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#persona specifica
andreamikaudios · 4 months
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asllanismo · 4 months
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lavorativamente continuo a trovarmi in situazioni del cazzo e non so quanti "vabbè, passerà" ive got left in me
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kon-igi · 9 months
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OGGI VI DEVO PARLARE DI UNA PERSONA
Nel primo decennio del nuovo millennio nella mia bolla c’era questa specifica idea - credo peraltro condivisa largamente - che le nuove conoscenze fatte online fossero superflee, effimere e a tratti persino pericolose.
‘La gente sull’internet è weird&creepy’ disse quello che si era fatto gli amici di una vita a suon di lanci di dado a 20 facce facendo finta di essere una bardo ladro mezzelfo scuro.
Poi è arrivato Facebook e in effetti ebbi la conferma che la gente sull’internet era davvero weird&creepy, solo che la gente era il tuo compagno di liceo Riccardo che era diventato un cattolico fondamentalista o la zia paterna regina del complottismo cringe.
E Tumblr nel 2010 capitò proprio al momento giusto.
Anche lì la gente era weird&creepy - magari quando in autostrada tutti ti vengono addosso forse quelli contromano non sono loro - però lo erano in un modo specifico e selezionabile, ragion per cui, lentamente, ho potuto conoscere e circondarmi (virtualmente e alcuni dal vero) di persone che in qualche modo non mi rompevano il cazzo con i loro problemi di scarsa elaborazione neurale...
Non le inevitabili conoscenze della vita reale, non i parenti né gli ‘amici’ di facebook ma persone degne di condivisione.
Oramai per me è cosa risaputa ed esperita che ogni tipo di interazione con altri individui ti cambia e sta a noi che questi cambiamenti avvengano per comprensione e non per contrapposizione ma oggi voglio parlarvi della persona che negli ultimi anni, più di tutti, è riuscita a restituirmi il senso della serenità delle cose, rendendomi sicuramente migliore di quanto non fossi prima.
Nella vita di ognuno esistono due tipi di dolore: quello che ci fa soffrire e quello che ci fa cambiare.
In realtà il dolore è uno solo - fisico o emotivo che sia - ma è cosa decidiamo di tenere e di rifiutare di esso che fa la differenza tra il dolore che ci fa accartocciare su noi stessi e quello che ci fa aprire all’altro.
E questa persona, nella sua grande sofferenza fisica e psicologica, si è aperta completamente alla comprensione degli altri, al punto che nei miei 50 anni di vita posso tranquillamente affermare che è la persona più buona che io abbia mai conosciuto.
E davvero non è un aggettivo che uso a caso.
In questi pochi ma tanti anni mi ha insegnato che forse è più faticoso comprendere le ragioni del male ma che capire ti restituisce un senso più grande del semplice scagliarsi a testa bassa contro tutto quello che è sbagliato perché non è come noi.
Mi ha insegnato che provare tristezza invece che rabbia di fronte alle ingiustizie è il modo migliore per essere vicino alle persone che quelle ingiustizie le hanno subite, piuttosto che urlare rabbiosi in direzione del carnefice voltando loro le spalle.
Mi ha insegnato a togliere la maschera dell’odio alle persone, per scoprire che sotto di essa c’è sempre un volto impaurito, sotto più ancora uno piangente e dietro a tutte un bambino che non è stato abbracciato quando più ne aveva bisogno.
E io ho imparato la gentilezza di un sorriso dispensato quando magari non avresti alcun motivo per sorridere.
