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#steinkis
lagiorgiet · 2 years
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I can draw again! My arm still hurts but I'm trying not to lose my drawing skills. Here is a little Patti, I still have to figure out how to draw her realistically but with "my style"...⁠ ⁠ #pattismith #characterdesign #drawing #bandedessinée #comics #ny #sixties #giorgiamarras⁠⁠ #steinkis #julianvoloj #newcomics (at Angoulême, France) https://www.instagram.com/p/CeiuYg9rsIi/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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timriva-blog · 11 months
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« Le Juif Arabe » : Asaf Hanuka signe un roman graphique familial et introspectif
Cherchant à résoudre une énigme familiale, le dessinateur israélien croise à merveille plusieurs récits. Écrit par Vincent Brunner Né en Israël de parents juif·ves irakien·nes, Asaf Hanuka regarde le monde avec pas mal d’humour noir, ce qui était évident à la lecture des pages autobiographiques de K.O. à Tel Aviv (Steinkis, 2012-2016). Ça l’est moins avec Le Juif arabe, où il se montre plus…
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beyondthespheres · 1 year
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Báthory, la comtesse maudite – Par Anne-Perrine Couët – Steinkis
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Retour sur l'intervention de Romain Dutter
Romain Dutter, scénariste de bande dessinée, a témoigné de son travail auprès des étudiants de BTSA Gemeau 1ère année, dans le cadre des cours d'éducation socio-culturelle. Il est le co-auteur de "Symphonie carcérale " et "Good bye Ceaucescu", publiés chez Steinkis. Ses bandes dessinées évoquent son métier de coordinateur culturel en milieu carcéral mais aussi sa passion pour les voyages et les rencontres. Il a ensuite animé un atelier bande dessinée sur le thème du voyage, en relation avec le thème "Consommer autrement". Ses livres, dédicacés, sont à découvrir au CDI !
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weeklysisistories · 7 years
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Franz, oh Franz.
Buonasera a tutti!
C’è un modo più appropriato di trascorrere una piovosa domenica pomeriggio qui in mezzo alla campagna francese, se non andando a scovare pettegolezzi e storie interessanti del 1800? 
Ovviamente no, per cui, eccomi qui! ;)
Vi avevo lasciato nello scorso post un po’ con il fiato sospeso. Franz Joseph si era dunque innamorato a prima vista di Elisabeth. Vi ho raccontato di Sisi e della sua famiglia, ma non vi ho mai raccontato chi fosse Franz, e perché era uno dei giovani rampolli più desiderati della sua epoca. 
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Ecco Franz Joseph in un ritratto realizzato da Miklós Barabás nel 1853, lo stesso anno in cui si fidanzò con Elisabeth. Oggi potete trovare questo quadro nel Museo Nazionale Ungherese di Budapest. 
Incominciamo per benino. 
Franz Joseph I d’Austria nacque il 18 agosto 1830, ed era il figlio maggiore dell’arciduchessa Sophie di Wittelsbach e dell’arciduca Franz Karl d’Asburgo Lorena. 
Un ruolo fondamentale nella sua educazione e nella sua formazione lo giocò proprio sua madre, Sophie, una donna ambiziosa ed energica, dotata di una spiccata sensibilità politica, che riuscì non senza fatica a concentrare il potere nelle sue mani prima e in quelle del figlio poi. Mise da parte il cancelliere Metternich che di fatto in quegli anni “regnava” al posto dell’Imperatore Ferdinand I, uomo dalla salute cagionevole e con gravi problemi di salute mentale (era rachitico, idrocefalo e soffriva di epilessia). L’energica Sophie costrinse dunque Ferdinand I ad abdicare e rinunciò lei stessa a diventare Imperatrice al fianco del marito per lasciare il trono a suo figlio maggiore Franz. 
Questa piccola premessa politica ci fa capire quanta fiducia riponeva in questo ragazzo. Franz Joseph ricevette un’educazione rigida e severa fin dalla più tenera età, venne affidato a dei generali e addestrato come un cadetto destinato a diventare un ufficiale. L’importanza di farne un eccellente militare era cruciale, dato che la politica di quegli anni era fortemente incentrata sulla forza dell’esercito. Un bambino cresciuto per diventare imperatore, al quale non fu concesso di vivere serenamente negli anni della sua infanzia. Di natura obbediente e diligente, Franz si lasciò guidare in tutto e per tutto dalla madre che adorava e nella quale riconosceva l’unica e assoluta fonte di autorità. 
