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#cielo del sud
bearbench-img · 17 days
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ナンテン
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南天(なんてん)は、常緑性の低木または小高木で、ヒガンバナ科に属する植物です。以下に南天に関する詳細な説明を示します。
植物学的特徴: 南天は、日本を含むアジア地域を原産地とする植物で、日本では古くから庭園や墓地などに植えられています。 樹高は2〜4メートルほどで、直立した茎に対して広がる枝が特徴です。 葉は対生し、卵形または楕円形で、光沢のある深緑色をしています。
花と実: 南天の花は、夏から秋にかけて咲きます。花は小さく、白色から淡いピンク色をしており、地味ながらも可憐な姿を見せます。 花が受粉すると、赤い実が生ります。南天の実は秋から冬にかけて色づき、特に寒さが増すと鮮やかな赤色になります。
用途: 南天は庭木として観賞用に植えられることが多く、四季折々の景色を楽しむことができます。特に実がつく秋から冬にかけて美しい風景を魅せます。 葉や実は切り花や生け花の材料としても利用されます。
南天は、その美しい姿と季節感ある実が楽しめる庭木として日本で親しまれています。また、その存在感は文学や芸術、伝統行事などの文化的な場面にも欠かせないものとなっています。
手抜きイラスト集
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queerographies · 1 year
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[La conquista del cielo][Yudori]
La nuova attesissima graphic novel di Yudori, l’eccezionale autrice de La scelta di pandora
Nell’Olanda del XVI secolo, Amelie è una giovane cattolica sposata con Hans, agiato mercante con la passione del collezionismo. Un ruolo, quello della moglie umile e accondiscendente, che mal si accorda al suo carattere ribelle e curioso… Finché il marito non porta dai suoi viaggi una giovane schiava arrivata da terre lontane, frantumando il fragile equilibrio della casa. A poco a poco, però, le…
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elbiotipo · 10 months
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“Nos los representantes de las Provincias Unidas en Sud América, reunidos en Congreso General, invocando al Eterno que preside al universo, en el nombre y por la autoridad de los pueblos que representamos, protestando al cielo, a las naciones y hombres todos del globo la justicia, que regla nuestros votos, declaramos solemnemente a la faz de la tierra que, es voluntad unánime e indudable de estas provincias romper los violentos vínculos que las ligaban a los reyes de España, recuperar los derechos de que fueron despojadas, e investirse del alto carácter de una nación libre e independiente del rey Fernando VII, sus sucesores y metrópoli, y de todo dominio extranjero. Todas y cada una de ellas así lo publican, declaran y ratifican, comprometiéndose por nuestro medio al cumplimiento y sostén de esta su voluntad, bajo el seguro y garantía de sus vidas, haberes y fama. Comuníquese a quienes corresponda para su publicación, y en obsequio del respeto que se debe a la naciones, detállense en un manifiesto los gravísimos fundamentos impulsivos de esta solemne declaración."
Acta de Independencia de las Provincias Unidas en Sudamérica, 9 de Julio de 1816.
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zaydabuzaydrp · 20 days
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Abu Zayd, più precisamente Zayd Abu Zayd Ab-Alh-Rahmann III, meglio conosciuto come "il Moro Zeyt", è un altro dei grandi protagonisti della nascita del Regno cristiano di Valencia.
Ultimo signore almohade di Valencia, era il pronipote del califfo berbero Abd-Al-Mucmin. Pur essendo originario di Baeza, era stato avviato alla politica dal nipote, il califfo Yusuf II, che lo nominò governatore di Valencia.
L'ultimo re almohade di Valencia vide presto sorgere problemi, sia per la pressione delle truppe cristiane a nord sia per quella di altri signori musulmani a sud. Insieme alla corruzione politica, che già esisteva all'epoca, avevano soffocato il popolo.
Dopo la morte del califfo Yusuf II, la decadenza politica si aggravò. Fu allora che Abu Zayd fu costretto a chiedere la protezione di Ferdinando III, il re santo di Castiglia. I raccolti rovinati da una piaga di cavallette e la mancanza di cibo incoraggiarono la ribellione della popolazione. In questa situazione, Zayyan Ibn Mardanis, discendente del re Lobo, arrivò a Valencia da Onda e guidò il rovesciamento di Abu Zayd, che dovette lasciare la città con il suo seguito e la sua famiglia nel 1229, diretto a Segorbe (Castellón).
Qui storia e leggenda si fondono, poiché si dice che la conversione del "moro Zeyt" sia avvenuta a Caravaca de la Cruz, dove la leggenda vuole che sia apparso il simbolo della croce.
