Tumgik
#troppe sofferenze
writeaboutyouandme · 2 years
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È un periodo nero. Non ci sono alti e bassi, solo una continua linea retta posta nel fondo di tutto. Ogni cosa che provo a fare va male, ogni momento in cui c’è uno spiraglio di felicità viene subito sradicato violentemente, come se quella felicità non la meritassi, come se fossi destinata a vivere tra lacrime e dolore.
Mi sto quasi abituando a quel vuoto interno da pensare che tra qualche settimana non lo sentirò nemmeno più. Ho così paura di tutto questo da credere che quando avrò anche un briciolo di luce mi sentirò fuori posto. E probabilmente sarà così.
In questo modo nascono gli autolesionisti, almeno così si dice. Non parlo di ferite fisiche, intendo le persone che distruggono tutto, che cercano sempre il loro angolo nero in cui rifugiarsi, lontano dal mondo a colori in cui gli altri vogliono portarle.
Alla fine rimarrò da sola, il resto della gente si arrenderà e sicuramente lo farò anche io. Quando tutti saranno ormai lontani, quando non avrò nessuno da chiamare, quando non saprò che fare della mia vita, quando i miei pensieri mi ammazzeranno, sarà in quel momento che capirò che per me non c’è più speranza.
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Forse non sono destinata a scivolare per sempre.
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Un ora di felicità mi costa una vita di sofferenza.
#un-equilibrista-delcielo
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io-pentesilea · 1 year
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Immaginate una bambina ammalata.
I medici disperano di salvarla, la danno per spacciata.
Immaginate due genitori disperati e le loro preghiere. Che vengono ascoltate.
La bambina guarisce.
Immaginate che di lì a poco il fratellino più piccolo - ha solo 4 anni... - di quella bambina, si ammali e in un brevissimo lasso di tempo muoia...
E che i genitori, nel tentativo di proteggere la figlia, distrutti dal dolore, annientati, ma consapevoli di dover andare avanti anche per lei, le raccontino che il fratellino è in un bel posto, con tanti altri bambini.
Immaginate che la bambina non riesca a capire perché non può andare anche lei, in questo bel posto, e che cominci a pensare che i genitori vogliono più bene al fratello che a lei. Perché non la portano con loro, quando vanno a trovarlo ogni sabato?
Immaginate che la bambina, ipersensibile, come in genere sono i bambini, avverta il dolore dei suoi genitori e cominci ad avere incubi frequenti, in cui rincorre la mamma, che si allontana da lei con un non meglio identificato uomo, il ' carbonaio', lo chiama.
Immaginate poi che la bambina sempre più curiosa cerchi di scoprire dov'è il fratellino e cominci a frugare nei cassetti. E trovi una di quelle immaginette ricordo che si regalano a parenti e amici. Scoprendo così che il fratello è morto.
Ha sette, otto anni allora, e non sa cosa fare. Non ne parla coi genitori, perché forse, chissà, vuole evitare loro altre sofferenze... strano per un bambino? Si chiude nel suo dolore, e nascosta sull'armadio della vecchia zia che vive con loro, piange, ogni volta che si sente tanto triste e pensa al fratello, si arrampica su quell'armadio e piange.
Fino a quando un giorno - ha dieci anni - mentre sta comprando un quaderno nella cartoleria sotto casa, si confida con la cartolaia, le racconta tra le lacrime che sa che Stefano è morto...
Immaginate che quella bambina diventi la donna che è oggi. Che non riesce, come ripete spesso, a dire addio perché ha detto addio a troppe persone nella vita.
E che quella bambina che è oggi una donna venga lasciata senza nemmeno una parola dall'uomo che ha tanto amato.
Oh certo, lei sa perché lui l'ha lasciata.
Ma il dolore che prova per una fine tanto improvvisa è per lei come rivivere lo stesso trauma vissuto da bambina.
Immaginate... se potete.
Barbara
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Io credo fermamente nell’amore ed è questo che a volte anzi molte volte mi frega, perché sono un’eterna romantica e si sa gli eterni romantici sono così increduli che l’amore vero esiste e probabilmente esiste davvero in certi versi, no? Ho provato tante volte a scrivere perché è l’unica cosa che mi riesce bene, perché a parole non so spiegare cioè che ho dentro. E dentro ho tante cose che non riuscirò mai a dire, probabilmente un giorno magari molto lontano riuscirò a scrivere davvero ciò che mi tormenta. Ma non sono qui per questo adesso, so che magari potrebbe annoiarti il mio essere così “logorroica” lo capisco, lo comprendo annoia anche a me moltissime volte. Ma vedi, l’amore che sento per te penso non sia paragonabile a quello che provato prima di te, questo amore per te mi fa male e mi fa bene allo stesso tempo, ma io come te capisci che non possiamo più stare male. Ci sono troppe cose in mezzo, la tua ex soprattutto che in un modo o nell’altro si intromette nella tua vita cosa che tu in primis non dovevi renderlo possibile, ho perdonato quello che hai fatto ho accetto le tue scuse, ma io francamente non me ne faccio nulla. So, che odi quando riprendo il discorso però a volte anzi molte volte mi fermo a pensare e mi dico “ma io davvero mi merito tutto ciò?” E mi rispondo con un “no, non lo merito però per qualche ragione ci finisco sempre in queste situazioni che mi fanno stare davvero male” il mio cuore è stanco, stanco di litigare, di discutere, di piangere e di amare. Ti amo, ti amo davvero e non ti amo perché tu mi debba completare no, ti amo perché in un certo senso completi i miei gesti quando non siamo ognuno per cazzi nostri. Quello che è successo ieri, mi ha fatto molto male.. ho subito pensato che non te ne fregasse niente di me, ed ho pensato tanto ed ho pianto tanto perché non voglio questo per me stessa io voglio solo essere felice. Perché me lo merito e perché te lo meriti anche tu dopo tutte le sofferenze che abbiamo