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#Luigi Pampaloni
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Luigi Pampaloni (Italian, 1791-1847) Fillette aux tourterelles, marbre, 1830 Musée Jacquemart-André
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thou-babbling-brook · 8 months
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“Damn! I was a single heartbeat from knighthood. Now I’m little more than a mercenary.” ⚔️✝️
Based on the “Maddalena Penitente” statue in the Academia in Florence by Luigi Pampaloni
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michelangelob · 3 months
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La Scultura del giorno: Abele morente di Dupré e la sua incredibile storia
La scultura del giorno che vi propongo oggi è Abele morente dello scultore senese Giovanni Dupré, oggi custodito presso l’Hermitage Museum di San Pietroburgo. La prima volta che Dupré presentò il modello gesso dell’opera all’Accademia fiorentina nel 1842, a 25 anni, suscitò una grande scia di polemiche. Mentre l’opera fu grandemente lodata da Lorenzo Bartolini e Luigi Pampaloni, iI naturalismo…
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SAMEDI 18 MARS 2023 (Billet 1 / 3)
Le « MUSÉE JACQUEMART-ANDRÉ »
Les Expositions proposées par ce Musée sont souvent remarquables. Nous nous souvenons, entre autres, de celle, en 2018, consacrée au Caravage. Un événement, une splendeur ! 
« Somptueuse » cerise sur le gâteau, le Musée en lui-même, l’ancien hôtel particulier d’Edouard André, héritier d’une des plus grandes fortunes du Second Empire, abrite une très belle collection de tableaux, de sculptures, de tapisseries et d’objets d’art (des XIVe, XVe et de la Renaissance jusqu’au XVIIIe siècle), complétée par Nélie Jacquemart, une jeune artiste peintre qu’il a épousée en 1881. Tous deux aménagèrent leur demeure pour mettre en valeur le mieux possible leurs acquisitions. (Source : « wikipedia.org »)
Avant tout projet de visite d’une Exposition, le conseil que nous adressons à ceux qui ne connaîtraient pas ce lieu : consacrez 3 bonnes heures (au moins !) à découvrir les richesses de cet hôtel particulier, entièrement meublé de surcroît. Vous y verrez par exemple les chambres de Madame et de Monsieur… et leur salle de bain, comme s’ils venaient juste de quitter les lieux.
ATTENTION, le Musée fermera ses portes du 1er août 2023 au 1er septembre 2024 pour d’importants travaux de restauration.
Ci-dessus, une toute petite vidéo, piratée sur le Site du Musée (il était impossible de la retrouver sur YouTube, pardon…), pour présenter l’Exposition consacrée à Giovanni Bellini dont nous parlerons plus longuement dans le Billet suivant.
Et ci-dessous, après une vue d’ensemble de l’entrée de l'hôtel particulier, côté cour, la « Fillette aux tourterelles », une adorable petite sculpture en marbre de Luigi Pampaloni (1830). Nous l'affectionnons particulièrement car nous possédons dans notre chambre un moulage en terre cuite de la tête de la gamine, acheté il y a très longtemps dans une petite boutique, rue Racine, près du théâtre de l’Odéon. Elle semble regarder, attendrie, les parents de Marina... qui s'en sert pour y suspendre ses colliers fantaisie.
______________________________
ADRESSE : Musée Jacquemart-André, 158, boulevard Haussmann - 75008 Paris
ACCÈS : Le musée se situe à 400m de la place Charles de Gaulle-Étoile.
Métro : lignes 9 et 13 (Saint-Augustin, Miromesnil ou Saint-Philippe du Roule)
HORAIRES : Ouvert tous les jours de 10h à 18h. Nocturnes les lundis jusqu’à 20h30 en période d’exposition.
