Tumgik
#quindi secondo me un prof è fatta meglio
kyda · 1 year
Text
due sere fa sono rimasta sveglia a studiare fino alle 3 e ieri alle 8 ero già in macchina verso l'università. per fortuna non ero fra i primi dell'appello perché la prof procedeva per verbali e ho aspettato 5 ore prima che toccasse a me. ripassare prima dell'esame è una cosa che ho smesso di fare qualche anno fa e di solito se i prof danno la possibilità di scegliere sono la prima a propormi ma ieri non dovevo ripassare, dovevo studiare. ho studiato fino all'ultimo secondo, con l'acqua alla gola, quando la prof mi ha chiamata alle 14:52 e io ero lì fuori che cercavo di finire le 50 pagine centrali di wide sargasso sea dopo aver provato in tutti i modi a memorizzare opere e date di autori degli ultimi due secoli, mentre leggevo su wikipedia le teorie di godwin e rousseau che hanno influenzato shelley e la storia coloniale dell'impero della regina vittoria e cosa questo avesse a che fare con dracula, associando i punti principali della poetica di lawrence forster e ford a immagini improbabili nella mia mente con giochi di parole che difficilmente dimenticherò. quando mi sono seduta lei si è ricordata di me perché l'altro giorno per letteratura1 aveva notato il mio dilatatore. stava mangiando dei biscotti e mi ha detto dopo gliene offro uno, ora facciamo l'esame. mi ha chiesto di nuovo un solo autore del manuale, blake, l'ultimo preromantico, uno di quelli che ricordavo meglio. poi in italiano mi ha fatto una domanda sugli studi postcoloniali. quando ho preparato letteratura1 sono andata così a fondo in quest'argomento per cercare di capire cose che non capivo (tipo il discorso di foucault e il pensiero della spivak), che a questa domanda ho risposto così bene che mi ha interrotta dicendomi che non c'era bisogno di continuare. poi mi ha chiesto di prendere la mia copia di jane eyre e quando l'ho posata sulla scrivania ha riso e ha detto oh finalmente un libro vissuto, le è piaciuto? mi sono rilassata immediatamente e ho detto di sì, soprattutto perché era la prima volta che lo leggevo, e mentre lo sfogliava per decidere quale parte farmi analizzare pensavo glielo dico o non glielo dico e alla fine ho detto che in realtà però mi ha turbata perché mi dispiace non aver odiato mr rochester e berta è così silenziata in jane eyre che quasi mi dimenticavo di lei e sapevo che era sbagliato e quindi sono stata combattuta e lei ha riso e mi ha chiesto di analizzare un paragrafo e fare un confronto con quello che succede su wide sargasso sea e mi ha chiesto di approfondire quel pensiero e se leggere la riscrittura della rhys mi aveva fatto cambiare idea. poi mi ha fatto un'ultima domanda sulla warner che non ho capito bene ma alla quale ho risposto con tutto quello che mi veniva in mente e poi mi ha fermata e mi ha detto va bene così, le metto 30. ho rifiutato il biscotto che mi aveva offerto perché tanto comunque stavo andando a casa, ho salutato e sono scappata via. non ho preso neanche l'ascensore, ho fatto sette piani piangendo al telefono con mia mamma e quando sono uscita mi sono accorta a contatto con l'aria gelida di non aver messo neanche il cappotto e di avere in mano ancora il raccoglitore le fotocopie jane eyre e sono andata di corsa verso la macchina di mio padre e da lontano gli ho gridato indovina chi ha preso 30 all'ultimo esame? e per tutto il viaggio verso casa ho solo sorriso, sorriso e pensato che non solo ce l'avevo fatta, ma che è stato anche un successo quando io pensavo a come in caso avrei dovuto chiedere un'altra domanda per arrivare al 18. negli ultimi 10 giorni sono stata veramente soffocata dall'ansia di non farcela e dover rimandare la laurea, di sentirmi chiedere cose di cui non avevo la minima idea o, peggio, di cui avrei saputo parlare se avessi studiato meglio. ora devo iniziare la prova finale ma mi sembra incredibile essere arrivata a questo traguardo e in questo modo. ho pensato che in fin dei conti mi piace studiare (assurdo, lo so) e che sono stata veramente brava e sono contenta perché non sono stata davvero sola. quest'ultima in particolare è la mia gioia più grande in questo momento
31 notes · View notes
jo-from-saturn · 1 year
Text
Caraval è iniziato e per prima cosa voglio spiegare le regole:
1. Si posta su Snapchat cosa si mangia
2. Si descrive un momento dove siamo incazzati neri come una bestia
3. Mandiamo a fanculo i nostri problemi e ci divertiamo anche senza uscire di casa
4. Ci sono tre desideri che potete riscuotere quindi state bene attenti: uno è il vostro peggior incubo, il secondo è il vostro desiderio nato dal cuore e il terzo è una persona che volete salvare.
Inizio io:
So benissimo cosa si prova ad avere una situazione economica familiare difficile, se non fosse stato per il cancro di mia madre e la 104 che prende da allora io il diploma lo vedrei col binocolo. A 18 anni con la vergogna in corpo sono andata per la millesima volta alla pubblica perché o quello o niente, le scuole private costano quel che costano e i miei non si potevano permettere quei soldi. Sono caduta in depressione in terza, nel bel mezzo di una pandemia, e lì o rinunciavo allo studio o alla vita, ero sicura che tutti i sacrifici fatti negli ultimi tre anni, il nove e l'otto in terza erano da buttare nel cesso, avrei rinunciato al diploma, e di conseguenza al sogno di diventare scrittrice, ma per non morire l'ho fatto. Poi mia madre mi ha fatto fare terza e quarta con i soldi suoi, e sebbene la mia salute mentale è quella che è, i prof hanno capito la situazione ed ora sto in quinta.
La meritocrazia è un'utopia. Tutti quelli che conoscevo alle medie andavano in vacanza, parlavano di cose materiali di cui io non potevo permettermi e mi sono trovata isolata.
Andare a fare shopping era una manna dal cielo, i vestiti di seconda mano me li sono fatta piacere, il telefonino senza internet me lo sono fatta piacere, il portatile lo vedevo col binocolo, usavo Windows XP e mi andava bene, in quei momenti l'unica cosa che mi importava era di non perdere nessuno.
Ma io non so perché questa gente parla quando non sa un cazzo sul non avere i soldi per campare. Tutti mi hanno sempre detto che ho le potenzialità, e anzi alcuni pure che mi devo impegnare di più quando io ho sempre dato il meglio di me anche quando ero depressa e non lo sapevo, anche quando sapevo che come ricompensa non avevo nulla oltre il rendere orgogliosa i miei che stavano passando un periodo bruttissimo economicamente e psicologicamente, vedevo le mie amiche andare in vacanza, a Parigi, a Cinecittà, o anche in villeggiatura al mare, ed io ero fortunata se facevo un giorno al mare e me lo dovevo far piacere ma quando tornavo a scuola e parlavano delle vacanze perfino i prof mi isolavano perché io ero rimasta a casa, da sola, e quindi che dovevo dire?
Quando mi hanno detto che devo essere grata a quel che tengo, anche se tutti mi isolavano per quello, perché c'erano i bambini in Africa che non avevano da mangiare io mi sono sentita una merda.
Il mio nome da ora in poi sarà Rossella e devo salvare mia sorella Donatella oppure mi suicido.
Mi fido del Principe di 💕 anche se mi ha rubato le storie, le ha fatte sue e mi ha lasciato l'amaro in bocca. È stato crudele con me ma adesso sarò io crudele con lui.
Tumblr media
0 notes
Text
20 febbraio 2023
Oggi mi sono vista con Daniele per andare a recuperare le tavole dall’auletta. Dovevo in realtà accompagnare mia sorella che avrebbe parlato con il dottorando con cui sta discutendo per trasformare la sua tesi in un paper. Figata. Anyway questo tipo dice ieri sera via mail che sta malato e dato che mia sorella si laurea dopodomani allora è meglio che lo ricontatta lei con calma dopo, intanto lui si riprende. Serviva quindi che io andassi oggi? no. Ho comunque un abbonamento mensile? si. Allora sono andata. Ieri sera mi scrive ricordandomi di restituirgli i sue volumi di one piece. Dato che lo so che è uno possessive verso le sue cose vado a preparare tutto in serata così la mattina avrei dovuto solo lavarmi e vestirmi ed uscire. Invece vedo che la copertina del volume 12 si è quasi staccata dal resto dei fogli dentro il volume (c’era già una pagina che si era staccata per metà senza che io la toccassi ma avendo procrastinato il problema me ne ero scordata) e quindi non potevo portarglieli così. Mi sono fatta venire un’ansia assurda per questa cosa. Io adoro quando le persone mi prestano cose perchè di solito non sembro una persona di cui la gente si fida, a differenza di ciò che dimostro poi. C’è sempre una certa aria di mistrust non so da cosa è causata. Fatto sta che ho i sensi di colpa grandi quanto il mare e già mi precipito a vedere se su amazon riesco a comprare la stessa versione del volume. Non è disponibile. Decido allora di fare un salto dalla feltrinelli prima di incontrarmi con lui, così in caso posso risolvere il problema senza che nessuno lo sappia. Mia sorella intanto controllerà da un’altra parte in mattinata così, se la feltrinelli delude ma lui ancora non è arrivato, faccio finta di averli dimenticati e glieli riporto un altro giorno. Ovviamente quando mai questo genere di piani funziona se viene attuato da me? Alla fine i caved e gli ho spiegato il fatto e lui è stato prima preoccupatissimo, forse ho esagerato io a parlarne ma davvero ho sensi di colpa grandissimi e pensava avessi combinato chissa cosa, poi si è messo lui a tranquillizzare me dicendo che un po di colla specifica risolve tutto. Io lo so che sotto sotto mi odia e che non mi presterà niente per i prossimi mesi ma so anche che ormai mi vuole bene (sempre sotto sotto) e che faremo passare quest’altra mia idiozia.
