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#brigate garibaldi
bdscarf · 2 years
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magauda · 14 days
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La zona di Quiliano era nevralgica per i garibaldini
Quiliano (SV). Fonte: Wikipedia Ai primi di settembre del 1944 sembrò per qualche tempo che la liberazione potesse essere vicina. Gli Alleati erano sbarcati in Provenza il 15 agosto, provocando un rapido crollo delle posizioni tedesche in tutta la Francia meridionale. Sembrava ora ragionevole attendersi un’offensiva generale degli americani attraverso i passi alpini, approfittando della stagione…
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condamina · 14 days
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La zona di Quiliano era nevralgica per i garibaldini
Quiliano (SV). Fonte: Wikipedia Ai primi di settembre del 1944 sembrò per qualche tempo che la liberazione potesse essere vicina. Gli Alleati erano sbarcati in Provenza il 15 agosto, provocando un rapido crollo delle posizioni tedesche in tutta la Francia meridionale. Sembrava ora ragionevole attendersi un’offensiva generale degli americani attraverso i passi alpini, approfittando della stagione…
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collasgarba · 14 days
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La zona di Quiliano era nevralgica per i garibaldini
Quiliano (SV). Fonte: Wikipedia Ai primi di settembre del 1944 sembrò per qualche tempo che la liberazione potesse essere vicina. Gli Alleati erano sbarcati in Provenza il 15 agosto, provocando un rapido crollo delle posizioni tedesche in tutta la Francia meridionale. Sembrava ora ragionevole attendersi un’offensiva generale degli americani attraverso i passi alpini, approfittando della stagione…
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adrianomaini · 14 days
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La zona di Quiliano era nevralgica per i garibaldini
Quiliano (SV). Fonte: Wikipedia Ai primi di settembre del 1944 sembrò per qualche tempo che la liberazione potesse essere vicina. Gli Alleati erano sbarcati in Provenza il 15 agosto, provocando un rapido crollo delle posizioni tedesche in tutta la Francia meridionale. Sembrava ora ragionevole attendersi un’offensiva generale degli americani attraverso i passi alpini, approfittando della stagione…
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bagnabraghe · 14 days
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La zona di Quiliano era nevralgica per i garibaldini
Quiliano (SV). Fonte: Wikipedia Ai primi di settembre del 1944 sembrò per qualche tempo che la liberazione potesse essere vicina. Gli Alleati erano sbarcati in Provenza il 15 agosto, provocando un rapido crollo delle posizioni tedesche in tutta la Francia meridionale. Sembrava ora ragionevole attendersi un’offensiva generale degli americani attraverso i passi alpini, approfittando della stagione…
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italianiinguerra · 1 year
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Medaglie d'Oro della 2ª Guerra Mondiale - Capitano PIETRO MARCHISIO - Bosnia (Jugoslavia), 25 aprile 1944
Nome e CognomePietro MarchisioLuogo e data di nascitaChiusa di Pesio (Cuneo), 1909 Forza ArmataRegio EsercitoArmaFanteriaCorpo o specialitàAlpiniRepartoUnitàGradoCapitano in SPE (Servizio Permanente Effettivo)Anni di servizio1940-45Guerre e campagneSeconda guerra mondiale (Occupaziuone della Jugoslavia)Unità PartigianaDivisione partigiana “Garibaldi”Causa della mortePrivazioni e malattiaLuogo e…
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criptochecca · 4 months
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Alessandro Sinigaglia (Fiesole 1902 - Florence 1944)
Son of David Sinigaglia, an italian jew, and Cynthia White, a black american woman from Saint Louis.
Mechanic, in 1924 he joined the illegal Partito Comunista. In 1926, to avoid arrest, he's forced to flee to France and from there he traveled to the Soviet Union, where he joined a party school, went back to being a mechanic and got married.
He then traveled to Spain to fight in the civil war, where he cleaned up the Barcellona port from Franco's bombs.
In 1940 he's arrested in France by the police, who gave him up to the fascist authorities. He was exiled in the Confino di Ventotene and got his freedom only with the armistice of 1943.
He then travelled back to Florence, adopted the battle name of "Vittorio" and became the leader of one of the first GAP brigades (brigades under the Brigate Garibaldi, associated with the Partito Comunista).
