Tumgik
#primi film
diananortoncoleman · 10 months
Text
La pellicola
L'invenzione della pellicola fu merito di George Eastman nel 1885. Essa è un nastro di poliestere o di triacetato di cellulosa (detto in parole semplici stoffa sintetica e sostanza simile alla plastica, inventata nel 1863) con dei fotogrammi molto vicini.
Il primo vero film è un cortometraggio di 3 secondi del 1888 realizzato da Louis Le Prince, dove si può vedere lui, il figlio Adolphe, la moglie Sarah Whitley, padre e madre di quest'ultma, e un amico, Harriet Hartley, che camminano e ridono in cerchio nel giardino della loro residenza.
È considerato il primo documentario della storia.
La cinematografia intesa invece come proiezione in sala è stata appunto inventata dai fratelli Lumière come vi ho illustrato prima parlando del cinematografo.
youtube
Tumblr media
0 notes
artieseni · 30 days
Text
i'm sorry i see a little paw and i blackout i'm booping everyone i see as i scroll
2 notes · View notes
omarfor-orchestra · 1 year
Text
Il cinema del mio paese la deve smettere di fare le masterclass solo dei film americani e cominciare a ospitare cast e registi dei film italiani così da evitarmi 5 ore a Milano ogni sera che poi per tornare a casa mi ci vuole un miracolo
7 notes · View notes
ellerregraphicdesign · 4 months
Text
Tumblr media
In occasione dell'uscita del film #wish ho deciso di dedicare questo disegno ad un personaggio scartato dalla Disney (o meglio dire sostituito), che si può trovare solo nei primi progetti del film: Star Boy.
La stellina non era male anche se dopo aver sentito la canzone "At All Costs" tra questo personaggio e Asha mi sono innamorata di loro 💕
Ellerre 🐸
46 notes · View notes
autolesionistra · 3 months
Text
Sicché niente, il piccolo ha imparato i suoi primi accordi di chitarra.
Non glieli ho insegnati io, ha chiesto lui di andare a lezione, sulla musica con loro ho spinto zero: se vogliono sono circondati di strumenti in casa e periodicamente subiscono ascolti opinabili, ma tanto già so come va a finire, arriva poi l'adolescenza e visto che il babbo schitarra considereranno suonare una cosa da sfigati e faranno qualcosa di diametralmente opposto alle attività genitoriali tipo il trekking, poi verso i trent'anni quando una sera saranno in casa loro da soli davanti ad un fernet avranno qualche pensiero mesto tipo "oh, avrei potuto sfruttare il babbo e imparare a suonare" ma a quel punto non avranno più tempo e io comunque avrò qualche forma di demenza che mi farà credere di essere Mazinga. Su queste cose ho già tutto un film in testa. Ma sto divagando.
Insomma, il piccolo ha imparato i suoi primi accordi di chitarra, Mi minore e Sol, in versione un poco semplificata. Dice: c'è una canzone che posso fare con questi due accordi? Certo, ce ne sono mille, e fra queste mille piglio senza pensarci troppo la prima che mi viene in mente, salvo poi realizzare che avrei potuto fare una scelta leggermente più oculata.
Così adesso lo sento mentre scardazza il suo chitarrino canticchiando con la sua vocetta da cinno "the roof, the roof, the roof is on fire" e aspetto con una certa apprensione il momento in cui oltre a quei due accordi lì gli insegneranno pure Do e Re e arriveremo al resto del ritornello.
21 notes · View notes
unpoorno · 5 months
Text
Tumblr media
Selen,
pseudonimo di Luce Caponegro (Roma, 17 dicembre 1966) è un ex attrice pornografica italiana.
Romana, figlia di un industriale petrolifero, si trasferisce con la famiglia a Ravenna, dove comincia a esibirsi in locali per adulti fino a quando, all'età di ventisei anni, gira la sua prima pellicola pornografica, in realtà poco più di un video amatoriale diretto da Eugenio De Lorenzi e intitolato Orgia di compleanno. Nei primi anni novanta, partecipa come concorrente a una puntata de Il gioco dei 9, condotto da Raimondo Vianello. Dopo un intervento chirurgico di mastoplastica, nel 1993 Alex Perry le offre di partecipare al film Signore scandalose di provincia. Selen motivò la decisione di intraprendere la carriera di pornoattrice con la passione per l'esibizionismo e con il piacere di considerare il sesso come un atto di ribellione verso la società conformista. I genitori disapprovarono imbarazzati la sua scelta professionale.
Il successo arriva a metà degli anni novanta: dal quel momento Selen diventa sempre più famosa anche al di fuori del mercato del cinema porno. Al massimo della sua popolarità è indicata come la pornostar preferita d'Italia. Partecipa a molte edizioni degli Hot d'or (una sorta di Oscar del cinema porno) durante il festival di Cannes e all'Erotica di Torino, vincendo 17 premi in carriera come attrice pornografica nel periodo 1993-1999. Nel 1994 nasce Selen (editrice 3ntini), rivista mensile di cultura erotica e fumetti, a cui collabora. In questi anni conduce nuda alcuni programmi notturni dell'emittente Rete Mia. Nella metà degli anni novanta incide alcuni singoli dance, tra cui Lady of The Night e It's Raining Again. Si ritira dal mondo della pornografia nel 1999 con il suo ultimo film Millennium, per darsi alla televisione come ospite in programmi di varietà e di intrattenimento, quali Maurizio Costanzo Show, Unomattina, Domenica in, I fatti vostri, Ciro, il figlio di Target, Omnibus. Dichiara che non sarebbe mai più tornata al porno in futuro, poiché non si divertiva più come una volta e la professione non le piaceva abbastanza per continuare.
