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#itaca comunicazione
marcogiovenale · 6 months
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oggi, 16 dicembre, a parma: "scritture complesse 2023" @ abbazia di valserena _ un primo confronto sulle esperienze più recenti
si tiene OGGI – sabato 16 dicembre 2023 – a Parma, nella cornice dell’abbazia di Valserena, il primo raduno dedicato alle SCRITTURE COMPLESSE cliccare per ingrandire cliccare per ingrandire pdf: scritture complesse_ 16 dic 2023_ parma _
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lamilanomagazine · 1 year
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Fano: A Passaggi, il festival della poesia con il vincitore del Premio Fortini
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Fano: A Passaggi, il festival della poesia con il vincitore del Premio Fortini. L’ultima pagina dell’edizione 2023 di Passaggi Festival sarà scritta in versi: a chiudere la manifestazione dedicata ai libri, in programma a Fano, sarà il mini festival di poesia ‘Passaggi diVersi’: tre appuntamenti, tutti concentrati nella serata finale di domenica 25. Ad aprire sarà il ‘Premio letterario internazionale Franco Fortini’ (ore 21): sarà proclamato il vincitore dell’ottava edizione, scelto fra la cinquina finalista composta da Prisca Agustoni (Verso la ruggine, ed. Interlinea), Francesco Brancati (L’assedio della gioia, ed. Le Lettere), Marilena Renda (Fuoco degli occhi, Nino Aragno editore), Mary Barbara Tolusso (Apolide, ed. Mondadori), Gian Mario Villalta (Dove sono gli anni, ed. Garzanti). La Giuria del Premio, è presieduta da Christian Sinicco e composta da Maria Borio (segretaria), Bernardo De Luca, Tommaso Di Dio, Carmen Gallo, Paolo Giovannetti, Fabrizio Lombardo, Francesca Marica, Giuseppe Nibali (segretario), Niccolò Scaffai, Francesco Terzago, Italo Testa e Antonio Tricomi, Il Premio Letterario Internazionale “Franco Fortini” è organizzato da Poiein APS in partenariato con Passaggi Cultura e in collaborazione con Centro Interdipartimentale di Ricerca Franco Fortini in “Storia della tradizione culturale del Novecento” – Università di Siena, Fondazione per la critica sociale, Fondazione Palazzo Litta per Arti Onlus – MTM, Ass. Culturale Perda Sonadora – Festival Cabudanne de sos Poetas e Dipartimento di Comunicazione, arti e media “Giampaolo Fabris” dell’Università IULM. A seguire l’appuntamento dedicato agli ‘Editori coraggiosi’ (ore 22), con due coppie formate da editore e poeta, intervistate da Fabrizio Lombardo. Ci saranno Franca Mancinelli, curatrice della collana di poesia dell’editore Anima Mundi, insieme con la poetessa Roberta Castoldi, autrice de “La formula dell’orizzonte” (AnimaMundi), e Cristina Daglio, editrice di Puntoacapo, con il poeta Luca Nicoletti (“Rappresentazione della Luna”, Puntoacapo edizioni). Si terminerà, dalle 23 a mezzanotte, con ‘Calici diVersi’, con letture di poesie e degustazione di vini marchigiani dell’azienda Crespaia di Fano, e con il brindisi finale di Passaggi Festival 2023. I poeti protagonisti della lettura ad alta voce saranno Christian Sinicco, finalista al Premio Strega Poesia con ‘Ballate di Lagosta’ (Donzelli); Francesca Bavosi, autrice di “Ipotesi di misura” (Fara Editore); Gianni Iasimone con “Il mondo che credevo. Un poema metà-fisico” (Arcipelago Itaca); Daniele Ricci con “Lezione di meraviglia” (Italic Pequod) di, Salvatore Ritrovato con “La circonferenza della vita” (Marcos y Marcos). A presentare la serata saranno Fabrizio Lombardo e Marta Mallucci del social media team di Passaggi. “Quest’anno - spiega Lombardo, curatore della rassegna - abbiamo condensato in una serata lo spirito che all’interno di Passaggi festival rappresenta la poesia, ovvero uno sguardo intenso che ritiene la scrittura poetica capace di descrivere il presente meglio di altre forme. In quest’edizione ne sono testimonianza libri importanti come quelli in finale al premio Fortini; le voci al femminile dei progetti editoriali che andremo a raccontare; le diverse scritture che ascolteremo nel reading che chiuderà la rassegna e il festival”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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tarditardi · 1 year
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DARMAN - IN COLLABORAZIONE CON PROGETTO ITACA IL TOUR CHE GIRA DAPPERTUTTO: CONFERMATE LE PRIME DATE
L'artista calabrese Darman, ormai una certezza nel panorama rock e cantautorale italiano, porterà in giro per l'Italia il suo ultimo album "Rifugio", uscito lo scorso 18 novembre, partendo da Firenze il 13 gennaio 2023.
"Il tour che gira dappertutto", il nuovo giro musicale d'Italia di Darman, ha un sapore del tutto particolare. Il cantautore calabrese, infatti, porterà la sua musica nei Club di Progetto Itaca, Fondazione che promuove programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della Salute Mentale e alle loro famiglie. Darman suonerà per loro, in concerti intimi che sfoceranno in veri e propri laboratori musicali, dove la musica sarà il veicolo mediante il quale scoprire il bello che c'è in tutti noi e attorno a noi.
