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#nazisti palestinesi
pettirosso1959 · 7 months
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La musica trance, anche all'alba, pompa altissima. È uno dei momenti più intensi dello sballo al Rave di Sukkot, o più semplicemente la Festa della Natura, iniziata venerdì verso le ore 23 e durata tutta la notte fino al sabato mattina, vicino al Kibbutz Re'im, poco distante dalla Striscia di Gaza. Sono migliaia i ragazzi israeliani tra i 20 e 40 anni, arrivati da ogni parte del paese, ballavano liberi tra i gazebo del festival organizzato nel deserto nordoccidentale. Nessuno poteva immaginare cosa stesse per accadere da lì a breve. L'assalto di Hamas Tra i presenti qualcuno filma il momento dell'assalto, nel cielo da lontano si vedono delle macchie nere in movimento che si avvicinano, quei punti sono i combattenti di Hamas che usano i parapendii per infiltrarsi in Israele. Quando sono atterrati nella zona della festa scatta il panico generale. La musica non c'è più, lo speaker invita gli ospiti a lasciare l'area lentamente, i primi feriti vengono soccorsi sul posto, poi un nuovo attacco violento di Hamas che lancia i primi razzi, da terra i terroristi sparano colpi di arma da fuoco sulla folla, in migliaia tentano la fuga nel deserto. La fuga sotto i razzi I più fortunati riescono a raggiungere le proprie auto per tentare la fuga, altri invece hanno i mezzi lontani e corrono nel deserto. Una testimone ventenne al Times of Israel ha raccontato le scene di panico di massa mentre i razzi venivano lanciati in alto. La jeep sulla quale è riuscita a fuggire lungo la strada ha recuperato una coppia di giovani bloccata, poi la fuga veloce a sud di Nitzana. Secondo un rapporto del sito di news israeliano Ynet, molti feriti sono stati evacuati proprio negli ospedali del sud. Le amiche salve solo per essersi finte morte Un'altra testimonianza drammatica è quella di una ragazza salvata da un automobilista che l'aveva presa a bordo dopo che 5 uomini armati avevano aperto il fuoco sulla sua auto. Ha raccontato di come il gruppo ha sparato ancora e ucciso anche il conducente. Lei e una sua amica si sono salvate solo perché si sono finte morte. Dopo due ore dall'attacco, le ragazze hanno riconosciuto le voci di alcuni soldati che si muovevano tra i corpi delle vittime del massacro, gli hanno chiesto aiuto e sono state portate in ospedale. Le ragazze prese in ostaggio Durante il brutale attacco alla Festa nella Natura, è stato confermato dagli organi di sicurezza di Israele che decine di partecipanti sono stati catturati e, secondo quanto riferito, alcuni di loro sarebbero stati uccisi. Ci sarebbero anche numerosi dispersi. Come Noa Argamani, catturata mentre era aggrappata alla moto del suo fidanzato. Urla e disperazione, il suo ragazzo Avi Nathan, anche lui prigioniero, non ha potuto fare nulla contro la violenza dei membri di Hamas.
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palmiz · 1 year
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Così, per la cronaca e memoria.
Morti di serie a e b, a seconda della convenienza storica, i nazisti sono sempre gli altri.
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colonna-durruti · 7 months
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Moni Ovadia
Il vittimismo lo facevano anche i nazisti. Noi dobbiamo ammazzare gli ebrei, sterminarli, perché sennò quelli ci distruggono. Questo era il mantra dei nazisti. Perché ve la prendete con gli ebrei, cosa vi hanno fatto di male? Vogliono distruggere la Germania e impossessarsi del mondo. La propaganda di Goebbels si fondava su questo. Un vittimismo criminale che fece presa sui tedeschi.
Oggi quando tu dici distruggi mezza Gaza, e poi dici è successa questa cosa, chi è stata la vittima? Gli israeliani, ti dicono loro. Guai a questo vittimismo. Ricordo un’affermazione di un grande intellettuale palestinese scomparso, Edward Said: “la tragedia dei palestinesi è essere vittime delle vittime”. Che è altra cosa dal vittimismo giustificato, quando gli ebrei si dicevano giustamente vittime. Ma adesso, con non so quante centinaia di testate nucleari?
https://www.unita.it/2023/10/28/seguo-la-lezione-di-mose-non-sono-un-traditore-intervista-a-moni-ovadia/?fbclid=IwAR0TwZiFDMuXoGDGHxKBiFPgSRRgF4V0D2wPsd_hzWvrI9l8Ot9YOqNAvRM
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fatticurare · 28 days
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Qui leggi che Priebke racconta a Esteban Buch a Bariloche di un attentato a Roma: morirono 32/33 soldati e per ognuno di essi i nazisti del tutto legalmente fucilarono trecento italiani.
Dice Priebke che quei morti erano responsabilità degli attentatori, che non si erano presentati rendendo inevitabile la rappresaglia.
Ma, diamine, ti chiedi: dove hai sentito lo stesso argomento?
In tutti quelli che dicono che i trentamila morti palestinesi sono responsabilità di Hamas che non libera gli ostaggi e non si arrende.
Ecco dove.
Stessa logica.
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francescosatanassi · 3 months
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IL DIRITTO A DIFENDERSI
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Israele sa che queste immagini faranno il giro del mondo. Immagini pulite, chiare, che non mettono in dubbio un'esecuzione di massa. Eppure preme lo stesso il grilletto, uccide oltre 100 palestinesi e ne ferisce 700 mentre questi stanno raccogliendo aiuti umanitari. Lo fa perché sa che ne uscirà pulito, giustificato, appoggiato dall'occidente. C'è stato un momento nella storia in cui questa cosa aveva un nome: strage di innocenti. Ora la chiamano in un altro modo: la guerra diventa missione di pace, le bombe sui civili esportano la democrazia e un genocidio è diritto a difendersi. Ma qui siamo a un livello oltre, perché Israele non ha mai voluto esportare nulla, non vuole che i palestinesi diventino schiavi, non vuole "vincere la guerra", vuole lo sterminio totale di un popolo. Non ha più bisogno di una scusa, né di nasconderlo come facevano i nazisti. Lo fa e basta, davanti a tutti, alla luce del sole. Prima dice che i suoi soldati si sono sentiti in pericolo, poi che i palestinesi si sono uccisi a vicenda calpestandosi nella ressa. Non è più necessario inventare stupri, bambini decapitati o tunnel sotto gli ospedali. Ora preme il grilletto e basta. Lo fa davanti a tutto il mondo perché una parte mondo ha scelto di non fare nulla per impedirglielo.
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Personaggi ufficialmente accettati nella trama e nel cast principale e ricorrente:
-Musulmani moderati
-Stato Islamico
-Neo fascisti moderati che hanno subito la sconfitta
-Ex nazisti del periodo storico del Novecento
-Coppie Eterosessuali
-Bambini ogni tanto che potrebbero essere figli dei personaggi principali
-Sacerdoti
-Neo nazisti putinisti ma solo con Richard Stuard
-Ebrei sionisti israeliani ma solo due
-Palestinesi, uno solo
-Iraniani
-Arabi
-Satanisti, soltanto uno in particolare con eccezione
-Serial killer, soltanto uno in particolare con eccezione
Personaggi rifiutati e proibiti nel cast:
-Esseri mitologici
-Esseri soprannaturali
-Abortisti
-Omosessuali
-Persone che inventano altri generi
-Falsi profeti
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ballata · 1 month
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Sociologi propal con lauree 68ine da 18 politico dicono che la guerra a Gaza creerà una nuova generazione di terroristi palestinesi che un giorno vorranno vendicarsi.
