Tumgik
#libri corti
gregor-samsung · 2 years
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“ Le campane di Otranto suonavano a piena festa, mentre da ogni quartiere della città uomini e donne, vestiti di mille colori, con andatura disinvolta, gioiosa e spedita, che dava a tutti un piglio di giovinezza, avanzavano verso la piazza della cattedrale, raccontandosela e ridendo, sotto i raggi del sole ottobrino rimbalzanti con tanta leggiadria dalla terra al mare che il mondo sembrava improvvisamente piombato in una eccezionale pausa di felicità. Spiccavano tra gli uomini di guerra dame di fattura delicata, di carne fresca, in sopravveste di broccatello, belle più che mai e fiere come se fossero state la gloria stessa dei soldati vincitori fattasi persona. Qua e là invece qualche vecchio nobile salentino camminava da filosofo de contemnenda gloria, sguardando la folla festosa, in mezzo a cui ufficiali napoletani caracollavano su bestie snelle e capricciose, ornate di frange d’oro, eccitate dalla novità. Erano i primi di ottobre dell’ anno 1481 e a Otranto si festeggiava solennemente con un Te Deum nella cattedrale la liberazione della città, avvenuta il 13 settembre dello stesso anno ad opera delle milizie di don Alfonso d’Aragona. Dai tempi della giovinezza io non vedevo Otranto in un giorno di festa, gli stendardi sulla torre gialla, il dragone, il crocefisso con la scritta d’oro "Recordatus sum virtutis eius" e le sbarre rosse di casa d’Aragona, da quando la mia famiglia s’era trasferita a Napoli e io avevo vent’anni. Era dunque passata una decina d’anni, durante i quali la distanza dalla città nativa, la vita della capitale e della corte avevano trasformato Otranto in una di quelle realtà interiori che assomigliano più a un fatto dell’immaginazione che a una somma di cose vere: le piccole case bianche dei pescatori nei paraggi del porto, complici dei miei avvenimenti infantili e delle fantasie d’allora, vivevano entro la mia anima di una vita specialissima, intermittente, legata alle occasioni della solitudine e del profondo raccoglimento. Quando il duca Alfonso radunò le truppe per liberare la città dall’occupazione turchesca, mi trovai di mezzo fra gli agi pacifici della vita napoletana e il richiamo sottile della mia giovinezza; optai per il secondo e presi parte alla spedizione. “
Maria Corti, L'ora di tutti, con un saggio di Oreste Macrì, Bompiani (collana Tascabili n° 164), 2008¹⁷; pp. 312-313.
[1ª Edizione originale: 1962]  
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missfreija · 5 months
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Louis 7-10-16-24
7. What's something the fandom does when it comes to this character that you like?
Indubbiamente evitare di diffondere informazioni false su di lui inerenti ai libri, per esempio il suo presunto rapporto sessuale con claudia, sarebbe già un buon inizio lmao. Oppure (nel caso dei show fans) apprezzarlo o disprezzarlo dopo aver effettivamente letto almeno il primo libro, non solo a causa di voci di corridoio o perchè tale amichett* continua a ribadirti che è un pg orribile e noioso e inconsistente, come ho visto spesso. Adoro i meme che circolano da anni sul suo essere weird, irresistibile, contraddittorio e un vero piromane, ovviamente lol. Apprezzo quando leggo analisi ben fatte sul suo personaggio, contando che abbiamo fondamentalmente solo il primo libro su cui basarci per capire la sua psicologia e poche altre informazioni filtrate dal punto di vista di lestat o di altri personaggi esterni. Inoltre secondo me non è facilissimo da gestire se si vuole scrivere fanfiction, perchè è un uomo che tende a oscillare fra momenti di apatia/depressione/ansia in cui non reagisce agli avvenimenti a momenti in cui reagisce alle cose con tutta l'anima, quindi mi fa piacere quando lo trovo abbastanza ic mentre leggo una fic lol. Se nelle fanart me lo disegnano coi capelli corti, ancora meglio ahahah
10. Could you be best friends with this character?
Nella remota ipotesi in cui non mi faccia fuori dopo 20 minuti per essere molto noiosa, azzarderei di sì? E' canonicamente cordiale e tranquillo con tutti, l'importante è non parlargli della religione o di Dio lol. Anche se l'essere caratterialmente abbastanza simili potrebbe essere un problema sotto certi aspetti. In ogni caso la mia priorità sarebbe assolutamente scoprire quali sono i suoi libri/autori preferiti a parte Dickens e come farlo innamorare di me intavolare piacevoli discussioni con lui, viaggiare un pò, cose tranquille.
16. What's your least favorite ship for this character?
We die like men, perderò followers ma c'est la vie. Con Armand. L'accenno in PL sul loro periodo trascorso insieme a trinity gate ricordo di averlo trovato carino all'epoca mentre leggevo il libro perchè insomma, due dei miei personaggi preferiti riuniti sotto lo stesso tetto? cool. Louis ha riallacciato i rapporti con Armand? cool. ma la totale assenza di informazioni e di interazioni fra di loro mi lascia estremamente 'tiepida' a riguardo (e confusa). Mi piacciono le fanart ma la loro dinamica non mi appassiona granchè. In iwtv Armand non solo uccide Claudia, ma manipola Louis dal primo momento col controllo mentale e lo costringe a trasformare Madeleine, lo dice chiaramente (anche se aggiunge che può influenzare Louis 'fino a un certo punto'), inoltre la personalità di Armand risulta involontariamente molto dannosa per Louis, che alla fine di intervista è quasi irriconoscibile, freddo, arido e senza passione. Ha toccato il fondo. Ma sono contenta che abbiano trovato un pò di pace insieme a New York, così tanti anni dopo. Posso capire che la quantità di angst e sofferenza + later comfort presente nella loro relazione possa appassionare qualcuno (al punto da affermare che la saga avrebbe dovuto terminare con loro come coppia principale ehm) ma non fa per me e mi risulta difficile shipparli seriamente se consideriamo che non appena Lestat appare/è nelle vicinanze, Louis torna sempre da lui e viceversa.