Franz Joseph parlava correntemente cinque lingue (oltre al tedesco, il francese, l’italiano, l’ungherese e il cèco), aveva ricevuto un’eccellente educazione, ma aveva una scarsa propensione alle arti, era rigido e piuttosto serio. 
Salì al trono all’età di 18 anni, nel 1848. I primi tempi non furono facili: dovette affrontare i moti rivoluzionari magiari e un attentato alla sua persona. Ma nonostante questo, nel 1853 l’Austria era il più grande e potente stato europeo e lui ne era l’imperatore. Franz in quegli anni era diventato un giovane affascinante, biondo, dal fisico atletico, elegantissimo nelle sue uniformi attillate che non mancava di sfoggiare a ogni occasione. Era il sogno di tutte le contessine viennesi e non solo, anche perché oltre a essere molto bello era ricco, potente ed era (dote non trascurabile) un’eccezionale ballerino. 
Come ogni lato della sua esistenza, Sophie iniziò presto a dedicarsi anche alla situazione sentimentale del suo “Franzi”. La politica da seguire, soprattutto dopo i moti del 1848, era filotedesca, dunque la futura sposa doveva essere cercata tra le casate germaniche, soprattutto per rafforzare la posizione dell’Austria come paese-guida a scapito della sempre più potente Prussia. 
Con questi presupposti, Sophie inviò a Berlino Franz, che si innamorò della bella nipote del re di Prussia, Anna. 
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La principessa Anna di Prussia ritratta da Franz Xaver Winterhalter. Anche qui, ci sarebbe da chiedersi come sarebbe stata la vita di Franz se si fosse sposato con lei anziché con Elisabeth!
Ma la principessa era già fidanzata. Sophie scrisse alla sorella (che era la madre di Anna - sono tutti parenti, è un gran pasticcio genealogico, lo so ;p): «c'è qualche speranza che questo triste matrimonio, che stanno imponendo all'affascinante Anna e che non le lascia alcuna prospettiva di felicità, possa venir impedito?», ma purtroppo i suoi sforzi furono vani. Nulla si poté contro il volere degli uomini politici prussiani, per i quali questo matrimonio avrebbe potuto significare un atto di debolezza. 
Franz Joseph tornò dunque a Vienna con le pive nel sacco. 
L’arciduchessa Sophie presentò dunque a suo figlio un’altra candidata, una principessa sassone che però non piacque all’Imperatore, poiché malaticcia e non particolarmente avvenente. 
Fu allora che Sophie decise di proporre l’ultima principessa tedesca, cattolica, in età da marito ma soprattutto disponibile sul “mercato”. Era Nené, la sorella di Sisi. 
E qui ci riagganciamo allo scorso post: Ma sappiamo bene come è andata a finire! ;)
Alla prossima settimana, vado a magiare che si è fatta una certa! :) 
Come sempre, potete seguire il work in progress del mio fumetto qui. E anche sui vari socials, ovviamente. In alto e a lato trovate tutti i link. A presto!
Bibliografia per questo post:
Hamann Brigitte, “Sissi, una donna eccezionale, un’imperatrice indimenticabile”, Tea, Milano, 2011.
Millo Alessandra e Monaco Lino, “Sissi, imperatrice ribelle”, Giunti, Milano, 2007.
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taurasdubouquin · 5 years
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Des BD et des romanciers
Quand la littérature inspire la BD et que la BD revisite la littérature, on ne peut qu’être agréablement surpris. Et ce mois-ci nous sommes comblés. Deux albums viennent nous rappeler que les auteurs de BD savent parfaitement reconnaitre l’apport des grands écrivains. La réciproque est beaucoup plus rare, bien que certains romanciers se prêtent bien plus facilement depuis quelques années à l’exercice du scénario. Donc, ne désespérons pas.