Beh... grazie @surfer-osa e, soprattutto, buon compleanno <3
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animadiicristallo · 7 months
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quando scrivo una cosa per una persona specifica e quella persona lo reblogga >>>>
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amore-perso · 4 months
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Parte 2
"Speciale deriva da species, che significa spettacolo, scena vista, qualcosa che risalta agli occhi di chi sa guardare"- è quello che mi disse guardandomi negli occhi con quella luce soffusa che proveniva dalla luce del corridoio, lasciata accesa per la fretta di cogliere al balzo l'occasione di sdraiarsi accanto a me. "Immagino che tu sia colui che sa guardare" -dissi- "non è forse speciale anche la persona che riconosce chi altri lo sia?" -non perdeva mai l'occasione per esaltare le sue qualità, pure troppo, forse anche fino a risultare odioso a volte. Ma a quel punto cominciò a sfiorarmi il viso, io risultai sicuramente infastidita, perché mi girai meglio dalla parte opposta, in ogni caso gli facilitai la presa, in quella posizione poteva tenermi stretta, con una mano sulla guancia, toccandomela meglio, c'era più contatto. Il mio cuore iniziava a battere più veloce ma riuscivo a tenere la calma, forse facilitata dal sonno, che ancora la sua presenza non mi permetteva di prendere. Mantenni quella posizione per tanto, dopo qualche minuto mi iniziava a piacere la sensazione della sua mano calda posta quasi sulla mandibola, a sfiorare la parte del viso a metà tra guancia e collo, tra castità e desiderio. Cominciavo a rilassarmi e quasi ad addormentarmi, quando la sua mano cominciò a spostarsi, scese giù, nel tragitto per qualche secondo mi sfiorò il seno, scese ancora giù. Per un attimo ebbi paura o forse sperai, forse lo pensai perché in realtà lo volevo, che cominciasse a toccarmi meglio. La sua mano cercava qualcosa, disperatamente quasi, era la mia mano, la prese, incastrò le sue dita con le mie, ci giocò per qualche minuto e poi la portò al suo viso. Ovviamente la posizione iniziale, in cui lui mi stava abbracciando da dietro, così non era più comoda per me, dovetti girarmi.
Se la teneva stretta, come a dire "accarezzami, non togliere la mano", è quello che feci: iniziai a sfiorare la leggera ombra di barba che aveva col dorso della mano, i suoi occhi iniziarono ad addolcirsi, non erano come al solito e passai a delle carezze migliori. Ora mi trovavo lì, quasi a pancia in giù, per metà appoggiata al suo petto, con il braccio che mi faceva da cuscino e la mia mano che smetteva di accarezzargli il viso solo per passare qualche secondo sul suo petto. Lui vide nel mio sguardo la paura di caderci ancora, la paura di crederci, di stare davvero bene a causa della mancanza di fiducia nei suoi confronti. Non potevo fidarmi, ogni volta che ero stata bene lui spariva, né un messaggio, né una chiamata, come potevo credere al suo bisogno di ricevere il mio amore, le mie attenzioni... Mi conosceva, leggeva nel mio sguardo ognuna di queste domande e iniziò a parlarmi di quello che lo portava a essere in quel modo.
Da un ragazzo così cosa vi aspettereste? Nulla di specifico, non mi raccontò del perché lo faceva da sempre, né cosa successe nel particolare: si limitò a parlarmi della sua unica relazione, avuta qualche anno prima, quindi comunque dopo che aveva già l'abitudine di sparire. Aveva sofferto, tradito dal suo migliore amico, non aveva perso solo la sua ragazza, sentiva che tutto quello che aveva fatto per entrambi non era stato apprezzato, si sentiva perso e un po' abbandonato. Io ero lì ad accarezzarlo nel tentativo di calmare il suo sfogo, a guardare nei suoi occhi mentre mi raccontava la sua storia, quando mi colpì una frase specifica "per me