In tutto ciò il prof relatore ci scrive in mattinata e ci chiede senza mezzi termini di stampare una copia del tomo anche per l’assessore della città della tesi. Se. Su questa cosa io non sono d’accordo ne lo è Daniele (Rambo ormai è sparito dalla circolazione e secondo me si è preso anche la chiave dell’auletta che è sparita, ma non ho prove, solo speculazione soggettiva). Ile per rimanere in buoni rapporti col prof e per non fare ‘brutta figura’ dice che dovremo farlo. O se non ci va di scrivere noi al prof di questa cosa. Dice anche però che se mai faremo una mostra con le tavole e il tomo lì lei non verrebbe (it makes no sense, but i’ll let it slide cuz i know she’ll change her mind) (maybe). Come abbiamo risolto: portiamo dalla copisteria di fiducia la copia del tomo con copertina rigida per il prof di restauro, dopodichè ho inviato una mail per chiedere un preventivo per questo tomo in più ad una copisteria lontana e ora attendiamo news. Domani mi vedo col ile e gossippiamo un po’.
Mi sono intanto iscritta nel canale teams del C1, ora recupero mia sorella che mi aiuta a fare il test che serve per poter entrare nel corso.
Sto tanto a pensare come trascorrere il tempo con le persone che oggi ho raccontato a Daniele dei regali di Cate e Bobba (quando gli ho ricordato chi era Bobba subito ha detto ‘la ragazza che mi detto di non toccarti i capelli?’ Ottimo. Sempre grandi impressioni) e di come vorrei partecipare alla missione archeologica di aprile se Cate partecipa (lei è il mio aggancio, lei è regolare mentre io sarei un’infiltrata, non che questo mi abbia mai fermato prima d’ora) e che se non farà questa ci sarà quella di quest’estate sull’isola di Samos (super fantastico se si fa) e Daniele unprompted ha detto ‘quasi quasi verrei anche io’ il che è 1) nice per me perché avrò le mie persone preferite in viaggio e con Cate che ora si trascina Benedetto ovunque io non farò il loro terzo incomodo 2) Daniele non ci è mai andato in missione e secondo me la adorerà. Poi sono 3 settimane d’estate, io dovrò solo fare rifornimento di creme solari, ma se sono sopravvissuta a due settimane nella città del tirocinio della tesi posso sopravvivere ovunque. Già mi sto sognando le corse mattutine sul lungomare e i pomeriggi allo scavo e le serate. Vabbè sarei super contenta se si riesce ad organizzare questa cosa e se riesco a convincerlo sul serio a venire.
0 notes
omarfor-orchestra · 2 years
Text
Comunque la posso dire una cosa
2 notes · View notes
dostoevskol · 5 years
Text
22.11.19
Mi sento vuota, non sento nulla, un lungo snervante e infinito nulla. Non so neanche quando ho iniziato a sentirmi così, so quando è riniziato tutto, so quando la depressione è riapparsa visibilmente nella mia vita. Era il 30 agosto, il giorno prima avevo fatto l’esame di recupero di matematica e fino a quel momento stavo bene, il 31 sarei partita per l’Egitto con la mia migliore amica, mia madre e il compagno, eppure il giorno prima mi sono svegliata e non avevo voglia di alzarmi dal letto, non volevo fate nulla, solo stare a letto a far vagare la mente, e li l’ho sentita, dopo quasi due mesi ho risentito la depressione in me, non ho mangiato nulla per più di un giorno (altra cosa che faccio solo quando sono depressa) alla fine però avevo in programma di andare in piscina a casa di sara con sara ed Ermelinda quindi ho cercato di rimettermi in forza ed andare, ricordo che avendo il ciclo non mi sono fatta il bagno e ho passato gran parte del pomeriggio lunga per terra accanto alla piscina mentre loro nuotavano, mi girava la testa e stavo una merda (rispetto al solito manco tanto una merda aggiungerei) il giramento di testa forse era per via del fatto che non avevo mangiato ma alla fine li l’ho fatto quindi bho. Insomma li ho risentito la depressione, il giorno dopo poi sono partita e stando costantemente a contatto con le persone per due settimane e non potendomi quindi isolare la mia mente non ha potuto vagare e pensavo di stare quindi bene e il giorno della piscina fosse solo un caso isolato, invece sono stata intrattabile e mi sono comportata di merda per tutto il viaggio, ho litigato tantissime volte con mamma e di conseguenza col compagno, ho litigato anche con Sara, ho passato un intero giorno a piangere, mi sono tagliata dopo che non lo facevo da tre mesi, ho nuotato piangendo e ho avuto anche un attacco di panico mentre stavo nuotando, li mi sono spaventata da morire perché ovviamente stavo in mare aperto e avendo litigato con tutti stavo nuotando un po’ distante da loro che tra l’altro era l’ora di punta del dugongo e quindi notavano veloce per cercare di avvistarlo, dopo un primo attacco di panico che sono riuscita a fermare quasi subito prima che peggiorasse mi stavo dirigendo verso la riva per mettere finalmente piede a terra quando in lontananza qualcuno chiama “DUGONGO!” così tutti noi ci rimettiamo a nuotate velocissimo nella direzione della voce, alla fine era un falso allarme e nessuno lo aveva avvistato, quella corsa ha peggiorato il mio stato e mi è scattato subito il secondo attacco di panico terrorizzata a morte di poter annegare ho usato tutte le forze rimaste per fermarlo e alla fine ci sono riuscita ma è stato comunque peggio dell’attacco di panico prima. Poi sono tornata in Italia e quello stesso giorno ho scoperto che il giorno prima la mia amica Giorgia si fosse suicidata impiccandosi in un parco, nonostante non avessimo più un rapporto strettissimo è come se mi fosse crollato tutto attorno, inutile dire che la mia depressione è peggiorata precipitosamente e continua a peggiorare ogni giorno, ma questa volta è una depressione diversa da quelle precedenti, ogni volte che la mia depressione è tornata è stata diversa. La prima volta che ho pensato non andasse più qualcosa è stato durante il primo quadrimestre del secondo superiore ma io personalmente non mi ero accorta di niente, a farmelo pensare sono state le mie amiche, la mia prof di italiano e una mia compagna di classe che mi aveva scritto dicendomi che mi vedeva che stava male e se volessi parlare, poi durante il secondo quadrimestre ricordo che era tutto okay, come se fosse tornato tutto come una volta nonostante gli enormi problemi familiari che avevo, poi l’estate tutto okay anche se sara qualche mese fa mi ha detto che verso agosto mi vedeva depressa e io a pensarci ricordo che passavo intere giornate a letto al buio ad ascoltare costantemente musica ma li per li non mi era venuto in mente che forse ero depressa quindi bho. Quello che per me è stato il mio primo vero episodio depressivo è avvenuto durante il primo quadrimestre del terzo superiore, ricordo che è iniziato tutto il 31 ottobre 2018, giorno in cui mio fratello se ne è andato di casa per andare a vivere con mio padre, ogni mio episodio depressivo lo posso ricollegare ad una perdita subita. Da quel giorno ho iniziato a passare interi giorni a dormire costantemente, a volte dormivo anche 18 ore a giorno, non riuscivo per niente a studiare e infatti mi sono ritrovata a dicembre con sei insufficienze e alla fine me ne hanno ridate quattro, non riuscivo neanche ad andare a scuola infatti ho salato per intere settimane comprese le lezioni di musica e qualsiasi impegno io avessi, passavo le giornate a letto o a dormire o ad ascoltare la musica, spesso entrambe, litigavo continuamente con mia madre e con le mie amiche, infatti ho non mi sono parlata con la mia migliore amica per mesi, ricordo un giorno, era sabato e appena ero uscita da scuola alle 12.45 sono tornata a casa e sono tornata subito a dormire, mi sono svegliata poi solo per via di mamma, erano tipo le sette di sera se non più tardi, ricordo che quel giorno mamma ha iniziato a preoccuparsi seriamente, ricordo che è venuta in camera mia, all’inizio era arrabbiata, e mi ha detto “Ma che fai ancora dormi? Perché stai dormendo sempre? Sto iniziando a pensare che tu stia male” non ricordo cosa risposi esattamente ma era sicuramente qualcosa tipo “Cosa? Che? Ho sonno”, poi mi ha praticamente obbligata a scendere dal letto e abbiamo giocato a carte. Ricordo che quel periodo è stato un continuo alti e bassi: una settimana non riuscivo ad alzarmi dal letto e pensavo costantemente al suicidio (non prendendolo realmente in considerazione ma ci pensavo comunque costantemente) poi la settimana dopo invece ero euforica, ricordo tantissimi pomeriggi passati a ballare e a cantare a squarciagola da sola in casa, ridevo da sola, insomma sembrava stessi bene, la settimana dopo ancora riecco che di nuovo non riuscivo più ad alzarmi dal letto e piangevo continuamente. Tutto questo è andato per due mesi, novembre e dicembre, poi gennaio invece ricordo che pensavo che finalmente fosse tutto passato, una cosa ad aiutarmi è stato che finalmente mi confidai con la mia amica sara, non quella con cui non mi parlavo ovviamente, le raccontai quanto fossi stata male lei fece lo stesso, anche lei aveva avuto un episodio depressivo nel mio stesso periodo, mi confidò persino che un paio di volte era stata anche sul punto di suicidarsi, ricordo che mi misi a piangere appena me lo disse. Ovviamente la “tranquillità” (ovviamente avevo ancora i problemi familiari quindi tranquillissima non sono stata ma non stavo così male come prima) non durò per molto e a febbraio la depressione torno e fu un vero inferno che mi ha quasi uccisa. Questa volta la perdita che l’ha causata è stata quella di una mia amica che ci ha completamente voltato le spalle da un giorno all’altro per un altro gruppo. Tutto è di nuovo peggiorato: il 27 o 29 febbraio, non ricordo, ho avuto il mio primo attacco di panico, lo ricordo perfettamente, è stato orribile perché non capivo cosa mi stesse succedendo e ad un certo punto ho pensato quasi di morire, quello era solo l’inizio, gli attacchi di panico sono una cosa che distruggono completamente, sei li che non riesci più a respirare, ansimi nervosamente ma non migliori, spesso tremi e neanche riesci a tenerti in piedi, mi è capitato più volte che durante un attacco io cascassi per terra e sbattessi la testa o qualche altra parte del mio corpo, ma la cosa più orribile è quando finisce, sei li distesa per terra in una posizione assurda per via della caduta stremata completamente, non hai