Tumgik
#una vita fra parentesi
fogliblu · 3 months
Text
(È questa la vita che volevo?)
13 notes · View notes
Text
Tumblr media
La vita coi cani è strana.
Diventerai, senza nessuno che te lo insegni o ti spieghi come farlo (a volte con qualche piccolo aiuto), il capo branco di un cane che sarà pronto a qualunque cosa per te non appena saprà riconoscere il tuo odore e la tua voce.
La vita coi cani è misteriosa.
Sarai spiato da un Grande Fratello peloso che non perderà nessun tuo movimento, specialmente quando capirà dove sono la cucina ed il recipiente dei premietti.
La vita coi cani è crescere.
Non puoi farci niente, non puoi fermare il tempo perché quel cucciolo che hai tenuto in braccio crescerà troppo velocemente, per diventare il grande amico che ti vorrà accompagnare ovunque andrai.
I cuccioli durano troppo poco.
La vita coi cani è confronto.
Avrai sempre uno sguardo con il quale misurarti, affogherai senza poterti salvare nelle profondità inimmaginabili degli occhi di un cane. Dove la gente crede che non ci sia un'anima.
La vita coi cani è sincera.
Non avrai bisogno di raccontar loro una bugia o delle storie inventate perché tanto, qualunque cosa tu dica loro, i cani la sanno. Sempre.
La vita coi cani è scomoda.
Ti ritroverai una sera d'inverno, con la tramontana che ti graffia il viso ed il gelo che ti arriva alle ossa, a passeggiare da solo con il tuo cane che corre e scodinzola felice, incurante del vento che gli arruffa il pelo e del caldo che avete lasciato in casa.
La vita coi cani è buffa.
Parlerai con un essere che non ti potrà mai rispondere e che però ascolterà ogni tua parola, con così tanta attenzione ed interesse che non ritroverai in nessun altro uomo o donna al mondo.
La vita coi cani è ritorno a casa.
Nessuno come il tuo cane sarà felice di vederti ogni volta che spunterai dalla porta dalla quale ti ha visto andar via; imparerà i tuoi orari, riconoscerà il tuo passo e sarà lì ad aspettarti, anche quando sarà vecchio e stanco, saltando di gioia come se non ti vedesse da un mese.
Anche se sei uscito per comprare il giornale.
La vita coi cani è rinuncia.
Perderai a poco poco quella porzione di divano su cui stavi tanto comodo, dove ti godevi il riposo ed il meritato relax dopo giornate faticose e noiose. E la cosa bella sarà che non ti dispiacerà affatto.
La vita coi cani è comunione.
Dividerai il tuo ultimo boccone con il tuo cane, perché non potrai resistere al suo sguardo implorante che hai incrociato purtroppo per te mentre stavi cenando.
La vita coi cani è insegnamento.
Sono loro che ti mostreranno, semplicemente correndo in un prato o sulla riva del mare, la bellezza di una giornata di sole e l'importanza di stupirsi -ogni volta- davanti alle cose semplici.
La vita coi cani è amore.
Quello che proverai ad emulare, che proverai a restituire al tuo cane senza però riuscirci.
Ma cimentarti in questa prova sarà una delle tue imprese più entusiasmanti.
La vita coi cani è un viaggio.
Nessun sentiero di montagna ti sembrerà lo stesso dopo che lo avrai percorso insieme al tuo cane: ricorderai profumi, odori e colori del bosco che prima non avevi sentito o visto; proprio come succederà per il tratto di vita che farete insieme.
La vita coi cani è una parentesi.
Per te è una parte della tua vita, un dolce intervallo fra mille impegni e anni da riempire di cose da fare, un breve cammino insieme ad un cane che tu ben sai, ad un certo punto, si fermerà per lasciarti andare da solo.
Invece per il tuo cane, la tua vita è tutto.
Web
83 notes · View notes
vefa321 · 2 years
Text
𝙇𝙚𝙣𝙩𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙨𝙚 𝙣𝙚 𝙨𝙩𝙖 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙡'𝙚𝙨𝙩𝙖𝙩𝙚...
Resteranno qualche fotografie, per un po' il colore del sole sulla pelle...per sempre il mare dentro.
Si sente nell'aria che si copre di rugiada, che si veste nel vento.
Si sente nei rumori che diventono suoni, attuttiti dalle finestre chiuse.
In silenzio vanno via le stagioni, fra un mese o poco meno,
i profumi cambieranno,
i colori prenderanno fuoco come si indossa un mantello.
Ci saranno giorni ancora caldi, pomeriggi sulla battigia, sere in riva al mare e tramonti che si faranno sempre amare.
Ci saranno le voglie a riempire le conchiglie raccolte sulla spiaggia come tanti ricordi incisi su un vecchio disco che ascolterà anche la nostalgia.
Ci saranno i nuovi amori a ricordare quelli dimenticati.
Ci saranno i bambini divenuti ragazzi ad insegnarci a vivere il tempo che non tornerà...
Ci saranno i vecchi a guardarli passare come le nuvole in troppi cieli ormai tersi.
𝘾𝙞 𝙨𝙖𝙧à 𝙪𝙣 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤 𝙩𝙧𝙖 𝙡𝙚 𝙘𝙤𝙨𝙚 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙚 𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙥𝙚𝙧𝙙𝙪𝙩𝙚 𝙖 𝙙𝙖𝙧𝙚 𝙫𝙞𝙩𝙖 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙢𝙚𝙢𝙤𝙧𝙞𝙖, 𝙖 𝙨𝙘𝙧𝙞𝙫𝙚𝙧𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙤𝙜𝙣𝙪𝙣𝙤 𝙡𝙖 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙧𝙞𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖.
L'estate è un colore che colora anche il vento,
un odore che profuma anche il silenzio,
una canzone che silenzia anche le gesta.
Una parentesi che la vita apre sulle nostre voglie e richiude come un portagioie...
Tra un turchese ed uno zaffiro,
Un po' di blu da tenere nel cuore.
Come un nodo sul fazzoletto,
Come un fiore che conosce il deserto, ma sogna il verde della speranza...
