Rhabdomantic Orchestra - Almagre - large band from Italy playing “Afrobeat, spiritual jazz, mediterranean melodies, salsa, kraut rock drifts and library music“

After 6 years from the acclaimed album “albore”, Rhabdomantic Orchestra is back with a new full length born from the meeting with the Colombian singer Maria Mallol Moya. “Almagre” is a sort of novel in music inspired by surrealism aesthetics and south american magical realism. Set in an imaginary Mediterranean, crossroads of encounters and clashes between cultures, red as the blood that keeps staining its waters, almagre is a visceral, reactionary, spiritual yet political album that marks a change of direction from the sense of purification of the previous work towards a continuous tension to the sublime.

After the allusion to the white of albore, now is the time for “almagre” an arabic-hispanic word used to name the red color obtained from iron oxide. The album was composed and arranged by Manuel Volpe with the intention to create a musical Babel made up of continuous contrasts of languages and suggestions with a strong narrative approach to orchestration. Each episode develops itself in linearity through the superimposition of cyclical figures where the instruments act as characters in continuous exchange with Maria's eclectic vocal shades.

“What I would like to explore with Rhabdomantic is the evocative and narrative power of the arrangements to achieve a sort of magical realism where the imaginative power of music can speak for it self.” (MV)

Afrobeat, spiritual jazz, mediterranean melodies, salsa, kraut rock drifts and library music are just some of the ingredients used in this record, condensed and blended with the aim of giving back a fluid vision of what we call world music. “Almagre” was recorded and mixed by Volpe at Rubedo Recordings, Turin. the master is by Kelly Hibbert and the artwork is by the italian illustrator and collage artist Beppe Conti. Maria Mallol Moya: vocals Manuel Volpe: bass, guitars, farfisa organ, wurlitzer, synth Simone Pozzi: drums, percussions Marco Zanotti: percussions Juan Carlos Calderin: percussions Gianandrea Cravero: guitar Zevi Burdovach: farfisa organ Nicola Meloni: hohner organ, electric piano Fabio Mina: flutes Maurizio Busca: tenor sax, clarinet and bass clarinet Simone Garino: baritone sax, alto sax Diego Grassedonio: tenor sax Davide Pignata: alto sax Stefano Cocon: trumpet, flugelhorn

Lame - Piece Of Junk

NJ WEEKENDER SPRING EDITION 2023

È toccato ad Alessia Obino aprire l’edizione primaverile di NJ Weekender Spring Edition, secondo appuntamento infra-stagionale di Novara Jazz. Lo ha fatto con “A Sound of Million Shape” (disco uscito da qualche mese), un indovinato mix di jazz e progressive rock, con un gruppo nutrito di musicisti e un piccolo coro. Subito a suo agio sia con composizioni sue, sia con alcuni brani di un vero guru dello spiritual jazz ovvero Sun Ra, dal quale Alessia Obino sembra di aver preso qualcosa di più di una semplice ispirazione, ma piuttosto un modo di concepire la musica (e il jazz). Tra i componenti della band un vigoroso Piero Bittolo Bon al sax e la contrabbassista Rosa Brunello, bravissima anche al basso elettrico. Sullo stesso palco, anzi nello stesso spazio, la “Sala Performing” di Nòva, poco più tardi si scatena un tornado di potenza musicale di rara intensità: si tratta del quartetto guidato dal pianista Pat Thomas e dedicato a Ahmes Malik, contrabbassista sudanese e rappresentante di spicco del filone mediorientale del jazz. La formazione vede un concentratissimo Antonin Gerbal alla batteria, Joel Gripal contrabbasso double bass, uno straordinario Seymour Wright al sax alto e Pat Thomas al piano. Un’ora di potenza assoluta, modulata su canoni diversi e lievemente mutanti. Insieme allo straordinario concerto di Marco Ribot (di cui ho già scritto), questo è certamente il set più interessante di tutto Nj Weekender Spring Edition 2023. I concerti della domenica si aprono con l’originale ensemble “Al Doum & The Faryds”, sulle ali dell’etno jazz di piacevolissima fattura, ma forse con ritmi un po’ monocordi, molto simili tra loro. Originali nei costumi e nella performance e apprezzati dal pubblico più giovane. Chiude l’ultima giornata del weekend musicale, la “Raphabdomantic Orchestra” di Manuel Volpe, formazione che ha reclutato nelle sue fila la cantante colombiana Maria Mallol Moya che, oltre ad aver portato con sé una gran voglia di dimenarsi e cercare di far ballare a tutti i costi il pubblico più giovane, non mi sembra proprio indimenticabile dal punto di vista vocale. Non va però dimenticato che durante la due giorni di concerti, dopo aver ascoltato un compositore del calibro di Marc Ribot, tutto il resto rischia inevitabilmente di sembrare sotto tono. Hanno completato il programma diversi D-Set, come quelli di Catu Diosis, Lorenzo Morresi e Beat Machine Records, Vittorio Barabino e Angie BacktoMono. Lo spazio Nòva è una bellissima realtà locale che però sembra più adatta, sia per concezione che per proposte ad un pubblico più giovane degli affezionati frequentatori di Novara Jazz. Arrivederci quindi alla XX Edizione del Festival in programma nei due weekend compresi tra il primo e l’undici giugno prossimi.

