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#spirito del concilio
anticattocomunismo · 8 months
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Francesco scriverà la seconda parte di Laudato si'. Bastava la prima
L’annuncio dell’enciclica “green” non lascia ben sperare, visto che già il testo del 2015 conteneva più di un aspetto problematico. Continue reading Untitled
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Idolatrando l'uomo. Dalla riforma liturgica alla Dignitas Infinita
Abbiamo tradotto per i nostri lettori un articolo del giornalista americano John A. Monaco, in cui viene magistralmente spiegato che il problema della dichiarazione Dignitas Infinita è quello dell’antropocentrismo, ovvero mettere l’uomo al posto di Dio. Un problema, spiega il giornalista, che non comincia con la suddetta Dichiarazione, nemmeno col pontificato di Francesco, ma con la svolta della…
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«Adattarci alle mode? Perderemmo il Vangelo e Gesù Cristo»
«Nei Paesi Bassi abbiamo 44 seminaristi in totale, e più della metà di loro sono stranieri», ha dichiarato mons. Jan Hendriks, vescovo della diocesi di Haarlem-Amsterdam. Continue reading «Adattarci alle mode? Perderemmo il Vangelo e Gesù Cristo»
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bergoglionate · 11 months
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L'Amen di Francesco? Farsi accettare
Sopponiamo all’attenzione dei nostri lettori il commento della FSSPX al documentario Amen. Francisco responde della Disney. Oltre alla furbizia gesuitica di deliziare l’interlocutore dicendogli ciò che vuole sentirsi rispondere, in questo documentario emerge chiaramente il dramma degli innovatori vaticanosecondisti: il vanitoso — e vanesio — tentativo di farsi accettare dai mondani…
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aki1975 · 20 days
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Giuseppe Bertini - Varese - Villa Ponti - Galileo mostra l’uso del cannocchiale al Doge di Venezia - 1858
Galileo, che insegnava a Padova, nel 1609 mostra il telescopio al Doge Leonardo Donato realizzato grazie all’esperienza delle vetrerie di Murano e valorizzato per scopi militari. È il simbolo di un periodo che cambia il mondo con fenomeni tra loro collegati:
- il diffondersi degli archibugi che determinano la fine della cavalleria medievale;
- sospinte dagli alisei (“trade winds”) e da uno spirito tardo-crociato, favorite dalle innovazioni navali, le scoperte geografiche (Cristoforo Colombo scopre l’America nel 1492, Vasco de Gama doppia il Capo di Buona Speranza nel 1497, Magellano nel 1519 parte per circumnavigare il mondo);
- le iniziative coloniali che, dopo la Spagna (Cortes in Messico e Pizarro in Perù) e il Portogallo, sono condotte dqll’Olanda, dall’Inghilterra e dalla Francia;
- la crisi climatica, agraria (eccessiva cerealizzazione), demografica e sociale (i picari) del Seicento;
- il declino della centralità del Mediterraneo a vantaggio dell’Atlantico e, più in generale, dell’”economia mondo” con la nascita del capitalismo (es. Lombard Street a Londra) e il successo di città quali Bruges, Anversa e la Lega Anseatica;
- l’invenzione della stampa (1455);
- la Riforma e la Controriforma con i conflitti creati in Francia e nell’Europa dell’Est;
- la rivoluzione tecnico - scientifica che distanzia l’Europa dall’Impero ottomano;
- l’imporsi degli Stati nazionali sulle città stato e sul Sacro Romano Impero di Carlo V dopo il declino della Spagna per via della politica della “limpieza de sangre” che allontana i ceti produttivi (o li combatte, come in Olanda) e impedisce all’economia di svilupparsi con la conseguente inflazione per via dell’afflusso dell’oro e dell’argento americani.
