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#citazioni calma
nochkoroleva · 2 months
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ragazzoarcano · 11 months
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“Smettila di cercare di calmare la tempesta. calmati e la tempesta passerà.”
— Detto zen
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mostro-rotto · 2 months
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Tra le tue braccia chiudo gli occhi e ho la sensazione che il tempo si fermi e sento pace e sento calma perché ho fermato le mie lotte e non sono mai stato così fragile e forte.
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catastrofeanotherme · 5 months
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Forse devo stare proprio calma, solo calma senza andare in panico e avere sangue freddo. Non è successo niente, si ripara tutto possibilmente e le cose vanno come devono andare. Si dice che bisogna rispondere solo alle chiamate della vita, ma che cosa mi sta combinando quest'ultima da un po' di tempo tanto da volermi ritenere assente scomparendo. Il gelo non è soltanto fuori, i colori dei semafori e qualche luce natalizia sono le uniche cose vive qui.
Ilaria Sansò
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gregor-samsung · 4 months
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" All'epoca Misa aveva una sessantina d’anni, si tingeva i capelli, si muoveva come una ragazzina, aveva uno sguardo vivacissimo e una risata squillante. Nel ’99 ne ha ottantadue, ha i capelli tutti bianchi, si muove con fatica, ma ha la stessa vivacità nello sguardo e la stessa limpida risata. La stessa benevola attenzione per le persone che le stanno intorno. Ogni volta che vado a trovarla la trovo un po’ più debole fisicamente, ma altrettanto serena e coraggiosa. Nel gennaio del ’95, quando il terremoto ha sconquassato la vecchia casa piena di ricordi, dove ormai abitava sola perché il marito era morto di tumore pochi mesi prima, è uscita carponi da sotto un intrico di travi. Passato il primo spavento, si è unita ai vicini, con i quali ha atteso i soccorsi, in ansia per i figli e i nipoti: solo dopo molte ore ha saputo che erano sani e salvi. Io, che due anni prima ero tornata in Italia, ho dovuto aspettare settimane per avere notizie, le linee telefoniche erano interrotte e la posta funzionava male.
Con la sua dolcezza e la sua indulgenza, Misa aveva sui membri della famiglia un potere che difficilmente avrebbe potuto ottenere con l’autorità. Tutto funzionava grazie a lei, figura cardine intorno alla quale si muovevano le altre, crocevia per il quale passavano comunicazioni e messaggi. Anche quelli non espliciti, che lei sapeva intuire senza fare domande. Idee, iniziative e novità venivano sottoposte al suo consenso, che tutti davano per scontato ma volevano sentire dalla sua bocca. Sempre a disposizione di tutti, Misa aveva il dono di appianare le difficoltà, calmare le apprensioni, riportare la realtà alla sua giusta dimensione. E intanto svolgeva le sue mansioni con calma, seguendo i suoi ritmi: privilegiava le cose più urgenti, e il resto lo rimandava al giorno dopo o alla settimana seguente. Nessuna ansia immotivata veniva a offuscarle l’animo, nessuna fissazione di casalinga ad affannare il corso delle sue tranquille giornate. Al contrario, trovava sempre il tempo per prendere una tazza di tè con me, di fare una chiacchierata, o una passeggiata nelle quiete stradine del quartiere, fra le siepi ben curate dei giardini. Nei confronti del marito aveva la stessa indulgenza con cui trattava tutti, ma si divertiva a prenderlo affettuosamente in giro. «Sai cos’ha fatto papà…?», così cominciavano spesso le conversazioni con lei, e finivano in risa. Ormai dice «ti ricordi quando papà…?», e sorride. Ma le succede ancora di scoppiare nella sua risata squillante, che di colpo le toglie una ventina d’anni. "
Antonietta Pastore, Nel Giappone delle donne, Giulio Einaudi, 2004. [Libro elettronico]
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popolodipekino · 4 months
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calma suprema
Pensò, fra l'altre cose, che nei suoi stati epilettici c'era una fase che precedeva quasi immediatamente l'attacco (se l'attacco lo coglieva nella veglia) e in cui, frammezzo alla tristezza, al buio dell'anima, all'oppressione, il suo cervello pareva a tratti infiammarsi e tutte le sue forze vitali si tendevano di colpo con impeto eccezionale. Il senso della vita, dell'autocoscienza si decuplicava quasi in quegli istanti, rapidi come lampi. La mente e il cuore s'illuminavano di una luce straordinaria: tutte le ansie, tutte le inquietudini, tutti i dubbi sembravano placarsi all'improvviso e risolversi in una calma suprema, piena di limpida, armoniosa gioia e speranza, piena d'intelligenza e pregna di finalità. Ma questi momenti, questi sprazzi di luce non erano che il preannuncio di quel definitivo minuto secondo (mai più di un minuto secondo) con cui s'iniziava l'attacco. E questo secondo, naturalmente, era intollerabile. da F. Dostoevskij, L'idiota
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fotoecitazioni · 11 months
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Calma riflessione
“E' preferibile una calma, anzi la più calma riflessione, a decisioni disperate”. (Franz Kafka)
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sunsetshunter · 9 months
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Chissà, mi domandavo
Se chi ti invidia quella forza che hai
sapesse quanto ti è costata
tutte le volte che un “si”
sarebbe stato comodo
ma per non accontentarti
invece di seguire una delle tante mode
invece di seguire una delle tante strade
ti sei messa a scrivere la tua
ogni volta
reinventandola da zero
passo dopo passo
sogno dopo sogno.