avuto, domani noi possiamo anche vederci possiamo anche parlarne ma la mia decisone rimane quella. So, so quello che ho detto ma magari questo tempo lontane potrebbe farci capire davvero quello che vogliamo, non voglio essere una seconda scelta per te perché mi ci sono sentita un po’ di volte e non te l’ho mai detto, ma sono stanca di fingere che vada tutto bene anche quando non è così. Ti chiedo di rispettare la mia decisione, ti chiedo di rimanere in buoni rapporti e so che ho detto che non ha senso ma non ha senso nemmeno fare finta di niente giusto? Come se questi tre mesi non fossero mai esistiti, io so quanto ti amo e quanto tu ami me proprio per questo ti chiedo del tempo ti chiedo di stare un po’ lontane e capire quello che si vuole davvero. Io per adesso voglio tempo, perché sono delusa e arrabbiata, per quanto posso volerti e posso amarti non riesco a stare così adesso. Amare per due persone come noi è difficile e complicato dopo tutto quello che abbiamo passato, e tu lo sai e il lo so cosa significa amare più di se stessi. Ma voglio che tu capisca, l’importanza che ha ogni azione che fai con quella persona, ogni parola, ogni gesto compiuto, voglio che tu capisca tutto. Perché so, che tu sei intelligente ma a volte non ci capiamo per niente e invece di andarci incontro ci scontriamo facendoci solo del male ed io non voglio questo per noi. Mille parole non bastano, non bastano nemmeno mille lettere per dirti ciò che sento ma spero che tu capirai queste mie parole. E alla fine mi ritrovo sempre così, la mia testa che mi dice di andarmene e il mio cuore che mi dice di riprovare ancora. Ma posso farlo per sempre? Dimmi, se il mio povero cuore può ancora sopportare tutto ciò. Quanto costa essere felici in questo mondo che per noi non sarà mai facile trovare un po’ di pace, quanto costa amare quando l’amore ti fa così male, quanto costa fingere di stare bene quando dentro sei tormentata. Ecco, la parola giusta è “tormentata” più specificamente “un’anima tormentata” come la canzone di blanco, dove mi ci ritrovo tantissimo anzi dove ritrovo me e te. Tormentate, ecco come siamo noi due
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Da tempo ormai sto provando a smettere, stavo riuscendo quando stavo con lei, so che non è un buon motivo smettere per una persona, ma associavo il bene che volevo a lei come valvola per uscire da quella roba lì, nonostante la relazione finita ho provato in tutti i modi a farle capire che solo lei avrebbe potuto aiutarmi, ma come spesso accade mi ha voltato le spalle, forse sono io a spiegarmi male.
Sto provando a lottare, sto raccontando bugie, inganno tutti per riuscire a portare avanti le due facce di questa stessa vita, da una parte all’apparenza normale, e dall’altra costretto a mantenere contatti con ambienti degradati dove gli unici valori conosciuti sono quelli strettamente legati alla droga.
L’apice toccato l’altra sera io che collasso tra le braccia di mio padre e le lacrime di mia madre, “hai preso qualcosa”
“Assolutamente no” risposi dopo aver ripreso coscienza.
E loro che mi avevano raccomandato da sempre di non toccare quella roba lì, ecco quella roba lì, che ormai è diventata il centro del mio mondo e mi fa superare queste interminabili giornate che spero possano finire un giorno, sto provando a farlo.
Ho iniziato per sfida ormai anni fa con un mio amico e pian piano ero diventato anch’io uno di “loro”
Ogni giorno il primo pensiero è avere quella roba lì, di conseguenza parte dello stipendio è dedicato a quello, nella mia banca ci sono tutte le transazioni che effettuo, svago, cibo, divertimento, dovrebbero metterne una anche per le droghe, così uno si regola, che cazzo.
Non ho la più pallida idea di come affrontare il problema, i miei amici sono come me, ma come cazzo faccio a chiedere aiuto a persone che hanno il mio stesso problema? Perché appunto con loro non è un problema.
Rivolgermi a strutture per aiutarmi? Ma aiutare per cosa?
Non capisco il problema io come potrebbero aiutarmi persone sconosciute, sarebbe come andare al macello, ecco, quei posti lì reputo così, un mattatoio di persone che attendono la morte.
Ho 26 anni è il problema giornaliero è trovare il tempo di farmi, e riesco sempre a trovarlo, anche a lavoro.
Non me ne importa più niente della vita, già da un po’ di anni, sono convinto di aver già vissuto abbastanza e sono pronto a far si che tutte ste sofferenze possano finire.
Di quello che può succedere tra un’ora, il giorno dopo, la settimana dopo, in quei momenti sarebbe potuto succedere di tutto, per questo per me è importante fare le poche cose che mi fanno stare bene il prima possibile, tu che stai leggendo speravo potessi capirlo.
Vorrei provare a non girovagare per la città fatto perso, come uno zombie, e sentire il vento che mi accarezza la faccia ed essere sereno senza uso di quella roba lì, non riesco.
Sono tante le cose da capire e da chiarire, troppe, forse se la mia amica d’infanzia non si fosse tolta la vita adesso non sarei in questa situazione, mi manchi Chiara e non c’è giorno che non ti penso, come stai?
Lo sguardo di mio padre e quello che i suoi occhi riescono a comunicarmi pur non dicendo niente, forse lui ha capito, senza forse, magari sta aspettando che gli parli del problema apertamente, ma quando sono con lui, i rari abbracci che ci diamo, mi sento piccolo, torno indietro di anni e anni e riesco solo a dirgli ti voglio bene papà, lo stesso discorso potrei farlo anche per mia madre, la amo con tutto il mio fottuto cuore, come ho potuto ridurmi così?
Mi sento come se fossi “narcotizzato” tutti i giorni ormai..
Ho passato ore, giorni, mesi e poi anni a chiedermi come fosse stato possibile per me arrivare a tanto, è difficile da accettare, è difficile vivere con questo dolore perenne.
Ma in fondo si sa, “la vita non è per tutti” mi rimbombano in testa queste parole ogni mattina, chissà, arriverà anche per me?
Chiedo pace, pace eterna.
