Tumgik
#natura sei così bella
sofysta · 2 months
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riseofamoonycake · 9 months
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NOTE: The language of the story is ITALIAN!
Bene, che soddisfazione poter scrivere nella mia lingua madre di Shiva *^* Grazie per la richiesta, spero che questa one shot sia di tuo gradimento!
Su Ali di Farfalla
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🦋 Coppia: Shiva x Dea delle Farfalle
🦋Avvertimenti: menzione di nudità
🦋
Sei brava a nasconderti, anche se non lo fai apposta: è nella tua natura. Scivolare via veloce, cercare di passare inosservata e osservare il mondo da dietro le tue ali, al sicuro, è qualcosa che hai sempre adorato fare; forse perché non hai mai ritenuto di essere una creatura degna di attenzione, né speciale né abile in qualcosa di straordinario, e quindi non vedi in te una fondamentale importanza… forse perché raramente ti sei veramente approcciata alla realtà che ti circonda, e un po’ la temi anche, quindi preferisci guardarla senza farne parte, certa di non cadere nelle sue trappole.
Eppure, lui ti ha presa al laccio senza che tu neppure te ne accorgessi.
Sei bella, sebbene le tue paure ti frenino sempre su questo punto: forse non come Afrodite ― ma chi lo è, in fondo? Chi può gareggiare con lei? ―, ma possiedi la tua particolare luce e attrattiva che ogni superficie d’acqua ama riflettere, anche se spesso non lo vedi. Credi che questa si manifesti specialmente nella tua completa forma di farfalla; per questo ami assumerla tanto spesso e sentire il vento scorrere sul tuo piccolo corpo mentre vi corri in mezzo, completamente libera da ogni pensiero.
Eppure, nei suoi occhi rifulgi come un’intera costellazione.
Non hai mai desiderato essere toccata, men che meno da una divinità più importante di te: lo sai bene che cosa spesso succede quando un’entità dagli immensi poteri mette gli occhi su qualcuno di più debole, e il solo pensiero ti fa fremere le ali di paura e disgusto.
Eppure, con lui non sei proprio riuscita a trattenerti; e sei stata tu a iniziare.
Una piccola carezza sul collo: ciò è bastato ad attirare la sua attenzione in una giornata come tante, mentre vagavi per gli infiniti prati nella tua forma animale e la figura del Grande Shiva è comparsa davanti a te all’improvviso, nonostante fosse perfettamente ferma a riposare sotto un albero. Delicata e discreta, ti sei posata sui tatuaggi del Signore della Distruzione come rapita da un incantesimo, sfiorandoli leggermente con le ali mentre zampettavi lentamente sulla pelle e non riuscivi a staccarti da quel colore vivido e tanto attraente, dal profumo di gelsomino emanato da quella carne calda come il respiro di un vulcano; e quando sei volata via, finalmente libera dalla strana malia che ti ha intrappolata per un lungo istante, tutti gli occhi di Shiva erano spalancati e ti stavano fissando, studiandoti con attenzione. Quello che è successo dopo, per tanto tempo hai cercato di dimenticarlo: d’altronde, perdere il controllo su te stessa e apparire completamente nuda davanti a una divinità del suo calibro non è propriamente qualcosa di cui vantarsi… anche se lui è stato così gentile da voltare subito il viso e lasciarti correre via in pace, avvolta nella vergogna e nell’imbarazzo.
E ora?
Se la prima volta è stato un incidente, la seconda ha assunto la forma di una condanna: perché non c’è altro modo per spiegare l’attrazione per i suoi colori, per il suo profumo, che ti ha spinta nuovamente da lui.
Shiva ti ha guardata arrivare con calma, riconoscendoti immediatamente e tendendo una mano per permetterti di posarti; e quando lo hai fatto, l’ha chiusa appena perché tutte le dita accarezzassero le tue morbide ali, ma senza stringere abbastanza da impedirti la fuga. Non ricordi più le parole che ti ha mormorato, tanto era il tuo imbarazzo; ma come lui ha ridacchiato gentilmente non appena sei scappata, quello è rimasto impresso a fuoco nella tua mente… anche se non è una memoria così brutta.
E ora?
“Tu mi ricordi tempi lontani.”
Le mani di Shiva sono calde, delicate e rispettose mentre ti accarezzano i capelli e il viso, e si soffermano sulle tue ali. Non riesci ancora a realizzare ciò che sta succedendo, e per questo fissi stupita e confusa quel dio così grande, così importante, tutto intento a ricoprirti di attenzioni. La terza volta è questa, ed è iniziata al tramonto, quando è stato lui a trovarti e venirti incontro.
Come sempre, hai cercato di scappare; ma Shiva è stato più veloce e ti ha trattenuta per un polso, tuttavia senza farti male, tirandoti lentamente verso di sé. E da quando ti ha stretto tra le proprie braccia, tutte e quattro, non sei stata più capace di andartene.
“Sì, hai davvero lo stesso profumo del nostro villaggio. Se solo lui potesse conoscerti…”
Quante volte hai sentito dire che il Signore della Distruzione non ha pietà, che pensa solo a sé stesso e al proprio orgoglio? Eppure, se potessero vederlo ora, così come lo stai guardando tu… se solo tutti venissero toccati come lui sta facendo ora, forse si proverebbe meno dolore, anche fosse solo per un istante. Anche se questo, di attimo, è solamente per te.
“Il Sommo Shiva non dovrebbe perdere tempo con me…”, tenti di replicare; ma lui ti mette una mano sulla bocca, e tu comprendi che, in verità, è sempre stato lui a chiamarti. “Credo che invece sia tutto perfetto”, mormora mentre ti sfiora nuovamente le ali, per poi baciarle piano.
Tu arrossisci violentemente, tutto il corpo scosso da brividi; e a quel punto Shiva ti abbraccia con forza mentre ride, questa volta affondando il viso tra i tuoi capelli. Qualunque memoria tu abbia risvegliato in lui, è così bella da renderlo felice; e l’adorazione che prova nei tuoi confronti ti scalda il cuore, e ti fa credere che, dopotutto, anche tu sei qui per valere, fosse solo per lui.
Forse… forse non scapperai mai più, se questo è quanto riceverai.
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maarydel · 4 months
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Ho idealizzato tutto. La verità è semplicemente questa, eppure non l'avevo mai capito così a fondo come lo sto capendo in questo momento.
Quella visione di te che avevo, quella testarda idea che mi ero fatta di te, era tutto falso, stupido, sbagliato. Avevo bisogno di sentirmi amata e avevo accettato di tutto pur di poterlo essere, anche il fatto che a te, di me, non importasse nulla. Avevo decifrato il tuo comportamento come essere freddo e distaccato per tua natura, ma la verità è semplicemente e irremidiabilmente che tu di una come me non te ne farai mai nulla.
Ed è triste pensarci adesso, pensare a quanti mesi inutili ho speso a piangere per una persona che non sei neanche davvero tu, per una persona che forse ho creato nella mia testa, aggrappandomi con tutte le mie forze a qualle poche parole dolci che di tanto in tanto, forse per convenienza o circostanza, mi rivolgevi. Ora ho capito che tu non ti comporti semplicemente da brutta persona, tu lo sei sul serio. E rimpiango ogni singola lacrima versata, tutte le volte che ti ho detto che mi sei mancato, ogni bella perola spesa per descriverti ai miei amici. Io e te potevamo davvero essere tutto, ma questo solo nella mia testa. Non sono una persona che porta rancore, e forse questo l'hai ben capito in questi mesi, ma il dolore che ho provato è stato così forte, intenso e costante, che non posso far a meno di augurarti tutto il male che mi hai fatto soffrire e anche di più.
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La psicoanalisi ha smascherato le credenze umane nei confronti degli idoli e degli ideali di ogni specie. Sotto la sua onda d’urto anche i sentimenti più altruistici e solidaristici si sono rivelati solo povere maschere che ricoprivano l’avidità originaria della pulsione. Al fondo della natura umana non si incontrano buoni sentimenti, ma solo una spinta pulsionale che afferma sé stessa. All’origine della vita – come sosteneva già Hobbes – non c’è l’amore ma la guerra di tutti contro tutti. E se allora l’amore, di cui la retorica di ogni tempo si è riempita la bocca, non fosse che una impostura? Se l’essere umano al suo fondo volesse solo potenziare il proprio Ego, se la natura stessa dell’inconscio fosse profondamente criminogena, se la pulsione avesse di mira solo il suo proprio soddisfacimento, come spiega Freud, come potrebbe mai esistere un amore altruistico? Un atto di donazione di sé stessi verso l’Altro capace di prescindere dal narcisismo? Come può esistere un amore che non sia solo rivolto a noi stessi?
L’odio è più antico e originario dell’amore, scriveva Freud. È sotto i nostri occhi una escalation individuale e collettiva dell’incultura dell’odio, dell’anti-amore, del rifiuto, della segregazione, del respingimento dell’Altro in qualunque forma esso appaia. L’odio è una risposta difensiva finalizzata a salvaguardare la vita in pericolo, esposta, come direbbe sempre Freud, alla natura straniera e ostile del mondo. Se dimenticassimo questa verità ridurremmo l’amore ad una marmellata di buoni sentimenti o, più precisamente, per usare una categoria della psicoanalisi, ad una rimozione dell’odio. Ma proprio perché il primo movimento dell’uomo, il più originario, è quello della chiusura, dell’arroccamento e della paura nei confronti del mondo “straniero e ostile”, la possibilità dell’amore non può prescindere da questo carattere primario e dominante dell’odio. Ecco perché siamo così colpiti dai gesti di amore altruistico. Ci stupiamo forse sempre meno dell’orrore – che non ha limiti – e sempre di più dei gesti di amore e di solidarietà. Nondimeno è evidente, non solo agli psicoanalisti, che anche dove c’è amore serpeggia sempre una ambivalenza affettiva: io ti amo, ma poiché tu hai introdotto in me il seme della mancanza – poiché tu mi manchi proprio perché ti amo –, tu mi fai paura, io non mi posso fidare di te, tu sei pericolosa per la mia identità, ergo, ti odio.
