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#guarda la luna non il dito!
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Domande:
Se è dal '700 che la massoneria agisce per controllare il mondo, se le famiglie Rothschild, Morgan, Rockefeller, etc. tramano da allora per avere il monopolio su tutto, se il satanismo è così diffuso soprattutto fra le élites, come è possibile che esistano ancora persone ed interi Paesi (vedi El Salvador) che non si sono piegati ma, anzi, alzano la testa?
Perché abbiamo ancora la facoltà di avere un pensiero critico se sono secoli che lavorano per eliminare questa possibilità?
Perché ogni giorno nascono nuove tecnologie volte ad aggirare la censura ed il controllo?
Non sarà che tutti i loro sforzi sono sopravvalutati? Non sarà, per caso, una mossa per farci credere di avere un nemico troppo grande per combatterlo o per farci combattere la battaglia sbagliata?
Il risultato di tutte queste teorie del controllo globale, non è forse quello di annichilire lo spirito delle persone e farle desistere dall'intraprendere quelle azioni individuali che le renderebbero libere, facendogli accettare con rassegnazione lo stato di cose? Non serve forse a spaventare i più pavidi, per convincerli che questo è il migliore dei mondi possibili o l'unico mondo possibile?
Pensateci su: perché, dopo tre secoli se non di più, non hanno ancora vinto ma, oggi più che mai, abbiamo nelle nostre mani gli strumenti della nostra libertà?
Forse sarà il caso di cominciare a guardare la luna anziché il dito...
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scogito · 10 months
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"Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito".
L'unica educazione possibile è nell'esempio, e nessuno educa nessuno se non educa prima se stesso.
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abr · 1 year
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Il Sindachino è un leggendario animale che con la scusa di salvare l’ambiente distrugge le città.
da https://www.ilgiornale.it/news/interni/bestiario-sindachino-2104415.html
I sindaci veri di tutto il mondo, prima di chiudere o limitare al traffico la città, NON pensano al trasporto pubblico, quello va da sè, è facile; piuttosto la fanno attraversare, la città, da assi a grande scorrimento (le tangenziali ci sono già, quella di girarci attorno fino all'uscita giusta è idea vecchia, passè), la traforano di tunnel e parking sotterranei. Il loro fine è di rendere la città FRUIBILE PRODUTTIVA e VIVACE ("vibrant"), é di giustificare il fatto che i mezzi di trasporto più efficienti (le stazioni ferroviarie dell'alta velocità) in centro si fanno e la città non è un mortorio, non si fanno mura medievali (di telecamere invece che di terra) o la cinta daziaria col presidio dei vigili gabellieri come nell'ottocento, per aver nobili e borghesi dentro e burini cafoni villani fuori.
I sindaci di tutto il mondo inoltre pensano PRIMA ai disabili, agli anziani, alle persone dalla mobilità ridotta, a non far ballonzolare sui dossi ambulanze e mezzi per l'approvvigionanento di beni e servizi a persone e negozi (di prossimità, non i grandi centri commerciali o Amazon).
Ma tutto questo un sindachino di provincia non lo sa: inverte i fattori, guarda il dito e non la luna che indica, cerca gli effetti non le cause.
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gcorvetti · 4 months
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Verso l'oblio.