Nel novembre 2001 è impegnata nello spettacolo No, grazie! Faccio sesso. Nel 2003 partecipa al Festival di Cannes con il film B.B. e il cormorano e nel 2004 al reality show La fattoria. Per qualche tempo conduce il programma televisivo Hot, in onda sul canale satellitare Match Music. Nel 2005 appare sul grande schermo assieme a Fabio Troiano e Violante Placido nel film Il giorno + bello di Massimo Cappelli. Nel 2006 diventa madre per la seconda volta e torna a vivere a Ravenna. Si ritira temporaneamente dalle scene. Nel 2010 torna nelle vesti di DJ nelle discoteche più importanti della riviera adriatica con l'appellativo "DJ Selen", e incide il singolo dance The Star of the Night (contenente 5 versioni remixate), accompagnato da un videoclip, che presenta durante le sue serate. Dal novembre 2010 partecipa come co-conduttrice alla trasmissione Romagna mia, dedicata alla cucina italiana, in onda sul canale satellitare Alice. È stata sposata con Fabio Albonetti,[9] con cui ha avuto un figlio. Con l'ex calciatore Nicola Zanone ha avuto un secondo figlio. Il 7 luglio 2012 si è sposata con Antonino Putortì, con il quale lavora presso il loro centro di benessere olistico chiamato Luce.
I due divorziano nel 2015 subito dopo l'approvazione della legge sul "divorzio breve". In un'intervista, concessa al Corriere della Sera nel 2017, parlando del suo passato nel mondo della pornografia ha dichiarato: «Scanzonato all'inizio, tutti giovani con gli ormoni a mille. Si è rivelato un mondo dark, scuro, quasi gotico. Era brutto vedere le ragazze dell'Est costrette al sesso estremo sei ore di seguito per un capriccio del regista, con una scena guadagnavano la paga di un anno a Budapest. Lo squallore, la droga… Ma circola anche nella tv dove c'è più ipocrisia che nell'hard. Ho fatto tutto alla luce del sole. Avevo un contratto capestro, gli ultimi tempi sono stati una tortura, la trasgressione era diventata un lavoro odioso. Ho dovuto fare film quando volevo smettere, cercando di costruire ciò che ho sempre desiderato, una famiglia. Rocco Siffredi? Era violento. Ho avuto un flirt con un attore porno turco, bellissimo». Nel 2017 per l'Editore Cairo ha pubblicato l'autobiografia Da bambina sognavo di volare
Tumblr media
43 notes · View notes
diceriadelluntore · 6 months
Text
Tumblr media
Storia Di Musica #300 - Miles Davis, Live-Evil, 1971
Quando si ascoltò questo disco per la prima volta, i critici ebbero un profondo senso di smarrimento: Come bisogna definirlo? Cosa è? È jazz? È rock? È qualcosa di altro? In parte era lo scopo del suo creatore, in parte perfino a lui, genio incontrastato delle rivoluzioni musicali, qualcosa "sfuggì di mano", divenendo addirittura qualcosa di altro dalla sua idea primigenia. Questo è un disco che parte da un percorso iniziato qualche anno prima, quando Miles Davis e il suo storico secondo quintetto iniziano ad esplorare le possibilità che gli strumenti elettrici e le strutture della musica rock possono dare al jazz. I primi esperimenti con Miles In The Sky (1968), poi con quel capolavoro magnetico che è In A Silent Way (1969), il primo con la nuova formazione elettrica, la quale sviluppa a pieno quella rivoluzione che va sotto il nome di jazz fusion con il fragoroso, e irripetibile, carisma musicale rivoluzionario che fu Bitches Brew (1970, ma registrato qualche giorno dopo il Festival di Woodstock, nell'Agosto del 1969). Davis è sempre stato curioso e non ha mai avuto paura di guardarsi intorno dal punto di vista musicale, ne è testimone la sua discografia. E nell'idea che il jazz stesse morendo, era sua intenzione innestarlo di nuova vitalità contaminandolo con altri generi, non solo il rock, ma anche il funk, il soul, la musica sperimentale europea. A tutto ciò, per la prima volta nel jazz (e questa fu l'accusa più viva di eresia), il ruolo del produttore, del suo fido e sodale Teo Macero, è proprio quello di cercare tra le sessioni di prove le parti migliori, o come amava dire Davis "le più significative", e metterle insieme in un lavoro sorprendente e meticoloso di collage musicale, che in teoria elimina la componente espositiva solista del musicista jazz, ma che allo stesso tempo regala una nuova filosofia musicale ai brani, del tutto inaspettata. Decisivo fu, nel 1970, il compito che fu affidato a Davis di curare la colonna sonora del film documentario A Tribute To Jack Johnson, di Bill Cayton, sulla vita del pugile che nel 1908 divenne il primo pugile di colore e il primo texano a vincere il titolo del mondo di boxe dei pesi massimi, quando sconfisse il campione in carica Tommy Burns. Per questa ragione fu considerato una sorta di simbolo dell'orgoglio razziale della gente di colore all'inizio del ventesimo secolo, soprattutto poiché nel periodo erano ancora in vigore le leggi Jim Crow, leggi che di fatto perpetuarono la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di "separati ma uguali" per i neri americani e per gli appartenenti a gruppi razziali diversi dai bianchi, attive dal 1875 al 1965.