Parzialmente potrebbe essere vero.
Per quanto mi riguarda il male ho lo estirpi tutto oppure il cancro ricresce.
Ma questi luminari non dicono tutto però.
Oltre 10 milioni di israeliani hanno assistito al massacro del 7 ottobre dove sono stati tagliati a metà neonati davanti le madri. Bene, questi 10 milioni di Israeliani scioccati sono diventati quasi tutti futuri cacciatori di nazisti mussulmani integralisti, non esiste nemmeno una famiglia ebraica che non conosce le persecuzioni naziste in europa ovviamente e non esisterà una sola generazione di Israeliani che scorderà gli eccidi degli islamisti barbetta e coltello...
Oggi non esiste nemmeno un ebreo che non conosce il pericolo nell'era in cui viviamo.
La caccia ai nazisti islamici, causata dal massacro del 7 ottobre, è un dato di fatto che i sociologi si dimenticano quando parlano della guerra a Gaza, dimenticando anche che la guerra a Gaza è in realtà iniziata dentro Israele.
Come dopo la #shoah, gli ebrei iniziarono a dare la caccia per scovare in ogni parte del mondo le #ss così gli ebrei andranno a caccia per sempre dei terroristi islamici. #sonocazziloro
#westandwithisrael
#israel🇮🇱 #islam #palestine #hamas #hezbullah #iran #medioriente #robertonicolettiballatibonaffini
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toscanoirriverente · 3 months
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Usare a sproposito “genocidio” serve a giustificare il terrorismo di Hamas, le teorie complottiste contro Israele e a negare diritti alla popolazione ebraica
Genocidio. Se fosse soltanto una questione nominalistica si potrebbe anche soprassedere. Se si trattasse solo di rimettere a posto l’uso di quella parola in ambito giuridico e disciplinare si potrebbe anche lasciar perdere. Ma non è una questione nominalistica, e l’uso improprio di quella parola fa ben altro, e ben peggio, che trascurarne la dovuta collocazione legale.
Se anche questo non fosse un segno preciso di quanto è grave l’affare, sarebbe stupefacente vedere come persone anche intelligenti, non prevenute nel giudizio in un senso o nell’altro, lascino intendere che dopotutto è una questione di formule verbali, quel che succede chiamalo come vuoi ma ci sono stragi e massacri che bisogna fermare e condannare.
La realtà è che quell’uso è pericolosamente improprio a prescindere dai criteri di legge che limitano e giustificano il richiamo della figura. È improprio, pericolosamente improprio, per fatto civile, storico, culturale. E politico.
Genocidio, infatti, per l’uso che si fa della parola, per l’intenzione di chi ne fa uso e, soprattutto, per la disavvertenza di chi non ne coglie l’improprietà, né i motivi che dovrebbero censurarla – facendo le viste che appunto si tratti solo di un nome magari innocuamente sbagliato, tutt’al più una irrilevante devianzioncella rispetto al formale tracciato della legge –, è questo: è il perfezionamento e completamento della cospirazione ebraica nel sopruso e nello sterminio. Questo è, in quell’uso violentemente improprio, questo è nelle intenzioni di chi vi ricorre e nella trascuratezza di chi lascia che vi si ricorra: è lo sprigionarsi sanguinario del maligno ebraico, lo sviluppo in armi della sopraffazione giudaica che ha messo radici in quella terra usurpata e da lì ha preso a coltivare le sue ambizioni di potenza sino alla programmazione e attuazione della soluzione finale.
Genocidio è la continuazione, con i tank imbandierati di stelle – le nuove svastiche –, dell’insinuazione ebraica nel sistema delle banche e finanziario. Genocidio è la prosecuzione, tramite l’apartheid coloniale imposto dai barbuti con Uzi e filatteri, del dominio giudaico a Hollywood e in Big Pharma.
Genocidio è “gli ebrei” che vogliono fare ai palestinesi le stesse cose che i nazisti hanno subito dagli ebrei, come dice una funzionaria dell’Onu dicendo esattamente così, non Israele, non il governo israeliano: ma “gli ebrei”.
Genocidio è l’intollerabile, e finalmente chiara a tutti, illegittimità della pretesa ebraica di impedire che abbia sfogo e trionfi il sacrosanto diritto di liberazione dal fiume al mare. Genocidio è l’insubordinazione degli ebrei al dovere di rimanere nel ghetto. Genocidio è la sopravvissuta al campo di sterminio che rifiuta di dichiararsi appartenente alla schiatta genocidiaria. Genocidio è l’ebreo genocida il cui genocidio non è venuto dal nulla. Genocida è il nome della cosa, l’ebreo.
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alephsblog · 25 days
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“È sconfortante questo 25 aprile che vede sfilare a Roma e Milano le bandiere dei fan di Hamas, epigoni dei palestinesi che durante la Seconda guerra mondiale si schierarono attivamente al fianco dei nazisti, ma che non vede sfilare i gonfaloni delle comunità ebraiche delle due città, esclusi dal settarismo di una Anpi che copre e avalla senza pudore l’antisemitismo dei cortei filopalestinesi.”
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isabeth98 · 6 months
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Non capisco tutto questo astio contro Israele, addirittura lo definiscono "nazista" quando invece è stato vittima del nazismo, appoggiato dagli arabo-musulmani di Palestina, subendo un vero genocidio di ben 6 milioni di ebrei innocenti e moltissimi erano bambini! Lo stesso dicono di Putin, che invece combatte i nazisti! Davvero non lo capisco ma non lo accetto.
Attualmente, chi ha iniziato sono stati gli arabo-musulmani di Hamas con l'uccisione immotivata di 1300 giovani ebrei, bambini inclusi ed altri 200, molti bambini, li tengono in ostaggio.
Che doveva fare Israele, lasciare che massacrassero il suo popolo?
Circa gli invasori-occupanti, questi sono i cosiddetti "palestinesi" arabo-musulmani.
Nel 1948, le potenze vincitrici dell'ultima guerra divisero la Palestina in due parti: una per Israele (rimasti in poco più di 800.000) ed una per i "palestinesi". Bene, Israele accettò la sua parte e si dette da fare per costruire il suo Stato: coltivò i campi, costruì case, strade ecc., nei limiti della parte assegnatagli, non pretese l'intero territorio.
Ma i palestinesi, ricattati o sobillati dagli arabo-musulmani, gli mossero guerra in una coalizione composta da Egitto, Irak, Iran... Ma questi, pur essendo di molto superiori di numero e molto meglio armati, persero tutte le guerre. (Già questo dovrebbe dirvi qualcosa)... Come in tutte le guerre, i vincitori conquistamo territori.