J.D
Tumblr media
19 notes · View notes
astra-zioni · 2 years
Text
Sono stanca. Mi sembra nessuno provi ad ascoltarmi da non so più quanto tempo. In seduta parlano più i terapeuti di me, già fatico a esprimere un concetto, ultimamente, mi sento quindi continuamente interrotta e mi sembra di non essermi spiegata al meglio. Nelle mie relazioni interpersonali m’è sempre capitata questa cosa, non essere presa sul serio, che non so dire se derivi dal mio essere donna o donna con dichiarati problemi mentali. Fatto sta che ogni cazzo di volta, con i miei partner, appena dico qualcosa, non viene presa in considerazione, o viene sminuita, non so spiegarlo. All’inizio credevo fosse la proiezione di un mio disagio infantile (non son stata validata da piccola e mi convinco gli altri non lo facciano neanche adesso), ma poi ho avuto modo di appurare che è vero. Non so voi, ma quando una persona mi dice “questa cosa funziona così”, su un argomento di cui non so effettivamente niente, la prima cosa che faccio è prendere per buono quel che l’altro mi dice e, se si sta parlando di una roba che reca l’altro sofferenza, cerco di empatizzare. Ogni cazzo di volta che io mi sono esposta su una determinata situazione in maniera pessimistica - con tutte le ragioni del caso, che poi si son rivelate esatte - m’è sempre capitata gente che m’ha risposto “ma no, dai…non penso sia così”; e magari mi riferivo alle trafile burocratiche intorno alle questioni di salute mentale. Voglio dire, sono dieci anni che sto di merda e bazzico fra psichiatri, psicologi e ricoveri, vuoi che non conosca i tempi d’attesa di un CSM? Gli estremi per un TSO? Come funziona se chiami un’ambulanza perché ti vuoi ammazzare? Il funzionamento di uno psicofarmaco? E così via. C’è stata gente che m’ha voluto addirittura spiegare, da onnivora, come funzioni la dieta vegetale pur essendo stata vegana e vegetariana. Ho dovuto chiamare e recarmi dagli assistenti sociali per una questione, che ero convinta non potessero risolvere perché conosco come funzionano queste cose. E infatti. Le numerose volte che ne ho parlato al tipo, dicendo appunto che non credevo le cose si sarebbero risolte per tot. motivi, lui mi rispondeva “ma no, ma dai, ma son cose evidenti, ma ti pare che non fanno niente”, e via dicendo. Ora, io capisco tu voglia tentare in qualche modo di rassicurarmi, ma il confine fra il voler essere empatici e il voler insegnarti a campare è sempre molto sottile. Puntualmente a mia sorella dico qualcosa che lei non prende assolutamente in considerazione e due giorni dopo, mi fa:”Ma lo sai che *nome del tizio che si tromba* mi ha detto questa cosa?” Ma perché, io che t’ho detto una settimana fa? Addirittura le azzeccai la sua diagnosi di disturbo mentale prima degli psicologi che gliene diedero una totalmente errata ma comunque rimango, evidentemente, agli occhi degli altri, una cogliona. Ho diagnosticato a distanza un’appendicite prima di un medico ad una mia amica, ma rimango cretina. Ormai di fronte a questi atteggiamenti che sento invalidanti rispondo incazzandomi, anche passando per aggressiva, ma non m’importa. Perché io devo rispettare la tua posizione, le tue competenze, avere rispetto di ciò che dici, non azzardarmi a dare giudizi sul tuo ambiente, o il tuo lavoro, perché non li conosco, ma tu, persona a caso che popola la mia vita, ci metti tre secondi per cagare fuori dal vaso? Perché io non parlo da anni con la mia ex dei miei disturbi alimentari perché ne soffre ed ho paura di triggerarla ma la gente mi dice tranquillamente, conoscendo la mia storia, che tizio x s’è ammazzato, senza risparmiarmi dettagli e retroscena? Ovviamente per anni è stato tutto un processo mentale che ho imputato al mio essere borderline, quindi l’ho rigettato, svalutato; solo adesso che le circostanze mi danno continuamente “ragione” credo sia semplicemente il naturale desiderio umano di sentirsi ascoltati e presi sul serio. E porco dio, fatelo. Perché poi comincio a parlare con mille parentesi tonde quadre e graffe nel discorso per far capire l’altro che la mia condizione, forse forse forse eh, la stessa che vivo da 23 anni, la conosco meglio di lui.
11 notes · View notes
plassocean · 1 year
Text
Di seguito, un accozzaglia di cose che ho scritto ma che non ho mai condiviso, spesso perché non mi garbavano e non mi garbano tutt'ora, ma mi è capitato di perdere tante note a cui ero affezionato quindi perché no.
.
.
La vita non è un film
E tu non hai occhi
Dietro la testa
.
.
.
.
Ti Stavo
Cercando tra la folla come faccio
ultimamente mi comporto in modo strano
Se sei a meno di passo da me
Non so parlare o forse non ti so parlare
Non sai parlare o forse non ti va di farlo
Sai che non c'è niente da dire
E allora vuoi
So lo ri de re
Vieni a cercarmi proverò a vestirmi strano
E mi farò la barba solo per metà
Dirò cazzate e farò la figura dello scemo
È quella di un pagliaccio la mia anima
Solo per sentirti ridere
La mia anima di pagliaccio
La mia anima di pagliaccio
La mia anima di pagliaccio
La mia anima di pagliaccio (che non vuol crescere)_
Che non vuole crescere
.
.
.
Ho fatto un incubo
C'erano tutti e mi volevano
Un po' tutti morto
Io che a scappare e rovinare tutto
Batto tutti
Fatto casini senza di te
Perché non sei venuta a prendermi
Vorrei giocarmi una carta
Ma temo di perdere tutto
Io che non so gestire quello che sento
Finisco per pensare ad altro
Ho fatto una serie senza di te
Avevo paura di includerti
Avevo paura di innamorarmi
Adesso ho soltanto paura
Di perderti
(ngap a me volevo scrivere una canzone qui)
.
.
.