TARIFS POUR LES COLLECTIONS ET L’EXPOSITION TEMPORAIRE : Plein tarif : 17 € Tarif sénior (plus de 65 ans) : 16 €
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inthearmsof · 4 years
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Penitent Magdelene - Luigi Pampaloni
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colin-vian · 6 years
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  LUIGI PAMPALONI
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marcogmoura · 4 years
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Study of Leonardo da Vinci after a detail of the statue by Luigi Pampaloni, outside the Uffizi Gallery. . Graphite on A6 Moleskine sketchbook. I love the challenge of drawing in detail in small size drawings.. 😋 . #leonardodavinci #study #moleskine #moleskinesketchbook #moleskineart #graphitedrawing #statuedrawing #sketchbookart #sketchbook #graphite (em Farggi Coimbra) https://www.instagram.com/p/CEaGee0AhZI/?igshid=1r564nfsnhnb3
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massimosirelli · 4 years
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In questi giorni di quarantena sto recuperando un po’ arretrato... così mettendo in ordine tra il mio lavoro, ho visto che non avevo ancora condiviso con voi le foto del Premio Sila ‘49 per cui ho firmato il poster dell’edizione 2019. Prima di tutto qualche cenno storico: nel 1949 veniva istituito il Premio Sila, per rispondere alla necessità di ricostruzione culturale, di rinascita materiale e intellettuale di una Italia e di una Calabria uscite dalla guerra e dal ventennio fascista. Il Sila, tra i più antichi premi letterari italiani collocò, sin dalle sue prime edizioni, la Calabria nei circuiti culturali nazionali e nel vivo del dibattito tra correnti letterarie, scoprendo talenti e coinvolgendo nelle Giurie personalità del calibro di Giuseppe Ungaretti, Carlo Bo, Luigi Russo, Leonida Répaci. Carlo Levi, Geno Pampaloni, Rosario Villari, Enzo Siciliano, Angelo Guglielmi. Ogni edizione del premio ha avuto la firma di grandi maestri della storia dell’Arte Italiana: Mimmo Paladino, Lello Esposito, Mimmo Jodice, Tommaso Cascella, Kaufmann... e quest’anno Sirelli, il più giovane e sgangherato di tutti! Grazie a Enzo Paolini, Presidente Fondazione Premio Sila e Gemma Cestari, Direttore Premio Sila’49, per il coraggio di aver scelto me e i miei “scarabocchi”... e di diffondere con grande forza ed entusiasmo Cultura in Calabria. Nelle foto i premiati del 2019: GIOVANNA MARINI, CLAUDIA DURASTANTI, LUIGI FERRAJOLI  #massimosirelli #massimosirelliart #massimosirellipop #massimosirelliartist #sirelli #sirelliart #sirelliartist #sirellipop #premiosila #premiosila49 #premiosila2019 #premiosila2020 #cosenza #calabria #premioletterario #artwork #poster #robot #graffiti #illustration #catanzaro #streetartcalabria #gallerianazionale #gallerianazionaledartemoderna #gallerianazionalecosenza (at Galleria nazionale di Cosenza) https://www.instagram.com/p/B-USgnKIdB3/?igshid=1qbwlu1z6vc2h
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Luigi Pampaloni (Italian, 1791-1847) Fillette aux tourterelles, 1830
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Penitent Magdalene...Luigi Pampaloni c.1847... #penitentmagdalene #marymagdalene #luigipampaloni #classicalsculpture #alongtimegone #classicalart
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michelangelob · 9 months
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La Scultura del giorno: Filippo Brunelleschi del Pampaloni
La scultura del giorno che voglio proporvi è quella che ritrae Filippo Brunelleschi, scolpita da Luigi Pampaloni fra il 1827 e il 1830. La potete ammirare sulla facciata del Palazzo dei Canonici, a Firenze, in una delle due nicchie ubicate ai lati dell’ingresso principale .Proprio quell’edificio fu riconfigurato seguendo il progetto di Gaetano Baccani effettuati fra il 1826 e il…