Le prime date confermate:
13/01 Firenze
9/02 Torino
13/02 Bologna
14/02 Parma
15/02 Milano
24/02 Lecce
14/03 Palermo
24/03 Napoli
28/03 Genova
Commenta l'artista il nuovo tour: "Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia che mi ha regalato un'esperienza unica: quella di condividere la mia esistenza con due persone per me speciali, Zia Nice e Zio Gregorio. Grazie a loro, alla loro gioia di vivere e grazie all'amore che i miei familiari hanno sempre trasmesso loro, ho potuto constatare in prima persona quanto ogni singola esistenza sia importante e quanto ogni storia umana vada vissuta fino in fondo. Il rispetto e l'importanza della vita vanno ben aldilà della semplice e, spesso, superficiale percezione personale. La realtà è soggettiva, e ciascun essere vivente la vive appieno per come percepisce e si muove in quello spazio e in quel tempo. Questa mia esperienza mi ha insegnato quanto sia importante il rispetto e l'amore per la vita, quanto sia bello donare gioia a persone speciali. Spesso ho suonato per i miei zii e da sempre avevo in mente di realizzare un progetto di questo tipo e regalare momenti di gioia e bellezza a più persone possibili. Tutto questo ha preso forma grazie all'energia vitale con cui Leonardo Artini ha risposto alla mia proposta di realizzare il tour al Club Itaca di Firenze. Il nostro entusiasmo è stato talmente contagioso che l'idea si è allargata a tutti gli altri Club della Fondazione, diventando un vero e proprio tour italiano. Sarò onorato di realizzare questi laboratori musicali coi Soci dei Club e vivere momenti di piacere e scambio culturale ed emozionale."
Spiega Leonardo Artini, responsabile comunicazione di Progetto Itaca Firenze: "Ogni mattina a Club Itaca (nostro progetto di riabilitazione per lo sviluppo dell'autonomia socio-lavorativa) leggiamo tutti insieme le mail e lo scorso maggio siamo stati meravigliosamente colpiti da questa proposta di Darman. Ci ha subito unito la passione per la musica, elemento che ci accompagna in molte fasi della giornata, il suo modo di scrivere e le parole utilizzate ci hanno fatto capire che ci fosse qualcosa di speciale in lui. Proprio come in ognuno di noi. Colpito da questo forte entusiasmo ho coinvolto subito Lorenzo (responsabile comunicazione di Fondazione Progetto Itaca) ed in seguito ad una call con il cantautore calabrese, ci siamo subito attivati per coinvolgere le altre sedi di Progetto Itaca. Le adesioni non hanno tardato ad arrivare. Adesso tutti i Soci (ragazzi con disagio psichico che aderiscono gratuitamente al Club) stanno aspettando il momento di conoscere Darman, le sue canzoni e di condividere piacevoli momenti insieme, ognuno con la sua storia. Tutto questo mi riempie di orgoglio e sono certo che la voce di Darman (con le sue note), da Milano a Palermo, possa amplificare il nostro messaggio a sostegno della salute mentale. Grazie ancora e stay tuned!"
Progetto Itaca nasce nell'ottobre del 1999 con l'obiettivo di promuovere programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie. Ciò che ha spinto alla fondazione di Progetto Itaca è stato sperimentare personalmente il dolore che colpisce un'intera famiglia quando una persona, quasi sempre molto giovane, si ammala di un disturbo mentale. Spesso il grave ritardo della diagnosi e della cura porta un danno grandissimo alla sua vita. Per il recupero del benessere, però, accanto alle terapie farmacologiche, altrettanto importanti sono un ambiente favorevole e una società più accogliente, sensibile e informata che possano attivare una forte rete di supporto. È trasversale, inoltre, per tutte le iniziative di Progetto Itaca la sensibilizzazione della comunità per superare stigma e pregiudizio, diffondendo una corretta informazione per favorire la prevenzione e l'orientamento alla cura. Nel corso degli anni, la piccola squadra iniziale di Progetto Itaca adesso conta più di 600 volontari attivi in ben 17 sedi in tutta Italia, e solo nell'ultimo anno ha sostenuto più di 12.300 persone, formandone più di 800 e sensibilizzandone più di un milione.
"Rifugio" è il "quarto album di inediti di Darman composto da 9 brani scritti e arrangiati dal cantautore calabrese (ad accezione del testo di "Come la mente sempre più assisa", di Umberto Alcaro). Darman sorprende ancora una volta con un disco acustico, che si discosta dalle tre precedenti produzioni alternative rock. Con Rifugio siamo in una dimensione più minimale negli arrangiamenti, in cui è preservata l'idea l'anima intima dei brani, impreziosita da scelte stilistiche di finezza e dolcezza.
Il filo conduttore che lega trasversalmente tutti i brani dell'album è la ricerca di un percorso di interiorità che possa condurre agli altri, al mondo. Il vero "Rifugio" è inteso come un senso di apertura e non di chiusura. Nella copertina, infatti, trova spazio un "ossimoro visivo", è come se il titolo fosse apparentemente contrapposto alla figura iconica del guscio d'uovo. Infatti, molto spesso, il rifugio è interpretato come un luogo nel quale chiudersi ed estraniarsi da ciò che ci circonda; nel significato di Darman, invece, il concetto è stravolto: qui si è davanti a un'apertura totale verso la scoperta del mondo, della vita vissuta a 360°, della conoscenza di sé stessi e, di riflesso, degli altri.
Biografia
Darman, volto nuovo dell'alternative rock italiano prossimo a lanciare il suo quarto album in studio "Rifugio", è attualmente impegnato con l'Eunomos tour 2022, col quale sta portando in giro per l'Italia la sua musica intima e luminescente.
Il cantautore calabrese di base a Torino ha già all'attivo tre lavori discografici, tutti pubblicati per l'etichetta Ayawasca Sciamani Musicali: "Four-Leaved Shamrock" 10 novembre 2015, "Segale Cornuta"; 20 aprile 2017 e "Necessità Interiore", 3 aprile 2020.
"Necessità Interiore", registrato ed editato da Christian Lisi al Not Brushing Dolls di Castel San Pietro Terme (Premio Tenco con "Il Grande Freddo" di Claudio Lolli), mixato da Dirk Feistel allo Studio X Berlin e masterizzato da Kai Blankenberg allo Skiline Tonfabrik di Dusseldorf, (entrambi freschi collaboratori per il live a Berlino dei Black Rebel Motorcycle Club) fa sbarcare Darman nei negozi di dischi grazie alla collaborazione con AudioGlobe.