Siamo bravi a consolarci ma
Non sappiamo parlare
Io so solo farti ridere
Con le solite cazzate
A te ancora fa strano aprirti
Ma lo fai sempre con me
Io non piango da due anni
Fumo per tapparmi gli occhi
Ma com'è com'è che ancora mi parli
Ma com'è com'è com'è com'è
Com'è che non ti stanchi con me
Hai provato a dirmi che dovrei smettere
Di fumare ma non so separare
Le cose che mi fanno stare bene
Da quelle che mi fanno scappare
Non ricordo cosa ho risposto ma
Per te di sicuro scapperei
Per tornare a piangere
Fra le tue gambe
Solo per chiedermi
(Ca pur n'altra canzone doveva essere ma appendevo perché le ciofeche sono ciofeche)
.
.
.
.
Amore autunnale
Siamo una foglia che cade
Non fa rumore
Ma solo noi sappiamo
.
.
.
.
Sono in una stanza col cane che mi guarda, che abbaia, che salta e divertito mi morde la mano e poi la gamba
Lo guardo stranito, indeciso se essere o meno invidioso.
Non sorrido, sono come stanco, ma senza esserlo davvero
Non sto pensando. Evito di pensare perché i pensieri che faccio mi portano ad arrovellarmi, stancarmi ancora di più.
.
.
.
.
Io non ti so parlare di me
Se ti ho pensato in questi anni
Che cosa ho fatto è perché
Non so nemmeno salutarti
.
.
.
.
Il grande dittatore
Quarto potere
C'era una volta in America
Apocalisse now
2001:Odissea nello spazio
Qualcuno volò sul nido del cuculo
Taxi Driver
Shutter Island
The Wolf of Wall street
Il padrino
Shining
La finestra sul cortile
Psyco
La dolce Vita
Io e Annie
Le ali della libertà
La città incantata
Il castello errante di Howl
Porco rosso
(questa è na semplice lista di film cult da vedere. In realtà ne ho già visto un bel po' ma le ne mancano alcuni. La lascio qui in caso mi dimentichi di finirla.)
.
.
.
.
Lo sai che una mia amica mi ha detto
Che quando parlo di te mi accendo
E il mio sorriso è una parentesi
Con te mi piace litigare
Almeno noi non siamo tossici
Se non parliamo siamo equazione
Il tuo sorriso è una parentesi
Ma cert volte siamo da buttare
Cioe ma siamo scemi
Che fumiamo al mare
Siamo sopra i venti
Si, ma sotto i cento
Abbiamo ancora tempo
Per restarci male
Io voglio farlo adesso
Io voglio farlo adesso
Sono sincero
E ti piace
Ma poi ti (fai così male)
Ccio male
Non posso pensare a te
Io devo mettere a posto
Tutte le parti di me
Dò nomi alle mie emozioni
E a certe mie sensazioni
Perché ho paura di me
E dei miei troppi pensieri
Facciamo una cosa a tre
Io e te sul letto coi traumi
La mia paura di vita
Che adesso deeeeeeeeeeeveeeeee fiiiiniiire
Questa doveva essere sempre tip na canzone un po' alla Alex Britti par e pall lo so ma mi diverto a scrivere sti strunzat non me ne vogliate
.
.
.
.
Ieri notte sono andato a dormire presto.
"Almeno non ci penso, non ti penso"
Così ho pensato...invano.
Ti ho sognato.
Ancora una volta,
Per la quinta volta.
Ci siete riusciti!
Eri così contenta!
Io invece,
a 100 all'ora su un parabrezza
Che giocavo a non morire,
E non avevo paura di perderti.
Forse volevo solo svegliarmi.
Perché ho voluto sperarci?
Perché lo devo scrivere,
Perché non posso ignorarti?
Se almeno sapessi vivere...
Così almeno saprei viverti.
.
.
.
.
Quello di seguito nasce come sorta di monologo, ma troppo corto, quindi boh, una delle mie cose scritte senza troppo senso.
Io cerco l'io, io cerco Dio...
E so che gli altri mi guardano
Bene poi male poi stanchi
Di stare a guardare che nulla si muove
Eppur si muove cosa?
Ricordo ancora Sogni a iosa
In camera voglia di vivere
Ridere e scrivere la storia
Ma scrivere cosa?
Di cosa ormai?
Di una lacrima che non scende?
Che al massimo bagna, s'affaccia
E il tempo che passa
Alla fine si stanca,
E mi stanco pur io,
Certo che mi stanco pur io!
E di che scrivo allora io,
Che cerco l'io e cerco Dio?
E lo so che è banale
una rima baciata
cosi elementare ma
Lasciami vivere un dubbio,
Inseguire uno stupido sogno!
Fai un passo verso di me,
Che io lo faccio verso di te.
Perché si, tu,
Che  ti freghi dell'io
E ti freghi di Dio
Lo so che gli altri ti guardano
Bene poi male poi bene poi male poi stanchi.
Stanchi (è arrabiati) di stare a guardare che non vuoi cambiare
Ma cambiare per cosa!!?
Cambiare per chi?!?!
Lo so che combatti da tempo
in un corpo diverso
Da quello allo specchio.
Faccio un passo verso di te.
Io cerco l'io.
Io cerco Dio.
.
.
.
.
.
Ho fatto un tiro per la paura di piangere
E mi sentivo così piccolo e solo
Così piccolo e triste
Perché non riesco a trovare
Quelle piccole cose
E delle nuove parole
Ho solo colpi di tosse
E paura di te
Io non lo faccio apposta
A farti stare male
Ho mal di testa e paura di annoiarmi ad uscire
E mi spaventa non avere più niente da dire.
.
.
.
.
.
pocrita che sono e mi sento
Se mi fermo e ti guardo.
Sei limpido.
Sei una sigaretta scroccata
Il tabacco che completa una canna.
Sei un clipper
E da che mondo e mondo
O clipper è megj ro bic.
Sei luce fioca per me.
Sei sole per che ti ama
E che se pur nel farlo par nu poc a fess
È perché ha colto quella tua luce
Quella tua bellezza tipica.