Il disco di oggi somma tutte queste istanze, in maniera unica e per certi versi selvaggia, divenendo di fatto una sorta di manifesto che Il Signore Delle Tenebre ostenta alla sua maniera, cioè nel modo più sfavillante possibile. Live-Evil esce nel Novembre del 1971, ma è frutto di storiche serate live al The Cellar Dome di Washington DC, dove la band di Davis si esibì per diverse serate nel Dicembre del 1970, e una parte di registrazioni in studio sotto lo sguardo attento di Teo Macero, presso gli studi della Columbia di New York. Con Davis, nelle esibizioni al Cellar Dome, che come prima pietra dello scandalo usa la tromba elettrica, infarcita di pedali di effetti e di wah wah (amore trasmessogli da Jimi Hendrix) c'erano Gary Bartz (sassofono), John McLaughlin (chitarra elettrica), Keith Jarrett (piano elettrico), Michael Henderson (basso elettrico), Jack DeJohnette (batteria) e Airto Moreira (percussioni) e in un brano solo, come voce narrante, l'attore Conrad Roberts. Nelle sessioni in studio di aggiungono altre leggende, tra cui Herbie Hancock e Chick Corea (con lui nei precedenti dischi citati), Billy Cobham, Joe Zawinul e il fenomenale musicista brasiliano Hermeto Pascoal, la cui musica e i cui brani saranno centrali in questo lavoro. Tutto il magma creativo di queste idee sfocia in un doppio disco dalla forza musicale devastante, tanto che oggi alcuni critici lo definiscono un heavy metal jazz, che parte dalle origini più profonde ma sfocia in una musica caotica e sfacciatamente meravigliosa, trascinante e indefinibile, che gioca tutto sulle dissonanze, sugli ossimori, sui palindromi simbolici e musicali. E manifestazione più chiara ne è la copertina, bellissima, di Mati Klarwein, artista francese autore di alcune delle più belle copertine musicali, tra cui quella di Bitches Brew: lasciato libero di creare da Davis, pensò alla copertina con la donna africana incinta, come simbolo di creazione "primordiale", ma fu lo stesso Davis, a pochi giorni dalla pubblicazione, una volta deciso il titolo, che gli chiese un nuovo disegno, che accostasse il "bene" al "male" attraverso una rana. Klarwein in quel momento aveva una copertina della rivista Time che raffigurava il presidente Hoover, che fu presa come spunto per la rana del male, che campeggiò sul retro della copertina, e che vi faccio vedere:
Tumblr media
Musicalmente il disco si divide in brani autografi di Davis, che diventano lunghissime jam session di sperimentazione, di assoli di chitarra, sfoghi di batteria, con la sua tromba elettrica che giganteggia qua e la, che raccolgono quel senso di rivoluzione, anche giocata sulla sua storica abilità di comunicazione (Sivad e Selim, che sono il contrario di Davis e Miles, la seconda scritta per lui da Pascoal, languida e dolcissima), il medley Gemini/Double Image, scritta con Zawinul, e le lunghissime e potentissime What I Say, quasi una dichiarazione di intenti, Funky Tonk, rivoluzionaria e la chiusura con Inamorata And Narration by Conrad Roberts, che è quasi teatro sperimentale, e le altre composizioni di Pascoal, Little Church e Nem Um Talvez, musica che stupì tantissimo lo stesso Davis, che considerava Pascoal uno dei più grandi musicisti del mondo: il brasiliano, polistrumentista, arrangiatore, produttore, è una delle figure centrali della musica sudamericana, e essendo albino è da sempre soprannominato o bruxo, lo stregone. Tutti brani vennero "perfezionati" da Macero, e addirittura nelle ristampe recenti è possibile leggere nelle note del libretto l'esatta costruzione dei brani, ripresi dalle sessioni live e dalle registrazioni in studio. Di quelle leggendarie serate al The Cellar Dome, nel 2005 la Columbia pubblicò un inestimabile cofanetto, di 5 cd, The Cellar Door Sessions 1970 con le intere esibizioni del Dicembre 1970: le parti usate in Live-Evil sono nel quinto e sesto disco, nei precedenti ulteriori esplorazioni musicali da brividi, per una delle serie di concerti storicamente più importanti del jazz.