L’amore è una vera alternativa all’odio solo quando sa assumere con slancio la dimensione della mancanza che l’esperienza dell’amore apre in noi. Si tratta di un movimento contro-natura: amo chi mi rende mancante. Come è possibile? La condizione dell’amore è quella di stabilire un rapporto di amicizia con la propria mancanza. Solo se si accoglie la nostra mancanza si può amare, ovvero sentire la mancanza di chi amiamo. Eppure ci sono amori che finiscono nell’odio e nella distruzione. Molto spesso sono gli amori più idealizzati, amori che hanno escluso l’insopportabile amando solo la bella immagine dell’Altro e non il suo fondo più insopportabile. Poi accade fatalmente che, in un momento o nell’altro, l’insopportabile faccia inaspettatamente irruzione e tutto frana, cade, si dissolve e di quell’amore non resta più nulla. Gli amori che finiscono nell’odio sono quelli che hanno cancellato l’insopportabile, che hanno amato solo l’immagine ideale dell’Altro, ovvero l’immagine che corrisponda alla nostre attese. Per questo Lacan diceva che un amore degno di questo nome sa amare tutto dell’Altro, dunque anche la sua parte più insopportabile. È un insegnamento che travalica il piano della vita amorosa e che investe ogni forma di legame umano: l’odio subentra all’amore quando l’idealizzazione lascia il posto alla delusione e questo accade tanto più facilmente quando l’infatuazione per l’Altro vorrebbe ricoprire i suoi limiti. Diversamente gli amori che durano sono gli amori che sanno condividere l’insopportabile, ovvero ciò che è veramente impossibile condividere.
Si dovrebbe allora aggiungere che se l’amore è amore non di qualcosa dell’Altro, ma di “tutto”, nulla
consentirà mai agli amanti di fare o di essere un tutto, di coincidere l’uno con l’altro. Ciascuno sarà infatti
confinato al non-tutto come verità ineliminabile di ogni rapporto. Il mito platonico dell’androgino non dice la verità sull’amore: ricostruire l’intero non può mai essere la meta dell’amore. Piuttosto quando amiamo facciamo esperienza di perdere l’intero, di conoscere la nostra insufficienza e la nostra vulnerabilità. L’amore da questo punto di vista non ricompone la sfera, non sana la ferita ma la apre perché ci costringe a incontrare la mancanza.
Ma se non possiamo aspirare a una totalità – è quello che accade invece nei regimi totalitari dove la massa ama e si sente amata dal suo leader, sentendosi un “tutto” – allora l’amore può essere una vera alternativa all’odio e non solo la sua fatale prosecuzione. L’amore scade nell’odio solo quando apre la ferita che avrebbe dovuto illusoriamente chiudere, ma se l’amore, invece, è la ferita, se è l’esperienza della mancanza, non è nel ritrovamento dell’intero, ma nella sua perdita che esso può realizzarsi. L’amore diventa così un grande antidoto ad ogni forma di odio, perché ci rende possibile fare amicizia con la nostra mancanza.
Il punto è che Freud non coglie la verità più profonda del messaggio cristiano. Egli riduce l’amore per il
prossimo ad una contraddizione insanabile: perché dovrei amare lo sconosciuto? Lo straniero? O, addirittura, chi non sopporto? E come dargli torto? Ma il limite del suo ragionamento consiste nel non intendere che il “prossimo” – come spiegherà invece Lacan – è innanzitutto la parte più dissonante di me stesso. L’amore suppone sempre l’accettazione di questo “prossimo interno”, di questo insopportabile che porto dentro di me. Allora colui a cui dichiaro il mio amore non è più la rappresentazione ideale di me stesso, lo specchio narcisistico che rende amabile la mia stessa immagine, ma diviene l’incontro con ciò che non intendo, che non posso avere e che non sono. La non coincidenza è, infatti, il senso più profondo di ogni legame d’amore. Per questo non c’è amore senza libertà, senza rispetto per la libertà dell’Altro. E per questo la violenza non fa parte dell’amore ma è la sua profanazione più estrema. Ogni amore ci espone al rischio di perdere una parte di noi stessi più che – come pensava Platone – di ritrovarla. Ma questo rischio comporta una gioia ineguagliabile che rende l’amore il più potente anti-depressivo in circolazione: esso introduce, infatti, una pausa, una tregua nel dolore infinito del mondo. Un nascondiglio? Un riparo? Una tana? Quando facciamo esperienza dell’amore facciamo esperienza di una interruzione nell’orrore insensato che accompagna l’esistenza. La mia esistenza, una volta amata, non è più alla deriva, non è più “di troppo”, ma si trova, come direbbe Sartre, voluta sin nei suoi minimi dettagli, “chiamata”, “attesa”, “salvata”. È tantissimo.
Massimo Recalcati
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lestreghedifenix · 1 year
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ANDROMEDA - VANITÀ E VIRTÙ
Nella mitologia greca Andromeda è figlia di Cassiopea e di Cefeo, sovrani d'Etiopia. Sua madre sosteneva di essere più bella delle Nereidi. Le ninfe marine chiesero a Poseidone, il dio del mare, di darle una lezione per la sua vanità.
Poseidone mandò un mostro terribile a razziare le coste del regno. Cefeo si rivolse all'Oracolo di Ammone che indicò come soluzione il sacrificio della sua figlia vergine.
Per espiare la colpa della madre Andromeda fu così incatenata a una rupe in balia dalle onde
Reduce dalla sconfitta di Medusa era lì di passaggio Perseo. Ovidio nelle Metamorfosi narra che in un primo momento l'eroe scambiò Andromeda per una statua di marmo. Il vento che le scompigliava i capelli e le calde lacrime che le scorrevano sulle guance gli rivelarono la sua natura umana.
Perseo chiese il suo nome e i motivi della sua punizione ma Andromeda per timidezza non rispose. Molto diversa da sua madre avrebbe infatti preferito, per modestia, nascondere il viso tra le mani se non fossero state incatenate alla roccia.
Nel timore che restando in silenzio sarebbe stata considerata colpevole iniziò poi a raccontare la sua storia ma si interruppe gridando dal terrore mentre il mostro avanzava verso di lei.
Perseo chiese ai genitori la mano della ragazza per poi affrontare e uccidere il mostro con la sua spada. Finalmente libera Andromeda fu felice di sposarlo.
Nel tempo i due ebbero sei figli tra cui Perse, progenitore dei persiani e Gorfone, madre di Tindaro e Icario, entrambi re di Sparta.
Le streghe di Fenix ©️ vietato riprodurre o esportare senza citarne la fonte ®️ lestreghedifenix
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itsunusualstuff · 1 year
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“Penso che allontanarsi non sia una cosa che consideri quando prendi determinate decisioni.
Ed è terribile sapersi qui ma distanti.
Non è una giustificazione, è il corso delle cose e io ho sempre odiato “le rotture”.
Avrei voglia di spiegazioni logiche e (stranamente) razionali, non a caso ho scelto di fare questo lavoro perché per me c è una spiegazione a tutto ma più che cresco e più che mi rendo conto che non è così, che a volte bisogna fare pace con l’inconoscibile .
La logica non dimostra perché quando uno ha tutto quello che servirebbe per stare bene ed essere felice, non per forza lo è.
Come non dimostra perché non sia scattata la scintilla e non ci siamo innamorati (?)
Navigo con la testa in questa solitudine che in questa città mi attanaglia, nel vedere voi che avete una spalla fidata su cui piangere e sentirvi uniti, va che mi sento felice per voi ma ancora più sola.
Uno dei motivi che mi ha spinto a fare questa scelta è che ho voglia di cose autentiche, dove si ride e si piange, ci amiamo e ci odiamo, e viene fuori la natura e L’intimità di quello che siamo.
Gli ultimi momenti con te in questi due giorni paradossalmente mi hanno avvicinata a te più dei giorni passati in Sicilia perché sono stati autentici, ed è questo quello che cerco.
Sei una bella persona e ora sono riuscita a capire la tua emotività più di prima, ti stimo perché ti sei fatto da solo e hai le palle in silienzio, odio che tu sia sempre così precisino e con qualcosa da dire di fottutamente razionale, ma mi piace che vuoi tenere testa al mondo senza far vedere quando ti butti giù. Avrei da dirti molto su come sei ai miei occhi, ma facciamo che rimane mio nel ricordo che mi portò dietro di te.
Hai fatto parte di un cambiamento importante della mia vita e finché uno non ci riflette le cose sembrano scontate e passano come passa una sigaretta dopo tre minuti che L’hai accesa.
E io non voglio che siano così, e ti riconosco la tua importanza, mi hai fatto sentire a casa sin da subito, grazie alla tua accoglienza, ai tuoi amici e molto altro.
Queste sono le ultime cose che volevo dirti, in modo confusionario, prima di chiudere il discorso e non aprirlo più.
Un bacio grande bimbo, mi hai lasciato il segno,e banalmente,solo quando le cose non ci sono, si sente che mancano.”
//
M.
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salvo-love · 1 year
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Dai un'occhiata
Perchè l'area del dissenso tace sulla Grande Sostituzione etnica degli europei?
Ritorniamo sulle mancanze del cosiddetto mondo del dissenso, che qualcuno osanna a tal punto da volerlo federare, realizzando con tale apparentamento una ovvia diluzione dei contenuti già scarni in partenza. Mediocrità sempre presenti quando si cerca di fondere artificialmente ed a tutti i costi anime profondamente diverse, se mai di anime in questo caso si possa parlare.
Torniamo sull'argomento ponendo l'accento su una mancanza che dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che tale mondo non solo non è in dissenso, ma è funzionale al Sistema, operando una opposizione di facciata che mai tocca i punti nevralgici e più significativi dello stesso, e quindi, di fatto, finisce per legittimarlo.
E' funzionale ad esso quando rimane nel solco della “più bella del mondo” elevata a nuovo culto, ad esempio, o quando criminalizza, senza avere neanche le conoscenze storiografiche di base, i tratti condivisibili e fruibili delle uniche opposizioni storiche al mondo capitalista, emersi dalle esperienze novecentesche, rimanendo nel comodo solco dell' “antifascismo in assenza di fascismo”.
I vari Pennetta, Grimaldi, Fracassi, Scardovelli insegnano...