Chissà, mi domandavo
se chi ti invidia quella forza che hai
sapesse cosa si nasconde
dietro la semplicità del tuo sorriso
che credono che vivere leggeri
equivalga a prendere la vita con leggerezza.
Se sapessero che i tuoi mostri
li hai incontrati tutti
che ti sei affrontata a cuore aperto
prima di accettarti.
E ti senti dire spesso
“Vorrei sapere ascoltare, come sai ascoltare tu”
Non lo sanno
quanto silenzio hai dovuto ingoiare
prima di trovare le parole giuste.
Non lo sanno loro
quanti “Non fa niente”
ti sono usciti sottovoce dalle labbra.
E invece eccome se faceva
faceva tanto male.
Chissà se chi ti invidia quella forza che hai
sa cosa significhi
non avere nulla da nascondere
ma desiderio di farsi trovare.
Se sa che che non è facile
accettare di essere persone speciali.
Che a volte preferiresti che tutto ti scivolasse addosso.
A volte vorresti una pelle
dove non resti tutto scritto
tutto impresso.
A volte preferiresti non averle
tutte quelle cicatrici.
Non averli, tutti quei ricordi.
Chissà se chi ti invidia quella forza che hai
riuscirà mai a capire che dal dolore non si sfugge.
Che il dolore va vissuto fino in fondo e poi compreso.
Che non esistono altri modi per convincersi
che la bellezza esista.
Che oggi, se puoi dirti una persona libera
è solo perché non hai mai creduto
di poter essere qualcun altro
se non te stessa.
E ti sei messa in viaggio
quel giorno in cui hai urlato basta
in cerca della tua felicità.
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contedivaldoca · 1 year
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Da che l'uomo si priva dei miti in nome del realismo, c'è solo barbarie
“La notte sarà calma”, R.Gary
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daimonclub · 2 months
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Breve storia della lingua latina
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Breve storia lingua latina Breve storia della lingua latina, un articolo che ripercorre le vicende della lingua latina dal primo periodo al latino moderno, con alcune citazioni illuminanti, collegamenti e materiali utili. Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del progresso, ma perché gli uomini nuovi non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà l’era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà più servire e qualsiasi cafone potrà impunemente tenere un discorso pubblico e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto 'sonoro' potrà parlare per un’ora senza dire niente. Cosa impossibile col latino. Giovannino Guareschi (1908-1968) Lo studentucolo che sa un po' di latino e di storia, l'avvocatuzzo che è riuscito a strappare uno straccetto di laurea alla svogliatezza e al lasciar passare dei professori crederanno di essere diversi e superiori anche al miglior operaio. Antonio Gramsci La lingua latina così esatta, così regolata e definita, ha nondimeno moltissime frasi ec. che per la stessa natura loro, e del linguaggio latino, sono di significato così vago, che a determinarlo, e renderlo preciso non basta qualsivoglia scienza di latino, e non avrebbe bastato l'esser nato latino, perocch'elle son vaghe per se medesime, e quella tal frase e la vaghezza della significazione sono per essenza loro inseparabili, né quella può sussistere senza questa. Giacomo Leopardi Sia in greco sia in latino, fino a Tertulliano, il significato che si dava al termine persona (che è l'equivalente del greco prosopon) era quello di "maschera" oppure di volto. Battista Mondin Il testo rappresenta il latino di oggi. È attraverso il testo che comunicano le élite (come voi, che state leggendo questo libro). Per le masse, invece, la maggioranza delle informazioni viene raccolta attraverso altre forme mediatiche: TV, film, musica e video musicali. Lawrence Lessig Escludete il Latino ed il Greco dalla vostra scuola e confinerete i vostri alunni entro angusti interessi limitati alla loro generazione e a quella immediatamente precedente, tagliando fuori tanti secoli d'esperienza quasi che la razza umana fosse venuta al mondo nel 1500. Thomas Arnold