24. What other character from another fandom of yours that reminds you of them?
Non ne ho la più pallida idea, ci sono tanti pg con vibes simili ma solo a livello un pò superficiale. Un pò Shinji forse? Ho appena letto una sua descrizione che potrebbe andare bene anche per Louis. Charles di Innocent me lo ricordava abbastanza soprattutto nei primi volumi in cui era più giovane e in alcune situazioni, più che altro per la grande disperazione da lui provata nel dover intraprendere una professione tremenda (il boia) che viene trattata come una vera e propria 'maledizione di famiglia' e i metodi da lui attuati
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animadiicristallo · 1 year
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ho fatto shopping yeeee
cioè per shopping intendo che ho comprato tre libri nuovi e due vestiti corti primaverili rosa
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danilacobain · 1 year
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Selvatica - 12. Pinacoteca di Brera
Non sapeva se aspettarla fuori o andare dentro. E se lei fosse già andata via? Ma poi quanto era grande lì dento? Se non l'avesse trovata? E se fosse rimasto tutto il pomeriggio ad aspettarla invano?
Scese dalla macchina. Se non l'avesse trovata all'università sarebbe tornato l'indomani al negozio, o sarebbe andato a cercarla a casa. L'avrebbe trovata, in un modo o nell'altro, e l'avrebbe invitata. Era un pensiero che aveva già fatto quando Corinna gli aveva portato il dolce e forse ancora prima, dalla sera in cui l'aveva accompagnata a casa: voleva rivederla. Invitarla alla festa di Isotta gli sembrava una buona idea per passare del tempo con lei. Mancavano solo tre giorni.
Gli bastarono pochi metri per vederla, la sua massa di capelli ricci spiccava tra le decine di ragazzi con i cappelli in testa e i capelli portati molto più corti. Stringeva in mano dei libri e stava parlando con un ragazzo. Questo lo fece bloccare per un attimo, non aveva pensato alla possibilità che potesse essere impegnata. Osservò il ragazzo, portava i capelli legati in un codino e sul volto aveva un tatuaggio. Anche sulla mano che cercava di trattenere Corinna. Non stavano proprio parlando, lei non era entusiasta della sua vicinanza e gli lanciava delle occhiate infuocate. Pure il ragazzo non sembrava tanto sereno.
Ante accelerò il passo. Se si fosse trattato di quel ragazzo che l'aveva già importunata? Corinna riuscì ad allontanarlo e in quel momento lo vide. La sua espressione era un misto di frustrazione e rabbia, ma si attenuò quando lo riconobbe e gli venne incontro. Un sorriso gioioso le spuntò sul viso. Il ragazzo che stava con lei rimase a fissarla un attimo prima di sparire.
«Ma che ci fai qua?»
«Ti cercavo» Sembrò sorpresa. E d'altronde anche lui si sentiva strano, come se qualcosa lo spingesse verso questa ragazza bellissima e misteriosa. «Tutto bene? Chi era quel ragazzo?»
Lei parve adombrarsi un attimo. «Niente, un amico.»
Ante le sorrise cercando di mandare via la tensione che avvertiva in lei. «Se sei così scontrosa con tutti i tuoi amici allora devo ritenermi fortunato, a me sorridi sempre e porti dolci...»
Corinna spostò lo sguardo altrove, sorridendo in imbarazzo. Un po' si divertiva, adorava vedere le sue guance colorarsi in quella maniera.
«Come mai mi cercavi?»
Ora era il suo turno di sentirsi imbarazzato. Non voleva chiederglielo in quel momento, lì fuori. «Hai da fare adesso?»
«Ho appena dato un esame e stavo...» lo fissò per un attimo. «Ehi, ti va di venire con me?»
«Dove? Aspetta, hai detto di aver fatto un esame? E come è andato?»
«Molto bene.»
«Allora bisogna festeggiare. Andiamo a bere qualcosa?»
«Io avevo in mente qualcos'altro.»
«Perfetto. Sono tutto tuo. Dove andiamo?»
«Al museo!»
Ante non pensava che Corinna stesse dicendo sul serio quando gli aveva detto di voler andare al museo. Credeva che si trattasse di uno scherzo, per via della conversazione che avevano avuto la sera in cui si erano conosciuti. E invece lei lo aveva portato alla Pinacoteca di Brera.
«Sei mai stato qui?» gli chiese dopo aver preso i biglietti. In realtà lei aveva esibito una specie di pass della sua università e li avevano fatti entrare senza problemi.
«È la prima volta.» Si guardò intorno, man mano che avanzavano nelle sale. Corinna gli aveva detto che sarebbero andati a vedere un quadro specifico, qualcosa che aveva a che fare con l'esame che aveva sostenuto. «Non è che ti andrebbe di farmi da guida turistica? Per esempio, quel quadro lì...» Indicò un quadro a caso facendola ridere.
«Ante, se dovessimo metterci a guardare tutti i quadri e a commentarli non ci basterebbe una settimana. Possiamo organizzarci, però. Se sei davvero interessato.»
Lui si limitò a fissarla. Non sapeva cosa pensare di quella ragazza. Credeva di piacerle, almeno un po', però non si comportava come una che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di attirare il suo interesse. In genere le ragazze lo facevano con lui. Corinna si diresse verso un quadro non molto grande, nel quale era raffigurata una donna, con un lenzuolo bianco a coprire il seno. Però la sua attenzione fu catturata da un'altra donna. Aveva i capelli neri e uno sguardo così triste che quel sentimento gli arrivava dritto al cuore. Un abito azzurro le scendeva addosso in morbide pieghe, lasciando scoperta una spalla. Un mazzo di fiori colorati al lato. Si fermò davanti a lei, chiedendosi perché fosse così triste.