La mancanza più significativa, alla quale ci riferiamo, è quella del tema fondamentale della sostituzione etnica degli europei e degli italiani. Non c'è stata, durante l'ultima campagna elettorale, nessuna trattazione di tale aspetto da parte dei cosiddetti partiti antisistema. Se alcune riflessioni sono emerse, flebilmente, si sono mosse esclusivamente sul piano economico, sottolineando come l'invasione che subiamo, che non è semplicemente immigrazione irregolare ma inevitabile, non sia altro che l'effetto della volontà di realizzare una concorrenza salariale, una esigenza del capitale industriale, consistente nel ridurre il costo della manodopera.
Si tratta della superficiale interpretazione marxista-marcusiana del tema “esercito proletario di riserva”, nella riedizione semplificata rizziana e fusariana.
Noi lo sappiamo, e lo diciamo da decenni, che tale impostazione, marxiana o marxista, nasce già nel 1848 come l'altra faccia della medaglia del mammonismo.
Nessuno rileva come invece il tratto fondamentale di tale invasionismo sia parte di una visione del mondo che insiste sulla realizzazione di una civiltà globale, nella quale i confini, le identità, le differenze, di qualsiasi natura essi siano, sono il male a priori.
Tutti fanno finta che il multiculturalismo ed il mescolamento etnico, che porteranno velocemente alla scomparsa fisica e culturale degli europei, non abbiano una chiara matrice ideologica che sopravanza l'aspetto meramente economico. Essi parlano come se tale analisi non fosse invece stata da anni compiuta, attraverso l'esame della vicenda Kalergi in relazione alla nascita della Unione Europea, e che essa rimane ad oggi inconfutata in ogni suo aspetto, corroborata da evidenze storiche, nuovi documenti e continue e quotidiane conferme “sul campo”, come risulta evidente agli occhi di tutti.
L'ultima vicenda del tragico naufragio dell'ennesimo barcone, con le sue interpretazioni mediatiche, così come la condotta e le dichiarazioni di questo governo, che pure aveva fatto del “blocco degli sbarchi” un suo cavallo di battaglia elettorale, mettono a nudo come questo elemento essenziale sia taciuto. Come si può criticare la UE senza tener conto che all'origine di essa l'aspetto della cancellazione delle identità nazionali dell'Europa fu uno dei moventi principali della sua creazione? Come si può criticare questo o quell'aspetto dell'assalto all'Italia, senza tener conto che tra un paio di generazioni l'Italia non ci sarà più? Solo tra una trentina d'anni, quindi quando i nostri figli saranno nel fiore della loro vita, gli italiani saranno minoranza a casa loro, costretti in una società multietnica senza memoria, nella quale il bello e il sacro per come li conosciamo saranno cancellati, da una parte dall'invasione fisica di individui che nulla hanno a che fare con detta storia e detta memoria, dall'altra dall'azione incessante di tipo masochistico di politici compiacenti, dei quali la Schlein è la portabandiera, la Meloni la finta oppositrice, e la "cancel culture" la punta dell'iceberg.
Ma si tratta davvero di masochismo? Noi siamo convinti che invece si tratti di comprensibile volontà di potenza da parte di una minoranza, di una oligarchie tecno-finanziaria che evidentemente con un mondo fatto di terra, lingua e storia patrie non ha alcun legame e che, anzi, da sempre combatte tale mondo come elemento di disturbo per propri progetti egemonici.
E' tutto nero su bianco: questi signori hanno dichiarato esplicitamente, da un secolo, i loro intenti, e li hanno articolati all'interno della agenda mondialista che prevede il meticciamento globale (il nostro) come bene supremo. UE, Onu, Nato, Oms, e con esse ogni sorta di massoneria e consorteria collegate, si stanno applicando nella realizzazione di questo obiettivo che, lo ripetiamo, non è di natura prevalentemente economica.
Allora, se ne deduce che ogni formazione politica, comprese quelle del sedicente dissenso, che non ponga la questione dell'invasione e della sostituzione etnica al centro del proprio discorso politico, vi sta raggirando.
Chi vi nasconde il fatto, lapalissiano, che prima di portare beneficio al grande capitale, questa immigrazione porta nocumento al tessuto produttivo e sociale, è tonto o in malafede. Non ci saranno più diritti da difendere, non ci sarà più alcuna critica politica da fare, quando gli italiani e gli europei saranno fisicamente sostituiti.
E sia chiaro: chi non lo dice è dalla parte di chi orchestra la nostra morte.
Di questo passo e con questi numeri di migranti, che ogni giorno arrivano in Italia, solo in Italia e dove sicuramente rimarranno per sempre ( perché l'#Europa tutta non li vuole, basti guardare l'atteggiamento contraddittorio e ambiguo di belle e solo vane promesse di non lasciare sola l'Italia a gestire, da sola, l'immigrazione di European Commission , European Committee of the Regions European Council on Refugees and Exiles (ECRE) , European Commission - Economy and Finance European Research Council , Commission européenne en France , Charles MICHEL , Roberta Metsola , #URSULAVONDERLEYEN e European Parliament ) creando gravissimi conflitti sociali tra poveri e indigenti italiani e i suddetti migranti, si realizzerà prima in Italia e poi in tutta la #UE, una programmata ed inevitabile sostituzione etnica (complice anche l'inverno demografico in Italia, nascite in forte diminuzione ) in nome di un globalismo selvaggio e multirazziale per dominare in tutti i sensi i popoli europei. ▶️ https://www.lospecialegiornale.it/2023/04/04/migranti-da-tunisia-meluzzi-prepararsi-al-peggio-e-a-una-nuova-italia/ ⬇️⬇️⬇️
https://www.lospecialegiornale.it/2023/04/04/migranti-da-tunisia-meluzzi-prepararsi-al-peggio-e-a-una-nuova-italia/
Nicola Visco Perdonami caro Nicola, se non ho capito male da quello che scrivi, l'onorevole #Furfaro del #PD con tutto il suo PD e con la segreteria #EllySchlein sono anni e anni che predicano e lottano per fare arrivare tutti i #migranti in Italia, sono favorevoli agli #sbarchi e agli #arrivi di tutti indistintamente gli #immigrati in Italia, pur sapendo bene le gravi, difficilissime e negative condizioni economiche, finanziarie e sociali di circa sette milioni di italiani ( vedi ISTAT ) e dell'Italia, però poi l'onorevole PIDDINO suddetto chiede con forza e fermezza che il #GovernoMeloni NON mandi, NON porti detti migranti nella sua Toscana, che, se non sbaglio, da anni e anni e guidata e governata dal #partitodemocratico di cui fa parte il presidente della #regionetoscana ?????!!!!!???!!!!🤔🤔🤔⁉️⁉️❓⁉️❓ Quindi, se non ho capito male, il #PD vuole che TUTTI i migranti del mondo arrivino in Italia, però NON li vuole in Toscana !!! Bisognerebbe chiedere all'esponente suddetto del #pd il motivo di tale rifiuto acciocché NON debbano essere accolti nella Toscana #democratica del PD 🤔🤔🤔⁉️⁉️⁉️⁉️⁉️❓❓❓❓⁉️⁉️⁉️❗❗🤔🤔🤔❓
Ahinoi purtroppo, sono sempre più frequenti, numerosi e impuniti questi casi di violenza inaudita sulle donne (stupri) in Italia e sembra ci sia una chiara correlazione o relazione con l'arrivo continuo e costante in Italia di troppi, troppi, davvero troppi clandestini e immigrati; sono ormai anni che le suddette tragedie si ripetono e non si riesce o non si vuole fare nulla per fermare queste aggressioni violente ed impunite ((dobbiamo forse dire grazie mille ad un falso buonismo dell'accoglienza incontrollata ed a tutti i costi ??? Chi ridarà serenità, pace e giustizia a queste povere donne violentate fisicamente e psicologicamente da rendere la loro vita un lungo calvario di sofferenze ???)). È ora di agire, di prevenire e stoppare definitivamente questi violenti ed efferati stupri !!!⬇️⬇️⬇️🤔🤔🤔⬇️⬇️⬇️
Fermato il presunto aggressore.
In base al suo racconto e i riscontri delle telecamere, intorno alle 23.30 gli agenti della Polfer hanno fermato un 26enne di origine marocchina, senza fissa dimora e, da quanto si apprende, senza precedenti di polizia. L'uomo è stato condotto nel carcere di San Vittore. Il fermo è stato disposto dalla pm Alessia Menegazzo.
La donna, di passaggio a Milano, è stata trascinata all'interno di uno degli ascensori mentre stava raggiungendo il binario. L'uomo, nel tentativo di abusare di lei, l'ha picchiata con violenza. La vittima, prima di riuscire a liberarsi e scappare, avrebbe cercato aiuto, provando a suonare il tasto d'allarme presente in ascensore.
https://youtu.be/xDCfJLtmNd0
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Di questo passo e con questi numeri di migranti, che ogni giorno arrivano in Italia, solo in Italia e dove sicuramente rimarranno per sempre ( perché l'#Europa tutta non li vuole, basti guardare l'atteggiamento contraddittorio e ambiguo di belle e solo vane promesse di non lasciare sola l'Italia a gestire, da sola, l'immigrazione di European Commission , European Committee of the Regions European Council on Refugees and Exiles (ECRE) , European Commission - Economy and Finance European Research Council , Commission européenne en France , Charles MICHEL , Roberta Metsola , #URSULAVONDERLEYEN e European Parliament ) creando gravissimi conflitti sociali tra poveri e indigenti italiani e i suddetti migranti, si realizzerà prima in Italia e poi in tutta la #UE, una programmata ed inevitabile sostituzione etnica (complice anche l'inverno demografico in Italia, nascite in forte diminuzione ) in nome di un globalismo selvaggio e multirazziale per dominare in tutti i sensi i popoli europei. ▶️ https://www.lospecialegiornale.it/2023/04/04/migranti-da-tunisia-meluzzi-prepararsi-al-peggio-e-a-una-nuova-italia/ ⬇️⬇️⬇️
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Perchè l'area del dissenso tace sulla Grande Sostituzione etnica degli europei?
Ritorniamo sulle mancanze del cosiddetto mondo del dissenso, che qualcuno osanna a tal punto da volerlo federare, realizzando con tale apparentamento una ovvia diluzione dei contenuti già scarni in partenza. Mediocrità sempre presenti quando si cerca di fondere artificialmente ed a tutti i costi anime profondamente diverse, se mai di anime in questo caso si possa parlare.