Israele, dunque, non ha rubato niente, non ha invaso niente, ma ha coseguito il frutto delle sue vittorie. Se non gli avessero mosso guerra e si fossero dati da fare, come fecero gli ebrei, oggi avrebbero lo Stato Palestinese.
Quindi, non prendetevela con israele e neppure con i palestinesi, che sono buona gente, umile e semplice, ma con gli arabo-musulmani, che da sempre impediscono la pace in quella regione.
Poi, come si sa, i palestinesi sono cristiani ed è noto che i musulmani fanno stragi e genocidii di cristiani. Come mai non lo fanno con i cristiani di Palestina? Ve lo siete mai chiesto? A loro non interessa il popolo palestinese, ma lo usa per il loro unico scopo: distruggere lo Stato d'Israele! UTOPIA! Ci han sempre provato fin dai tempi antichi, quando qualcuno gridò: "Muoia Sansone con tutti i filistei"!
Tutto ciò che -forse- potrebbero ottenere è il grido: "Muoia Israele con tutto il Medioriente"!
E questo che si vuole?
La pace non si ottiene con atti terroristici, ma col dialogo e soprattutto, nel caso specifico, nel riconoscere lo STATO D'ISRAELE.
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palmiz · 7 months
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I crimini di Israele
e la mission del Sionismo
Quello che i vergognosi media occidentali non dicono
«Ma se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi come i nazisti»
[Norman G. Finkelstein, intellettuale ebreo i cui genitori furono vittime dell’Olocausto]
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«Alla fine degli Anni Cinquanta, quel grande pettegolo e storico dilettante che era John F. Kennedy mi disse che nel 1948 Harry Truman, proprio quando si presentò candidato alle elezioni presidenziali, era stato praticamente abbandonato da tutti. Fu allora che un sionista americano andò a trovarlo sul treno elettorale e gli consegnò una valigetta con due milioni di dollari in contanti. Ecco perché gli Stati Uniti riconobbero immediatamente lo Stato d’Israele».
Gore Vidal, prefazione del libro “Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni” di Israel Shahak
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Una piccola striscia di terra lunga circa 45 chilometri e larga 10 in cui vivono un milione e mezzo di palestinesi è martoriata da oltre 60 anni.
Tsahal, il fiero esercito israeliano da settimane sta letteralmente sterminando una popolazione inerme, come ripercussione, dicono, a lanci di missili da parte di Hamas in territorio israeliano.
Razzi che avrebbero provocato la morte di 5 militari (altri 4 sono stati uccisi dal “fuoco amico" , cioè dagli stessi soldati), mentre nelle fila degli arabi, gli assassinati dal democratico stato di Israele sarebbero oltre 900 con diverse migliaia di feriti.
Numeri purtroppo destinati ad aumentare con il passare del tempo e delle incursioni.
I crimini attuali dell’esercito israeliano
I bersagli preferiti dall’esercito israeliano in diciassette giorni di guerra sono scuole, moschee, abitazioni private e soprattutto ambulanze, queste ultime per impedire il soccorso e il salvataggio di migliaia di feriti, che muoiono agonizzando per le strade.
Quindi non solo obiettivi militari ma soprattutto civili, e questo non a caso, visto che tale strategia si chiamata “guerra psicologica”.
La cosa non deve sorprendere, perché l’85-90% dei morti in tutte le guerre che si ‘rispettino’, sono infatti civili (uomini, donne e soprattutto bambini).
L’esercito di Sion sta utilizzando a Gaza armi vietate dalle Convenzioni internazionali, come le bombe al fosforo bianco (usate in grande quantità in Iraq dalla colazione anglo-statunitense). Lo riporta anche il “Corriere della Sera” dell’11 gennaio.
Nonostante la smentita del portavoce dell’esercito, il quotidiano Times di Londra ha pubblicato delle foto che non lasciano spazio a dubbi sull’uso appunto di queste vergognose e criminali bombe. Arriva infine la conferma da una fonte israeliana, ripresa dalla Radio svizzera italiana e riportata dall'agenzia Ansa (oggi 12 gennaio 2009) secondo la quale si tratta solo di bombe fumogene. Il tutto ovviamente per giustificare il fumo strano prodotto (vedi immagine sotto) dai bombardamenti dell'esercito.
Ma la fonte continua dicendo che "un po' di fosforo nelle munizioni c'è".
Non solo, ma a testimonianze di medici, a Gaza verrebbero utilizzate anche armi a forte potere esplosivo come quelle a base di stando lega di tungsteno.
Insomma i “territori occupati” sono un ottimo “campo di battaglia” per decimare da una parte la popolazione araba e dall’altra per sperimentare nuove armi.
Perché tale guerra?
Qualcuno sostiene che tale criminoso attacco militare da parte di Israele sia per ripicca a causa della grama figura fatta contro Hezbollah in Libano nel 2006.
Purtroppo non è questo il motivo: si tratta di un progetto chiaro e lineare che stanno portando avanti da oltre un secolo i sionisti.
L’attuale attacco è stato preparato infatti con 6 mesi di anticipo, quindi molto tempo prima del lancio di razzi da parte di Hamas!
Lo confermano canali ufficiali come la CNN e giornali come il britannico The Guardian.
Il canale televisivo CNN ha denunciato che la tregua tra Hamas e Israele ha iniziato a vacillare agli inizi di novembre, quando un commando israeliano ha ucciso durante un’incursione sei membri di Hamas, scatenando la ovvia reazione.
Anche il quotidiano Guardian del 5 novembre ha confermato la notizia.
Quindi esistono le prove che a rompere la tregua non è stato Hamas ma bensì lo stato di Israele a novembre del 2008!
Ma per comprendere il quadro generale è necessario fare un passo indietro.
Nascita del Sionismo
“Nell’Europa della fine del XIX secolo una convergenza di ragioni storiche, fra cui le persecuzioni antisemite, spinse un gruppo di intellettuali ebrei a teorizzare la necessità della nascita di una nazione ebraica dove quel popolo potesse finalmente trovare maggior pace e sicurezza.”
Questa teoria, che non è rimasta tale ma è diventata una triste realtà, prende il nome di sionismo.
Il sionismo è per così dire un «movimento» molto complesso, ma dagli obiettivi semplici, nato verso la fine del XIX° secolo qui da noi in Europa.
Il “sionismo” è suddivisibile in tre categorie:
- «Sionismo» propriamente detto, organizzato dal dottor Theodor Herzl, con lo scopo di ricostruire lo Stato ebraico di Gerusalemme in Palestina.
- «Sionismo territorialista», organizzato da Israel Zangwill, con lo scopo di costituire una «terra ebraica» in qualunque parte del mondo, privilegiando però la Palestina.
- «Sionismo socialista», organizzato da Moses Hess, che vuole conservare agli ebrei nel mondo l’identità nazionale, sforzandosi però tutti per un ritorno a «Eretz Israel».