Singles Little Beat More Eu - Maria Mallol Moya Conjunto Media Luna - Baile En El infierno Villa incepcion

reggae shop NEWS Singles Little Beat More Eu - Maria Mallol Moya Conjunto Media Luna - Baile En El infierno Villa incepcion http://www.rastavibes.net/reggae-shop/?lang=en&p=catalogue&format=7p&item=17052 http://dlvr.it/Shz6hK

Following their 2016 debut, open collective Rhabdomantic Orchestra unveils Almagre. By bringing together elements of Afrobeat, jazz, krautrock, Mediterranean melodies, salsa, and library music, this album creates an intensely fresh kaleidoscopic soundscape full of irresistible, addictive grooves. The project is rounded out by the dulcet tones of Colombian singer Maria Mallol Moya. 

Fun House Mirrors is the fourth album by Almagest!, the second under the Almagest! Moniker being the first two releases credited to founding members Fabrizio Modonese Palumbo and Ernesto Tomasini. After four years the band comes back with a new sound far from the piano driven pieces of the previous Messier Objects (2013) and manifesting itself into five long electric richly textured and arranged, as the title suggests, conceptually and sonically distorted cinematic compositions made of the fabric of sensual and disturbing dreams and sang by the many voices of Ernesto Tomasini in a variety of European, lost and alien languages. Almagest! #is: Ernesto Tomasini, Fabrizio Modonese Palumbo, Paul Beauchamp, Evor Ameisie. Fun House Mirrors has been engineered by Paul Beauchamp; produced by Palumbo and Tomasini; mastered by James Plotkin and features contributions by Canadian cello player Julia Kent, drummer Marco "Il Bue" Schiavo (from cult band Larsen), Colombian multi-instrumentalist Maria Mallol Moya, and experimental brass player Ramon Moro.

1. Snake Oil2. Lustighe Ghai3. Piume4. Nne5. Durch den Irrgarten Hindurch

Release Date: 19 July 2019

GIANNI GIUBLENA ROSACROCE : “ANTINFERNO” Part 3 of the Georg Trakl’ tetralogy will be out the 24th of July on Bindu Sound!  Featuring Maria Mallol Moya on vocals and Walter Magri on bass, artwork by Suka Mabuk

Formato: tape. BANDCAMP

Qui Il podcast della puntata di Lunedi 27 Maggio, di Rituali, trasmissione radio in onda ogni Lunedi su Border Radio. Paul Beauchamp è stato invitato e ha presentato gli artisti che si sono esibiti nella sua rassegna Sublime Grove. Rassegna svolta tra il 2018 e i primi mesi del 2019, che ha portato dal vivo a Torino all’Unione Culturale Antonicelli, nella sua splendida location sotto Palazzo Carignano, tutti gli artisti che si sono avvalsi del lavoro di fonico di Paul nell’O.F.F. Studio di Torino: Claudio Rocchetti, SabaSaba, Lo Dev Alm (Daniele Pagliero), Luigi Pugliano, Tiresia (Bruno Dorella e Stefano Ghittoni), The Verge Of Ruin (Stefano de Ponti e Shari DeLorian), Luca Sigurtà, Natura Morta (Maria Mallol Moya), Darkram Darkram (Ramon Moro) Fabrizio Modonese Palumbo, Ipersensity (Daniele Pagliero e Stefano Giusti). www.facebook.com/radiorituali/ www.border-radio.it

[Talky Nerds - A proposito di Draghi e Droga](https://blog.becomix.me/talky-nerds-a-proposito-di-draghi-e-droga/ "https://blog.becomix.me/talky-nerds-a-proposito-di-draghi-e-droga/")

Menestrelli di un nuovo glam rock o semplici tossici che, in fattanza dura, vedono draghi e manticore? Dungeons and Drugs, primo album della super band Talky Nerds pone questo inquietante interrogativo.