«Interessante.»
Guardò Corinna, intenta ad osservare il suo stesso quadro. «La Malinconia di Francesco Hayez.»
Ante osservò un altro secondo il quadro per poi spostare definitivamente l'attenzione su Corinna. Lei parlava, gli spiegava dettagli del dipinto, i petali caduti, la posizione del corpo, i richiami alla pittura veneziana. O forse aveva detto fiamminga. Lui non lo sapeva dire con certezza, non sapeva perché la voce della ragazza era bassa, delicata e appassionata e lo intrappolava in uno strano stato emotivo. Lei amava quello che studiava, e lo trasmetteva nel il modo in cui guardava il quadro e lui, la sua espressione, le sue labbra sorridenti. Forse era così che si sentivano i pittori davanti alle loro muse, così persi e affascinati, così vivi e impauriti.
«Devo andare» disse, interrompendo la spiegazione di Corinna. Non poteva rimanere un minuto di più.
Lei lo guardò con dolcezza. «Ti sto annoiando, vero?»
Era esattamente il contrario, lui avrebbe voluto baciarla. Le scostò i capelli dalla spalla. «No. Ero venuto da te per invitarti ad una festa, una festa di compleanno di un'amica. Sarebbe... mi farebbe piacere se venissi con me. Venerdì sera.»
Corinna rimase sospesa alcuni secondi senza dire nulla. Forse era troppo. Una festa di compleanno, con tutti i suoi amici... doveva dirle che non c'erano problemi, che se lei voleva potevano trascorrere una serata insieme solo loro due. Dal suo volto non riusciva a capire che tipo di pensieri le stessero passando per la testa.
«Sì.»
Ante sorrise. «Ottimo. A venerdì.» Si voltò, per poi scomparire il più in fretta possibile.
Si era sentito estremamente vulnerabile in quella sala, in balia di emozioni forti e improvvise. Non voleva andare via così ma non poteva rimanere un secondo di più accanto a lei. Il suo corpo esigeva quello di lei, non sarebbe riuscito a tenere le mani lontano dai capelli di Corinna, dal suo viso, dalle sue labbra, che avrebbe voluto accarezzare prima con le dita e poi con la bocca.
A metà strada si rese conto che aveva dimenticato di chiederle il numero di telefono.
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miele-e-farfalle · 2 years
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Grazie per la tua risposta!
Mi sento decisamente più tranquilla!! XD xD Molti abbandonano le loro storie ma tu no, grazie!! Ti aspetterò!!
Solo per curiosità, ma quando la riprenderai farai uscire un capitolo per volta?
Capisco. Mi spiace per il tuo blocco😭 è una cosa comune negli scrittori ma sperimentarlo non deve essere affatto piacevole 😭
Cosa stai scrivendo di bello? 😊 Queste storie si trovano su EFP? 😊
Scrivi così bene!! Hai un talento naturale!!
In bocca a lupo per tutto😊
Di nulla, per me è sempre un gran piacere interagire con voi lettori, quindi non fatevi mai problemi a contattarmi per qualsiasi cosa (^-^).
Non so se il mio si possa definire proprio un "blocco" (xD), anche perché le idee ci sono e sto comunque continuando a scrivere. Chiamiamolo più un "capriccio", un desiderio di seguire più una certa ispirazione invece che un'altra. Purtroppo a volte capita... spero che i lettori siano lo stesso clementi con me e con i miei capricci vari, ahah (xD).
In ogni caso sì: quando riprenderò la pubblicazione del Miele ho sempre intenzione di far uscire un capitolo per volta, man mano che li scrivo e che li edito. Magari la cadenza di pubblicazione non sarà settimanale come un tempo (ahimè, la vita si è fatta decisamente più intensa, negli ultimi anni), ma cercherò per lo meno di essere regolare. Avevo anche una mezza idea di variare un po' di più la lunghezza dei capitoli, alcuni più corti e altri più lunghi, in base alle necessità, ma deciderò a tempo debito.
Ora come ora sono alle prese con una long (quasi finita, yee!) che ho scritto sul fandom di Luca. Il film della Pixar, sì... perché a quanto pare tartassare gli italiani ormai è diventata la mia specialità.
Inizialmente avevo cominciato a pubblicarla solo su AO3 perché mi vergognavo come una merda, lo ammetto. Pensa che non volevo nemmeno scriverla. Poi però ho buttato giù qualche schema, qualche bozza, e alla fine mi sono detta: "Ma sì, proviamo".
Per un motivo o per l'altro, ho deciso comunque di pubblicarla anche su EFP e ora sto procedendo in parallelo. Tanto non se la sta filando nessuno, quindi direi che ormai non ho nulla da perdere, lol (xD).
Comunque mi sto divertendo davvero molto a scriverla (e in realtà ho quasi in programma di farla diventare una piccola serie, ops!). E la sto anche vivendo come un'ottima occasione per migliorare come narratrice, dato che scrivere storie diverse dal solito e divertirsi a sperimentare fa sempre bene. Sicuramente anche le mie vecchie storie ne beneficeranno, quando le continuerò (^-^).
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Se vuoi, ti lascio qui tutti i link anche per gli altri miei social:
Qui il mio AO3: Schmetterling_Frame, su cui sto anche trasferendo vecchie fanfiction di Hetalia, tutte storie che comunque sono già disponibili integralmente su EFP.