più nessuna forza nel tuo corpo, riesci solo a tenere gli occhi aperti, guardi il soffitto con un sguardo vuoto e l’unica cosa che riesci a pensare è “qualcuno mi uccida, non ce la faccio, non riesco più a vivere, voglio morire” e vi assicuro che è una delle sensazioni più brutte che io abbia mai provato. Durante questo lunghissimo episodio depressivo durato cinque mesi, da i primi di febbraio a circa il 4 luglio, ho vissuto i peggiori giorni della mia vita, ne ricordo perfettamente tre di profonde crisi depressive ma ne ho avute davvero tante, più un episodio particolare che poi vi racconterò. La mia crisi che voglio raccontare è quella avvenuta il sabato prima di partire la gita scolastica ad Edimburgo, siamo partito giovedì 18 marzo, quel weekend prima è stato orribile, domenica ero in un’agonia assurda, ricordo che fu uno dei tanti giorni in cui non riuscivo ad alzarmi dal letto ma con mamma decidemmo di andare a pranzo al mio ristorante preferito, il ristorante cinese, prima di partire stavo parlando per messaggio con la mia migliore amica sara, con cui mi ero finalmente riappacificata, le stavo dicendo di quanto stessi male e di quanto non ce la facessi più, lei preoccupata invio gli screen a mamma, durante il pranzo anche se li aveva letti non li nominò per niente, ricordo che litigammo per non ricordo quale motivo, quando tornammo a casa ero completamente fuori di me, tutto mi sembrava insormontabile, sentivo tutto troppo, volevo davvero uccidermi, ma sentivo che la parte di me ancora sara era ancora presente così per contrastare quella “voglia” folle mi chiusi in bagno, portai con me un compasso e mi incisi un taglio sulla coscia sinistra, fu il mio primo taglio, quel gesto riuscii a riportarmi alla realtà e riuscii a ridimensionare le cose intorno a me, quel desiderio irrefrenabile di morire si placò ma non stetti meglio, lunedì stranamente riuscii ad andare a scuola ma saltai la lezione di musica del pomeriggio, così come saltai scuola il giorno dopo e pianoforte il pomeriggio dopo, quel lunedì pomeriggio e martedì lo passai a riempire tutte le pareti della mia camera con dei fogliettini con scritti tutti i miei pensieri, delle poesie, alcune davvero inquietanti, e un monologo che mi aveva dato speranza nella vita leggendolo che avevo trovato qui su tumblr, se vogliamo essere iperbolici sembrava un episodio maniacale ma non mi sembra il caso di diagnosticarmi cose così complesse, ricordo che mentre tagliavo i pezzi di carta, scrivevo e li attaccavo ai muri ascoltavo in ripetizione continue due canzoni specifiche che ora le ritengo le colonne sonore della mia depressione, il giorno dopo quando mamma entro in camera  e vide tutto questo si arrabbio ma so che in realtà non era davvero arrabbiata ma preoccupata perché non era infastidita dal fatto che avevo riempito i muri di scotch e fogli ma per le cose che avevo scritto, ricordo che quando stavo preparando la valigia per Edimburgo guardo accanto all’interruttore della luca in cui avevo scritto in colonna “afraid, pain, sadness, exhausted, death” ed anche altre parole che adesso non ricordo, quando le rilesse, perché le aveva già vista, le guardò con rabbia. Ricordo che poco prima di partire mi disse che non avevo nessuno motivo per stare male perché stavamo bene, so che lo disse per cercare di aiutarmi ma è veramente una frase orribile da dire ad una persona depressa. Ah e ho dimenticato di dire che quel martedì mi sono fatta il mio secondo taglio. La gita è stata stupenda, ovviamente non stavo per niente bene, ma almeno sono riuscita a ridere dopo tanto tempo, poi quando sono costantemente circondata da persone e ho un impegno dietro l’altro riesco a non pensare quindi di conseguenza sto un pochino meglio, e per “pochino meglio” intendo che non ho crisi depressivi gravi ma sto comunque parecchio una merda, Una cosa che è successa appena tornata dalla gita,che non è ricollegabile alla depressione ma più allo stress, che voglio citare è la mia prima paralisi del sonno con annesse allucinazioni, un esperienza terribile che però racconterò magari in in un altro post. La seconda brutta crisi depressiva che voglio raccontare è avvenuta circa la seconda settimana di aprile, era sabato e quella sera sarei dovuta andare al compleanno del mio amico francesco, quel sabato lo passai a letto a piangere costantemente, inutile dire che non riuscii ad alzarmi dal letto ne tanto meno ad andarci, successe che ignorai tutti i i messaggi e le chiamate delle mie amiche così la mia migliore amica sara chiamò mia madre che si era già iniziata a preoccupare perchè sapeva che avevo un compleanno e gli avevo detto che non sarei andata, quella sera così mamma si incazzò ovviamente con me (ogni volta che si preoccupa fa la parte dell’incazzata, non capisco neanche io perchè) insomma alla fine parlai con sara sul telefono di mamma, cercò di spronarmi a venire e apprezzo il tentativo ma mi disse tantissime cose che fecero solo peggiorare il mio stato, poi avendo capito che non sarebbe riuscita a farmi scendere dal letto disse all’altra mia amica sara di chiamarmi per cercare di convicermi, neanche lei ci riuscì, così alla fine non andai e passai il resto della serata continuando a piangere. Il pomeriggio dopo dovevo andare a teatro ad vedere in pianista, ci andai tramite la scuola di musica, mi ero messa d’accordo con un’ altra allieva del mio professore per andarci insieme e non le potevo dare buca, così capendo che avrei dovuto per forza alzarmi dal letto mi misi d'accordo con sara per uscire prima del teatro, non parlammo di come stavo, non perchè lei non me lo chiese ma perchè ero io a non volerne proprio parlare, nonostante questo passai quelle ore a cercare di nascondere la mia faccia da lei perchè continuavo a piangere silenziosamente. La terza profonda crisi depressiva che voglio raccontare è successa il 2 luglio, quella sera dovevo andare a cena con sara con sara per poi uscire alla fine non andai nonostante fossi già arrivata davanti al pub dove dovevamo mangiare, non andai perchè rimasi impietrita ad un lato della strada, sembra una cosa da scemi a raccontarla ma è andata esattamente così, dopo un po’ riuscii a sbloccarmi e mi sedetti su una panchina sotto il palazzo europa, il fatto che le avessi dato buca all’ultimo minuto fece infuriare sara che iniziò ad insultarmi per messaggio, io non riuscii neanche a rispondere perchè stavo troppo male, a peggiorare il mio stato fu anche un ragazzo poco più grande di me che mentre ero seduta mi passò davanti tre volte insultandomi ogni volta con cose tipo “che cazzo guardi? che cazzo vuoi cogliona?” non lo stavo neanche guardando ma gli avevo dato solo un occhiata per vedere giusto chi stava passando, non so cos’avesse quel tipo ma mi fece stare peggio, poco dopo che questo ragazzo se ne fosse andato mi alzaie inizia a girovagare per il centro storico piangendo, dopo più di un’ora che camminavo mi iniziò l’ennesimo attacco di panico, per fortuna in quel momento stavo parlando con una ragazza di twitter che mi diede dei consigli per calmarmi, appena l’attacco si placò iniziai a correre verso casa, ricordo persino di aver incontrato la mia prof di inglese mentre correvo, mi guardò con una faccia completamente spaesata, sicuramente si accorse che non stavo per niente bene, insomma poi successe che l’affanno per la corsa (mi feci due salite ripide correndo e sono una pessima atleta) mi provocò un altro attacco di panico, ero in cima alla salita di casa mia, finii coll’accasciarmi a terra in mezzo alla strada, per fortuna non è una strada trafficata sennò qualcuno avrebbe potuto prendermi sotto, non so con quali forze riuscii a finalmente tornare a casa, alla fine stetti lunga sul letto a fissare il vuoto fino ad addormentarmi. Questa è l’ultima crisi depressiva che voglio raccontare ma c’è ancora una data che non ho ancora citato che ricorderò per sempre: il 16 maggio 2019, quel giorno mi sono quasi uccisa, ripensandoci non era stato un giorno particolarmente brutto, certo stavo male come ogni giorno ma nulla di più eppure ad un certo punto ho sentito che tutte fosse troppo e non minuto dopo non riuscivo più di andare avanti, così mentre ascoltavo la musica sono uscita fuori in terrazzo e mi avvicinai all’estremità e guardai la città sotto di me, piansi, piansi davvero tanto e ricordo che nella mia testa stavo dicendo addio a tutti, furono due dettagli a farmi cambiare idea: il primo fu una rondine che vidi volare in cielo, quella rondine mi sapeva di libertà e felicità e mi ha fatto desiderare di esserlo anche io, la seconda cosa, che può sembrare molto stupida, fu una notifica che mi arrivò in quel momento che annunciava l’uscita di una nuova clip di una delle mie serie preferite, druck, e quella notifica mi ha fatto pensare a tutte quelle piccolezze della vita per cui vale la pena vivere, furono queste due cose a salvarmi quel giorno. Insomma tutto questo discorso per dire che ogni episodio depressivo che ho avuto è stato diverso dai precedenti: Autunno 2017 episodio lieve passato inosservato ai miei occhi Autunno 2018 alternanza di settimane di depressione con settimane di euforia, ipersonno e pensieri suicidi persistenti ma senza reale intenzione, impossibilità di portare a termine gli impegni Inverno, primavera ed estate 2019  tristezza e dolore emotivo persistenze ogni giorno, lievi pensieri suicidi, numerosi attacchi di panico e crisi depressive gravi, autolesionismo, sbalzi alimentari Estate,autunno 2019 riuscita bene o male del portare a termine gli impegni, pochissimi pianti e crisi depressive gravi, no autolesionismo ne attacchi di panico (quota 1), pensieri suicidi persistenti con reale intenzione e apatia totale Non ho idea di come finirà tutto questo.
1 note · View note
iodanessunaparte · 5 years
Text
Ei tu. Sì tu che hai iniziato a leggere questo stupido tumblr quando avresti di meglio da fare. Hai una buona immaginazione? No? Io sì. Quindi ti aiuto io. Immagina di essere in classe a fissare un foglio, che dovresti compilare perché è una verifica. Un fottuto pezzo di carta che “misura” quanto sai di una certa cosa, che sommato ad altri tanti di questi fogli ti danno una nota. Su cui sarà basato il tuo futuro e su cui dovresti concentrarti.