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Breve storia del latino Loquendum ut vulgus, Sentiendum ut Sapientes. Parliamo come il volgo e ragionimao come i sapienti. Omnia vincit amor, et nos cedamus amori. L'amore vince ogni cosa; cediamo all'amore. Virgilio Dum inter homines sumus, colamus humanitatem. Finché siamo tra gli esseri umani, cerchiamo di essere umani. Seneca Acceptissima semper munera sunt, auctor quae pretiosa facit. Doni sempre assai ben accetti, è il donatore che li rende preziosi. Ovidio Si vis amari, ama. Se vuoi essere amato, ama. Seneca Amicitiae nostrae memoriam spero sempiternam fore. Spero che il ricordo della nostra amicizia sia eterno. Cicerone Ad turpia virum bonum nulla spes invitat. Nessuna aspettativa può indurre un uomo buono a commettere il male. Seneca Aequam memento rebus in arduis servare mentem. Ricorda quando il percorso della vita è ripido per mantenere la mente calma. Orazio Acclinis falsis animus meliora recusat. La mente intenta alle false apparenze rifiuta di ammettere cose migliori. Orazio Ubi concordia, ibi Victoria. Dove c’è unità, c’è vittoria. Publius Syrus Semper inops quicumque cupit. Chi desidera è sempre povero. Claudian
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Sintesi lingua latina La lingua latina era l'idioma dell'antica Roma e del vicino territorio del Lazio. Con la diffusione del potere romano il latino fu diffuso in ogni parte del mondo antico conosciuto e divenne la lingua dominante dell'Europa occidentale. Era la lingua degli studiosi e della diplomazia fino al XVIII secolo e della liturgia cattolica romana fino alla fine del XX secolo. La lingua latina non era originaria dell'Italia ma fu portata nella penisola italiana in epoca preistorica da popolazioni italiche emigrate dal nord. Il latino è un membro della sottofamiglia italica delle lingue indoeuropee; tra le lingue indoeuropee non italiche, è strettamente imparentato soprattutto con il sanscrito e il greco e con le sottofamiglie germaniche e celtiche. In Italia, il latino era originariamente il dialetto della regione intorno a Roma. All'interno delle lingue italiche il latino, il falisco e altri dialetti formavano un gruppo latino distinto dalle altre lingue italiche, come l'osco e l'umbro. Le prime iscrizioni latine sopravvivono dal VI secolo aC; i testi più antichi chiaramente in latino romano risalgono principalmente al III secolo a.C. Il latino fu influenzato dai dialetti celtici nell'Italia settentrionale, dalla lingua etrusca non indoeuropea nell'Italia centrale e dal greco, parlato nell'Italia meridionale già nell'VIII secolo a.C. Sotto l'influenza della lingua greca e della sua letteratura, tradotta per la prima volta in latino nella seconda metà del III secolo a.C., il latino si sviluppò gradualmente fino a diventare una grande lingua letteraria. Latino letterario antico La lingua letteraria latina può essere divisa in quattro periodi, corrispondenti in generale ai periodi della letteratura latina. Il primo periodo (240-70 a.C.). Questo periodo comprende gli scritti di Ennio, Plauto e Terenzio. L'epoca d'oro (70 a.C.-14 d.C.). Questo periodo è famoso per le opere in prosa di Giulio Cesare, Cicerone e Livio e per la poesia di Catullo, Lucrezio, Virgilio, Orazio e Ovidio. Durante questo periodo, sia nella prosa che nella poesia, la lingua latina si sviluppò in un mezzo di espressione altamente artistico e raggiunse la sua massima ricchezza e flessibilità. L'età dell'argento (14-130). Questo periodo è caratterizzato da una ricerca sia per l'elaborazione retorica e l'ornamento sia per l'espressione concisa ed epigrammatica, qualità queste ultime riscontrabili soprattutto nelle opere del filosofo e drammaturgo Seneca e in quelle dello storico Tacito.