Il disco verrà considerato il capolavoro che è solo dopo anni, in un periodo, quello degli anni '70, dove Davis accettò apertamente di sfidare la critica con la sua musica. Da allora però, per quanto in parte ancora enigmatico e "difficile", è considerato l'ennesimo pilastro della leggenda Davis, in uno dei suoi capitoli musicali che ebbe più fortuna, poichè buona parte dei fenomenali musicisti che contribuirono a questo disco erano in procinto, o già alle prese, con esperienze musicali che partendo dalla lezione del Maestro, ne approfondiranno i contenuti, e ne esploreranno i limiti: sarà quest'ambito che legherà le altre scelte di Novembre e questo omaggio, che come i precedenti numeri miliari (1,50,100,150,200,250) è dedicato al formidabile uomo con la tromba.
23 notes · View notes
libero-de-mente · 9 months
Text
𝗪𝗲𝗲𝗸𝗻𝗱 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗼
Weeknd avete letto bene, no non è un errore. Niente titolo di un film del 1989. Weeknd è un cantate e il morto sono io.
Ora mi spiego.
Figlio 2 insieme alla sua Rebecca decidono di andare a un concerto, il concerto di Weeknd a Milano per l’appunto, in una serata di luglio rinfrescata dalle tempeste monsoniche dei giorni precedenti.
- Pa’
- Dimmi Gabriele
- Domani c’è il concerto, potresti venirci a prendere?
- Ci mancherebbe certo che sì
Furono le mie ultime parole famose, del resto lasciare due ragazzi diciottenni in piena notte ostaggio dei mezzi pubblici, non proprio vicino casa, non mi andava.
I ragazzi si alzano presto, l’andata al concerto sarà autonoma: treno, metro e poi una camminata di mezz’ora. Partenza la mattina presto, ore 7:00, per un concerto che inizierà alle ore 21:00.
Come sempre i messaggi su WhatsApp durante il giorno piovono a catinelle. In realtà da parte mia, da parte sua sporadici messaggi da decifrare. Manco stesse usando un dispositivo elettromeccanico di scrittura crittografata degna della famosa “Enigma”. Così si succedono risposte del tipo:
“Ben”
“Ok, arrivat”
“A post”
“Fa hot”
“Cojon”
“So seduto”
“Mo eating”
“Mo drinking”
“Mo piscing”
“Mo ‘nizia”
Mi sembra di chattare con Cattivik, il personaggio di un fumetto che si mangiava le lettere finali, eppure studia, ha anche dei bei voti, ambisce alla carriera lavorativa nel campo della medicina.
Mi immagino se fosse medico: “Rott falang, mo gess e ripos così impar. Statt attent la pross volt, cojon”.
La sera parto con anticipo per andare con calma e senza correre a recuperare Gabriele e Rebecca. Autostrada e arrivo alla zona del concerto a Milano abbastanza tranquillo. Mi posiziono fuori dall’auto appoggiandomi a essa, si sente chiaramente il concerto. Sono molte le auto parcheggiate in quella zona, tutte contengono almeno un genitore in attesa.
Li vedi subito quelli abituati ai concerti, hanno l’aria sicura e scommetto che hanno preparato il giusto ristoro e il kit da viaggio di rientro per i ragazzi che attendono (cosa che ho capito dopo e lo leggerete). Poi ci sono quelli social, che condividono l’attesa facendosi selfie e go go, oppure postando storie dove riprendono sullo sfondo le luci e i suoni del concerto. Si sentono giovani.
Poi ci sono quelli come me. I novelli. Quelli che si chiedono se la posizione trovata è strategica, se si fosse potuto fare di meglio. Mille dubbi.
Mentre osservo questo mi si avvicina un padre della mia categoria
- Scusa sai se il concerto è da quella parte? – darsi del tu in queste occasioni è alla base per sopravvivere all’ansia della prima volta.
- Si si, è di là.
- Ho usato questa diavoleria della geo localizzazione su WhatsApp mi troveranno?
- Fidati, quelli vivono di geo localizzazione. La usano anche per trovarsi in casa “Dove sei?”, “In cucina, aspetta che mi geo localizzo”.
- Davvero? – occhi sbarrati.
- Ma no scherzavo, ti troveranno questi sono il loro metodi per ritrovarsi anche in paese.
- Ah certo, noi dovevamo girare per le vie della città col motorino per trovare la compagnia se arrivavi in ritardo, te lo ricordi anche tu?
- Si, solo che io non li trovavo mai.
- Perché?
- Perché si nascondevano da me.
- Ah ah ah, bella questa. Sei un tipo a cui piace scherzare.
- Sono serio – il suo volto si pietrifica come se fosse stato colto da una paresi. Il suo imbarazzo e percepibile.
- Ehm, io ho qua due figlie tu?
- Figlio 2 maschio e la sua compagna.
Ed è in quel momento che dalle mie spalle, zona concerto, si sente un fortissimo “Grazie MiLLanoH!”.
Ok, il concerto è finito, io e l’altro genitore vergine di concerti ci guardiamo. Come a dire sei pronto? Con cenni da Marines, in silenzio indichiamo da dove potrebbero arrivare.
Passano pochi minuti e i primi ragazzi che hanno partecipato al concerto si palesano. Arrivano da lì, ma anche da là e pure da quell’altra parte. Siamo circondati. In breve l’orda di gnu che attraversa il Serengeti è arrivata.
Cominciamo a girare con la testa come se fossimo gufi, lui si alza sulle punte dei piedi.
Lo guardo, mi guarda – Sembri Roberto Bolle sulle punte – gli dico.