Be’ tu immagina di non essere più nervoso/a come un tempo eri, quando avevi tra le dita una penna che non accennava a star ferma per via del tuo tremolio causato dall’ansia. Immagina tu, di guardare quel foglio, spazi che dovresti completare, domande che attendono risposte e accorgerti che non ne sai molto, anzi praticamente niente, e che nonostante tu ti sia impegnato per fare ciò che dovevi fare, tu non riesca a fare nulla, impotente; dinanzi ad un foglio. Ti guardi in giro e vedi i tuoi compagni a testa bassa, concentrati a fare ciò che a te sembra un’enorme impresa. Ma oramai tu sei abituato. In realtà non ti aspettavi altro, sapevi che non ce l’avresti fatta, perché come sempre non riesci a fare niente. Sai di essere inutile, non solo per questa verifica ma anche per le altre. Sei stupido/a, non sai usare il tuo cervello, non ti impegni abbastanza e quando lo fai finisci per fallire. Ti deridi quando ti illudi di riuscirci e puntualmente ti deludi. Ma ora, non ti trema la mano, sai già che farà schifo. Perché fai schifo. Così il tuo subconscio raduna i tuoi altri fallimenti... come il fatto che tu sia escluso, il fatto che nessuno ti sopporti, il fatto che tu non riesca a dimostrare le tue emozioni, il fatto che tu sia vuoto e pieno. Il tuo fallire nel voler migliorare , la tua pigrizia nel voler cambiare. Pensi al fatto che sei tu in primo posto a poter cambiare la tua vita, magari dandoti un motivo per essere orgoglioso, magari partendo da quel fottuto pezzo di carta su cui hai scritto il tuo nome, il nome di un mostro, una nullità, un fastidio, il nome di un oggetto talmente usato da essere rotto.
Rammenti quelle volte in cui hai dato la tua fiducia in mano a gente che ti aveva sorriso due volte e che avevano chiesto il tuo aiuto, ricordi che hai pensato ti volessero bene, ti manca per un millesimo secondo i sentimenti che dimostravi a gente come quella, perché “gentilezza porta gentilezza”. Guardi l’orologio e riguardi il foglio, su cui hai disegnato uno smile, hai messo qualche risposta un po’ per culo e mentre guardi i tuoi compagni lavorare, arrivi alla conclusione che sei stupido. Sei ingenuo e proprio come dimostra quel foglio: non sai niente, niente della vita, non impari niente e anziché impegnarti per il tuo unico ruolo. Perché sì in fondo oltre ad ascoltare musica, mangiare e cagare tu vai a scuola e l’unica cosa di cui importi qualcosa alla tua famiglia sono le tue note. Ma tu la sera prima anziché studiare ti stavi tagliando il braccio di nascosto. E quando hai studiato perché in fin dei conti qualcosa di utile devi fare, i tuoi pensieri si sono affollati al perché poco prima ti stavi imponendo tali trattamenti e torni al punto in cui sei adesso. È inutile. Perché sto facendo questa stupida verifica? Tanto tra qualche mese questo sarà solo il nome di un fottuto cadavere. Il tempo per il foglio di merda sta per scadere e tu hai scritto poche cose. Le lacrime di cui non avevi notato la presenza rischiano di uscire. Cerchi di trattenerle, le tue dita lasciano la penna e scorrono discrete sui tuoi polsi dove le cicatrici ti sussurrano che sei quello. Sai solo distruggerti e lamentarti, senza cambiar nulla. Così stufo di te, ti alzi consegni il foglio al prof e te ne torni seduto, con un sorriso da “ahaha ma che mi frega della scuola”. Tipico dei cretini. Esatto. Cretini come te. Fai così per tutta la giornata, ti chiedono come sia andata la verifica e ridi, mostrandoti indifferente, dici solo la prima parte di quello che pensi per davvero.
«È solo un pezzo di carta. È andata di merda, mah tranquilli già lo sapevo, non me ne frega molto.»
Davvero? E perchè adesso hai la mano in tasca, a tenere... uhm quella è una lametta? Oh sì. Ti chiedi e ti rispondi. Non appena sei solo: urli, tiri pugni e piangi, non per la nota, non per la verifica, non perché ti è andata male ma perché non va. Non va proprio. Tu non vai. Tu non vai bene. Tu fai schifo e probabilmente se vivi la vita che ti aspetta sarai un barbone o un fallito davanti alla TV a riempirti la pancia mentre maledirai il vecchio te. Quello che davanti allo specchio pensa al suicidio, quello che ora mentre scrive questo tumblr pensa a come sarebbe bello il suo corpo tagliuzzato sui binari dei treni, schiacciato al pavimento, irriconoscibile e chissà, forse saresti anche più bello/a di quanto sei adesso.
Vorresti spaccare quello specchio, romperlo e romperti. Ti odi e odi odiarti. Non sai cambiare un cazzo, incapace per te stesso e per gli altri.
Così eccoci che scopri di avere un’ottima immaginazione... La mattina seguente mentre aspetti il treno, con le solite cuffie a isolarti dal mondo che odi e dai mostri che sai che ti circondano, ti vedi. Mentre fissi le rotaie, vedi i tuoi problemi, tu: il problema. Vedi il tuo inguardabile corpo steso lì in mezzo, in una posa disumana, con la testa da una parte e il corpo dall’altra, sangue, sangue dappertutto, tu dappertutto e al tempo stesso più da nessuna parte. Pensi al fatto che i prof avrebbero un allievo di merda in meno, pensi che così nessuno potrebbe più crearsi false speranze in uno scarto come te, pensi ai tuoi fallimenti, errori e scelte finalmente abbandonare la tua testa, i tuoi ricordi venire sparsi insieme alle tue budella. I tuoi ““amici”” non dovranno più fingere di sopportarti, i tuoi genitori non dovranno più deludersi guardandoti. Le persone che ti odiano finalmente l’avranno vinta, finalmente nessuno dovrà più avere a che fare con te, le tue stranezze, i tuoi difetti e la tua faccia da cazzo. Non dovrai più fingere di essere un menefreghista del cazzo, non dovrai più fingere di sorridere perché sei un idiota e niente ti scalfigge, non dovrai più vedere il disgusto negli occhi di chi ti guarda e la delusione negli occhi dell’immagine che lo specchio riflette.
Così mentre il tuo cuore accelera al solo pensiero di sfiorare la morte, vedi vividamente la tua bocca digrignata, con un urlo zittito dalle ruote del treno che ti amputano velocemente il collo, proprio com’era nel tuo intento. I tuoi occhi chiusi per la paura quando in realtà la paura di vivere aveva superato quella di morire. Mentre immagini il dolore che deve provocare questa fine, sai di meritartela, perché semplici tagli non bastano, non hai più spazio, sono diventati così tanti che nasconderli è difficile e chi li vede dà per scontato che sia per chiamare l’attenzione, perché tu sorridi sempre e nessuno ti ha mai visto triste, piangere, distrutto, con tutte le tue crepe. Vorresti vedere il tuo corpo diventare vitreo e gelido come ormai sei dentro e deduci che così magari qualcuno si accorgerebbe che sei a pezzi. Lo vedranno. Ma ormai sarà tardi. Perché ora come ora: distrutto dentro, non frega a nessuno e non appena ti distruggerai fuori, alla gente farà comodo dire belle parole per liberarsi dai propri sensi di colpa.
Ti piacerebbe realizzare quell’immagine, ti piacerebbe sparire. Ma sei codardo e sai già che anche nel suicidio saresti un fallimento. Come lo sai? Perché ci hai già provato tante volte e giustamente neanche a toglierti dai piedi per bene sei capace.
5 notes · View notes
occhidistrada · 7 years
Text
Sex sex sex and a bit of violence
1 - Nome? Chiara
2 - Età? Quasi 19
3 - Omosessuale, eterosessuale, bisex? Etero 
4 - Sei vergine? No 😇
5 - Quante volte lo hai fatto? Bho, più di 100 ma meno di 200 direi
6 - A che età lo hai fatto la prima volta? 16
7 - Cosa pensi della masturbazione? È normale
8 - Ti masturbi? Quando capita 
9 - Quante volte alla settimana? Dipende, direi 3
10 - Cosa pensi mentre pratichi l'autoerotismo? Assolutamente a niente e nessuno, mi godo il momento 
11 - Mai masturbato altre persone? Ma si
12 - Mai masturbato davanti ad altre persone dello stesso sesso? Una volta
13 - E di fronte a persone di sesso opposto? Qualche volta con il mio ex
14 - Cosa pensi della prostituzione? È il mestiere più antico del mondo 
15 - Mai fatto qualcosa di spinto con qualcuno appena conosciuto? Eh sì hahaha
16 - Mai avuto fantasie sessuali su un membro di Tumblr? Nha
17 - Cosa pensi del sesso via internet? Non basta a compensare la mancanza del fisico ma meglio di niente 
18 - Mai fatto sesso/masturbazione in luoghi pubblici? Si hahaha
19 - Il posto più strano dove è successo? In auto sul lungomare con tanta gente che passava
20 - L'intimo più sexy per te? Lingerie di pizzo nero 
21 - Cosa ti eccita? Lui che mi lecca fino a farmi venire
22 - Fantasia sessuale preferita? Due uomini hahaha
23 - Cosa pensi degli hentay e pornografia? Non rispecchiano il vero ma vanno bene 
24 - Sei una persona che ne fa uso abituale per proprio piacere? Nha, al massimo foto/gif
25 - Ogni volta che ne usi.. finisci sempre con l'eccitarti e toccarti? No
26 - Perchè i ragazzi trovan eccitante 2 donne che lesbicano tra loro? Tante tette e due patate, cosa vuoi di più? Hahaha
27 - Perchè sia gli uomini che alcune donne.. trovano eccitante il venire sul viso della donna? È una forma di controllo, da dom
28 - Chi è più porco, uomini o donne? Entrambi 
29 - Più vero che gli uomini son tutti maiali o che le donne son tutte porche? "Se ci organizziamo scopiamo tutti"...
30 - Perchè molte donne si fingon sante poi son le più zozze? Bho, paura di essere giudicate forse 
31 - Meglio una donna sempre porca.. o composta nella vita e scatenata a letto? Ci va un po' di equilibrio 
32 - Secondo te che uomo preferisce a letto una donna? Che sia passionale, si senta che è lui ad avere il controllo
33 - Che sia realtà o fantasia, dove preferite che l'uomo spruzzi? Bocca 
34 - Concezionale preferito o più usato? Salto della quaglia hahaha
35 - Mai rischiato gravidanze indesiderate? Eh ogni mese..
36 - Mai fatto un triangolo? No 
37 - Lo faresti? Non credo. Comunque ora no
38 - Massimo di partecipanti in un rapporto?due e al massimo uno che guarda
39 - E in una fantasia? 3
40 - Posizione preferita? Lui sopra o a 90
41 - Cosa pensi del sesso orale? È una delle cose belle della vita
42 - Mai fatto/ricevuto? Ma certo che sì!
