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#piangere sangue
bottegapowerpoint · 29 days
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Karl Wiener, Krieg
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blanksoullesseyes · 1 year
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Bleeding Eyes
ft AI art
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uncuorechenonbatte · 1 year
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perché la sensibilità e l'empatia a volte sono doni ingrati
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illsadboy · 7 months
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Ore 04:20
Ennesima notte insonne, è la 3ª di fila. Mi è capitato tante volte di perdere la ragione e che mi partisse un raptus di violenza ma sta notte stavo per commettere qualcosa di irrimediabile… non so cosa mi ha fermato ma l’odio e la rabbia dentro di me stanno crescendo sempre di più e la frustrazione non riesco più a gestirla. È un cancro che si diffonde come ruggine che piano piano deteriora il cervello.
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parole-parole-parole · 8 months
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Avere un corpo è una colpa che si espia con la morte.
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omarfor-orchestra · 1 year
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Allora my period was about to come so I was overwhelmed already but stamattina alle 5:15 mi sono immaginata un eventuale spinoff su Filippo che piacerebbe solo a me e ho pianto sola nel letto
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em420sblog · 1 year
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Ho visto l’ansia nei miei occhi uscire a mangiarmi viva. Ho visto il dolore sui miei polsi sanguinare e farmi svenire. Ho visto la mia malattia portarmi all’inferno peggiore. Ho visto i miei cari piangere per delle vite distrutte. Ho visto mio padre andare via per cose anche il risolvibili. Ho visto il male e ci convivo. Non sono essenziale per nessuno. Tutti possono fare a meno di me.potrei anche sparire nel nulla e nessuno ci farebbe caso.
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Un'altra notte insonne. Sono stanca ma è da giorni che non riesco a dormire. Pensare che prima dormivo come un ghiro per ore e ore. Ora invece mi ritrovo a fissare il soffitto, perdendomi nei miei pensieri.
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lalupabianca · 2 years
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La rabbia che si accumula
Le lacrime trattenute
Il dolore che urla in silenzio
I brividi che scendono lungo la schiena
Le mani che tremano
La testa che scoppia
Tutto è lì pronto sul tavolo,
la paura che piange
ma il cuore che già sanguina
E tutto che cola in un fiume roseo
Tutto prende uno strano colore e l'odore ferroso invade la stanza
-LaLupaBianca(18/10/2022)
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allaegoriest · 8 months
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quindi alla prossima seduta di psicoterapia parlerò della morte di gianni vattimo..
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mccek · 9 days
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Tutto è cambiato da quel 2010,
anni passati buttata in un letto, 
salvata per miracolo, le ore sotto i ferri sono state dieci, 
per me sono state eterne, mi sentivo inerme, 
“la paziente ha perso troppo sangue, la situazione é complicata, 
non ho mai creduto a Dio, sempre pregato gli angeli che mandano segnali dal cielo, 
questa vita ti ha maneggiata bruscamente, mai stata delicata,  
ti ha tolto l’uso dei tuoi arti, 
non sapendo che il tuo punto di forza é insito nel tuo carattere, 
quanta forza di volontà, non ti fai mai abbattere, 
ma dimmi un giorno come farò a dimenticarti? 
Conservo con me quel delfino trovato in una giornata triste dentro un cassetto, 
tuo figlio é sempre quello di un tempo, 
un concentrato di ansie e incertezze, 
che scrive i suoi mostri sopra un foglietto,
dicevi “non piangere”, guarda dentro la tasca,
di anni ne avevo 6, a scuola piangevo ogni santo giorno, 
tant’era la paura della solitudine, che chiedevo alle maestre sé fossi rimasto solo, insicuro delle mie stesse insicurezze,
speravo nessuno vedesse, stringevo il delfino, 
chiudevo gli occhi, allontanando quelle paranoie  trasportate dalla burrasca,  
di idee negative succubi di voci “cattive”, 
ti chiedevo “Mamma? 
Perché quando gli altri piangono io stringo loro la mano e sorrido?
Se quando piango loro mi fissano, ridendo a squarciagola come in un grido?”
“Ognuno é fatto a modo suo, 
non tutti hanno un cuore compatibile col tuo”.
“Non ha importanza se nessuno ti ha compreso, 
non ti sei “abbassato”, non hai cercato compassione, per essere accettato”,
Tu come me davi retta a tutti, poi quando c’era bisogno, “ognuno c’ha i sui impegni”, (già!),
strano come poi piangano lacrime di coccodrillo mentre sei disteso su una bara.
Stesso sangue, avvelenato dalla vita, dal pregiudizio inutile di chi fingeva di esserci vicino,
umani come medicine, un giorno ti elevano al settimo cielo, i restanti ti rigettano l’inferno, 
finisci in para, dicono “passerà”, nessuno ci tiene, impara.