- Eh, le mie ragazze non sono molto alte, tuo figlio è alto?
- Non l’ho più misurato ma credo che sia 1,87 cm – dico con orgoglio.
Ma lo sguardo di quel padre che mi squadra come a dire “l’altezza non è il tuo forte, di sicuro avranno preso da tua moglie”, mi mette in ginocchio.
Arriva Gabriele e saluto padre ansioso un po’ stronzo con la mia altezza, augurandogli buona fortuna.
- Pa’ diciotto minuti di cammino, non potevi avvicinarti? – le prime parole di Gabriele
- Gabriele era tutto strapieno, anche il parcheggio di Lampugnano era pieno.
Ripartiamo.
Percorro cento metri. E lì ci rimango per un’ora abbondante, tutto bloccato sia sulla mia carreggiata che sull’altra. I ragazzi dopo avermi raccontato, soprattutto Rebecca, del concerto crollano nel sonno più profondo. Neanche lo strombazzare di genitori impazienti e arrabbiati li sveglia. Cavolo suonano il clacson, la coda non ha fine con chi se la prendono? Con un semaforo o un incrocio che crea colonne di traffico a due chilometri?
La gente continua a sfilare camminando sulla destra, dalla sinistra e pure in centro tra le due corsie di marcia. Alcuni ragazzini molto giovani sono stati accompagnati al concerto dai genitori. Li vedo molto provati sul volto.
Se lo avessi fatto io sarei sembrato Bob Dylan al concerto di Gigi D’Alessio. Un estraneo.
Sono stanco, stanco morto quando finalmente ho raggiunto la tanto agognata tangenziale.
L’ingresso all’Autostrada è chiuso per lavori in corso. Rabbia.
Deviazione su altra autostrada ma per arrivarci devo percorrere una tangenziale trafficatissima dove una corsia è chiusa per lavori in corso.
Sono più morto di prima.
Esco nelle zone di Monza. La circumnavigo e per altre chiusure per lavori notturni viaggio per paesi e comuni diversi attraverso strade provinciali. Vedo strade da 50 Km all’ora, prostitute, gente che barcolla ubriaca e l’orologio che indica le 3:00 del mattino.
Ricordo il tempo delle strade secondarie percorse il mattino presto e di musica condivisa con amici, mentre si tornava dalla discoteca. Avevamo ancora voglia di spaccare il mondo. Oggi vorrei spaccarmi a letto.
Arriviamo a casa che sono le 3:35, penso che alle 6:00 dovrò svegliarmi. Sveglio i ragazzi, e Gabriele nota subito l’orario – Papà perché così tanto tempo? –
- È stato un viaggio un po’ complicato. Domani ti spiegherò. Ora andate a dormire? – più che una domanda era una preghiera.
Sento la sua voce, quella di Rebecca che si rivolge a me sempre come se fossi un padre. La figlia che non ho me la ritrovo in lei – Io ho un po’ di fame – mi dice scusandosi con i suoi dolci occhi.
Hanno fame, si vede. In casa tutti gli altri esseri viventi dormono di un sonno profondo, preparo loro da mangiare e li saluto. Guardo l’orologio. Due ore. Me le farò bastare. Perché per loro mi farei anche la notte in bianco, morto (di sonno) ma felice.
Cerco di fare pensieri felici prima di addormentarmi e penso a loro due. Penso alla battuta di Gabriele che rivolgendosi a Rebecca gli ha detto – Mio padre quando andava ai concerti suonava ancora Beethoven.
Beethoven, me lo immagino a un suo concerto in chiave moderna:
- Siete caldi?
- Siiiiiiì!
- Non vi sento!
- Siiiiiì!
- Non vi sento, sono sordo! Ahahahahah!
Ok meglio dormire. Sono morto di sonno con Weeknd. Può bastare.
32 notes · View notes
nusta · 3 months
Text
Oggi sono stata al cinema con una mia amica, abbiamo visto il nuovo film di Miyazaki, "Il ragazzo e l'airone", che nella versione originale si chiama "How do you live?" e forse il titolo così è più appropriato al film. È stato strano, perché è stato lento più di quanto siano già solitamente lenti alcuni film dello studio ghibli, ma è stato anche uno dei primi film che non mi hanno commosso come invece spesso mi succede, e nonostante la trama sia una di quelle che si presterebbero molto alla commozione, dato che parla di lutto e sofferenza e rinascita. Forse è anche perché non sono più abituata a vedere film al cinema e l'atmosfera è diversa, o forse era l'abbiocco post pranzo o forse semplicemente il ritmo di questo film è tale che una seconda visione è più godibile di una prima, quando ancora non sai cosa aspettarti e pensi che sta passando un sacco di tempo e ancora non è successo niente di particolarmente strano. Mi ha ricordato in molti momenti degli altri film di Miyazaki, il viaggio onirico de La città incantata, le porte su altri mondi de Il castello errante di Owl, la malattia e la fuga/smarrimento della famiglia de Il mio vicino Totoro, la distruzione della guerra di Si alza il vento. Ci sono anche  le vecchine e le creaturine e la natura che ci sono in tantissimi altri film di Miyazaki, sembrava proprio una citazione continua, ma forse è semplicemente il suo universo che è popolato di questi elementi e, una volta che li conosci, li riconosci inevitabilmente in ogni film.