Qualche evento in particolare:
1494 - Trattato di Tordesillas: Portogallo e Brasile si spartiscono le Indie orientali e occidentali
1500 - i Portoghesi scoprono il Brasile
1516 - dopo il fenomeno dei “marrani” spagnoli, viene fondato il primo ghetto italiano, quello di Venezia
1517 - Lutero affigge le sue tesi a Wittenberg
1522 - Battaglia della Bicocca (presso il villino degli Arcimboldi) in cui Carlo V sconfigge il re di Francia Francesco I e consolida il proprio dominio sul Ducato di Milano: “c’est un bicoque” significa “è un gioco da ragazzi”
1525 - Assedio di Pavia. Francesco I viene condotto prigioniero a Madrid
1527 - Sacco di Roma: per comporre il conflitto fra Clemente VII Medici e Carlo V, la figlia di quest’ultimo Margherita d’Austria (la “Madama”) sposa prima (1536) Alessandro Medici - ed i Medici tornano a Firenze - e poi (1538) Ottavio Farnese, nipote di Paolo III
1542 - Concilio di Trento
1555 - Pace di Augusta: Carlo V costretto ad accettare il luteranesimo dei principi tedeschi;
1558 - Alla morte di Carlo V, gli Asburgo si separano: Filippo II in Spagna, Margherita d’Austria in Olanda, Ferdinando I in Austria
1570 - Pio V scomunica Elisabetta I
1571 - Battaglia di Lepanto
1572 - Notte di San Bartolomeo
1574 - i Gonzaga, vassalli spagnoli, estendono il proprio potere sul Monferrato
1588 - L’Invencible Armada sconfitta dagli Inglesi
1598 - Enrico IV, convertendosi al cattolicesimo, termina le guerre di religione
1608 - I francesi fondano Quebec, poi conquistata nel 1775 dagli Inglesi
1609 - Le provincie olandesi si costituiscono in repubblica indipendente dalla Spagna: inizia il secolo d’oro dei Paesi Bassi
1621 - Fondazione della Compagnia olandese delle Indie Occidentali
1624 - Fondazione di New Amsterdam
1640 - Indipendenza portoghese
1652 - Gli olandesi fondano Cape Town
1664 - New Amsterdam ribattezzata New York
Al termine di questo lungo periodo di cambiamento e di instabilità (es. inflazione, epidemie), ne emergerà la società dell’Assolutismo e poi dell’Illuminismo del XVIII secolo, il “secolo delle rivoluzioni”.
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agrpress-blog · 3 months
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Il 12 febbraio 1980, l'Università La Sapienza di Roma divenne teatro di un tragico evento che sconvolse l'opinione pubblica italiana: l'assassinio del professor Vittorio Bachelet, giurista e vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura. L'agguato L'aggressione, orchestrata da due militanti delle Brigate Rosse, e dettagliatamente descritta da Gian Antonio Stella e Bruno Tucci nelle pagine del Corriere della Sera, avvenne sulle scale della facoltà di Scienze politiche, dove Vittorio Bachelet, docente di Diritto amministrativo, fu colpito mortalmente. La tragedia sconvolse il Paese e sollevò interrogativi sulla violenza politica dell'epoca. I terroristi, identificati come membri delle Brigate Rosse, rivendicarono l'omicidio, accusando Vittorio Bachelet di favorire la trasformazione del Consiglio superiore della Magistratura in un organo politico. Chi era Bachelet La storia di Vittorio Bachelet è intrecciata con la sua militanza nell'Azione Cattolica e la sua carriera accademica. Nato a Roma nel 1926, si iscrisse giovanissimo all'Azione Cattolica a Bologna e intraprese gli studi di giurisprudenza. La sua amicizia con Aldo Moro risale a quegli anni, segnando un legame che si consolidò nel tempo. Vittorio Bachelet, nominato vicepresidente nazionale dell'Azione Cattolica da Papa Giovanni XXIII e successivamente presidente da Paolo VI, ebbe il compito di rinnovare l'organizzazione secondo i principi del Concilio Vaticano II. La sua attività politica lo vide iscritto alla Democrazia Cristiana, e nel 1976 fu eletto consigliere comunale a Roma. Nello stesso anno, divenne vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, un incarico che mantenne fino alla sua tragica morte. L'assassinio di Vittorio Bachelet, avvenuto nel contesto dell'escalation della violenza politica dell'epoca, suscitò forte indignazione. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini definì l'atto come il "più grave delitto consumato in Italia", sottolineando l'attacco alle istituzioni democratiche. Il perdono del figlio Il figlio di Vittorio Bachelet, Giovanni, pronunciò parole di perdono al funerale del padre, sottolineando la volontà di non cedere all'odio e alla vendetta. La memoria di Vittorio Bachelet vive attraverso il ricordo di un uomo che ha dedicato la sua vita alla difesa dei valori democratici e dello Stato di diritto. Le indagini sull'omicidio portarono all'arresto di Bruno Seghetti e Anna Laura Braghetti nel maggio del 1980. Entrambi erano già coinvolti nel sequestro di Aldo Moro due anni prima, furono condannati all'ergastolo. La storia di Vittorio Bachelet rappresenta un capitolo oscuro della storia italiana, ma il suo spirito di impegno civile continua a ispirare coloro che lottano per la democrazia e la giustizia. GUARDA LE FOTO DI VITTORIO BACHELET SUL SITO ARCHIVIORICCARDI.IT
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diariodibeppe · 10 months
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Padre Leone Dehon
La vita e le opere
Padre Leone Dehon nacque il 14 marzo 1843 a La Capelle in Francia , nella diocesi di Soissons. Egli godrà di essere stato battezzato il 24 marzo successivo, vigilia dell’Annunciazione, “unendo – scriverà – il mio battesimo all’Ecce venio di Nostro Signore”. Dirà infatti ai suoi figli spirituali, i sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù: “Nell’Ecce Venio e nell’Ecce Ancilla si trova tutta la nostra vocazione e missione”. Il Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria saranno la luce e la forza di tutta la sua lunga vita. Una tenera e filiale devozione alla Madonna lo condurrà alla contemplazione appassionata del Cuore del Salvatore trafitto sulla croce.
Dalla famiglia, distinta e stimata, il giovane Dehon attinse caratteristiche di nobiltà d’animo e signorilità che lo resero ricco di umanità e aperto a relazioni di amicizia con le personalità civili ed ecclesiastiche durante tutta la sua lunga esistenza. In particolare ringraziava Dio “per il dono della mamma che lo aveva iniziato all’amore del divin Cuore”.
Durante gli studi umanistici, favorito dalla guida spirituale di sacerdoti eminenti per scienza e virtù, sperimenta la prima chiamata al sacerdozio nel Natale del 1856. Ma suo padre che sognava per lui una brillante posizione sociale, cercò subito di ostacolarlo dalla sua vocazione, inviandolo alla Sorbona di Parigi, dove, all’età di 21 anni, Leone Dehon conseguì il dottorato in diritto civile. Tuttavia la frequenza al S. Sulpizio, “là dove regnava uno spirito sacerdotale, dona vigore all’attrattiva verso il sacerdozio”. Il padre, quasi a volerlo distogliere dall’idea del sacerdozio, gli offre un lungo viaggio in Oriente. Il giovane Leone gode di percorrere soprattutto la terra di Gesù, ma al suo ritorno, senza cedere alle resistenze familiari, si ferma a Roma. Va dal Papa Pio IX e gli confida la propria vocazione. Il Papa, nel quale ammira “la bontà unita alla santità”, lo invita ad entrare nel seminario francese di Santa Chiara. Vi entra infatti nell’ottobre del 1865: “ero finalmente nel mio vero ambiente: ero felice!”.