Sono molti i singoli che Darman ha lanciato in questi primi cinque anni di carriera da solista. Come non citare "Strana Creatura", attualmente il suo brano di maggior successo, primo singolo estratto da Segale Cornuta e pubblicato in anteprima su Fanpage il 30 marzo 2017 (il videoclip su YouTube ha ricevuto oltre 210.000 views). O "Pubblicità Riflesso", primo singolo estratto da Necessità Interiore e pubblicato in anteprima italiana su Rockerilla e mondiale su Vents Magazine.
Il nome e il seguito che è riuscito a creare attorno a sé ha portato Darman a realizzare quattro tour italiani e uno europeo (il secondo sarebbe dovuto partire nella primavera del 2020, poi annullato per via della pandemia da Covid-19), oltre che a presenziare su palcoscenici importanti; ne sono un esempio il Concerto del Primo Maggio 2012 in Piazza Maggiore a Bologna, le due anteprime in Expo Milano 2015 e la partecipazione da headliner al festival italiano Musaic-On 2017 e al The Sound Festival 2018 in Olanda.
Anticipato dai brani "Agay" ed "Elle", venerdì 18 novembre esce il nuovo album "Rifugio" disponibile in tutti i negozi di dischi in versione cd e vinile e su tutte le piattaforme di streaming digitale distribuito da Audioglobe, prodotto dallo stesso Darman per Ayawasca Sciamani Musicali (Edizioni di Riccardo Rinaldi).
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itacawinetwork · 6 years
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Have a nice monday! (By The Official Home Of Modern Toss).
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nineteeneighty4 · 4 years
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Tracciare il confine è il primo gesto della vita, ovvero distinguere l’interno dall’esterno, l’identità dalla differenza, la propria patria da quella straniera. “Ma la vita non è solo bisogno di appartenenza”. “Esiste un’altra polarità fondamentale, quella dello sconfinamento, dalla libertà”. L’umanità oscilla, dunque, tra il desiderio di appartenenza e il desiderio della libertà. In Occidente questo desiderio di sconfinamento è rappresentato dalla figura mitica di Ulisse, che insegue un costante e vertiginoso sconfinamento della libertà.La malattia arriva quando uno dei due poli si irrigidisce, quando questa dialettica fra due poli viene mano”. Allora avremo una libertà senza radici, oppure un’appartenenza senza libertà, dove il confine diventa una barriera. Se la vita senza confine rischia di precipitare nel caos, d’altra parte c’è anche il rischio che il confine diventi un muro. Il confine serve per delimitare una identità, per distinguere l’interno dall’esterno, ma rende anche possibile lo scambio fra interno e esterno, fra differenza e identità. “Il confine è tale solo se è poroso, ovvero solo se si riconosce la sua capacità di transito, di comunicazione”. Invece, spesso, il confine si irrigidisce ed emerge un fantasma di contaminazione, dove lo straniero è il nemico da cui bisogna difendersi.La tentazione del muro, di difendere i proprio confini, di vivere l’altro come luogo di una minaccia, appartiene all’umano. “Esiste una pulsione a proteggersi dallo straniero. Ma lo straniero non è soltanto qualcuno che abita al di là della frontiera”. Lo straniero ci abita, è dentro ognuno di noi. È che quello che Freud ebbe l’intuizione di riconoscere e definire come inconscio. Qualcosa che ci appartiene, ma che non possiamo governare: un po’ come il battito del nostro cuore. Dal nostro cuore dipendono tutti gli altri organi. “Noi siamo il nostro cuore, eppure il nostro cuore è in qualche modo straniero, dal momento che non lo possiamo governare”.Come accennato prima, nella cultura occidentale a rappresentare la sete di sconfinamento è la figura di Ulisse. Ulisse è, infatti, presentato da Omero non tanto come il grande re di Itaca, o l’astuto guerriero che vince la guerra di Troia. “Ulisse ci appare come un naufrago, senza patria e perduto nel mare. Ma non siamo forse noi tutti simili a Ulisse? Non approdiamo tutti noi sempre su terre sconosciute? Non chiediamo sempre noi al nostro “altro” di essere accolti?"
Massimo Recalcati, Lessico civile.
(A. D. O R. O).
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malinconialeggera · 4 years
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La vicenda umana è lacerata tra l'ordinato incedere della ragione che consente di abitare un mondo a tutti comune dove è possibile la comunicazione, e l'insorgenza dell'irrazionale che spezza quel mondo, disarticola la comunicazione e dissolve i confini del paesaggio nel senza-confini dello spaesamento.
Claudio Magris - Itaca e oltre
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IL TURISMO È SLOW NEI BORGHI DEI PESCATORI #IncantesimiDiViaggio
 Mjlet, l'isola della Dalmazia meridionale che fu approdo di Ulisse...
I borghi dei pescatori si specchiano nell’acqua cristallina. La vita è tutta lì, negli antichi villaggi circondati dalle colline dove l’incedere è lento come il mare sempre calmo, protetto dalle baie.  Zaffiro della Dalmazia meridionale, Mjlet è una tavolozza di colori nitidi:
Il rosso del vino prodotto dai vigneti della vallata di Cozarica
L’arancio dei tramonti di Pomena
Il giallo del sole che rende roventi le rocce
Il verde delle colline lussureggianti
L’azzurro del cielo che accarezza le punte degli altipiani
Il blu del mare che a nord si confonde nel lago
Il bianco delle vele che trovano sicuro riparo nelle baie.
 La puoi scoprire solo vivendola. Parlando con i pochi residenti o con chi lavora nei ristoranti. Il centro -  sud dell’isola, lunga poco più di 40 km, si adagia su un turismo autorganizzato. Si basa sulla sorprendente accoglienza dei privati che mettono a disposizione alloggi; sul calore delle famiglie che hanno trasformato l’amore per la pesca in una ristorazione di qualità che valorizza la tradizione. Laddove loro non arrivano, non arrivano altri. Ne sono testimonianza, ed è un vero peccato, i villaggi antichi dell’entroterra. Alcuni abbandonati, altri in via di estinzione.
