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#vittorio emanuele di savoia
odreros2y4 · 3 months
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Príncipe Vittorio Emmanuel de Saboya con su esposa, Marina, e hijo, Emmanuel Philibert.
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forgotten-daydreamer · 3 months
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FYI the last heir to the former Italian throne*, Vittorio Emanuele di Savoia, died on February 3rd 2024!! The planet's getting rid of the royals one by one LMAO.
* Italy became a republic in 1946, and the royal family was exhiled after they collaborated with fascist dictator Mussolini, among other things
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ninocom5786 · 3 months
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Prostituzione e corruzione come Berlusconi, disprezzava la repubblica e l'antifascismo, fu persino un assassino oltre che essere membro di una casa reale reo dei crimini più atroci contro meridionali e contro popolazioni africane e reo di aver fatto salire al potere i fascisti.
Che bruci perennemente all'inferno.
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personal-reporter · 3 months
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Addio a Vittorio Emanuele di Savoia, l'ultimo erede al trono d'Italia
Si è spento a Ginevra, all’età di 86 anni, Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, l’ultimo re d’Italia, e di Maria José. Lo ha annunciato la Real Casa di Savoia in una nota ufficiale, precisando che il decesso è avvenuto alle ore 7:05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, circondato dalla sua famiglia. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile. Continue reading…
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luhalalusce · 3 months
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You know how people learn breaking news through the Destiel meme? For me the facebook version of that, but only for famous deaths, is this one guy I'm friends with that always makes a pun about the dead famous person of the hour (sometimes the pun is even connected to the cause of death).
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italianiinguerra · 2 years
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230 anni fa nascevano due leggendari reggimenti di Cavalleria
230 anni fa nascevano due leggendari reggimenti di Cavalleria
Il 23 luglio 1692, il Duca Vittorio Amedeo II ordinò che lo Squadrone di Piemonte poi Reggimento di Cavaglià, nato nel 1691 per fusione di Compagnie di Genti d’arme o Compagnie delle “Corazze” quale nuova unità di cavalleria pesante (di linea), venisse ridenominato in Reggimento di cavalleria “Piemonte Reale”. Nello stesso giorno veniva fondato anche il gemello Reggimento “Savoia Cavalleria”.…
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segretecose · 3 months
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happy VITTORIO EMANUELE DI SAVOIA MORTO to those who celebrate
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criptochecca · 3 months
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Vittorio Emanuele di Savoia is dead
Well known for killing a teenager with a rifle, fraud, corruption, weapon trafficking to the Shah, trying to get compensation from Italy for his exile and the restitution of the belongings and royal estates confiscated (denied lmao), saying that the racial laws that his father signed were not that terrible and having a cringe fail son.
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fatalquiiete · 1 year
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FARE LE NOZZE COI FICHI SECCHI L’espressione “fare le nozze coi fichi secchi” viene impiegata per definire l’atteggiamento di chi osa compiere un’azione senza averne i mezzi, e finendo per ottenere qualcosa in tono minore o di ripiego. L’origine della locuzione è però storica e molto singolare. Venne coniata da Edoardo Scarfoglio, giornalista, fondatore e primo direttore del quotidiano “Il Mattino” di Napoli. Il 27 settembre 1896 uscì con uno dei suoi pezzi più celebri e il titolo era, appunto, “Le nozze coi fichi secchi”. Oggetto della sua ironia era l’annuncio dell’imminente matrimonio del rampollo di casa Savoia, il piccolo e gracile Vittorio Emanuele (futuro Vittorio Emanuele III), 1,53 m, con l’alta e giunonica principessa Elena di Montenegro, 1,80 m, allo scopo, si malignava, di “irrobustire” il lignaggio dei re d’Italia. Il Montenegro era allora un Paese povero e noto soprattutto per la produzione di fichi, che commerciava essiccati, da cui la vibrante ironia di Scarfoglio.
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blacklotus-bloog · 6 months
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È facile apparire intelligenti quando si è belli...