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milamborguinisworld · 5 years
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Luigi Pampaloni, Praying Boy, circa 1830, marble figure, Christie’s, London, 2018. https://www.instagram.com/p/B3V_IWlHkHa/?igshid=1iux1ou5iyzbo
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italianaradio · 4 years
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Premio Sila, annunciata la cinquina dei finalisti
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/premio-sila-annunciata-la-cinquina-dei-finalisti/
Premio Sila, annunciata la cinquina dei finalisti
Premio Sila, annunciata la cinquina dei finalisti
È tutto pronto a Cosenza dove, il 29 e il 3onovembre, si terrà la VIII edizione della kermesse culturale che verrà ospitata a palazzo Arnone. La giuria ha annunciato la cinquina dei titoli finalisti: Claudia Durastanti La straniera (La nave di Teseo), Francesco Pecoraro Lo stradone (Ponte alle Grazie), Francesco Permunian Sillabario dell’amor crudele (Chiarelettere), Andrea Pomella L’uomo che trema (Einaudi) e Nadia Terranova Addio fantasmi (Einaudi). I vincitori della sezione Letteratura e della sezione Economia e Società saranno annunciati entro metà novembre. La cerimonia di premiazione avrà luogo sabato 30 novembre alle ore 18.00 a Palazzo Arnone a Cosenza. Il Premio speciale alla carriera, conferito nel 2018 al maestro della fotografia Ferdinando Scianna, quest’anno sarà attribuito alla musicista e ricercatrice etnomusicale Giovanna Marini che sabato 30 novembre alle 11.30 terrà una lectio magistralis dal titolo “Dalla campagna alla città”. Questa la motivazione della giuria: “Tra le grandi figure della canzone italiana del novecento, Giovanna Marini si distingue per la complessità della sua ricerca, all’incrocio tra grandi ideali politici, ricerca etnologica e floklorica, lunghe esperienze di insegnamento, un numero incalcolabile di concerti che hanno scandito una carriera proseguita al riparo delle mode senza mai indulgere ai facili richiami del mercato. Ballate come i “i treni di Reggio Calabria” sono entrate a pieno diritto nella lunga storia della canzone popolare italiana, contribuendo all’identità culturale e poetica della sinistra con la forza di un’autentica narratrice sempre pronta a mettersi in gioco nel calore dell’esperimento, in costante rapporto con un pubblico rinnovato di generazione in generazione”. La giuria è composta dal presidente di Giuria Amedeo Di Maio (Economista, Università L’Orientale di Napoli), Piero Bevilacqua (Storico, Università La Sapienza), Francesco Maria Greco (Ambasciatore), Renato Greco (Magistrato), Romano Luperini (Critico letterario, Università di Siena), Valerio Magrelli (Poeta, traduttore, Università Roma Tre), Tomaso Montanari (Storico dell’Arte, Università per Stranieri di Siena), Marta Petrusewicz (Storica, Università della Calabria), Anna Salvo (Scrittrice, Università della Calabria), Emanuele Trevi (Scrittore e critico letterario), Massimo Veltri (Ingegnere, Università della Calabria). Il Premio Sila è nato a Cosenza nel 1949. Nel corso degli anni è diventato uno dei più antichi premi letterari italiani. A presiedere la Giuria della prima edizione fu Leonida Répaci che lavorò alla costruzione di una giuria di altissimo valore intellettuale: Carlo Levi, Concetto Marchesi, Corrado Alvaro, Luigi Russo. Sin dal suo esordio il Premio Sila ha prodotto eventi significativi come la storica conferenza di Giacomo Debenedetti su Alfieri e quella di Carlo Muscetta su Padula. Nell’arco