 L’isola dei colori. Come i riflessi magici nella grotta di Ulisse. Una caverna carsica dove il personaggio mitologico sarebbe rimasto per sette anni prima di poter tornare a Itaca da Penelope. Nuotando attraverso un canale naturale si apre lo specchio d’acqua della grotta. L’atmosfera è così rarefatta, i suoni così amplificati, gli odori così sapidi, che sembra davvero di tornare di indietro nel tempo. Sembra che di lì a poco arrivi Calipso per portare cibo e amore a Ulisse. Lì dove oggi i giovani si tuffano nella leggenda da scogli altissimi che compongono coreografie spettacolari. Lì in quel percorso accidentale che finisce a picco nel mare, unico refrigerio per la pelle bollente.  
Che contrasto con Saplunara e Blace! Il sud delle spiagge sabbiose dove la vegetazione mediterranea si spinge fino ai fondali del mare. Dove nei week end di agosto si gode la quiete di poche voci in lontananza. L'acqua raggiunge quasi 30 gradi. All'imbrunire si raggiunge Saplunara piccola per un Mojto super e un tramonto indimenticabile al Beach Bar. È tutto essenziale. Eppure così accogliente e funzionale.  Anche la doccia riscaldata dai pannelli solari. 
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 Dal profano sacro.  L' soletta di Santa Maria nel Parco Nazionale protetto dal WWF, ospita un imponente monastero benedettino.  Oggi è disabitato ma ancora si colgono i segni del lavoro e della preghiera. Il silenzio, la pace, l’energia mistica, gli orizzonti variopinti.
Il fumo dai barbecue indica il calare della sera. Si torna nei villaggi. I ristoranti sono a conduzione familiare. Raccontano storie.  Esprimono tradizioni.  Un'atmosfera che ancora si percepisce anche in quelli più turistici. Il polpo "under The bell" cotto in una casseruola poggiata sulla brace ne è testimonianza. 
 Il giorno si spegne così. Passeggiando lungo i moli dei borghi, tra le barchette dei pescatori e la luce delle stelle. Lentamente, senza disturbare il corso della natura. Cautamente. Aspettando l'alba. 
 Titty Santoriello, Mila Comunicazione
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marcogiovenale · 6 months
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16 dicembre, parma, "scritture complesse 2023" @ abbazia di valserena
si terrà a Parma, nella cornice dell’abbazia di Valserena il primo raduno dedicato alle SCRITTURE COMPLESSE sabato 16 dicembre 2023. cliccare per ingrandire cliccare per ingrandire pdf: scritture complesse_ 16 dic 2023_ parma _
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tmnotizie · 5 years
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PESARO – Oggi è stato presentato il nuovo video “Pesaro città d’amare” tutta la nostra bellezza raccontata in un video di qualche minuto, un invito ironico e allegro, a visitare la città. Si propone di promuoverla nel mondo, con le immagini dei luoghi più belli: il parco San Bartolo, la Sfera Grande di Pomodoro, il mare, il moletto, il porto. E ancora le albe, il porto, i tramonti, gli eventi, la musica, le spiagge, una città dove si suona e si balla.
“Da questa clip emerge tutta la bellezza di Pesaro – ha commentato il sindaco Matteo Ricci- sono immagini che vediamo quotidianamente ma le diamo per scontate. Può essere utilizzato in molti modi e può diventare il jingle della città,  per la sua efficacia e semplicità.”
“E’ un omaggio alla città di Pesaro �� ha precisato Massimiliano Santini consigliere comunale con delega al coordinamento eventi – una canzone scritta a quattro mani da me insieme ad Alessandro Clini, musiche di Alessandro Clini”.
“Massimiliano ha due capacità – ha aggiunto Ricci-  la prima creare entusiasmo e squadra, la seconda riesce a far emergere l’orgoglio, che i pesaresi hanno ma non riescono ad esternarlo. Il successo del Palio dei Bracieri è stato proprio questo, al di là della manifestazione goliardica, l’aver fatto scoprire alle nuove generazioni il senso di appartenenza alla città, ai quartieri.” “Grazie a Massimiliano sono nati tanti progetti, questo è dal punto di vista comunicativo il più elegante” così Enzo Belloni assessore all’Operatività.
A breve sarà attiva pagina facebook Pesaro città d’amare – ha annunciato Santini – con le informazioni del progetto e vorremmo che diventasse un contenitore di notizie positive che riguardano Pesaro in chiave gioiosa, inviteremo tutti i pesaresi a pubblicare foto. L’idea è di far volare la clip fuori da Pesaro, l’invito è a condividerla il più possibile.”
Un incipit di tutto rispetto, i versi in dialetto pesarese del poeta Carlo Pagnini, inediti e scritti per l’occasione, con sottotitoli in italiano. Al poeta va un ringraziamento speciale per essersi subito reso disponibile con il suo amore smisurato per la città.  “Non cambierei la mia città con nessuna altra città al mondo – ha sottolineato con un filo di commozione Carlo Pagnini – mi piace e mi piace la gente, mi sento fortunato di poter vedere le cose belle che ci sono. Così inizia e finisce il mio discorso. Perché cambiare? Possiamo solo ringraziare”. Ma in tanti hanno lavorato al progetto, “hanno subito accettato – ha evidenziato Santini- senza un compenso, dedicando ore e ore. Persone che amano Pesaro con tutto l’amore del mondo”.  Ecco tutti i partecipanti e i partner:
ATTORI
Carlo Pagnini poeta, attore e storico della città di Pesaro
“Officine Creative Marchigiane” (grafica e comunicazione)
Francesco Agostini, Alex Cavuoto e Marco Bonci “Francesco Agostini Produzioni” (video e fotografia)
Enrico Santini “Rolling Deep” (riprese aeree)
Laura Mungherli “Center Stage Multieducational” (ballo, coreografie e comparse)
Davide Red Battistelli “Lunik Studio” (registrazione)
Giacomo Blandi (musicista)
Marco Carloni (musicista)
Matteo Bruscolini (musicista)
Luca Pacini (musicista)
Nicola Campolucci (musicista)
Giovanni Tonti (musicista)
I  PARTNER
SPONSOR
Avis Comunale Pesaro
Assipalas Assicurazioni
LOCALI
“Bagni Itaca Beach”
“Osteria Maraviglia”
“La Cira”
DJ
“Pale Dj”  – Paolo Manzo
“Barto Dj” – Marco Bartolucci
MEDIA
“Radio Incontro”
“Vivere Pesaro”
“VPlay”
“Primo”
Già le prime frasi della canzone lo spiegano – ha detto Alessandro Clini ideatore del progetto insieme a Massiliano Santini- , parlo un po’ della mia città perché ne sono fiero. Il brano e il video sono prima di tutto per noi, per chi ha perso l’orgoglioso di essere pesarese, per mostrare il nostro patrimonio naturale, culturale ma soprattutto umano.” “Un giorno mi ha messo la pulce nell’orecchio: “Perché non scriviamo una canzone? ”, da lì è partito tutto” così ha raccontato Massimiliano Santini.