43 - Ti piace? A chi non piace?
44 - Meglio farlo nella pussy o nel culetto?solo patata. Non ci si deve avvicinare al dietro
45 - Mai praticato sesso anale? Si.
46 - Ti piacerebbe? Assolutamente no. Mai più 
47 - Cosa pensi di chi lo pratica? Che se gli piace fa bene a farlo 
48 - Cosa distingue una donna sessualmente aperta da una donna che si definirebbe “troia”? La donna aperta è padrona del suo corpo e consapevole; la Troia usa il suo corpo per ottenere uno scopo o lo è se va con altri quando è fidanzata/il tipo è fidanzato e lei lo sa
49 - La cosa che non vorresti mai fare o che ti chiedessero di fare? Anale hahaha
50 - E la cosa che invece hai proposto o fatto? Farci guardare da uno hahaha
51 - Meglio 2 donne e un uomo o due uomini e una donna? Per me due uomini hahaha
52 - Mai finto un orgasmo.. o stato con qualcuno che ha finto? Nha
53 - Numero massimo di volte di fila? 3
55 - Faresti esperienze omosessuali? In parte ma per curiosità 
56 - Mai fatto mentre o dopo aver visto un porno col proprio partner?
57 - Mai visto qualcuno masturbarsi o fare sesso? Solo masturbarsi, ma era il mio tipo all'epoca 
58 - Mai sentito che ti eccitavi/ bagnavi solo fissando il particolare fisico di qualcuno? Si hahaha 
59 - Se ti ecciti devi per forza sfogarti (se possibile ovviamente) o resisti? So resistere ma preferisco assecondare se possibile
60 - Cosa pensi del sesso online? Va bene a 15 anni
61 - Mai fatto? Quando ero più piccola di 
62 - Mai eccitato qualcuno via telefono? Si
63 - Mai stato/a online a parlare con qualcuno che sapevi masturbarsi? Si
64 - Mai pensato di fare sesso con un prof? o di usare il sesso per sedurlo? No fanno tutti schifo qua
65 - Ti ritieni bravo in ambito sessuale? Credo di sì 
66 - Il più porco dei blog che segui? Tam forse 
67 - E la più porca? Sono una coppia i miei preferiti 
68 - Su Tumblr ci son più maniaci o più porcelline? Tipelle. I tipi sono su youporn 
69 - Secondo te molte fingono di essere santarelline e invece son tutt'altro? Alcune
70 - La cosa più porca che hai mai fatto o detto? Bho, non c'è qualcosa di più o di meno
71 - Peggio gli attori porno o le porno attrici? Ma sono tutti uguali
72 - Trovi differenza tra chi si prostituisce e chi prende uccelli ovunque facendo film porno? I film di solito sono più tutelati e pagano meglio
73 - Mai immaginato in un film porno? No
74 - Di che genere? Ma ho detto di no
75 - Mai andato in giro senza intimo? A una festa in spiaggia con solo un vestito ma lungo
76 - Ai ragazzi piace sapere di eccitare? A tutti piace 
77 - A una donna eccita sapere che un ragazzo ce l'ha duro? Ovvio
78 - Sesso romantico o con molta passione? Passione più sentimento è il top
79 - Un pò di violenza nel rapporto sessuale secondo te guasta? Se è fatta nel modo giù si
80 - Ti piace sculacciare la donna o essere sculacciata? Essere sculacciata assolutamente 
81 - Trovi eccitante che la donna venga chiamata con termini forti durante il rapporto? Personalmente non mi eccita, mi lascia anche un po' infastidita a dirla tutta 
82 - Meglio un pompino o una spagnoletta? MA pompino ovviamente 
83 - Trovi eccitante se prima del rapporto non si levan tutti i vestiti ? È che lo vuoi fare vestito?!
84 - Il sesso nella doccia ti piace? Ci sta ma il letto è più comodo 
85 - Cosa pensi delle donne che fan sesso con animali? Ma é da malati! Serve un neuropsichiatra 
86 - Perchè agli uomini eccita? Cosa?
87 - Perchè ci son donne che lo fanno, quindi ne traggono soddisfazione? Ma state scherzando? Voi state male non è normale 
88 - Mai venuto o fatto venire all'interno? Siii è bellissimo
89 - Preferisci che si venga sul viso, in bocca, sul seno, nella vagina o nel culetto? Bocca
90 - Quello che meno vi eccita? Direi pancia 
91 - Mai fatto cilecca, o non essere riuscita ad eccitare il partner? Per fortuna nessun uomo ha mai avuto problemi a farselo venire duro 
92 - Le donne traggono piacere anche solo a sapere che un ragazzo ha un orgasmo per merito loro? Ovvio che si ma è una cosa mentale 
93 - Intimo sexy o tutti nudi? Prima intimo che poi si toglie
94 - Mai leccato o fatto leccare il sedere dal partner? Non mi piace il rimming. Schifio!
95 - Mai fatto qualcosa con altri in altre stanze della casa? Si spesso hahaha
96 - Lo faresti con qualcuno molto più giovane? No, mi piacciono gli uomini
97 - E con qualcuno molto più grande? Eh sì hahaha
98 - Fino a quanta differenza di età? 15
99 - Mai fatto giochi con panna o altro? Nha
100 - La cosa più porca che amici o amiche vi abbian mai raccontato? Nulla di assurdo
4 notes · View notes
Text
TI VOGLIO UN MONDO DI BENE…E NON VOGLIO PERDERTI…E… Prima di iniziare volevo dirti di non considerare gli errori che farò. Detto ciò inizio. Ehi ciao sorellina, sono il tuo fratellino-ino-ino. Lo so già che non parti per l’Afghanistan o per la guerra, ma per me questa settimana che non ci sei sarà interminabile, in quanto non solo staremo lontanissimi, ma saranno 17 giorni che non ci vedremo e ne passeranno di altri prima ancora che potremmo rivederci. 17 giorni dove, per tanti motivi come il litigio che abbiamo fatto, il fatto che sei rimasta delusa che non sei riuscita a fare un esame e i problemi familiari, di cui so una parte, che stai affrontando, ci siamo un’po’ allontanati. O meglio io ho percepito questa lontananza. Non so tu se l’hai percepita. Per questa lontananza che sto avvertendo ci sto un’po’ male, ma questo spero l’hai percepito, perché sia io che tu riusciamo a percepire le sofferenze, i dolori dell’altro. D’altronde fin da subito abbiamo istaurato un rapporto indivisibile, che a quanto pare negli ultimi giorni ne sta risentendo. Con questo volevo dirti che noi, la nostra amicizia è iniziata il 2 marzo, era un giovedì per l’esattezza ed era il primo giorno dei corsi e non potrò mai dimenticare come è avvenuta la nostra conoscenza. Stavamo nel cortile, ed eravamo io, tu e Francesco. Secondo me quello non è stato il nostro primo vero incontro, perché ci siamo scambiato solo poche parole, ma è stato venerdì 3 marzo, il 2 giorno dei corsi, quando al corso della Grassia, la prof.ci fece vedere un video e al termine della visione ci fece compilare un questionario. Non me lo potrò mai dimenticare e io stavo in prima fila, quando la Grassia si avvicina a me e mi chiese il piacere di portarle i questionari nell’aula di ricevimento del prof.Fasanelli. man mano l’aula si svuotava ed eravate rimasti tu e Francesco. Intanto lui aveva appena finito e ti stava aspettando alla porta dell’aula. Io mi avvicino a te e stavi vedendo le risposte sul cellulare. Ero vestito con la camicia bordeaux e i jeans, indossavo anche gli occhiali da sole, quando ad un tratto con una voce impaurita o spaventata mi avevi chiesto se ero l’assistente ed io ti risposi che non lo ero. Da dopo questa frase ti eri tranquillizzata anche perché ti eri fatta pallida. Quel giorno ero arrabbiato perché qualche giorno prima avevo fatto una cazzata, che poi quando ci vediamo da vicino e usciamo senza studiare ti racconto questo segreto che tu sarai la prima e unica persona che lo saprà. Questo segreto, che ho, se ti fa piacere di condividerlo con me, te lo racconterò. Una volta finito, il questionario, ci salutammo e lo consegnai alla prof. Che stava nello studio del prof.Fasanelli. La nostra vera amicizia è iniziata il 24 marzo, quando tu alle 08:49 del mattino hai accettato la mia richiesta di amicizia su Facebook. E il tuo contatto lo vedi sul profilo di Francesco, perché non sapevo il tuo cognome. Non me lo potrò mai dimenticare che sei stata proprio tu a contattarmi per primo, intorno le 4 quattro del pomeriggio e mi avevi chiesto che fine avessi fatto, perché non mi avevi più visto. Io ti risposi che ho fatto le corse per non perdere il treno delle 15:18 per Baiano e ti avevo chiesto il motivo di questa tua domanda e tu mi hai risposto che non mi avevi più visto. Da lì fino al 31 marzo ci siamo sentiti pochissime volte. Quando, il 31 marzo, io ti contatto, ci sentiamo e non ricordo se era pomeriggio o sera, o se ci siamo sentiti dal pomeriggio. Erano intorno le 22:00 se non ricordo male, quando tu mi dici che stai per crollare dalla stanchezza e io ti dico che stava facendo il film, se non ricordo male, quella casa nel bosco. Tu, allora, mi avevi detto che saresti resistita un altro po’. Ad un certo punto ti chiesi il numero di cellulare, dicendoti che avendo il mio cellulare in assistenza e avendone uno vecchio, che non poteva andare in internet, ci saremmo sentiti per messaggi. Visto che volevo mettermi anche io a letto. E da lì e nata, secondo me quella che è la più bella e più grande amicizia che abbia mai avuto nella mia vita, infatti con il passare del tempo la nostra amicizia è andata sempre migliorando fino a diventare fratello e sorella. All’inizio, infatti ci consideravamo poco o nulla, ma mano mano che ci sentivamo, la nostra amicizia è diventata molto più forte fino a diventare quello che ora siamo, ovvero due fratelli dove, per me, non vi è alcuna differenza tra te e un mio fratello. Non potrò mai dimenticare, quando nel periodo di aprile, tu a me mi dicesti che se dovessi morie dovevo sapere che ero la persona più importante della tua vita. Ed io ti dissi che non dovevi fare così perché senza te non saprei cosa fare e sarei morto subito dopo di te. Effettivamente, senza te cosa avrei fatto. Tu per me sei veramente la persona più bella e più importante della mia vita, ogni volta che te lo dico non scherzo, anzi sono serio. Non posso mai dimenticare che una volta, ti mandai una foto sopra Facebook, dove mi ero preparato per uscire con o Frat e Georg e ti dissi di ammettere che ero proprio carino e tu mi avevi risposto dicendomi che ero figo. Mi dispiace che in queste due settimane, la nostra amicizia o meglio il nostro essere fratelli è andata, secondo me, un po’ regredendo. È inutile che ripeto questi motivi cha stanno portando al declino la nostra amicizia, perché l’ho già detto prima. Spero solo che dopo questo periodo, ritorniamo ad essere come eravamo fino all’11 luglio, ovvero che ci sentiamo telefonicamente tutte le sere, ci messaggiamo su