Ordinato sacerdote il 19 dicembre 1868, nella basilica di S. Giovanni Lateranense, ritrova,insieme alla gioia della sua ordinazione sacerdotale, anche quella del ritorno di suo padre alla pratica religiosa. Dopo la forte esperienza ecclesiale, quale stenografo al Concilio Vaticano I, il giovane sacerdote Dehon torna nella sua diocesi d’origine, Soissons, e in obbedienza al proprio vescovo, diviene l’ultimo di cappellani di S. Quintino. Con quattro lauree(in diritto civile e canonico, in filosofia e teologia) e soprattutto con una solida esperienza spirituale e ecclesiale, esprimerà tutto il suo fervore e la sua sensibilità in molteplici iniziative pastorali e sociali:lo vediamo partecipare ai primi congressi di associazioni operaie, fondare un giornale cattolico, dare vita al patronato S. Giuseppe per l’accoglienza e la formazione dei giovani e poi il Collegio S. Giovanni.
Nominato dal Vescovo confessore e direttore spirituale all’arrivo delle Ancelle del S. Cuore, potrà scrivere: “Questa circostanza provvidenziale preparò l’orientamento di tutto il resto della mia vita”. Sì, perché nonostante la frenetica attività pastorale, il canonica Dehon si sentiva attratto dalla vita religiosa. Il progetto di amore e di riparazione al Sacro Cuore che animava l’istituto delle Ancelle, attendeva d’essere condiviso da una congregazione sacerdotale. Accompagnando il proprio Vescovo nel viaggio a Roma, passa per Loreto, sosta e tappa fondamentale, fonte d’ispirazione originaria a cui attingerà l’impulso per la sua fondazione: “Qui è nata la Congregazione nel 1877” scriverà. In quella casa che gli ricorderà sempre l’evento della Incarnazione attraverso l’Ecce Venio e l’Ecce Ancilla, egli intuisce quale dovrà essere il nucleo spirituale e dinamico della Congregazione.
Il 28 giugno 1878, festa del S. Cuore, nella cappella del collegio S. Giovanni, il canonico Leone Dehon emetteva i voti religiosi come primo Oblato del S. Cuore e vi univa il voto di vittima d’amore e riparazione. Per questo volle chiamarsi con un nome nuovo: padre Giovanni del Sacro Cuore . E con questa denominazione venne presentato dal postulatore nell’avviare la causa di beatificazione di Padre Dehon. Iniziano anni di fervida attività, di fioritura di vocazioni ma anche di difficoltà, di incomprensioni, di prove dolorose che condurranno alla soppressione della giovane fondazione, al consummatum est del 3 dicembre 1883. P. Dehon si sente “atterrato e triturato” ma la grande sofferenza è occasione di una splendida dichiarazione di sottomissione alla volontà di Dio e della Chiesa. Questa prova sarà l’alba della risurrezione dell’Istituto con il nome nuovo di “Sacerdoti del Sacro Cuore”. E’ la rinascita, la ripresa dello slancio verso impegni missionari, l’apostolato sociale, le missioni popolari, l’evangelizzazione. Dopo il Decretum Laudis del 25 febbraio 1888, P. Dehon si reca a Roma a ringraziare il Papa Leone XIII, che lo incoraggia a predicare le sue encicliche, a sostenere con la preghiera e la collaborazione i sacerdoti, a suscitare case di adorazione, a donarsi per le lontane missioni: “Ecco la missione affidataci dal Papa” annoterà con gioia.
Ma altre Via Crucis nel frattempo si abbattevano su di lui: calunnie sul suo comportamento, difficoltà nei rapporti con la diocesi,opposizione all’interno dell’Istituto. Tutto sembrava perduto e infamato. Nel ritiro spirituale ignaziano egli ritroverà serenità e rinnoverà il suo patto d’amore: “Mi offro completamente a N. Signore per servirlo in tutto e fare la sua volontà. Sono pronto a fare e a soffrire ciò che Egli vorrà, con l’aiuto della sua Grazia”. Più tardi , meditando sulle vicende spesso assai dolorose della sua storia egli scriverà: “N. Signore ha accettato il mio atto di oblazione. Egli voleva fare della sua Opera un edificio importante. Per questa ha scavato così profondamente.” La fecondità della croce che padre Dehon seppe accettare con fede in spirito di amore e di riparazione, portò ad un consolidamento e a una forte espansione della congregazione. Sostenuto dalla benevolenza dei Sommi Pontefici Leone XIII, S. Pio X, Benedetto XV, Pio XI, verso i quali professò una devozione sempre fedele e operosa, padre Dehon proseguì instancabile la sua missione, con scritti, (è dal 1889 la stampa della rivista Il Regno del S. Cuore di Gesù nelle anime e nella società!) conferenze (famose le sue conferenze tenute a Roma e Milano), partecipazione a congressi sociali e soprattutto con le numerose fondazioni della congregazione SCJ. “L’ideale della mia vita – lasciò scritto nelle ultime pagine del suo Diario – il voto che formulavo con lacrime nella mia giovinezza era d’essere missionario e martire. Mi sembra che questo voto si sia compiuto. Missionario lo sono per i cento e più missionari sparsi nel mondo; martire lo sono perché N. Signore diede compimento al mio voto di vittima”.