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VITTORIO EMANUELE III DI SAVOIA
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royal-confessions · 1 year
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“in short and in conclusion, Vittorio Emanuele di Savoia is not the head of the house of Savoy, his son is ridiculous in reality his whole family is ridiculous and for me the branch of aosta is the legitimate heir to the duchy of savoy these men did things that they are good for italy now Vittorio Emanuele and his descendants only think of the monarchy to obtain status” - Submitted by Anonymous
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crazy-so-na-sega · 9 months
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Friedrich Nietzsche in compagnia della madre Franziska (1892)
2 aprile 1888: Friedrich Nietzsche era un viaggiatore un po’ distratto. Doveva arrivare a Torino, eppure si ritrovò a Sampierdarena, non lontano da Genova; aveva sbagliato treno, ecco tutto…ma un piccolo mistero rimane ancora oggi, visto che la sua valigia lo stesso giorno s’imbarcò educatamente sul vagone per il Piemonte.
Tre giorni dopo, comunque, il professore ritentò l’impresa sulla linea Alessandria-Asti-Torino e, questa volta, giunse a destinazione: gli apparve una città ammantata di luce purissima, dai viali silenziosi e splendidamente lastricati.
Proprio dietro Palazzo Carignano, l’edicolante Davide Fino vide il forestiero, tutto contento con la valigia in mano, e cercò di vendergli una guida turistica; si ritrovò, invece, ad affittargli una stanza nella sua stessa casa, all’ultimo piano di Via Carlo Alberto n.6, dove oggi si trova la lapide che ricorda il soggiorno torinese del filosofo.
Nietzsche rimase due mesi in città; in estate partì per la Svizzera e poi, a settembre, tornò qui per un soggiorno più lungo, che si rivelò fatale.  
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La targa che ricorda il soggiorno torinese del filosofo tedesco in via Carlo Alberto 6
Dodici anni prima, poco più che trentenne, la salute malferma lo aveva costretto a congedarsi dall’università di Basilea, dove insegnava lingua e letteratura greca; fu l’inizio di un’intensa attività di scrittura e peregrinazioni sempre più sofferte, in un “Gran Tour” europeo di cui rimane solamente un taccuino insignificante, con appuntati i prezzi di frutta e verdura.
Eppure, Torino gli apparve splendida:“…è l’unica città che mi piaccia. Un qualcosa di calmo e di superstite lusinga i miei istinti. Percorro con estasi queste vie dignitose…Un paradiso per i piedi, anche per gli occhi…Non avrei mai creduto che una città, grazie alla luce, potesse diventare cosi bella”.
Diverse lettere, indirizzate alla madre, al musicista Peter Gast e al teologo Overbeck, mostrano l’entusiasmo per Torino che, persa la corona da capitale, rimaneva comunque vivacissima: cinque quotidiani, venti giornali scientifici e quattordici letterari, oltre a numerose biblioteche internazionali.
A questa effervescenza culturale, però, Nietzsche prendeva raramente parte. Preferiva passeggiate solitarie lungo i viali di Corso Casale; pensava, forse, a Richard Wagner, il celebre compositore con cui si era interrotto, misteriosamente, il sodalizio spirituale; o pensava ancora a Lou Salomé, l’affascinante russa che avrebbe anche sposato se questa non avesse ammaliato, prima il suo migliore amico, Paul Rée, poi un giovane poeta, Reiner Maria Rilke, e successivamente persino Sigmund Freud.  
Conduceva una vita riservata: di amici forse solo Carlo Clausen, editore tedesco che portò in Italia le dottrine orientali, quando erano ancora sconosciute.
Curiosamente, gli avvenimenti che lo interessavano di più erano gli stessi che entusiasmavano quella borghesia da lui tanto criticata: pare che alla fine dell’estate, trascorsa tra le montagne di Sils Maria, desiderasse tornare a Torino proprio per assistere, insieme ad oltre 70.000 persone, al matrimonio fra il duca Amedeo di Savoia e la principessa Letizia Bonaparte.
Curioso, per un personaggio ritenuto da tutti anticonformista; ma Nietzsche non era mai stato un “bohémien” ed, anzi, aveva sempre tenuto tantissimo a titoli, blasoni e frequentazioni altolocate.
Arrivò l’autunno: monotono, ma prolifico. C’era la sua scrivania, dove scrisse “Ecce Homo”, e c’era il pianoforte, che condivideva con Irene, la figlia dei suoi affittuari.