Ieri l'Ambrogino mi passa un link dal sito estone dell'informazione, in inglese, che parla dei licenziamenti nei vari settori, numeri grossi comparati agli anni precedenti, anche se il settore meno colpito, dice l'articolo, è la ristorazione, anzi precisa che dopo il periodo covid c'è una ripresa. A parte il fatto che non è tanto il licenziamento a preoccuparmi ma quanto l'assunzione, che però a quanto pare sia rivolta più agli stranieri, con la salvinata "prima gli estoni", che si traduce in un mobbing verso chi non è autoctono perché se non hai un lavoro fai meglio a tornartene a casa, cosa che potrebbe in qualche modo fare irritare l'UE, visto che si promuove l'integrazione e il famoso spostamento da un paese all'altro perché alla fin fine è stato sempre così, non trovi lavoro nel tuo paese vai in un altro. Ma a quanto pare questo non è un punto di forza di questo piccolo paese al confine non solo del continente ma del mondo logico in cui se un'azienda cerca personale non dovrebbe escludere nessun candidato per logica visto che ogni singolo elemento potrebbe portare qualcosa in più alla stessa. Ma questi sono discorsi troppo filosofici per il periodo storico che stiamo affrontando, che vi ricordo è di recessione ma non in prospettiva, adesso, il famoso futuro che tutti vedono nero in realtà è il presente. Dici la guerra? La russia ha invaso? Si questo è successo quasi 2 anni fa ed è successo perché gli yankee non sopportavano che noi facevamo affari con loro, nel mercato libero non puoi commerciare con chi vuoi ma con chi dicono quelli dall'altra parte dell'oceano. E' inutile dire che la nostra alleanza con gli yankee è tossica, è palese. Ma se non ti allei con loro con chi ti allei con i russi o con i cinesi? Non ti devi per forza alleare con qualcuno, porco dio, siamo il vecchio continente e in quanto a vecchi sappiamo badare a noi stessi e potremmo camminare per fatti nostri. Ma nel giochino economico mondiale un'europa forte non conviene a nessuno ad ovest come ad est, e già solo questo ci dovrebbe far pensare quanto il nostro potenziale sia represso e quanto noi stessi, in realtà i politici, non lo vediamo come una risorsa, che poi se vogliamo dirla tutta il famoso mondo occidentale l'abbiamo creato noi, mannaggia a noi (noi inteso come i nostri avi).
Si lo so che nell'egoismo cavalcante di questo inizio millennio ognuno guarda alla sua barba, cosa che ci è venuta propinata sempre dallo zio sam, nell'idea di una competizione dove non vince il migliore ma quello che è più veloce a infilare il pugnale sulla schiena del prossimo. Si sa che il sogno di ogni governante è quello di riuscire a controllare le masse, e ci sono riusciti, come diceva Huxley e ci finirà come diceva Orwell ne sono convinto, anche se forse noi non lo vedremo mai o forse è già in atto e lo vedo solo io e tutti quelli che non si fanno prendere dalle novità tecnologiche o dalle minchiate che vengono propinate per distrarre dal punto focale, si continua a guardare il dito mentre la luna ci sta cadendo addosso.
Si, non ho dormito molto stanotte per via dello stesso medesimo problema che da qualche tempo mi attanaglia, più sto articolo. E mentre fuori ci sono -23° e nevica in orizzontale io mi trovo esattamente al centro di un bivio ramificato che mi propone a 360° diverse strade, ma nel dubbio non so quale scegliere che è peggio di sceglierne una anche se sbagliata, ma di errori ne ho fatti così tanti che è più facile contare quelli che non ho fatto, sulla punta delle dita di una mano. Che posso dirti, che magari era meglio che non smettevo di bere così almeno in questi quattro anni, chissà, morivo, oppure dovrei mettere la testa sotto terra, sotto la neve nel mio caso, e buttare nel cesso una vita di pensiero? Ultimamente sono più rilassato è vero, lo dice anche Spock, giusto perché sto evitando i giornali online come la peste, ma la situazione è comunque visibile in ogni dove e non posso farne a meno di criticare la società per come si è ridotta, lo so, lo so che se sono imbottigliato nel traffico (anche se non ho l'automobile) faccio parte del traffico e non sono un elemento esterno al gruppo traffico, questo fa capire che nonostante non la pensi come voi purtroppo faccio parte di voi, ma mi fa incazzare il fatto che voi non vi accorgiate di quello che succede e se lo fate dopo qualche secondo vi voltate dall'altra parte come se tutto questo non vi toccasse, ma vi tocca e come se vi tocca, ma continuate a dormire.
Basta vado a prendermi un caffè e a baciare la mia bella in tutte le labbra, tanto per dimenticare e vi lascio con un brano attinente al tema del post.
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catone-il-censore · 2 years
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In effetti quei problemi (guerra, recessione, inflazione) ci sono. Ma come al solito si guarda il dito e non la luna
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brulafiore · 2 years
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E ogni volta lo sciocco che di vite ne ha una
Guarda il dito e non guarda la luna
Angelo Branduardi - il dito e la luna
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infosannio · 11 months
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Il sindaco, la Sacher e i poveri per davvero
(Frida Gobbi – lidentita.it) – Ennesima polemica per un falso problema – tutti a guardare il dito e nessuno che guarda la luna indicata. “Se non hai i soldi, guardi”: è questa la frase incriminata, pronunciata dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, sullʼapertura del Caffè Sacher (che vende l’omonima celebre torta viennese) nella sua città. Un locale considerato di difficile accesso al grande…
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pettirosso1959 · 1 year
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Chi pensa che la questione in ballo sia "salvare" gli ucraini, guarda il dito che indica la Luna e non la Luna.