Torniamo sull'argomento ponendo l'accento su una mancanza che dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che tale mondo non solo non è in dissenso, ma è funzionale al Sistema, operando una opposizione di facciata che mai tocca i punti nevralgici e più significativi dello stesso, e quindi, di fatto, finisce per legittimarlo.
E' funzionale ad esso quando rimane nel solco della “più bella del mondo” elevata a nuovo culto, ad esempio, o quando criminalizza, senza avere neanche le conoscenze storiografiche di base, i tratti condivisibili e fruibili delle uniche opposizioni storiche al mondo capitalista, emersi dalle esperienze novecentesche, rimanendo nel comodo solco dell' “antifascismo in assenza di fascismo”.
I vari Pennetta, Grimaldi, Fracassi, Scardovelli insegnano...
La mancanza più significativa, alla quale ci riferiamo, è quella del tema fondamentale della sostituzione etnica degli europei e degli italiani. Non c'è stata, durante l'ultima campagna elettorale, nessuna trattazione di tale aspetto da parte dei cosiddetti partiti antisistema. Se alcune riflessioni sono emerse, flebilmente, si sono mosse esclusivamente sul piano economico, sottolineando come l'invasione che subiamo, che non è semplicemente immigrazione irregolare ma inevitabile, non sia altro che l'effetto della volontà di realizzare una concorrenza salariale, una esigenza del capitale industriale, consistente nel ridurre il costo della manodopera.
Si tratta della superficiale interpretazione marxista-marcusiana del tema “esercito proletario di riserva”, nella riedizione semplificata rizziana e fusariana.
Noi lo sappiamo, e lo diciamo da decenni, che tale impostazione, marxiana o marxista, nasce già nel 1848 come l'altra faccia della medaglia del mammonismo.
Nessuno rileva come invece il tratto fondamentale di tale invasionismo sia parte di una visione del mondo che insiste sulla realizzazione di una civiltà globale, nella quale i confini, le identità, le differenze, di qualsiasi natura essi siano, sono il male a priori.
Tutti fanno finta che il multiculturalismo ed il mescolamento etnico, che porteranno velocemente alla scomparsa fisica e culturale degli europei, non abbiano una chiara matrice ideologica che sopravanza l'aspetto meramente economico. Essi parlano come se tale analisi non fosse invece stata da anni compiuta, attraverso l'esame della vicenda Kalergi in relazione alla nascita della Unione Europea, e che essa rimane ad oggi inconfutata in ogni suo aspetto, corroborata da evidenze storiche, nuovi documenti e continue e quotidiane conferme “sul campo”, come risulta evidente agli occhi di tutti.
L'ultima vicenda del tragico naufragio dell'ennesimo barcone, con le sue interpretazioni mediatiche, così come la condotta e le dichiarazioni di questo governo, che pure aveva fatto del “blocco degli sbarchi” un suo cavallo di battaglia elettorale, mettono a nudo come questo elemento essenziale sia taciuto. Come si può criticare la UE senza tener conto che all'origine di essa l'aspetto della cancellazione delle identità nazionali dell'Europa fu uno dei moventi principali della sua creazione? Come si può criticare questo o quell'aspetto dell'assalto all'Italia, senza tener conto che tra un paio di generazioni l'Italia non ci sarà più? Solo tra una trentina d'anni, quindi quando i nostri figli saranno nel fiore della loro vita, gli italiani saranno minoranza a casa loro, costretti in una società multietnica senza memoria, nella quale il bello e il sacro per come li conosciamo saranno cancellati, da una parte dall'invasione fisica di individui che nulla hanno a che fare con detta storia e detta memoria, dall'altra dall'azione incessante di tipo masochistico di politici compiacenti, dei quali la Schlein è la portabandiera, la Meloni la finta oppositrice, e la "cancel culture" la punta dell'iceberg.
Ma si tratta davvero di masochismo? Noi siamo convinti che invece si tratti di comprensibile volontà di potenza da parte di una minoranza, di una oligarchie tecno-finanziaria che evidentemente con un mondo fatto di terra, lingua e storia patrie non ha alcun legame e che, anzi, da sempre combatte tale mondo come elemento di disturbo per propri progetti egemonici.
E' tutto nero su bianco: questi signori hanno dichiarato esplicitamente, da un secolo, i loro intenti, e li hanno articolati all'interno della agenda mondialista che prevede il meticciamento globale (il nostro) come bene supremo. UE, Onu, Nato, Oms, e con esse ogni sorta di massoneria e consorteria collegate, si stanno applicando nella realizzazione di questo obiettivo che, lo ripetiamo, non è di natura prevalentemente economica.
Allora, se ne deduce che ogni formazione politica, comprese quelle del sedicente dissenso, che non ponga la questione dell'invasione e della sostituzione etnica al centro del proprio discorso politico, vi sta raggirando.
Chi vi nasconde il fatto, lapalissiano, che prima di portare beneficio al grande capitale, questa immigrazione porta nocumento al tessuto produttivo e sociale, è tonto o in malafede. Non ci saranno più diritti da difendere, non ci sarà più alcuna critica politica da fare, quando gli italiani e gli europei saranno fisicamente sostituiti.
E sia chiaro: chi non lo dice è dalla parte di chi orchestra la nostra morte.
La pubblicazione del video dello stupro avvenuto il 21 agosto scorso a Piacenza e i tantissimi altri stupri succedutisi o accaduti fino ai nostri giorni, il tema della sicurezza, soprattutto in relazione all'immigrazione, è tornato ad accendere la politica italiana come se si fosse ancora in campagna elettorale. Tuttavia, stabilire una correlazione esatta tra le dinamiche migratorie e l'oscillazione del numero dei reati è tutt'altro che semplice: sono infatti molte le variabili da prendere in considerazione al fine di avere un quadro accurato della situazione, a cominciare dalla tipologia dei delitti commessi fino ad arrivare al tipo di immigrazione (se clandestina o regolare), passando per gli intervalli di tempo all'interno dei quali si intende comparare i dati. Fatta questa premessa di metodo, certamente i numeri possono aiutare, e non poco, a farsi un'idea più precisa su due temi, quello della sicurezza e quello dell'immigrazione, che promettono di essere al centro del dibattito politico dei prossimi mesi.
UN DETENUTO SU TRE È STRANIERO - Secondo gli ultimi dati del Ministero della Giustizia, aggiornati al 31 luglio 2022, gli stranieri detenuti in Italia sarebbero 17.246 su un totale 57.286, una percentuale che arriva a poco più del 30%, con sostanziali differenze che variano da regione a regione. Le dieci nazionalità più rappresentative tra i detenuti non italiani nelle carceri del nostro Paese sono quella marocchina, albanese, rumena, tunisina, nigeriana, gambiana, egiziana, algerina, senegalese e pakistana. Di questi però, secondo i dati presenti nel XIII rapporto dell'associazione «Antigone» sulle condizioni di detenzione, la maggior parte sarebbero stranieri irregolari, con punte del 70% per quanto riguarda alcune fattispecie di reati, segnando così già una prima, grande differenza statistica in relazione allo stato d'ingresso nel Paese.
UN TERZO DEI REATI COMPIUTO DA NON ITALIANI - Più in generale - al netto dunque della variabile regolare/irregolare -, i dati del Viminale pubblicati ad ottobre 2021 ci raccontano che in Italia un terzo dei reati viene commesso da non italiani e che il 39% dei crimini sessuali è compiuto da stranieri, i quali però arrivano ad essere poco più dell'8% della popolazione totale presente sul territorio italiano, circa 5.700.000 persone. Ciò significa che, per quanto concerne i crimini sessuali, gli stranieri ne sono responsabili circa cinque volte in più rispetto agli italiani.
CRIMINI AUMENTATI IN UN ANNO - Questi dati vanno comunque contestualizzati all'interno del globale aumento dei crimini che è stato registrato nel 2021 in Italia, come sottolineato nel report di dicembre 2021 presentato dalla direzione centrale della Polizia criminale al Ministero dell'Interno. Rispetto al 2020 - anno in cui il lockdown ha fatto precipitare il numero dei crimini per ovvie ragioni -, infatti, nel 2021 i reati sono cresciuti del 5,4% rispetto all'anno precedente (comunque in calo del 12,6% in confronto al 2019). Un aumento significativo ma tutto sommato trascurabile se paragonato, invece, a quello relativo agli sbarchi avvenuti in Italia a partire da gennaio 2022, come raccontano i numeri raccolti quotidianamente dal Ministero dell'Interno, consultabili nel «cruscotto statistico» presente sul sito del Viminale.
BOOM DI SBARCHI - Dal primo gennaio al 23 agosto sono già sbarcate sulle nostre coste oltre 51.353 persone, molte di più delle 36.479 arrivate nello stesso periodo del 2021 (+14.847) e il triplo di quelle registrati nel 2020, quando arrivarono in Italia 17.500 migranti. Emblematici a questo proposito sono i numeri riferiti ai singoli giorni, i quali restituiscono, se possibile, un quadro ancor più critico. Un esempio su tutti: il 22 agosto del 2021 sbarcarono sulle nostre coste 131 migranti; l'altro ieri, invece, ne sono arrivati quasi 600 (592, per la precisione). E ugualmente impietosi sono i dati comparati su base mensile, con gli 8.720 migranti sbarcati a maggio 2022 (cinque volte tanto i 1.500 nel maggio del 2021 e i 1.600 in quello del 2020) e con gli oltre 13mila arrivi registrati a luglio di quest'anno, contro gli 8.609 del 2021 e i 7mila del 2020. In compenso, in questi primi otto mesi non è invece mutata la composizione riguardante la nazionalità dichiarata al momento dello sbarco: secondo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il 20% dei migranti arrivati in Italia via mare nel 2022 si è dichiarato tunisino (10.139 persone), il 19% egiziano (9.943), il 17% proveniente dal Bangladesh (circa 8.700) e l'8% proveniente dall'Afghanistan (4.098).