Ti sento piangere le notti, 
con due tumori che si fanno spazio nel tuo corpo, silenziosamente, 
mi dici che non molli, anche sei distrutta, “non voglio spegnere quel tuo sorriso”, 
io non ne conosco di altri motti, 
mi guardi, mi stringi, col corpo che trema, la mia anima lo sente, 
io invidio il tuo essere, fragile e tenace, 
tu non vivi, sopravvivi, lotti,
come quando ballavi il tango, 
cambiavi l’atmosfera, 
la tua? La classe di chi soffre senza farlo notare, 
a ogni tuo passo il mio cuore accelera, 
professionisti che dicevano “incantevole, come
una bambina si diverte in mezzo al fango”.
In una vita di spine, senza una rosa,
sei un’artista nel dipingere le mie giornate, 
metti ordine fra miei pensieri come in un quadro a ogni dettaglio i suoi colori, 
siamo io e te e papà, stretti dentro un incubo, sappiamo che ogni giornata potrebbe essere preziosa, 
ho sempre dato tutto per scontato, bastava dirti grazie, rispettare le tue urla, i tuoi dolori.
Quante volte mi hai detto ti vorrei aiutare? 
Ma testardo davo retta solo a me stesso,
capendo che una donna é l’unica soluzione, 
se ti sa guardare dentro, é più erotico del sesso,
ti scrivo le mie lacrime del cuore, 
quelle che nessuno vede, 
mentre dentro sé stessi ogni equilibro cede.
Ti ho detto troppe volte, “se ti spegnessi metterei fine ai miei giorni”, 
tu solo una cosa mi hai risposto “fammi rivivere in quei giorni”.
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blanksoullesseyes · 1 year
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Pink - Eyes
(thanks, Wonder)
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bucodiverme · 24 days
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Se siete tranquilli nel vostro animo vi ricordo l'esistenza di questa lettera che Pavese scrisse nel 1932 ad Elena Scagliola perché non posso essere l'unica a tormentarsi da circa tutto il pomeriggio.
Sono stato male tutto il giorno a non vederti sulla strada di Crevacuore E., com’è brutta Torino. E il più triste di tutto questo è che ci dimenticheremo, senza esserci quasi nemmeno conosciuti. Non so quel che tu veda in me, ma io indovino in te un miracolo di femminilità e di tenerezza, che, come si è formato avanti agli occhi a poco a poco in tutta l’estate, così ora colla medesima lentezza andrà svanendomi nelle nostre lettere. E., ho paura che i nostri ultimi giorni di - li dimenticheremo mai? - siano stati come una crisi, un punto massimo, oltre il quale non andremo.
Questo per ora è un pensiero che mi dispera, ma il giorno in cui mi lascerà indifferente ci pensi, E.? Non è la disperazione, la sofferenza, che ci deve far paura - questo è nulla, è anzi ciò che ci può rendere più meraviglioso un altro incontro - ma il momento che non soffriremo più, che non ce ne importerà più, questo è il terribile.
E pensare che probabilmente noi tra poco dovremo perderci, senza quasi esserci conosciuti, senza sapere di noi più che uno sguardo, un bacio alle dita, qualche carezza.
Che cosa pensi tu, E.? Perché tremi quando sono con te? Cosa c’è dentro ai tuoi occhi quando mi guardi sorridendo e poi ti fai seria, quasi ostile, e poi torni a sorridere? Queste cose le perderò senza averle mai conosciute.
Io d’amore non so piangere E. - piango a sentire un’ingiustizia, una crudeltà, un dolore di bambino - e non posso nemmeno consacrarti delle lacrime per tutto il dono immenso che hai fatto a me in questi giorni. Piangerò forse quando ripenserò - e sarà tardi - al tesoro di quell’amore sprecato così, per uno che non ne vale la pena: tant’è vero che lo lascia ora morire senza nemmeno commuoversi, senza tentare di far nulla per conservarselo, meritarselo.
Ma che altro potremmo fare? È inutile mentire: in amore conta il corpo e il sangue, conta la stretta, la vita, e noi dobbiamo star staccati, dobbiamo avere giudizio, ragionare; mentre la ragione non conta dinanzi alla vita.
Tu sprechi il tuo amore, E. Io non so di volerti bene se non ti sono stretto vicino, e questo temo voglia dire che non ti voglio quel bene che tu desideri.
Ma di una cosa sarò gioioso, se non temessi che tutto fosse per finire con quello: i nostri pomeriggi a - a guardarci negli occhi e carezzarci. Quelli non li dimenticherò mai. Fa’, E., che tutto non finisca qui: dammi una probabilità di amarti meglio, di esserti più fedele nei miei pensieri, più degno di te!
Se mi scriverai, devi giurarmi che a Bra staremo sempre insieme senza stancarci.