A Macron, Biden e alla UK che ormai cambia premier ogni 3 mesi degli Ucraini non può fregare di meno (e infatti li mandano al massacro).
È una guerra fra le 5 potenze vincitrici della seconda guerra mondiale UK, Francia, U.S.A da una parte e Cina e Russia dall'altra.
Con Italia, Germania e Giappone utili idioti che c'hanno solo da rimetterci da questa guerra, ma noi siamo loosers e facciamo quello che dicono i nostri padroni...
Guerra che si sta svolgendo un po' ovunque in modo più o meno soft nei cinque continenti, dalle isole Salomone che sono passate dalla parte della Cina, all'Argentina che sta per entrare nei Brics alla miriade di paesi africani che si stanno ribellando agli occidentali, alla Serbia, al medio oriente in subbuglio etc...
Guerra che è vista, per 7 miliardi di persone non occidentali oppresse dal miliardo di persone del mondo "buono", come possibilità di rivincita.
1: La Francia sta perdendo il proprio controllo sulle ex colonie insidiate da Cina (che se le compra con i soldi) e/o Russia che le arma.
2: La UK già da quando era la prima potenza mondiale (fino al 1939) aveva un odio atavico per l'orso russo e una voglia infinita di soggiogare il dragone cinese.
Sin dal trattato Molotov Ribbentrop il loro incubo era un avvicinamento fra Germania e Russia, che andava in qualche modo sciolto.
3: Per gli U.S.A e il loro imperialismo i motivi di questa guerra sono molteplici:
- Contenere lo spazio geopolitico cinese
- Indebolire la Russia rendendola incapace di aiutare la Cina nella futura guerra all'orizzonte
- Dividere per sempre Europa e Russia sotto l'aspetto economico e politico.
- Sostituire il super economico e performante gas e petrolio russo con i super costosi e inquinanti shale oil e shale gas americani.
-Indebolire l'apparato industriale italo tedesco.
4: La Cina rivuole Taiwan che considera parte integrante della propria nazione, ma muovendosi a piccoli passi vuole portare il suo potere economico a trasformarla anche nella prima potenza geopolitica mondiale.
5: La Russia che sembra il paese invasore, in realtà sta provando a difendersi dall'aggressione Nato che gli voleva portare i missili sotto il culo (pensate se cinesi e russi facessero lo stesso in Nord America, quale sarebbe stata la reazione americana, non c'è bisogno di immaginare, basta ricordarsi la reazione di Kennedy ai missili sovietici a Cuba, si sfiorò la guerra nucleare).
6: Giappone, Germania e Italia utili idioti, che da questa guerra c'hanno solo da rimetterci, se va bene solo economicamente, se va male ritrovandosi un po' di bombette (forse nucleari) sopra il capo.
Si comprassero Risiko se vogliono giocare alla guerra?
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alemicheli76 · 1 year
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Blog tour "Il tavolo blu" di Manuela Costantini, Morellini editore. Ritratto di un personaggio maschile: Scorza. A cura di Alessandra Micheli
E ogni volta lo sciocco che di vite ne ha una guarda il dito e non guarda la luna Come ogni sera, abbracciata e cullata dalle note della notte, mi sedo davanti al PC per gestire questo piccolo regno tutto mio. Questo spazio che è più di un blog ma che è la tale della mia anima sulla quale dipingo spesso le mie emozioni. Incurante forse, dell’effetto che possano avere per voi. Vi chiedo…
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arsenotelo · 2 years
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Non chiamatela crisi ambientale
Non chiamatela crisi ambientale
Si guarda al dito invece che alla luna. Accade spesso, come quando si tenta di curare il sintomo invece del male che lo ha provocato. Quando, cioé, si confondono gli effetti (uno degli effetti) con la causa. Un bias cognitivo che impedisce non solo di risolvere problemi (nei casi migliori li rimanda), ma rende completamente ciechi di fronte a tutte le altre conseguenze che continueranno a…
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susieporta · 2 years
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CHIARIMENTI SUL SACRO
Sacra è la prima sillaba dell’universo,
è il rosso trasandato, l’azzurro quando è terso.
Sacra a volte è la poesia,
non è sacra la socialdemocrazia.