WE ONLY CARE ABOUT DRAGONS, SWORDS, DRUGS, & DUNGEONS. AND NOW LET’S ROLL FOR INITIATIVE, STUPID BASTARD!!!

Cosa succede quando Stefano Isaia (bestia incalzante dei Movie Star Junkies, sarcedote nei rituali occulti di Gianni Giublena Rosacroce e La Piramide di sangue, predicatore folle in centinaia di canzoni, dai LAME all’ultimissima incarnazione Love Trap) incontra Andrea Pilleri (leggenda del garage rock, basta citare Rippers, Love Boat, The Ooops e Suchi Corner), Matteo Givone (Indianizer, Maniaxxx), Riccardo Salvini (Indianizer, Foxhound, Love Trap) e Maria Mallol Moya (Natura Morta, Lame, GGR, Space Alien from Outer Space)*? La risposta è ovvia: si forma una super band glam punk a tema fantasy. Un miracolo tutto italiano, insomma.

_Dungeons & Drugs_ è un album di inni generazionali hard rock per giovani avventurieri (Dragon Stones, God bless my sins), romanticamente sporcato da ballate garage (Black Sword of Doom, The Quest for Lady Lilian). L’intero album potrebbe essere riassunto come l’incontro tra un garage punk più sporco à la Dead Moon e il glam rock dei Twisted Sisters. Sonorità calde per narrare le avventure a Dungeons & Dragons giocate esclusivamente in prima edizione (dove la razza poteva essere una classe e l’elfo non poteva superare il decimo livello).

Che storia. Un unidentified magical power ha reso semplici junkies avventurieri da dungeon che liberi girano per il mondo portandosi sulle spalle la scomparsa arte arcana del rock’n’roll, in un mondo divorato dalla degenerazione dei beat e squallidi rapper. I testi infatti recitano: My life’s full of skeletons, spiders and dwarves – I am warrior, I love my job. E come dimenticare il sonetto, già un classico ormai,che narra del drammatico amore di due Uruk-hai, I love you more than Mordor? Potete ascoltare l’album da qui. Punk and nerds stay united.

I Talky Nerds hanno appena concluso il tour di uscita del disco in giro per l’Europa, stregato astanti in lugubre osterie, tra laghi montani e fiumi esoterici pieni di urina di cocainomani. Sono stato tra gli impavidi testimoni e ho visto goblin sgrindellare chitarre, colpi furtivi al basso andati a segno e sono stato stregato dalle arti arcane della fattucchiera Lilian (maledetti tiri salvezza, non vanno mai a segno). Il disco appena è uscito in 300 copie per l’etichetta francese POUeT! Schallplatten e l’italiana Jacob Records. Cover e retro sono a firma di Arthur Satan, tatuatore nonché leader dei J.C. Satan. Un tesoro che si può trovare solo nei dungeons più oscuri, difeso da rugginofaghi e cubi gelatinosi, immancabile per gli amanti dei gdr e delle droghe. Da ascoltare leggendosi Legione, Dogmadrome o La Fortezza.

*È probabile che mi sia dimenticato qualche band. Occorrerrà al più presto uno studio preciso sull’incredibile produzione musicale di questi pazzi pazzi tizzi.

L'originale è stato pubblicato su [https://blog.becomix.me/talky-nerds-a-proposito-di-draghi-e-droga/](https://blog.becomix.me/talky-nerds-a-proposito-di-draghi-e-droga/ "Permalink")

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WE ONLY CARE ABOUT DRAGONS, SWORDS, DRUGS, & DUNGEONS. AND NOW LET’S ROLL FOR INITIATIVE, STUPID BASTARD!!!

Cosa succede quando Stefano Isaia (bestia incalzante dei Movie Star Junkies, sarcedote nei rituali occulti di Gianni Giublena Rosacroce e La Piramide di sangue, predicatore folle in centinaia di canzoni, dai LAME all’ultimissima incarnazione Love Trap) incontra Andrea Pilleri (leggenda del garage rock, basta citare Rippers, Love Boat, The Ooops e Suchi Corner), Matteo Givone (Indianizer, Maniaxxx), Riccardo Salvini (Indianizer, Foxhound, Love Trap) e Maria Mallol Moya (Natura Morta, Lame, GGR, Space Alien from Outer Space)*? La risposta è ovvia: si forma una super band glam punk a tema fantasy. Un miracolo tutto italiano, insomma.