Uomo instancabile, nonostante la perenne fragilità fisica che si trascinava dietro, sorretto da una fede genuina e profonda, fatta “ certezza nella confidenza “: ecco la roccia sulla quale P. Dehon aveva costruito l’edificio della sua vita e della sua missione. Ne proveniva un costante e cristiano ottimismo che superando ogni prova, lo conduceva a guardare avanti sempre con speranza: “ aveva una fede irradiante che manifestava nella predicazione e negli esempi, con un amore ardente verso il Cuore di Cristo”. Amore e riparazione: era la sua grande preoccupazione: riparazione eucaristica specialmente mediante l’Adorazione affidata ai suoi religiosi come loro missione nella Chiesa; riparazione sociale mediante la giustizia e la carità come vie per una “civiltà dell’amore”. Nella contemplazione del Cuore di Cristo egli attinse pure quella che fu considerata una costante della sua personalità: la bontà luminosa che lo circondava di un fascino e di un affetto grande, specialmente tra i giovani tanto da venire chiamato “Très Bon Père”.
Nel servo di Dio, padre Dehon c’è stato un mirabile equilibrio di virtù umane, nella semplicità e nel contesto della vita ordinaria che egli, nello zelo apostolico e nell’ascesi mistica, con la grazia del Signore, ha reso soprannaturali per lo sforzo costante nella perfezione sacerdotale e religiosa, esempio di sacerdote e religioso dei tempi moderni.
Grande impegno negli ultimi anni di vita, oltre a diffondere la spiritualità del Sacro Cuore e il costante anelito del Regno di Dio nei cuori e nella società, è stata la costruzione della grande basilica di Cristo Re, il tempio della Pace, da lui inaugurato il 18 maggio 1920. L’accompagnò sempre la luce amabile della Vergine Maria: “Vivat Cor Jesu, per Cor Mariae” era il suo saluto.
“Il regno del Cuore di Gesù nelle anime e nella società” così il P. Dehon ha compendiato le sue più alte aspirazioni e la missione della sua Famiglia Dehoniana nella Chiesa: è il regno della civiltà dell’amore!
Padre Dehon muore a Bruxelles, il 12 agosto 1925. Stendendo la sua mano verso l’immagine del S. Cuore, con voce chiara esclamò:
“Per lui sono vissuto, per Lui io muoio.
E’ Lui il mio tutto, la mia vita,la mia morte, la mia eternità”.
Ai suoi figli spirituali, i Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (detti anche Dehoniani dal nome del fondatore) e a tutti coloro che vedono in padre Dehon un padre e una guida per vivere il Vangelo nella spiritualità del Cuore di Cristo, la Famiglia Dehoniana odierna, ha lasciato un testamento spirituale scritto:
“Vi lascio il più meraviglioso dei tesori.
Il Cuore di Gesù”.