tu sei un mondo". Vi spiego: non stava parlando di me, ma era uno di quelli che ci metteva anima in quello che faceva, anche io, per cui lo capivo benissimo, e il fatto di non essere apprezzato o che nulla gli veniva riconosciuto lo minava dall'interno, parlava di questa ragazza come un mondo conquistato dopo tanto e che lui aveva contribuito a costruire, un luogo dove trovare rifugio, benessere, qualcosa di enorme, che lo avvolgesse e in cui perdersi, con le sue piccole e uniche caratteristiche. Per lui ero così, con altre diverse piccole e uniche caratteristiche: realmente eravamo dei mondi, dei piccoli pianeti, ognuno differente dall'altro, compresi appieno ciò che voleva dire. Tuttavia, la frase mi colpì perché dolorosa, mi immaginai nella mente un piccolo astronauta, che pur avendo scoperto un pianeta bellissimo per lui, decise di scoprirne un altro e focalizzarsi su questo, considerando il primo solo quando aveva voglia. Pertanto, presa un attimo dall'impulsività, gli risposi "un pianeta che però hai frequentato a intermittenza", lo avevo beccato. Sembrava realmente dispiaciuto della scelta che aveva fatto ma il secondo mondo, a quanto disse, era per lui l'unico che all'epoca poteva frequentare. Effettivamente anche io ero spesso sfuggente, lato che alla lunga poteva dare fastidio, scambiandolo per volontà di non ricambiare i suoi sentimenti. Continuavo a guardarlo negli occhi, quella sera c'è stata un'intimità che in 10 anni non si era mai creata. Mi disse che avrebbe tanto voluto stare con me così da tempo e che non si era mai creata l'occasione, ma che se quell'attesa fosse stata necessaria per provare quello che provava in quel momento, ne valeva la pena. "Sto bene" -disse guardandomi negli occhi- "sto proprio bene, con te così, non ho mai guardato nei tuoi occhi così a lungo e tu non hai mai guardato così i miei, tutto questo mi rende colmo di benessere". Era vero, c'era una strana magia che rendeva diversi i nostri sguardi quella sera, io sentivo la sua gioia, la sua sincerità e il suo reale senso di benessere nello stare così.
Tutto ciò mi aveva inebriato: le sue parole, i suoi occhi, un suo sorriso sincero che non avevo mai visto prima, lo stare vicini, le carezze, il suo entusiasmo nel parlare dei suoi sentimenti verso me, tutto. Mi persi anche io nel suo entusiasmo, mi feci prendere, i miei pensieri legati ai suoi e non mi accorsi che era a un millimetro da me che cercava di baciarmi. Non me la sentivo di baciarlo, ma era lì e un po' di desiderio c'era, comunque realizzai quello che stava accadendo realmente solo quando le sue labbra erano già sulle mie e di colpo andai via. Quello che ne risultò fu un mezzo bacio a stampo, storto, con uno schiocco a vuoto, orribile, perché subito mi allontanai, mi tolsi il piumone di dosso e, messe le scarpe e il cappotto, corsi via, lasciandolo lì, solo nel letto.
Continua
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der-papero · 7 months
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Quando mando a fare in culo una persona e la caccio dalla mia vita (succede rarissimamente, devi veramente tirarmi la pelle da dosso per portarmi ad un punto simile, e, cosa curiosa, appartengono tutte ad una specifica regione dell'Italia), passo fisiologicamente del tempo a chiedermi se io non abbia esagerato, se magari si poteva trovare un modo diverso per fare un percorso insieme, insomma, ci siamo capiti, tiro un po' di somme per capire come posso evitare che questa cosa accada anche con altri.
Poi rivedi questa stessa persona dopo tanto tempo comportarsi ancora di merda con chi le sta attorno e pensi
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tiaspettoaltrove · 28 days
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La bellezza femminile è oggettivamente di livello superiore. Punto.