WhatsApp, raccontandoci tutto quello che facciamo, cioè quando stiamo andando a cagare e altre cose, fino ad arrivare al punto che sappiamo tutti i segreti dell’altro. Fare in modo che quando uno sta in un momento di crisi, come lo stai vivendo puoi contare su di me, non chiudendoti a riccio come stai facendo, ed io farò lo stesso con te. Tizi ti voglio un mondo di bene, spero solo che veramente la nostra amicizia riprenda e che torni più solida di prima. Prima che saresti partita, ci tenevo a sentirti, ti davo anche l’ultimo saluto, prima che saresti partita per la Liguria. Ti voglio bene quanti sono i granelli di sabbia e le stelle nei vari universi, gli scienziati dicono che esistono altri universi paralleli, però ora non ricordo il numero esatto, quindi puoi solo immaginare quanto sia grande il mio affetto nei tuoi confronti. Grazie di esistere e di essere la mia sorella. A volte, mi rendo conto che il mio carattere è oppressivo, ma non lo faccio con cattiveria. Sono il tipo che quando mi affeziono e mi lego a una persona tendo a essere protettivo, a volte anche troppo, a darle tutto il mio affetto e ad essere ultra gelosissimo, come hai potuto notare. Ma non lo faccio con cattiveria. Non riesco a non dimostrarti il mio affetto, perché se non te lo dimostrassi starebbe a significare non volerti più bene. Nella mia vita ho avuto tre amicizie importanti, ma com’è l’amicizia che ho con te, non l’ho mai avuta. Ogni giorno mi rendo conto di quanto sono stato fortunato ad averti incontrato all’università e per questo ringrazio ogni giorno Dio, perché se non ti avessi conosciuto, la magistrale non sarebbe come lo è quando ti ho conosciuta. Tu mi hai aiutato tantissimo, perché non solo mi hai spronato, ma con la tua gelosia, il tuo affetto che percepivo quando eri fredda o che percepisco ora che stai così. Mi manca quando mi dici che mi vuoi, mi manca sentirmi dire che sono la persona più importante e più bella della tua vita, mi manca quando ti incazzi e mi tifi “Aleesà ij t schif propoj” quando ti dico “Tizi tu mi odi e perché mi odi?”, manca sentire la tua gelosia e quando ti incazzi per un tuo problema e ti sfoghi con me, mi manca sentirti telefonicamente tutte le sere e mi manca sentirmi su WhatsApp come facevamo, cioè mi manca quello che avevamo prima. Mi manca quando sorridevi per una mia battuta stupida e mi dicevi “Alessà ma quanto sei scemo”, oppura quando ripetevamo le cose del tuo progetto insieme all’università o per telefono e io ti dicevo “Tizi mi fai paura” e tu “sorridendo mi dicevi “Ale mi fai ridere” o mi dicevi “Ale ma tu lo dici perché mi vuoi bene” ed io ti rispondevo “no lo dico perché è la verità e appunto perché ti voglio bene non ti mento”. Mi manca anche quando dici tripla gallina con becco aperto nel culo hahahaahahah. Mi manca anche abbracciarti in continuazione e riempirti di baci sulla guancia o di camminare col braccetto. Mi manca anche quando la notte non riuscivi a prendere sonno e mentre io dormivo mi mandavi i messaggi su WhatsApp dicendomi che non riuscivi a dormire. Mi manca che come appena ti sentivi male, me lo dicevi subito e non aspettavi di stare bene per dimmelo come è successo il 22/07/2017. Mi manca quando, una volta che avevamo finito di studiare andavamo a mangiare un gelato o alla Scimmietta o alla gelateria della stazione a Piazza Garibaldi, mi manca che ogni volta che ci vedevamo in stazione per andare in facoltà a studiare, ci fermavamo al nostro solito bar a prendere il caffè e a volte ci dividevamo il cornetto vuoto. Mi manca che quando dovevi andare in bagno me lo dicevi e quando ci dovevo andare io ti avvisavo. Mi manca raccontarci le cagate che facevamo, dove tu mi raccontavi dei tuoi parti gemellari ed io dei miei stronzi e ti sentivo esclamare: “Alessà ma che ti mangi?”. Mi manca quando mi dicevi quando ti veniva il ciclo, se ti era venuto in anticipo o in ritardo. Mi mancano pure quando mi facevi i pensierini come regalarmi i Ferreo Rocher, le Goleador ecc. Non potrò mai dimenticare, quando il giorno dell’esame del progetto, ti avevo comprato un cornetto vuoto e quando l’hai ma visto, sei rimasta contenta e mi hai abbracciato contenta. Questi giorni che sei stata impegnata ci sono rimasto male, male nel senso che sentivo e sento la tua mancanza, quando leggevi i miei messaggi su WhatsApp o su Facebook. Ti chiedo spesso se mi vuoi bene, se sei gelosa ecc. perché temo che mancando uno dei tanti affetti, ti possa scocciare e stancare di essere mia sorella. Ho fatto apposta ad usare due sinonimi, appunto per calcare la cosa. Ti volevo chiedere scusa se qualche volta ti ho deluso o se mi sono arrabbiato con te. Voglio che sappia che se ero arrabbiato non lo ero con te. Tu non mi hai mai deluso e lo so che quando ti sfogavi non ce l’avevi con me e non eri nemmeno arrabbiata con me. Lo so che sei riservata, perché hai paura che ti possa giudicare male, perché FORSE vuoi capire se ti puoi FIDARE ciecamente di me, anche perché HAI PAURA CHE IO NON TI SARO’ PIU’ TUO FRATELLO. Io ti giuro, che non penserò mai male di te, che di me ti puoi fidare ciecamente e che di me non ti libererai mai più. E lo sai perché non ti libererai mai più di me? Perché ti voglio bene e ti MARCHERO’ AD UOMO (battuta che mi è venuta in mente pensando all’esame di sociologia dello sport che daremo insieme a settembre). Quando ti dico che non mi devi ringraziare, chiedere scusa anche quando credi di avermi deluso (quando alla fine tu non potrai mai deludermi), lo dico perché tra fratelli non si devono dire certe cose. Anche quando mi chiedi se ti posso aiutare e che a volte ti dà fastidio chiedermelo non devi chiedermelo come se ti dovessi fare un favore e non dovrebbe nemmeno darti fastidio di chiedermelo devi dire “Alessà mi devi aiutare, domani ci dobbiamo vedere per fare sta cosa” punto, anche perché per mia sorella vengono prima le sue priorità e dopo le mie, quindi non devi neanche dire che devo pensare prima alle mie cose e se c’è tempo penso a te. A volte, quando ti dico che se mi ringrazi ancora non ti parlo più, sappi che non ho il coraggio di farlo, spero anche tu quando a volte me lo dici. Grazie di cuore e oltre a volerti questo bene smisurato mi machi pure da morire, ed ogni giorno che passa il mio affetto per te aumenta sempre di più diventando maggiore rispetto al giorno prima ma sempre minore rispetto al giorno dopo. Ti chiedo una cosa…di leggere con attenzione questa lettera quando hai tempo e di rispondermi. Se hai intenzione di continuare questa “fratellanza” e di far sì che questo rapporto migliori, dove entrambi si aprono completamente all’altro, fidandosi ciecamente puoi anche rispondermi con un “Alessà ij t skif propj” ed io capirò che vuoi continuare. Dal conto mio, ti devo solo raccontare un mio ultimo segreto che ti dirò quando ci vediamo, il secondo te l’ho detto qualche giorno fa per telefono, te lo dico perché di te mi fido ciecamente e vorrei che con me non ti chiudessi a riccio, perché io non sono come gli ALTRI, quindi se è vero quello che hai detto lunedì sera, che un amico come me non l’hai mai avuto e che per te sono un amico, un fratello, insomma tutto, sai che ti puoi aprire con me. Non potrò mai pensare a male di mia sorella e le darò tutto il tempo di cui ha bisogno per aprirsi completamente con me. Hai ragione quando hai detto che io ti ricordo te qualche anno fa, perché anche tu eri ingenua come me. Te lo giuro ti starò sempre a sentire, d’ora in poi, quando mi dirai le cose. E spero che la tua gelosia, il tuo affetto ecc. nei miei confronti possa solo aumentare giorno dopo giorno, così come aumenterà nei tuoi confronti. Credo che la nostra conoscenza non sia avvenuta per caso e non solo per la nostra passione per i film horror e i generi musicali che ci accomuna, penso ci sia un motivo, io venivo da un mio problema che sto risolvendo, problema che fa parte del mio ultimo segreto che ti dirò e tu dai tuoi problemi di cui qualcuno mi hai detto, altri che mi dirai quando ci vediamo quando torni dalla Liguria e altri magari col tempo. Sono sicuro che in casa tua tornerà il sereno 😊 come spero che anche il nostro essere fratelli possa solo migliorare 😊 Ti saluto dicendoti: tu mi odi con quintupla gallina, con quintupli cavalli e unicorni tutti nel culo haahahahahahahahah. Tvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb all’infinito. Se sono stato ripetitivo in qualche parte, non l’ho fatta apposta, questa lettera non l’ho nemmeno riletta e corretta, perché ho preferito scrivere quello che il mio cuore mi diceva di scrivere. Con una persona non sono mai stato così trasparente così come con te. Questa settimana che sei stata in Liguria dalla tua famiglia, ci sono rimasto male, perché avrei tanto voluto che in mezzo ai tuoi 3000 impegni, tra tua madre, tua sorella e il gruppo, avresti trovato il tempo, anche la sera, di mandarmi un messaggio per sapere come stavo o come stavi tu. Perché no, avrei voluto che qualche volta mi chiedevi di chiamarti, anche per 10 minuti, per fare due chiacchiere, così tanto per distrarti un po’, per farti due risate. Mi sarebbe piaciuto che in questa settimana fosse stato possibile, magari non tutte le sere, perché ci può stare che qualche volta non ti va di sentire a nessuno o perché vuoi rilassarti. Ma qualche volta mi sarebbe piaciuto. Anche se mi avresti mandato il messaggio della “buonanotte” o del “buongiorno”. Perché per me se una persona è importante, il tempo per lei, lo faccio sempre uscire, non so se quello che ho detto ora vale anche per te. Ma va bene così. Ma alla fine ho capito una cosa, che in questa relazione, che sia di coppia o di amici o fratelli, o quello che sia, io ci andrei a perdere. Ci andrei a perdere, perché a te realmente ti ho voluto bene, talmente bene da farti venire prima di ogni altra cosa, pure della mia famiglia, mettendomela contro. Non mi hai mai chiesto, una sola volta, come stavo, se avevo qualche problema, o meglio me l’hai chiesto pochissime volte. O se semplicemente se mi piaceva qualcuna. Per te venivi sempre prima tu e poi gli altri. Non mi sono mai esposto così tanto con un’altra