Secondo la tradizione locale più diffusa, si dice che dalla fine del 1230 o all'inizio del 1231, il re almohade di Valencia e Murcia, Abu Zayd, si trovava nei suoi possedimenti a Caravaca. Interrogò i cristiani che teneva prigionieri per scoprire quali mestieri esercitassero, con l'obiettivo di occuparli secondo le loro capacità. Tra loro c'era il sacerdote Ginés Pérez Chirinos che, come missionario, era venuto da Cuenca nelle terre saracene per predicare il Vangelo. Egli rispose che il suo compito era quello di celebrare la messa e il re moresco voleva sapere com'era. Fu ordinato di portare da Cuenca i paramenti corrispondenti e il 3 maggio 1232, nella sala nobile della fortezza, il sacerdote iniziò la liturgia. Tuttavia, poco dopo aver iniziato la liturgia, dovette fermarsi, spiegando che gli era impossibile continuare perché mancava un elemento essenziale all'altare: un crocifisso.
In quel momento, attraverso una finestra della stanza, due angeli scesero dal cielo e posero delicatamente una croce a due bracci sull'altare. Il sacerdote poté quindi continuare la celebrazione della messa e, in presenza di tale meraviglia, Abu-Ceyt (insieme ai membri della sua corte presenti) si convertì al cristianesimo. In seguito si scoprì che la croce apparsa era il pettorale del vescovo Roberto, primo patriarca di Gerusalemme, realizzato con il legno della croce dove morì Gesù Cristo.
Quando Abu Zayd si convertì, prese il nome di Vicente Bellvís, come riportano le cronache dell'epoca. Morì tra il 1265 e il 1270.
La morte di Abu-Zayd è precedente all'11 dicembre 1268, data in cui il documento lo dichiara defunto. I suoi figli e parenti ricevettero un'importante eredità e, essendo imparentati con la nobiltà aragonese, divennero anch'essi signori cristiani.
QUI GIACE D. VICENTIUS BELVIS CON I SUOI ​​FIGLI UN TEMPO ZEIT ABUSIÒ RE VALENTIA MAURUS ADEO IL PROTETTORE DELLA SUA RELIGIONE VT DUE UOMINI INNOCENTI BEATI GIOVANNI DI PERUSIA E PIETRO DI SASSO-FERRATICO FIGLI E COMPAGNI DI PADRE FRANCESCO CHE PREDICANO LA VERA FEDE DI CRISTO OTTENUTO ATTRAVERSO LA SPADA MA RICEVERE LA LUCE DEL PADRE ISPIRATORE OGNI PECCATO FU CONSUMATO DAL SANTO BATTESIMO E IL SEGNO DELL'ETERNA RICONCILIAZIONE EGLI DESTINÒ UNA VOLTA LA SUA SALA IN CHIESA E SEDE.
Intorno al 16 giugno 1860, a Valencia fu eretta una lapide che lasciava in vista alcuni resti umani, il cui stato denotava la loro antichità. Nello stesso luogo fu rinvenuta una pergamena che recitava come segue:
Data di nascita:
17 ottobre 1195
Data di morte:
11 dicembre 1268
Titoli:
-Principe musulmano
-Signore cristiano
Etnia:
Berbero
Religione:
Islam
Religione 2:
Cristiano cattolico
Dinastia:
Almohade
Prestavolti nella trama:
-Alvaro Rico
-Walid Azaro
-Asier Cadenas
-David Raya (pv attuale)
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diceriadelluntore · 1 year
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Paljaimmitanu
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Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni? Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro, Una brezza lieve dal cielo azzurro spira, Il mirto è immobile, alto è l’alloro! Lo conosci tu? Laggiù! Laggiù! O amato mio, con te vorrei andare!
Questo breve canto contenuto nel romanzo di formazione Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister viene fatto pronunciare da Goethe a Mignon, la ragazzina che Wilhelm incontra in un gruppo di danzatori di strada e decide di prendere sotto la sua protezione. Mignon, di origini italiane, ricorda con nostalgia il suo Paese e diventa personificazione del desiderio del Sud.
Io voglio partire per raccontare la mia breve visita palermitana dalla foto sopra: il treno che da Cefalù mi ha riportato a Palermo era pienissimo di turisti, pulitissimo, dove un bengalese ha richiamato un maghrebino che guardava i video di Tik Tok troppo alti (te le vendo io le cuffiette) ma la cosa sorprendente è che è arrivato alla Stazione Centrale con 10 minuti di anticipo, alle 13.22. 
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In 100 metri o poco più c’è tutto questo, mi permetto di dire uno degli angoli più suggestivi del mondo. E chiedo ai palermitani che mi leggeranno perchè la chiesa dei Teatini, che ha l’entrata principale dal Corso e quella laterale da Via Maqueda è chiusa.
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la Chiesta di Santa Caterina di Alessandria, con annesso convento, ospitava le figlie non primigenie delle famiglie nobili, anche per questo il suo barocco fiorito siciliano è qualcosa di abbagliante. 