La Ursula von der Leyen presidente della European Commission dà ragione, accoglie e apprezza la richiesta della premier italiana Giorgia Meloni confermando che la European Union at the UN – New York Unione Europea non può e non deve lasciare sola, da sola l'Italia nell'affrontare un problema enorme e importantissimo come le migrazioni, immigrazioni, i clandestini e gli spostamenti di immense masse umane verso l'Italia e l'Europa, anche perché negli ultimi anni questi migranti e clandestini arrivano e sbarcano continuamente e con grandissimi numeri solo e soltanto in Italia, che è lasciata SOLA a salvare e ad accogliere centinaia di migliaia di persone disperate e in cerca di una vita migliore ! Però noi italiani nella stragrande maggioranza chiediamo a Ursula von der Leyen , a Roberta Metsola , a Charles MICHEL , a Josep Borrell , al European Parliament , al European Council on Refugees and Exiles (ECRE) , a European Safety Council , a European Research Council , a European Commission e a European Commission - Economy and Finance che vanno bene le dichiarazioni di impegno, di non dobbiamo lasciare sola l'Italia e di intenti della presidente Ursula von der Leyen , ma a questo devono seguire i fatti e gli atti concreti in tal senso !!! Altrimenti restano parole vuote e senza senso; soprattutto, l'appello nostro alla Unione Europea è NON rimandate sempre di mese in mese le decisioni pratiche da prendere a supporto dell'impegno solitario e reale dell'Italia nell'affrontare veramente questo enorme problema delle migrazioni, che oggi è un problema globale !!!
https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/drittoerovescio/ecco-da-dove-partono-i-migranti_F312336101009C05
Il punto su alcune baruffe giornalistico-intellettuali...
Il quotidiano Repubblica, diretto da Mario Calabresi, ha assunto con il passare dei mesi una posizione sempre più netta sul tema dell’immigrazione, a favore di un’apertura che sia la maggiore possibile ai flussi di persone in ingresso nel nostro paese. Una postura battagliera che spesso ha spinto il giornale di Largo Fochetti a criticare il governo Gentiloni per il suo tentativo di contenere il numero degli sbarchi attraverso il Mediterraneo. Lo scorso 13 settembre lo stesso quotidiano ha dedicato la sua prima pagina a un’inchiesta demoscopica commissionata dalla redazione, titolando così: “Immigrati, cresce la paura. Il 46% si sente in pericolo. È il dato più alto da dieci anni”. Dove si legge che il 46% degli italiani intervistati si dice d’accordo con la frase “gli immigrati sono un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone”. Per Ilvo Diamanti, che analizza tali dati, bisogna risalire a dieci anni fa, all’autunno 2007, per trovare un indice più elevato (51%). Secondo Diamanti, “le misure e le vicende contano” nell’influenzare l’immaginario degli italiani, ma a pesare di più sono le elezioni politiche che si avvicinano con l’annesso tentativo di cavalcare temi popolari, e soprattutto la forte esposizione mediatica dei temi connessi all’immigrazione. I timori avanzano, chiosa Diamanti, “a dispetto dei ‘numeri’. Perché gli sbarchi dei migranti in Italia, di recente, si sono dimezzati”. Il giorno dopo, sempre sulla prima pagina di Repubblica, sullo stesso tema è intervenuto l’ex direttore del quotidiano.
Ezio Mauro è ancora più netto sulla presunta manipolazione in corso dell’opinione pubblica italiana, parla di uno spostamento “coltivato e concepito da mesi dai partiti delle ruspe”. Dove la colpa della sinistra, di fronte a cotanta manipolazione elettoralistica e mediatica, consiste nel non avere saputo “opporre una visione diversa del fenomeno, basata sulla realtà dei fatti”. Sottotesto implicito: le paure degli italiani sono farlocche, basterebbe un po’ di contro-informazione e ogni timore rientrerebbe. Una linea, quella di Repubblica, che è condivisa per esempio da Avvenire: in un commento del quotidiano della Conferenza episcopale italiana (Cei) si sostiene che le elezioni saranno dominate “dalla triade immigrazione-terrorismo-insicurezza”, “triade di equazioni non dimostrabili che fanno riferimento alla parte emotiva e irrazionale della nostra capacità cognitiva”. In fin dei conti, insomma, il problema è quello di una falsa percezione del fenomeno migratorio.
Sulla stampa italiana, anche in quotidiani non vicini alla destra, c’è chi si differenzia da questa impostazione. Luca Ricolfi, lo scorso 9 settembre, ha scritto un editoriale sul Messaggero che appare quasi come una risposta preventiva al sondaggio di Diamanti e al fuoco di fila degli editorialisti di Repubblica sui timori infondati degli italiani in materia di immigrazione. Titolo: “Quel diritto alla paura ignorato dalla sinistra”. Il sociologo torinese parla di “perdurante atteggiamento paternalistico” da parte di quegli intellettuali secondo i quali il pubblico sopravvaluta i pericoli sempre e comunque. “Come se avere paura fosse irrazionale. Come se l’insicurezza fosse una mera percezione, che un racconto obiettivo potrebbe incaricarsi di sopprimere. Come se i dati fossero tutti inequivocabilmente rassicuranti. Un illuminismo ingenuo sembra essersi impadronito, da almeno due decenni, della cultura di sinistra, cui non riesce proprio di prendere sul serio le paure della gente e la domanda di sicurezza che ne deriva. Eppure, pensare che i cittadini starebbero più tranquilli se solo conoscessero i dati è un non sequitur. Sarebbe come credere che, se sapessero che i morti sul lavoro sono in diminuzione, i sindacati non si preoccuperebbero più della nocività in fabbrica”. Conclude Ricolfi: “Per la cultura progressista, la paura non è semplicemente infondata, la paura è una colpa. Ma non è così, almeno dai tempi di Hobbes. La paura è il fondamento stesso del contratto sociale e dello Stato moderno, che nasce come antidoto alla sopraffazione, come superamento dello stato di natura in cui ogni uomo è ‘lupo’ verso ogni altro uomo (homo homini lupus). Quando la paura riemerge, è perché la gente sente che lo Stato non è più in grado di far rispettare il contratto, ovvero di garantire ai cittadini il più ‘basico’ dei beni, la sicurezza”. Di fronte a questo sentimento, “l’unica cosa che può attenuare la paura, e disinnescare la protesta, non è andare dai cittadini per convincerli che si stanno sbagliano, ma riconoscere il loro diritto di avere paura, e dimostrare, con i fatti, che lo Stato sta facendo tutto quanto è in suo potere per spegnerla”.
Ricolfi sul tema è tornato anche nel suo ultimo libro, intitolato “Sinistra e popolo”, pubblicato da Longanesi. Un’analisi approfondita del conflitto politico nell’era dei populismi, nel corso della quale l’editorialista del Messaggero argomenta che gli elementi di base del “calcolo” della politica sono cambiati in ragione di tre macro fattori: la deindustrializzazione delle economie occidentali, l’apertura delle frontiere (a merci, capitali e soprattutto persone), la stagnazione economica. Fenomeni che l’opinione pubblica a volte mostra di avvertire in maniera piuttosto lucida. Ricolfi, dati alla mano, fa l’esempio della paura del terrorismo. Irrazionale? Esagerata? Colpa dei media? Tutt’altro, se è vero che “ben 2/3 della variabilità della paura per il terrorismo è spiegata da eventi e fatti reali. Questo è un risultato davvero sorprendente – scrive il sociologo – perché è piuttosto raro che un modello statistico che cerca di spiegare un atteggiamento, sia pure relativo a popolazioni e non a individui, riesca a rendere conto anche solo della metà della sua variabilità”. La sinistra però, di fronte a tante ansie crescenti, e neppure così infondate, si rifiuta di offrire “protezione”. Anzi, “con i suoi politici, i suoi giornalisti, i suoi intellettuali più o meno organici, la sinistra impegna le sue migliori energie comunicative per dissolvere i problemi che la gente normale percepisce come tali”. È l’atteggiamento del “negazionismo”, che si affianca alla derisione (“derisoria è la sinistra quando derubrica a mere ‘percezioni’, irrazionali e non basate su una conoscenza scientifica della realtà, le preoccupazioni della gente comune sulla presenza dei migranti”), al disprezzo, alla supponenza e al nichilismo. Repubblica, insomma, è avvertita. Peraltro da un libro come quello di Ricolfi che perfino Corrado Augias, firma storica della stessa Repubblica, ha definito come “l’analisi più accurata sul tema delle difficoltà della sinistra”.
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Perseo: quando nasci portatore di seccia, diventi un terminator e distruggi tuttecose
Altro che fast n furious signori e signore, PERSEO E LE SUE AVVENTURE IS THE WAY
Ma partiamo dall’inizio, che il por Perseo è conosciuto solo per A) aver tranciato la povera Medusa e B)Per l’omonimo   Percy Jakcson: Perseo è figlio di Zeus (guarda che novità) e della principessa Danae, rinchiusa nelle segrete del castello di Argo dal padre Acrisio, il quale sta partecipando alla competizione ‘genitore dell’anno’ e deciso a superare Medea a quanto pare, a causa di una profezia di un oracolo: suo nipote lo avrebbe ucciso. Che carine queste profezie guarda
( Acrisio quando ha scoperto che sua figlia aveva partorito, Grecia antica, a colori:)
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rinchiusi da Acrisio il birichino  in una cassa di legno gettata a mare, Perseo neonato e la madre furono fatti salvare da Zeus tramite Poseidone (almeno stavolta non se li ès cordati completamenti, applausi a Zeus) che  li portò a Serifo, qui salvati dal pescatore Ditti.
ma poteva essere una cosa buona? no
il fratello di Ditti, re Polidette, vede Danae e subito la desidera come sua sposa, ma Perseo, che già da neonato aveva capito che queste cose non erano proprio il massimo, scoppiò a piangere appena Polidette lo prese in braccio e gli fece cacca sul braccio. Con gli anni sarebbe peggiorato tranquilli.
Perseo cresce sotto custodia di Ditti e, in parte, nel tempio di Atena. è un giovane forte,, bello, affascinante ecc ecc, che soprattutto però è il cocco della mamma, la quale è sempre difesa dal figlio dalle avance del re.
Polidette si sarebbe anche scassato le botti di sto ragazzino petulante sempre accozzato alla madre, così elabora un piano malvagio ...ed io ora Polidette me lo immagino, seduto sul suo trono, ad elaborare questo piano, così:
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Questo piano  geniale si divide in:
fingere di voler sposare Ippodamia, figlia di re Enomao e principessa dell’elide
chiedere un fracco di cavalli ai suoi sudditi per dare una dote a questa principessa (come se lui i soldi non li avesse avuti...)