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amicidomenicani · 11 months
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Quesito Grazie padre, per la tua risposta, è per questo che adoro l’Ordine domenicano: per la ricerca della verità. Ieri sono stato al comitato parrocchiale del mio paese e il nostro parroco nel commentare il vangelo di Matteo, la scena in cui appare l’angelo a Giuseppe e gli dice cosa fare, ha detto che l’autore sacro quando non sa dare risposte razionali tira in ballo gli angeli che in realtà non esistono. Poi un altro prete commentando l’annuncio dell'angelo Gabriele a Maria ha detto che l’angelo non dobbiamo immaginarcelo con le ali, che è solo un uomo e che angelo è un modo di dire, per cui quando una persona si comporta bene diciamo che è un angelo (ad esempio la moglie che ti porta il caffè la mattina) e chi si comporta male è un diavolo. Nel sentire tutte queste cose mi è venuto un mal di pancia e una rabbia. Risposta del sacerdote Carissimo, 1. le attestazioni della Sacra Scrittura sulla presenza degli angeli sono innumerevoli. Se ne parla dall'inizio alla fine, dalla Genesi all’Apocalisse. Proprio Vangelo di ieri, solennità dell'Immacolata concezione della beata Vergine Maria, abbiamo sentito il passo evangelico in cui si dice che “l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te” (Lc 1,26-28). Viene poi narrato il dialogo tra la Madonna e Gabriele. Ora, se gli angeli non esistono, con chi avrebbe parlato la Madonna? 2. Anche Gesù parla degli angeli. Ad esempio quando dice: “Perché il Figlio dell'uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni” (Mt 16,27). Si noti quei suoi angeli, perché anche i demoni sono angeli, ma ribelli. 3. Tutta la vita di Gesù è accompagnata dal ministero di angeli. Al momento dell'incarnazione, è un angelo (Gabriele) a dare l'annuncio della sua incarnazione a Maria. Avvenuta l’incarnazione, Dio Padre dice del Figlio: “Lo adorino tutti gli angeli di Dio” (Eb 1,6). In occasione della sua nascita un angelo ne dà l'annuncio ai pastori (cfr Lc 2,10-13). E poi tutti gli angeli insieme cantano: “Gloria Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore” (Lc 2,14). Un angelo avvisa Giuseppe di fuggire in Egitto. Al ritorno gli dirà di non andare a Betlemme perché in Giudea regnava Archelao che era peggiore di suo padre Erode. Gli angeli compaiono al termine delle tentazioni nel deserto: “Ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano” (Mt 4,11). Un angelo lo conforta durante l’agonia: “Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo” (Lc 22,43). Al momento dell’arresto, quando uno dei presenti tira fuori la spada per difendere Gesù, e il Signore dice: “Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? (Mt 26,52-53). Sono gli angeli che annunciano la sua risurrezione: “Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto” (Mc 16,5-7). Tornerà alla fine del mondo con i suoi angeli che lo assisteranno nel giudizio universale (cfr. Mt 25,31). 4. Il magistero della Chiesa ha definito come dogma di fede l'esistenza degli angeli. Questi compaiono implicitamente nella formulazione del credo Niceno Costantinopolitano: “Credo in Dio padre onnipotente creatore del cielo della terra di tutte le cose visibili e invisibili”. Le realtà invisibili sono gli angeli e le anime umane. L’ha precisato in maniera chiara il concilio Lateranense IV il quale afferma che “il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono l'unico principio
dell'universo, creatore di tutte le cose visibili e invisibili, spirituali e materiali, che con la sua forza onnipotente fin dal principio del tempo creò dal nulla l'uno e l'altro ordine di creature: quello spirituale e quello materiale, cioè gli angeli e il mondo terrestre, e poi l'uomo, quasi partecipe dell'uno e dell'altro, composto di anima e di corpo. Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati malvagi” (DS 800). 