Sei la persona che un po'
Sarei voluto essere anch'io
E che forse in fondo un po' sono.
Ma sei ciò che io non sarò mai,
Un grande amico.
Perché io sono un pezzo di merda,
Ma tu si piezz e cor.
(dedicata a un mio amico tanto tempo fa, se la meritava)
.
.
.
.
.
Stai dormendo?
E nel caso,
Ma solo nel caso,
Ci sono anch'io lì?
O meglio,
Avrei potuto esserci?
Se avessi parlato,
Se t'avessi detto
Le cose che ti giuro,
Mi rimbombano dentro...
Anche solo un bacio,
'Na carezza,
Il tempo di una chiacchiera
O una comparsa!
Fioca e veloce
Misteriosa a tratti,
Anche poco memorabile,
Ci potrei-...
...Ci potevo essere?
Magari ci sono e
non potrò mai,
Mai saperlo?
Non c'è bisogno di sapere.
L'ovvio non va troppo sviscerato.
Eppure...!
.
.
.
Scusa se non mi sono fatto vedere per come sono veramente, se non forse in pochi, piccoli, insufficienti momenti, e dettagli.
Penso davvero che ci siano certe cose di te che mi piacciono tanto, anche quelle che non conosco, se non a parole, o per sentito dire da altri.
Penso davvero che ci siano certe cose di me che possano piacerti tanto. Anche se non le conosci, se al massimo le immagini, ma non sei sicura che ci siano.
A volte sono stupido...
No, anzi, spesso.
Le mie paure, le mie ansie, mi portano a non essere mai me stesso. Ad annullarmi per paura di farmi tremendamente male.
Ma scoprire che semplicemente non combaciamo, che ci annoiamo l'uno dell'altro, o io di te, o tu di me, sarebbe molto più piacevole di non saperlo mai.
Lo so.
Ma a quanto pare
Non ne sono consapevole.
.
.
.
.
.
Ho sonno e non mi sento bien, mi fermo qui
Ma oh, è già qualcosa
2 notes · View notes
schizografia · 2 years
Text
Tumblr media
"Beh, il meno che si possa dire è che non pensavamo granché. A dire il vero ce ne fregavamo alla grande della sua storia del cavolo sul tizio che voleva diventare storpiedato per sfuggire all'Algeria e spassarsela fra le braccia di colei che aveva nel cuore fino a che la pace è firmata. Ma siccome non volevamo dargli un dispiacere, al nostro caro compagno Pollak Henri, e per di più lui ci aveva chiesto molto gentilmente di pensare, e com'è noto il pensiero è vita (basta vedere Bergson), ce ne furono due o tre che ruminarono un bel po' e fecero, non molto convinti: «Hum, hum!»."
"Di tanto in tanto è bene che un poeta, senza timore per l'aria rarefatta delle cime, osi elevarsi al di sopra del volgare per esaltare il nostro tempo. Poiché, non lasciamoci ingannare: questi coraggiosi giovanotti che, nel pieno della guerra, hanno tentato di tutto (invano, ahimè!) per evitare l'inferno algerino a un giovane militare che implorava pietà, sono i veri successori di Aiace e Achille, di Ercole e Telemaco, degli Argonauti, dei Tre Moschettieri e persino di Capitan Nemo, di Saint-Exupéry, di Teilhard de Chardin... In quanto ai lettori insensibili alle virtù dell'epopea, troveranno in questo libriccino abbastanza digressioni e parentesi e in particolare una ricetta di riso alle olive che dovrebbe soddisfare i più esigenti."
4 notes · View notes
gcorvetti · 3 months
Text
Memoria.
Ieri ho fatto i biglietti, fra 20 gg si parte, cercavo nei miei ricordi le vie di CT e i loro nomi e ho fatto fatica a dire il vero, non è strano visto che ho passato metà della mia vita lontano, va bè mi torneranno in mente, posso sempre usare la tecnologia per un aiutino, fare un giro su google map per esempio.
Ho visto che è morto Gigi Riva, dopo Beckenbauer e tanti altri prima di loro sembra che il calcio di una volta sia morto definitivamente, non sono un grande sportivo però certi sportivi erano come dei gladiatori che davano tutto pur di vincere una partita. Adesso sono iper allenati, strapagati e spesso si credono degli dei o delle prime donne, posso capire che molti giocatori hanno delle caratteristiche uniche però il calcio essendo un gioco di squadra non si affida al singolo per vincere ma a tutta la squadra. Ricordo che mio padre mi parlava della leggendaria partita Italia-Germania, che spesso viene citata come la migliore partita del secolo scorso, ma di quel calcio che non esiste più, uno sport fatto di sudore e calci presi, che è la stessa cosa che accade oggi ma se prendi milioni per ogni stagione che giochi i calci e il sudore passano in secondo piano, i giocatori di una volta guadagnavano decisamente meno ed era la loro passione per il gioco a farli correre e non i soldi.
Poi c'è la giornata della memoria, corta, sappiamo cosa è successo e chi sono i colpevoli di quel massacro, ma mentre la Germania ha chiuso i ponti col passato, la manifestazione di qualche giorno fa ne è la prova, l'Italia non l'ha mai fatto, anzi, i fascisti sono al governo e i risultati si sono visti ma non solo nell'ultimo anno ma anche in quelli precedenti quando il nano di arcore era primo ministro e teneva il paese in scacco con le sue leggi ad personam e quell'aria da mafiosetto da quattro soldi arrogante che si portava in giro per il mondo facendoci fare delle figure di merda, il famoso berlusconismo, ma non è mica finito dopo la sua morte, parentesi "volete vedere che quest'anno sarà commemorato come un eroe della patria?" chiusa parentesi. Ma si sa che l'italiano medio ha la memoria corta, molto corta, se oggi si indigna o si schifa voltando la testa dall'altra parte, dopo una notte si è già dimenticato cosa è successo. Quindi in questi giorni ci viene ricordato a forza il massacro degli ebrei, per carità poracci è stata una cosa tremenda, ma tutti sapevano cosa stava accadendo e nessuno ha alzato un dito, un pò come adesso dove a fare il massacro sono loro stessi ai danni dei palestinesi, certo anche i russi hanno fatto le loro belle stragi degli innocenti, i cinesi, persino noi Italiani e tutti quei paesi che nel colonialismo sfrenato dedito alla conquista e al saccheggio. Però ci sono genocidi completamente dimenticati o cancellati completamente, come quello dei nativi americani, ci hanno fatto credere attraverso dei film, quindi finzione, che loro erano cattivi e primitivi e che gli americani con la divisa blu i buoni che dovevano liberare il territorio da una minaccia quando in realtà era palesemente al contrario, anche perché la terra era la loro. Poi c'è da non scordare che un massacro è stato fatto dalla chiesa durante le persecuzioni dell'inquisizione, i dati ufficiali oscillano tra i 14k e i 16k ma molti dicono che sono molti di più, più di 60k, per lo più donne o persone che non avevano idea di cosa gli stava capitando perché non avevano mai creduto in qualcosa che non esiste, per loro esisteva la terra e il raccolto, altri tempi sicuramente ma sempre genocidio è.
