Le divinità di Stylamid: Parte 1

Presentazione delle divinità principali della mia ambientazione per: Stylamid: Le torri di Iaustrin

Quanti addii ognuno di noi è disposto a sopportare per poter seguire la propria strada?

A volte pensiamo troppo a quello che vorremmo, ignorando ciò che abbiamo e potremmo avere.

Rimanere accanto ai propri cari anche a rischio di metterli in pericolo o allontanarsi da loro così da tenerli al sicuro. Chi ha il diritto di dire quale sia la scelta più saggia, tra le due?

Non è mai facile rompere i legami che creiamo giorno dopo giorno, neanche quando è chiaro che è necessario lasciarseli alle spalle e andare avanti.

Non sempre è facile cambiare vita, ricominciare da capo, per quanto si tenti di fare ammenda per gli errori commessi, perché il passato può rincorrerci ovunque, anche dove meno ce lo aspettiamo.

Aria di casa, familiare e rassicurante quella delle botteghe cosparse per Stylamid. Perché ciò che conta, in questo mondo, è il lavoro, soprattutto quello d'artigianato, dove la gente crea con le proprie mani oggetti che possano essere utili e rendere felici chi li acquista.

La Parola. Cosa c'è di più pericoloso, al mondo, di chi sa usare le parole nel modo giusto? Si dice che sappiano fare del male più di uno schiaffo, e che la penna ferisca più della spada.

"Le storie, a volte, nascono all’improvviso. Gli abitanti di Utea lo sanno bene, poiché di fiabe, canzoni e musica vive il loro mondo. Non sempre c’è un perché o un motivo. Esiste solo l’ispirazione, che può nascere osservando le stelle, o attorno a un falò, o da un evento comune nella vita di tutti i giorni. Cosa accade, però, quando una giovane aspirante scrittrice del Regno della parola si ritrova a dover affrontare un'avventura come quelle dei libri che tanto ama? La vita tranquilla che Miell Halarin si è costruita con tanta fatica nella città di Kerneval avrà fine quando il passato tornerà a bussare alla sua porta."

Aster: Iracconti di Utea è disponibile sul mio profilo wattpad: Risia99

Quasi tutti i personaggi di dnd hanno un passato tragico e oscuro, soprattutto i ladri, in particolar modo gli assassini. La storia di Tia però è molto particolare: è triste, caratterizzata da perdite molto gravi, piena di sfortune, sì. Ma perché? Per renderla un personaggio oscuro e tenebroso? Tia non è un personaggio oscuro e tenebroso... Perché un assassino deve per forza avere un background triste e angosciante? Tia non ha scelto di diventare un assassino per vendetta o perché ha subito delle perdite... Chi muove i fili della sua vita? Perché la sua esistenza l'ha obbligata a seguire un determinato percorso? Come mai sembra essere costretta a vivere senza una famiglia e per quale motivo sembra essere l'unica elfa della luna rimasta in tutta Elmerhin? Perché la sua vita sembra sempre più simile a una tragedia teatrale...?

Estratto dal capitolo 7 de "I Custodi di Amius", il romanzo che sto scrivendo e che potete trovare sul mio profilo wattpad Risia99

ps: Ricordo che la storia è in fase revisione e potrebbe subire modifiche.

Sarà stata l'atmosfera fatata dell'ambientazione, forse il fatto che le protagoniste fossero due gemelle, ma ho adorato questa saga. Immaginate che come regalo per la cresima mi feci comprare "I quattro misteri". Ho adorato la descrizione del piccolo e accogliente villaggio di Fairy Oak, immerso nella natura, tra alberi fatati, con botteghe semplici come quella della sarta, del falegname o la pasticceria e il porto in cui i marinai si incontrano per andare a pescare. Si viene immersi nella calda e semplice atmosfera casalinga della famiglia protagonista, di cui è sempre un piacere leggere anche dopo anni.

Se non erro, andavo in quinta elementare. Quel giorno ero rimasta a casa per problemi di salute, mia madre tornò a casa e mi portò il primo volume di questa saga. Non avevo nulla da fare, quindi iniziai a leggerlo. Fu un errore. I miei genitori e parenti furono costretti a comprarmi dopo soli due giorni il secondo libro, poi il terzo e il quarto. Con la scusa di un viaggio a Padova per andare a trovare mia zia, mi feci accompagnare a Venezia, città di cui mi ero innamorata grazie a questi libri. Non fu solo questo, da allora, per qualunque festa, appena mi chiedevano cosa volessi come regalo, chiedevo un nuovo libro fantasy.

"La saga che...?" Probabilmente questa è la saga che ha influenzato di più le mie opere. Quando si scrive si cerca sempre di inventare qualcosa di nuovo ma è impossibile non fare riferimenti alle storie che più abbiamo amato. Qualche giorno fa ho consigliato questa saga a degli amici, sono rimasta sorpresa di quanto fosse poco conosciuta e non ho potuto non dispiacermene. Se non l'avete mai letta, la consiglio vivamente. Il modo in cui storia, mitologia e leggenda si intrecciano in quest'opera è semplicemente geniale a mio parere.

Estratto dal capitolo 6 de "I Custodi di Amius", il romanzo che sto scrivendo e che potete trovare sul mio profilo wattpad Risia99

ps: Ricordo che la storia è in fase revisione e potrebbe subire modifiche.

Estratto dal capitolo 5 de "I Custodi di Amius", il romanzo che sto scrivendo e che potete trovare sul mio profilo wattpad Risia99

ps: Ricordo che la storia è in fase revisione e potrebbe subire modifiche.

"Nel mondo esistono sempre tante Beth, creature miti e soavi che se ne stanno in disparte, ed escono dal loro angolino solo se qualcuno si rivolge a loro perché ha bisogno di assistenza e di appoggio. Sono creature che sanno sacrificarsi sempre con il sorriso sulle labbra, e gli altri sanno apprezzarle solo quando il destino le porta via, lasciando dietro di loro un vuoto per cui non c’è conforto." Louisa May Alcott - Piccole Donne