_Dungeons & Drugs_ è un album di inni generazionali hard rock per giovani avventurieri (Dragon Stones, God bless my sins), romanticamente sporcato da ballate garage (Black Sword of Doom, The Quest for Lady Lilian). L’intero album potrebbe essere riassunto come l’incontro tra un garage punk più sporco à la Dead Moon e il glam rock dei Twisted Sisters. Sonorità calde per narrare le avventure a Dungeons & Dragons giocate esclusivamente in prima edizione (dove la razza poteva essere una classe e l’elfo non poteva superare il decimo livello).

Che storia. Un unidentified magical power ha reso semplici junkies avventurieri da dungeon che liberi girano per il mondo portandosi sulle spalle la scomparsa arte arcana del rock’n’roll, in un mondo divorato dalla degenerazione dei beat e squallidi rapper. I testi infatti recitano: My life’s full of skeletons, spiders and dwarves – I am warrior, I love my job. E come dimenticare il sonetto già classicoche narra il drammatico amore di due Uruk-hai, I love you more than Mordor? Potete ascoltare l’album da qui. Punk and nerds stay united.

I Talky Nerds hanno appena concluso il tour di uscita del disco in giro per l’Europa, stregato astanti in lugubre osterie, tra laghi montani e fiumi esoterici pieni di urina di cocainomani. Sono stato tra gli impavidi testimoni e ho visto goblin sgrindellare chitarre, colpi furtivi al basso andati a segno e sono stato stregato dalle arti arcane della fattucchiera Lilian (maledetti tiri salvezza, non vanno mai a segno). Il disco appena è uscito in 300 copie per l’etichetta francese POUeT! Schallplatten e l’italiana Jacob Records. Cover e retro sono a firma di Arthur Satan, tatuatore nonché leader dei J.C. Satan. Un tesoro che si può trovare solo nei dungeons più oscuri, difeso da rugginofaghi e cubi gelatinosi, immancabile per gli amanti dei gdr e delle droghe. Da ascoltare leggendosi Legione, Dogmadrome o La Fortezza.

*È probabile che mi sia dimenticato qualche band. Occorrerrà al più presto uno studio preciso sull’incredibile produzione musicale di questi pazzi pazzi tizzi.

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Menestrelli di un nuovo glam rock o semplici tossici che, in fattanza dura, vedono draghi e manticore? Dungeons and Drugs, primo album della super band Talky Nerds pone questo inquietante interrogativo.

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Cosa succede quando Stefano Isaia (bestia incalzante dei Movie Star Junkies, sarcedote nei rituali occulti di Gianni Giublena Rosacroce e La Piramide di sangue, predicatore folle in centinaia di canzoni, dai LAME all’ultimissima incarnazione Love Trap) incontra Andrea Pilleri (leggenda del garage rock, basta citare Rippers, Love Boat, The Ooops e Suchi Corner), Matteo Givone (Indianizer, Maniaxxx), Riccardo Salvini (Indianizer, Foxhound, Love Trap) e Maria Mallol Moya (Natura Morta, Lame, GGR, Space Alien from Outer Space)*? La risposta è ovvia: si forma una super band glam punk a tema fantasy. Un miracolo tutto italiano, insomma.

_Dungeons & Drugs_ è un album di inni generazionali hard rock per giovani avventurieri (Dragon Stones, God bless my sins), romanticamente sporcato da ballate garage (Black Sword of Doom, The Quest for Lady Lilian). L’intero album potrebbe essere riassunto come l’incontro tra un garage punk più sporco à la Dead Moon e il glam rock dei Twisted Sisters. Sonorità calde per narrare le avventure a Dungeons & Dragons giocate esclusivamente in prima edizione (dove la razza poteva essere una classe e l’elfo non poteva superare il decimo livello).

Che storia. Un unidentified magical power ha reso semplici junkies avventurieri da dungeon che liberi girano per il mondo portandosi sulle spalle la scomparsa arte arcana del rock’n’roll, in un mondo divorato dalla degenerazione dei beat e squallidi rapper. I testi infatti recitano: My life’s full of skeletons, spiders and dwarves – I am warrior, I love my job. E come dimenticare il sonetto già classico I love you more than Mordor che narra il drammatico amore di due Uruk-hai, I love you more than Mordor? Potete ascoltare l’album da qui. Punk and nerds stay united.