Tornata a casa, dopo averne parlato un po' con la mia amica per condividere impressione e frustrazione, perché anche per lei a livello emotivo non ha avuto l'impatto che ci aspettavamo, ho cercato un po' di opinioni online e ho salvato qualche post di tumblr. A quanto pare, oltre alla lettura più immediata dell'elaborazione del lutto e della condizione di malattia, c'è una metafora generazionale e anche una estremamente personale di Miyazaki rispetto al suo mestiere e alla sua storia con il suo mentore. Alcuni la leggono anche verso l'altra direzione, con suo figlio. In ogni caso sono ancora più convinta che a una seconda visione piacerà di più anche a me. Commuovermi però non lo so, vedremo quando sarà il caso, credo sia proprio una questione di ritmi e di investimento emotivo nei personaggi, non so se questi sono riusciti ad entrarmi nel cuore con la stessa immediatezza degli altri che di solito sono raccontati nei suoi film e in generale nei film dello studio ghibli.
16 notes · View notes
youssefguedira · 2 months
Text
tog fandom's favourite luca marinelli movie: ROUND ONE
Tumblr media Tumblr media
Summaries:
La solitudine dei numeri primi / The Solitude of Prime Numbers:
“Prime numbers are divisible only by one and themselves. These numbers are solitary and incomprehensible to others. Alice and Mattia are both “prime”, both haunted by the tragedies that have marked them in childhood: a skiing accident for Alice which has caused a defect in her leg, and the loss of his twin sister for Matthew.”
Nina:
“The contemporary architecture of Rome are at the heart of the beautifully shot and winsomely appealing Nina, which charts the oddball escapades of a young woman in a depopulated Rome during one hot summer. This heartwarming tale of a lonesome girl who teaches singing and dog-sits during her holidays on the outskirts of Rome. Its striking cinematography evokes Nina’s indefinable anxiety. By opening herself up to life she conquers a vision of her future full of imagination and beauty.”
RULES:
ideally vote based on which film is your favourite, but if you haven't seen both / either vote which one you'd like to watch most or prefer the vibes of
or any other reasonable metric of your choice
propaganda IS encouraged and can be sent to me or added to the post
go forth and have fun!
8 notes · View notes
Text
Tumblr media
Totò e Anna Maria Ferrero sul set di "Totò e Carolina"
E' uno dei film più censurati della storia del cinema italiano , nella versione che venne poi distribuita pare che fossero avvenuti 31 tagli e 23 battute modificate . Girato tra settembre del '53 e gennaio del '54 una volta montato venne presentato alla commissione di censura , pare che proprio il ministro degli Interni, Mario Scelba, si sentì scosso da tale pellicola .La commissione censoria ravvisa nel film oltraggio al pudore , alla morale , alla religione , alle forze armate e chiede decine di tagli . Non era ammissibile che un poliziotto decidesse di avanzare di grado solo per poter avere più soldi alla fine del mese , o che viva in una casupola ; non era concepibile che i comunisti fossero dei bonaccioni e i preti troppo concilianti ; che i primi cantino bandiera Rossa e aiutino il poliziotto a spingere la camionetta in avaria ; non era ammissibile che un poliziotto giocasse al lotto : queste solo alcune delle "inammissibilita " decretate dalla commissione censoria che chiedeva altrettanti tagli
12 notes · View notes
bobbole · 2 months
Text
Thank you for the tag @writing-for-life :)
Are you named after anyone? Yes, my grandmother's, and I'm very proud of my name, is very unusual here
When was the last time you cried? Last Sunday, after watching All of Us Strangers…I still have to recover emotionally from that movie!
Do you have kids? No
What sports do you play/have you played? When I was little I did ballet and swimming, but I hated both (I wanted to do martial arts :P) I also did yoga for a while
Do you use sarcasm? Hummm...not very often
What is the first thing you notice about people? hands: their shape and gestures. But I am also a big fan of noses!
What's your eye color? Brown
Scary movies or happy endings? It depends on the mood of the day :P I love psychological horror movie very much, but I don't disdain a good film that makes me go to sleep with a smile
Any talents? I'm good at making risotto ^^ and I think at writing reviews and essays, I did it for several years for some movie and book magazines
Where were you born? Italy
What are your hobbies? Cinema in primis, reading, take long walks… all things I wish I could do more often!
Do you have any pets? 9 beautiful cats <3
How tall are you? 1.60 m
Favorite subject in school? Art History
Dream job? Well, I would have liked to become an art historian but actually I'm working as graphic designer
Tagging @windsweptinred @mashumaru @valhargreeves @dream-of-the-bitchless if you want :)
9 notes · View notes
writer-of-various · 2 months
Text
1960s AU ft. Primis Crew
AI Art Gens kinda suck on some of these pics, I used photos of the characters to try making them resemble but it's just AI being fucking **** and I stuck at drawing and couldn't find any good Picrews or things that like. If you have links to anything cool like that, feel free to lmk.
Tumblr media
Takeo Masaki, a former college student who was drafted to fight an unjust war. At least he has his best friend by his side. And he'll make his family proud, after disappointing them by going to college and not serving.