Una cooperativa di ragazzi ha ripristinato la leggendaria dolceria
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Che riprende le ricette originali delle Monache, riproponendo anche dolci che quasi nessuno faceva più, come il leggendario Trionfo di Gola, descritto anche ne Il Gattopardo, che è così bello che quasi commuove
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Ne avevo parlato in un Vero O Falso, ecco la Chiesa del Santissimo Salvatore, altro gioiello barocco
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Questa foto l’ho fatta dalle Torri del Duomo di Cefalù, in un lunedi piovosissimo
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Ma è sempre una meraviglia
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«Tra dieci giorni, se non hai niente in contrario, potremmo andare a Palermo» le disse. «Preferisco Ginevra» rispose lei. Stava in piedi davanti al cavalletto ed esaminava una tela iniziata. «Come puoi vivere senza conoscere Palermo?»
Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere.
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Per € 2.50 non credo esistano tante cose più buone
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Andateci, ne vale la pena
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sciatu · 9 months
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MILAZZO - BAIA DEL TONO
Partendo da Milazzo in autobus, si raggiunge facilmente il lato che guarda verso Palermo di quella lunga striscia di terra protesa verso nord che è Capo Milazzo. Su questo lato, da cui è possibile vedere le Eolie e l’Etna, vi è una lunga spiaggia amata dal sole che prosegue dritta e chiara fino a finire in un golfo formato dal piegarsi verso ovest dell’alta collina che costituisce il Capo. Dopo quella curva, la scogliera prosegue alta e scoscesa, formando qua e là insenature e spiaggette fino ad arrivare alla punta estrema del capo per poi piegarsi verso sud a formare l’altro lato del lungo promontorio. Su questo lato, ricco di uliveti e lunghi filari di uva da cui nasce il Mamertino, solo poche case, immerse in grandi giardini circondati da bouganville rosse o arancione e palme dall’esili forme. La lunga spiaggia sul lato ovest è quindi l’unica parte dove è possibile fare quell’oziosa attività che consiste nel prendere il sole e nuotare nelle acque calde e trasparenti del mare. Dove la lunga spiaggia finisce c’è la baia del Tono o, come è chiamata in siciliano “a N’ Gonia”, parola derivata dal greco che vuol dire semplicemente “l’angolo”. La baia del Tono era la parte terminale della più grande tonnara del lato nord della Sicilia, attività cruenta dove centinaia di tonni venivano uccisi per garantire la sopravvivenza della popolazione costiera. Di tutto quel dolore e sangue che si perdeva nelle acque marine non è rimasto nulla. Pigramente ci si lascia bruciare dal sole attendendo l’ora di pranzo per mangiare a prezzi modici nei vari stabilimenti balneari un delizioso piatto di paste con le sarde o alla norma. Verso sera il cielo si accende in tramonti che tolgono il fiato e stupiscono per l’assoluta bellezza.
Leaving from Milazzo by bus, you can easily reach the side facing Palermo of that long strip of land extending northwards which is Capo Milazzo. On this side, from which it is possible to see the Aeolian Islands and Etna, there is a long beach loved by the sun which continues straight and clear until it ends in a gulf formed by the high hill that forms the Cape bending towards the west. After that curve, the cliff continues high and steep, forming here and there inlets and small beaches until it reaches the extreme point of the cape and then bends towards the south to form the other side of the long promontory. On this side, full of olive groves and long rows of grapes from which the Mamertino wine is born, only a few houses, immersed in large gardens surrounded by red or orange bougainvillea and palm trees with slender shapes. The long beach on the west side is therefore the only part where it is possible to do that idle activity which consists of sunbathing and swimming in the warm and transparent waters of the sea. Where the long beach ends is the Tono bay or, as it is called in Sicilian "a N' Gonia", a word derived from the Greek which simply means "the corner". The Tono bay was the terminal part of the largest tuna fishery on the north side of Sicily, a bloody activity where hundreds of tuna were killed to ensure the survival of the coastal population. Of all that pain and blood that was lost in the marine waters there is nothing left. You let yourself be burned by the sun while waiting for lunchtime to eat a delicious plate of pasta with sardines or alla norma at reasonable prices in the various bathing establishments. Towards evening the sky lights up in sunsets that take your breath away and amaze you with their absolute beauty.
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canesenzafissadimora · 3 months
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Al Sud la gente ti guarda in faccia quando t'incrocia, ti regala un sorriso e ti chiede se hai bisogno se ti vede in difficoltà; non scappa se le rivolgi una domanda, non ti tiene a distanza, non ti guarda con sospetto.
Al Sud se un uomo ti aiuta a portare una valigia è perché vuole aiutarti a portare la valigia. Non è perché ci prova e talvolta, perché non ci prova, ci resti un po' male.
Al Sud l'aria odora di mare anche se il mare è ancora distante; i campi, ogni tanto, sono come la borsa di una donna: un po' confusi ma provvisti del necessario.
Al Sud il sole sa essere estivo senza farti evaporare l'anima, anzi l'anima te la prende e l'accompagna in paesaggi che sanno sia di selvatico sia di meraviglia.