Valentina Grande est professeure de lettres à Bologne, et est devenue une spécialiste de J. D. Salinger ; une gageure quand on sait que Salinger fut l’un des plus secrets écrivains américains. Avait-il quelques secrets à cacher ? Il n’y a rien de tel pour éveiller la curiosité, surtout de ses admirateurs. Ce qui est le cas de Valentina Grande. C’est ainsi qu’elle a découvert l’existence de la première épouse de Salinger, Sylvia Welter, qu’il rencontra en Allemagne dans l’immédiate après-guerre, alors qu’il souffre d’un stress post-traumatique.
L’ouvrage « Salinger, Avant l’Attrape-cœur » (Éditions Steinkis) relate cet épisode de sa vie. Un magnifique portrait du romancier mais aussi de cette toute aussi secrète épouse. Qui était-elle ? Française ou allemande. Nazie ? Antisémite ? Travaillait-elle pour la Gestapo ? Nous ne le saurons jamais Mais toutes ces questions influent directement sur les relations entre Salinger et elle. Et leur magnifique histoire d’amour en souffrira à tel point que Salinger effacera de sa vie, mais probablement pas de ses souvenirs, cette jeune femme énigmatique.
L’album nous saisit par la justesse de ses personnages, leur profondeur tout en nuance, et surtout cette ambiance incroyablement fidèle à l’esprit des écrits de Salinger. Le dessin de Eva Rossetti n’y est pas étranger, tout en tons sépia, et dans la grande douceur de son trait. Le montage des vignettes participe également à l’emprise qui saisit le lecteur. Chaque détail, parfois infime, acquièrt de l’importance suggestive et demande à la lecture une attention particulière qui n’est pas pour déplaire bien au contraire. Salinger y prend de l’importance, interroge, éveille la curiosité. Cela tombe bien, l’histoire se poursuit par un large et riche dossier sur cet auteur fascinant.
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Si Salinger ne relate qu’une partie de la vie de l’auteur, ce n’est pas le cas de l’album « Cortazar » qui s’attache à une biographie complète de  l’auteur franco-argentin. Mais là ne vous attendez pas à des révélations. Il s’agit avant tout d’un hommage. Et quel hommage ! Le plus époustouflant album graphique de l'année. Une BD, une bio, un livre d'art où tout se percute, dessins, références, biblio, témoignages, photographies... et surtout cette incroyable inspiration enrichie d'une connaissance et d'une pratique de nombreux styles judicieusement utilisés (flat design, jeux de textures, clins d'œil astucieusement minimalistes, rétros et ludiques, imperfections d’impressions...) pour surprendre le lecteur à chaque page, où le texte alimente le dessin et le dessin influe le texte. Et le pire, c'est qu'il réussit à vous pousser à lire ou relire Julio Cortazar. Un chef d'œuvre. Merci les auteurs, à savoir Marc Torices et Jesús Marchamalo. Et merci à l’éditeur, Presque Lune, pour ce pari insensé et magnifique !
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ewen-blain · 3 years
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Nouvel extrait de Naoto, le gardien de Fukushima, à paraître aux éditions Steinkis, sur un scénario de @fabien.grolleau ! #fukushima #福島 https://www.instagram.com/p/CHz1U9vhI6p/?igshid=m46i90v3m834
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Tropiques toxiques le scandale du chlorcédone, Oublié/Lebrun/Gobbi/Avraam, Les Escales/Steinkis, 22,00€
" Dans quelques centaines années, en ce même lieu, un autre voyageur, aussi désespéré que moi, pleurera la disparition de ce que j'aurais pu voir et qui m'a échappé. Victime d'une double infirmité, tout ce que j'aperçois me blesse, et je me reproche sans relâche de ne pas regarder assez. " Tristes tropiques, Claude Lévi-Strauss La banane. L'un des principaux fleurons de l'économie des Antilles françaises, la Guadeloupe et la Martinique. Afin d'en assurer le rendement, un pesticide au nom particulier - le chlordécone - y a été utilisé très largement entre 1972 et 1993. Aujourd'hui, le cancer de la prostate s'y développe de façon exponentielle. Les terres sont contaminées pour des centaines d'années. Et la molécule est présente dans les corps des 800 000 personnes qui y vivent. Scandale environnemental ? Sanitaire ? Ou d'Etat ? Les débats sur cette molécule passionnent et opposent régulièrement par voie de presse : politiques, producteurs de bananes, chercheurs, avocats et acteurs de la société civile. Si la question de la responsabilité doit encore être tranchée devant les tribunaux, les Antillais doivent eux résoudre une question tout aussi essentielle : comment vivre dans un environnement à jamais pollué ?