di molti decenni, il Sila ha coinvolto nelle sue Giurie varie personalità del mondo letterario, fra cui Giuseppe Ungaretti, Carlo Bo, Walter Pedullà, Geno Pampaloni, Angelo Guglielmi, Rosario Villari, Angelo Maria Ripellino, Enzo Siciliano, e ha contribuito alla scoperta di molti talenti: Luigi Malerba, Rossana Ombres, Franco Cordelli, Franco Basaglia, Vincenzo Cerami, Giuseppe Pontiggia, Vittorio Sermonti, Ottiero Ottieri, Leonardo Sciascia, Mario Tobino, Giorgio Bocca, Ignazio Silone, Michele Prisco. Erede di un passato di considerevole valore intellettuale, il Premio è rinato nel 2012 con il nome di Premio Sila ’49 per riprendere le fila di un discorso interrotto. Oggi, come allora, si avverte la necessità di stimolare, valorizzare e ridisegnare le mappe della nostra storia letteraria con uno sguardo attento e sensibile che riaffermi il valore etico della cultura e l’esercizio dello spirito critico. Nel maggio 2010, per iniziativa dell’avvocato Enzo Paolini, di Banca Carime nella persona del suo presidente Andrea Pisani Massamormile e dell’arcivescovo di Cosenza Mons. Salvatore Nunnari, è stata costituita la Fondazione Premio Sila allo scopo di far rinascere il premio che vide le sue ultime edizioni negli anni novanta. Nelle prime sette edizioni, il Sila ’49 si è affermato per l’impegno a promuovere le opere di rilievo civile, l’analisi e la critica sociale. Tra i premiati ricordiamo Valeria Parrella, Alessandro Perissinotto, Sandro Bonvissuto, Giorgio Falco, Leonardo Colombati, Vitaliano Trevisan, Antonella Lattanzi e Francesca Melandri per la sezione letteratura; Roberta Carlini, Domenico Losurdo, Lucy Riall, Jean-Paul Fitoussi, John Davis, Chiara Saraceno, Jason Pine, Luciana Castellina, John Dikie, Vito Teti, Angelo D’Orsi, Donatella Di Cesare per le altre sezioni. Salvatore Settis, Stefano Rodotà, Carlo Ginzburg, Gustavo Zagrebelsky e Ferdinando Scianna per i Premi alla carriera. Diretto da Gemma Cestari, il Premio Sila ’49 è promosso dalla Fondazione Premio Sila, ed è diviso in due sezioni: la sezione Letteratura e la sezione Economia e Società. La Giuria si riserva di anno in anno la facoltà di assegnare premi speciali alla carriera e all’opera complessiva di autori che abbiano un’attinenza significativa con i valori promossi dal Premio.
È tutto pronto a Cosenza dove, il 29 e il 3onovembre, si terrà la VIII edizione della kermesse culturale che verrà ospitata a palazzo Arnone. La giuria ha annunciato la cinquina dei titoli finalisti: Claudia Durastanti La straniera (La nave di Teseo), Francesco Pecoraro Lo stradone (Ponte alle Grazie), Francesco Permunian Sillabario dell’amor crudele (Chiarelettere), Andrea Pomella L’uomo che trema (Einaudi) e Nadia Terranova Addio fantasmi (Einaudi). I vincitori della sezione Letteratura e della sezione Economia e Società saranno annunciati entro metà novembre. La cerimonia di premiazione avrà luogo sabato 30 novembre alle ore 18.00 a Palazzo Arnone a Cosenza. Il Premio speciale alla carriera, conferito nel 2018 al maestro della fotografia Ferdinando Scianna, quest’anno sarà attribuito alla musicista e ricercatrice etnomusicale Giovanna Marini che sabato 30 novembre alle 11.30 terrà una lectio magistralis dal titolo “Dalla campagna alla città”. Questa la motivazione della giuria: “Tra le grandi figure della canzone italiana del novecento, Giovanna Marini si distingue per la complessità della sua ricerca, all’incrocio tra grandi ideali politici, ricerca etnologica e floklorica, lunghe esperienze di insegnamento, un numero incalcolabile di concerti che hanno scandito una carriera proseguita al riparo delle mode senza mai indulgere ai facili richiami del mercato. Ballate come i “i treni di Reggio Calabria” sono entrate