Quindi dobbiamo aspettare 50/100/150/200 anni per ricordare i genocidi attuali, perché invece non si agisce subito per fermarli? Perché ci si gira dall'altra parte quando si parla degli ebrei, sono ricchi e i ricchi sono i nuovi ariani, non ha importanza il tuo colore, il tuo credo, il tuo orientamento sessuale, ecc ecc, se sei ricco hai dei privilegi, anche quello di massacrare donne e bambini nell'indifferenza totale.
Lo so che è pesante da leggere e figuratevi da scrivere, brucia lo stomaco a vedere che stiamo andando alla deriva totale solo per una questione di denaro, ma come dicono oramai da 80 anni bisogna ricordare per evitare che accada di nuovo, la verità è che non impareremo mai perché ci sarà sempre un motivo per uccide il prossimo in questo mondo a conduzione dittatoriale dove il vero cattivo si nasconde dietro una maschera da buono e coperto dall'omertà di chi ha paura, sono siciliano è so benissimo cosa vuol dire ma chi piega la testa muore ogni giorno, chi non la piega muore una volta sola.
1 note · View note
gaiaitaliacom · 4 months
Text
Una vita nel teatro: un Mamet un po' tra parentesi
di Alessandro Paesano Una vita nel Teatro è una commedia scritta da David Mamet nel 1977. Mamet vi racconta del rapporto fra due attori, uno, Robert (Edoardo Sani), giovane e alle prime armi, l’altro, John (Duccio Camerini), un veterano che al teatro ha già dato tanto. La progressione delle scene mostra i due attori sia sul palcoscenico (alcune scene li ritraggono mentre recitano) che dietro le…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
agrpress-blog · 4 months
Text
La grande attrice tedesca, interprete di film quali Il fidanzato, l’attrice e il ruffiano di Jean-Marie Straub, Effi Briest, Il matrimonio di Maria Braun di Rainer Werner Fassbinder, Falso movimento di Wim Wenders, Un amore in Germania di Andrej Wajda, Storia di Piera di Marco Ferreri, La nina dei tuoi sogni di Fernando Trueba, Terra promessa di Amos Gitai, Ai confini del paradiso di Fatih Akin e molti altri, spegne ottanta candeline. Nata a Konigshutte (l’attuale Katowice, nella Polonia all’epoca invasa dai tedeschi), dopo la giovinezza trascorsa a Monaco di Baviera, intraprende studi filologici. L’incontro con il regista Rainer Werner Fassbinder (1945-1982) fa maturare la sua passione per il teatro, che la porterà a calcare i palcoscenici per molti anni. Bionda, occhi azzurri, volto dai lineamenti irregolari e fascino magnetico ed enigmatico, esordisce al cinema alla fine degli anni Sessanta nell’anticonvenzionale Il fidanzato, l’attrice e il ruffiano (1968) di Jean-Marie Straub. Tuttavia, sarà nuovamente Fassbinder a condurla verso la maturità artistica riservandole ruoli - da protagonista e non - di notevole spessore, da Il fabbricante di gattini (1969) e Attenzione alla puttana santa (1971) al letterario Effi Briest (1974) e al gelido Il matrimonio di Maria Braun (1979). Grintosa, caparbia, rappresentante di uno stile recitativo rigoroso e senza sbrodolature, dopo una parentesi televisiva di grande successo - Berlin Alexanderplatz (1980) -, anch’esso diretto da R. W. Fassbinder, nelle pellicole seguenti viene diretta da altri registi, dando vita a personaggi intensi, contraddistinti da quella stessa anticonvenzionalità che le appartiene anche nella vita fuori dai set. Già giovane compagna di vita nel letterario Falso movimento (1974) di Wim Wenders, è poi un’adultera circondata dai sospetti nel cupo Un amore in Germania (1983) di Andrej Wajda, una madre ninfomane nell’onirico Storia di Piera (1983) di Marco Ferreri, tratto dal libro omonimo di Dacia Maraini, una rigida Magda Goebbels nel suggestivo La niña dei tuoi sogni (1998) di Fernando Trueba, un’ambigua tenutaria di bordello in Terra promessa (2004) di Amos Gitai. In Ai confini del paradiso (2007) di Fatih Akin, è l’anziana Lotte, la quale, in seguito alla perdita della figlia, rimette in discussione tutte le sue convinzioni sulla vita e sul mondo. Fra gli altri film ricordiamo Scene di caccia in bassa Baviera (1969) di Peter Fleischmann, L’amore è più freddo della morte (1969), Dei della peste (1970), Perché il signor R. è colto da follia improvvisa? (1970), Il mercante delle quattro stagioni (1972), Le lacrime amare di Petra von Kant (1972), La terza generazione (1979), Lili Marleen (1981), tutti di Rainer Werner Fassbinder, L’inganno (1981) di Volker Schlondorff, Il mondo nuovo (1982) di Ettore Scola, Passion (1982) di Jean-Luc Godard, Antonieta (1982) di Carlos Saura, Lucida follia (1983) di Margarethe von Trotta, Il futuro è donna (1984) di Marco Ferreri, L’altro delitto (1991) di Kenneth Branagh, Golem - Lo spirito dell’esilio (1992) di Amos Gitai, Cento e una notte (1995) di