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Breve storia della lingua latina Il periodo tardo latino Questo periodo, che va dal II secolo al VI secolo d.C. (636 circa), comprende la patristica latina dei Padri della Chiesa. Durante il periodo tardo latino le tribù barbare invasori introdussero nella lingua numerose forme e idiomi stranieri; questo latino corrotto era chiamato lingua Romana e si distingueva dalla lingua Latina, la lingua classica coltivata dai dotti. Latino parlato antico Il linguaggio colloquiale dei romani colti appare nelle opere di vari scrittori, in particolare nelle commedie di Plauto e Terenzio, nelle lettere di Cicerone, nelle Satire ed Epistole di Orazio e nel Satyricon di Petronio Arbitro. È caratterizzato dalla libertà di sintassi, dalla presenza di numerose interiezioni e dall'uso frequente di parole greche. Questo linguaggio colloquiale della buona società (sermo cotidianus) non va confuso con il sermo plebeius, la lingua delle classi non istruite, che mostra un maggiore disprezzo per la sintassi, un amore per le parole nuove e una ricerca della semplicità, soprattutto nelle parole ordine. Il sermo plebeius è noto come latino volgare, termine che talvolta include il sermo cotidianus dei romani più colti. Le lingue romanze si svilupparono non dalla lingua latina letteraria ma dal sermo plebeius del periodo tardo latino, quando era conosciuto anche come lingua Romana. Ad esempio, equus ("cavallo") cadde in disuso, e caballus ("nag", "cavallo da soma") fornì le parole romanze per cavallo (cheval, caballo); allo stesso modo, la parola romanza per testa (tête, testa) non deriva dal latino caput, ma da una parola gergale latina per testa (testa), letteralmente “pentola”. Latino medievale Il latino era la lingua delle lettere nell'Europa occidentale nel Medioevo. Il latino di questo periodo è chiamato latino medievale o latino basso. Anche per il popolo in generale il latino continuò ad essere una lingua viva, perché la chiesa forniva un'enorme massa di letteratura ecclesiastica sia in prosa che in poesia. La lingua, tuttavia, ha subito molti cambiamenti. La sintassi fu ulteriormente semplificata, nuove parole furono adottate da varie fonti e vennero all'esistenza nuovi significati; tuttavia, il latino cambiò molto meno durante questo periodo rispetto al francese o all'inglese. Nuovo latino o latino moderno Nei secoli XV e XVI nacque il Nuovo latino, chiamato anche latino moderno. Gli scrittori del Rinascimento produssero una nuova e brillante letteratura latina che imitava da vicino gli scrittori classici latini e in particolare Cicerone. Quasi tutti i libri importanti, scientifici, filosofici e religiosi, furono scritti in latino in questo periodo, comprese le opere dello studioso olandese Desiderius Erasmus, del filosofo inglese Francis Bacon e del fisico inglese Isaac Newton, e il latino era il mezzo di comunicazione. rapporti diplomatici tra le nazioni europee. Solo alla fine del XVII secolo il latino cessò di essere una lingua internazionale. Durante i secoli XVIII e XIX, tuttavia, rimase la lingua degli studiosi classici, e anche nel XX secolo i trattati accademici sono talvolta composti in latino. La Chiesa cattolica romana utilizza ancora il latino come lingua dei suoi documenti ufficiali. Nell'insegnamento moderno del latino sono stati accettati diversi metodi di pronuncia. Il metodo continentale si basa sulla pronuncia delle lingue europee moderne, la principale pronuncia continentale oggi è quella usata dalla chiesa cattolica romana, che favorisce una pronuncia simile a quella italiana. Nel metodo inglese, le parole latine vengono pronunciate come in inglese, ma ogni sillaba viene pronunciata separatamente.