a pieno diritto nella lunga storia della canzone popolare italiana, contribuendo all’identità culturale e poetica della sinistra con la forza di un’autentica narratrice sempre pronta a mettersi in gioco nel calore dell’esperimento, in costante rapporto con un pubblico rinnovato di generazione in generazione”. La giuria è composta dal presidente di Giuria Amedeo Di Maio (Economista, Università L’Orientale di Napoli), Piero Bevilacqua (Storico, Università La Sapienza), Francesco Maria Greco (Ambasciatore), Renato Greco (Magistrato), Romano Luperini (Critico letterario, Università di Siena), Valerio Magrelli (Poeta, traduttore, Università Roma Tre), Tomaso Montanari (Storico dell’Arte, Università per Stranieri di Siena), Marta Petrusewicz (Storica, Università della Calabria), Anna Salvo (Scrittrice, Università della Calabria), Emanuele Trevi (Scrittore e critico letterario), Massimo Veltri (Ingegnere, Università della Calabria). Il Premio Sila è nato a Cosenza nel 1949. Nel corso degli anni è diventato uno dei più antichi premi letterari italiani. A presiedere la Giuria della prima edizione fu Leonida Répaci che lavorò alla costruzione di una giuria di altissimo valore intellettuale: Carlo Levi, Concetto Marchesi, Corrado Alvaro, Luigi Russo. Sin dal suo esordio il Premio Sila ha prodotto eventi significativi come la storica conferenza di Giacomo Debenedetti su Alfieri e quella di Carlo Muscetta su Padula. Nell’arco di molti decenni, il Sila ha coinvolto nelle sue Giurie varie personalità del mondo letterario, fra cui Giuseppe Ungaretti, Carlo Bo, Walter Pedullà, Geno Pampaloni, Angelo Guglielmi, Rosario Villari, Angelo Maria Ripellino, Enzo Siciliano, e ha contribuito alla scoperta di molti talenti: Luigi Malerba, Rossana Ombres, Franco Cordelli, Franco Basaglia, Vincenzo Cerami, Giuseppe Pontiggia, Vittorio Sermonti, Ottiero Ottieri, Leonardo Sciascia, Mario Tobino, Giorgio Bocca, Ignazio Silone, Michele Prisco. Erede di un passato di considerevole valore intellettuale, il Premio è rinato nel 2012 con il nome di Premio Sila ’49 per riprendere le fila di un discorso interrotto. Oggi, come allora, si avverte la necessità di stimolare, valorizzare e ridisegnare le mappe della nostra storia letteraria con uno sguardo attento e sensibile che riaffermi il valore etico della cultura e l’esercizio dello spirito critico. Nel maggio 2010, per iniziativa dell’avvocato Enzo Paolini, di Banca Carime nella persona del suo presidente Andrea Pisani Massamormile e dell’arcivescovo di Cosenza Mons. Salvatore Nunnari, è stata costituita la Fondazione Premio Sila allo scopo di far rinascere il premio che vide le sue ultime edizioni negli anni novanta. Nelle prime sette edizioni, il Sila ’49 si è affermato per l’impegno a promuovere le opere di rilievo civile, l’analisi e la critica sociale. Tra i premiati ricordiamo Valeria Parrella, Alessandro Perissinotto, Sandro Bonvissuto, Giorgio Falco, Leonardo Colombati, Vitaliano Trevisan, Antonella Lattanzi e Francesca Melandri per la sezione letteratura; Roberta Carlini, Domenico Losurdo, Lucy Riall, Jean-Paul Fitoussi, John Davis, Chiara Saraceno, Jason Pine, Luciana Castellina, John Dikie, Vito Teti, Angelo D’Orsi, Donatella Di Cesare per le altre sezioni. Salvatore Settis, Stefano Rodotà, Carlo Ginzburg, Gustavo Zagrebelsky e Ferdinando Scianna per i Premi alla carriera. Diretto da Gemma Cestari, il Premio Sila ’49 è promosso dalla Fondazione Premio Sila, ed è diviso in due sezioni: la sezione Letteratura e la sezione Economia e Società. La Giuria si riserva di anno in anno la facoltà di assegnare premi speciali alla carriera e all’opera complessiva di autori che abbiano un’attinenza significativa con i valori promossi dal Premio.