persona come ho fatto con te. In quasi 24 anni ho avuto solo un’altra amicizia, però a questa persona avevo dato il 20%, invece a te ho donato anima e cuore perché realmente ci credevo. E invece…pure questa volta ho sofferto, sofferto come non mi era mai successo nella mia vita. Quello che mi ha fregato è stato appunto credere alle tue parole, quando mi dicevi che mi volevi bene, che ero la persona più importante della tua vita ecc. Io non ho bisogno solo di sentirmelo dire, ma ho bisogno dei fatti e ora, proprio ora che avevi l’occasione di dimostrarmelo non ne hai approfittato. Come ho detto prima, mi bastava che ogni tanto mi mandavi un messaggio su WhatsApp, dove mi chiedevi come stavo, per fare quattro chiacchiere o per mandarmi la buona notte. Non voglio dire che ogni sera dovevamo sentirci, perché ci può stare che qualche volta volevi stare un po’ da sola. Se ogni sera mi mandavi la buona notte, messaggio che per scriverlo ci vogliono 10 secondi o perlomeno un paio di volte ci saremmo sentiti o per telefono o per messaggi, sarebbero stata la prova che quello che dicevi era vero. Alla fine mi hai contattato un paio di volte solo quando dovevo vedere se il tutor ti aveva risposto o per farti sfogare perché il gruppo ti stava stressando. Mi ricordo che una volta mi avevi detto che qualsiasi cosa fosse successa tra noi, anche se la nostra amicizia si fosse rotta, non volevi che i tuoi segreti li dicessi in giro e avevi paura che lo potessi fare. Io ti avevo promesso che non l’avrei mai detti a nessuno e così sarà, però non voglio perderti per nessuna ragione al mondo, perché è come se morisse più della metà di me. Realmente ti ho voluta bene come un mio fratello o un mio genitore, anche perché tra te e loro non c’è nessuna differenza. Non so se avrò mai il coraggio di dartela questa lettera, però non voglio, per nessuna ragione al mondo, perderti perché ho troppa paura di perdere una persona così importante della mia vita e che vorrei che stesse sempre al mio fianco. Tvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb sorè e ricorda tante galline e unicorni tutti nel culo. Questa è un’altra cosa che mi manca di noi.
0 notes
becauseshesstrong · 7 years
Text
Maturità
È volata, così veloce che manco l’ho sentita. Diciamocelo è durata appena una settimana.
Abbiamo cominciato mercoledì col tema, ho scelto la tipologia D, un tema sulla differenza tra progresso mentale e progresso tecnologico; ho parlato dei vaccini, dei social e soprattutto delle unioni civili, temendo anche di essere uscita fuori traccia, l’ho concluso con la domanda ‘’se possiamo accettare di essere in contatto con tutto il mondo perché non possiamo accettare due persone dello stesso sesso che si amano?’’. Ho fatto qualche piccolo errore, tra cui una doppia (awkward), ma mi sono guadagnata il mio bel 14.
Il giorno dopo ci è toccata la prova di gestione, il contesto ambientale, quello che volevo, con le domande che il prof ci ha spiegato. E con qualche ricordo dal progetto di chimica, dalla tesina di agronomia e i vari suggerimenti girati per la classe, più comunque le cose che avevo studiato, mi sono guadagnata anche qui un bel 14.
La terza prova, fatta il lunedì, mi causava un misto d’ansia e di tranquillità, non sapevo bene cosa provare. Matematica e chimica sono arrivate prontamente, agronomia e estimo fatte tutte da me e devo dire che quelle di estimo le sapevo tutte, inglese, infine, me la sono cavata troppo bene, una grazie a me e una grazie a Raffaella. Qui sono arrivata a un bel 12 che non fa male. 
Mercoledì 28, giorno dell’orale, ero la terza, arrivo lì con i miei 56 punti e dopo un attimo d’ansia mi sono seduta e ho cominciato, ero un po’ impacciata e agronomia ha subito cominciato con qualche domanda a cui alla bene e meglio sono riuscita a rispondere. Sono passata poi a chimica, un’interrogazione che è virata dal vino alla grappa e poi è tornata al vino e per quanto non sapessi esattamente le risposte o non sapevo di saperle, lei mi ha aiutato molto nel tirarmele da bocca. Con inglese è stato un po’ più tragica, ho cercato di dirlo nella più corretta pronuncia anche se qualche domanda mi ha messo in difficoltà ma tutto si supera; anche la domanda della presidente sul quadro di Caravaggio a cui non ho saputo rispondere. Italiano è stato dimezzato a pochissimo dato che la presidente conosceva già vita e poetica di Pascoli, quando ho parlato di Pirandello mi ha lasciato più libera, con le dovute interruzioni, ovviamente. Passati poi a storia credo di aver detto si è no quattro cose, che siamo passate a parlare del muro di Berlino, di cui ovviamente non ricordavo la data della caduta, ma abbiamo sorvolato. Matematica è stata facilissima, avrei fatto altri trecento esercizi. Gestione infine non è stata manco fatta dal prof, ma dal sostituto di zootecnia, una pagina del mio argomento e due domande veloci, il mio orale è finito. 
Ci sono rimasta male perché non ho potuto dire introduzione, conclusione e vari collegamenti, anche se ci ho provato Ho lasciato comunque alla commissione del vino, della marmellata, un dolce e le pesche sciroppate. 
Subito dopo l’orale il prof di zootecnia si è avvicinato chiedendomi perché avessi così pochi crediti di base, dopo le dovute spiegazioni ha esordito ‘’peccato i crediti iniziali, ti abbiamo dato il massimo e con tutti i bonus, ma più di questo non possiamo alzare.’’ Il massimo, io? Non ci potevo credere, ero al settimo celo, anche se pensandoci probabilmente avevo capito male.
Tre giorni dopo Michele manda un audio con gli esiti: ‘’Margherita 91′’, ho cominciato a saltare per tutta la casa, non ci credevo, secondo voto più alto ero al settimo celo. All'inizio dell'anno arrivare a 90 per me era un'illusione, mi aspettavo massimo 70 e invece. Sono fiera di me e di tutto l'impegno che ci ho messo, ho seriamente buttato il sangue sui libri quest'anno, ho evitato di fare assenze e mi sono messa a studiare a qualsiasi ora e in qualsiasi momento. Ne ho passate tante quest'anno, ma non ho mollato, ho avuto anche qualche difficoltà durante quest'anno, ma sono riuscita ad alzarmi e a superarlo al meglio. Questo 91 lo dedico a me e alla mia fatica. Sono così fiera di me. So che un numero non fa una persona, ma in questa società i numeri contano quindi non posso non essere felice di essere un numero alto.   Questo successo lo dedico a chi ha creduto in me, a chi mi ha sempre sostenuto, a chi mi ha guardato da lontano e quando c’era mi intimava di studiare, a chi mi ha dato la buona fortuna, a chi mi ha screditato, a chi pensava non ce la facessi, a chi prima mi ha sostenuto e poi abbandonata, lo dedico a tante persone, ma soprattutto lo dedico a me e alla mia fatica, 5 anni di alti e bassi, mi hanno fatto crescere, cambiare maturare e mi hanno resa quella che sono, anche se cambierò crescendo, questi 5 anni li ricorderò come un bel periodo, un periodo che è finito con un 91, con nuovi amici, nuove esperienze e con tanta voglia di ricominciare una nuova avventura. 
0 notes
ecomusirisa · 7 years
Text
NETHERLANDS – JULY 18: NETHERLANDS Photo of Tina TURNER, performing live onstage at Groningen (Photo by Paul Bergen/Redferns)
    Hello!
Febbraio è stato un mese un po’ malinconico, ma fortemente introspettivo, ispirante, creativo. E’ il mese degli Oscar, di Sanremo, il mese in cui finiscono gli esami, il mese in cui ti sembra di chiudere un cerchio, qualcosa. Ecco, per me, l’anno potrebbe incominciare a febbraio. Per me é come il mese della catarsi, che lascia a marzo la parte della rinascita .
Partiamo subito con i miei preferiti del mese!
LIBRI
Sono abbastanza contenta delle mie letture di febbraio, ma posso dire che marzo sta andando ancora meglio!
A febbraio ci sono stati libri che non mi hanno entusiasmata in modo particolare, altri che mi hanno colpita, affascinata, commossa.
  Per dieci minuti, Chiara Gamberale
Questo è uno di quei libri che non mi ha entusiasmato moltissimo, più per lo stile di scrittura che per la trama in sè. In realtà l’idea su cui si fonda il libro l’ho apprezzata e trovata originale. Questa é la storia di Chiara (ogni riferimento è puramente casuale) , trentaduenne che viene lasciata dal marito e perde pure il lavoro . Che sfiga. Fino a quando , e qui incomincia il libro, la protagonista si rivolge da una terapeuta che le dà un compito: ogni giorno , per dieci minuti, Chiara dovrà fare qualcosa di nuovo. Così seguiamo le sue avventure, mentre impara a fare il punto croce , a cucinare dei pancakes, a ballare come una matta, a fare un giro su un sito pornografico, a suonare il violino  Il libro é quindi una specie di diario.  Aspetto positivo di questo romanzo é appunto l’idea iniziale, che fa sviluppare il romanzo nell’ottica di un tema importante che é quello del cambiamento. Il fulcro sembra proprio essere questo: piccoli cambiamenti, ogni giorno, fanno davvero cambiare e non é rifugiandosi nel proprio mondo che si supera una situazione di crisi. Il libro sembra insegnare a dare valore alla propria vita, responsabilizzandosi e valorizzando ciò che già c’é intorno a noi stessi. Questo ha provocato in me delle riflessioni, ma non abbastanza profonde da muovermi qualcosa. Per quanto mi riguarda, credo che se avessi letto questo romanzo qualche anno fa, o in una situazione di vita diversa mi sarei immedesimata di più (nonostante, forse, i libri belli sono libri belli, a qualsiasi età e in qualsiasi momento secondo me, ma capita che la trama di un libro possa seguire i battiti dei nostri passi in maniera quasi perfetta, e questo non può che dare un quid alla lettura). In ogni caso lo stile di scrittura l’ho trovato a tratti fastidioso, pieno di punteggiatura e frasi corte, ma in maniera forzata e non naturale (per intenderci, non come farebbe Baricco, che può piacere o non piacere, ma il suo modo di scrivere ha il suo perché). Ora, purché mi piaccia leggere, non mi va di soffermarmi su stile o particolari stilistici perché non ne ho le competenze, sta di fatto che non questo libro, a causa di questo fattore, e del finale che ho trovato banale, non mi ha colpito particolarmente.