Dato che Perseo è un povero straccione e non può permettersi un cavallo, gli chiede di portargli la testa della gorgone medusa. così. ad cacchium. .Tutti si saranno messi a ridere, porello.
Ora, le gorgoni erano tre amabili sorelle demoniache no? Euriale, Stelo e Medusa. Medusa era sacerdotessa di Atena, era mortale e pure super bella. la gente veniva al tempio solo per lei oh. Una vera influencer dei tempi antichi. Poseidone la vide e decide di violentarla nel tempio di Atena, la quale, da grande dea della saggezza che era no, MALEDICE LA RAGAZZA TRASFORMANDOLE I CAPELLI IN SERPENTI ATENA CARISSIMA ATENA DOLCISSIMA ATENA CHEHAANCHETRASFORMATOARACNEINUNRAGNO TUTTO BENE?
ok ok mi calmo la smetto
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Atena, che ora si sente un pò in colpa (GRAZIE CICCIA) dona a Perseo uno scudo di bronzo, mentre Ermes gli da dei carinissimi sandali alati. Ade gli diede il suo elmo dell’invisibilità, perché che fai, lasci tuo nipote a morire così? non è carino dai.
Doo aver saputo dove stavano le gorgoni da quelle tre squilibrate delle Graie ricattandole con il loro unico occhio. Perseo quindi va da Medusa nel sonno la accide con la spada bla bla bla Se non fosse che dalla sua testa nascono Crisaore e Pegaso. Un uomo fatto e finito e un cavallo alato.
Poseidone sei peggio di Zeus a volte ti giuro 
Perseo mette la testa nel sacco e fa un fugone peggio di Ermes dopo aver preso le vacche ad Apollo, ma sbaglia un pò il vento, svolta a destra invece che a sinistra, google maps a tremila metri d’altezza non prende bene, si trova in Etiopia, con una tizia legata ad uno scoglio. “ayo, che ci fai qua legata come un salame?! pigli freddo!” disse Perseo, uomo ansioso di natura “eh nulla di che, sai sconto la pena per mia madre, mi faccio divorare da un mostro marino...cose da niente” A dirgli ciò è la bellissima (e anche leggermente apatica) Andromeda, la quale, a causa della madre Cassiopea che faceva la fighetta con le nereidi, stava per essere sacrificata a un mostro marino (la costellazione di Cetus) Perseo la salva, se la sposa con somma feliità del padre Cefeo, tornando infine a Serifo, ammazzando quel bastardello di Polidette e nominando Ditti nuovo re.
‘E aCrIsIo?!?!?!?’ vi chiderete voi con aria esterrefatta, ‘come e quando ‘mor stu scem?? La profezia??? gli illuminati?!’ 
Signori e signore, Acrisio era diventato così paranoico da lasciare il suo palazzo, venendo ucciso per sbaglio da Perseo durante una gara sportiva. Ah si e altre due piccole chicce: Perse, figlio di Andromeda e Perseo, allevato da Cefeo, è il mitologico capostipite dei vari re di Persia. E per concludere, lo sapete che fine fece la testa della gorgone Medusa? fu messa da Atena al centro del suo scudo come tributo alla giovane (se posso consigliarvi un libro davvero bello sulla storia della gorgone, leggete il segreto di medusa)
In questa storia quasi tutti i personaggi sono diventati costellazioni; Perseo, Cassiopea, Andromeda, Cefeo, Medusa e Cetus. Vi lascio in conclusione con il più bel meme della storia su Perseo
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come disse una donna saggia “Non tutti poso fare arte contemporanea”
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chocolate23love · 1 year
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Guarda "Geolier - IL MALE CHE MI FAI (Visual Video) ft. Marracash" su YouTube
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Nun me salutà maje quando te ne vaje da me
Quando sto cu'tté nn'tengo paura maje 'e cadè
M'identifico 'int'a cose brutte
Pecché 'e guardo e fanno male quase comme me
M'addormo all'alba e me sceto 'o tramonto
Songo i' che sbaglio, tu forse ha ragione
Pecché nisciuno m'ha 'mparato a dà ammore
A te nisciuno t'ha 'mparato a ffa ammore
E allora viestete, scinne abbascio ca te vengo a piglià
Nun voglio na bella bucia da te, na brutta verità
Ce facevamo male, però
Nisciuno 'e nuje se 'mpurtava, pecché?
Tu me faje bene 'int'a male
Songo i' ca cierte vote scumparo, no, no (no, no, no)
Scusa se nun pozzo sta luntano, né vicino a te
Pecché saje ca da luntano po sto male
Ma 'a vicino è 'o stesso
Nun me raccontà bucie pecché tu 'o ssaje ca me n'accorgo
Stongo ccà sulo i', sulo cu'mmé vaco d'accordo
Ma pecché me giure ca nun t'amo? (Ma pecché me giure ca nun t'amo?)
Forse pecché nun t''o dico maje (forse pecché nun t''o dico maje)
Dimme che tiene a fa stasera (dimme che tiene a fa stasera)
È bello 'o male ca me faje (è bello 'o male ca me faje)
Yeah
La nostra serata è sempre quella (uh)
Chiusi a fare sesso e a farci d'erba (uh)
Sei rovente in questa notte fredda
Da un sogno come te non ci si sveglia
Baby, chi lo sa, come andrà a 'sto giro (giro)
Ma non puoi tradirmi se per primo non mi fido
So che ti ho colpito e adesso che ti ho scolpito
Mi odieranno i tuoi ex e il tuo prossimo tipo (ah-ah)
Mi piace il male che mi fai, come cambi vibes
Tu lo sai che c'è una regola fondamentale
Ci si ricorda più di chi ci ha fatto male, ah
Ma chi dimentica è da dimenticare, yeah
Nuda coi tacchi e la suola rossa
Sei così una bomba che la natura si è accorta
La luna che si arrossa, baci tra nuvole e la scossa
Le onde leccano la costa
La mia immaginazione è fervida, so che ti eccita
La tua espressione è perfida, dio è femmina
Sai che sei presente pure quando manchi (sì)
Mi rincorri sempre pure quando scappi
Ma pecché me giure ca nun t'amo? (Ma pecché me giure ca nun t'amo?)
Forse pecché nun t''o dico maje (forse pecché nun t''o dico maje)
Dimme che tiene a fa stasera (dimme che tiene a fa stasera)
È bello 'o male ca me faje (è bello 'o male ca me faje)
Geolier "Il male che mi fai"
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~ La bellezza nel nulla ~
Qui in mezzo al nulla, dove ogni tanto mi trovo a camminare, attiri la mia attenzione come un piccolo miracolo.
Tra grigiore d'asfalto, incuria, terreno sterile e falsi toni, la tua presenza stupisce all'istante come fa ciò che non ti aspetti di incontrare.
Ti vedo sporgere da un muretto, sfacciata, bella, colorata.
Protesa come in cerca di qualcosa... di aria, di sole, di fuga o forse solo d'esser vista. Perché è uno sfregio alla natura, che t'ha fatta così gradevole, che nessuno abbia a vederti e godere dei tuoi colori.
Sei quasi a un passo dallo sfiorire ma il tuo profumo è ancora forte come quando eri un bocciolo. Sembri dire "prendimi e portami via da qui". Ma solo un egoista potrebbe avere cuore di farlo, per il piacere di averti qualche ora con sé, sapendo di sciuparti.
Sei rara. Una rosa senza spine. Venuta su, per ironia del destino, dove non avresti dovuto essere.
@conilsolenegliocchi 🐞
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sofysta · 1 year
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I Giorni della Merla nascono da un mito "siciliano"
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Con l’inizio di gennaio, hanno avvio i giorni bui e freddi che seguono le feste di fine d’anno, che culmineranno al termine del mese con le famose giornate della Merla, tradizionalmente considerate le più rigide dell’anno.
La versione più comune della storia popolare (e moderna) del mito dei Giorni della Merla vuole che il mese di gennaio, che inizialmente aveva 28 giorni, facesse degli scherzi ad un merlo, che per non patire il freddo decise di non lasciare il nido per quei giorni. Così il malefico gennaio introdusse altri tre giorni, i cosiddetti “giorni della merla" (29, 30 e 31), per poter scatenare la sua ira contro il povero animale affamato. Il merlo così cercò riparo e cibo in un comignolo per quei giorni suppletivi, facendo variare il colore del suo piumaggio, che da bianco era diventato nerastro per via della cenere.
Questa versione però deriva come detto da una storia molto più antica, che proviene proprio dalla nostra regione.
Il mito di Proserpina, molto vivido in Sicilia per il culto presente nella provincia di Enna fino alla diffusione del Cristianesimo (l’ingresso agli Inferi era nei pressi del Lago di Pergusa), vuole che a seguito del patto matrimoniale che la dea ha avuto con suo marito Ade, lei potesse passare metà dell’anno con sua madre Demetra, divinità dell’agricoltura e della natura.
Demetra infatti possedeva un attaccamento materno molto forte nei confronti della figlia, che la spingeva a disperarsi e deprimersi quando ella era lontana da lei.
Le conseguenze di questa disperazione erano visibili a tutti. Demetra trascurava per il dolore così tanto i suoi compiti divini che l’inverno si diffondeva in tutto il globo, condannando chiunque alla fame e al deperimento. Proprio per aiutare la madre e scongiurare che questa condannasse il creato al gelo, Persefone con il permesso di suo marito aveva accettato il consiglio di Zeus di trasferirsi ogni anno per sei mesi da Demetra, favorendo così il rifiorire delle piante e l’innalzamento delle temperature.
Questo viaggio verso la casa materna era però preceduta dall’arrivo di un messaggero alato, che avvisava la madre dell’arrivo della figlia e che non aveva problemi di spostarsi né durante la brutta né durante la cattiva stagione: il merlo.
Se nei giorni in cui il merlo usciva dal nido per compiere il suo dovere le temperature erano miti, l’animale indicava che l'inverno sarebbe durato a lungo, perché Persefone l’anno precedente si era attardata nel ritornare nell’Ade e nel nuovo anno sarebbe giunta dopo da sua madre.
Se invece le giornate erano invece veramente molto fredde, l'inverno sarebbe stato breve, perché Demetra avrebbe preteso presto la figlia, essendo in scadenza i sei mesi di convivenza fra lei e suo marito.