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globetrottingwino · 5 years
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Famous Italians Guard the Vino con Vista Uffizi in Florence Italy
Statue of Leonardo da Vinci …by himself ? In front of the Uffizi Gallery in Florence, Italy. (Photo credit: Wikipedia)
Statue of Leonardo da Vinci signed by Luigi Pampaloni, Serie of the “Great Florentines”, Piazzale degli Uffizi, Florence, Italy. (Photo credit: Wikipedia)
There are plenty of Famous Italians!  The alcoves on the outside of the Uffizi Loggia in Florence highlight some of the most…
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pangeanews · 5 years
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Guido Morselli, Stalin, l’Antipapa. Nel 1953 l’Unione Sovietica tentò il grande patto con il Vaticano, lo dimostra un verbale finora inedito: intervista allo storico Matteo Luigi Napolitano
“Guido Morselli, come ormai molti sanno, è scrittore «postumo» in quanto in vita non riuscì a pubblicare neanche uno solo dei romanzi che oggi gli assicurano un posto di rilievo nella narrativa italiana contemporanea”. Inizia così un lungo e attualissimo articolo di giornale, ormai ingiallito dal tempo, firmato da Geno Pampaloni e risalente al 28 agosto 1978, a soli cinque anni dal suicidio dello scrittore bolognese di nascita e varesino d’adozione e a soli quattro dall’esplosione del caso letterario Morselli. Nello stesso pezzo, il critico si sofferma sulle contraddizioni e sulla vita bizzarra e inquieta di questo scrittore postumo, riprendendo le parole di Dante Isella che ne aveva fatto un ritratto, una manciata di giorni prima, in un convegno a Cortina. “È probabile – rileggo il testo di Pampaloni – che la matrice di queste contraddizioni, e anche la ragione del fascino dello scrittore, che ci coinvolge e ci stimola anche oltre i risultati artistici che pur apprezziamo, per un suo fervore di presenza critica, per una sua continua e talora struggente allusività sia da cercare nella sua ispirazione religiosa: che fu quella irrequieta di un laico, irrisolta, inespressa, indecisa, ma certo autentica sul piano esistenziale”.
*
Proprio oggi, a distanza di quasi mezzo secolo, facciamo i conti con un nuovo racconto inedito di Guido Morselli, Il Grande Incontro, pubblicato da De Piante (in copertina uno splendido ritratto di un francescano e benevolo Pacelli che dialoga con un passerotto, a cura dell’artista Barbara Nahmad) che sublima, in poche pagine, due temi fondamentali di tutta l’opera morselliana: il cristianesimo e il comunismo. Il racconto originale, ambientato nell’anno giubilare 1950 – e probabilmente scritto negli anni 1955-1956, gli stessi della stesura di Fede e critica, mette in scena un grande incontro segreto fra Stalin e Papa Pio XII, personaggi che non vengono mai nominati, ma che sono ben riconoscibili, possibile, ma che, nella Storia, mai ha avuto luogo. L’incontro fra il papa e Stalin, giunto a Roma in incognito, era voluto dal capo dei comunisti per «proporre un patto di reciproco riconoscimento delle sfere d’interessi» e per domandare una «collaborazione amichevole». Una collaborazione che, nell’ottica sovietica, sarebbe passata attraverso la sostituzione del papa con un ex gesuita, Dimitri Ivànovic, il sosia perfetto di Pio XII. E lo stesso ufficiale, sotto il pastrano, la bianca tonaca – che, guarda caso, indossa lo stesso nome di Mendelejev, il chimico russo inventore della tavola periodica degli elementi – avrebbe eseguito un’iniezione indolore al papa. Sullo sfondo appare l’ombra dell’antipapa Felice V – segno della trama diabolica. In questo incontro, papa Pio XII, che invoca invano «il prodigio di una resipiscenza», si mostra intrepido, furente, bellicoso, sull’orlo dell’anatema di dannazione eterna che non scaglia contro Stalin, il quale invece minaccia una terza guerra.
*
Più tardi nell’opera morselliana, precisamente nel romanzo Roma senza papa, il Concordato con l’Unione Sovietica, «volgarmente detto concordato del secolo, o bomba bianca» è già stato siglato. Non dal pontefice, ma dalla Segreteria di Stato. La Santa Sede si arrende al «concordato abbastanza strano», dopo le profferte sovietiche. L’oggetto del contendere, nel racconto appena pubblicato come poi nel romanzo Roma senza papa, sono schiere di fedeli. Per guardare il racconto attraverso una prospettiva storica accurata, ho chiesto lumi al biografo del pontefice Pio XII nonché all’esperto di diplomazia vaticana e di Guerra fredda, al professor Matteo Luigi Napolitano che mi ha rivelato, sulla scorta di un verbale inedito di 40 cartelle, che Stalin in effetti chiese udienza al pontefice. A fine febbraio 1953, in piena Guerra Fredda, il Maresciallo Stalin, prima di morire, una settimana dopo, il 5 marzo 1953, avrebbe tentato un riavvicinamento tra la Santa Sede e l’Unione Sovietica. Guido Morselli, dunque, poteva – secondo Napolitano – essere a conoscenza del tentativo diplomatico di incontro tra le due altissime personalità.