Ma dove andremo a finire E.? C’è qualcosa di più assurdo dell’amore? Se lo godiamo fino all’ultimo, subito ce ne stanchiamo, disgustiamo; se lo teniamo alto per ricordarlo senza rimorsi, un giorno rimpiangeremo la nostra sciocchezza e viltà di non avere osato. L’amore non chiede che di diventare abitudine, vita in comune, una carne sola di due, e, appena è tale, è morto. A pensarci, si viene matti! È inutile, l’amore è vita e la vita non vuole ragionamenti. Ma possiamo noi lasciarci andare giù così alla disperata? Dove andiamo a finire? Non so trovare parole di conforto per te che valgano, se non ricordarti quel giorno che eravamo stretti insieme, in piedi, e pareva che uno dei due dovesse condurlo a fucilare e invece era tutta gioia. Ricordami quell’attimo, E., se mi scrivi, e dimmi di quando saremo a Bra.
Ti bacio così, come vuoi tu, anche se sei stata cattiva a non venire sulla strada di Crevacuore.
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belladecasa · 3 months
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Mi sento molto spenta, mi guardo la faccia ed è grigia, sono grigia io d’inverno, mi si spegne tutto, e sono come i bambini, voglio piangere, voglio sbattere i piedi, fare i capricci. Il mio io bambino non cederà mai il posto a un adulto coscienzioso, rassegnato; al massimo, a tratti, può far posto ad un vecchio sapiente. Ma io sarò sempre duale, il vecchio e il bambino sempre, con le molecole di litio nel sangue che dicono al bambino cresci! E al vecchio riposa! Ma il vecchio brontola e il bambino pesta sempre i piedi. Chi mi conosce sa che sono bambina sempre, non ci posso fare niente, ci provo, ci provo a crescere, ma sbatto ancora i piedi quando mi stufo, e sbuffo, e mi sbrodolo quando mangio. Eppure mi sento dentro una coscienza millenaria, una stanchezza delle ossa, un’esigenza fisica di immobilità. E io in te riconcilio il mio essere duale, con le tue molecole nel mio sangue non mi dici niente, non mi rimproveri, ma solamente dici al bambino guarda! Guarda come sono fatte le ciglia, hai mai visto davvero un battito di ciglia? Guarda l’iride, guarda il mare, chiudi gli occhi e senti come la luce ti si appoggia sulle palpebre.
Quando nacque Cecilia notai per prima cosa che quelle mani piccolissime erano come le mie e come quelle di mia zia. Allora capii che la morte e la primissima vita erano legate e questo bastava come senso. Questo è il senso che mi hai regalato a ogni tuo risveglio che mi hai lasciato osservare. Io volevo morire e tu mi hai detto guarda! Non ti ricordi che uno sguardo lo puoi pure ingoiare? Io sono vecchia non me lo ricordavo, mi faceva male tutto ma ora mi hai guarita
#s
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aci-daaa · 6 months
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Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma. Se non ti dico che sto per cenare. Se domani, mami, non vedi arrivare il taxi.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana). Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina). Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata (Arlette [Giulia]). Mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che sono stata io per com’ero vestita, perché avevo alcool nel sangue. Ti diranno che ero in giro la sera tardi, che ero da sola. Che il mio ex psicopatico aveva le sue ragioni, che gli ero stata infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senz’aria.
Ti giuro, mamma, che sono morta combattendo. Ti giuro che ho urlato tanto forte mentre volavo.
Lui si ricorderà di me, ma’, saprà che sono stata io a rovinarlo quando avrà di fronte il volto di tutte quelle che urleranno il mio nome. Perché lo so, mamma, che non ti fermerai.
Però
te lo chiedo per quello che ami di più al mondo,
non trattenere mia sorella. Non rinchiudere in casa le mie cugine. Non privare le tue nipoti. Non è stata colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia. Sono loro, saranno sempre loro.
Lotta per le ali, quelle ali che a me hanno tarpato. Lotta per loro, che possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché urlino più forte di me. Possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamita, non piangere sulle mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se domani non torno, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.
-Fonte Facebook
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tinxanax · 6 months
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Cristina Torre Cáceres
Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che vengo a cena. Se domani, non vedi arrivare il taxi.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in una borsa nera.
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia.
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata.
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata.
Mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata.
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico avesse delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Lo giuro, mia cara mamma, ho urlato forte così come volavo alto.
Lui si ricorderà di me, mamma, saprà che sono stata io a rovinarlo quando avrà di fronte il volto di tutte quelle che urleranno il mio nome.
Perchè lo so, mamma, non ti fermerai.
Però, te lo chiedo per quello che ami di più al mondo, non trattenere mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non privare di nulla le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Combatti per le loro ali, quelle ali che mi sono state strappate.
Combatti per loro, che possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché urlino più forte di me.
Possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto.
Ho pianto. E per la prima volta in vita mia, adesso si che ho paura delle persone. Nonostante io sapessi già, solo ora realizzo.
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