(1 Exemplaire)
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kazimortem · 4 years
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STINKY. you are.. stinky... steinki shittykura
I'm hiring a deepweb Hitman to kill you
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podcastlebulleur · 5 years
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Le bulleur présente Une année sans Cthulu
Lancement du podcast
Un album coup de cœur présenté en détail, l’actualité du 9e art, les sorties à ne pas manquer, Le bulleur est votre podcast qui fait le tour de l’actualité de la bande dessinée. En quelques minutes chaque semaine, je vous propose de nous accompagner dans l’univers de la BD et dans ce treizième épisode, on fait un saut en arrière pour se projeter dans les années 80 en compagnie d’un groupe d’adolescents dans la bande dessinée une année sans Chtulu.
Présentation de l’album Une année sans Cthulu
Cette semaine, nous allons revenir sur un album qui est sorti au début du mois d’octobre, plus précisément le 4 octobre dernier. Nous devons cet album au tandem Thierry Smolderen au scénario et Alexandre Clérisse au dessin et les amateurs de 9e art connaissent déjà certainement ce duo puisqu’il s’est signalé par le passé avec des bandes dessinées de qualité et originales. Ces deux personnalités se connaissent depuis un bon moment puisque Smolderen a même était l’enseignant de Clérisse à Angoulême par le passé et qu’ils ont déjà signé deux albums ensemble. Chaque album est le reflet d’une décennie et le premier, L’empire de l’atome, plonge le lecteur dans les années 50 alors que l’excellent L’été diabolik se déroule dans les années 60. Les deux auteurs ont fait l’impasse sur les années 70 pour nous livrer un troisième ouvrage qui se passe lui, dans les années 80. Une année sans Cthulu est une bande dessinée en couleur, un one shot, éditée chez Dargaud, dans un format moyen, qui fait 166 pages. À la fin de l’album, sur 6 pages, les deux auteurs expliquent leur travail qui leur a permis d’aboutir à cette histoire. Terminons avec la couverture très pop où l’on voit deux des membres du groupe de jeunes sur une motocyclette poursuivis par un tentacule rose qui sort du sol. Cette couverture haute en couleur est à la mesure du dessin d’Alexandre Clerisse dans cette bande dessinée.
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Résumé de la bande dessinée Une année sans Cthulu
Pour vous résumer un peu l’histoire, Une année sans Cthulu nous plonge dans les années 80 dans un petit village du sud-ouest de la France ou une bande de lycéens s’adonne très régulièrement à un jeu de rôle en vogue, l’appel de Cthulu. Mettant en scène le monstre imaginé par Lovecraft dans les années 20, ils ne se doutent pas que leur dernière partie risque d’avoir des conséquences dans le monde réel. En effet, il semble que la bête imaginée par Lovecraft, qui réside sous terre et qui pousse les humains à s’entretuer, pourrait être à l’origine du massacre d’une famille complète, d’un accident de voiture ou encore de l’effondrement d’un toit. Cette série de phénomènes violents n’est pas non plus sans lien avec l’arrivée d’une mystérieuse jeune fille au sein du groupe, Mélusine, qui arrive tout droit du Liban avec dans son sac un tas d’histoires extraordinaires. Le groupe va alors délaisser son quotidien ordinaire pour essayer d’élucider les phénomènes récents arrivés dans ce petit village du Lot. Teintée de fantastique et non dénuée d’humour, l’histoire nous entraine sur de nombreuses pistes et à dire vrai, on ne voit pas défiler les pages qui nous entrainent jusqu’à la résolution du mystère. Sur l’intrigue centrale vient se greffer de petites histoires qui rend le tout foisonnant et passionnant à lire, voir même à relire.