Agnès Varda, Faust (2011) di Alexandr Sokurov, Avanti (2012) di Emmanuelle Antille, Vijay - Il mio amico indiano (2013) di Sam Garbarski, The Quiet Roar (2014) di Henrik Hellstrom. In epoche più recenti è apparsa in film come Unless (2016) di Alan Gilsenan, Fortunata (2017) di Sergio Castellitto, La Prière (2018) di Cédric Kahn, Il mistero di Henri Pick (2019) di Rémi Besançon, tratto dal romanzo omonimo di David Foenkinos, Tous s’est bien passé (2021) di François Ozon, con Charlotte Rampling, Peter von Kant (2022) di F. Ozon, Povere creature! (2023) di Yorgos Lanthimos. Molto attiva anche in televisione, è apparsa in numerosi film tv - Die Revolte (1969) di Reinhard Hauff, Baal - (1970) di Volker Schlondorff, Il caffè (1970), Il viaggio di Niklashauser (1970), Rio das Mortes (1971), Pionieri a Ingolstadt (1971), La libertà di Brema (1972) e Selvaggina di passo (1972),
tutti di Rainer Werner Fassbibinder, Jacob von Guntern (1971) di Peter Lilienthal, Die Ahnfrau – Oratorium nach Franz Grillparzer (1971) di Peer Raben, Haus am Meer (1973) di Reinhard Hauff, Der Katzensteg (1975) di Peter Meincke, Intermezzo fur funf Hande (1977) di Ludwig Cremer, L’Aide-mémoir (1984) di Pierre Boutron, Barnum - Il re del circo (1986) di Lee Philps, in cui recita con il grande Burt Lancaster a fine carriera, Il veneziano, vita e amori di Giacomo Casanova (1987) di Simon Langton, El verano de la senora Forbes - (1989), Le bel horizon (1994) di Charles L. Bitsch, Absolitude (2001) di Hiner Saleem, Das Unreine mal - (2006) di Thomas Freundner, Clara, une passion française (2009) di Sébastien Grall - ed in alcuni episodi di serie e miniserie - Die Damonen (1977), Il grande palpito (1979) , Pietro il Grande (1986), Me alquilo para sonar (1992), Associations de bienfaiteurs (1995), Angelo nero (1998).
0 notes
voracita · 9 months
Text
"Il cacciatore assentì e si passò la punta della lingua fra le labbra: «Sì, i piccioni mi precedono in volo. Ma lei, signor sindaco, crede che io debba fermarmi a Riva?" ("Il cacciatore Gracco, F.Kafka)
Tumblr media
Franz Kafka con Otto Brod (fratello dell’amico Max) in vacanza a Riva del Garda .
Solo ora mi sovviene questa analogia. Furono due le occasioni in cui Kafka trascorse qualche settimana a Riva del Garda e dintorni. Nel 1909, per un periodo di vacanza, e nel 1913, in un sanatorio. Fu in questa seconda occasione che Kafka visse una breve ma intensa relazione con una ragazza, molto giovane, che per qualche giorno lo distolse dalla sua tristezza e solitudine. Una parentesi, che non ebbe alcun seguito nella vita di Kafka.
1 note · View note
fogliblu · 3 months
Text
(Ti ho messo il cuore in mano, ti prego, non essere come gli altri.)
7 notes · View notes
giancarlonicoli · 9 months
Text
24 lug 2023 15:47
‘GNAZIO E DANIELONA: IL PATTO INDISSOLUBILE TRA LA RUSSA E SANTANCHÈ TRA POLITICA, FESTE E AFFARI - LA COPPIA POLITICA A MILANO FA VITA COMUNE DA DECENNI (“IGNAZIO HA APERTO A DANIELA LE PORTE DELLA PROVINCIA, LEI QUELLE DEI SALOTTI”). UN SODALIZIO CHE STONA CON LA FREDDA PRESA DI DISTANZA DEL PRESIDENTE DEL SENATO DALLE VICENDE DELLA MINISTRA: “MAI LAVORATO PER LE SOCIETA’ DI SANTANCHE’”. NON E’ PROPRIO COSI’: I PARERI LEGALI DI LUI PER LEI E L’ACQUISTO (CON RIVENDITA E PLUSVALENZA DI 1 MILIONE) DELLA VILLA A FORTE DEI MARMI DA PARTE DELLA MOGLIE DI LA RUSSA E DEL COMPAGNO DELLA SANTANCHÈ, DIMITRI KUNZ… -
Estratto dell'articolo di Antonio Fraschilla e Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”
La loro storia è da sempre un intreccio di politica, salotti e lavoro: quest’ultimo volgarmente definito, in alcuni casi con sottotesto, come «occuparsi di affari reciproci ». E a intuirne l’intreccio oltre dieci anni fa, quindi ben prima delle cronache di questi giorni, è stato il missino e «nobile dandy fascista » Tomaso Staiti di Cuddia.
Acerrimo avversario della corrente dei siculi sbarcati a Milano «Ligresti-La Russa», cresciuti tra i neri dell’Etna, in una intervista al sito della casa editrice cattolica-evoliana Effedieffe nel 2010 descriveva così l’arrivo di Daniela Garnero in Santanchè nell’area della destra- destra milanese: «Lei e Ignazio la Russa hanno siglato un patto politico-mondano-commerciale. Ignazio le ha aperto le porte della Provincia, lei quelle dei salotti ».
Un patto, un legame fatto di vacanze insieme, amici comuni, Milano festaiola e Parlamento. Un legame che stona con la fredda presa di distanza dalle vicende che stanno coinvolgendo la ministra- imprenditrice con indagini sulle sue società, dipendenti che denunciano irregolarità e soldi da raccattare e in fretta per evitare fallimenti e bancarotte: «Mai lavorato per le società di Santanchè», ha detto il presidente del Senato.