Poi, giorno dopo giorno, la sua grafia divenne sempre più nervosa e illeggibile; mentre nel suo cestino i coniugi Fino trovavano banconote stracciate, dalla vicina posta centrale, il filosofo cominciò a spedire biglietti in cui si considerava l’incarnazione di Vittorio Emanuele II, dell’architetto Antonelli o di altre celebrità dell’epoca; firmava le lettere come “il Crocifisso” o “l’Anticristo”.
Cominciò a confondere le notizie che apparivano sui giornali con quelle della sua vita quotidiana: vaneggiò che i sovrani d’Italia sarebbero andati a trovarlo nella sua stanza e poi, quando su “La Gazzetta Piemontese” apparve la notizia che uno spagnolo, accusato di omicidio, veniva condannato a morte, pensò di essere il carcerato stesso.
Il 3 gennaio 1889 avvenne la fine, forse un episodio più leggendario che veritiero.
Vedendo un vetturino che frustava a sangue un cavallo, Nietszche abbracciò e baciò l’animale, cadendo a terra e urlando di essere il nuovo Dioniso.
Lasciò Torino con la papalina di Davide Fino sulla testa, come pegno di un futuro incontro che mai avvenne. Morì il 25 agosto 1900 a Weimar, prigioniero della pazzia, presto trasformato in un mito.
I suoi scritti, rimaneggiati dalla sorella Elisabeth, conobbero un enorme successo e colpirono negli anni successivi Adolf Hitler.
Si convinse di essere l’ubermensch invocato dal filosofo per una nuova era. E, cosa ancor più folle, tanti lo seguirono. Ma non era il superuomo; era, anzi l’ultimo uomo, il peggior nichilista che avrebbe distrutto il mondo. L’ubermensch vagheggiato dal filosofo era diverso; il suo oltreuomo, avendo scoperto che Dio era morto, con la Filosofia del Martello avrebbe distrutto quei valori in cui l’Occidente faceva ancora finta di credere, libero di creare, come un fanciullo, nuovi valori.
“Ma chi sono i pazzi?”
-Fonte: Nietzsche a Torino
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L'uomo e il suo pensiero raramente coincidono...(cit)
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nipresa · 9 months
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Il 16 dicembre 1969, al fine di sanare la condizione borghese della fidanzata, Vittorio Emanuele di Savoia, auto-proclamatosi re d'Italia, emanò un "decreto reale" nel quale conferiva a Marina Ricolfi Doria il titolo di duchessa di Sant'Anna di Valdieri.
La nobiltà italiana post 1947 è un colossale LARP
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my-marika-world · 2 years
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La prima capitale
Il 20 luglio ho visitato la città di Torino con un caro amico. Una gita breve, che non ci ha permesso di esaurire le cose da visitare e vedere, ma che ci ha fatto assaggiare il sapore di questa città italiana.
Arrivati verso le 10:30 alla stazione di Porta Nuova, ci siamo diretti verso la parte storica della città. Passati attraverso le vie che mostrano ancora la struttura romana, tipica delle città che abbiano avuto questa influenza antica, siamo arrivati in piazza san Carlo, circondata da imponenti palazzi, tranne a sud, dove si possono vedere le chiese gemelle di Santa Cristina e di San Carlo. Nel centro della piazza si trova il Monumento a Emanuele Filiberto di Savoia, noto anche come Caval ëd Bronz (cavallo di bronzo, in piemontese).
Proseguito in direzione nord, siamo giunti sotto i portici del Teatro Regio, che ci hanno poi condotti fino al Palazzo Reale. Entrati a far visita, abbiamo passato qualche ora a camminare per le stanze dei Savoia. Nella prima parte, siamo stati catapultati negli anni della Torino reale e prima capitale italiana attraverso mobili e oggetti dei re e di chi ha vissuto in questo palazzo. Nel resto della visita abbiamo potuto vedere le collezioni sabaude e i ritrovamenti archeologici di varie epoche.
Finito il percorso del Palazzo, siamo andati a ristorarci in un bar piccolo ma accogliente, in cui abbiamo potuto assaggiare dei piatti tipici torinesi: agnolotti al sugo di arrosto e gnocchi con fonduta di toma; arrosto e vitel tonnè; bonèt e infine un bicèrin di amaro.