Ma critique de l’album Une année sans Cthulu
Comme vous l’avez certainement compris, du scénario jusqu’au dessin, nous avons ici un album qui joue avec de nombreuses références aux années 80. Pour réaliser son dessin, Alexandre Clerisse dit s’être inspiré des couleurs de ces années-là pour faire évoluer ses personnages dans un monde chromatique très pop et coloré. Son style, qu’il rapproche un peu du manga, est tout de suite reconnaissable et il sert à merveille l’histoire que lui a taillée sur mesure Thierry Smolderen. Cette plongée dans les années 80 nous ramène au temps des motocyclettes, du walkman à cassettes, des bornes d’arcade et des jeux de rôles que l’on faisait entre amis. Les personnages, facilement identifiables grâce au dessin de Clerisse, ont chacun leurs personnalités, certains sont mystérieux quand d’autres font figure de jeunes voyous du village et tout ce petit groupe se lance dans la résolution du mystère qui secoue ce coin retiré de la France profonde. Le tout donne un album convaincant et agréable à parcourir que l’on prend plaisir à rouvrir pour se replonger à l’envi dans l’ambiance des années 80. Cette troisième production du duo Clérisse / Smolderen est tout aussi réussie que les deux précédentes et c’est avec une certaine impatience que l’on attendra le prochain, reste à savoir quelle décennie il mettra à l’honneur.
L’actualité de la semaine
Comme chaque semaine, terminons ce podcast en allant faire un petit crochet du côté de l’actualité de la bande dessinée. Profitons-en aussi pour découvrir les principales sorties de cette semaine qui sont encore nombreuses.
— Commençons par la sortie jeudi de la semaine dernière du dernier Asterix intitulé La fille de Vercingetorix. Quasiment 60 ans après la création du héros gaulois par Uderzo et Goscinny, Jean-Yves Ferri au scénario et Didier Conrad au dessin livre un 38e album qui met en scène la fille de Vercingetorix, jeune adolescente au look gothique, sur laquelle doivent veiller Asterix et Obelix pour qu’elle ne tombe pas entre les mains des romains. Cette nouvelle aventure sera prétexte à de nombreux gags et nul doute qu’elle remportera encore un grand succès comme pour les aventures précédentes. Comme toujours, cette bande dessinée est éditée chez Albert René, la maison d’édition des valeureux Gaulois.
— Restons dans l’univers des séries à succès avec la sortie du 9e tome du chat du rabbin, la série phare imaginée par Joann Sfar. Ce nouvel album revient sur l’adoption du chat par le rabbin et sur ce qui a tout de suite lié le chat à Zlabya, l’héroïne du récit. Devenue adolescente, sa soif de liberté et d’indépendance va devenir un problème pour son père et c’est avec philosophie et malice que le chat observe l’évolution de la relation entre le père et sa fille. Un nouvel album édité comme depuis le début chez Dargaud dans la collection Poisson pilote.
— Prisonniers du passage, édité chez Steinkis, aborde la question des demandeurs d’asile à travers le récit de 3 personnages, Kadiajou, Younès et Laurent. L’album nous fait découvrir la réalité de ces demandeurs d’asile bloqués dans les aéroports en attendant que leur situation ne se décante, souvent au bout d’une vingtaine de jours. Chowra Makaremi signe un album passionnant qui sensibilise sur cette réalité abordée dans ce one shot de qualité en noir et blanc.
— Terminons ce journal des sorties avec La ballade du soldat Oddawa paru hier chez Casterman. En pleine guerre 14/18, un commando américain vient en aide de l’armée française sur les zones de combats où elle perd du terrain. Formé de guerriers amérindiens valeureux, ce commando possède dans ses rangs le fameux Oddawa, dont les faits d’armes vont rapidement semer le trouble chez ses adversaires. Bande dessinée qui nous plonge durant la guerre, mais racontée comme un western, on la doit à Cédric Apikian au scénario et Christian Rossi au dessin.