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alfredo-diana-blog · 6 years
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Rinascere ora
Ciao a tutti!Io sono Alfredo, questo é il mio blog, per coloro che si stanno connettendo ora in questo momento, vi informo che sto creando il mio blog oggi 28 Dicembre 2017, alle ore 18,22! Nasce questo blog in un modo un po' particolare e anche un po' lungo da raccontare, noi non ci conosciamo ora, ma se mai avremo modo di conoscerci meglio saprete che ho un sacco di cose da racontarvi. Partiamo dal titolo?Perche' no?Rinascere oggi!Sembrerebbe l'introduzione di un contesto religioso ed invece non c'entra niente con la religione, rinascere può voler dire tante cose e può abbracciare tanti argomenti, però io voglio portarvi diretti diretti all'argomento, anche perché mi sono promesso che con voi dovrò parlare e farmi capire come con un amico che conoscete da tanti anni o come con qualcuno con il quale intraprendere una sana conversazione.Rinascere per me sarà ritrovare in voi attraverso quello che vi racconterò la voglia di vivere, la felicità e...é già troppo?voi dite che ho già detto troppo?bè sono in tanti. Tanti la pensano o la penserebbero così, ma a me piace stare in minoranza!É nella minoranza che oggi trovo le cose più giuste quelle passate quelle sane, se la pensate come me allora possiamo andare avanti!😉 Qualche tempo fa mi sono fermato...e ad oggi fermarsi é un'azione in controtendenza, visto che viviamo in un era di velocità, rapidità, con la rete che viaggia...la fibra che viaggia...e io un giorno però mi sono fermato!Non bloccato sia ben inteso, fermato a riflettere sull'andamento del nostro tempo!In passato alcuni personaggi illustri lo fecero, e le loro analisi risultarono per noi molto importanti.Certo loro ebbero il lusso di potersi fermare, e pennnsareeee...Noi oggi credo sia quasi utopico non concepibile, fermarsi a pennnsareeee?però io l'ho fatto, oggi anzi già da prima.La risposta che mi sono dato é il motivo di questa mia nuova attività letteraria, ma quali sono state le domande che mi sono fatto sul mio pensiero?Ve lo state chiedendo pure voi?Ebbene ho riflettuto senza molti sforzi su ciò che ho intorno, e ho analizzato una catastrofica situazione umana. Oramai dicevo prima siamo a fine anno nel 2017, se osservo ciò che vedo in questa stanza, vedo che ho uno smartphone connesso a tre forse quattro social, anche se non arrivano messaggi per frenesia come una droga sfogliamo ininterrottamente le pagine di Facebook, tweeter, o controlliamo forzatamente le mail, anche ogni 15 secondi, poi c'è una TV, che minimo nella media sarà 40, 50 pollici come la mia, la sto guardando anche ora, connessa attiva, piena di azione spot dopo spot, é così da stamattina e se la dovessi spegnere (provate anche voi) sono sicuro che dopo pochi minuti qualcuno della mia famiglia, la riaccenderebbe, quasi per un'esigenza incontrollabile deve sempre stare accesa come il blocco schermo dei nostri cellulari.Ho voltato la testa e vedo mia moglie china sul suo smartphone, sta stirando ma in quel momento é in standby la scusa che la caldaia deve ricaricarsi, sta o su Facebook o su WhatsApp o con entrambi...connessa con la sua mente al ferro che tiene in mano, e non a quello per stirare.Da ciò si capisce che intorno a noi c'è tanta comunicazione passiva obbligata e superficiale.Mamma mia che scarrellata di rompi direbbe qualcuna...ed in effetti gli darei ragione visto che vi sto togliendo dei momenti preziosi che potete impiegare sui social.Perche' dovreste sentire le mie buffe lamentele?Io da oggi voglio cambiare il mondo! Ma é pazzo? Lo so lo avete pensato...no! Non sono pazzo sono solo sconcertato e voglio davvero cambiare la vita!Io ho cominciato a farlo già da un po' e per questo motivo voglio far capire anche a voi che può essere possibile.É troppo tempo che siamo passivi della rete e non ci rendiamo conto che i nostri cervelli sono dentro quei piccoli schermi e non comunicano più, perché sono connessi anche loro in una rete di dati troppo grande e veloce per essere consapevoli di ciò che stiamo...diciamo facendo...piu' abbiamo amici più la rete ci attira come le sirene di Ulisse, già le sirene incantatrici, ma ricordate quale era lo scopo degli dei per usare le sirene? Vi ricordate? Non volevano che Ulisse trovasse la strada del ritorno é così cercavano di bloccarlo...di stanarlo lì in modo che si dimenticasse il suo vero obiettivo!Vi sentite anche voi un po' così?quanti di voi capita che prendono il cellulare in mano, magari anche solo per vedere l'ora e si ritrovano dopo qualche secondo magari a confrontare un prezzo di un articolo di nostro interesse (sempre troviamo qualcosa di nostro interesse, casualmente la rete ci conosce troppo bene!) O poi siamo lì bloccati perché stiamo facendo il download degli ultimi eventi di qualche nostro amico...(anche qui...da notare che su Facebook siamo pieni di amici...anche se poi non conosciamo nemmeno)la rete ci ha catturato e per i prossimi 15 20 minuti tutto può aspettare, tuttttto!Ma ci rendiamo conto?Allora per questo io vi dico la soluzione per uscire fuori da questo tunnel c'è ma non é semplice...è rinascere, già solo rinascendo ora potremo trovare di nuovo ciò che la rete ci ha tolto con l'inganno, Itaca il nostro ritorno é la nostra vita!Siamo sicuri di averla ancora noi?parliamone😎
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2017/06/02/litinerario-seguito-da-federico-ii-salpato-da-brindisi-il-28-giugno-1228/
L’itinerario seguito da Federico II salpato da Brindisi il 28 giugno 1228
Giugno, lunedì 05, h. 09.00. Accoglienza ore 8.45
Brindisi. Palazzo Granafei-Nervegna (g.c.)