E qui anche la mia pagina Instagram: federica_marioni_schmetterling, dove tengo aggiornati i lettori sulle varie pubblicazioni online, su quelle dei miei libri, e dove a volte svelo anche quello che succede "dietro le quinte", tanto per tenere viva la curiosità. Nulla di eccessivamente impegnativo o da prendere troppo sul serio, lo giuro (xD).
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Se hai altri dubbi o domande, io rimango a completa disposizione ;)
A prestissimo!
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Anch'io non mi reputo assolutamente una scrittrice.
Di solito scrivo scritti brevi, corti, su quello che mi ispira o mi viene in mente.
Tu?
I consigli sono sempre ben accetti 😊
Io a volte scritti brevi, ma spesso "libri" e fanfiction. Cioè, sto provando a scriverne uno. 😅
Solitamente ascolto musica, guardo film (o anche trailer), leggo libri, poesie... per entrare nel "mood". Per scritti brevi a volte mi basta leggere il testo di una canzone, però la cosa è soggettiva. Spero di esserti stato un po' d'aiuto. 😊
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aldameriniofficial · 8 days
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Si parla spesso di solitudine, fuori, perché si conosce solo un nostro tipo di solitudine. Ma nulla è così feroce come la solitudine del manicomio. In quella spietata repulsione da parte di tutto si introducono i serpenti della tua fantasia, i morsi del dolore fisico, l'acquiescenza di un pagliericcio su cui sbava l'altra malata vicina, che sta più su. Una solitudine da dimenticati, da colpevoli. E la tua vestaglia ti diventa insostituibile, e così gli stracci che hai addosso perché loro solo conoscono la tua vera esistenza, il tuo vero modo di vivere vivere.
In manicomio era sola; per lungo tempo non parlai, convinta della mia innocenza. Ma poi scoprii che i pazzi avevano un nome, un cuore, un senso dell'amore e imparai, sì, proprio lì dentro, imparai ad amare i miei simili. E tutti dividevamo il nostro pane l'una con l'altra, con affettuosa condiscenza, e il nostro divenne un desco famigliare. E qualcuna, la sera, arrivava a rimboccarmi le coperte e mi baciava sui corti capelli. E poi, fuori, questo bacio non l'ho preso più da nessuno, perché ero guarita.
Ma con il marchio manicomiale.
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giancarlonicoli · 6 months
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31 ott 2023 18:45
CALVINO IN CALORE - LE BOLLENTI 407 LETTERE D'AMORE DI ITALO CALVINO ALL'ATTRICE ELSA DE’ GIORGI, CHE GLI EREDI DELLO SCRITTORE HANNO SEMPRE BANNATO, SVELANO UNA RELAZIONE SELVAGGIA, FATTA DI INCONTRI PROIBITI DAL '55 AL '58, CON UN EPISODIO DA CRONACA NERA: “ERO IN CASA EDITRICE. A UN CERTO PUNTO IRRUPPE UNA BIONDONA CON LO CHIGNON. MI ACCORSI CHE IN MANO AVEVA UNA PISTOLA VERA. ''DOV'È ITALO, DOV'È QUEL MASCALZONE?'' GRIDÒ NEL CORRIDOIO…'' -
LA STORIA D’AMORE TRA ITALO CALVINO ED ELSA DE’ GIORGI
Articolo del 25 settembre 2018
Italo Calvino è passato alla storia della letteratura come un letterato schivo, riservato, a tratti persino freddo. Eppure, a parte sua moglie, c’è stato qualcun altro che ha tenuto a precisare che oltre allo scrittore vi fosse un uomo appassionato e passionale: Elsa De Giorgi.
I due furono amanti, negli anni tra il ’55 e il ’58 e, a testimoniare il loro amore, vi è un carteggio di lettere (ben 407) conservate interamente nel Fondo Manoscritti di Pavia. Ma non solo. Nel 1990, infatti, proprio la De Giorgi decise di pubblicarne alcune sulla rivista “Epoca” e alcune di essere sono state riprese anche qualche anno fa dal “Corriere della Sera” con un certo disappunto da parte della moglie dello scrittore.
COME SI CONOBBERO – Ma facciamo qualche passo indietro. Elsa De’ Giorgi, nata Elsa Giorgi Alberti nacque nel 1914 e fu una delle attrici più amate del cinema dei “telefoni bianchi”; proveniva da una nobile famiglia e appena 18enne iniziò la sua carriera, agevolata dalla sua bellezza.
Nel 1948 sposò il Conte Sandrino Contino Bonacossi, partigiano e collezionista d’arte; nella loro Villa a Roma ricevevano personalità del calibro di Alberto Moravia, Carlo Levi, Renato Guttuso ed Elsa era piuttosto stimata in quanto donna e in quanto letterata. Nel 1955 conobbe Italo Calvino; all’epoca lo scrittore – dieci anni più giovane rispetto a lei – e si occupava dell’ufficio stampa alla casa editrice Einaudi.
IL LORO AMORE – I due iniziarono a collaborare e il lavoro sfociò ben presto in un amore difficile e furioso, fatto di incontri proibiti, corrispondenze, viaggi in treno tra Roma e Torino.
La relazione finì sui giornali di cronaca e finì nel 1958. A testimonianza di questo rapporto c’è appunto il corpus epistolare che la filologa Maria Corti, una delle poche ad averlo letto nella sua interezza, ha dichiarato essere “il più bello del Novecento italiano”. La stessa Elsa De’ Giorgi si battè per far capire quanto questa relazione incise non solo sulla formazione di Calvino in quanto uomo ma anche e soprattutto in quanto scrittore.