Dopo pranzo abbiamo percorso i portici che ci hanno condotti al Po, facendo solo una piccola deviazione verso la Mole Antonelliana. Costeggiando piazza Vittorio Veneto siamo giunti al fiume più lungo d'Italia che ci ha poi condotti al parco del Valentino, dove ci siamo ristorati dal caldo prima di arrivare in stazione e concludere la nostra giornata in questa bellissima città.
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aki1975 · 17 days
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Valenza - Villa Pravernara (già Villa De Cardenas) - 1611
Il Seicento infatti è il secolo del “teatro del mondo” in cui convivono la fuga del mondo (Calderon de la Barca nella declinante Spagna) e il naturalismo della pittura olandese, carraccesca e caravaggesca, ma sempre con un intento drammatico.
Questo tratto teatrale del Seicento - e del Barocco che è il linguaggio delle corti - accomuna Roma a Torino che in questo secolo vede i Savoia diventare una dinastia italiana e renderla la capitale dello Stato.
Alcuni eventi degni di nota sono:
1557 - Emanuele Filiberto guida l’esercito del cugino Filippo II e sconfigge gli olandesi nella Battaglia di San Quintino
1559 - Pace di Cateau Cambresis con vantaggi territoriali per i Savoia e dominio spagnolo a Milano dopo che, nel 1525, Francesco I era stato preso prigioniero a Pavia
1563 - Emanuele Filiberto traferisce la capitale del Ducato a Torino
1571 - I Piemontesi combattono a Lepanto accanto a Venezia, Spagna e a Gianandrea Doria (“Ianuensis ergo mercator”)
1580 - Carlo Emanuele I Duca di Savoia
1598 - Morte di Filippo II, Filippo III Re di Spagna
1601 - I Savoia conquistano dai Francesi il Marchesato di Saluzzo
1619 - Simbolo dell’avvicinamento dei Savoia alla Francia, l’erede al trono Vittorio Amedeo sposa Maria Cristina Borbone, figlia di Enrico IV e Maria de’ Medici, la futura prima Madama Reale
1621 - Morte di Filippo III, Filippo IV Re di Spagna
1625 - Carlo II Re di Spagna
1630 - Vittorio Amedeo I Duca di Savoia
1634 - Gli Spagnoli, al comando di Ambrogio Spinola e sotto la leadership del Conte di Olivares, sconfiggono gli Olandesi a Breda
1637 - Morte di Vittorio Amedeo I. Reggenza della Madama Reale
1640 - Sollevazione della Catalogna e indipendenza del Portogallo
1643 - il Principe di Condè sconfigge gli Spagnoli a Rocroi
1663 - Carlo Emanuele II Duca di Savoia. Realizzazione della barocca Piazza San Carlo, sullo stile della romana Piazza del Popolo
1675 - Vittorio Amedeo II Duca di Savoia
1685 - Palazzo Carignano (Guarini)
1694 - Cupola di Guarini della Cattedrale
1700 - alla morte di Carlo II d’Asburgo re di Spagna, Luigi XIV che aveva sposato la figlia di Filippo IV Maria Teresa rivendica il trono per Filippo V di Borbone (che diventerà re, ma non unirà le corone e perderà Milano e Napoli) avversato dall’Austria e dall’Inghilterra
1704 - I Francesi sconfitti a Blenheim dal Duca di Malborough e da Eugenio di Savoia
1706 - Assedio di Torino
1713 - Trattato di Utrecht. Vittorio Amedeo II Re di Sicilia, poi di Sardegna. Il Regno si estende al Monferrato e ad Alessandria
1730 - Carlo Emanuele III Re di Sardegna
1740 - Guerra di successione austriaca: alla morte di Carlo VI d’Asburgo, l’elezione della figlia Maria Teresa a imperatrice è osteggiata da Prussia, Francia e Spagna e supportata da Gran Bretagna, Russia e Regno di Sardegna
1745 - A Bassignana i Piemontesi sono sconfitti dai Francesi mentre Valenza è difesa dal governatore De Cardenas che in città possiede un palazzo e una villa in regione Provernara
1747 - I Piemontesi respingono i Francesi alla Battaglia dell’Assietta (“bugia nën”)
1773 - Vittorio Amedeo III Re di Sardegna
1796 - Morte di Vittorio Amedeo III e inizio della fase rivoluzionaria
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