Può essere il dolce e la dolcezza,
non è l’insalata, la bistecca.
Sacro è l’orgasmo, il primo gemito,
non è sacro ciò che evito.
Può essere il paese senza gente,
non l’indugio, il discorso, il condimento.
Sacra a volte la paura,
e anche il terrore e il pentimento.
Non è il progresso, il commercio
ed il commento.
Sacro è il mistero che resiste,
è il gatto quando ti guarda,
è l’alba, la coda della volpe.
Non è il paramento, e neppure il vanto
e il rancore, il crimine, il massacro.
Sacro è quando pensi
sono qui da solo nel fondo di me stesso
e senti che sullo stesso ramo c’è il silenzio,
la foglia, la porta chiusa del decesso.
Può essere un canto, può essere
la voce, il dito perso del falegname,
il pesce calmo in fondo al lago.
Sacro il mare e il vero,
non è il carrello del supermercato,
la cassa, il tribunale, il ministero.
Sacra è la vigilia del sacro,
è ciò che resta di un istante,
può essere la perdita più che il guadagno.
Non è quello in cui credi,
è la forza con cui vedi, l’occhio aperto,
il femore che resta intero anche se vecchio,
è l’abbraccio, è la madre
quando piange, è il primo giorno
e l’ultimo, sacra è la luce,
l’errore che fuori dall’errore ti conduce,
la commozione che viene dalle lacrime
di un altro, non è sacro chi è al sicuro,
chi è il portavoce del lamento, il mattone
del suo muro.
Sacro è l'albero solo in mezzo al campo arato,
non è l'uomo indaffarato.
Sacro è il muso della vacca,
il seno di chi dorme, il coraggio,
il solco della schiena.
Non è la luna quando è mezza
e non è piena.
Non è sacro chi è stirato,
chi aveva torto e si è adirato.
Non è il minuto variopinto,
il confronto, la conta di chi ha perso
e di chi ha vinto.
Sacro è ciò che resta della fine,
l’apertura del confine.
MILANO, 16 GENNAIO 2021
Franco Arminio
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unanuvola · 3 years
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Come sarò io e come sarai tu (con qualche giorno in più)
Personaggi: OC, Damiano David, Ethan Torchio, Victoria de Angelo's, Thomas Raggi
Genere: Romantico
Trama: E se dopo quindici anni il passato che volevi dimenticare ti venisse a trovare a lavoro? Tu cosa faresti?
~`~`~`~
PROLOGO
Giugno 2005
Faceva terribilmente caldo per essere inizio giugno e mi trovavo in mezzo a una baraonda di gente. Sembrava quasi che la maggior parte degli studenti del Manzoni avessero avuto la mia stessa brillantissima idea di rifocillarsi prima del concerto dei Måneskin. La mia pazienza raggiunse il limite quando venni avvolta da una puzza di ascelle micidiale. Dio, ma perché i ragazzi hanno così tanta paura di lavarsi?
"Permesso... Permesso…" dissi, cercando di divincolarmi tra gente sudata e appiccicaticcia.
"Lasciatela passare che tra poco c'è il suo fidanzato che si esibisce. Non vedrà l'ora di lanciare il reggiseno sul palco."
Li sentii chiaramente perché, dopotutto, loro non fecero nulla per non farsi sentire e non avevo nemmeno bisogno di girarmi, perché sapevo esattamente chi fossero. Mariani e Russo del quarto, due sfigati che avevano poca voglia di studiare, ma tanta voglia di rompere le palle. Ormai succedeva da un po' di tempo, ma cercavo di non farci troppo caso, anche perché tra poco più di un mese avrei finito il mio esame di maturità e questi stronzi non li avrei mai più visti.
"Che poi, hai capito chi il suo ragazzo? Secondo me se li fa tutti, pure la tipa dell'internazionale!"
Mentre loro scoppiarono a ridere, io finalmente arrivai al tavolo. Presi un piatto e arraffai una manciata di patatine al formaggio e chiesi anche un bicchiere di Fanta. Ringraziai e mi voltai, le patatine in una mano e il bicchiere pieno fino all'orlo nell'altra. Non feci nemmeno in tempo di fare un passo che qualcuno alla mia destra mi spinse e la mia aranciata finì sulla camicia bianca di Russo.
"Porca puttana!"
Il mio sguardo passò dalla macchia arancione, che si faceva largo sulla camicia, alla faccia furente di Russo e non riuscii a trattenermi nel ridere. Più lui mi guardava con odio e più io non smettevo di ridere.