Voilà, nous en avons terminé avec ce treizième épisode du bulleur. Nous vous rappelons que vous pouvez nous faire part de vos remarques et de vos commentaires sur les réseaux sociaux puisque nous sommes disponibles sur Instagram sur l’adresse lebulleur.podcast et sur Twitter @Lebulleur1. Si vous avez aimé cet épisode, n’hésitez pas non plus à le partager autour de vous. Il me reste à vous souhaiter de bons moments de lecture et je vous dis à la semaine prochaine pour un quatorzième épisode de votre podcast sur l’actualité de la bande dessinée.
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lagiorgiet · 3 years
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Hello hello, ⁠⁠ ⁠⁠ I would like to grab the opportunity of this beautiful sunny day which I welcome as a good omen to announce that... I am finally starting to work on a new comic book! ✨⁠⁠ ⁠⁠ Together with scriptwriter @julianvoloj we will take you to the magical New York between the 60s and 70s. ⁠⁠ ⁠⁠ It's the story of two young, brave and talented artists, who I love so much: Patti Smith and Robert Mapplethorpe. I think everyone of you already know them, maybe because you love Patti's music or Robert's photography. Maybe because of Just Kids. ⁠⁠ ⁠⁠ Personally, I met the words of Patti several years ago, and they went straight to my heart: they helped me in troubled, young times... And since then, I would have loved to make something about her and of course, Robert. When the chance came, I couldn't help but accept.⁠⁠ ⁠⁠ "Patti and Robert - A New York Love Story" will be out in 2023, but I hope you'll enjoy to see and follow the work in progress! I'm a little intimidated, I have to admit it, but I'll do my best. Wish me (and us) luck! 🧡⁠⁠ ⁠⁠ Infinite gratitude to @maud_bachotet and @salvador_celina by @steinkiseditions for the trust you have placed in me and Julian for this project! 🌸⁠⁠ ⁠⁠ #pattismith #robertmapplethorpe #characterdesign #ink #schoellerpaper #drawing #bandedessinée #photography #comics #ny #sixties #giorgiamarras⁠⁠ #steinkis #julianvoloj #newcomics⁠⁠ ⁠⁠ https://www.instagram.com/p/CPllYxfhV8C/?utm_medium=tumblr
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lebibliocosme · 7 years
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Anna Politkovskaia - Journaliste dissidente
Anna Politkovskaia – Journaliste dissidente
Titre : Anna Politkovskaia – Journaliste dissidente Auteur : Francesco Matteuzzi et Elisabetta Benfatto traduction De Marie Giudicelli Éditeur : Editions Steinkis Date de publication : 2016 (août) Synopsis : Dénonçant la corruption et les violations des libertés publiques, Anna Politkovskaïa s’attire les foudres du régime. Ses révélations sur le conflit en Tchétchénie lui seront fatales. Le 7…
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Intervention de Romain Dutter, scénariste de bande dessinée
Romain Dutter rencontrera au lycée les étudiants de BTSA Gestion et Maîtrise de l'Eau 1ère année le 8 novembre autour d'un atelier.
Romain Dutter est un auteur / scénariste de romans graphiques publié aux éditions Steinkis.
Après des études en médiation culturelle et coopération internationale, il a travaillé au sein d’ONG, puis comme coordinateur culturel au sein du centre pénitentiaire de Fresnes pendant dix ans (en œuvrant à faciliter l’accès à la culture aux personnes détenues). Avant de se lancer finalement dans la bande dessinée en 2018.
Après "Symphonie Carcérale, petites et grandes histoires des concerts en prison" (2018), il a publié en 2021, toujours avec son compère dessinateur Bouqé, son deuxième roman graphique, "Goodbye Ceausescu", un road-trip documentaire dans la Roumanie post-communiste (de nouveau chez Steinkis).
Il vient également de terminer l’adaptation BD du Jour d’avant, l’avant-dernier roman de Sorj Chaldandon (sur la catastrophe minière de Liévin en 1974). Cette nouvelle BD, réalisée en collaboration avec le dessinateur Simon Géliot, sortira chez Steinkis debut 2024.
Il travaille actuellement à l’écriture de son quatrième projet de BD documentaire qui portera sur l’Amérique latine et la relation “passionelle” qui le lie à ce continent depuis vingt ans.