‘’MI ACCORSI CHE IN MANO AVEVA UNA PISTOLA VERA’’
Su “Repubblica”, l’ottimo Antonio Gnoli intervista Guido Davico Bonino, letterato e grande amico di Calvino, che racconta un episodio bollente: “Ero in casa editrice. A un certo punto irruppe una biondona con lo chignon. Mi accorsi che in mano aveva una pistola vera. Dov' è Italo, dov' è? Gridò nel corridoio. Ma lei chi è, che vuole? “Sono Elsa De Giorgi, quel mascalzone dov'è?”
“Un usciere senza un braccio, perso durante la resistenza, si avvicinò e le disse: ma signora perché urla, il dottor Calvino non è in sede. " Non ci credo, ditemi dov' è". Giulio Einaudi comparve sulla soglia del suo studio. Capì perfettamente cosa stava accadendo e impaurito si richiuse dentro. Italo dov' è? continuava a gridare la signora”.
“Effettivamente non c'era. Giunse anche Giulio Bollati che riuscì a calmarla. Alla fine se ne andò. Era ancora una bella donna appesantita nel corpo. Furiosa per il tradimento del suo amante. Quando rividi Italo mi disse che da una settimana dormiva fuori casa; certe notti da Fruttero, altre da Lucentini. Scappava dall' ira della De Giorgi! Un episodio del genere fu a suo modo unico. In casa editrice vigeva l' etica del silenzio. Non si parlava mai di questioni inerenti il sesso. Il sesto comandamento era formalmente rispettato”
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Mi piacciono i libri con i capitoli corti
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gregor-samsung · 2 years
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“ A volte al vespro don Felice ed io passeggiavamo in direzione della Rocamatura, fra ameni aranceti, il cui verde contrastava con la terra rossa; dalla Punta il panorama era di una vaghezza quasi pungente; Otranto appariva un grande castello, cinto di solidi bastioni, poggiato sul mare. «Chissà,» io dissi una sera, «se qualche sventura sovrasta questa terra.» «Sventura?» domandò don Felice, che era intento a guardare due giovani popolane, le quali attingevano acqua a un pozzo per innaffiare la cicoria degli orti. «I turchi non si fermeranno a La Valona,» dissi, «in qualche posto d’Italia cercheranno di sbarcare. In quale? Questo è il fatto.» «Mah!» disse appena don Felice, che non riusciva a togliere gli occhi dalle mosse lente, composte ed eleganti di una delle due ragazze che, postasi la quartara dell’acqua sulla spalla destra e, reggendola con il braccio sinistro incurvato ad arco sopra il capo, avanzava silenziosa a piedi nudi per la campagna. Don Felice soggiunse: «Speriamo che tutto si svolga per il meglio.» «Otranto?» io insistetti. «Brindisi? Taranto?» «Perché Otranto? Così piccola,» disse don Felice. «Ma sul canale,» io risposi. Dopo aver fatto per un po’ di tempo ipotesi e controipotesi ci trovammo al di là della Punta, in vista dei boschi dell’Alìmini. Don Felice si sedette su uno scoglio, respirò col fiato grosso per lo sforzo di aver portato in giro il suo corpo pesante, disse: «Voi mi state contagiando, amico, con le vostre angustie, con le vostre previsioni. Se i turchi verranno o non verranno io non lo so; quello che so è che intorno a noi in questo momento ci sono colori, profumi, donne, e voi non siete riuscito ad accorgervene un istante perché i turchi hanno invaso la vostra testa. Cacciateli stasera, vi prego, cacciateli.» Tacque, si asciugò il sudore sul collo, sulla fronte; disse: «Amico, occupiamoci delle cose che contano a distanza; guardate, per esempio, la bellezza sparsa qui attorno in questo tramonto.» Le sue pupille giravano nell’orbita, piene di una sottile felicità. “
Maria Corti, L'ora di tutti, con un saggio di Oreste Macrì, Bompiani (collana Tascabili n° 164), 2008¹⁷; pp. 135-137. [1ª Edizione originale: 1962]
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pettirosso1959 · 9 months
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Ho letto di una levata di scudi contro Alan Elkann per un articoletto che ha pubblicato su "Repubblica".
Elkann, spero tutti, sappiano chi sia: il padre di Jaki Elkann nipote di Agnelli, editore della stessa Repubblica. Ebbene ha sollevato un polverone, mentre io leggendolo lo trovo un semplicissimo quadretto di vita quotidiana: ha raccontato un viaggio fatto da Napoli a Foggia sul treno, casualmente in compagnia di un gruppo di giovanissimi.
Tutti sono sdegnati - a cominciare da chi lavora presso quel giornale! - perché Elkann ha chiamato lanzichenecchi (sia pure tra virgolette) un manipolo di giovani ragazzi si e no maggiorenni, uguali a tantissimi ragazzi che tutti noi abbiamo incontrato sui treni e siamo stati costretti ad ascoltare e a sopportare per delle ore.
Ci sono varie specie di ragazzi: ricordo una mezza dozzina seduti con me in uno scompartimento mentre andavo da Milano a Parigi: sette ore di discorsi brillanti in italiano forbito, ma erano studenti di un collegio privato. Io potevo essere la loro madre e ne sarei stata pure fiera.
Più di frequente si incontrano ragazzi che, per il fatto di essere in gruppo, si riducono a branchi di animali maschi con sguaiatezze, volgarità, villanie, e sembrano fare a gara per essere chiassosi e coprolalici.
Ricordo un altro tragitto in treno, fortunatamente breve, da Bruges a Zeebrugge sulla Manica: un gruppetto di ragazzi fiamminghi sui quindici anni sbraitava in un modo insopportabile. Io li avrei tollerati perché il viaggio finiva presto, ma la mia amica li rimproverò in tedesco (che assomiglia abbastanza al fiammingo in modo da essere più o meno comprensibile) con il piglio di un feldmaresciallo, e i ragazzi si fecero subito buonissimi.