He died a few months later in an ambush of the Banda Carità, the special forces of the Repubblica Sociale Italiana in Florence.
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The stone reads:
Here, the 13th February 1944, the heroic partisan commander Alessandro Sinigaglia fell, slaughtered by the nazifascists. Silver medal to the military valor.
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francescosatanassi · 2 months
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A OGNI COSTO
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"Aldo dice 26 x 1". Era questo il messaggio in codice diramato il 24 aprile 1945 dal CLNAI con l'ordine di insurrezione generale. L'ora X fu fissata per l'una di notte del 26 aprile. Già il 10 del mese il Comando delle Brigate Garibaldi aveva messo in allerta tutti i combattenti per prepararsi all'insurrezione del nord Italia e precedere l'arrivo degli Alleati. L'insurrezione era da effettuarsi a ogni costo, senza accettare accordi o tregue con il nemico. Furono stesi piani per entrare nelle città, per salvaguardare le fabbriche e impedire la fuga dei nazifascisti. Così, le brigate partigiane di montagna scesero in pianura e marciarono sui centri principali, mentre in città iniziarono gli scioperi e l'occupazione dei palazzi principali con i reparti GAP e SAP a coordinare la lotta popolare. Iniziava così la Liberazione d'Italia.
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the-leegend-99 · 20 days
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Today's drawing is dedicated to Dante Di Nanni, a hero of the Italian Resistance against nazi-fascism that ruled our land until 1945. He was an Italian communist partisan who died in Turin on May 18th 1944, sacrificing himself to cover up his comrades' retreat from the fascist pursuers.
He was the son of southerner immigrants from Apulia, he had to go to night school and get a factory job at 15. When the resistance began, he joined the GAP groups of the communist Brigate Garibaldi (organized by the PCI, Communist party of Italy, until he was held up that fateful day. For hours he held the fascist squads at bay, armed with rifle and pistol and grenades, shooting at them from a balcony while they hounded him with armored cars and a mortar and snipers. He utterly humiliated them.
He is a working class hero and a forgotten martyr. You know who else has had plenty of those? Palestine.
Dante Di Nanni fought to see a land where children and teenagers could go to school instead of working in a factory, a land without discrimination or exploitation, a land finally free of the influence of imperialist powers and free of capitalists lording over the masses, hoarding the wealth and means of work while protected by fascist gangs and police. That was the ideal of the Italian Resistance he fought in.
A Resistance that was left incomplete. A resistance that all over the world, save a few still existing bright spots, still needs to win and carry out a revolution for the collective good.
That's why Palestine is so important. They're fighting against all those horrors people like Dante di Nanni fought against, but multiplied a thousandfold by the scourge of Israeli colonialism, the terrorist, predatory State where the most ruthless parts of global capitalism converge.
Supporting the Palestinian resistance is not just a moral imperstive, then. It is paramount, if we want our own to succeed.
For Palestinian liberation is the lynchpin of collective liberation!
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Translation of the Italian text
"Eighty years have gone by,
Since the day when the fascists,
Numbering a hundred went to kill him,
And still they do not feel safe,
Because they know he stalks the city,
Dante Di Nanni!"
"We too have martyrs of our own
From an unfulfilled resistance
The best way to honor them
Is to support the Palestinian one!"
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carmenvicinanza · 1 year
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Irma Bandiera
https://www.unadonnalgiorno.it/irma-bandiera/
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Passeranno i morti, ma resteranno i sogni.
Irma Bandiera, nome di battaglia Mimma, è stata una partigiana italiana seviziata, accecata e trucidata dai nazifascisti, una delle eroine simbolo della lotta di tante donne impegnate nella Resistenza.
Nacque l’8 aprile 1915 a Bologna, in una famiglia benestante, suo padre Angelo era capomastro edile  oppositore del regime durante la dittatura. Sua madre si chiamava Argentina Manferrati e aveva una sorella di nome Nastia.
Aveva anche un fidanzato, Federico, militare a Creta che venne fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 e rimase disperso dopo che la nave su cui era imbarcato per il trasferimento in Germania venne bombardata e affondò al porto del Pireo. Vane furono le ricerche per ritrovarlo.
Iniziò ad aiutare i soldati sbandati dopo l’armistizio e a interessarsi di politica, aderendo al Partito Comunista.