*
Quali a suo avviso le motivazioni che spinsero Stalin a cercare di ottenere un incontro con il pontefice? Cosa si cela in queste quaranta cartelle (se è lecito porle questa domanda)?
“Di fatto il progetto si materializza all’inizio del 1953, esattamente una settimana prima della morte di Stalin. Ambrogio Donini, storico della Chiesa di formazione marxista, avvicina il padre Martegani, Direttore della Civiltà Cattolica, facendo capire di essere incaricato dai vertici del Cremlino (praticamente da Stalin) di incontrare a Roma qualche rappresentante seppur ufficioso della Santa Sede, per ragionare intorno all’ipotesi dello stabilimento di relazioni diplomatiche tra Vaticano e Mosca; in particolare dell’apertura di un’ambasciata sovietica presso la Santa Sede. Si tenga presente che la questione non è affatto nuova, e anzi risale ai tempi in cui Pacelli Papa era Nunzio apostolico in Germania; essa tuttavia assume particolare interesse a Guerra fredda ormai avviata. La conversazione fra Donini e Martegani si svolse in casa dell’ex ministro della Real Casa Falcone Lucifero, e contiene dettagli molto interessanti. Contrariamente ad alcune letture postume, non sembra fosse il padre Martegani quello più interessato al piano in discussione, quanto proprio il Donini, sulla base di un asserito “mandato sovietico”. Lo storico marxista infatti insistette molto sulla necessità che Chiesa e mondo comunista dessero insieme un segnale che incoraggiasse alla distensione mondiale”.
Come è possibile che Morselli sapesse? Attraverso quali canali, secondo lei, è pensabile che lo scrittore sia venuto a conoscenza di questi tentativi diplomatici sovietici?
“Morselli sapeva perfettamente che tali tentativi diplomatici si erano già dipanati nel primo dopoguerra. Morselli sapeva altresì che la Santa Sede aveva dato semaforo verde alla possibilità che gli Alleati aiutassero l’Unione Sovietica aggredita dalla Germania nel 1941. Sapeva anche che, proprio durante la guerra, si era registrata in Unione Sovietica una certa distensione e apertura verso i diritti dei credenti (ortodossi e cattolici) e nei confronti della libertà di religione. Tutti elementi che potevano in qualche modo indurre Morselli a immaginare come possibile un incontro fra Pio XII e Stalin”.
Leggendo il racconto, per quale motivo Morselli ha messo in scena, sullo sfondo, l’ombra dell’antipapa Felice V?
“Morselli doveva conoscere bene anche l’esperienza del teatro politico di Erwin Piscator. Il colpo di scena descritto con l’apparizione del sosia di Pio XII e dell’ombra dell’antipapa è un elemento drammaturgico di quel teatro. Il suo testo doveva indurre credenti e non credenti a una riflessione politica sul rapporto tra fede e laicità; nel “teatro politico”, dove il testo e la sua rappresentazione devono essere insegnamento di vita, anche la fantasia più sbrigliata può e anzi deve servire allo scopo”.
Nel romanzo Roma senza papa, il Concordato della Santa Sede con l’Unione Sovietica è già stato siglato, non dal Papa, ma dalla Segreteria di Stato. Per quale motivo Morselli ha scelto di dare rilievo alla Segreteria di Stato?
“Semplicemente perché i Concordati vengono progettati dalla Segreteria di Stato (che negozia direttamente con l’altra parte contraente) e poi firmati dal Segretario di Stato o da chi ne fa le veci. È accaduto, per citare i casi più noti, con i Patti Lateranensi del 1929 (che contengono all’interno un Concordato) e col Concordato con il Reich del 1933”.
Torniamo al racconto e a Pio XII che Morselli considera di fatto l’ultimo Papa regnante, “signore nella sostanza e nella forma”, è d’accordo con questa visione morselliana? Crede che risponda al vero? Si nasconde in questo racconto una visione di pontificato militante, fanatico, bellicoso?