Il «Sionismo territorialista», quello più recente, è stato fortemente voluto da Israel Zangwill (1864–1926), membro di prestigio della società sionistica l’«Antico Ordine dei Maccabei» (1891) e fondatore della rivista umoristica «Ariel». Alla “Dichiarazione Balfour”, che vedremo dopo, rivendicò per tutti gli ebrei del mondo il diritto inalienabile di colonizzare la Terra di Israele.
Il «Sionismo» per così dire ufficiale, è nato nel 1897 durante il primo «Congresso Sionista» di Basilea in Svizzera.
Fu però nel 1895/96 che compare per la prima volta il «Der Juden Staat» («Lo Stato degli Ebrei»), il manifesto scritto da Theodor Herzl in persona.
Più che manifesto si tratta di un vero e proprio libro «scritto in poche settimane, in una specie di delirio misto di fervore mistico e considerazioni pratiche», dove veniva esposto il piano ben preciso per una organizzazione ebraica mondiale.
Un piano precisissimo e completo di rimozione di tutta la popolazione araba, cioè non ebraica, dal futuro stato sionista: la “Gerusalemme liberata” (cioè “liberata” dai goym, dai gentili, dai “sub-umani”, dagli arabi).
Come mettere in atto questo spietato e criminale progetto?
Semplicemente attraverso l’espropriazione dei terreni e delle proprietà!
Quindi l’origine del gravissimo dissidio “israelo-palestinese” non si trova nel XXI° secolo, ma risale alla fine del XIX secolo. E’ proprio in quegli anni che fu ideato il progetto spietato di cacciare dalla Palestina tutti gli arabi, nessuno escluso, quindi ben cinquant’anni prima della nascita stessa dello Stato d’Israele e oltre un secolo prima dell’ennesima e ultima strage di stato che stiamo assistendo impotenti in questi giorni.
L’affare Dreyfus
Il periodo storico quando Theodor Herzl scrisse “Der Juden Staat” era molto caldo perché erano passati solo due anni dall’«affare Dreyfus».
Un affare delicatissimo perché riguardava le accuse (inventate ad hoc per scatenare appositamente l’antisemitismo…) di alto tradimento a carico di un capitano d’artiglieria ebreo (poi reintegrato nell’esercito dal tribunale), il francese Alfred Dreyfus: accusato di passare informazioni segrete all’esercito tedesco.
L’altro sionismo, quello «socialista» e l’«affare Dreyfus» hanno proprio nella Francia il comun denominatore: fu proprio a Parigi che Moses Hess, il padre spirituale del «socialismo sionista», lavorò come corrispondente per alcuni giornali socialisti di Germania e Stati Uniti. Moses Hess viene anche ricordato per la sua opera omnia: «Roma e Gerusalemme», considerata un classico della teoria sionista, e pubblicata in Germania nel 1862.
L’Alleanza israelita universale
Sempre nella capitale francese nasce una delle principali organizzazioni internazionali che promuove l’insegnamento e la cultura ebraica: l’«Alleanza Israelita Universale» (l’«Alliance Israélite Universelle»).
I fondatori di questa «Alleanza» furono «17» giovani e il «17» maggio 1860, grazie ai fondi di Sir Moses Haïm Montefiore e Lord Rothschild, organizzarono un manifesto politico sintetizzando le idee massoniche della «Rivoluzione Francese» del 1789 (il motto: «Liberté-Egalité-Fraternité» era scritto nelle logge massoniche francesi ancora 50 anni prima della Rivoluzione) e i principi del giudaismo.
«L’Alleanza Israelita» promosse nel 1870 a Jaffa (Palestina) la nascita della prima colonia ebraica «Mikweh o Mikiveh Israel». Ma le costruzioni in Palestina erano iniziate qualche tempo prima: il «Misgav Ladach Hospital», è un ospedale sorto nel 1854 e il cui nome originario era «Rothschild Hospital».
E’ facile comprendere che il sionismo non è un semplice movimento politico e/o religioso, come vogliono farci credere, ma un vero e proprio movimento pericoloso il cui obiettivo è quello di liberare, con ogni mezzo lecito e illecito, la “Terra Promessa” dagli arabi (goym) per consegnarla nelle mani del popolo eletto.
Il tutto nell’attesa della venuta del Messia…
La dominazione turco-ottomana
Alla fine del 1800 la Palestina era nelle mani dell’Impero turco-ottomano.
Nel 1915 il governo britannico chiese aiuto militare allo sceriffo della Mecca Hussein (esistono a tal proposito lettere firmate da Thomas Edward D’Arabia, famoso Lawrence d’Arabia, che confermano questo) per cacciare i turchi-tedeschi dalla regione.
In cambio promise la creazione di uno stato arabo indipendente!
Questo è un punto chiave: la promessa agli arabi da parte del governo di Sua Maestà di uno Stato arabo indipendente, in cambio di aiuto.
Gli arabi, vista l’importante promessa, parteciparono in massa e moltissimi persero la vita in combattimento proprio per questo motivo: la liberazione della Palestina assieme alle truppe inglesi.
L’esercito britannico, nonostante la Grande Guerra in corso, spostò un milione di soldati per portarli in Terra Santa. Ci deve essere stato un ottimo motivo per movimentare, cioè togliere dal fronte europeo, tutti quei soldati?
Il motivo c’era eccome!
Accordo Sikes-Picot
Dopo la scontro con l’esercito turco-ottomano, nel 1916 Russia, Francia e Inghilterra siglarono l’accordo di Sikes-Picot, il piano alleato per dividersi l’Impero ottomano in disfacimento.
Nell’accordo la Palestina doveva rimanere internazionalizzata sotto l’amministrazione di tutte e tre.
Il tradimento al popolo arabo
Il vero e proprio tradimento del popolo arabo avviene il 2 novembre 1917 con la «Dichiarazione Balfour»: una lettera che Arthur Balfour, Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, inviò al capo della Federazione sionista Lord Rothschild, dove Sua Maestà riconosceva ufficialmente ai sionisti , il diritto di formare uno Stato indipendente in Palestina.
Lettera importantissima perché legittimò e riconobbe il diritto internazionale ai sionisti di creare un «focolare nazionale del popolo ebraico…» in Palestina.
Tale dichiarazione venne firmata da Pichon per la Francia , Wilson per gli Stati Uniti e Sonnino per l’Italia.
Pochi ricordano però come tale «Dichiarazione», cioè lo storico tradimento di tutta la popolazione araba della Palestina da parte inglese, specificava anche che per il raggiungimento dello scopo: «nulla dev’essere fatto a pregiudizio dei diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina…».
E’ avvenuto esattamente il contrario.
Nel 1919 gli inglesi entrano in possesso della Terra Santa e dal 1920 con gli accordi di Sèvres, inizia ufficialmente l’immigrazione ebraica.
La terra indipendente araba rimane una promessa non mantenuta!
Trattato di Sèvres
Nel 1920 il Trattato di Sèvres sancì la spartizione dell’area mediorientale che vide: la Siria assegnata alla Francia e la Palestina alla Gran Bretagna.
Nel 1922 l’Inghilterra ricevette dalla Società delle Nazioni il Mandato per l’amministrazione della Palestina, sotto la cui egida nacque la Jewish Agency (Agenzia Ebraica) per promuovere l’economia ebraica nell’area.