Al Sud non esiste solitudine o sconforto. Ce la si fa sempre perché "Siamo nati per lottare"; la forza d'animo ha la sfrontatezza dei paesotti arroccati sui monti, delle abitazioni solitarie che se ne stanno a picco sul mare.
Al Sud il mare è azzurro come il cielo, la sabbia fine come il sale, gli scogli duri come le teste, le case profumate di ragù e tradizioni, le Chiese piene di persone e rituali ancestrali. Al Sud ti senti sempre a casa, anche se casa tua è ormai altrove. I giovani hanno gli occhi pieni di orizzonti lontani e gli anziani ridondanti di antica saggezza.
Ti accorgi di essere arrivata al Sud dagli odori dell'aria, dal tocco del vento, dalla serenità del cuore, dalla colazione in un bar. Con tre euro prendi il cornetto, il cappuccino, una bottiglietta d'acqua, un bicchiere d'acqua aggiuntivo, uno sguardo amichevole e un paio di battute che possono strapparti una sana risata.
Fa bene stare al Sud ed essere del Sud.
La gente se ne accorge e non solo per l'accento. Il Sud è una filosofia di vita, è una forza diversa, un miscuglio di culture che ti rende ricco, riconoscibile e umano eternamente. Te lo porti dentro sempre, il Sud.
Se resti, se vai, se vai ma poi torni...
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G. Pannia
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vecchiodimerda · 10 months
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31 Gennaio 2025, fa un freddo barbino, il display dice due centigradi, cielo coperto e vento gelido che fa percepire un bel meno due.
La concessionaria milanese suggeritami da @lasciatemistarelamattina apre alle nove ed eccomi lì, puntuale come al cantiere e preciso come uno svizzero, assegno circolare in mano.
Alle dieci zero zero natiche sul sedile del Biemmevè a benza tremila ciccì, immatricolato nel 2002, trecentomila chilometri sulla gobba con un anno di garanzia + una toccata di coglioni.
Per prima ma per ragioni puramente geografiche, tocca a @2delia l'onore di salire sul sedile del passeggero.
Poi via verso ovest a prendere @blackmammaaa e da lì verso sud da @agirlinamber e @finestradifronte .
Dalla bassa Bolognese al mare sono pochi chilometri, giretto dentro Marina di Ravenna per fare arrivare l'ora di pranzo.
Spiedini per tutt*. Gamberi e seppie soprattutto. A balus. Sorbetto al limone e passeggiata digestiva sul molo del porto turistico.
Oh ragassoli, però non prendeteci l'abitudine che mica posso lasciare sguarnito a lungo il cantiere, dioinps !
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ross-nekochan · 10 months
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Come al solito questo paese mi ruba il tempo, la vita, le parole e la voglia di scrivere. Forse perché non c'è niente da dire eppure come 5 anni fa da una parte avrei così tanto da dire da poter diventare un fiume in piena, ma, appunto, non ho il tempo di ordinare nessuno dei centomila pensieri e metterli per iscritto.
Oggi sono andata a lavorare, in sede. Con divisa fatta da giacca, camicia a maniche lunghe, pantaloni e tacchi da 5cm. Quindi sveglia alle 6:30 perché Tokyo è lontana e solo così puoi arrivare in orario (che non è alle 9, ma alle 8:45 perché essere in orario qui vuol dire essere in ritardo). Il lavoro consisteva in un training su come creare una rete LAN. In cosa è consistito? Hanno dato delle slide con dei comandi scritti e mezze istruzioni, ci hanno dato i PC, i router, gli switch e hanno detto: fate. Io uno switch so a malapena cos'è e qual è la sua funzione (solo perché mi sono messa a vedere qualche video prima di partire, sennò non saprei nemmeno quello). Fortuna che c'erano due ragazzini giapponesi volenterosi e insieme ci siamo messi e siamo riusciti a fare qualcosa, sennò fossi stata sola non avrei saputo nemmeno da dove cominciare. Gli altri due cinesi, entrati in azienda 2 anni fa, erano più ignoranti di me. Molto poco chiaro che cazzo si faccia in questa azienda e come funzioni il sistema.
Martedì si è concluso il "training" di 8 giorni che è consistito per l'80% in "filosofia aziendale", questionari giornalieri e settimanali su cosa si è imparato (spoiler: un cazzo), lavori di gruppo inutili, spiegazioni su come fare carriera aziendale (tramite un sistema di punteggi assurdo e complicato) e giusto qualche volta ci hanno parlato delle piattaforme che si utilizzano per "timbrare" o per richiedere i rimborsi ecc (uniche cose utili). Il resto dei giorni? Meeting alle 9 per check di: 1. Che non stai dormendo 2. Che sei vestito correttamente e che sei "sistemato" 3. Per sapere se fisicamente stai bene o sei malato. Il resto della giornata: rispondi alle email degli uffici, fai qualche meeting e studia per prendere le certificazioni - che non ti pagheremo noi e che non dovrai fare durante l'orario di lavoro. Perché mica le sto prendendo per lavorare, le prendo per sport personale giustamente. Va bene.