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mancino · 3 months
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Comprendere gli altri è difficilissimo, tanto quanto comprendere se stessi. Le parole, così come i silenzi, sono generatori di equivoci, di incomprensioni, creano distanze, rimpianti, rimorsi. Solo i fatti sono in grado (e nemmeno sempre) di dimostrare realmente qualcosa, di misurare le persone, mostrando la loro faccia, non il viso ma il cuore, quello che si nasconde agli occhi.
Nessuno può sapere realmente come sta un'altra persona, per quanto vicina essa sia. Quali tormenti, quali sofferenze, quali mancanze e frustrazioni si mescolano in maniera selvaggia dentro l'anima. Quali solitudini, quali abbandoni, quali strappi. Un cuore frantumato non si vede, si può solo sentire. E quel sentire è un dono raro, non da tutti.
I sentimenti degli altri restano un mistero fitto, soprattutto quando manca la sincerità, quando manca la vicinanza, non solo fisica, quando manca la voglia di comprendere e farsi comprendere. Possiamo provare a spiegarci, a descriverci, a ridurre il vuoto fra noi e gli altri. Ma le parole hanno tanti limiti così come la nostra capacità di ascoltare, di vedere. Di farci vedere. A volte ho come l'impressione che ciascuno sia, in qualche modo, in trappola dentro la propria vita e in certi periodi è difficile anche guardare attraverso le sbarre. È persino difficile allungare un braccio per sfiorare chi sta dall'altra parte. Troppa paura di ritrovarsi di nuovo scoperti, di nuovo fragili, pronti a cadere. Anzi no. Ad essere abbattuti, perché di quello si è trattato.
Ci sono momenti in cui le cose non si svelano, non funzionano, in cui sembra che la vita non vada avanti, che sia tutto fermo.
Resta l'impressione di avere troppi limiti per poter fare un passo avanti, troppe cose diventano improvvisamente insopportabili, come se il filo conduttore di tutto fosse l'incapacità di reagire.
Bisogna aspettare che passi, limitando i danni e le perdite. Alcune sono inevitabili (pur facendo male) ma alla fine fanno spazio e consentono di poter guardare meglio l'orizzonte.
Anche i giorni di pioggia, del resto, servono a qualcosa.
Laura Messina
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mucillo · 1 year
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Vivoamo in un mondo in cui siamo al tempo stesso troppo vicini e troppo lontani gli uni dagli altri.
Siamo troppo vicini perché le forze della globalizzazione, della guerra, della spartizione e dei media producono quegli “effetti-farfalla” grazie ai quali ritroviamo ogni giorno, davanti agli occhi e davanti alla porta di casa, anche le cose più lontane.
Per esempio, riceviamo notizie di guerre in Paesi stranieri, di attentati suicidi in luoghi remoti; da regioni lontane del pianeta ci giungono immagini di sofferenze e di emergenze e, con minor frequenza, di speranze e di conquiste realizzate.
Siamo troppo vicini anche perché spesso, a causa delle migrazioni per motivi di lavoro, dello sradicamento, del traffico di esseri umani e di un turismo disinvolto, quelli che un tempo per noi erano forestieri oggi abitano alla porta accanto.
Siamo troppo vicini, infine, perché con l’espansione delle nostre città viviamo gomito a gomito con lingue, abiti, cibi e stili corporei stranieri: la geografia della nostra vita quotidiana si è trasformata.
Al tempo stesso, tuttavia, siamo troppo lontani gli uni dagli altri, perché in gran parte delle regioni urbane, delle regioni di confine e dei luoghi di passaggio del mondo odierno abbiamo perso il senso della familiarità sociale.
Diamo cioè per scontata la presenza di “altri” fra noi, ma non siamo abbastanza curiosi, non vogliamo sapere chi sono e perché sono finiti a vivere così vicino.
Ascoltiamo troppe storie di rifugiati, migranti e viaggiatori involontari per aver voglia di guardare a fondo nelle loro vite e di porre domande.
Arjun Appadurai
Così Vicini, Eppure Così Lontani 
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quartafuga · 1 year
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Oggi ho sognato R., che è stata una di quelle compagne di scuola che mi son portata dietro dalle elementari fino alle superiori. R. mi piaceva perché era sveglissima, i suoi occhi erano lepri sempre leste e pronte a seguire ogni cosa incrociasse il suo sguardo. Ma non era questo a rendermela simpatica, ciò che davvero adoravo di lei era il modo in cui si prendeva cura degli altri. Quando mi invitava a casa sua e studiavamo insieme o guardavano un film o giocavamo a The Sims ricordo che il tempo trascorreva sempre velocissimo e non avevo mai voglia di tornare a casa, cosa rarissima per una bambina timida ed introversa come me. Eppure con R. non parlavamo molto, ma c'intendevamo, ed era questo a farmela sentire casa. Ad esempio: quando mi offriva pane e nutella per merenda portava già due sandwich per entrambe perché sapeva che se ne avesse preparato solo uno avrei voluto ripetere e non avrei saputo come dirglielo. E sembrerà una piccolezza, ma dettagli come questi mi hanno sempre fatto pensare che R. fosse una persona da tenersi vicino, una persona preziosa. Così effettivamente è stato per diversi anni. Addirittura il liceo, io classico lei scientifico, abbiamo finito per frequentarlo nello stesso istituto. Così ogni giorno facevamo il percorso in autobus insieme e, una cuffietta per lei l'altra per me, ascoltavamo per tutto il tragitto Queen, Beatles, Kiss e tutto il rock che potesse passarci per la testa. Ecco, il ricordo più bello che ho con R. penso sia questo: io e lei in silenzio in un autobus sovraffollato di adolescenti che con gli occhi assonnati del mattino o stanchi del rientro da scuola ci sediamo una accanto all'altra, inseriamo le cuffiette e ascoltiamo la nostra musica preferita lasciandoci trasportare.