Parallèlement à l’écriture de scénarios pour la BD, Romain mène des interventions et ateliers BD auprès de différents publics (enfants, adultes, lycéens, publics empêchés, etc.).
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lecturesdefemmes · 6 years
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JOUR 271 - Tu pourrais me remercier, Maria Stoian
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Aucune agression n’est anodine. Chaque témoignage de ce recueil le fait ressentir. Des femmes et des hommes racontent les violences et violences sexuelles dont ils ont été victimes. Lors de rencontres fortuites, au sein de relations de confiance, dans leur couple ; femmes et hommes, hétérosexuel.les ou homosexuel.les, font leur récit.
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Ils sont rendus poignants parce qu’on a l’impression d’entendre des voix dans un contexte de discussion intime ; où à la fois la parole se libère, et à la fois, préfère parfois l’allusif au descriptif. L’ellipse règne - « La suite, vous la devinez » - tant dans les mots que le dessin. Celui-ci s’insère dans un graphisme et une esthétique différente pour chaque témoignage ; lui apportant une palette colorée et des ressorts narratifs propres. Chaque chapitre véhicule ainsi une atmosphère propre ; rend l’histoire unique tout en créant un malaise partageable.  
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Les témoignes du recueil ont été recueillis de manière anonyme, la plupart en ligne et certains sous forme d’entretiens. L’autrice constate :
« Au cours de ce partage d’expériences en continu, de nouvelles personnes réagissaient invariablement à la discussion pour confier : « Ça m’est arrivé aussi. » Il est à la fois inquiétant que ces anecdotes soient si communes et encourageant que l’on puisse, grâce au partage, aider les survivants à gérer leur expérience et créer une société qui ne tolère pas la violence sexuelle. »
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Une lecture importante par le respect qu’elle apporte à la parole de celleux qui, en plus de vivre une expérience traumatisante, vivent dans une société qui est parfois incapable de les entendre.
Sur les mêmes thématiques, à lire aussi, la bande-dessinée Silencieuses.
Tu pourrais me remercier, Maria Stoian. Traduit de l’anglais par Claire Martinet. Editions Steinkis, 2015 ; 2017 pour la traduction française. 
Maria Stoian est une illustratrice et designer graphique roumano-canadienne. Née en Roumanie, elle a grandi au Canada et vit actuellement à Édimbourg en Écosse. Diplômée d'Alberta College of Art and Design à Calgary, Canada, elle est titulaire d'un M.A. en illustration d'Edinburgh College of Art. Elle est autrice d'un premier album, "Tu pourrais me remercier" (Take it as a Compliment, 2015).
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weeklysisistories · 7 years
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L’incontro.
Buongiorno a tutti!
È con un giorno di ritardo che scrivo il post della (oramai) scorsa settimana. Il viaggio di ritorno ad Angoulême alla Maison des Auteurs (una residenza per fumettisti dove lavoro da poco più di due anni) e la maledettalombalgia© che mi attanaglia senza darmi tregua mi hanno messo un po’ KO. Ma non temete! Questa settimana ci saranno ben due succulenti post. Pronti?
La scorsa volta vi ho raccontato qualche particolare della vita di Sisi da bambina, del suo primissimo amore e della sua Possenhofen. Ora vorrei parlare invece di un giorno importante, il 16 agosto 1853, giorno in cui i destini della piccola Elisabeth e quello dell’imperatore Franz Joseph si incrociarono per sempre.
Come nel primo film della trilogia di Marischka, la madre di Sisi e l’arciduchessa Sophie organizzarono un incontro tra i due futuri sposi a Ischl, in occasione del genetliaco dell’Imperatore. E come nel film, era Helene la prescelta per questo matrimonio perfetto. Perché allora Ludovika portò con sé Sisi a questo incontro?
Perché Elisabeth in quel momento era in preda alla malinconia e alla tristezza, passava giornate intere a piangere a causa della morte del suo Richard e la madre Ludovika pensò che farle cambiare aria per un pochino non avrebbe potuto farle che bene. Inoltre, per quanto fosse ancora piccolina (aveva pur sempre quindici anni) bisognava iniziare a cercare un buon partito e suo cugino Karl Ludwig (fratello di Franz) era da anni innamorato di lei. Si scrivevano lettere ed erano arrivati a scambiarsi addirittura anellini.