Non proprio così, come ha dovuto ammettere la stessa ministra in Senato nell’arringa difensiva che non le ha evitato la mozione di sfiducia che sarà discussa mercoledì su proposta dei 5 stelle: «Lo studio legale La Russa ha curato una diffida a uno dei miei soci in Visibilia », ha detta la ministra. Non proprio così ancora una volta: La Russa da avvocato ha firmato altre due diffide inviate a Milanotoday per conto di Visibilia e del fondo di Dubai Negma che ha prestato soldi alle società della ministra.E in una assemblea dei revisori di Visibilia a verbale è scritto che per un consulto è stato chiamato «l’avvocato La Russa».
Il presidente del Senato è stato visto in un ristorante con Santanchè prima dell’intervento in Senato e poi ci sono altre vicende che riportano all’intreccio La Russa- Santanchè sul lato degli affari: l’acquisto e la rivendita in un’ora con guadagno da un milione di euro della villa del sociologo Francesco Alberoni da parte della moglie del presidente del Senato, Laura De Cicco, e del compagno e socio in affari della Santanchè, Dimitri Kunz. A proposito di Alberoni, chi lo ha introdotto alla corte di La Russa anni fa? Ma lei, la Garnero Santanchè.
(...)
Venti anni fa l’allora assessora di Ragalna sognava comunque già in grande e annunciava un progetto faraonico: quello di costruire alle pendici del vulcano un resort «a metà fra Hollywood e il safari in Kenya». Non se ne farà nulla, per fortuna. Ma pochi anni dopo La Russa spinge per premiarla e farla eleggere vice presidente della Camera: non ci riuscirà, ma grazie ai buoni uffici di Ignazio diventerà sottosegretaria dell’ultimo governo Berlusconi.
A parte una parentesi con La Destra di Francesco Storace, che la separa per un po’ da La Russa, la “Santa” torna nel partito di Giorgia Meloni e grazie all’asse con Mario Mantovani, l’amico di mamma Rosa Berlusconi, si prende il partito a Milano con i buoni uffici proprio di Ignazio, che con lei si fa vedere ovunque, anche in piccoli eventi in provincia. Sull’altra sponda l’ala di Carlo Fidanza, che oggi osserva con un certo sorrisino di piacere le disavventure del tandem.
Ma anche durante la parentesi con La Destra, La Russa e Santanchè sono spesso insieme, dalla Toscana a Cortina, dove vanno a sciare con mogli e compagni. Sempre insieme, legati, fino ai giorni nostri. Lo scorso settembre sui divanetti di A’Riccione Terrazza 12 a Milano Santanchè attende l’esito del voto insieme a Mantovani e al figlio più grande del presidente del Senato, Geronimo La Russa: oggi alla guida dell’Aci, un ente che collabora con il ministero del Turismo per la programmazione dei fondi europei 2023-2030. Per dire i casi della vita e gli intrecci dei “Larussanchè”, come ormai li chiamano a Milano.
0 notes
maotse · 1 year
Text
Questo è il giardino di Tinikimmi, della Gente Vegetale
Su un appezzamento largo una cinquantina di metri bordato di alberi simili a salici piangenti, c'erano una ventina di Rheattiti confitti nel terreno. Proprio così: erano impossibilitati a muoversi. Alcuni gemevano, dondolandosi avanti e indietro, altri gridavano forte agitanto le braccia.
Imitrin sogghignò notando il mio stupore. - Questo è il giardino di Tinikimmi, della Gente Vegetale. Tinikimmi è un mio collega, e un giorno gli dissi scherzando che poiché sulla Terra le piante sono verdi, i Rheattiti, che hanno la pelle verde, devono essere anche loro dei vegetali. L'idea ha solleticato il senso dell'umorismo di Tinikimmi inducendolo a creare questo giardino di persone-alberi. Nei loro piedi sono stati innestati organismi animali-vegetali che sviluppano lunghe radici con le quali si ancorano profondamente al terreno, da cui ricevano nutrimento che trasformano in sangue. Questo sangue, immesso nei piedi delle persone-piante, serve a nutrirle e a mantenerle in vita. Fra parentesi, il processo di trasfusione è molto doloroso.
0 notes
stilkritik · 1 year
Text
Ehm, ciao. A chi? Non saprei, ma vada per nessuno, secondo me ci azzecco. Ho deciso di riaprire Tumblr questo sabato sera. Spero stavolta di riuscire a dargli un senso, molto più che con l’ultimo account (beh, se si eccettua, e io la eccettuo eccome, quella parentesi finale… già proprio quella… ci siamo capiti). Le ragioni? Le solite, più una new entry: tristezza, solitudine, noia da una parte - gli unici affetti stabili che ho -, e la neonata esigenza di far pace con la scrittura. O quantomeno fare i conti con la mia incapacità di scrivere qualcosa di disteso, di non accartocciato, di non elusivo al punto tale da tradire, sotto grandi volute di riferimenti e strati di lettura su cui solo io potrei far luce, la mia non confessa incapacità e impreparazione. Questo perché vorrei iniziare il dottorato, o almeno stare in agguato per quando potrei ottenere un posto con la borsa di studio (su questo dovrò tornare ancora in numerosi altri post). Per il momento ho “iniziato a collaborare con la cattedra ecc. ecc.”, come vado dicendo senza troppa convinzione in giro. La verità è che mi vergogno -.- Vorrei trovare un mio posto nel mondo, qualcosa di cui andare fiero. Sono mooooolto lontano da ciò, sotto tutti gli aspetti della vita umana, come emergerà. So che emergerà perché sono pensieri ricorsivi, appuntamenti a cui non manco mai di presenziare, ma ho deciso di stenderli in forma scritta. Certo, è per farmi compagnia. Parlerò purtroppo tanto di amore, ma i deboli di cuore all’ascolto possono stare sereni: non c’è il rischio morire infartati. “Infartato”, che aggettivo grossolano. Ma vabbè. Ah, parlerò di tutti i miei micro-progetti, quelle epifanie improvvise in cui mi perdo ma dalle quali, ahimè, mi ritrovo sempre. Non credo che rileggerò mai questi post, quindi resteranno qui con tutta la loro precarietà fatta di nessi sintattici da rivedere. Non scrivo per nessuno se non per me, e mi sembra buffo: è la prima volta in vita mia che tengo un diario. Confido nel suo valore terapeutico? Non saprei, propendo d’ufficio per il no, ma saprò dirlo solo più in là. Vorrei due cose al momento: un cane e una fidanzata, ma ci vedo della rudimentale psicologia e perciò lo nego a me stesso. Vorrei fare carriera in università….. Ma quando mai: se lo vorrei è solo perché ne intuisco il potenziale attrattivo agli occhi degli altri. Ho un bisogno smodato di riconoscimento, in senso più letterale che traslato: vorrei che più persone sapessero che esisto. Strategie adottate: tenere un blog anonimo su Tumblr. Sei un grande fra. Bene, vado bere un po’ di orzobimbo e a fumare una sigaretta. Forse dopo torno a scrivere.