A Funo, dove andava a trovare i parenti, conobbe uno studente di medicina, Dino Cipollani, il partigiano Marco che la spinse a entrare nella VII brigata GAP Gianni Garibaldi di Bologna.
Il 5 agosto 1944 i partigiani uccisero un ufficiale tedesco e un comandante delle brigate nere. Cominciò una tremenda rappresaglia che vide coinvolta anche la partigiana Mimma, che aveva trasportato delle armi alla base della sua formazione a Castel Maggiore. Venne arrestata mentre si trovava a casa dello zio, la sera del 7 agosto e rinchiusa nelle scuole di San Giorgio,  isolata dal resto dei suoi compagni. Venne poi portata a Bologna dove, per sei giorni e sei notti venne ferocemente seviziata dai fascisti della Compagnia Autonoma Speciale, guidati dal Capitano Renato Tartarotti, che arrivarono ad accecarla con una baionetta, per farla parlare, ma lei non ha mai rivelato i nomi delle sue compagne e compagni di lotta.
I familiari la cercarono dappertutto sperando di trovarla in vita, la giovane resistette alle torture fino alla fine ma venne fucilata e poi finita con alcuni colpi di pistola al Meloncello di Bologna, nei pressi della casa dei suoi genitori, il 14 agosto 1944.
Il suo cadavere venne lasciato esposto per un giorno intero, come monito, fino a quando i parenti non riuscirono a riprenderselo.
Portata all’Istituto di Medicina Legale, un custode, amico della Resistenza, scattò le foto del suo viso devastato dalle torture.
In suo onore, una formazione di partigiani operanti a Bologna prese il nome Prima Brigata Garibaldi  Irma Bandiera. A lei venne intitolata una brigata SAP (Squadra di azione patriottica) che operava nella periferia nord di Bologna ed un GDD (Gruppo di Difesa della Donna).
La federazione bolognese del PCI il 4 settembre 1944 pubblicò un foglio volante, stampato in clandestinità, nel quale si ricordava il senso altamente patriottico del sacrificio di Irma incitando i bolognesi a intensificare la lotta contro i nazifascisti.
È sepolta nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordata nel Sacrario di Piazza Nettuno e nel Monumento alle Cadute Partigiane a Villa Spada.
A Bologna, nella via che porta il suo nome è deposta una lapide che reca scritto: “Il tuo ideale seppe vincere le torture e la morte. La libertà e la giovinezza offristi per la vita e il riscatto del popolo e dell’Italia. Solo l’immenso orgoglio attenua il fiero dolore dei compagni di lotta. Quanti ti conobbero e amarono nel luogo del tuo sacrificio a  perenne ricordo posero”.
Il suo assassinio, compiuto anche per scoraggiare pericolosi tentativi di emulazione, finì per produrre l’effetto contrario e tante donne seguirono il suo esempio e si unirono alla battaglia per la liberazione dell’Italia.
Ci sono strade che portano il suo nome in vari comuni italiani.
Riconosciuta partigiana alla fine della guerra venne decorata con la Medaglia d’Oro al Valor Militare, insieme ad altre 18 partigiane.
«Prima fra le donne bolognesi a impugnare le armi per la lotta nel nome della libertà, si batté sempre con leonino coraggio. Catturata in combattimento dalle SS. tedesche, sottoposta a feroci torture, non disse una parola che potesse compromettere i compagni. Dopo essere stata accecata fu barbaramente trucidata e il corpo lasciato sulla pubblica via. Eroina purissima degna delle virtù delle italiche donne, fu faro luminoso di tutti i patrioti bolognesi nella guerra di liberazione.»
“È nella Resistenza – ha dichiarato Marisa Rodano alla Camera dei deputati in occasione del 70° anniversario della Liberazione – che le donne italiane, quelle di cui Mussolini aveva detto ‘nello stato fascista la donna non deve contare‘; alle quali tutti i governi avevano rifiutato il diritto di votare, la possibilità di partecipare alle decisioni da cui dipendeva il loro destino e quello dei loro cari, entrano impetuosamente nella storia e la prendono nelle loro mani. Nel momento in cui tutto è perduto e distrutto – indipendenza, libertà, pace – e la vita, la stessa sussistenza fisica sono in pericolo, ecco le donne uscire dalle loro case, spezzare vincoli secolari, e prendere il loro posto nella battaglia, perché combattere era necessario, era l’unica cosa giusta che si poteva fare”.