Cosa ne è stato poi di R.? Gli ultimi anni di liceo e i primissimi di università sono stati difficili. Suo papà, un omone gigante e buonissimo, è entrato in ospedale per una operazione di routine e non ne è più uscito. È stato un calvario lungo che tutti, in qualche modo, speravamo potesse concludersi al più presto. Ricordo ancora quando R. mi chiedeva se pensassi che sarebbe sopravvissuto, se il colore giallastro della sua pelle fosse un segnale certo di infezione oppure no. Mi fece tenerezza quella domanda perché chiaramente io non avevo le competenze mediche per risponderle. Eppure R. me la stava ponendo, nella speranza che ciò che i medici si rifiutavano di dirle per occultare il loro errore potessi restituirglielo io. In ogni caso la rassicurai, con le lacrime agli occhi, dicendole che le cose sarebbero andate per il meglio. Lei sorrise, cambiammo argomento e raggiungemmo le nostre amiche. Poi però la mia predizione non si rivelò vera. Suo papà morì da lì a qualche mese dopo un periodo d'agonia che portò tutti, R. compresa, a desiderare che la morte arrivasse ad alleviare le sue sofferenze. "Gli ho detto ti voglio bene attraverso un vetro perché era in terapia intensiva. C'era un microfono però, lui mi ascoltava. Ha sorriso, non lo faceva da un po', ha detto anche io." Mentre lo scrivo mi si stringe il cuore e piango, come piangemmo io e lei quando mi raccontò questa scena e poi il suo dolore. In realtà non ne parlammo così tanto, come sempre trovammo il modo migliore di starci accanto senza bisogno di troppe parole, e fu un sollievo per me, e fu un sollievo anche per lei, credo.
Ora, da quel periodo in poi ho solo ricordi sfumati. R. andò un anno in Erasmus, anche forse per aiutarsi a dimenticare. Ricordo che ne tornò contenta, con una nuova luce negli occhi, quella che aveva perso nell'ultimo periodo. Poi iniziammo a frequentare persone diverse perché vivevamo ambienti universitari distinti. E nulla, poco a poco i nostri contatti si sono diradati. Senza rimpianti né cattiveria, solo col tempo che come spesso accade allontana due vite fino ad un certo momento legatissime, apparentamente impossibili da slegare. Io poi mi sono trasferita in un'altra città, ho studiato e vissuto lì, fino a quando non ho deciso di partire per l'estero. R. invece so che ha finito gli studi vicino casa e poi si è trasferita per lavoro. Questo è tutto ciò che so di lei. Qualche cenno attraverso i social, anche se non ne ha mai fatto un grande uso (altro motivo di stima).
Perché tutto questo discorso su R.? Perché stanotte ho sognato che una mia amica mi diceva che si fosse sposata. Ed io, anche se mi sentivo strana all'idea di non poterle fare gli auguri senza provare un po' di vergogna o timidezza per il tempo trascorso, provavo una grande felicità. Pensavo: che bello, spero proprio sia innamorata e felice. E quindi mi sono svegliata ed ho pensato a tutto ciò che mi ha legato ad R. ed al fatto che anche se ora più nulla apparentemente ci lega per me è un ricordo felice tutto il tempo trascorso con lei e mi auguro e mi augurerò sempre che lei possa essere felice, vivere la migliore vita possibile, portare i suoi occhi-lepre in giro per il mondo e far sua ogni bellezza, ogni piccola gioia.
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itsdvbby · 1 year
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La goccia che fa traboccare il vaso💭
Non mi ha mai convinto l’idea della goccia che fa scoppiare le cose. È una questione molto più profonda; è il cuore che supera il limite di sopportazione. Capita quando accumuliamo troppe sofferenze, troppe cose non dette o dette fin troppo senza che nulla cambi. In quei casi c’era qualcosa di sbagliato fin dall’inizio, fin dalla prima volta in cui abbiamo deciso di nascondere agli occhi qualcosa che non ci faceva stare bene. E allora dobbiamo smettere di chiudere il cuore in un ripostiglio, altrimenti quando lo tireremo fuori non sarà una goccia a farlo scoppiare ma tutto quello che gli abbiamo fatto sopportare fino a quel momento. Non dare colpa alla goccia che fa traboccare il vaso quando c’era un mare là dentro che hai fatto finta di non vedere.
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alonewolfr · 20 days
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Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro di spirito.
“Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile”.
Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: “Queste sono le tue sofferenze”.
Tutta l’acqua del bicchiere si intorbidì e s’insudiciò.
Il maestro la buttò via.
Il maestro prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare.
La cenere si disperse in un attimo e il mare rimase esattamente come prima.
“Vedi?” spiegò il maestro “ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare”.
Troppi cuori piccoli, troppi animi esitanti, troppe menti ristrette e braccia rattrappite. Una delle mancanze più serie del nostro tempo è il coraggio, il vero coraggio che di fronte ad ogni problema fa dire tranquillamente: “Da qualche parte certamente c’è una soluzione e io la troverò”.
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Spesso si dice che non dovremmo lamentarci di niente. La nostra vita è sacra, e piena, non manca il pane a tavola e va bene così com è . Sono d’accordo. Tante volte però, osservo di nuovo e con occhi diversi il posto dove sono nata, dove sono cresciuta. Penso a quando le nostre aspettative non esistevano nemmeno. Come un animale che cresce in gabbia o una pianta che fiorisce sull’asfalto. Non ne ha molte di possibilità. Eppure se vuol crescere, cresce. Questa città me lo ricorda abbastanza, il senso di inadeguatezza, ora che non ci sto più. Ora che sono fuori dai suoi orizzonti e niente mi può più influenzare. A volte ho solo voglia di tornare a casa. Anche se non so dove sia questa casa. La immagino però. Per me è un bel letto matrimoniale con mia mamma sana, splendente, col sorriso, che mi accoglie in una luce e un profumo immensi. Che mi dice ti aspettavo bellissima bambina mia.
Torno a casa e non mi sento a casa. Ho paura pressoché di ogni posto quando dormo o sto per dormire. Niente mi rassicura. Nessun letto è il mio letto nessun tetto è il mio tetto.. ho ripetuto tante volte ‘non riesco più a stare qui’ ‘non voglio stare qui’ ‘non so come si fa a stare qui’.. mi sento come se il mondo fosse altro all’infuori di me. Un po’ lui non mi vuole, un po’ io non voglio vedere lui. Mi ha annoiato anzi mi ha seccato. Mi ha mostrato troppe volte la parte peggiore di se. Che c’è d’altro da vedere? Alle volte mi sembra che la risposta sia niente.