Insomma secondo me l'articolo di Elkann è un banale articoletto di vita quotidiana, e non mi avrebbe fatto né fresco né caldo: invece ha sollevato uno sdegno generale....
perché egli ha sottolineato la DIFFERENZA tra sé e i ragazzi, lui era in completo di lino sebbene stazzonato mentre loro erano vestiti con magliette e calzoncini corti (ebbene, è scontato che un settantenne e un ventenne non vestano allo stesso modo) e lui aveva con sé un fascio di giornali inglesi (è docente universitario in Pennsylvania, quindi si presume che sappia l'inglese) e, udite udite, un volume di Proust in francese.
Ora, io sto rileggendo Proust in questo periodo (sono al sesto volume) per cui mi sono fatta più attenta.
Egli prosegue nell'elencare la differenza tra sé e i ragazzi, che non hanno né libri né giornali ma passano il tempo in conversazioni idiote e atteggiamenti sbracati (normalissimo, quando sono in gruppo...) Non lo dice in tono di rimprovero, assolutamente! Ne fa solo una descrizione.
Poi, alla fine, se ne va una volta arrivato a destinazione mentre quelli neppure si accorgono di lui.
Ora, un mucchio di gente se la prende con Alan Elkann perché ha palesato "odio di classe".
Eppure, a me sembra che l'odio di classe sia dentro a chi lo vuol vedere in questo articoletto.
Leggere Proust non è affatto snob e non è elitario: io ne sono la prova. Mi porto dappertutto il libro, che leggo nei momenti liberi.
Pure io potrei trovarmi in un vagone di treno con un completo di lino! pure io proverei fastidio ai discorsi dei ragazzi, alle spacconate e vanterie sessuali, e se avessi un libro mi ci immergerei per non ascoltarli.
Come ho sempre fatto anche sugli autobus.
Invece tutti se la prendono con Elkann, dicendo "e pensare che costui guadagna per scrivere articoli simili !" Ebbene, io sono sicura che se uno di quei ragazzi scrivesse su qualche giornaletto locale, racconterebbe di aver viaggiato con un vecchio imbecille vestito come un matusalemme, senza devices elettronici e senza kindle ma con un vecchio libro e un fascio di giornali come nel secolo scorso!
L'abisso di differenza tra un uomo di settanta anni, cosmopolita e poliglotta nonché elegante e ricco come Elkann e un ventenne "lanzichenecco" tatuato e smartphonato, è qualcosa di simile alla Fossa delle Marianne. Giovanna Sauli.
#ellkan #lanzichenecchi
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carmenvicinanza · 1 year
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Sophia Goudstikker
https://www.unadonnalgiorno.it/sophia-goudstikker/
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Sophia Goudstikker è stata una fotografa e poi avvocata, pioniera del femminismo, vissuta tra il 1800 e 1900.
Ha testimoniato coi suoi lavori, il suo modo di vivere e l’inarrestabile attivismo, la necessità di ridefinire gli spazi destinati alle donne.
Lesbica dichiarata, con una fisicità ostentatamente mascolina, sfidava le convenzioni del tempo. Capelli corti, abiti comodi e di foggia maschile, ha posto le basi di una nuova visione della donna, libera dagli stereotipi dell’epoca vittoriana.
È stata la prima donna non sposata in Germania a ottenere una licenza per la fotografia e la prima a discutere casi di minori in un tribunale.
Nata a Rotterdam, in Olanda, il 15 gennaio 1865, dopo due anni si trasferì con la famiglia a Amburgo, in Germania.
Frequentò la scuola d’arte a Dresda dove conobbe Anita Augspurg con cui nacque un importante sodalizio. Insieme, per la prima volta in tutta la Germania, nel 1887 a Monaco, aprirono un’attività tutta al femminile, quello che divenne il mitico Atelier Elvira,  fucina del movimento femminista tedesco.
Uno studio fotografico che divenne un luogo di incontro per le avanguardie artistiche e culturali dei tempi come Isadora Duncan, la Granduchessa di Lussemburgo, Rainer Maria Rilke e tante altre.
Il lavoro nell’atelier delle due donne andò di pari passo con il loro impegno femminista.
Lo studio venne poi chiuso durante la Grande Guerra e il mitico edificio Liberty turchese e viola con la tartaruga e il drago in rilievo sulla facciata, venne distrutto nei bombardamenti.
Con la sua pratica omosessuale disinvolta e libera, Sophia Goudstikker ha ispirato i personaggi di tre libri del tempo: Hans nel libro di Lou Andreas-Salomé L’erotismo. L’umano come donna; lei in Lei e Lui di Frieda von Bülow e Box ne Il terzo sesso di Ernst von Wolzogen.
Libera, emancipata e ribelle, si è battuta per dare alle donne la possibilità di accedere agli studi universitari e farle avanzare negli ambiti sociali e artistici.
Il suo attivismo per i diritti delle donne la spinse a fondare uno studio legale e venne molto apprezzata nel dibattere cause per minori in tribunale, per le quali non serviva la laurea.
La sua relazione con Ika Freudenberg, protagonista di tante battaglie emancipazioniste, con cui visse un sodalizio intellettuale e sentimentale, durò per tutta la sua vita, interrotta a Monaco il 20 marzo 1924.
Sophia Goudstikker ha dato un notevole contributo alla pratica femminista in Germania. Ha portato avanti il concetto di comunità di donne. Il suo studio era il luogo della libertà di genere, le sue stesse immagini testimoniavano il tentativo di andare oltre gli stereotipi e il binarismo imposti dalla società.
È stata una donna che ha osato sfidare la mentalità del tempo, con uno sguardo lungimirante e le idee chiare sulla società che desiderava.