Bisogna dirlo a gran voce, perché la verità va urlata: parlando meramente di bellezza fisica ed estetica, il confronto tra donne e uomini è impietoso. Non c’è proprio gara. È un fatto, dai, non possiamo nasconderci dietro un dito. La bellezza femminile è superiore, universale, unica. Non ce n’è. Le persone intelligenti lo ammettono, le altre utilizzano congiunzioni per cercare di giustificarsi (“ma…”, “però…”). No, nessun però, è così e basta. Qualcuno potrebbe lanciare la provocazione, molto al limite: “Quindi le donne, anche quelle etero, sono tutte potenzialmente lesbiche?”. No, non è così semplice. Un conto è l’amore per la bellezza, un altro sono i gusti sessuali. Riconoscere la beltà di una creatura (o semplicemente di una parte del suo corpo), non significa necessariamente avere il desiderio di approcciare sessualmente ad essa. Sarebbe una soluzione banale, fuorviante, e non sempre corrispondente al vero. Io penso semplicemente che una ragazza veda la bellezza delle sue omologhe così come si può mirare a un bellissimo bosco, al mare, a un’opera d’arte. E sì, certe femmine possono attirare lo stesso livello di attenzione. Ma se io, da maschio etero, posso avere il desiderio di accarezzarle quelle gambe, o di sfiorarla quella vagina, per una ragazza anch’essa etero tutto ciò non è certamente legge. Ci sono troppe dinamiche che intercorrono, nel mezzo. Dipende dall’umore, dalla sensazione specifica che quella persona scaturisce, e anche dalla “temperatura corporea”. In senso assoluto, ritengo che quando si tratta della bellezza femminile, nessuno possa davvero sentirsi al sicuro. Né che si tratti di uomini, né di donne. Si possono raggiungere vette così alte, tali per cui tutto diviene realmente possibile. A esserne colpito per primo, e inevitabilmente, è certamente lo sguardo. Lì non si scappa. Se ti capita a tiro il bellissimo fondoschiena di una giovane ragazza, magari parzialmente o totalmente scoperto, come fai a non guardarlo? Qui entriamo nell’ambito dell’impossibilità di passare oltre. Ed è qui che bisogna interrogarsi con se stesse, in modo assolutamente sincero, per capire dove nasce e muore quell’ammirazione. Per comprendere che non esiste solo il sesso (affatto!), ma anche e soprattutto la bellezza in senso pieno, assoluto, invitante. M’immagino un mondo in cui il secondo fine non esista, o quantomeno non sia dato per scontato. Un mondo in cui in spiaggia una ragazza possa andare da un’altra e dirle semplicemente: “Hai un fondoschiena pazzesco, complimenti. Lo sto guardando da un po’”. Senza che si pensi niente, senza che si faccia niente. Una risata, un ringraziamento, e basta. Solo sincerità, solo ammirazione. Gli epiloghi lasciamoli solo alle fantasie, senza scollarsi troppo dalla realtà. Però ecco, mi spiace uomini ma in questo senso non esistete proprio. Vi salva in parte solo il pene (e solo quando è particolarmente bello), ma in tutti gli altri casi le ragazze vincono a mani basse. Fatevene una ragione, accettate la verità.
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unbiviosicuro · 2 months
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trovo molto interessante come in un appartamento condiviso tra più persone ci sia sempre l'odore di una persona specifica che prevale sugli altri quando entri. mi chiedo se in una famiglia accada comunque lo stesso o se si crei un odore unico e se sì quando accade e quand'è che gli odori dei miei genitori si sono mescolati, se si sono mescolati? io e mia sorella abbiamo lo stesso odore? il nostro odore sta cambiando ora che viviamo in altri e diversi appartamenti condivisi? e se in realtà per le altre persone fosse il mio l'odore prevalentemente? e com'è? e dopo quanto tempo ce ne si accorge che l'odore della casa appartiene a una persona specifica? quanta e quale livello di prossimità è necessario per accorgersene?
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aliceisinchains · 1 year
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ho questa sensazione di voler abbracciare una persona specifica ed essere stretta
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andreamikaudios · 10 months
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HA ATTRATTO LA SUA PERSONA SPECIFICA IN 5 GIORNI! Usa 5x55 e Manifesta
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volevostareconte · 1 year
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La fine di un amore è il lutto per qualcuno che, di fatto, non sarà più: tu.
Tu non sarai mai più la persona che eri, quando stavi in quella relazione.