I Talky Nerds hanno appena concluso il tour di uscita del disco in giro per l’Europa, stregato astanti in lugubre osterie, tra laghi montani e fiumi esoterici pieni di urina di cocainomani. Sono stato tra gli impavidi testimoni e ho visto goblin sgrindellare chitarre, colpi furtivi al basso andati a segno e sono stato stregato dalle arti arcane della fattucchiera Lilian (maledetti tiri salvezza, non vanno mai a segno). Il disco appena è uscito in 300 copie per l’etichetta francese POUeT! Schallplatten e l’italiana Jacob Records. Cover e retro sono a firma di Arthur Satan, tatuatore nonché leader dei J.C. Satan. Un tesoro che si può trovare solo nei dungeons più oscuri, difeso da rugginofaghi e cubi gelatinosi, immancabile per gli amanti dei gdr e delle droghe. Da ascoltare leggendosi Legione, Dogmadrome o La Fortezza.

*È probabile che mi sia dimenticato qualche band. Occorrerrà al più presto uno studio preciso sull’incredibile produzione musicale di questi pazzi pazzi tizzi.

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WE ONLY CARE ABOUT DRAGONS, SWORDS, DRUGS, & DUNGEONS. AND NOW LET’S ROLL FOR INITIATIVE, STUPID BASTARD!!!

Cosa succede quando Stefano Isaia (bestia incalzante dei Movie Star Junkies, sarcedote nei rituali occulti di Gianni Giublena Rosacroce e La Piramide di sangue, predicatore folle in centinaia di canzoni, dai LAME all’ultimissima incarnazione Love Trap) incontra Andrea Pilleri (leggenda del garage rock, basta citare Rippers, Love Boat, The Ooops e Suchi Corner), Matteo Givone (Indianizer, Maniaxxx), Riccardo Salvini (Indianizer, Foxhound, Love Trap) e Maria Mallol Moya (Natura Morta, Lame, GGR, Space Alien from Outer Space)*? La risposta è ovvia: si forma una super band glam punk a tema fantasy. Un miracolo tutto italiano, insomma.

_Dungeons & Drugs_ è un album di inni generazionali hard rock per giovani avventurieri (Dragon Stones, God bless my sins), romanticamente sporcato da ballate garage (Black Sword of Doom, The Quest for Lady Lilian). L’intero album potrebbe essere riassunto come l’incontro tra un garage punk più sporco à la Dead Moon e il glam rock dei Twisted Sisters. Sonorità calde per narrare le avventure a Dungeons & Dragons giocate esclusivamente in prima edizione (dove la razza poteva essere una classe e l’elfo non poteva superare il decimo livello).

Che storia. Un unidentified magical power ha reso semplici junkies avventurieri da dungeon che liberi girano per il mondo portandosi sulle spalle la scomparsa arte arcana del rock’n’roll, in un mondo divorato dalla degenerazione dei beat e squallidi rapper. I testi infatti recitano: My life’s full of skeletons, spiders and dwarves – I am warrior, I love my job. E come dimenticare il sonetto già classico I love you more than Mordor che narra il drammatico amore di due Uruk-hai, I love you more than Mordor? Potete ascoltare l’album da qui. Punk and nerds stay united.

I Talky Nerds hanno appena concluso il tour di uscita del disco in giro per l’Europa, stregato astanti in lugubre osterie, tra laghi montani e fiumi esoterici pieni di urina di cocainomani. Sono stato tra gli impavidi testimoni e ho visto goblin sgrindellare chitarre, colpi furtivi al basso andati a segno e sono stato stregato dalle arti arcane della fattucchiera Lilian (maledetti tiri salvezza, non vanno mai a segno). Il disco appena è uscito in 300 copie per l’etichetta francese POUeT! Schallplatten e l’italiana Jacob Records. Cover e retro sono a firma di Arthur Satan, tatuatore nonché leader dei J.C. Satan. Un tesoro che si può trovare solo nei dungeons più oscuri, difeso da rugginofaghi e cubi gelatinosi, immancabile per gli amanti dei gdr e delle droghe. Da ascoltare leggendosi Legione, Dogmadrome o La Fortezza.

*È probabile che mi sia dimenticato qualche band. Occorrerrà al più presto uno studio preciso sull’incredibile produzione musicale di questi pazzi pazzi tizzi.

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