Se non ti vedo non esisti, Levante
Seguo Levante come musicista, amo il fatto che sia un’artista indipendente e consapevole di ciò che scrive, oltre ad amare lo stile che ha. Perciò ero curiosa e avevo voglia di leggere questo romanzo, per poter addentrarmi anche nel suo modo di scrivere . Mi viene da fare un ragionamento opposto a quello fatto sopra per quanto riguarda Chiara Gamberale: la trama di questo libro non mi ha colpito, ma lo stile di scrittura di Levante mi è piaciuto. Una che di professione canta che scrive meglio di una che come professione scrive. Diciamola meglio, sempre perché non sono competente in questo campo: io ho apprezzato di più come scrive Levante. Come ha scritto questo libro. Ci sono frasi che mi sono sottolineata, delle metafore molto carine, dei commenti ironici che mi hanno divertita. Il libro racconta la storia di Anita , redattrice di una rivista di moda , un po’ inquieta, e si descrive usando la metafora “delle mille me“, che riflette i suoi cambiamenti di umore, il suo essere incostante. Nel romanzo si innamora di due uomini, durante una crisi consolidata con il marito . Ricorre più volte la frase: “io pago sempre il conto“. Questo mi è piaciuto per due fattori: il primo é che il personaggio di Anita in fin dei conti, anche se crede di amare più uomini contemporaneamente, é una donna indipendente, che ama offrire la cena al ristorante, senza per questo sentirsi meno donna. Legato a questo c’é il secondo motivo per cui questa frase mi è piaciuta: Anita, nel corso della storia, aumenta sempre di più la sua consapevolezza, comprendendo che è lei stessa che deve “pagare”, che deve scavare dentro di sè per fare i conti con le sue mille facce e per fare i conti con un passato molto doloroso. Il personaggio di Anita me lo sono raffigurato con un colore rosa tenue ; dentro, invece, con un grigio malinconico.  Insomma, la trama non mi ha colpito perché l’ho trovata a tratti banale e forse non mi ha coinvolto anche per il tema di cui trattava, ma ci sono state molte frasi acute che mi sono piaciute molto ed è un libro che consiglierei, sopratutto a quelle ragazze e donne che stanno vivendo una fase un po’ spaesata, che si sentono confuse.
Chesil Beach, Ian McEwan 
Arriviamo al mio libro preferito di febbraio ! Un libro di 130 pagine che mi ha commosso e che ho lasciato sedimentare prima di leggere quello successivo. È la storia di Edward e Florence, una giovane coppia appena sposata. Siamo negli anni ’60 e la trama si svolge nell’albergo della prima notte di nozze, luogo in cui per la prima volta i due si trovano vicini fisicamente. Non mancano alcune digressioni storiche del contesto di riferimento e della vita dei personaggi, caratterizzata da mancanze affettive e sentimentali.  Il libro è molto breve e a chi mi sta leggendo non voglio preannunciare molto, ma voglio dirti: leggilo! Leggilo perché McEwan ha la capacità di trasformare frasi in poesia, di disporre le parole in modo che sembri di leggere un’opera d’arte. La scrittura è delicata, il dolore e la situazione sentimentale dei due personaggi è descritta con una sensibilità che ho trovato rara. Ci sono molte emozioni in questo libro, mescolate a una descrizione di una società piena di convenzioni, che ingabbia e provoca senso di vergogna , senso di colpa, che genera persone che sembrano essere analfabeti sentimentali.
Come un romanzo, Daniel Pennac
L’ultima settimana di febbraio è stata accompagnata da questo libro che è un inno alla lettura!  Questo è un saggio in cui Pennac cerca di smontare tutti gli aloni che ruotano attorno alla lettura, come il dovere di leggere, il dovere di terminare per forza un libro, il dovere di leggere solo determinate cose. Ho apprezzato sopratutto le riflessioni sulla scuola e sull’educazione , perché mi sono ritrovata molto, ho pensato a quando andavo alle superiori e mi assegnavano libri che poi avevo l’obbligo di recensire, e la maggior parte di questi non li ho nemmeno letti, chissà quante cose mi sono persa. Forse l’amore per la lettura l’ho respirato veramente  dal mio professore di storia e filosofia: non so se avesse letto il libro di Pennac, eppure un giorno é venuto a scuola con un libro e ha iniziato a leggercelo ad alta voce. Il libro era “Novecento” di Baricco, e lo leggeva talmente bene che ti vedevi le immagini davanti, ti perdevi in un mondo, e quasi volevi portarti il prof a casa, e chiedergli di leggerti un altro capitolo, e un altro ancora.  Saranno due anni che leggo con costanza vera , mi capita di non finire libri, mi capita di fare periodi in cui leggo solo saggi psicologici/sociali, periodi in cui leggo romanzi, periodi in cui non leggo. Ma quando associano la lettura con il dovere mi viene da svenire. Io stessa prima mi obbligavo a leggere certe cose. Alla fine ho capito che i libri che più amo sono quelli che hanno un filo psicologico, che parlano di sentimenti, oppure che parlano di storie vere, di bambini o donne maltrattati, di coraggio e ambizione. Ora alzi la mano chi è come me. Forse pochissimi, forse tanti. Io sono una lettrice tira pacchi eppure io sto bene così, provo piacere. Perché dovrei obbligarmi a leggere cose che non mi interessano?
FILM
  Sì, lui, il film evento, girato dal regista di Whiplash ( che mi è piaciuto ancora di più) e questa é la mia scena preferita, con quei colori e quella musica. Sono andata a vederlo il 7 febbraio al cinema.
Devo dire che, per mio gusto, amo tutto ciò che è musical, è colorato, e che fa venire mal di pancia ai nerd. Avevo grossissime aspettative su questo film perché era attesissimo e devo dire che forse non é stato per me il film dell’anno come pensavo, ma comunque l’ho adorato. Ho adorato la fotografia del film, i colori, le sceneggiature, il fatto che ci fossero elementi antichi e moderni insieme, e questo ha fatto in modo che mi perdessi senza pensare in che epoca ero. E’ stato un momento sui generis. Ho adorato anche il fatto che questo è un musical moderno, perciò anche i personaggi sono moderni, e questo sta a significare anche parità tra i due sessi.
Ho adorato le parti cantate che secondo me ( forse non secondo chi odia i musical ) erano troppo ridotte. Ho adorato anche la riflessione esplicita che viene fatta sul jazz, genere musicale spesso ricondotto al puro accompagnamento.
Questo, in effetti, è un film  dedicato “ai folli e ai sognatori” e per questo credo che molti non possano non amarlo.
I punti forse più critici a mio avviso sono stati quelli legati alle poche canzoni , che speravo fossero di più e ad alcune parti ( come la discussione a tavola dei due protagonisti, che sembrava una banale litigata che vedresti in milioni di altri film, quando io già me li immaginavo litigare cantando) che avrei apprezzato se  fossero state  più vibranti, più cantate, più magiche.
  MUSICA 
Vietato morire, Ermal Meta 
Febbraio, cinique giorni di Sanremo.  Cinque giorni all’italiana, sembra che il mondo si annulli. Ma non voglio parlare di Sanremo dal punto di vista mediatico, delle battute della De Filippi che non fanno ridere ( poverina, ma cosa le fate dire cose divertenti?), o di ospiti invitati a caso. Voglio parlare della canzone che ho più apprezzato. Forse non ho nemmeno una classifica, ma voglio parlare di questa canzone. E di lui.
Ermal Meta, l’unico ad essere salito sul podio con un testo tutto suo e quest l’ho trovato,già di per sé, super.
Il testo é una dedica alla madre, ma questo l’ho scoperto dopo. Mi ha commosso già così, come mi ha commosso il video e mi commuove ancora ora.
Mi sono sentita muovere dentro alle parole :
Non ho dimenticato l’istante in cui mi sono fatto grande, per difenderti da quelle mani anche se portavo i pantaloncini 
Scegli una strada diversa, ricorda che l’amore non è violenza, ricorda di disobbedire e ricorda che è vietato morire 
La vita che avrai non sarà mai distante dall’amore che dai
Mi commuove l’immagine di questo bambino, che si fa più grande di quello che è, che capisce ciò che vede. Mi colpisce il fatto che il fulcro della canzone sia la disubbidienza. Disobbedire per vivere, disobbedire per amare più forte. Ermal Meta riesce a cantare questo testo importante senza molta retorica, con una consapevolezza che si respira, che sta dalla parte del più debole, ma che alla fine ha un  grande margine per scegliere, per ricominciare, per far sì che la macchia della violenza non si intacchi sulla pelle come una cicatrice.
Proud Mary, Tina Turner 
Tutto un altro tipo di canzone. Tina Turner é una bomba della versione live di questa canzone,  su YouTube si trova la versione girata durante il concerto a Wembley. Una canzone che scuote, che fa divertire. Grazie alla band ho potuto scoprirla ed é decisamente la canzone che mi dà la carica in queste  giornate di febbraio !
  https://m.youtube.com/watch?v=T2T5_seDNZE
  Che sia un marzo pieno di cose belle!
  Febbraio, caos catartico Hello! Febbraio è stato un mese un po' malinconico, ma fortemente introspettivo, ispirante, creativo. E' il mese degli Oscar, di Sanremo, il mese in cui finiscono gli esami, il mese in cui ti sembra di chiudere un cerchio, qualcosa.
0 notes