“A giudicare dai testi pacelliani scritti durante la Guerra calda e poi in piena Guerra fredda, Pio XII tutto fu fuorché un papa militante, fanatico e bellicoso. Egli, per esempio, non cessò mai di raccomandare ai due blocchi grande prudenza, biasimando in particolare la corsa agli armamenti che contribuiva non poco a far salire la tensione fra le superpotenze e nel mondo. Questo è un dato già accertato, che la prossima apertura delle carte di Pio XII, prevista per il 2 marzo 2020, confermerà senz’ombra di dubbio. Pio XII fu “signore nella sostanza e nella forma”, nel senso che per lui il rispetto delle forme voleva dire rispetto della sostanza. Se si vuole trovare una prova di questo, basti risalire agli anni Trenta, quando da Segretario di Stato l’allora Cardinale Pacelli non faceva che correggere alcuni toni troppo enfatici che il suo successore alla Nunziatura di Berlino, mons. Cesare Orsenigo, adoperava nei discorsi che doveva rivolgere, in qualità di Decano del Corpo Diplomatico, a Hitler e alle autorità naziste. Le bozze di quei discorsi venivano costantemente controllate e corrette, in senso più aderente alla forma e alla sostanza dei rapporti tra Santa Sede e Terzo Reich, proprio dal futuro Pio XII”.
Infine una domanda forse scomoda, ma certo di natura editoriale: non sono riuscita a chiarire il motivo per cui negli anni ’90, e segnatamente nel 1999, l’editore (Dino Azzalin) che diede la luce ai racconti inediti di Morselli, con la Nuova Editrice Magenta e il titolo Una missione fortunata e altri racconti, non abbia pubblicato questo straordinario racconto che, nella iniziale silloge narrativa, era il primo. Potrebbero esserci motivazioni storiche per questa sorta di espunzione o censura?
“Spesso nel panorama intellettuale e pubblicistico italiano, così complesso e anche così litigioso, la vera censura è l’autocensura. Alla base dell’omissione potrebbe tuttavia anche esserci una semplice sottovalutazione di questo testo. Nel 1999 temi del genere non potevano essere affatto oggetto di censura; dato che si era peraltro in una fase di rispettoso dialogo tra il Vaticano e ciò che restava del mondo comunista”.
Linda Terziroli
*Matteo Luigi Napolitano (San Severo, 1962) è Professore Associato di Storia delle Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Roma “G. Marconi”. Si occupa di diplomazia vaticana, di guerra fredda e di relazioni euro-atlantiche. È redattore della rivista “La Civiltà Cattolica” per le recensioni di carattere storico e Delegato del Pontificio Comitato di Scienze Storiche presso l’International Committee for the History of the Second World War. Fra i suoi numerosi saggi ricordiamo: Mussolini e la Conferenza di Locarno (1996); Pio XII tra guerra e pace (2002); Angelo Giuseppe Roncalli-Giovanni XXIII (2004); Il Papa che salvò gli Ebrei (con Andrea Tornielli, 2004); Diplomazia delle risorse e rapporti euro-atlantici (2004); Pacelli, Roncalli e i Battesimi della Shoah (con Andrea Tornielli, 2005); The European Diplomacy between the two Wars (2008); Il fallimento di una speranza: gli Stati Uniti e il progetto di Comunità Europea di Difesa (2009); “Il tallone di Ike”: Eisenhower e l’America Latina nella guerra fredda (2010); L’Oriente Cristiano visto da Sofia. Roncalli visitatore apostolico tra diplomazia e missione (2011). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato The Vatican Files La diplomazia della Chiesa. Documenti e segreti (2012).
**In copertina: Papa Pio XII, ha retto il trono di Pietro dal 2 marzo 1939 al 9 ottobre 1958
L'articolo Guido Morselli, Stalin, l’Antipapa. Nel 1953 l’Unione Sovietica tentò il grande patto con il Vaticano, lo dimostra un verbale finora inedito: intervista allo storico Matteo Luigi Napolitano proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/335E0t5
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colin-vian · 6 years
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 LUIGI PAMPALONI   
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