Questo mondo non mi renderà cattivo. È una frase che mi ha dato molto da pensare ..
il mondo è pieno di sofferenza e violenza , pieno zeppo, talmente tanto che davanti ad alcune di queste situazioni chiudiamo un occhio, o tutti e due. Di molte sofferenze che non ci riguardano neanche sappiamo dell’esistenza , stessa cosa per le violenze. Poi quando la depressione incombe iniziamo a vedere il brutto del mondo ed è come se quella fosse una sorta di illuminazione negativa che sembra non volerci mai abbandonare . L’immagine che ci siamo creati del mondo a volte ci porta a rivalutare anche le cose che ci rendono felici, perché alla fine dei conti, le cose per alcuni vanno anche molto peggio, e allora, che fare di ciò che prima ci rendeva felici se anch’esso ci riporta la mente alla sofferenza? La gratitudine forse mi salva. Quella che ho sempre sentito molto forte nel mio cuore e mi ha sempre accompagnato. La gratitudine per le cose essenziali che possiedo. Un letto, un tetto, la possibilità di comprare il cibo che preferisco, bere quando ho sete e stare al caldo quando ho freddo. Ogni volta che faccio questi 5 abitudinari gesti, rientro a casa, mi sdraio, mangio bevo e mi riscaldo, ricordo sempre chi non può farlo. Forse questo mi fa sentire molto fortunata e mi ha sempre permesso di essere fortemente ambiziosa, perché se ho quel che ho, devo restituirne almeno una parte al mondo intero. Delle volte quando ho scritto ero disperata e i miei pensieri molto cupi, profondi (nel senso che affondavano nel buio del nostro immaginario) , quando rileggo alcuni di questi pensieri in periodi della mia vita che tutto sommato procedono bene , a volte me ne spavento. Mi spaventa la totale mancanza di speranza che provo in quei momenti. La speranza è l’ultima a morire? O muore prima di te ..? E poi ti ritrovi senza, e i tuoi occhi non sanno più dove guardare
® Livia Sanvito
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eleuthos · 1 year
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Lei è una ragazza
dai capelli
color rosso sangue.
Sulla sua faccia
si è incollata la malinconia
che l’accompagna
un po’ ovunque.
Si arrabbia facilmente
perché è così
che sua madre le ha insegnato
ad affrontare la vita.
A volte mi fa male
vederla afflitta,
il suo amore incondizionato
le dà tante sofferenze,
forse troppe.
Desidero per lei
un uomo che sappia
riconoscere l’immensità
del suo cuore.
Desidero per lei
un uomo che lotti
per averla e tenerla al suo fianco,
se lo merita.
—Anita
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l'opera prescelta è l’“Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters.
La poesia ha in sé la possibilità (e l'ardire) di raggiungere ogni tema, ha forza e "sfrontatezza" di celarsi  nelle cose semplici, fors'anche le più difficili da raccontare, esaltandole o rivelandole per quel che sono. I versi abbracciano, cullano, stringono, incendiano: innescano un cambiamento diffuso la cui eco informa il circostante, gli animi, fino a mescolarsi con l'esperienza stessa del mondo. Soprattutto, la poesia può "giocare" in equilibrio da acrobata con la vita, le speranze, i destini e persino con la morte! E l'autore scelto per il tesoretto di oggi intreccia proprio vita e morte in una raccolta particolarissima e forse unica nel suo genere... In effetti non è così usuale imbattersi in questa sorta di  letteratura funeraria sui generis nata dall'intuizione di dipingere la vita di una cittadina del Middle West americano attraverso le riflessioni ed i pensieri dei suoi defunti!
Ha un fascino inquietante e geniale, ed è stato per me curioso ed interessante cercare di scoprire i legami, rammendare strappi e riannodare i fili che probabilmente univano molti o alcuni dei personaggi narrati fintantoché si trovavano ancora tra i vivi, gli uni per gli altri concittadini, la cui voce affiora "prepotente" tra le pagine. In queste liriche dal carattere narrativo trovano posto e attenzione i rimorsi, i rimpianti, le nostalgie e le gioie degli abitanti dell'immaginaria Spoon River. C'è chi, nel silenzio e nel freddo della morte, nel proprio giaciglio sotterraneo, è riuscito a trovare quell'onestà d'animo prima sconosciuta e negletta per ammettere finalmente i propri errori. C'è chi, proseguendo invece nelle stesse esecrabili abitudini, vomita la colpa delle private sofferenze sulle spalle di altri morti, salvo poi scoprire che la verità non coincide mai con una sola e che, piuttosto, esistono del vero tante versioni, tante (troppe) verità provvisorie. O, ancora, c'è chi nei confronti di Spoon River nutre un legame profondo, forse morboso, e chi imputa alla cittadina tutta quanta la responsabilità della propria esistenza mediocre e fallimentare, dell'insuccesso fatale, dell'oblio del non ricordo.
Tra gli aspetti che più ho apprezzato vi è la scoperta dei vari punti di vista dei personaggi presentati: il marito che ricorda vicende e caratteristiche della relazione coniugale secondo il suo personalissimo (e parziale) punto di vista; voltando pagina, si scopre, all'opposto, la visione della moglie di diverso e antitetico avviso. In certi casi, poi, è anche possibile cogliere considerazioni e stato d'animo dei figli o di persone in qualche modo gravitanti intorno alla vita terrena della famiglia. Tanti i rimandi, profonde le connessioni in una cittadina che appare affascinante e piccola, dove è facile conoscersi e riconoscersi. Il sottosuolo di Spoon River ospita un grandissimo e variegato affresco d'umanità, colto in ogni sfaccettatura, tanto buona quanto cattiva, con un'indubbia predominanza degli aspetti negativi... Solitudine, rimpianti e sogni, tempo perduto: questa raccolta  priva di derive declamatorie o celebrative dall'autore definita "qualcosa di meno della poesia e di più della prosa", dà voce a chi voce non ha più, in linea con l'antica tradizione degli epitaffi e degli epigrammi. Da ogni sepoltura del cimitero locale di Spoon River in cui l'autore immagina di sostare, proprio dall'iscrizione tombale sembra affacciarsi un volto, una storia, un'anima la cui vita terrena viene evocata e tratteggiata con tocchi immediati e impetuosi. Pennellate urgenti nell'urgenza di raccontare fino alle soglie della verità in tutta la sua evidenza, una verità che non ha senso nascondere dopo il trapasso e che, anzi, viene svelata priva di orpelli e pudore nel disincanto di chi, ormai, non ha più nulla da temere né perdere.