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Modernità del latino Il metodo romano è una ricostruzione congetturale della pronuncia latina del periodo ciceroniano. Questo metodo è in uso nelle scuole e nelle università sia negli Stati Uniti che all'estero. I nomi propri, tuttavia, quando menzionati fuori dal loro contesto latino, vengono ancora pronunciati secondo i principi che governano la lingua del particolare paese; quindi, la pronuncia del nome Cicerone sarebbe in Germania Tsítsero, in Italia Chíchero, in Spagna Thíthero, in Francia Siséro, in Inghilterra Sísero. Il latino nell'antichità ha meno flessibilità e grazia del greco; il suo vocabolario era più limitato ed era meno capace di esprimere idee astratte. I romani si resero conto dei limiti della loro lingua e presero in prestito molte parole dai greci. Il latino, rigoroso nella sintassi e pesante nella dizione, ha vigore e precisione e si è rivelato nel corso dei secoli un mirabile veicolo per l'espressione di un pensiero serio. La sua sopravvivenza è stata duplice: non solo il latino letterario stesso è rimasto in uso fino ai giorni nostri, ma sopravvive anche nelle lingue romanze, che rappresentano l'evoluzione moderna del latino volgare; L'italiano, in particolare, può essere descritto come latino moderno (lingue romanze). L'inglese ha preso ampiamente in prestito dal latino, sia direttamente che indirettamente attraverso il francese. La lingua latina è significativa non solo per la sua letteratura, ma anche perché lo studio del suo sviluppo fornisce informazioni sulla storia della lingua in generale e in particolare sull'origine e lo sviluppo di alcune delle principali lingue dell'Europa moderna. Dal XVII secolo in poi, ma soprattutto durante il XVIII secolo, quando i modelli romani furono copiati in prosa e poesia, gli scrittori usarono parole o costruzioni grammaticali che avevano origine dal latino e che davano un'impressione del latino in inglese. Le parole di derivazione latina sono comunemente più lunghe e di significato più astratto rispetto alle loro controparti anglosassoni: ad es. visione (lat.) = vista (O.E.). In generale la dizione latina, quindi, sarà più astratta e suscettibile di essere polisillabica. La frase periodica è un tentativo di imitare la sintassi latina, lasciando il verbo principale fino alla fine della frase. Due prosatori del XVIII secolo appassionati di latinismo sono il dottor Johnson e Gibbon. Milton è famoso anche per le sue costruzioni latine in Paradise Lost (1667), come in "Him the Almighty Power/ Hurled headlong" che distorce il normale ordine inglese soggetto-verbo-oggetto in oggetto-soggetto-verbo. E per finire eccovi alcune tra le parole latine più famose che usiamo abitualmente tutti i giorni: Alter Ego/Bonus/Bonus/malus/Campus/Curriculum Vitae/Deficit/Et cetera/Ex Equo/Extra/Gratis/Idem/Incipit/In Extremis/Factotum/Junior/Lapsus/Monitor/Post Scriptum/Referendum/Sponsor/Super/Una Tantum/Tabula Rasa/Tutor/Vice Versa/Video/Virus. You can also read: Frasi e citazioni latine Proverbi e detti latini English, Greek and Latin Latin influence in the English language Latin and the English language Latin phrases in English Learn more visiting these useful websites: https://www.latin-english.com   Latin English Dictionary https://www.etymonline.com     Online Etymology Dictionary You can download the following books on Latin at this page: Latin Language: Bennett, Charles E.: New Latin Grammar; D’Oogle, Benjamin L.: Latin for beginners; Wine, women and songs. Medieval Latin Student’s Songs, including translation and commentary by John Addington Symonds. Read the full article
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luigielialibri · 1 year
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Moleskine
Il portafogli di un uomo è uno dei posti più intimi che ci possano essere. È tipo una scatola nella quale conservi affetti e segreti. Nel mio ho sempre avuto due pagine di quaderno. Uno,era la lista coi libri mancanti per quella che sarebbe stata la libreria perfetta, a parer mio.L’altro era un puzzle di citazioni e o versi che più mi rappresentano è rappresentano. In cima al secondo foglio ci sono:“Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttar via tutto, e di nuovo ricominciare a lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell’anima.”(Tolstoj) e: “Se son d’umore nero allora scrivo, frugando delle alle nostre miserie. Di solito, ho da far cose più serie: costruir su macerie o mantenervi vivo”(Guccini)Ora guardo questi due fogli bruciare… non perché non le senta più mie o perché non comprerò quei libri, ma perché era il tentativo di spigarmi e spiegarvi, chi io fossi. Ho capito, che erano diventati come dei soldi nel portafogli, un limite per quello che puoi permetterti.
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ragazzoarcano · 7 months
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“Anche solo immaginare il tuo modo di parlare mi calma. E mi rende felice. Mi scorre nel corpo come una medicina, facendoti gorgogliare dentro di me. Non smettere. Non smettere mai.”
— David Grossman
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mostro-rotto · 2 months
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"Dopo aver iniziato a guarire dai traumi passati e uscire dalla modalità di lotta o fuga, il tuo corpo avrà bisogno di molto riposo. Non sei pigro, il tuo corpo sta solo cercando di recuperare la calma che non ha ricevuto per anni."
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Giuseppe Ungaretti, tratta dalla poesia "Caino"
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animaromantica · 2 years
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Oggi faccio tutto con calma...
Buongiorno! ☕
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