Tumblr media
Edward Richtofen is a former scientist who was drafted during the war to become a skilled medic for US Army troops. After a year into his service, he became known as a "doctor" with his intelligence and large set of skills.
Tumblr media
A historian who lost everything, Nikolai Belinski joins the war as a historian, fighting and documenting alongside US troops as he captures the war through writing and film. His goal is to teach the world a valuable lesson. And maybe find a bigger purpose in life to not go back to drinking his life away.
Tumblr media
Tommy "Tank" Dempsey, a young college student who was drafted into the war. He finds himself enjoying the camaraderie, the thrill, and the fact he has his best friend by his side. But war wears people down, and his young naive heart is starting to discover that the world is harsh all over, and he wants to make a difference.
Tumblr media
Lilja Alekov is a young woman who disguised herself as a man to take her brother's place for the draft. War felt like a place for her, but the effort to keep her secret gets tough every day, especially when her team joins forces with an equally as skilled Marines unit.
8 notes · View notes
pink-apollo · 1 year
Note
Hello! Can you please write headcanons of Primis Richtofen being able to watch scary movies with his s/o? Which films do you think he’d enjoy? They are cuddling on the couch
Edward is such a sweetheart and deserves all the love.
Tumblr media
🎀No zombie movies please. He’s been through so much and can’t handle the brain dead cannibal eating monsters anymore. Has spent too much time with them and the sound of them just make his ears hurt and head ache
🎀Is a huge fan of the old monster movies!! Like Frankenstein, the werewolf, Dracula with Bella Lugosi, the mummy. Things from the 30’s and 40’s are his favorite! Says he loves them all but really he loves Dracula the most
🎀Must have snacks and blankets if you’re to do a spooky movie marathon! Isn’t a fan of sticky things but is such a sucker for fruit gummies and hogs up all the strawberry flavored ones
🎀Gets frustrated when the girl falls and does everything in his power to sit there and not yell at the tv. He tries, he really does but my god dose it infuriate this man to the point he’s telling I’m German😅
🎀Never admits it but Edward does get scared sometimes. You can always tell by how he squeezes your hand when a scary scene comes on or when he lets out a heavy sigh that he’s been holding in for a while
🎀Claims there needs to be atmosphere and goes and turns all the lights off in the house before sitting back on the couch and snuggling up close to you and every once in a while being hand fed popcorn because he’s so enamored with the movie
🎀Besides liking the old horror movies, he very much enjoys realistic horror such as psychological horror! If it’s something that scares you he’d be more than happy to hold you and cover your head with the blanket when a scary scene comes on
🎀Is a bit of blanket hog so be prepared to bring a few blankets over to the couch! Typically likes to either lay side by side with you or you laying on top of him with you between his legs. It’s like he can “protect you” in the second cuddling position so please just indulge in his shenanigans
92 notes · View notes
kon-igi · 5 months
Text
UN VIAGGIO NELL'ORRORE
Tranquilli, non è il vostro viaggio ma il mio.
Io sono nato all'inizio degli anni '70, quindi mi sono fatto prima tutta la cinematografia horror di Dario Argento&co e poi tutti gli slasher americani con le icone classiche quali Jason, Freddy, Leatherface etc.
Ma c'è un problema...
Io non ho mai visto nessuno di quei film fino al 1990.
Vedete, io vivevo in una famiglia molto particolare™ dove la televisione era vista come il male assoluto, ragion per cui fino ai 14 anni io sono stato costretto ad andare a letto alle nove di sera e durante il giorno potevo guardare solo un'ora di televisione (stranamente non era conteggiato il tempo davanti al Commodore 64 e indovinate un po' chi era il mio migliore amico).
In quell'ora a disposizione io cercavo, ovviamente, di farci stare i miei cartoni animati preferiti ma non mi era possibile guardare film, tantomeno di sera.
Me li facevo raccontare.
Sì perché, evidentemente, il concetto di film non adatto ai bambini si applicava solo a me mentre tutti i miei amici, invece, rimanevano alzati fino a tardi a guardare film pazzeschi insieme ai loro genitori e il giorno dopo me li raccontavano.
A difesa dei miei genitori posso dire che in effetti ero un bambino particolarmente impressionabile ed è forse a causa dei sogni che facevo alle elementari che scelsero di non espormi a quello che in linguaggio tecnico viene definito nightmare fuel.
Non che ne avessi bisogno, intendiamoci.
Per esempio, in terza o in quarta elementare fui perseguitato da quello che io avevo soprannominato Il Burattinaio Cadavere, che si manifestava nel seguente modo: prima io mi trovavo in un qualsiasi luogo a me conosciuto (casa, scuola, parco giochi etc) poi improvvisamente tutto diventava scuro e dei fili tipo ragnatele scendevano dal cielo per toccare le decine di cadaveri che improvvisamente erano apparsi accasciati a terra, i quali si rianimavano come burattini e mi venivano barcollando incontro. Ovviamente mi svegliavo urlando come un ossesso.
E che dire della Lamante, una donna che ogni notte mi faceva vedere un buco sul braccio e mi sussurrava 'Se mi aspetti poi ti faccio vedere cosa mi hanno fatto'. E dopo tornava con le braccia amputate e due lame lunghissime innestate cercando di trafiggermi.