"Cazzo ti ridi cogliona? Guarda cos'hai fatto. Dove pensi di andare? Puttana, rimani qui!"
Ma io mi ero già intrufolata tra la gente con il dito medio ben alzato in alto cosicché quei due poveri sfigati potessero vederlo bene.
Mi misi seduta davanti al palco, che il comitato della festa di fine anno aveva posizionato proprio al centro del cortile della scuola, e presi il cellulare dalla mia tracolla. Due chiamate di mamma. Le feci uno squillo perché ovviamente avevo poco credito e, dopo pochi minuti, il cellulare iniziò a vibrare.
"Ciao mami! È successo qualcosa?"
"No, volevo solo sapere se venivi a pranzo."
"Non saprei… dipende da cosa fanno i ragazzi dopo il concerto," le dissi, mordicchiando le labbra, "ma stasera ci sono di sicuro. Vorrei parlarvi di una cosa."
"Va bene, amore! Allora ci vediamo a cena. Mi raccomando, puntuale. Buon concerto e salutami Ethan!"
"Ok! Ciao, ciao, ciao!" e riattaccai.
Quindi questa sera avrei raccontato ai miei che mi sarebbe piaciuto iscrivermi all'università qui a Roma e non tornare a Torino. Ero pronta? Assolutamente no, ma sicuramente non era quello il momento di preoccuparmi. Ci avrei pensato più tardi.
Gli altri alunni del Manzoni incominciarono ad accalcarsi e io dovetti alzarmi. Stavo per rimettere il cellulare nella tracolla quando vibrò. Era un messaggio.
Da: Damiano
<3
Senza pensarci due volte gli feci uno squillo e poi mi ritrovai a fissare come una scema quel cuoricino. Cazzo, sono proprio senza speranze, pensai mettendo via il cellulare e prendendo la mia preziosissima macchina fotografica digitale, regalo di compleanno dei miei genitori.
Damiano mi piaceva, anzi, mi piaceva un sacco e, inspiegabilmente, anche io gli piacevo. Non ero ancora riuscita a capire come fosse potuto succedere un miracolo del genere, ma era successo e la miglior cosa che potessi fare era viverla giorno per giorno.
Il preside salì sul palco e, dopo le solite raccomandazioni ("Non si poga, non si tirando cose sul palco e nessun comportamento inappropriato."), presentò la band.
"E ora facciamo un grande applauso ai Måneskin!" esclamò, facendo segno ai miei amici di salire sul palco, "Buon divertimento a tutti!"
I primi a salire sul palco furono Thomas e Victoria con la chitarra e il basso già a tracolla. Poi toccò a Ethan. Il suo sguardo si muoveva freneticamente fra la folla fino a che non si fermò su di me. Mi sorrise prima di sedersi dietro alla sua batteria. Infine, arrivò il turno di Damiano. Passò davanti a me e mi fece l'occhiolino, non riuscii a fare o dire nulla talmente ero incantata. I capelli lunghi sulle spalle, la camicia aperta che faceva intravedere gli addominali asciutti. Proprio gli stessi addominali che avevo accarezzato qualche sera fa.
"Hey-yo this is Måneskin! La prima canzone è per te Malibù." disse Damiano al microfono e le inconfondibili note di Luna dei Verdena iniziarono a volare in alto.
Sì, Malibù ero io. No, Malibù, ovviamente, non era il mio nome. Era solamente il soprannome che Damiano mi aveva dato una della prima volte che ci eravamo visti. E lui in questo momento mi stava dedicando una delle mie canzoni preferite. Dire che ero al settimo cielo era poco. La cantai tutta, a squarciagola, e solamente quando iniziarono a cantare altre canzoni mi decisi a fare qualche fotografia. Cercai di fare del mio meglio, ma ero praticamente sicura che sarebbero venute tutte mosse perché quei maledetti si muovevano peggio delle bisce. Che fotografa ufficiale ero se non riuscivo a fare nemmeno una foto a fuoco?
Quando il concerto terminò (troppo presto per i miei gusti), mi fiondai verso la classe che era stata adibita a backstage. Volevo congratularmi con i ragazzi e soprattutto, volevo saltare in braccio a Damiano, dirgli che era stato bravissimo e poi baciarlo per il resto dei miei giorni.