Il merlo così, da animale privo di importanza e di significato, divenne così forse il più importante messaggero divino dopo Hermes e il popolo greco-romano confidava nel suo comportamento per comprendere o meno se la Primavera sarebbe stata bella e vicina.
Tale mito trarrebbe ovviamente origine da una naturale capacità della specie e di molti altri uccelli stanziali di percepire, nel periodo antecedente la stagione degli amori, i segnali dell’arrivo del bel tempo.
Dovendosi infatti preparare per la nidificazione, il loro orologio biologico si sarebbe adattato proprio per carpire questi segnali, in previsione del corteggiamento e dell’organizzazione generale che precede la messa al mondo dei pulcini.
Il culto di Demetra decadde con l’inizio del Medioevo, ma il rispetto che il folklore popolare poneva nei confronti di questi uccelli rimase, finché nacquero nuove storie e il merlo divenne il vero ed unico protagonista della vicenda, che si diffuse in tutta Italia a partire proprio dalla Sicilia.
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danilacobain · 1 year
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Selvatica - 36. Vattene via
Ante si allungò sul divano, poggiando la testa sui cuscini che aveva appena sistemato Corinna. Lei si sedette a terra, sul tappeto grigio, poggiando la testa vicino al suo braccio. Ante passò le dita tra i suoi riccioli. Quel gesto lo rilassò un poco, ma neanche la presenza di Corinna riuscì a calmare il nervosismo che gli ribolliva dentro.
Si era infortunato, e questa volta sul serio. Proprio prima della sosta, nella settimana in cui avrebbe dovuto giocare con la sua nazionale. In tv c'era la partita e lui la guardò per un po'. Ma non gliene fregava niente, pensava e ripensava a come era stato possibile che si fosse fatto male.
«Vuoi vedere qualche altra cosa? Ti stai annoiando?» chiese a Corinna, che aveva la testa china sul cellulare.
«No, no.»
«Che fai?»
In quei giorni le era sembrata distante, col pensiero rivolto altrove. Gli impegni con la squadra lo avevano tenuto lontano da lei per alcuni giorni sia fisicamente che mentalmente, ma aveva avvertito che c'era qualcosa che la impensieriva.
«Sto cercando di far crescere il mio profilo Instagram. Oggi ho postato una foto, Isotta mi ha detto che...»
«Fa' vedere», la interruppe lui.
Corinna gli passò il telefono. Sullo schermo c'era l'immagine di lei sorridente, indossava una maglia larga che scendeva sensuale sulla spalla scoperta. Dava le spalle alla finestra della sua camera da letto e tutta la figura appariva in penombra. Ante sorrise. Era proprio bella e delicata.
«Cos'è questa storia di Isotta?»
Lei gli sorrise. «Il suo agente ha detto che mi trova interessante, e se riesco a far crescere il profilo potrebbe farmi fare qualcosa. Ma te lo avevo detto, no?»
«Mmhh.» Ante restituì il telefono a Corinna. Cominciò ad avvertire una strana agitazione. «Ma tu non volevi lavorare nelle gallerie d'arte?»
«Certo. Però posso fare entrambe le cose, posso mettere da parte qualcosa per il mio futuro.»
Le parole di Federica cominciarono a martellargli in testa, come una sirena fastidiosa. Siamo tutte così, Ante, anche lei. Rivide quel suo sorrisetto soddisfatto, l'espressione di chi sapeva già come sarebbe andata a finire. Non poteva essere, Federica non poteva avere ragione.
«Corinna, non farti mettere strane idee in testa da Isotta.»
Lei lo fissò con un'aria strana, come se ci fosse rimasta male. «Non mi ha messo nessuna strana idea in testa. Che male c'è se ci provo?»
Siamo tutte così, Ante, anche lei.
«E se io non volessi?»
Corinna divenne seria. «Ante, decido io per la mia vita, non tu.»
Dalle un po' di tempo e vedrai che appena capirà di poter sfruttare la tua immagine lo farà.
«Perfetto. È meglio se te ne vai adesso. Si è fatto tardi.» Ante si mise a sedere, invitandola ad alzarsi.
Corinna si alzò da terra e si sedette accanto a lui. «Che hai? Perché ti stai innervosendo?» Cercò di prendergli la mano ma lui si sottrasse bruscamente.
«Corinna, vattene via.»
«Ma non capisco, ti prego almeno spiegami perché non vuoi. Sei geloso per caso?»
«Oh, per favore!» Ante si alzò di scatto, incurante delle fitte di dolore che avvertì nella gamba. Raccolse le cose di Corinna e gliele mise davanti. «Vattene via.»
Possibile che era stato così stupido? Corinna era stata più furba delle altre, doveva ammetterlo, aveva fatto in modo che si innamorasse di lei prima di mostrare la sua vera natura. Era abituata a raccontare bugie, era abituata a fingere. Ante non sopportava di vedere la sua espressione incredula e ferita, come se lui non avesse tutte le ragioni del mondo per comportarsi in quel modo.
«Mi spieghi perché sei così arrabbiato?» insistette.
«Non sono arrabbiato, sono deluso. Credevo che fossi una persona diversa.»
«E come credevi che fossi?» chiese, con gli occhi che le si riempivano di lacrime.
Per un attimo la sua fermezza vacillò. Corinna così vulnerabile non l'aveva mai vista. Serrò la mascella, lanciandole il cappotto addosso. «Credevo che fossi più intelligente di così, che fossi diversa da quelle stupide ragazze che pensano solo alle foto e alla loro immagine. Invece sei esattamente come tutte le altre.»
Corinna raccolse il cappotto e si alzò. Cercò lo sguardo sfuggente di lui. «Non ci credo che stiamo litigando per una stupida foto» sussurrò. «Qual è il problema, Ante? Io non capisco...»
«Qual è il problema?» scattò lui, fissandola con i suoi occhi di ghiaccio, ormai diventati più freddi dell'Artico. «Il problema è che io non la voglio una così. Se tu vuoi intraprendere questa strada allora le nostre si devono dividere.»
«Mi stai dicendo che devo scegliere tra te e una cosa che non sto facendo in questo momento e che potrei non fare?»
«Ti sto dicendo che tra me e te è finita.»
Nel momento stesso in cui pronunciò quelle parole, Ante si rese conto di aver fatto una cosa di cui si sarebbe pentito. C'erano troppi campanelli d'allarme che suonavano dentro di lui. Ma era così nervoso che voleva solo che lei sparisse dalla sua vista in quel momento. Dovette distogliere lo sguardo dal volto di Corinna, la stava ferendo tanto e anche di proposito. Una parte di lui si sentiva presa in giro.
«Ante...»
«Che cazzo vuoi ancora? Ti ho detto di andartene!» Corinna sussultò e si incamminò verso la porta. «Pensavo che...»
Lei si fermò e si voltò a guardarlo. «Pensavi cosa, Ante?» La voce le si era incrinata, ma gli occhi erano riusciti a non versare neppure una lacrima.
«Pensavo che ti importasse qualcosa di me.»
«Come puoi pensare il contrario? Certo che mi importa di te!» fece qualche passo verso di lui.
Ante scosse la testa. «Ti importa così tanto che sono tornato a casa infortunato e tu te ne sei stata tutto il tempo su Instagram. Cosa ti piace di me? Perché stai con me?»
In quel momento suonarono alla porta. Ante fissò Corinna negli occhi e poi andò ad aprire. Non aspettava nessuno e non immaginava di ritrovarsi Natali tra le braccia. Lo strinse forte e poi gli diede un bacio sulla guancia. Rimase pietrificato, con la rabbia che cresceva e la voglia di cacciarla fuori in malo modo. Natali trascinò dentro una valigia grandissima, dicendogli qualcosa ma lui guardava Corinna, e solo il pensiero che lei lo avesse preso in giro lo tratteneva dall'andare da lei ad abbracciarla forte e spiegarle tutto.
Corinna aveva perso il colorito dal volto. «Adesso capisco.»
Corse via e lui la lasciò andare.
«Scusami, ho interrotto qualcosa per caso?» Natali chiuse la porta e lo guardò, sorridente.
Ante non si mosse. «Che cazzo ci fai qui? Non hai parlato con mia sorella?» disse con tutta la calma possibile.
«Sì, ci ho parlato, ma...»
«E allora cosa non ti era chiaro di quello che ti ha detto?»
Lei si imbronciò. «Volevo solo venire a trovarti. Chi era quella ragazza che è appena andata via?»
Ante pensò a Corinna sola in strada che se ne tornava a casa, pensò al suo viso dolce ferito dalle parole dure di lui. Gli si strinse il cuore. «Quella è la mia ragazza e stavamo litigando. Possibile che non si possa neanche litigare in santa pace? Ma che ti dice la testa, si può sapere? Piombare così all'improvviso a casa di una persona che... come facevi a sapere dove abito?» Se era stata Katarina a dirglielo l'avrebbe ammazzata.
Natali si prese una ciocca di capelli tra le mani, a disagio. «L'ho chiesto ai tuoi amici. Posso restare a dormire qui stanotte?»
«Non se ne parla! Adesso tu prendi la tua valigia e te ne vai in albergo. Ti chiamo un taxi.»
«Posso almeno andare un attimo in bagno?» chiese, con voce tremante.
Ante annuì e cercò di calmarsi. Prese il cellulare e chiamò Corinna. Squillava ma lei non rispondeva. Riprovò.
«Cazzo Corinna, rispondi... dove sei finita...»
Sbuffò e lanciò il telefono sul divano. Non poteva lasciare che pensasse chissà cosa riguardo a Natali, doveva spiegarle subito la situazione. Doveva andare a cercarla. Fece alcuni passi avanti e indietro per la stanza, accogliendo il dolore come la giusta punizione per essersi comportato male con Corinna. E anche un po' con Natali, ma quest'ultima doveva assumersi le proprie responsabilità. Doveva trovarle un posto dove dormire, non l'avrebbe fatta restare lì. Non aveva tempo di portarla in un cazzo di albergo, e cominciava a sentirsi uno stronzo a chiamarle un taxi e mandarla da sola. Doveva parlare subito con Corinna.
Merda!
Ante non voleva perderla, la sua espressione addolorata gli aveva distrutto il cuore.