E’ a questo punto che il padre del sionismo, Theodor Herzl, disse di voler: «sospingere la popolazione [ palestinese ] in miseria oltre le frontiere»
Lo scopo dal 1895 ai nostri giorni è sempre stato questo espresso da Herzl.
Peel Report, White Paper e la “Soluzione a due Stati”
Gli anni che vanno dal 1936 al 1947 videro crearsi le basi per la storica guerra arabo-israeliana del 1948.
Cominciano infatti le proposte di formazione di due Stati separati.
Gli inglesi pubblicano il Peel Report (1936) che prevede una separazione di ebrei e arabi secondo la divisione demografica del momento. La proposta non soddisfa le ambizioni territoriali dei sionisti e neppure gli arabi l’accettano perché chiedono che sia fermata l’immigrazione e che s’impedisca l’acquisizione di ulteriori terre.
Sempre gli inglesi pubblicano il White Paper sulla Palestina nel 1939, dove accettano di limitare l’immigrazione ebraica e l’acquisto di terre e promettono la transazione verso un futuro governo palestinese. Solo e sempre promesse come quella tradite dalla Dichiarazione Balfour del 1917.
Il terrorismo in Terra Santa
Prima dell’intervento britannico gli arabi e gli ebrei ottomani (ebrei assoggettati all’Impero ottomano turco) convivevano in una pace secolare, con alti e bassi, ma pur sempre pace.
Quando iniziò l’immigrazione ebraica, cioè quando i sionisti iniziarono a comperare terre e soprattutto dopo il gravissimo tradimento della Dichiarazione Balfour, era pressoché scontato che iniziassero gli scontri tra arabi ed ebrei.
Cosa che avvenne infatti dal 1920 in poi.
Nel 1921 per esempio gli scontri feroci fra arabi ed ebrei (a Jaffa 200 morti ebrei e 120 arabi) furono interpretati dagli inglesi come “scontri spontanei”, ma ovviamente non era così.
Nel 1940 gli ebrei arrivarono a formare il 33% della popolazione in Palestina, e i sionisti già organizzati in gruppi di guerriglia, cominciano gli attacchi terroristici contro gli inglesi e contro i civili palestinesi.
I gruppi più noti furono l’Irgun, l’Haganah e lo Stern.
Questo ultimo, chiamata “Banda Stern” è nata nel 1942 per opera dell’ebreo polacco Abraham Stern.
Una banda che incarnò la variante più violenta e terroristica del movimento sionista.
La loro azione più eclatante fu l’attentato alla sede dell’amministrazione britannica all’Hotel King David di Gerusalemme nel luglio 1946, dove venne fatta saltare una intera ala, con un bilancio di circa 200 vittime!
Tra i capi del comando vi era un certo Menachem Begin[26], che fu Primo Ministro israeliano e Premio Nobel per la Pace con il presidente egiziano Sadat…
Dopo questo e altri avvisi, nel 1947 gli inglesi rinunciano al mandato e lo consegnano nelle mani dell’ONU.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite propone nella Risoluzione 181 l’ennesima divisione in Stati separati, gli arabi la rifiutano e di nuovo non senza motivo: agli ebrei sarebbe andato il 54% delle terre anche se erano solo il 30% della popolazione presente all’epoca.
Nella primavera del 1947 iniziano gli scontri militari tra arabi ed ebrei, dove i gruppi terroristici sionisti si distinguono per una lunga serie di crimini efferati: massacri, assassini e pulizia etnica documentati oltre ogni dubbio.
E’ infatti in questo periodo il massacro di 200 palestinesi a Deir Yassin, strage (di civili palestinesi) che passò alla storia e che fu perpetrata sotto la diretta responsabilità sempre di Menachem Begin.
Nascita dello Stato d’Israele.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra d’Indipendenza (1948-49) nasce il 14 maggio 1948 ufficialmente lo Stato d’Israele con la «Dichiarazione d’indipendenza» firmata dal Primo Ministro David Ben-Gurion, e preceduta da una risoluzione ONU, la numero 181 del 29 novembre 1947, che decise la spartizione (che non rispettava la demografia dell’epoca) dei territori.
Inutile dire che tale spartizione territoriale ha accentuato gli scontri tra popolazione, perché più che spartizione possiamo parlare di vera e propria razzia: il 73% della Palestina era diventata territorio ebraico, con oltre 750.000 rifugiati palestinesi.
Dopo soli 2 anni, nel 1950, Israele vota la Legge sulla Proprietà degli Assenti (5710-1950), una legge vergognosa che espropria la terra a tutti i profughi fuggiti durante la guerra.
I palestinesi vengono espropriati di tutto: case, terreni e attività commerciali.
In totale violazione della Risoluzione ONU 194 (12/1948) che sancisce il diritto dei profughi di tornare e di essere risarciti da Tel Aviv. Non solo i risarcimenti non sono mai avvenuti, ma i profughi si sono visti privare della propria casa.
La guerra del 1947/48 era stata preconizzata dal Presidente (dal 1926) dell’Università ebraica di Gerusalemme, Judah Magnes, il quale ha dichiarato che la creazione di uno stato ebraico in Palestina avrebbe condotto «alla guerra contro gli arabi».
Judah Magnes si riferiva al «Programma Biltmore» stilato a New York nel maggio del 1942 presso l’omonimo Hotel Biltmore, da un gruppo di sionisti americani appoggiati sia dai democratici che dai repubblicani statunitensi.
Tale programma del 1942 (ben prima che finisca la Seconda Guerra Mondiale) era appunto l’ennesimo tassello piazzato al posto giusto per la creazione dello Stato ebraico in terra palestinese!
Tra il 1917 e il 1948, e cioè tra la «Dichiarazione Balfour», il «Programma Biltmore» e la «Dichiarazione d’Indipendenza» avviene qualcosa che avrà ripercussioni in tutto il mondo e soprattutto nella causa ebraica: la Seconda Guerra Mondiale con l’Olocausto e l’immigrazione di massa.
Nel 1956 Israele, in accordo con le mire strategiche e gli interessi economici di Gran Bretagna e Francia attacca l’Egitto (che guarda caso aveva nazionalizzato il canale di Suez) conquistando Gaza e il Sinai, ma gli Stati Uniti costringono Tel Aviv a ritirarsi.
Nel 1964 gli stati arabi creano l’OLP (l’Organizzazione per la liberazione della Palestina), e presto questo gruppo darà inizio ad azioni di guerriglia contro Israele.
Nel 1966 la Siria permise a guerriglieri palestinesi di operare sul proprio territorio. Israele ovviamente minacciò ritorsioni per cui la Siria fece un patto di difesa con l’Egitto. In seguito a rappresaglie israeliane in Cisgiordania, Cairo assume un atteggiamento bellicoso, ma non va oltre.
Nel maggio del 1967 Nasser, il presidente egiziano, stringe un patto di difesa con la Giordania , che sembra mirare solo ad un rafforzamento strategico, e non a un effettivo attacco contro Israele.