Ciò che senti é dolore e vuoto. Anche se immaginavi potesse accadere, anche se è accaduto per difendervi entrambi, perdi te stesso, perdi te stessa.
E dove sei ora?
Mentre ti dici per mezza giornata che quella persona era la migliore tra chiunque, e l’altra metà la sminuisci per farne a meno, quella era la relazione nella quale tu potevi essere quella specifica versione di te.
Ti restano cicatrici, col tempo, dei vetri nei quali il tuo cuore senti si sia dissolto, e sarai altre mille versioni di te. Pur sapendo che l'amore è stato senza speranza, se potessi, vorresti tornare indietro e guarirlo, poiché hai dimenticato.
Hai dimenticato che quella versione di te non l’hai mai vista riflessa nello specchio, perché con te non c’entra nulla: era un bel vestito che mettevi in mostra per non far vedere chi sei, o – dicevi – nessuno ti avrebbe amato.
E quanto male ti fa il fatto che quel vestito della festa non sia stato amato, nemmeno lui.
C’è tutto il mondo fuori che aspetta chi sei, chi sei davvero: unica veste che non ti farà mai del male indossare.
Perché se non si può amare chi sei, allora no, non si può amare.
Te lo prometto.
Maria Beatrice Alonzi
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kon-igi · 7 months
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Oh possente latore di konoscenza, ho una domanda.
Il mio percorso di indagine medica è lungi dall'essere vicino a una conclusione, l'equipe medica ha ritrattato la diagnosi di sclerosi multipla e si accingono a inoltrare i dati a una clinica che studia le malattie rare. Nel frattempo, per aiutarmi, vogliono sottopormi a una terapia immunosoppressiva (visto che in fase acuta aveva portato benefici).
Quello che mi chiedo, da persona ignorante, è se vaccinarmi contro influenza e covid abbia una qualche efficacia, se non proprio se abbia senso o meno.
Probabilmente la risposta è ovvia ma ultimamente il ragionamento logico non riesco ad applicarlo a me stesso.
Non così ovvia, purtroppo.
Ribadendo un concetto che giustamente sfugge a chi crede che il sistema immunitario siano solo i ciccio-poliziotti bianchi di 'Siamo Fatti Così - Esplorando il corpo umano'
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(In realtà è più una roba tipo questa di Cell at Work!)
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Non è che se prendi farmaci immunosoppressori automaticamente ti becchi ogni canchero che c'è in giro.
D'altro canto, però, non è detto che l'equipe che ti ha in carico salti di gioia a pensare che il tuo organismo entri in contatto con una sostanza immunostimolante specifica (il vaccino) proprio quando sta cercando di indurti farmacologicamente una condizione contraria cioè tenere a bada il tuo sistema immunitario che per cazzi suoi ha deciso che il suo peggiore nemico era la guaina mielinica dei tuoi nervi.
O magari, proprio al contrario, l'equipe ti cazzia perché ti devi vaccinare il prima possibile.
Dipende... e, ovviamente, dipende dalla loro preziosa valutazione in scienza, coscienza e diligenza.
Un abbraccio ed esigo aggiornamenti dettagliati su telegram :)
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ilblogdellestorie · 1 year
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Scarlett Johansson ha rivelato perché non sarà mai sui social. Ospite del podcast The Skinny Confidential Him & Her, la diva 38enne ha spiegato i motivi per cui è sempre stata lontana dalle varie piattaforme.
«Sono una persona troppo fragile per stare sui social», ha ammesso. «Non posso. Il mio ego è troppo fragile, la mia testa è troppo fragile. Sono come un fiore delicato».
Poche volte le è capitato di osservare quello che accade sui social, l’ultima è stata attraverso l’account di una persona che lavora nella sua società: «Ho realizzato che da 20 minuti minuti stavo guardando il profilo Instagram di uno sconosciuto, una persona che lavorava con un mio amico. Ora so cha ha un pitbull, due figlie e che vive a Burbank. Ho pensato: perché? Ho appena sprecato 17 minuti del mio tempo. E in più mi sentivo come se dovessi trasferirmi in California, prendere un cane di quella razza specifica e cambiare la mia vita per farla diventare come la sua: tutto questo mi faceva sentire malissimo», conclude a proposito dell’effetto emulazione a cui spesso i social costringono.