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gregor-samsung · 2 years
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“ A Porta Pia Garibaldi non c'era. Non in questo modo aveva sognato di entrarci. Neanche si fece vivo con uno dei suoi proclami e messaggi, ma, vecchio e malandato com'era, offrì i suoi servigi alla Francia repubblicana, cioè a uno stato sull'orlo del collasso. L'unica armata francese ancora in grado di battersi (infatti la repubblica non aveva accettato le condizioni dell'armistizio) era quella del generale Bazain, lo sconfitto del Messico, ma stava rinchiusa nella piazzaforte di Metz, cinta d'assedio. Il resto dell'esercito era in disfacimento: bande di dispersi battevano la campagna taglieggiando i contadini. Anche Parigi era in stato d'assedio. Ma il primo ministro Gambetta era l'uomo dell'avvenire: lasciò la capitale a bordo d'una mongolfiera e diede ordine, raggiunta Tours, che si cominciasse la guerriglia. Garibaldi era sbarcato a Marsiglia, dove tutti lo conoscevano e lo applaudivano. Il giorno dopo eccolo a colloquio con Gambetta, il quale gli affida il comando di « tutti i Corpi Franchi dei Vosgi da Strasburgo a Parigi ». Come titolo suonava bene: il guaio è che « tutti » questi Corpi Franchi in pratica si riducevano a un branco di quattromila sbandati di tutte le nazionalità, che indossavano le divise piú varie e impugnavano le armi piú disparate. C'erano polacchi e italiani, svizzeri e algerini, spagnoli e greci. C'erano i Figli Perduti di Parigi e i Volontari dell'Uguaglianza di Marsiglia, gli Esploratori di Gray e i Volontari della Morte e della Rivincita. Eppure Garibaldi riuscì a dare a questa torma di scamiciati un minimo d'ordine e di disciplina. Ai primi di novembre del '70 aveva in mano tre brigate in grado di battersi. “
Luciano Bianciardi, Garibaldi, Arnoldo Mondadori Editore (collana L'Intrepida-Avventure), 1972¹; pp. 107-108.
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magauda · 3 months
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Partigiani tedeschi in Liguria
Partigiani tedeschi, austriaci, sovietici, francesi, polacchi, jugoslavi, inglesi, ma anche un olandese, un sudafricano e un danese erano presenti nelle diverse brigate della divisione “Pinan-Cichero” e della divisione “Mingo” <461.Ad inizio febbraio 1945 vengono elencati dieci russi, due polacchi, un austriaco e un tedesco <462 aggregati al distaccamento “Villa”, facente parte della brigata…
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condamina · 3 months
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Partigiani tedeschi in Liguria
Partigiani tedeschi, austriaci, sovietici, francesi, polacchi, jugoslavi, inglesi, ma anche un olandese, un sudafricano e un danese erano presenti nelle diverse brigate della divisione “Pinan-Cichero” e della divisione “Mingo” <461.Ad inizio febbraio 1945 vengono elencati dieci russi, due polacchi, un austriaco e un tedesco <462 aggregati al distaccamento “Villa”, facente parte della brigata…
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collasgarba · 3 months
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Partigiani tedeschi in Liguria
Partigiani tedeschi, austriaci, sovietici, francesi, polacchi, jugoslavi, inglesi, ma anche un olandese, un sudafricano e un danese erano presenti nelle diverse brigate della divisione “Pinan-Cichero” e della divisione “Mingo” <461.Ad inizio febbraio 1945 vengono elencati dieci russi, due polacchi, un austriaco e un tedesco <462 aggregati al distaccamento “Villa”, facente parte della brigata…
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adrianomaini · 3 months
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Partigiani tedeschi in Liguria
Partigiani tedeschi, austriaci, sovietici, francesi, polacchi, jugoslavi, inglesi, ma anche un olandese, un sudafricano e un danese erano presenti nelle diverse brigate della divisione “Pinan-Cichero” e della divisione “Mingo” <461.Ad inizio febbraio 1945 vengono elencati dieci russi, due polacchi, un austriaco e un tedesco <462 aggregati al distaccamento “Villa”, facente parte della brigata…
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