Anche la storia della foto sembrava una stupidaggine colossale in quel momento. Si era innervosito e aveva perso il controllo, ma ne avrebbero parlato meglio, l'avrebbe ascoltata.
Perché non rispondeva?
Recuperò di nuovo il telefono e chiamò Rade. Lui rispose subito.
«Ante.»
«Amico, sono in un casino.»
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sottomarina · 2 years
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Cosa rappresenta per noi questo halloween? Forse perchè è solo un'altra stupida festa a cui associare alcol ! Tanto a voi servono solo questi stupidi pretesti per bere a cessi, mettervi in macchina e schiantarvi contro un muro. Poi il giorno dopo si piangono queste vite a cui interessava solo bere e sentirsi fighi
Ciao, strano anon incazzato. Ti spiego che valore ha per me la festa più bella dell'anno.
La mia famiglia viene dall'America, per cui ho tutta la tradizione dell'Halloween americano nel cuore. Molto diverso da quello che viene festeggiato in Italia, perché appunto festa pagana e di origine certamente non italica.
Compro gli addobbi e addobbo la casa, mi circondo dell'atmosfera misteriosa e accogliente dei mesi halloweeneschi (che per me sono metà settembre, ottobre e novembre); faccio passeggiate nella natura assaporando l'autunno, guardo horror e film di halloween (se vuoi te ne consiglio alcuni, visto che mi sembri troppo privo di cose da fare dato che sei venuto a scrivermi certe boiate all'una di notte); inoltre preparo ricette a base di zucca e leggo libri sull'esoterismo e sulle tradizioni di questa festa (leggiti del Samhain, antica festa celtica considerata anche Capodanno dei Celti. È ricca di meravigliose tradizioni da cui rimarresti affascinato).
Infine la notte di Halloween intaglio una grande zucca arancione e la metto vicino alla finestra con un lumino al suo interno, come vuole la tradizione inglese di Jack O'Lantern; preparo tante cose con la zucca (tra cui la torta di zucca che ti consiglio di provare a fare così ti tieni impegnato), e lascio che l'atmosfera di Halloween mi pervada.
Inoltre non sono cristiana credente, sono incline all'esoterismo, alla magia e alle varie pratiche che ne conseguono.
Credo nei fantasmi e nelle presenze, nonché soprattutto nelle energie positive che questo periodo mi dona (e dona a tutti coloro che come me ne sono convinti), e ne beneficio.
Dunque Halloween per me non è solo una bella festa, ma è uno stato d'animo.
Spero di aver soddisfatto (o messo a tacere, dipende dai punti di vista) il tuo arrogante interrogativo. Le menti chiuse sono dappertutto, e la tua ne è un chiaro esempio.
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weirdgirl4you · 2 years
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AMORE
L’amore per me è l’emozione più forte e grande che l’essere umano possa provare,
può essere dimostrato in vari modi: l’amore per un figlio ad esempio, che spesso si dimostra con un abbraccio caloroso o un bacio sulla fronte .
Ti affezioni così morbosamente alla creatura ,che tu stesso hai cresciuto, la vedi in tutta la sua natura e in tutti i suoi stati d’animo.
Non trovi dei difetti, perché sai che fa parte della tua vita costantemente ,la vedi diventare la persona che è .
L’amore per se stessi ,è quello che tutti noi dovremmo provare, guardarsi allo specchio e poter dire :“ sono fiera di quella che sono” ,sentirsi bella ,guardando oltre quello che vedono le persone, non solo al di fuori, ma anche all’ interno, essere una bella persona ,amarsi per quello che si è, anche i difetti che pensi che non vadano bene.
Amare il proprio corpo ,non importa quale forma e standard le persone pensino che tu debba avere ,il tuo corpo è perfetto, non devi farti amare dalle persone per quello che non sei ,ma soprattutto ,prima di amare qualcuno ,devi saper amare te stesso.
L’amore nei confronti di una persona ,è il sentimento più forte di tutti, nessuno penso, potrà mai dire di non aver mai provato questa emozione ,perché almeno una volta nella vita ci si innamora .
Quando entri in contatto con una persona e inizi a comunicare ,sia verbalmente ,che con la mente.
Quando sei con quella persona provi una sensazione nello stomaco, così forte, che ti batte forte il cuore,con lei il tempo ti sembra volare ,ma fermarsi per un instante, allo stesso tempo ,quando l’abbracci o la baci .
Entri in simbiosi con essa ,finché non ti senti come se foste una sola persona ,la tua anima resta attaccata alla sua, vorresti che quel momento durasse per sempre ,perché non pensi a nient’altro ,che alla leggerezza e felicità dell’istante.
Quando ti allontani senti un senso di vuoto ,come se un pezzo di te non ci fosse, quando questo sentimento finisce ,senti un dolore atroce al torace e ti si spezza il cuore, ti senti perso,rabbioso, ma con tanta paura.
Cerchi di attaccarti a quello che rimane di quel ricordo, di quella emozione ,che con quella persona provavi.
Questa sensazione, si può provare più molte ,ma mai nello stesso modo.
A volte può essere talmente forte ,che ne diventi ossessionata ,faresti di tutto per non perdere quel sentimento per quella persona ,perché hai paura che senza ,non riusciresti a farcela e perderesti del tutto il controllo di te stesso.
A volte invece ,il sentimento non viene ricambiato ,quindi cerchi in tutti modi di riuscire a sentirlo da parte dell’altra persona ,ne soffri ,senti la paura di non essere perfetto ,o non essere abbastanza.
Io ho provato amore ,né sto provando tutt’ora ,tra me e quella persona ,c’è un rapporto simbiotico, siamo due persone completamente diverse, ma che l’una senza l’altra ,non riusciamo a stare, la sensazione che provo per quella persona è fortissima,sento i brividi per tutta la schiena e le braccia ,ogni volta che mi bacia, il suo sguardo parla più di tutto ,solo con il contatto visivo riesce farmi venire le farfalle nello stomaco.
Ne sono dipendente come una qualsiasi droga ,più ne ho ,più ne voglio ,senza perdo il controllo di me, lui sa guardarmi dentro ,sento che sa leggermi dentro.
Mi esplode il cuore, perché lui mi vede per quello che sono ,ama ogni parte di me ,anche quelle che odio di più, mi sa prendere mentalmente, riesce a non farmi pensare ad altro che a quello che sono davvero, mi fa sentire viva e vera.
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io-pentesilea · 2 years
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Sai cos'è?
Continuo a pensare che tu sia stato uno sciocco, a buttare via una bella cosa per un'impuntatura.
Ti immagino sai?
'Mo basta!! L'avevo avvertita, vaffanculo senza diritto di replica'.
E ti sei barricato dietro al tuo silenzio.
Hai mandato tutto a puttane, quella che sarebbe stata una bella amicizia - perché in questo avevo trasformato un rapporto che sentivo cambiato - per orgoglio...
Perché 'Io glielo avevo detto!' e dall'orgoglio non si torna indietro...
Peccato sai?
Perché sono stata un'ottima amante - sì, me lo dico da sola, senza falsa modestia.
Sempre attenta e premurosa.
Senza pretese.
Col solo scopo di farti stare sereno e di renderti felice.
Perché è questo che fanno le amanti no? Come ho già avuto modo di dire, ti alleggeriscono la vita e le giornate dalla monotonia della quotidianità familiare.
Non era un peso per me perché è sempre stato nella mia natura dare e occuparmi delle persone che amavo - genitori (gli unici veramente meritevoli alla fine, io credo...), parenti, amici, amanti...
Perciò prendermi cura di te, calmarti, tranquillizzarti, ascoltarti, supportarti per me era una gioia...
Sì, sono stata un'ottima amante.
E sarei stata un'amica eccezionale...
Perché in fondo oltre che amanti, amici lo eravamo già.
Perché non stavo certo con te solo per il sesso, per 'scopare'.
Dio quanto odio questa parola... per un atto che comunque implica amore...
Oh, non che il sesso non fosse magnifico o più che gradito, non che non ti desiderassi - ti desidero ancora - e la voglia di te è sempre stata imperante.
Ma, per me almeno, il nostro rapporto è stato qualcosa di più profondo. Intimità, confidenza. Complicità.
Ci siamo raccontati e svelati, anche i nostri segreti e le nostre voglie più nascoste.
Abbiamo sperimentato e giocato.
Ci siamo appoggiati l'uno all'altra.
Io dandoti ciò che a mio avviso nessuno ti dava, un porto e un rifugio dalla routine e dai problemi soliti che attraversano le nostre vite.
E tu la tua forza. La tua razionalità contrapposta alla mia emotività.
Tenevo e tengo a te al punto da capire che era giunto il momento di trasformare e alleggerire la nostra relazione, e se non c'era più la passione... non me ne fregava un cazzo di scopare.
Era la tua presenza nella mia vita, i discorsi, le discussioni, la possibilità di affidarmi a te per un consiglio.
Era un pranzo di tanto in tanto per prepararti quello che ti piaceva e vederti sorridere.
Era vederti riposare sul divano.
Era scherzare con te per quel tuo fascino con le donne.
Sì sì è vero... ero ancora gelosa di te... e non sarebbe stato sempre facile essere 'una donna per amico'...
Ma l'alternativa di vederti uscire definitivamente dalla mia vita era, ed è, per me incomprensibile.
Peccato...
Peccato buttare via una bella cosa per un'impuntatura.
Peccato lasciar vincere l'orgoglio...
Quando sarebbe tutto così semplice e immediato.
'Ciao, parliamo'.
Barbara
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mchiti · 1 month
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Napoli è davvero tanto bella, poi sarò di parte ma diciamo che il sud è tutto bellissimo e ci sono tantissimi posti stupendi
mamma mia 😭 in fondo è come se fossi figlia di meridionali pure io, solo che invece dal sud italia sono venuti da un po' più giù 😭 colori, odori, modo di fare...sono molto simili davvero, l'area del mediterraneo è davvero molto simile 😭 non so di dove sei o cosa consigli di vedere, io sono stata una volta in sicilia, adesso a napoli + pompei, qualche altra volta intanto mi piacerebbe vedere puglia e calabria 😭 fa infuriare veramente pensare che non ci siano le stesse opportunità economiche del nord, per ragioni certamente diverse ma in fondo non po così dissimili in natura dal colonialismo in africa davvero. Territori a cui non manca NIENTE per vivere bene
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