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26 febbraio 2023
Ieri mattina è passata Susanna e mi ha parlato di un po’ di cose. Mi consiglia di mettermi subito sotto per fare l’esame di stato (i agree, non l’avrei voluto fare proprio ma se non lo faccio ora non lo farò mai più) e di provare a cercare dei master/scuole di specializzazione/corsi bim vari che mi aiuterebbero ad avere più punteggio in eventuali concorsi a cui poter fare domanda. Per quanto riguarda lavorare, mi dice che devo scegliere che campo mi interessa e provare a contattare aziende/studi. Nello studio in cui sta lei si è appena licenziata una ragazza quindi avrebbero uno spazio libero e comunque l’ingnere capo assume tranquillamente gli appena laureati (ho scoperto che è qui che va una ragazza di un anno meno il mio che ultimamente vedevo prendere il treno la sera quando io arrivavo). Dice che può parlare lei per ‘consigliarmi’ all’ingegnere (così hanno fatto con lei). E’ una cosa buona questa, su questo mi sono convinta. Potrei iniziare già a lavorare, ad imparare qualcosa di serio e anche a mettere da parte dei soldi. Non penso sia quello che vorrò continuare a fare nei prossimi anni ma almeno lo provo. Non so cosa fare. Lei è decisa della sua strada, ora ha pure il ragazzo e sa che cercheranno anche casa insieme e che magari si sposano presto. Tutte ste storie che appena raggiungi i 30 anni devi omologarti alla società mi fanno salire un nodo in gola. Io voglio solo vivere la mia vita. Non lo so di cosa ho bisogno, di sicuro non farò diventare la carriera la mia vita. Lavorare lo vedo solo come un bisogno dovuto alla società capitalistica in cui mi trovo (se non mi piacerà il lavoro non è la fine del mondo, e se mi piacerà non lo farò diventare la mia intera personalità). 
Ieri ho parlato per un po’ anche con Cate, mi ha solo dato dei piccoli life updates prima che ci vediamo con Bobba quando tornerà dalla missione, e a quanto pare ho aiutato un sacco Benedetto a passare gli esami, però ora non le sta parlando perché ha chiuso con lui riguardo la cosa tra loro due e spero davvero che ritornino a parlare normalmente, si vede che sono sulla stessa lunghezza d’onda e io tifo per loro. Mi ha anche detto che non andrà in missione ad aprile ma che farà quella in estate, e anzi, mi ha chiesto se vado con lei!! Appena saprò qualcosa di ufficiale girerò subito le notizie a Daniele e lo convinco!
Nei giorni scorsi ho fatto gli auguri ad ile il giorno dopo il suo compleanno (le ho promesso delle foto stampate in compenso) e mi ha solo detto che ci sentiremo nei prossimi giorni. Io ora sono in una fase di stallo, ho bisogno di qualcosa che mi occupi le giornate e che sia utile e produttivo per me. L’esame di stato sarà verso giugno e io vorrei iniziare a studiare per questo, ovvero vorrei iniziare a vedermi con qualcuno per studiare. Ormai dopo quell’incubo che è stato fare da sola il progetto per la parte individuale di restauro mi inizio a sentire persa e demotivata se non studio con qualcuno. Questo qualcuno avrei voluto che fosse ile e dovrei riuscire a organizzarmi con lei dato che starà fissa nella città. Avrei voluto studiare anche con Daniele. Quando sto con lui mi fa capire che vuole passare del tempo con me, appena ci separiamo dalla vista un po’ scompare. Ho provato a scrivergli e a rimanere abbastanza costante nel sentirmi con lui, per quanto i messaggi siano corti e parliamo di cose inutili, ma ho intenzione di farlo rimanere nella mia vita e quindi quest’ansia che ho di disturbarlo o di sembrare pesante ed annoying la devo calmare. Stamattina ho ordinato i libri da Amazon da cui si studia per l’esame e appena li avrò contatterò entrambi e chiederò di vederci e metteremo su un piano di battaglia e studieremo insieme. Con Daniele so già che sarà un problema vederci, perché nella città dell’uni che è più o meno a metà strada tra le nostre città non abbiamo più l’appoggio dell’ auletta, ma d’altra parte ci stiamo avvicinando ai mesi più caldi (anche se sti giorni è pieno inverno) e quindi non dovrebbero esserci problemi a studiare nell’atrio scoperto (unico posto dove puoi parlare e studiare). L’ultima cosa che mi ha detto prima che mi lasciasse in stazione era tipo ‘noi dobbiamo andare al poke anche’ e qualcosa simile a ‘troviamo un pretesto per vederci e andiamo’. Questa cosa mi ha fatto un po’ strana, non sono riuscita a fargli capire che può chiamarmi e chiedere di vedersi quando vuole? Sono passata dal parlare col lui 12/24, fare videochiamate con lui per cose che potevamo dir.ci per messaggio 12/24 e a vederlo ogni giorno, al non sentirci/vederci tutto in un colpo, sto quasi soffrendo di astinenza. Non voglio essere quella persona che lui reputa pesante ma sentirci per messaggi non è la stessa che vedersi e non è la stessa cosa che chiamarsi. Ma non so se ora posso chiamarlo quando mi va. Prima era sempre per qualcosa relativo alla tesi che facevamo diventare altro mano a mano che parlavamo. Forse questo è quello che intendeva quando mi ha detto troviamo un pretesto per vederci. Lo sento un po’ distante ma è normale, ha cosa da fare ed è lontano da me. Io ho cose da fare anche, ma nessuna immediatamente e mi sento un po’ così. Il corso di inglese inizia il 6 marzo, i libri per studiare arrivano i primi di marzo, Bobba torna dalla missione forse il 6 o il 7, devo aspettare che mio padre parli con questo tizio che conosce o che Susanna torni in studio e parli con l’ingegnere per questa questione del lavoro, ile anche la contatterò appena avrò i libri, è tutto così spostato che non so che fare per occupare le mie giornate e per intrattenere il mio cervello dall’overthinking tutto quello che gli capita sottomano.