«Questo è il dolore della vita:
che si può essere felici solo in due;
e i nostri cuori rispondono a stelle
che non voglion saperne di noi.»
Vicende meschine, legate agli interessi materiali o a colpevoli passioni, causa della caduta e poi della fine; esperienze dolorose, di frustrazione e  umiliazione, non senza slanci di umanità o lucide riflessioni, radi attimi di serenità di defunti senza colpe da scontare, ma, al contrario, con la consapevole felicità  di una vita trascorsa in modo laborioso e onesto, anche grazie all’amore.
Viene tralasciato ogni giudizio morale, ignorata ogni considerazione esistenziale in questa affabulazione prosastica dallo stile asciutto e scarno, privo di infingimenti o artifici letterari, nella concisione e nella mordacità dei versi.
“Tutti, tutti dormono sulla collina”: a vegliare sugli affanni e le sofferenze trascorse resta un silenzio che sa di assoluzione, forse anche redenzione. Un silenzio interrotto solo dal ricordo affidato all'autore in veste di visitatore di passaggio, un silenzio evocato a rimandare a malinconici tocchi (talvolta carezze) di poesia, in queste  “cronache dai sepolcri”, nell'intento, forse, di squarciare il velo dell’oblio di ogni identità. Restituendo voce e valore al più piccolo sussulto, alla minima velleità e rimpianto, accorciando la distanza tra chi resta e chi ha lasciato le cose del mondo, in un solo afflato di dolente e quieta umanità.
Edgar Lee Masters (1868 –1950) è stato un poeta, scrittore e avvocato statunitense, noto soprattutto come autore dell'Antologia di Spoon River. Edgar Lee Masters nacque da Wallace Masters ed Emma J. Dexter il 23 agosto 1868 a Garnett in Kansas, dove il padre si era trasferito per esercitare come avvocato. La famiglia tornò però presto nella fattoria dei nonni paterni, vicino a Petersburg nella Contea di Menard in Illinois. Nel 1880 i Masters si spostano ancora, stavolta a Lewistown, dove Edgar frequenta la scuola superiore e pubblica i suoi primi testi per il Chicago Daily News. Il paesaggio intorno alla città, il cimitero di Oak Hill ed il vicino fiume Spoon furono preziose fonti d'ispirazione tanto per l'Antologia di Spoon River che e per altre opere del poeta. L'Antologia lo consacrò autore di fama, ma sancì anche la rottura con i suoi concittadini, di cui la raccolta denuncia debolezze ed ipocrisie.Nel 1890, dopo aver lavorato presso l'ufficio legale del padre, Lee Masters ottenne l'abilitazione alla professione di avvocato nello stato dell'Illinois. Nel 1898 sposò Helen M. Jenkins, figlia di un avvocato, dalla quale ebbe tre figli. Nel 1911 aprì uno studio legale in proprio, due dei suoi figli seguirono le sue orme. La figlia Marcia si dedicò alla poesia, mentre il figlio Hilary Masters divenne romanziere e scrisse, insieme al fratellastro Hardin, una biografia del padre.Fonti d'ispirazione maggiori per l'Antologia di Spoon River furono l'Elegia scritta in un cimitero campestre di Thomas Gray e gli epigrammi greci dell'Antologia Palatina, letture suggerite all'avvocato-scrittore dall'amico William Marion Reedy, direttore del Reedy's Mirror nel 1913, appare probabile che l'autore abbia letto la novella "La morta" di Guy de Maupassant.Tra il 29 maggio 1914 e il 5 gennaio 1915 il giornale pubblicò con regolarità quasi tutti i componimenti dell'Antologia, a partire da La Collina. Nel 1916 uscì la versione definitiva dell'opera in volume, che riscosse in breve tempo grande successo, soprattutto in USA e, più tardi, in Italia. Sebbene non abbia mai più replicato il successo dell'Antologia di Spoon River, Masters fu uno scrittore prolifico in diversi campi. Negli ultimi anni le difficoltà economiche fattesi pressanti lo obbligarono a ricorrere all'aiuto di amici per poter sopravvivere. Morì in miseria e dimenticato, di polmonite, il 5 marzo 1950 e fu sepolto nel cimitero Oakland di Petersburg. La sua grandezza sarà universalmente riconosciuta solo a partire dagli anni '60, in cui diverrà uno dei poeti statunitensi più celebri a livello mondiale. Recensione a cura di Rita Pagliara
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Oroscopo di Chirya: dall'11 al 17 Luglio 2022
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Oroscopo di Chirya: la settimana, che va da Lunedì 11 a Domenica 17 Luglio 2022. La settima spalanca le porte ad eventi alquanto intensi, e che coinvolgono tutti i segni dello zodiaco, oltre alla società in generale e ogni singolo individuo. Essa è caratterizzata da un cielo astrale di gran rilevanza, possiamo segnalare il plenilunio in Capricorno nella giornata di mercoledì 13. Questa Luna sarà la più vicina alla terra, e per chi volesse, consigliamo di assistere al meraviglioso spettacolo della luna piena che apparirà quasi viola ai nostri occhi, regalandoci momenti intensi. Nel weekend slitterà nella casa dei Pesci, donando un weekend magico e importante a tutti i segni d’ acqua. In grande auge ritornerà l'amore, sia per coppie che per single, il cielo di questa settimana tenderà una mano anche ai segni che vogliono o devono risolvere problematiche familiari, abitative o di carriera.  Aspetti importanti:  - Il 13 è la giornata di Luna Piena, di un plenilunio che brillerà dal Capricorno. Una Luna che mettono a fuoco certe realtà, considerazioni e giudizi e che valuta al netto di emozioni o di sentimenti.   - Il 14 Mercurio dialoga con Urano e proverà a produrre idee e verità che sappiano anche divertirci e sorprenderci. Intanto Venere e Nettuno saranno in quadratura tra loro, per questo i sentimenti che proviamo avranno bisogno di risposte chiare. - IL 16 oggi il Sole sarà congiunto a Mercurio determinando un corridoio di comunicazione tre i due pianeti. Sarà un punto di partenza per i pensieri, per le idee e i messaggi e la progettualità dei prossimi mesi. - Il 17 avremo due trigoni, Nettuno Mercurio e Sole Mercurio, pianeta della comunicazione, avremo  tanta bellezza con questi aspetti che partirà da logiche per arrivare alla fantasia, insomma finalmente alcuni sogni possono diventare realtà; avremo ancora un momento in cui energia e entusiasmo si fideranno delle intuizioni, dei desideri, per proseguire nel cammino dell’evoluzione personale e sociale.   Oroscopo di Chyria: dall'11 al 17 Luglio 2022 Ariete Intorno al 13, cari amici dell’Ariete, la Luna Piena proverà a spiegarvi l’importanza delle responsabilità, del non trascurare niente e nessuno. Cambiamenti nella sfera amorosa, potrebbero risvegliare un sentimento sepolto, oppure potreste ricevere un messaggio inaspettato. Vivrete di sguardi bollenti, parole promettenti e anche qualche relazione da toccata e fuga. Anche le coppie avranno voglia di divertirsi.  Viva le vacanze o alle gite, ma attenzione a non perdervi. Chi ancora si chiede se e quando sarà il suo momento, vivrà un rilancio. Una chiamata o un messaggio da non perdere, potrebbero farvi guadagnare, cercate di non trascurare il fitness. Toro Il 13 avrete voglia di andare lontano, cari amici del Toro, di rompere tabù ma facendolo con cura e con precisione, senza commettere errori. Con il partner di sempre le novità non mancheranno di certo. Questa settimana vi tornerà la voglia di rimboccarvi le maniche, e anche chi è abituato a lavorare non-stop, dovrà finalmente staccare la spina per riposarsi. L'ispirazione arriverà quando vi lascerete andare, perciò non incaponitevi, occhio alla guida, non distraetevi e non correte. Tenetevi sotto controllo, non abbassate la guardia, cercate di essere più intelligenti e previdenti. Gemelli Oroscopo, Cari amici dei Gemelli, dal 14 in avanti, cambierete stile e umore, fino a risolvere ogni problema e ogni tensione, i single potrebbero ritrovarsi a vivere una situazione nuova o a rivedere un vecchio amore. In quest'ultimo caso non rinvangate le sofferenze passate. Qualche coppia in crisi potrà cambiare la propria situazione di difficoltà, scegliendo di chiudere oppure riparate eventuali crepe. Sul piano lavorativo su di voi gravano troppe responsabilità ma questo perché siete sovraccarichi. Delegate, rivolgetevi a degli specialisti. Chi vuole vivrà una settimana di relax e di grandi emozioni. Mercurio, il Sole sono dalla vostra parte, ricordatelo Cancro Il giorno 13 non potrete mentire alla Luna Piena opposta al vostro segno, cari amici del Cancro. Mercurio movimenterà moltissimo le vostre giornate, tra il 14 e il 17, avrete voglia e bisogno di cose molto speciali, non strafate, cercate di prendervela comoda e di sfruttare questo momento per staccare la spina. Non potete continuare a correre, piuttosto dedicatevi ad un altro hobby, magari potreste scoprire che vi piace e potreste farne un'attività redditizia. In ogni circostanza cercate di nutrirvi meglio e di non cedere alla sedentarietà. Bisogna dire che sarete talmente affascinanti che sarà impossibile resistervi. Le giovani coppie avranno voglia di mettere su famiglia, occhio alla giornata del 13 luglio, qualcosa dovrebbe accadere nell’ambito familiare e aprirvi gli occhi. Leone Oroscopo, Intorno al 16 ascoltate le voci di dentro, come diceva Edoardo, che avranno sicuramente qualcosa da raccontare, ascoltate quelle intuizioni poiché non resteranno lì a lungo, altrimenti spariscono. L’amore si presenta stabile, la settimana sorriderà sia alle coppie che ai cuori solitari, farete un incontro promettente, ma ciò avverrà nei momenti più inaspettati. Passeggiate all'aria aperta in serata o nel tardo pomeriggio, se siete in vacanza, va bene staccare la spina ma non va bene scombussolare il proprio ritmo circadiano. Potreste scoprire dei nuovi gusti, sarete parecchio aperti alle novità! Chi lavora dovrà fare i conti con delle problematiche e relativo stress: rallentate appena possibile! Vergine Cari amici della Vergine, il plenilunio del 13 vi vedrà soddisfatti di tutto ciò che state facendo, vivendo, sperimentando. Forse l’ambito meno scontato o meno semplice sarà l’amore, che avrà un gran risalto in questa settimana fino al 17 luglio. Sul lavoro sarete in attesa di qualcosa che però tarda ad arrivare, in effetti sarà una settimana di imprevisti, ritardi e anche incomprensioni. Sarà bene tenere gli occhi aperti, specie alla guida. Non esponetevi a rischi inutili e continuate a mantenere un atteggiamento prudente e furbo. Qualcuno/a potrebbe sorprendervi, e non dimenticate mai di stare attenti all’alimentazione e alle allergie. Bilancia Oroscopo, Il giorno 13 Saturno e la Luna Piena si avvicineranno, ricordandovi chiaramente il valore di tutto ciò che è solo vostro, e che vi aspetta a casa. Tutti i nodi verranno al pettine, in questa settimana. Si apre un periodo fiorente dal punto di vista sentimentale e relazionale. Andranno alla grande le coppie che si amano e quelle che stanno per compiere il grande passo. Per i single sono previsti colpi di fulmine e rapporti a breve durata. Le uscite in compagnia non mancheranno e non desidererete altro che gustarvi una buona pizza all'aria aperta e spegnere tutte quelle preoccupazioni che vi hanno torturato nelle ultime settimane. Per qualche Bilancino interventi medici da sostenere. Scorpione Oroscopo ,Intorno al 13 cari amici dello Scorpione, sarete invece convinti dalle stelle a cambiare il modo di comunicare, forse per accontentare qualcuno, o perché avrete bisogno di capire per davvero. Poi ai pensieri sostituirete