Sulla rotta della Francigena del Mare
  Quando le luci della notte si rifletteranno immobili sulle acque verdi di Brindisi Lascerai il molo confuso dove si agitano parole passi remi e macchinari L’allegria starà dentro di te accesa come un frutto Andrai a prua fra i negrumi della notte Senza alcun vento senza alcuna brezza solo un sussurrare di conchiglia nel silenzio Ma dall’improvviso rollio presentirai le cime Quando la nave rotolerà nell’oscurità serrata Ti troverai spersa all’interno della notte nel respirare del mare Perché questa è la vigilia di una seconda nascita
(Sophia de Mello Breyner Andresen, Itaca)
  Lunedì 5 giugno 2017, in occasione della XXXII Regata velica Internazionale Brindisi – Corfù, la Società di Storia Patria per la Puglia, in collaborazione con  il Circolo della Vela e il Comune di Brindisi, organizza un incontro di studi per la presentazione della Via Francigena del Mare, rotta storica sulla quale si attesta la Regata.
Atti e testimonianze evidenziano come nell’età normanno-sveva l’imbarco dei pellegrini da Brindisi alla volta di Gerusalemme, ad faciendum passagium yransmarinum, proseguisse facendo generalmente tappa a Corfù, Cerigo,  Creta, Rodi, Cipro, per poi approdare a San Giovanni d’Acri. Si tratta dell’itinerario seguito da Federico II  salpato da Brindisi il 28 giugno 1228 per la sua expeditio seu transfretatio in Terram sanctam.  Il I maggio 1229 l’imperatore s’imbarcò ad Acri  per fare rotta verso Brindisi ove giunge il 10 giugno dello stesso anno. Per il viaggio di ritorno sono noti soltanto due scali intermedi, Tiro e Limassol,  ma sembra molto probabile che il tragitto abbia ricalcato quello di andata, che a sua volta aveva seguito il classico itinerario per mare da Occidente verso Levante. Ogni popolo del Mediterraneo è unito dal mare più di quanto non lo sia dalle vie di terra; Platone fa affermare a  Socrate nel Fedone: “ritengo che la terra sia grandissima e che noi, dal Fasi alle colonne d’Ercole, non ne abitiamo che una ben piccola parte, solo quella in prossimità del mare, come formiche o rane intorno a uno stagno”.
La Regata Internazionale Brindisi Corfù ripercorre a vela, oggi come allora, un tratto di quella rotta con l’obiettivo di unire e diventare un punto d’incontro tra i popoli grazie a quello spirito sportivo e agonistico da sempre linguaggio universale capace di creare le più salde e costruttive sinergie tra gli uomini. Sulla stregua di questo ideale, nelle edizioni comprese tra il 2000 ed il 2002, la regata fu rinominata “Regata per i Diritti Umani“, sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Il Convegno, che vede anche il patrocinio del consolato di Grecia a Brindisi, prevede la partecipazione di storici e studiosi che presenteranno le evidenze e le testimonianze storiche legate alla Via Francigena del Mare, con l’obiettivo di raccogliere materiale storico-scientifico di supporto alla candidatura della rotta all’Associazione Europea delle vie Francigene e al Consiglio d’Europa per il suo riconoscimento ufficiale.
Nella circostanza sarà avanzata la candidatura  del Sistema difensivo territoriale brindisino quale sito da inserire nella World Heritage List, della Convenzione sul patrimonio mondiale.
  Comitato Scientifico:
Pasquale Corsi – Università di Bari
Presidente della Società di Storia Patria per la Puglia
  Pasquale Cordasco – Università di Bari
Direttore del Centro Studi Normanno-Svevi dell’Università di Bari
  Hubert  Houben – Università del Salento
Professore I Fascia. Ordinario di Storia Medievale, Presidente del Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Ordine Teutonico nel Mediterraneo
  Luciana Petracca – Università del Salento
Professore aggregato di Storia Medievale; Professore aggregato di Archivistica
  Giancarlo Vallone – Università del Salento 
Preside Facoltà di Giurisprudenza. Professore I Fascia.  Ordinario di Storia delle istituzioni politiche
  Maria Stella Calò Mariani –  Università di Bari
Docente emerito di storia dell’arte.
    Programma
Lunedì 5 giugno 2017
ore 08.45 Registrazione dei partecipanti
  ore 09.00
Saluti degli organizzatori e delle autorità
  ore 9.30.
