“ In quarta scoprii il patriottismo: cantando in coro con le mie compagne Le ragazze di Trieste.
A casa, papà era fiducioso nella vittoria; la mamma stava in pensiero per i suoi fratelli (anche zio dottore era al fronte), e per tutti i soldati. Si raccomandava a papà perché ottenesse «l’esonero» per quelli che erano padri di famiglia (loro dicevano «il zónero»).
Il patriottismo era una cosa dei signori. In paese cantavano il famoso «se vuoi veder Trieste – la guardi in cartolina» e io ne soffrivo un po’. Ma Ciota andava piú in là. Cantava con aria cupa e vendicativa:
e quei signori
che han gridato viva la guerra
or che hanno un figlio sotto terra
viva la guerra non gridan piú.
Capivo che non si poteva contrapporre a quel «sottoterra» le «ragazze di Trieste». “
Lalla Romano, La penombra che abbiamo attraversato, Einaudi, 1964¹; p. 155.
Poesia/ CresyCaradonna
IL SENSO DELLA VITA
La vita è un viaggio senza fine,tra sogni e realtà, senza confine.Un’eterna danza di gioia e di pianto.
I giorni sfumano come le onde al vento,ci portano lontano, senza un momento.Ma nel cuore rimane un fuoco acceso.
Siamo protagonisti di questo grande teatro,dove gioie e dolori fanno parte del retrato.E l’amore dà senso a ogni passo.
@Cresy…
Extrait de la bande son du projet SAS Cabane, une installation sonore et visuelle immersive déjà testée en Portes ouvertes. Texte, voix enregistrement Magda Hoibian 2023. Image Magda HOIBIAN.
370 // Storia di un ficus, una poesia di Halyna Kruk
Condividiamo una poesia di Halyna Kruk, dal titolo “Storia di un ficus, raccontata da un umano che preferisce comunicare con le piante”, nella traduzione italiana di Pina Piccolo, che ringrazio.
Cogliamo l’occasione per ricordare che il 28 giugno nel Parco archeologico del Colosseo a Roma, la poetessa parteciperà a un reading insieme a Natalia Beltchenko e Iya Kiva, un evento prezioso sul valore…
Recherche des book influenceurs pour lire mon recueil de poésie Isaac
Si vous aimez la poésie et que vous avez envie de passion, je recherche des lecteurs/lectrices pour lire mon recueil de poèmes Isaac qui vient de sortir en librairie et sur le web, notamment sur Amazon au prix de 4,99 euros. Amazon.fr - ISAAC - Tov, Leïla - Livres
Ces lecteurs/lectrices seraient prêt(e)s à laisser un commentaire de lecture sur leur profil et à partager avec leur réseau. C'est un recueil court composé de 19 poèmes.
Voici ci-dessous une vidéo que j'ai créée pour aller à la recherche des "book-influenceurs" et qui vous explique comment me contacter. Je vous remercie ! :-)
“ Tutto quello che sapevamo da bambine sugli amori loro, era che papà, mentre ancora andava all’Istituto, faceva pratica nello studio del nonno, e gli davano da portare a spasso, sui Bastioni, la mamma bambina (papà aveva quindici anni piú di lei). Papà diceva che aveva deciso allora di sposarla.
Questa notizia ci lasciava indifferenti. La mamma, interrogata, sporgeva il labbro.
Ma una volta la mamma disse una cosa molto strana.
Nella stanza da pranzo era appeso un grande quadro in cui alcuni pescatori tiravano le reti; avevano calzoni arrotolati al ginocchio ed in testa dei berretti rossi e neri; sullo sfondo fumava il Vesuvio. Tutto l’insieme era plumbeo. Quel quadro era un regalo di nozze; non lo lodavano come pittura, ma alla mamma era caro perché le ricordava Napoli, dove era stata in viaggio con papà.
Guardando quel quadro la mamma disse con qualcuno, non ricordo con chi, ma fu a Ponte (nelle altre case il quadro era scomparso), che lei «si era innamorata di papà» a Posillipo.
Come era possibile? Innamorata «dopo» che era già sposata? Ero abituata alle fiabe e alle storie in cui gli amori contrastati terminavano con le nozze. L’amore delle fiabe, astratto e freddo ma anche fatale e travolgente, non mi illuminava sulle emozioni che lo accompagnano.
La mamma aggiunse che era stato «perché» (che ci si innamorasse per un motivo era un’altra cosa inaudita) papà si dimenticava di mangiare – erano al ristorante – per guardare il mare ed i pescatori che tiravano le reti.
Papà che si incantava guardando con aria meditativa, grave, mi era familiare: l’avevo visto guardare cosí i quadri, le montagne; avevo anche capito che, siccome per la mamma la bellezza era prima di tutto, cosí chi la amava le diventava caro per questo.
Lei non amava le «cose belle»; ammirava certi momenti fuggevoli della natura. Le contemplazioni della mamma erano diverse da quelle di papà: erano rapide. Dopo, appariva felice. Riabbassava gli occhi come avesse visto qualcosa che gli altri non vedevano. “
Lalla Romano, La penombra che abbiamo attraversato, Einaudi, 1964¹; pp. 16-17.
Siamo la notte, siamo il giorno,
Siamo l'incontro, siamo il ritorno,
Siamo che cosa? Siamo due o siamo noi?
Siamo adesso, e sempre, e poi...
Siamo parole, siamo venti in silenzio,
Siamo strada perduta in questo mondo imenso,
Siamo angeli liberi o siamo noi prigionieri?
Siamo amore e paura: due paesi straniere...
Siamo le lacrime, il sorriso del mare,
Siamo due cuori, una storia a distanza
Siamo un sogno, una vita a cantare...
Siamo un piccolo minuto di la eternità,
Siamo il rumore di una forte speranza,
Siamo l'amore che qui sempre starà...
Sarà Estate – infineSignore – con parasoli –Signori a passeggio- con Bastoni
E piccole Ragazze – con Bambole
Coloreranno il pallido paesaggio
Come fossero un abbagliante Bouquet Sebbene sommerso, nel marmo-Il Villaggio giaccia oggi
I Lillà – curvati dai molti anni Si piegheranno sotto il peso purpureo Le Api non disdegneranno la melodia Che i loro Avi- ronzarono
La Rosa Selvatica – arrossirà…