E poi il Buio, la Porta, il Verme Oculare, lo Sghignazzatore Maledetto...
(Beh, forse ero un qualcosa di diverso da 'impressionabile' ma vabbe'...)
Comunque, il primo film horror che vidi a casa di un amico fu Halloween di John Carpenter e al di là dell'angoscia di vedere REALMENTE un qualcosa horror, mi piacque parecchio e lì cominciò la mia collezione di problemi.
Come qualsiasi manuale di pedagogia insegna fin dai primi capitoli, la lunga privazione di un qualcosa di proibito che ero l'unico a non possedere mi spinse a fare binge watching di ogni film horror, di ogni libro di Stephen King, Clive Barker, Lovecraft e persino a scegliere come gioco di ruolo preferito Call of Cthulhu invece del più innocuo Dungeons&Dragons.
Andai fuori di testa.
Ogni notte un Geteit Chemosit che indossava la faccia strappata di mia madre cercava di entrare in camera mia e di giorno giravo sempre armato perché non si sa mai.
Mandai quasi in ospedale la mia povera mamma che ebbe la pessima idea di entrare in camera mia perché mi lamentavo nel sonno (non avevo capito che la faccia era attaccata alla persona giusta) e a distanza di anni ancora ridiamo con i miei amici di quando in campeggio tenni sollevato per il collo lo sventurato che fece un verso sospetto quando, uscendo per pisciare ancora mezzo addormentato, calpestai per sbaglio il suo sacco a pelo.
Per me valeva il motto 'L'uomo che dorme con un machete sotto al cuscino è un pazzo tutte le notti tranne una' e infatti la routine serale dei miei amici era aspettare che mi addormentassi e poi nascondere tutte le mie armi (grazie Francesca perché quella notte particolare avrei senza dubbio ucciso tutti con la mia Katana).
La notte, insomma, non mi è stata mai amica perché forte in me era la convinzione, per non dire la certezza, che il sonno rendesse possibile la venuta di orrori innominabili che si arrampicavano lungo la parte sbagliata della luce.
Verso i diciannove anni facemmo una festa per la fine della Maturità in un'enorme casa di campagna di non mi ricordo chi e dopo aver bevuto l'impossibile ognuno si appropriò di una stanza a casa, chi per trombare (non io) chi per collassare (io).
Solo che non collassai.
Come in un racconto breve di Stephen King mi misi a sedere su un vecchio letto col materasso di lana e tenendo i piedi nudi su un pavimento di cotto dalle piastrelle tutte storte (assurdo come certi particolari rimangano impressi) cominciai a fissare la porta chiusa.
Faceva caldo ma l'avevo chiusa.
Improvvisamente sento una sensazione strana sulla schiena, come di brividi, e i capelli mi si rizzano sulla nuca.
Un pensiero mi si insinua nelle tempie come un ago nel polistirolo...
'Sta arrivando'.
E poi abbasso lo sguardo e vedo che sto tenendo in mano un lungo coltello da macellaio, che evidentemente non ricordavo di aver preso giù in cucina.
Non ricordavo di averlo preso o forse in quel momento avevo capito qualcosa?
Sta arrivando
Punto i piedi a terra...
STA ARRIVANDO
Mi alzo e stringo più forte il coltello
STA ARRIV...
Ma io mi muovo per primo e scatto verso la porta con un fendente dal basso verso l'alto che avrebbe aperto in due la pancia dell'essere non appena avesse spalancato la porta.
TUNC!
Guardo la lama affondata a metà nel pannello della porta chiusa, assolutamente chiusa ma così chiusa che pareva l'emblema della possibilità che io quella sera trombassi.
Allora scendo in cucina, rimetto il coltello nel cassetto e tra i gorgoglii dei conati di vomito di chi aveva ecceduto e l'assoluto silenzio di chi non stava minimamente trombando, mi sdraio sul letto e mi addormento di un sonno senza sogni.
La parte più nobile e metafisica di me vuole pensare che con quell'ultimo fendente dato al vuoto in realtà uccisi definitivamente l'oscurità in me ma in realtà credo di aver semplicemente realizzato che chiunque fosse entrato in quel particolare momento si sarebbe visto rovesciare gli intestini sul pavimento e questo non rientrava tra le cose che avrei voluto fare da grande.
24 notes · View notes
voglio-venire-da-te · 10 months
Text
I primi amori non te li levi facilmente dalla testa. E dal cuore.
I primi amori te li trascini dietro tutto il tempo. Quando guardi un tramonto, un film, le onde del mare, o senti un profumo.
Dei primi amori non te ne liberi facilmente. Sono quelli incastrati tra una vecchia lacrima e un nuovo sorriso. Sono quelli che "non è andata, ma ne è valsa la pena."
Sono quelli non sempre vissuti, ma dentro di noi...li abbiamo vissuti, eccome. E sono ancora lì. Da qualche parte, un po' nascosti, ma sempre presenti, per non farci mai dimenticare cosa davvero sia per noi l'amore.
Perché possiamo girarci intorno tante volte, ma il primo amore è l'amore a cui abbiamo creduto sul serio.
31 notes · View notes