Sulla rotta di levante. da Brindisi a corfù verso gerusalemme
  Interventi introduttivi
Francesco Rutelli
Coordinatore del Gruppo per le Antiche Vie Culturali e Religiose, in primis la via Francigena, presso il Pontificio Consiglio della Cultura
  Massimo Tedeschi
Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene
  Relazioni
Giuseppe Maddalena Capiferro
Società di Storia Patria per la Puglia
Brindisi e la crociata di Federico II
  Marco Leo Imperiale
Archeologo medievista – Università del Salento
Diari di pellegrinaggio tardo medievali
  Giuseppe Marella
Viator Studies Centre  dell’Università del Salento
Da Brindisi a Corfù verso Gerusalemme nel medioevo
  Luici Oliva
Viator Studies Centre  dell’Università del Salento
Il viaggio petrino dalla Terrasanta a Roma
  Cristian Guzzo
Società di Storia Patria per la Puglia
I Normanni e le vie di comunicazione nel meridione d’Italia
  Giacomo Carito
Vice Presidente della Società di Storia Patria per la Puglia
Sulla rotta Brindisi Corfù tra reale e immaginario
ore 11.30
Sulla rotta da levante a ponente.
Presentazione della candidatura  del Sistema difensivo territoriale brindisino quale  sito da inserire nella World Heritage List, della Convenzione sul patrimonio mondiale
  ore 11.45
Tavola rotonda sulla proposta di candidatura
  ore 12.30 Coffee break
  Moderano: Francesca Mandese del Corriere del Mezzogiorno e Giuseppe Rollo della  Società di Storia Patria per la Puglia
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The Wonderful, Unforgettable Ava Gardner.
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pangeanews · 4 years
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“Chissà se tutto è assurdo come sembra vero”. Lorenzo Somelli: l’autobiografia in versi che va verso la dissoluzione
Un  racconto in versi, con l’io protagonista, senza volersi impelagare in probabili o improbabili genealogie, è quasi inevitabilmente un monologo, con sottaciuta vocazione teatrale; l’io apre a una dizione transitiva nella comunicazione, ma il paradosso del libro di Lorenzo Somelli, Le parole di nessuno (Arcipelago Itaca), è che racconta proprio l’impossibilità di comunicare con una dizione transitiva, perché le parole piane, semplici, del quotidiano, si rivoltano prima di tutto contro l’io, non offrendo quindi paragoni al lettore, alla sua esperienza. Il noi di lettori è così presupposto, chiamato a assistere e nello stesso tempo escluso dalla partecipazione. Del resto è proprio la impossibilità di condividere l’esperienza quello che accade al protagonista di questo racconto in versi, che pian piano è letteralmente deprivato dei sensi. Un uomo normale, che si muove in un mondo quotidiano e scontato. Che sia quello del lavoro o quello familiare e che non ci fornisce una biografia che vada oltre questo: è un everyman.
Lecito chiedersi cosa, allora, racconti e perché in versi. Intanto bisogna capire che la vera ‘storia’ di questo racconto o poemetto o comunque lo si voglia definire, è in che modo un io prosaico e deprivato diventi un io lirico, tracciando un percorso che va dalla deprivazione totale alla visione.
*
Una prima risposta: a ciò lo costringe la prosa del mondo che inizialmente appare restia a disporsi nei versi, dunque non la necessità di una sublimazione che cerchi il ‘poetico’, ma perché la perdita dei sensi del protagonista sperimenta la inaccessibilità del mondo quotidiano in cui è immerso, accorgendosi che le sue parole non designano più le cose e lascia spazio ai verba della mente che però, in tale condizione, non hanno nulla su cui esercitarsi, quasi si chiedesse non solo perché questo è accaduto proprio a me, che sarebbe una virata comunque tragica o elegiaca, ma perché non trova in quel che gli accade nulla che sia, non dico poetico, ma appartenente alla sua biografia, riferibile alla sua esistenza. Questo senso lo dovrà cercare solo svuotando tutto ciò che tramite una parola, un gesto, lo lega ancora a una cosa, un sentimento, un pensiero o un’astrazione.
Mi concentrai un istante, l’etichetta/ recava scritto aceto, ed era aceto/ dunque! Misi alla prova la parola/: niente! Svitato il tappo, la infilai/ nel naso. Niente! E lessi nuovamente/ più da lontano aceto, e riprovai…
Eppure da questa deprivazione, nasce il nucleo lirico del racconto, quando anche la memoria e i ricordi privi di riscontro con una realtà che vi si adegua in modo troppo aderente, si separano dal protagonista, che deve definirsi faticosamente tramite la scrittura, zona estrema e pericolosa del linguaggio: Anima e corpo, entrai direttamente,/ e per la prima volta, nel sistema/ della parola scritta, zona estrema/ del linguaggio: chi sbaglia, sbaglia e mente. L’oralità iniziale nell’aderire a quanto sta accadendo al protagonista, rischia di essere una recita, una finzione anche se fosse solo verso se stesso.
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La zona estrema è dunque l’inizio di un altro viaggio, che si espone al rischio: chi sbaglia, sbaglia e mente.  Allora appare chiaro come la progressione narrativa, insomma la storia di un uomo qualunque che perde i propri sensi all’interno del proprio mondo banale e quotidiano, sia soprattutto un crescere della lingua e della sua tensione: più abbandona il rapporto con il mondo e più questa cresce. È l’unica via per dire la verità e non mentire, accettare fino in fondo la sfida di poter scrivere di ciò che non si riconosce più senza cadere nello sbaglio, accettare una incompiutezza della lingua, meta e raggiunto limite, che mantenga la promessa fatta a se stesso di dire il vero e non la menzogna.
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Esercitare il gioco delle citazioni rinvenibili, sarebbe sterile, Somelli le fa talmente sue, inserendole in un contesto diverso, che si potrebbe pure sbagliare per difetto o per eccesso. Ma la metrica merita altra considerazione. Non è un dato meramente tecnico, è la sua importanza nella progressione narrativa, il suo essere un doppio nascosto quanto necessario delle parole, una loro trascendenza che non evade in misteriosi aldilà, ma è al loro interno; inizialmente sembra una forzatura, o meglio un contenimento forzato di ciò che accade, ma pian piano ne scopriamo la necessità; forse è qui che si trova la risposta alla domanda inevitabile, posta nell’introduzione da Alfano: perché scrivere in versi e non in prosa? La misura del verso conserva un ‘oltre’ delle parole, o almeno la sua memoria, solo questo permette una progressione, perché se all’inizio pare non coincidere con gli eventi o piegarsi passivamente al loro accadere, poi diventa lo spazio entro cui le parole respirano e il protagonista può cercare e trovare una visione.
