo è stato invitato ad esibirsi a supporto della candidatura di Busan come città ospite della World Expo, ad ottobre. In questi due anni di posticipi e rimandi, si è fatto molto parlare del servizio militare dei BTS, in quanto superstar del pop coreano. Immagino Jin abbia dovuto affrontare moltissimo stress a livello personale ed interiore. Ciononostante, il suo regalo di arrivederci per i fan è una canzone ricca di parole affettuose e tanto amore. Questo brano, esattamente come Jin è saggio e radioso.

Continuo a ripetere quanta gioventù irradi da Jin, ma di fatto, quando si è unito ai BTS, lui era l'unico adulto. Questo lo ha messo inevitabilmente nella condizione di doversi prendere cura dei suoi compagni di gruppo più giovani per tutto il loro periodo di transizione dall'adolescenza all'età adulta. Nonostante quando è entrato a far parte dell'industria musicale la sua personalità fosse già come quella attuale, per gli ARMY Jin è sempre stato il maggiore dei BTS. È come se fosse un “eterno ragazzo”, ma qui sorge il paradosso perché, fin dall'inizio, è sempre stato un adulto e ha aiutato ed accompagnato tanti giovani fan dei BTS nella loro crescita. E forse è proprio per questo motivo se è una persona così carica d'affetto.

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