In tutto questo pagheranno il primo stipendio 25 Agosto e non avremo la possibilità di chiedere nessun permesso per 6 mesi. Fortunatamente ci hanno recentemente pagato il supporto per il trasloco perché sennò stavamo freschi.
Benedico un po' il cielo per aver conosciuto questo indiano che è mio collega e che vive nel mio stesso dormitorio. L'India a quante parte è il Sud Italia del Sud-est asiatico, per molti aspetti (non c'è niente di stupefacente in fondo). Malediciamo questo paese, questa azienda e noi stessi per essere venuti tutti i giorni. Qui è tutto così caro che non ci facciamo capaci di come la gente riesca a vivere. Si pensa sia il paese del pesce e del riso e invece il pesce è quasi inacquistabile da quanto costa (filetti di soli 200gr intorno a 4/5€), il riso che dovrebbe essere come la nostra pasta e invece 5kg costano 15€ (5€/kg). Non è un caso infatti che il tasso di povertà stia salendo alle stelle: gli stipendi sono gli stessi da 25 anni. Questi di che cazzo dovrebbero vivere?
Personalmente, non so mai che cazzo mangiare e vivo di tofu e pesce -che compro solo perché mi piace e perché sono anni che evito la carne nella mia quotidianità. Ma qui è quasi impossibile evitarla, dato che la carne rossa è persino nei contorni di verdure (che non so mai come cazzo cucinare e ogni volta che trovo una ricetta di verdure taaac carne di manzo dentro machecaaaazz - viva il paese del sushi come sempre insomma).
Soffro perché mi manca già la palestra e non è passato nemmeno un mese. Ma con la situazione economica di adesso non mi sembra il momento adatto per ricominciare. Oltretutto non ho ancora una routine e non ho ancora capito come cazzo funziona in questa azienda. Avere un quantitativo proteico adeguato è stato difficile perché le mie fonti proteiche preferite (ovvero yogurt greco e albumi) qui sono inesistenti o insostenibili economicamente nelle quantità che mi servono (tipo yogurt greco a 20€/kg). Mi manca fare le mie colazioni specie le mie omelette e i miei pancakes di albumi.
Ho pensato a quanto sia difficile andare a vivere in un altro paese. Sembra di diventare bambini viziati perché le cose minuscole, quotidiane, che davi per scontato, diventano voragini. E per me la voragine è legata soprattutto al cibo. Persino sui biscotti: noi abbiamo pacchi minimo da 350gr, oltre a una varietà da fare invidia a un biscottificio. Qui i biscotti oltre ad essere di pochissimi tipi (quasi solo cookies/biscotti al burro) hanno pacchi sono da massimo 150gr e finemente impacchettati singolarmente creando bustoni enormi ma leggeri come una nuvola perché sono 80% plastica. I loro dolci sono bombe a mano di carboidrati: mangi 2 daifuku o 2 dorayaki e hai mangiato la stessa quantità di carboidrati di un piatto di pasta da 100/120gr. Ti viene da pensare: se mi mangio la pasta almeno mi sazio, con ste cacatine piccoline mi faccio salire solo la fame. Per le verdure o piatti già pronti idem, vedi i valori nutrizionali e hanno una quantità di zucchero all'interno che manco una fetta di torta.
Banalità... eppure no. Ci vuole tanto spirito di adattamento, tanta pazienza e tanto coraggio ad andare via dal proprio paese. Andare al Nord è letteralmente NIENTE in confronto (sebbene la sofferenza ci sia sempre).
L'unica cosa che potrebbe migliorare di gran lunga la situazione è avere così tanti soldi da permettermi tutto quello che voglio. Ma a volte nemmeno quello basta.
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t-annhauser · 6 months
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In teoria io sarei anche mezzo di Scalea ma me ne dimentico sempre perché guardandomi allo specchio ho un aspetto tipicamente veneto-lombardo, che è poi l'altra mia metà; la tua vera casa, dicono, è il tuo dialetto e io parlo il mantovano-veneto, una volta con spiccato accento emiliano, sembravo Don Camillo, tanto che zia di Scalea mi prendeva in giro perché fischiavo le s e dicevo "siarpa" e "simmia". Ora dopo vent'anni di vita in Brianza presento uno spiccato accento comasco con inflessioni femminee alla Stefano d'Onghia ("oh santo cielo!"), il mercante di Cash or Trash, che è attualmente il nostro programma preferito. Sarà perché ho bevuto il latte di soia, sarà che ho riscoperto il mio lato femminile, la voce mi esce così, in altre epoche mi sarei anche preoccupato, scavallati i cinquanta me ne fotto. Comunque quando c'era il covid io mi trovavo a Cosenza e scherzavamo tra di noi, che se andavano fuori io non aprivo bocca, parlavano gli altri, erano i tempi della caccia ai settentrionali scesi al sud per diffondere la peste (gli studenti del sud che ritornavano a casa portando il virus!), tutto molto bello, con il covid ci abbiamo fatto proprio una bella figura come genere umano, proprio una figura di merda.