5. Lo afferma nuovamente il concilio Vaticano I quando dice: “(Dio) nella sua bontà e con la sua onnipotente virtù, non per aumentare la sua beatitudine né per acquistare perfezione ma per manifestarla attraverso i beni che concede alle sue creature, questo solo vero Dio con la più libera delle decisioni ha creato dal nulla l’una e l'altra creatura, la spirituale e la corporale, e cioè gli angeli e il mondo” (DS 3002). Il santo Papa Paolo VI il 30 giugno 1968 proclamando nel Credo del popolo di Dio le verità della fede cristiana che non ammettono discussione, proprio nella prima affermazione, dice: “Noi crediamo in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili, come questo mondo ove trascorre la nostra vita fuggevole, delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli (cfr. DS 3002), e Creatore in ciascun uomo dell’anima spirituale e immortale”. 6. Ugualmente la Liturgia della Chiesa afferma l'esistenza degli angeli riservando per loro alcune feste in particolare, come per Gabriele, Michele e Raffaele (29 settembre) e gli angeli custodi (2 ottobre). Inoltre in tutti i prefazi viene fatta menzione degli angeli: “E noi insieme agli angeli e ai santi proclamiamo l'inno di lode: Santo, Santo, Santo”. Talvolta vengono menzionati in maniera ancora più specifica secondo le varie gerarchie: cherubini, serafini, troni, dominazioni, virtù, principati, potestà, angeli arcangeli. Queste specificazioni vorranno pur dire qualcosa. Ma fin dall'inizio della celebrazione eucaristica nel “Confesso a Dio onnipotente” vien detto: “Supplico la beata sempre Vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi fratelli di pregare per me il Signore Dio nostro”. 7. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica diversi numeri agli angeli. Ricorda innanzitutto che “l'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l'unanimità della Tradizione” (CCC 328). Verità di fede è la stessa cosa che dogma di fede. 8. Successivamente scrive: “In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria” (CCC 330). Certo, gli angeli in quanto sono puri spiriti non hanno le ali. Ma per farsi vedere devono in qualche modo materializzarsi. Ed è per questo che quando si fanno vedere nella Sacra Scrittura hanno le ali (cfr. Is 6,2), come per dire che sono messaggeri celesti 9. Infine il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che “dall'infanzia fino all'ora della morte la vita umana è circondata dalla protezione degli angeli e dalla loro intercessione. Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita. Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa nella fede alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio” (CCC 336). 10. Non mi è sfuggita la tua prima affermazione: “è per questo che adoro l'Ordine domenicano: per la ricerca della verità”. Sì, il carisma dell'Ordine domenicano è racchiuso nel suo stesso motto: “Veritas”. Secondo la rivelazione fatta da Dio Padre a Santa Caterina da Siena l'Ordine domenicano ha ricevuto una grazia particolare, che si potrebbe addirittura chiamare grazie di Stato: “A questo fine, per un mio dono straordinario, è stato dato a lui (san Domenico) e ai suoi frati di comprendere la Verità
delle mie parole, e di non allontanarsi mai dalla Verità” (BEATO RAIMONDO DA CAPUA, Santa Caterina da Siena, Legenda maior, n. 205). Con l’augurio che tu possa esserne figlio, come da tempo ormai desideri, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. Padre Angelo
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incamminoblog · 11 months
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DALLA COSTITUZIONE DOGMATICA «LUMEN GENTIUM» DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II"LA MISSIONE DELLO SPIRITO SANTO NELLA CHIESA"
Dalla Costituzione dogmatica «Lumen gentium» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa(Nn. 4. 12)La missione dello Spirito Santo nella Chiesa     Dio Padre affidò al suo Figlio una missione da compiere sulla terra (cfr. Gv 17, 4). Quando fu espletata, venne il momento della Pentecoste. Allora fu inviato lo Spirito Santo per operare senza posa la santificazione della Chiesa, e i credenti…
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pietroalviti · 1 year
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Papa Francesco, 10 anni di vangelo puro
Mi accorsi della diversità appena lo vidi comparire alla loggia delle benedizioni: non indossava la mozzetta rossa né la stola. Il semplice abito bianco e ancora non sapevo delle scarpe… E poi il saluto: Buonasera. Già tutto scritto lì il suo pontificato: chiarezza, semplicità, decisione, idee precise, gesti quotidiani, e la barra del timone tutta sul Concilio Vaticano II. Certo che lo Spirito…