1 note · View note
lamilanomagazine · 2 years
Text
Modena, arriva Marco Paolini con lo spettacolo SANI!
Tumblr media
Modena, arriva Marco Paolini con lo spettacolo SANI!. Marco Paolini con il suo ultimo spettacolo SANI!, Teatro fra parentesi alzerà il sipario della stagione 2022/2023 di ERT al Teatro Storchi di Modena, in scena dal 27 al 30 ottobre (giovedì e venerdì ore 20.30, sabato 19.00 e domenica 16.00). Un concerto, una ballata popolare che alterna storie e canzoni – composte ed eseguite dal vivo da Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi – a partire da LA FABBRICA DEL MONDO, il progetto dello stesso Paolini e del filosofo, accademico ed evoluzionista Telmo Pievani, andato in onda su Rai 3 a gennaio 2022. In occasione della replica di sabato 29, ERT / Teatro Nazionale organizza Vengo anch’io! Laboratori creativi per bambini mentre i genitori sono a teatro: l’associazione I Burattini della Commedia conduce alle 19.00 nel ridotto del Teatro un laboratorio di costruzione di burattini per i più piccoli dai 6 ai 12 anni. Il tema della crisi climatica e della transizione ecologica si intrecciano a racconti autobiografici, a momenti di difficoltà più o meno grandi, senza dimenticare il teatro, il suo incontro con Carmelo Bene nel 1983, passando infine per la crisi della guerra fredda dell’epoca, con protagonista Stanisalv Petrov. In rapida successione, attraverso memorie più o meno lontane, individuali o collettive, si arriva al lockdown e al racconto dell’oggi per affrontare il concetto di crisi come momento complesso ma anche prezioso che può cambiare il corso degli eventi: la crisi viene quindi presentata come un’occasione, un momento di leggerezza, un’opportunità improvvisa. In scena un enorme castello di carte sottolinea la fragilità di ogni equilibrio della nostra società, naturale o artificiale. SANI! intreccia prospettive individuali e collettive, in dialogo serrato con la musica e le canzoni, per dare vita in scena a uno spettacolo teatrale. "Sani è un’espressione – commenta Marco Paolini – usata per dare il saluto ai piedi delle Alpi, nella valle del Piave. Viene da Salus, riassume il senso del teatro per questo tempo, un teatro che mette insieme creando ponti. SANI! è un abbraccio, un augurio, un invito a provarci, un tonico contro la solitudine in forma di ballata popolare. Il punto esclamativo esprime la fiducia nella risposta al saluto degli spettatori. Guadagnarsi quella fiducia, trasmetterla è la sfida di questo teatro fra parentesi".... Read the full article
0 notes
Video
youtube
PODCAST for Italian Learners - Antonio Amurri - Come ammazzare la moglie
🎙🎧PODCAST for Italian Learners - Antonio Amurri - Come ammazzare la moglie🔪🩸
https://youtu.be/4Et2wT1B7qk
#italianpodcast #italianstories #italianlanguage 
Come ammazzare la moglie, e perché è un libro di Antonio Amurri del 1974.
Il libro è strutturato come un manuale: ognuno dei 30 capitoli è incentrato su un tipo di moglie degna di essere eliminata, ad esempio la moglie coccolosa, la moglie foderante o la moglie arredante. Ogni capitolo è diviso in due parti: la parte descrittiva in cui vengono narrate con tono sarcastico tutte le possibili situazioni di vita vissuta con una moglie di un certo tipo e le angherie cui costei sottopone il marito e la parte relativa all'eliminazione, che, seguendo una specie di contrappasso dantesco, propone una strategia di uxoricidio diversa per ciascun tipo di moglie. Ciascun capitolo ha un titolo in italiano e un sottotitolo fra parentesi in latino, volendo l'autore imitare la classificazione scientifica degli esseri viventi: così, ad esempio, il capitolo La moglie gassofoba ha come sottotitolo (Uxor nocturna sempermolesta). Il trentunesimo capitolo è intitolato La moglie-moglie (Uxor uxor) ed è una specie di summa delle caratteristiche della moglie tipica. Apre il libro un trittico di prefazioni che si immagina firmate da celebri uxoricidi (Enrico VIII, Monsieur Verdoux, Landru e Barbablù) e una Precisazione e un'Introduzione dell'autore. In quest'ultima l'autore espone la necessità per i mariti di eliminare la consorte. Alla fine del libro ci sono tavole sinottiche sui trentuno tipi di moglie esaminati, compresa la moglie-moglie. Le tavole sono divise in colonne: Tipo di moglie, Come può salvarsi, Tempo concessole per ravvedersi (o pregare), Modo di soppressione, Scusa in caso di soppressione non riuscita (le voci Come può salvarsi, Tempo concessole per ravvedersi (o pregare) e Scusa in caso di soppressione non riuscita non sono tratte dai capitoli).Noi leggiamo un brevissimo estratto di questo divertentissimo libro: Non-dramma casalingoAcquista il libro: https://amzn.to/3DLALJy
0 notes