Ciao.
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apropositodime · 11 months
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Buona Estate ☀️🌾
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Ci sono parole che amo particolarmente.
Una di queste è Solstizio, queste parole legate alle stagioni astronomiche , alla rotazione della terra e del sole. Tutto ciò che riguarda il cielo.
Oggi alle 16,58 comincia ufficialmente l'estate (astronomica)
sarà la giornata più lunga dell'anno con la notte più corta.
In questo primo giorno d'estate si ha il maggior numero di ore di luce, perché il Sole è più alto sull'orizzonte. Da domani comincerà di nuovo la sua discesa verso sud e le giornate che fino ad ora si erano progressivamente allungate, riprenderanno ad accorciarsi. ☀️
Buon Solstizio d'esate
☀️🌾❤️
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susieporta · 6 months
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E poi c'è Moulaye Niang che ha preferito la vita lenta di Murano. Perché se non hai il silenzio dentro e intorno a te non vivi. Dice: «A Murano ho ritrovato la vita lenta della mia Africa, i ritmi indolenti del villaggio. Non ci sono grattacieli, il cielo si lascia guardare. C’è acqua attorno alle botteghe, nessuna automobile. All’alba gli uccelli annunciano il risveglio, le campane delle chiese sostituiscono il canto del muezzin che ascoltavo da bambino. E poi c’è il vetro. Richiede un passo di lavorazione pacato, che è proprio degli artigiani della mia terra d’origine. Non puoi accelerarne il tempo di fusione, devi adeguarti, imparare ad aspettare».
Primo maestro vetraio africano riconosciuto dai maestri veneziani, Moulaye Niang si sente un artista. E a vedere le sue composizioni, perle di vetro create a lume, arrivano conferme. Cresce a Parigi, ma ogni estate da bambino la trascorre coi genitori, artigiani nel campo dei gioielli e dei tessuti, a Casamance, una regione nel sud del Senegal dove la natura, fra sentieri di sabbia rossa che dalle montagne scendono al mare, è incontaminata. La bellezza l’accompagna da sempre, della bellezza ne ha fatto un mestiere: «Amo il bello – confida –, anche spirituale: cerco di trattenere solo il positivo di ciò che ho attorno, al brutto non faccio caso. E così è il bello che cresce, il resto svapora».
Non è stata una passeggiata la vita di Moulaye. A Casamance lo chiamavano “il piccolo francese”. A Venezia il Muranero, prendendolo in giro. «L’ho preso come un complimento – confida –. Tanto che Muranero è diventato il nome della mia attività. Non ho mai cercato di essere accolto dai muranesi, piuttosto apprezzato. Fin dall’inizio ho voluto dare a Murano qualcosa, la mia arte, piuttosto che attendere qualcosa. Ho creduto che tutto il resto sarebbe potuto venire da sé. E di doni ne ho ricevuti. Un lavoro che amo in un luogo a misura d’uomo. La mia famiglia, una moglie italiana, due figlie. L’Africa era la foresta. Parigi la giungla. Murano il mio Eden».
Di Moulaye Niang ho scritto martedì su Corriere Buone Notizie con cui ho iniziato una collaborazione. Ci sono storie che non fanno rumore ma che meritano di essere raccontate. Quella di Moulaye Niang è una di queste.
Paolo Rodari
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terramia · 9 months
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Al Sud il mare è azzurro come il cielo, la sabbia fine come il sale, le pietre della Murgia dure come le teste, le case profumate di ragù e tradizioni, le Chiese piene di persone e rituali ancestrali.
Al Sud ti senti sempre a casa, anche se casa tua è ormai altrove. I giovani hanno gli occhi pieni di orizzonti lontani e gli anziani ridondanti di antica saggezza. Ti accorgi di essere arrivati al Sud dagli odori dell'aria, dal tocco del vento, dalla serenità del cuore, dalla colazione in un bar.
Fa bene stare al Sud ed essere del Sud. La gente se ne accorge e non solo per l'accento.