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morettino89 · 1 year
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“Il venerdì 17 febbraio del 1967, circa venticinque studenti si avviarono al ritiro con il cappellano dell’Università, un sacerdote dello Spirito Santo, i due professori della facoltà e una delle loro mogli. Andarono all’Ark and the Dove, cioè l’Arca e la Colomba, un luogo delizioso immerso in un bosco di sedici acri nelle North Hills, solo quindici miglia a nord del centro di Pittsburgh. Una casa di campagna a tre piani, con ventitré stanze, serviva da residenza principale e una casetta adiacente di più piccole dimensione serviva per eventuali altri partecipanti al ritiro.” (Patti Gallagher Mansfield, da Come da una nuova Pentecoste) Oggi ricorre il 56^ anniversario di quel “famoso weekend” che viene ricordato come l’inizio del Rinnovamento Carismatico Cattolico. Una vera sorpresa dello Spirito e un vero e proprio compimento delle attese del Concilio Vaticano II). Oggi festeggio anche sedici anni di rinascita a vita nuova, di quella effusione ricevuta a diciasette anni che tanto cambiò la mia vita. “L’elemento carismatico appartiene alla essenza della Chiesa in un modo che è tanto necessario e permanente quanto lo sono il ministero gerarchico ed i sacramenti.” (Karl Rahner) (presso The Ark and The Dove Worldwide) https://www.instagram.com/p/CoxYbWJq8gh/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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anticattocomunismo · 2 years
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Il card. EijkIl: benedizione coppie gay, i vescovi fiamminghi vanno fermati
Il card. EijkIl: benedizione coppie gay, i vescovi fiamminghi vanno fermati
La dichiarazione dei vescovi belgi fiamminghi con annessa liturgia per le coppie gay contraddice l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità e le recenti indicazioni vaticane. Per questo le autorità competenti devono intervenire per far ritirare il documento e i vescovi belgi si devono adeguare. Parla il cardinale arcivescovo di Utrecht. (more…)
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Pio XII è il papa più citato dai testi del Concilio Vaticano II, eppure il cuore del suo magistero è stato rigettato quando Giovanni XXIII, nell’allocuzione di apertura, ha dato come “ordine dei lavori” fare esattamente l’opposto di ciò che infallibilmente afferma l’enciclica Humani Generis del 1950: abbandonare le condanne dell’errore, ripresentare la Dottrina secondo le istanze moderne, illudersi di potersi riconciliare con i fautori dell’eterodossia. È evidente che Giovanni XXIII volesse che il suo Concilio — e anche Paolo VI — fosse l’evento della grande riconciliazione della Chiesa con la modernità, con le altre religioni e dei cattolici fra loro, per questo volle periti anche i teologi condannati dall’Humani Generis, ma come poteva lo Spirito Santo guidare un Concilio — scrive Robert Morrison nel seguente articolo da noi tradotto — che sosteneva quando condannato infallibilmente pochi anni prima?
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Mons. Crepaldi: benedire le coppie gay è una falsa accoglienza
Discontinuità e pastoralismo, con l’illusione di andare incontro alle persone negando loro la carità nella e della verità: alla Bussola il vescovo emerito di Trieste esamina i problemi insiti nella Fiducia supplicans. Continue reading Untitled
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bergoglionate · 1 year
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Nuova Chiesa, nuovo papato, nuovi cattolici?
Nuova Chiesa, nuovo papato, nuovi cattolici?
Lo “spirito del Concilio” ha creato una specie di crisi d’identità della Chiesa: non si sa più cosa sia il Cattolicesimo e come viverlo cattolicamente. Questo pontificato è l’ultimo tassello di un processo rivoluzionario che vuole distruggere la Chiesa modificandola dall’interno. (more…)
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tiseguiro · 1 year
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Il Catechismo della Chiesa Cattolica (del Concilio Vaticano II) afferma: “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo. Un tale indurimento può portare alla impenitenza finale e alla rovina eterna” (CCC 1864).
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