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Per restare, alla grossa, nel ‘genere’ scelto da Somelli,  ricordiamo come T.S. Eliot predicasse la necessità della estinzione della personalità; ecco, qui l’affermazione viene presa in senso letterale, non per dar vita a una oggettività più o meno riconoscibile o verificabile, una terra desolata che comunque tutti ci accoglie, ma per andare alla radici dell’io lirico, alla sua nascita e non a caso la visione finale termina con la parola ‘punto’; dove l’assurdo del quotidiano svela il non senso ma anche il suo essere nostro unico contatto con una possibile visione. Quel ‘punto’ è una contrazione dell’immagine, ma anche un inizio, coincidente con la fine.
Insomma assistiamo a un corpo a corpo tra istanze narrative e possibilità della poesia, e il richiamo alla Commedia che ho già preannunciato nel termine ‘visione’ non è arbitrario, i rimandi alla fine del viaggio dantesco sono chiari quanto mai delle citazioni, come l’avesse rivissuta e rielaborata o ci fosse arrivato per una sorta di inevitabilità.
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Allora bisogna fare una breve ripresa riguardo l’importanza della metrica, o della sua ombra: la misura metrica è un sottofondo costante, l’ombra di endecasillabi o forme strofiche, sempre più evidenti nel loro nascondimento, suggeriscono che questo rimando è forse la necessità di scrivere in versi, come fosse un estremo referente, sfuggente ma in grado garantire il ‘vero’, costringere l’invisibile a farsi misura del mondo vissuto e sarebbe possibile leggere questa affermazione al contrario: costringere il mondo ad avere un invisibile che lo attraversa (la gloria che nell’universo penetra e risplende, non è poi il verbo divino?); forse è questo che permette il raccontarsi della storia e la necessità dei versi: la divaricazione tra parole e cose lascia scorrere una memoria metrica rendendole sempre l’approssimazione a una verità e dunque più fragili, più vere: finché si assomiglia a qualcosa non siamo disperati, siamo qualcosa di reale, imperfettamente reale.
Dunque siamo di fronte a un’autobiografia interiore che non va verso la crescita, ma verso la dissoluzione, perché quello è il punto in cui nasce la possibilità della autobiografia stessa, a voler essere irriverenti, è come se qui avessimo il percorso che fa entrare nella selva oscura, il voler sapere come vi si entra quando si è in quel sonno dove i sensi mancano o sono un’illusione. In questo smarrimento, al suo interno, Somelli trova infine la possibilità di una visione, che non è tanto l’uscirne fuori, quanto il rendersi conto di starci dentro, il dantesco mi ritrovai:
Ed era un po’ che non dicevo io. …. Ma voglio dirvi cosa ho visto ieri. Era una zattera, era in mare aperto. Nella bonaccia io remavo incerto. …Ed affondavo per metri e metri fino a un’altra luce. Un altro sole, e un nuovo mare aperto. Sceso per cerchi concentrici, i cerchi ora partivano da me, a me attorno fino all’ultimo orizzonte, si raddoppiavano, decuplicavano…. Finché non iniziarono a ritrarsi verso di me, con moto inverso, capro espiatorio di quella catarsi, l’uno nell’altro fino a farsi un punto.
*
È inevitabile il richiamo all’ultima visione dantesca quanto alle parole iniziali del Paradiso, anche perché inizio e fine coincidono nel regno senza tempo, la zattera di Somelli è il mio legno che cantando varca; tutto si avvicina e allontana dall’io recuperato che rifonda un mondo, pure Somelli in fondo ritrova la nostra effige come sommo mistero, lo trova in ciò che non ha voce e a cui bisogna darla, in quello che appare insensato ma è la realtà che ci circonda. Queste parole che parlano per altri che non possono, non faranno uscire dalla selva, ma ci permettono di abitarla, togliendoci dalla cecità della nostra vita e queste parole non possono che essere vere, la menzogna è stata evitata. Certo qui accade dopo un naufragio più che dopo una traversata, come se fosse riuscito a sopravvivere alla follia del mondo con la sua zattera, ma forse ogni viaggio deve partire da un disastro avvenuto.
*
Al termine, come nella Commedia, contenuto e contenente coincidono, non nello splendore dantesco certo, ma nella approssimazione inevitabile della lingua, nel suo essere sempre un accostarsi alla verità.
Chissà se mi sentite come vedo, se abbracciate i bambini e ne assaggiate il sale delle lacrime se piangono, se tutto è assurdo come sembra vero.
E forse in questa conclusione si può leggere una terzina camuffata, tre più uno, come nei finali di ogni cantica, ma, incastonata dal rimando vedo/vero è la conquista di una visione, di una comprensione.
E la forza di quel chissà apre una voragine e improvvisamente ‘io’ vuol dire ritrovare il noi, dunque ci coinvolge, ci interroga, costringe a riprendere da capo per capire come quel è successo ci riguarda o forse viviamo senza rendercene conto. Quelle parole di altri, il sale delle lacrime che ora i sensi percepiscono e ne fanno una propria esperienza, non possono che essere vere, la menzogna è stata evitata, e il vedere corrisponde alla verità.  Siamo smarriti in questo mondo e in questo mondo dobbiamo far parlare il dolore non comprensibile, che ci appare ingiustificato e inammissibile: l’unico ‘oltre’ delle nostre parole, diventate finalmente vere, perché, e comprendiamo il titolo, sono “Le Parole di nessuno”: sono le nostre parole.
Paolo Del Colle
*In copertina: Odilon Redon, “Armatura”, 1891
L'articolo “Chissà se tutto è assurdo come sembra vero”. Lorenzo Somelli: l’autobiografia in versi che va verso la dissoluzione proviene da Pangea.
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itacawinetwork · 6 years
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itacawinetwork · 6 years
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itacawinetwork · 6 years
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