«Mi sentivo come una bambina di tre anni davanti al telefono della mamma, completamente assorbita da quello che vedeva sullo schermo», aggiunge l’attrice. «È per questo che non posso stare su nessun social».
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der-papero · 8 months
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Me l'avete chiesto in diversi, e approfitto dell'ultima domanda di @cambiamentilenti per specificare meglio cosa accadrà a Gennaio.
SAP dà la possibilità ad ogni dipendente di fare un periodo variabile, da 1 mese ad 1 anno (per la stragrande maggioranza dei casi, da 3 a 6 mesi), in un dipartimento a propria scelta. Il manager non si può opporre a questa scelta, al più può chiedervi di concordare una data specifica di partenza. Scegliete voi dove andare, anche perché il costo dello stipendio, inclusa tutta la parte HR, rimane a carico del proprio capo, diciamo che io costo zero alla persona presso la quale lavorerò, e lavorerò solo per questa persona, mentre il mio attuale dipartimento ne sostiene i costi, quindi chi vi assume deve solo occuparsi che tecnicamente siate validi (per evitare ovviamente di portarsi in casa uno che fa perdere tempo), ma poi non caccia una lira.
Quindi a Gennaio cambio proprio lavoro, non sono più tenuto a presentarmi nel mio vecchio ufficio, a rispondere alle mie attuali email, a partecipare a meeting, per 3 mesi (che potrebbero anche estendersi) sparisco e mi occupo d'altro.
Se poi le cose dovessero piacere ad entrambi, si può trasformare in un vero e proprio cambio di casacca, però poi lì c'è tutta la procedura formale di dimissioni da un lato e assunzione dall'altro, ma comunque resto all'interno della stessa azienda.
Cambierò edificio, colleghi, e soprattutto aria.
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susieporta · 20 days
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"I caratteri centrati sul PENSIERO ... sono una tipologia in cui il bisogno centrale è quello di stare a distanza di sicurezza dall'oggetto d'amore, di dipendere il meno possibile, per non cadere in situazioni emotivamente troppo acute per poterle gestire...
Il tipo di attenzione che richiedono nei rapporti con figure parentali non è quello passionale ma piuttosto un'attenzione a distanza che veda e confermi la loro esistenza.
... i caratteri centrati sull'AZIONE tendono a concepire la vita come un'azione continua: tutto si risolve in un qualche tipo di fare (o di non fare) e si evitano le paludi che pensiero e sentimento potrebbero provocare. L'azione produce potere, da quello militare a quello assistenziale, e i caratteri centrati sull'azione sono inevitabilmente legati al tema del potere...
Il tipo di attenzione che questi caratteri richiedono è quella da compagni (di avventure): l'interlocutore è preferibilmente qualcuno con cui 'fare' insieme.
... i caratteri centrati sul SENTIMENTO vedono l'amore dell'altro come la cosa essenziale (ecco, sto dicendo questo e quest'altro: ma in sostanza, vuol dire che mi vuole bene o no?).
Il tipo di attenzione che richiedono è quello che si ha verso l'oggetto d'amore. Tendono a valorizzare moltissimo l'amore dell'altro, come se l'altro fosse una persona speciale, dotata di un potere speciale (l'amore appunto) capace di riempire loro la vita...
Queste differenziazioni provengono dall'osservazione diretta degli esseri umani, e da un punto di vista rigorosamente epistemologico possono riuscire difficilmente dimostrabili: la conoscenza empirica ha d'altra parte la sua specifica attendibilità e come tale può essere presa in considerazione."
Paolo Quattrini: fenomenologia dell'esperienza, Milano, 2007, pp. 248-9
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