Il Sud è una filosofia di vita, è una forza diversa, un miscuglio di culture che ti rende ricco, riconoscibile e umano eternamente. #culture
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pettirosso1959 · 7 months
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La musica trance, anche all'alba, pompa altissima. È uno dei momenti più intensi dello sballo al Rave di Sukkot, o più semplicemente la Festa della Natura, iniziata venerdì verso le ore 23 e durata tutta la notte fino al sabato mattina, vicino al Kibbutz Re'im, poco distante dalla Striscia di Gaza. Sono migliaia i ragazzi israeliani tra i 20 e 40 anni, arrivati da ogni parte del paese, ballavano liberi tra i gazebo del festival organizzato nel deserto nordoccidentale. Nessuno poteva immaginare cosa stesse per accadere da lì a breve. L'assalto di Hamas Tra i presenti qualcuno filma il momento dell'assalto, nel cielo da lontano si vedono delle macchie nere in movimento che si avvicinano, quei punti sono i combattenti di Hamas che usano i parapendii per infiltrarsi in Israele. Quando sono atterrati nella zona della festa scatta il panico generale. La musica non c'è più, lo speaker invita gli ospiti a lasciare l'area lentamente, i primi feriti vengono soccorsi sul posto, poi un nuovo attacco violento di Hamas che lancia i primi razzi, da terra i terroristi sparano colpi di arma da fuoco sulla folla, in migliaia tentano la fuga nel deserto. La fuga sotto i razzi I più fortunati riescono a raggiungere le proprie auto per tentare la fuga, altri invece hanno i mezzi lontani e corrono nel deserto. Una testimone ventenne al Times of Israel ha raccontato le scene di panico di massa mentre i razzi venivano lanciati in alto. La jeep sulla quale è riuscita a fuggire lungo la strada ha recuperato una coppia di giovani bloccata, poi la fuga veloce a sud di Nitzana. Secondo un rapporto del sito di news israeliano Ynet, molti feriti sono stati evacuati proprio negli ospedali del sud. Le amiche salve solo per essersi finte morte Un'altra testimonianza drammatica è quella di una ragazza salvata da un automobilista che l'aveva presa a bordo dopo che 5 uomini armati avevano aperto il fuoco sulla sua auto. Ha raccontato di come il gruppo ha sparato ancora e ucciso anche il conducente. Lei e una sua amica si sono salvate solo perché si sono finte morte. Dopo due ore dall'attacco, le ragazze hanno riconosciuto le voci di alcuni soldati che si muovevano tra i corpi delle vittime del massacro, gli hanno chiesto aiuto e sono state portate in ospedale. Le ragazze prese in ostaggio Durante il brutale attacco alla Festa nella Natura, è stato confermato dagli organi di sicurezza di Israele che decine di partecipanti sono stati catturati e, secondo quanto riferito, alcuni di loro sarebbero stati uccisi. Ci sarebbero anche numerosi dispersi. Come Noa Argamani, catturata mentre era aggrappata alla moto del suo fidanzato. Urla e disperazione, il suo ragazzo Avi Nathan, anche lui prigioniero, non ha potuto fare nulla contro la violenza dei membri di Hamas.
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zaydabuzaydrp · 7 months
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Abu Zayd, più precisamente Zayd Abu Zayd Ab-Alh-Rahmann III, meglio conosciuto come "il Moro Zeyt", è un altro dei grandi protagonisti della nascita del Regno cristiano di Valencia.
Ultimo signore almohade di Valencia, era il pronipote del califfo berbero Abd-Al-Mucmin. Pur essendo originario di Baeza, era stato avviato alla politica dal nipote, il califfo Yusuf II, che lo nominò governatore di Valencia.
L'ultimo re almohade di Valencia vide presto sorgere problemi, sia per la pressione delle truppe cristiane a nord sia per quella di altri signori musulmani a sud. Insieme alla corruzione politica, che già esisteva all'epoca, avevano soffocato il popolo.
Dopo la morte del califfo Yusuf II, la decadenza politica si aggravò. Fu allora che Abu Zayd fu costretto a chiedere la protezione di Ferdinando III, il re santo di Castiglia. I raccolti rovinati da una piaga di cavallette e la mancanza di cibo incoraggiarono la ribellione della popolazione. In questa situazione, Zayyan Ibn Mardanis, discendente del re Lobo, arrivò a Valencia da Onda e guidò il rovesciamento di Abu Zayd, che dovette lasciare la città con il suo seguito e la sua famiglia nel 1229, diretto a Segorbe (Castellón).
Qui storia e leggenda si fondono, poiché si dice che la conversione del "moro Zeyt" sia avvenuta a Caravaca de la Cruz, dove la leggenda vuole che sia apparso il simbolo della croce.
Secondo la tradizione locale più diffusa, si dice che dalla fine del 1230 o all'inizio del 1231, il re almohade di Valencia e Murcia, Abu Zayd, si trovava nei suoi possedimenti a Caravaca. Interrogò i cristiani che teneva prigionieri per scoprire quali mestieri esercitassero, con l'obiettivo di occuparli secondo le loro capacità. Tra loro c'era il sacerdote Ginés Pérez Chirinos che, come missionario, era venuto da Cuenca nelle terre saracene per predicare il Vangelo. Egli rispose che il suo compito era quello di celebrare la messa e il re moresco voleva sapere com'era. Fu ordinato di portare da Cuenca i paramenti corrispondenti e il 3 maggio 1232, nella sala nobile della fortezza, il sacerdote iniziò la liturgia. Tuttavia, poco dopo aver iniziato la liturgia, dovette fermarsi, spiegando che gli era impossibile continuare perché mancava un elemento essenziale all'altare: un crocifisso.