Israele non aspetta e nel giugno del 1967 attacca l’Egitto, ben sapendo che avrebbe vinto in pochi giorni.
Questa è la nota Guerra dei 6 giorni, che segna l’umiliante disfatta araba.
In un attimo Israele occupa illegittimamente la Cisgiordania , Gaza, Gerusalemme Est, le alture del Golan ed il Sinai (poi restituito all’Egitto) e non si ritirò mai più nonostante le numerose risoluzioni dell’ONU (ad oggi sono circa 70).
Nel novembre dello stesso anno, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU condanna la conquista dei territori con la Risoluzione 242 imponendo il ritiro immediato dai Territori Occupati.
Israele accetterà 3 anni dopo tale Risoluzione senza però evacuare i territori, alla faccia del Consiglio di Sicurezza.
Il resto è storia…
Storia sono le condotte di Israele chiamate per ben tre volte “un insulto all’Umanità” dalla Commissione dell’ONU per i Diritti Umani (1977, 1985 e nel 2000).
Storia è anche la Risoluzione ONU A7RES/37/133 che nel dicembre del 1982 definì il massacro di Sabra e Chatila sotto la “personale responsabilità di Ariel Sharon” un “atto di genocidio”
Stiamo parlando di 1700 civili massacrati per due lunghissimi giorni dentro i campi profughi, protetti dall’esercito israeliano, a colpi di machete dai cristiano-falangisti.
L’elenco potrebbe continuare a lungo.
Sionismo cristiano
L’altra cosa da sapere, che non tutti conoscono, è il movimento dei «sionisti cristiani (Christian Zionists).
Anzi, spesso e volentieri, sono stati proprio dei cristiani (come George Walker Bush junior per esempio) che si sono rivelati i più forti sostenitori del ritorno degli ebrei a Gerusalemme.
“La teologia dei cristiani fondamentalisti d’America professa e attende la seconda venuta del Cristo con la conseguente fine del mondo, secondo una interpretazione della bibbia (…)”.
“Ma quell’evento sarà possibile solo quando gli ebrei avranno stabilito uno Stato ebraico su tutta la Palesino , e cioè ben oltre gli odierni confini di Israele "
L’«International Christian Embassy Jerusalem» ha tenuto fino ad oggi almeno quattro congressi internazionali sionisti cristiani: uno a Basilea e tre a Gerusalemme (la città madre del sionismo religioso).
Quindi il sionismo non è solamente un fenomeno ebraico, ma anche cattolico; non è solo un movimento politico ebraico, ma anche occidentale.
Esiste una forte corrente sionista pure tra i membri dell’amministrazione statunitense di ieri e oggi.
Basta leggere con attenzione i nomi della squadra “scelta” dal futuro presidente Obama per capacitarsene.
Pensate che nel 1978 la Camera dei Rappresentanti americana proclamò l’«Education Day USA», cioè il «giorno dell’istruzione». Una festa mobile che un anno cade il 24 marzo, un altro il 2 aprile, il 13 aprile, ecc. Tale data non è fissa perché segue il calendario giudaico-babilonese invece del classico giuliano. La data coincide con l’anniversario del rabbi Menachem Mendel Scheerson, il cosiddetto «rebbe», considerato dalla setta assidica dei Lubavitcher, il vero «Messia».
Come mai tutti i presidenti, da Carter fino a George Walker Bush, hanno ripreso e mantenuto una tradizione «culturale» assai poco laica, per non dire ebraica?
C’è da dire che Carter, mediatore non ufficiale nel 2008 nei processi di pace in Medioriente, ha dichiarato ultimamente che Hamas ha tenuto fede al patto di 6 mesi cessando il lancio di missili, Israele invece no!
Strano a dirsi, ma Israele non ha mantenuto la pace…
L’antisemitismo
Dopo questa delicata trattazione è doverosa una parentesi sull’antisemitismo.
I «semiti» sono: «(…) gli Accadi (Assiri, Babilonesi), i Cananei, gli Arami (fra i quali emergono i Fenici e gli Israeliti), infine gli Arabi».
«Affermare che gli ebrei sono semiti è pressappoco come affermare, per esempio, che i francesi sono europei»
Da questa precisazione si evince che pochissimi ebrei sono veramente dei semiti e che non tutti i semiti sono ebrei (infatti gli arabi sono effettivamente dei semiti).
Come non tutti gli ebrei sono sionisti, anzi i sionisti sono pochissimi, per fortuna!
Siccome oggi tra la popolazione ebraica non esiste praticamente quasi più nessun discendente originario di Sem, accusare qualcuno di antisemitismo equivale accusarlo di antiarabismo.
La conseguenza logica di questa affermazione è che oggi tra i più antisemiti - ironia della sorte – sono proprio i governi d’Israele!
L’antisionismo
Per fortuna anche nel mondo ebraico il sionismo non è, e non era ben visto, ecco cosa diceva nel 1935 lo scrittore israelita Ettore Ovazza: «il miglior alleato della politica razzista è oggi, suo malgrado, il sionismo nazionalista. E’ nostra ferma convinzione che mai la politica antisemita sarebbe giunta agli estremi che ha toccato, se non avesse avuto fra i suoi principali argomenti probatori, il cosiddetto focolare nazionale ebraico. Lo stesso ideale ebraico, dal punto di vista puramente religioso, predica il ritorno a Sion come un ritorno spirituale; ma poiché la nostra dottrina nega il proselitismo, le minoranze ebraiche nel mondo rimangono le legittime depositarie dell’idea monoteistica e della legge mosaica che sta alla base della Bibbia e della moderna civiltà. Nel 1934, voler interpretare il ritorno a Sion in senso strettamente territoriale è segno d’incomprensione storica e religiosa. Noi, per funzione religiosa storica e civile, siamo e dobbiamo essere interamente cittadini delle nazioni dove viviamo da secoli e di cui formiamo parte indissolubile ed integrante. Noi respingiamo nettamente i sionisti nazionalisti che vivono rispettati in parità di diritti civili e politici con tutti gli altri cittadini nelle nazioni d’Europa, e che sospirano invece verso la Palestina ; che con un occhio guardano a Roma e con l’altro a Gerusalemme
Concludo con una grande speranza, quella che riguarda naturalmente la grande pacificazione in Palestina, l’abbandono di ogni crimine e soprattutto l’abbattimento del «muro della vergogna» che è stato innalzato per impedire la creazione de facto dello Stato palestinese.
«Udite governanti…della casa d’Israele, che costruite Sion sul sangue e Gerusalemme con il sopruso!» perché «a causa vostra, Sion sarà arata come un campo e Gerusalemme diverrà un mucchio di rovine…».
L’antisionista e antisemita che ha fatto questa affermazione è il profeta Michea, originario della Giudea e contemporaneo del grande Isaia (VIII a.C.)