Questi giorni mi sto isolando un po’, di la colpa anche al tempo però, fosse stato più caldo sarei almeno andata a correre qualche mattina in spiaggia. Invece ci stanno temporali e pioggia e si gela tanto. Sto finendo di vedere Outer Banks e Crash course in romance, sto leggendo web toon varie e iniziando anime che voglio consigliare a Daniele perché so che gli piaceranno (ancora non l’ho fatto perché ancora non ci siamo visti). Devo andare a ritirare le foto del rullino usato al tirocinio e aspettare che mi spediscano quelle che ho fatto stampare come mini polaroid. Mi sento un po’ idiota, ho bisogno di avere qualcosa di fisico da dargli o qualcosa da dirgli se voglio vedermi con lui. Sarei felicissima se riuscissimo a fare anche una videochiamata in cui parliamo senza motivo ma mi sto bloccando. Bha, spero che questo mood mi passi subito.
(Oggi è uscita anche la notizia dell’enlistment di hobi e non pensavo sarebbe successo così presto che mi sono fatta prendere da un sacco di tristezza pensando al rapporto che ha con gli altri membri e che io posso solo sognare) (però ora ha annunciato un single che esce questo venerdì e il mondo può essere un tantino più felice adesso)
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weirdesplinder · 1 year
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Gli imprevisti sono all'ordine del giorno per chi organizza matrmoni. Parenti serpenti, spose agitate e suocere sul piede di guerra sono tutte cose che Alessandro sa affrontare ormai senza problemi e persino prevenire. Ma l'amore, quello non l'aveva previsto. Per conoscere Alessandro e gli altri personaggi del mio nuovo romanzo Attenti agli sposi, dovete semplicemente leggerlo.
E' disponibile su tutte le librerie online come EBOOK sia in versione .epub che .mobi a 2,99 euro! Link: https://www.kobo.com/it/it/ebook/attenti-agli-sposi Mentre Su Amazon è disponibile anche in versione cartacea.a 3,74 euro Link: https://amzn.to/3D6l68r
Se avete voglia di ridere ma anche di innamorarvi un po' potrebbe essere la lettura che fa per voi.
Trama: A causa di un incidente che comprendeva una vigilessa ubriaca, delle candele in bilico, un matrimonio fin troppo allegro e una villa in fiamme, un'impiegata comunale che si occupa di pratiche matrimoniali e il proprietario di una dimora storica che organizza cerimonie nuziali sono ai ferri corti. Ma l'occasione di conoscersi meglio a causa di alcuni matrimoni sui generis farà cambiare loro opinione riguardo l'altro, almeno finché il ritorno di una vecchia fiamma e le bizze di due padri degli sposi non li metteranno di nuovo in conflitto.
#mariachiaracabrini #attentiaglisposi #libri
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hermioneblk · 2 years
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Seconda lettura. C’è una bambina magra che in tempo di guerra in Inghilterra legge un libro sugli dei nordici. Stop. Non c’è altro. La bambina magra non ha neanche un nome forse la scrittrice si ricorda di quando da piccola aveva letto questo libro in tempi difficili ma perché dire che era magra? Era meglio darle un nome invece di questa descrizione monotematica. La bambina smilza divorava libri insomma si è data un po’ di arie definendosi piccola e al tempo stesso bravissima a leggere libri difficili. Questo libro parla di idee altrui riferite a un libro da lei letto nel passato. La bambina magra si interrogava su questo e su quell’altro quando in verità sono domande che si è fatta la scrittrice solo dopo, sono pensieri adulti forzati nella piccola mente della smilza. Quando non descrive il libro letto descrive la campagna circostante senza riuscire a inventarsi altro. La bambina magra e tutto il resto sono solo un contorno, una scusa per poter parlare di vicende nordiche di altri facendo finta che ci sia un po’ di qualcos’altro che invece non c’è. Questa tipa stava leggendo “Asgard e gli dei” curato da un tedesco tanto per infilzarci poi anche un binomio con i tedeschi che erano in guerra contro gli inglesi. La smilza faceva anche un confronto tra gli dei nordici e il dio della scuola cattolica che era obbligata a frequentare… Ma senza mai prendere una vera concreta posizione e senza quindi un senso a tutte queste parola ammonticchiate. Anche dopo questa seconda lettura sono giunta alla conclusione che si tratta di un libro scritto da chi non ha la necessità (e la capacità) di scrivere un libro ma che vuole solo pubblicare. Poche pagine grandi caratteri capitoli corti tanto spazio vuoto: tutte indizi che fanno pensare a un stesura strascicata difficile e conclusa a fatica. È normale quando non si hanno proprie idee è meglio lasciar perdere e magari scrivere articoli su un giornale senza camuffare una recensione da libro, non lo è proprio per niente. My #bookstagram 📚 #biblioteca My #books #libri #library #photography #commento #recensione 🇮🇹 #instagram (presso Falconara Marittima) https://www.instagram.com/p/CkJIJlSK9LE/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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michelangelob · 2 years
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Canova: i migliori libri del momento
Canova: i migliori libri del momento
200 anni fa Canova moriva a Venezia. Era il 13 ottobre del 1822 quando il maggior esponente del Neoclassicismo, a 65 anni, perse la vita entrando nella leggenda. Elevato agli onori degli altari come il più grande scultore del suo tempo, le sue opere erano ambite in tutte le corti d’Europa. Napoleone, Gioacchino Murat e Pio VII sono solo alcune delle personalità che si avvalsero del suo…
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