In quel momento, attraverso una finestra della stanza, due angeli scesero dal cielo e posero delicatamente una croce a due bracci sull'altare. Il sacerdote poté quindi continuare la celebrazione della messa e, in presenza di tale meraviglia, Abu-Ceyt (insieme ai membri della sua corte presenti) si convertì al cristianesimo. In seguito si scoprì che la croce apparsa era il pettorale del vescovo Roberto, primo patriarca di Gerusalemme, realizzato con il legno della croce dove morì Gesù Cristo.
Quando Abu Zayd si convertì, prese il nome di Vicente Bellvís, come riportano le cronache dell'epoca. Morì tra il 1265 e il 1270.
La morte di Abu-Zayd è precedente all'11 dicembre 1268, data in cui il documento lo dichiara defunto. I suoi figli e parenti ricevettero un'importante eredità e, essendo imparentati con la nobiltà aragonese, divennero anch'essi signori cristiani.
QUI GIACE D. VICENTIUS BELVIS CON I SUOI ​​FIGLI UN TEMPO ZEIT ABUSIÒ RE VALENTIA MAURUS ADEO IL PROTETTORE DELLA SUA RELIGIONE VT DUE UOMINI INNOCENTI BEATI GIOVANNI DI PERUSIA E PIETRO DI SASSO-FERRATICO FIGLI E COMPAGNI DI PADRE FRANCESCO CHE PREDICANO LA VERA FEDE DI CRISTO OTTENUTO ATTRAVERSO LA SPADA MA RICEVERE LA LUCE DEL PADRE ISPIRATORE OGNI PECCATO FU CONSUMATO DAL SANTO BATTESIMO E IL SEGNO DELL'ETERNA RICONCILIAZIONE EGLI DESTINÒ UNA VOLTA LA SUA SALA IN CHIESA E SEDE.
Intorno al 16 giugno 1860, a Valencia fu eretta una lapide che lasciava in vista alcuni resti umani, il cui stato denotava la loro antichità. Nello stesso luogo fu rinvenuta una pergamena che recitava come segue:
Data di nascita:
17 ottobre 1195
Data di morte:
11 dicembre 1268
Titoli:
-Principe musulmano
-Signore cristiano
Etnia:
Berbero
Religione:
Islam
Religione 2:
Cristiano cattolico
Dinastia:
Almohade
Prestavolti nella trama:
-Alvaro Rico
-Walid Azaro
-Asier Cadenas (pv attuale)
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parmenida · 13 days
Text
"Al Sud la gente ti guarda in faccia quando t'incrocia, ti regala un sorriso e ti chiede se hai bisogno se ti vede in difficoltà; non scappa se le rivolgi una domanda, non ti tiene a distanza, non ti guarda con sospetto. Al Sud se un uomo ti aiuta a portare una valigia è perché vuole aiutarti a portare la valigia. Non è perché ci prova e talvolta, perché non ci prova, ci resti un po' male. Al Sud l'aria odora di mare anche se il mare è ancora distante; i campi, ogni tanto, sono come la borsa di una donna: un po' confusi ma provvisti del necessario. Al Sud il sole sa essere estivo senza farti evaporare l'anima, anzi l'anima te la prende e l'accompagna in paesaggi che sanno sia di selvatico sia di meraviglia. Al Sud non esiste solitudine o sconforto. Ce la si fa sempre perché "siamo nati per lottare"; la forza d'animo ha la sfrontatezza dei paesotti arroccati sui monti, delle abitazioni solitarie che se ne stanno a picco sul mare. Al Sud il mare è azzurro come il cielo, la sabbia fine come il sale, gli scogli duri come le teste, le case profumate di ragù e tradizioni, le Chiese piene di persone e rituali ancestrali. Al Sud ti senti sempre a casa, anche se casa tua è ormai altrove. I giovani hanno gli occhi pieni di orizzonti lontani e gli anziani ridondanti di antica saggezza. Ti accorgi di essere arrivata al Sud dagli odori dell'aria, dal tocco del vento, dalla serenità del cuore, dalla colazione in un bar. Con tre euro prendi il cornetto, il cappuccino, una bottiglietta d'acqua, un bicchiere d'acqua aggiuntivo, uno sguardo amichevole e un paio di battute che possono strapparti una sana risata. Fa bene stare al Sud ed essere del Sud. La gente se ne accorge e non solo per l'accento. Il Sud è una filosofia di vita, è una forza diversa, un miscuglio di culture che ti rende ricco, riconoscibile e umano eternamente. Te lo porti dentro sempre, il Sud.
Se resti, se vai, se vai ma poi torni..."
- G. Pannia
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