Per approfondire l’argomento, consiglio di leggere questi due libri:
- “Perché ci odiano”, Paolo Barnard, ed. BUR
- “Storia ebraica e giudaismo: il peso di tre millenni”, Israel Shahak, ed. Centro Librario Sodalitium
Per approfondire:
- “Il Tradimento degli intellettuali”, Paolo Barnard www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=86
- “Una guerra non necessaria” Jimmy Carter www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5453
- “Gaza chi ha violato la tregua?” Miguel Martinez www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5455
http://www.disinformazione.it/crimini_di_israele.htm
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abr · 7 months
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I civili palestinesi uccisi durante i raid, è il senso del suo discorso diffuso in un video sui social, alimenteranno lo spirito rivoluzionario dei combattenti e il loro odio verso lo Stato di Israele.
Chi sarebbero i nazisti ?
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colonna-durruti · 5 months
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Cronache ribelli
La Svezia era uno dei pochi paesi europei che riuscì a rimanere neutrale durante la seconda guerra mondiale. Folke Bernadotte, un nobile svedese e vice presidente della Croce Rossa della nazione scandinava, si era adoperato fin da subito per alleviare le sofferenze delle nazioni circostanti. Durante gli ultimi anni del conflitto, Bernadotte condusse una serie di mediazioni con il fine di ottenere lo scambio di prigionieri e la liberazione di civili. Tra gli altri, riuscì ad ottenere la liberazione di migliaia di donne dal campo di Ravensbruck, il più grande lager 'femminile' del Reich. Tra loro, vi erano circa 4000 donne ebree.
Tre anni dopo la fine del conflitto, nel 1948, Bernadotte venne nominato come primo mediatore per il nascente conflitto in Palestina. Fu proprio lui, tra le altre cose, a porre le basi per la nascita dell'UNRWA, l'agenzia che ancora oggi si occupa dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente. La sua nomina, tuttavia, gli procurò nemici importanti, tra i quali spiccava la 'banda Stern', o Lehi, un gruppo fondamentalista israeliano. Definire le posizioni della banda radicali era un eufemismo: pare infatti che gli stessi considerassero gli inglesi il vero nemico, e nel 1940 arrivarono a contemplare un'alleanza con la Germania nazista e l'Italia fascista, nonostante la visione del nazifascismo riguardo gli ebrei. Ma la componente politica di Lehi era molto eterogenea, arrivando ad includere anche elementi di estrema sinistra che guardarono con simpatia, dopo il 1943, all'URSS di Stalin.
Numerosi furono gli attacchi a personalità di spicco di nazionalità britannica nel corso degli anni, atti che portarono persino Winston Churchill a definire la banda Stern come un gruppo di 'nazisti ebrei'. Con la creazione dello stato di Israele e di Tzahal, l'esercito israeliano, l'esperienza paramilitare della banda venne ritenuta fondamentale. Se teoricamente la banda venne sciolta nel maggio del 1948, nella pratica stava organizzando una delle sue azioni più radicali: l'obiettivo era proprio il conte Bernadotte. Il 17 settembre, un a jeep sbarra la strada del convoglio che trasporta il diplomatico svedese. I membri della banda circondano rapidamente le macchine, ed aprono il fuoco sui sedili posteriori. Colpito da sei proiettili, Folke Bernadotte morirà all'istante. I membri della banda Stern saranno arrestati e perderanno molto dell'appoggio popolare del quale godevano in precedenza. Ma non saranno mai condannati, a differenza delle speranze di pace della Palestina.
Cronache Ribelli
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gcorvetti · 7 months
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Periodo difficile per tutti, o quasi.
Per chi si rende conto della gravità della situazione è un periodo difficile, parlo per quelli che hanno una visione diversa come me, quelli che in qualche modo non si bevono le cazzate che ci propinano i media di regime e non solo in Italia. Guardo un video di un tizio che parla del problema che Musk (che non mi sta per niente simpatico) ha con l'UE, l'unione chiede di eliminare le fake news dalla piattaforma ma non dice quali, sapete che ho lavorato su twitter ed ero proprio nel reparto che eliminava i tweet segnalati, sapete che la piattaforma per ordini superiori (del governo degli stati uniti) deve seguire delle linee guida in modo da portare all'attenzione della massa notizie del tipo "I nazi ucraini non sono nazi", di fatto narrare la storia a modo loro facendo di fatto mala informazione, nel video il tizio dice che adesso se non sei allineato con la narrazione vieni additato e bannato se è il caso dalla piattaforma, cosa che è già in atto da diversi anni anche per altre situazioni. Vedo un post dove persone in viaggio per Roma per manifestare pacificamente contro l'attacco a Gaza vengono fermate dalla polizia e schedate, fascismo puro. Leggo che Zerocalcare, che stimo moltissimo per la bravura e la coerenza, non andrà al Lucca comics perché patrocinato dall'ambasciata Israeliana e quindi contro i suoi ideali di democrazia, perché diciamolo tranquillamente che quello che sta accadendo in quella parte di mondo ricorda ne più ne meno i nazisti, d'altronde Hitler era di origine ebraica. Vedo post e notizie che gli israeliani, tutta brava gente, denigra i palestinesi con video che solo i bimbiminkia potrebbero fare. Ho visto un video di un'inviata che un pò irritata è stata aggredita con sputi e parolacce da una donna israeliana perché se sei in quel posto (a fare il tuo lavoro di reporter) sei con hamas, lei ha spiegato che è italiana e che sta solo facendo il suo lavoro ma niente la donna continua ad insultarla e sputarle, l'esercito presente non ha mosso un dito. Ricordo un video, lo metto alla fine, di Giulietto Chiesa uno degli ultimi che ha fatto dove dice chiaramente che siamo già in guerra dal 2014, una guerra mediatica che parte dai social per indottrinare il popolo coglione, cosa che aveva già scritto Chomsky nel suo libro "Le 10 regole del potere". In tutto questo ieri ho finito la serie tratta dai racconti di EA Poe 'La caduta della casa degli Usher", forse uno dei racconti che non lessi ai tempi del mio periodo gotico, ma rimedierò. Nella puntata finale Madeline nel dialogo col fratello dove in qualche modo si salutano recita un monologo sul consumismo a dir poco stupendo, ho cercato il video ma forse è troppo fresco e non c'è, magari lo faccio io. Consiglio vivamente la serie a chi è appassionato di horror o thriller come me, molto ben fatta. Ma tornando al discorso, dire che siamo nella merda e pensare che è colpa nostra, anche se si dovrebbe dare la colpa ai governi europei in testa, di questa situazione, del fatto che abbiamo dato forza ad un branco di psicopatici paranoici e razzisti, si si gli yankee, che ci stanno portando per loro tornaconto e controllo mondiale ad una catastrofe che potrebbe determinare la fine del genere umano, per non farla così catastrofica si può dire ad un conflitto mondiale di durata infinita che in confronto le guerre di romani che duravano decenni sono una barzelletta.
Per chi si ribella, giustamente c'è una gogna mediatica perché i benpensanti sono troppi e tutti infilati nella caverna di Platone, artisti compresi che dovrebbero essere lo specchio di questo mondo oramai dedito a bere merda. E' una situazione orribile, altro che Poe, andiamo verso un obblio difficile da eludere spinti dalla nostra bramosia di tecnologia, di gadget, di viagra, di carriera a discapito del prossimo, di isolamento mentale, di forte ignoranza. Non so come si potrebbe fare, non ho la risposta ad un quesito così enorme, so solo che si dovrebbe stare uniti e andare contro tutto quello che è oramai una prassi, la menzogna, la falsità, l'inganno, perché è questo che si cela dietro a tutti i lustrini e gli specchietti per le allodole, l'unione fa la forza e se non ci uniamo, periremo.