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Chi sarebbe diventata Sisi se si fosse sposata con Karl Ludwig (che vedete qui sopra), anziché con Franz? Sliding doors, ragazzi, sliding doors come se non ci fosse un domani!
Inoltre non ci si poteva permettere di essere molto schizzinosi, perché Elisabeth in primavera era già stata mandata a Dresda, con l’obiettivo di un possibile fidanzamento con il principe Giorgio di Sassonia, che però non andò in porto. La stessa madre di Sisi scrisse sconsolata (e tagliente aggiungerei) : “È carina perché è ancora molto fresca, ma in realtà non possiede alcuna attrattiva”.
Insomma, due piccioni con una fava, per Ludovika e Sophie, tutto sembrava andare a gonfie vele, questa volta. Ma non avevano ancora fatto i conti con la realtà e con certi disguidi che forse contribuirono a far capovolgere la situazione.
Ludovika e le figlie arrivarono a Ischl nella giornata del 16 agosto 1853, ma erano in ritardo perché avevano dovuto fermarsi a causa di un’emicrania che colpì la madre di Sisi. Questo scombin�� i piani di Sophie, che dovette riorganizzare di corsa la giornata. Inoltre la carrozza con i bagagli e le cameriere dovevano ancora arrivare e sia Ludovika che le figlie erano vestite a lutto per la morte di una zia. Insomma, dovevano presiedere a un’incontro decisivo per le loro famiglie e dovevano farlo vestite di nero, impolverate e stanche per il viaggio!
Sophie si industriò per dare almeno a Helene una cameriera che potesse aggiustarle un po’ i capelli, mentre Sisi fu lasciata a sé stessa. Si pettinò da sola e si acconciò i capelli in due trecce laterali.
Fatto questo, si diressero nella stanza dove l’arciduchessa Sophie, i fratelli più giovani dell’imperatore, Franz e la regina Elisa di Prussia le stavano aspettando.
Cosa scombinò i piani dell’arciduchessa e di Ludovika? Bisogna dire che Helene sapeva molto bene a cosa stava andando incontro. Era stata cresciuta con lo scopo di diventare la moglie se non di un’imperatore, di qualche nobile ben altolocato. Inoltre era di natura molto responsabile, riflessiva, ubbidiente. La pressione di quell’incontro e quell’abito nero e impolverato le conferivano un’aria al contempo tesa e severa, che non piacque a Franz. Sisi invece appariva molto spensierata e leggiadra, perché nulla sapeva dei progetti materni. Per quanto fosse timida con gli estranei, specie se appartenenti alle alte sfere, era ancora una bambina, e come tale si comportava, si curava poco dell’etichetta e aveva un’atteggiamento molto naturale.
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La duchessa Helene in Baviera, detta Néné. Era lei a essere considerata la vera bellezza di famiglia!
Ma vediamo come era Sisi invece intorno a quegli anni:
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Voilà! Se fossi stata in Franz anche io non avrei avuto dubbi, avrei scelto lei! ;)
Per il giovane imperatore, fu amore a prima vista. Tutti, compreso il fratello più giovane Karl Ludwig, si accorsero di quanto questa ragazzina avesse colpito Franz, e con gelosia osservò tutta la scena, perché ben sapeva che non poteva nulla contro i desideri dell’imperatore. E del resto...
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Ecco una vignetta tratta dal mio fumetto su Sisi in uscita nel 2018 per Steinkis éditions in Francia! Se siete curiosi seguite il mio work in progress sull’altro Tumblr, su Instagram o su Fb!
... “On ne dit pas non à l’empereur d’Autriche.” ( non si dice di no all’Imperatore d’Austria).
Per oggi è tutto, a prestissimo! :)
Bibliografia per questo post: 
Hamann Brigitte, “Sissi, una donna eccezionale, un’imperatrice indimenticabile”, Tea, Milano, 2011.
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thehappysorceress · 6 years
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Domino by Jan Steinky
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