volentieri il cuore, lasciando che l’estate diventi soprattutto la stagione dei languori, dei sorrisi, e non solo delle intenzioni passionali. Occhio alle allergie, o alle reazioni cutanee. Evitate colpi di calore e strapazzi inutili. Via libera a frutta, verdura e acqua in quantità. Evitate zuccheri, salati e fritture. Avrete modo di trascorrere delle serate fuori di casa e in tal caso vi sarà concesso un solo sgarro. Chi lavora potrebbe ricevere nuovi incarichi oppure chiudere un certo affare. I rinnovamenti lasciamoli all’autunno, passeggiate di più e leggete in abbondanza. Sagittario L'amore potrebbe subire una battuta d'arresto, cari amici del Sagittario, specie se non vi sentite compresi e amati dal vostro partner. Non c'è più quel romanticismo di una volta, oppure c'è stata una discussione. In settimana potrete chiarire perché ogni nodo verrà al pettine. Vero è che siete sposati con il vostro lavoro, magari volete raggiungere delle vette altissime e superare ogni concorrenza. Va bene così ma non a costo della vostra salute. o della vostra felicità. In settimana concedetevi un po' di svago, partecipate a sagre o feste, non dimenticate mai la protezione solare e di mantenere una certa distanza. Capricorno Oroscopo, il giorno 13 cari amici del Capricorno, la Luna brillerà nel Capricorno regalandovi momenti davvero speciali, preziosi. Il lavoro è stato al centro della vostra attenzione e ciò ha penalizzato l'amore. In settimana correte ai ripari e organizzate qualcosa di bello e romantico da fare con la vostra metà, ed evitate di cedere ai tradimenti. Chi è solo potrà concedersi più passione. Nella professione potrebbero esserci dei rallentamenti in vista di agosto, perciò prevenite. La parola d'ordine della settimana sarà: rallentare. Avete un gran bisogno di staccare la spina e ricaricare le pile mentali e fisiche. Uscite, nuotate al mare, risate e tantissimo svago, ve lo meritate. Acquario Oroscopo, Se qualcosa rimarrà in sospeso con qualcuno a cui tenete allora puntate sul 16 sul 17, su quelle giornate in cui cioè originalità e capacità di ascolto non mancheranno intorno a voi. La settimana è di tregua, dopo aver subito di tutto e di più, ecco che otterrete più ossigeno e anche un maggiore campo d'azione nella sfera professionale. Ci sono state fin troppe spese da sostenere, volenti o nolenti dovete cercare di andarci cauti ed eliminare il superfluo. Quest'anno c'è chi dovrà risparmiare e chi invece dovrà ricorrere a delle alternative. Attenzione a non riversare questa frustrazione in amore e in famiglia. Possibili offerte da cogliere al volo. Siete un segno attivo, per cui non sopportate l'idea di starvene fermi in coda. Curate la vostra alimentazione ed evitate le ore piccole. Pesci Oroscopo, Siete un segno ricco di risorse, quindi affronterete questa settimana di luglio con lo spirito di un guerriero, chi è solo avrà le sue occasioni da vivere, ma sarà bene non rintanarsi in casa e stare al gioco. Imparate a flirtare di più e a non sottostimarvi. Coloro che hanno una relazione stabile, potrebbero sentirsi pronti a fare un passo in più e a progettare qualcosa di nuovo. Per quanto riguarda il lavoro, si parla di un momento di stallo che sarà superato soltanto con la tenacia. In famiglia il supporto non mancherà, anzi le distanze si accorceranno e potrete trascorrere del tempo di qualità con i vostri affetti. Uscite sul lungomare o in giro per locali. Prendetevi cura del vostro corpo. Seguiteci, saremo presto con voi per nuove previsioni con un nuovo oroscopo! Read the full article
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aaleh03 · 3 years
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Le persone a cui tieni di più, puntualmente ti feriscono.
Non sai come, o perché succeda...ma è difficile da evitare.
Inizia tutto per gradi: ti avvicini, cadi, ti fai male, sbatti la testa, ti dividi...fai letteralmente di tutto pur di non ferire gli altri, ma all'improvviso vedi le tue emozioni sgretolarsi e farsi briciole a causa di qualcuno che non ha prestato le giuste attenzioni con te.
Da quel momento in poi, inizi a diventare freddo, quasi acido nei confronti degli altri. Inizi a rispondere male, con toni freddi e decisi, non fai altro che lanciare occhiatacce, a non sorridere...a non essere più te stessa, solo per evitare di soffrire ancora.
Il vero problema sorge nel momento in cui il tuo cuore è talmente freddo e duro che non riesce più a provare emozioni che non siano rabbia, tristezza o paura...proprio perché non riesci più a fidarti e ti resta soltanto la paura di provare sentimenti.
Non riesci a vedere il buono e il bello né negli altri, né in te stessa.
Ma riflettendoci su...a chi pensa realmente a te?
Chi è quella persona che cerca in tutti i modi di farti contenta?
Chi è quella persona che non fa altro che renderti felice e non ti lascia cadere giù?
Penso che nessuno, oltre a noi stessi, possa renderci felici.
Perché purtroppo la gente è superficiale, rende tutto più leggero...come se una determinata azione o un piccolo gesto sia effettivamente giusto da fare e che, successivamente, non possa ferire nessuno.
Vorrei tanto tornare a quei tempi in cui i sentimenti erano sopra ogni cosa, dove si era più ingenui e buoni, dove i piccoli gesti erano l'essenziale delle giornate, dove una carezza rallegrava davvero le giornate degli altri.
Vorrei tanto sapere come ci si sente ad essere l'essenza di qualcuno, il primo pensiero la mattina e l'ultimo la sera.
Vorrei tanto essere la felicità di qualcuno...ma forse dovrei imparare prima ad essere la felicità di me stessa.
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