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ninocom5786 · 4 days
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Il movimento sionista, prima della fondazione dello Stato di Israele, trovava accordi con la Germania nazista. Il regime nazista tedesco perseguitava sì gli ebrei, ma quelli giudei e non sionisti come i media mainstream ci fanno ancoar credere. E allora cosa ha che fare il movimento sionista sorto nella seconda metà del XIX° secolo e il nazionalsocialismo tedesco e il fascismo italiano? Ebbene sì, due sionisti Vladimir Jabotinsky e Abraham Stern studiavano in Italia negli anni ’20 ammirando Benito Mussolini e il regime fascista. In Italia, negli anni ’30, vennero addestrati terroristi sionisti.
Anche la Germania nazista collaborava col movimento sionista. Georg Kareski è il primo collaborazionista sionista di Hitler, emigrò in Palestina; Rudolf Kastner, capo dell'organizzazione sionista ungherese durante la seconda guerra mondiale, è tra i più noti collaborazionisti sionisti del regime.
Il movimento sionista durante la seconda guerra mondiale non si preoccupò dell’Olocausto impedendo agli ebrei chi volesse fare un rifugio.
Nel Regno Unito, Selig Brodetsky, presidente del consiglio dei deputati, impedì il salvataggio degli ebrei dall’Olocausto.
L’accordo di Haavara fu il perno del sostegno del regime nazista tedesco al movimento sionista facilitando il trasferimento degli ebrei nella Palestina a partire dagli anni ’30 prima ancora dell’Olocausto e l’addestramento di ebrei sionisti in Germania per la volta della Palestina.
Adesso capite perché Israele fa crimini come i nazisti dal 1948 contro i palestinesi dopo aver detto ciò? Mi pare ovvio.
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finnianson · 1 month
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La colonizzazione occidentale alla base del genocidio Palestinese
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Ovunque gli occidentali abbiano colonizzato hanno sterminato gli indigeni
Gli Indiani d'America, gli Indios, gli Aborigeni australiani..
E' soltanto l'ennesimo episodio di colonizzazione occidentale.
E sono gli stessi israeliani a dirlo..
Riporto una parte del famoso dialogo tra Goldman e Ben-Gurion molto esplicativo..
"Non comprendo il vostro ottimismo” affermò Ben-Gurion “Perché gli arabi dovrebbero volere la pace? Se fossi un leader arabo non scenderei mai a patti con Israele. E’ naturale: ci siamo presi la loro terra. Certo, Dio ce l’ha promessa, ma cosa volete che gliene importi? E’ il nostro Dio, mica il loro. Noi proveniamo da Israele, vero, ma duemila anni fa, e quindi? C’è stato anti-semitismo, i Nazisti, Hitler, Auschwitz, ma che colpa ne hanno loro? Loro comprendono soltanto una cosa: noi siamo arrivati e ci siamo presi la loro terra. Perché dovrebbero accettarlo? Forse fra una o due generazioni se ne saranno dimenticati, ma per ora non c’è possibilità. E’ così semplice: dobbiamo essere forti e mantenere un esercito potente. Questa deve essere la nostra unica politica. Altrimenti gli arabi ci stermineranno”.
“Ma come puoi dormire quando la pensi così” sono intervenuto io “ed essere allo stesso tempo il Primo Ministro di Israele?”
"Chi dice che dormo?" è stata la sua risposta.
( "Il Paradosso ebreo" , Nahum Goldman p. 99)
Molto illuminante è anche il discorso funebre del 1956 che Moshe Dayan , allora Capo di Stato, tenne al funerale di Roy Rottemberg, giovane responsabile della sicurezza di un kibbutz ucciso da una incursione armata proveniente da Gaza.
Dayan lasciò esterrefatti i suoi ascoltatori con la sua visione brutalmente sincera degli assassini di Rotenberg, della loro connessione con la terra contesa e i loro moventi.
“Ieri all’alba, Roy è stato assassinato. La quiete della mattina primaverile lo aveva accecato, e lui non ha visto coloro che nascosti dietro i fossati miravano alla sua vita. Non dedichiamoci oggi a incolpare i suoi assassini. Che cosa possiamo dire del loro odio terribile verso di noi? Da otto anni essi si trovano nei campi profughi di Gaza e hanno visto come, davanti ai loro occhi, noi abbiamo trasformato la loro terra e i loro villaggi, dove loro e i loro antenati abitavano in precedenza, facendoli diventare casa nostra”.
Ma il riconoscimento di Dayan della rabbia dei palestinesi non lo portava ancora a quel tipo di posizioni “pacifiste” che egli avrebbe adottato dopo la guerra del 1973, al crepuscolo della sua carriera.
Come osserva lo storico Benny Morris nel suo libro Israel’s Border Wars, Dayan si era domandato:
“Non è tra gli arabi di Gaza, ma proprio in mezzo a noi, che chiudiamo gli occhi e ci rifiutiamo di guardare dritto il nostro destino e vedere, in tutta la sua brutalità, il destino della nostra generazione?”.
“Dietro il fossato del confine sale una marea di odio e vendetta, di determinazione a guardare al giorno in cui la calma ottunderà la nostra coscienza, e sentiremo gli ambasciatori dell’ipocrisia maligna che ci chiederanno di abbassare le armi. A noi e noi soli fa appello il sangue di Roy che sgorga dal suo corpo straziato. Dato che abbiamo giurato mille volte che il nostro sangue non sarà versato facilmente – e tuttavia ancora ieri eravamo tentati, abbiamo ascoltato e abbiamo creduto”.
“Facciamo il punto della situazione. Siamo una generazione di insediamento e senza l’elmetto d’acciaio e il fucile puntato non saremo capaci di piantare un albero o costruire una casa. Non abbiamo paura di guardare onestamente all’odio che consuma e riempie la vita di centinaia di arabi che vivono intorno a noi. Non abbassiamo lo sguardo a meno che non si indeboliscano le armi. Questo è il destino della nostra generazione. Questa è la nostra scelta – di essere pronti e armati, bravi e duri – o altrimenti la spada cadrà dalle nostre mani e le nostre vite saranno spezzate tutt’a un tratto”.
“Il giovane Roy, che era venuto via da Tel Aviv per costruire la propria casa ai confini con Gaza perché fosse un baluardo del nostro popolo - la luce che gli illuminava il cuore l’ha accecato e lui non ha sentito la voce dell’assassino che gli tendeva l’imboscata. Le porte di Gaza si sono dimostrate troppo pesanti per le sue spalle e si sono chiuse sopra di lui”..
Da parte dei leader israeliani era dunque chiara la consapevolezza di essere dei colonizzatori.
E se era chiaro per loro, a maggior ragione dovrebbe essere chiaro per noi quando parliamo di questo conflitto.
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