La porta della classe era socchiusa. Invece di aprirla, sbirciai nella fessura e quello che vidi mi gelò il sangue. Senza nemmeno accorgermene, iniziai a piangere. Mi coprii la bocca con la mano per attenuare il rumore dei singhiozzi, ma ormai era troppo tardi. Victoria, le sue labbra ancora su quelle di Damiano, aprì gli occhi e mi vide.
Iniziai a correre veloce. Gli occhi mi bruciavano terribilmente e il mio cervello non riusciva a reagire a quello che avevo appena visto.
Non feci in tempo ad uscire da scuola che mi sentii afferrare per un braccio. Quando mi voltai, nonostante avessi la vista completamente annebbiata dalle lacrime, mi accorsi che era Ethan.
"Cos'è successo?" chiese. La sua voce mi sembrava terribilmente lontana, come un brusio, "Vuoi dirmi cos'è successo?". Il suo solito aplomb era sparito. Mi divincolai e, senza nemmeno guardarlo negli occhi, corsi via.
Uscii dalla scuola senza sapere che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto Damiano.
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gcorvetti · 2 years
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Tutto già scritto?
Allora, non so proprio da dove cominciare... Partiamo dall'elezione della destra, molti lo avevano previsto giustamente dopo anni che i fascisti, perché quello sono, fomentavano odio contro chiunque molti si sono convinti che la colpa è di chi arriva col barcone, d'altronde l'idiota guarda il dito quando indichi la luna, quindi molti si sono spostati a destra, tanti non hanno neanche votato e anche grazie a loro che la destra è salita, qualcuno ha detto ma se andavano a votare magari il voto lo davano a destra, è questo è anche vero. Mi dispiace per tutti quelli che non li hanno votati e che speravano in un risultato diverso, me compreso, ma si sa che alcune cose accadono ciclicamente, nessuno però pensava così presto. Cosa succederà ora? Intanto i fascisti italiani, che sono molti a quanto pare, puliranno dalla polvere il manganello e apriranno le scatole di olio di ricino pronti a versarne litri su litri in bocca a chi non la pensa come loro, perché non c'è bisogno di essere di colore per essere attaccati anche fisicamente, il che porterà il paese ad una sorta di guerra civile, un pò come negli USA ma senza armi alla mano infatti gli yankee si sono dichiarati contentissimi del risultato dei voti, tutto va come loro hanno pianificato, poi però sono i russi a mettere il becco negli affari della politica eh? Ursula ancora prima del risultato ha dichiarato che se sale la destra l'UE ha già le armi pronte per contrastarli, armi? Alla comunità non piace che proprio l'Italia, che è uno dei paesi fondatori della nuova Europa, sia di destra, nelle testate estere si addita la Meloni come estremista di destra, viste anche le amicizie in giro per il continente. Quindi cosa succede ora? Facciamo un salto all'indietro tipo salto della morte, Draghi è stato messo al governo per amministrare quei soldoni che la comunità ha dato, non solo al nostro paese, questa è la versione che sanno tutti, io la penso in modo diverso, lo hanno messo al governo, proprio lui, per chiudere i conti e preparare il default, infatti penso, anche se spero che non accada, che il governo che verrà è un capro espiatorio, bisogna dare la colpa a qualcuno no?, attraverso le loro mosse lo stivale cadrà entro un paio di anni, se non prima, e farà la stessa fine della Grecia, visto che il debito pubblico è il secondo in Europa dopo quello Ellenico. Con questa mossa si fanno fuori due piccioni con una fava, i fascisti si spera definitivamente e il mondo antico del pensiero, almeno uno dei simboli forti di quel passato lento e pensante, semplicemente perché pensare non è produttivo, esempio se sto alla catena di montaggio e mi fermo a pensare un paio di minuti blocco la catena (Chaplin docet). A chi interessa che un paese così importante per l'arte e la cultura vada in fallimento? Innanzitutto ai nostri amici serpenti yankee così potranno comprare a poco parte del territorio e piazzarci le loro armi e poi a tutti quelli che nelle varie classifiche di vendita di prodotti (vino in testa) sono subito sotto, guarda quanto rodono i Francesi che ogni anno li superiamo appunto nei vini, eh si, si tratta solo di economia, di miliardi, e poi dopo anni di berlusconismo e di impoverimento intellettuale del popolo a chi fa piacere avere ancora dei pecoroni che fanno la voce grossa su svariati campi?
Mi dispiace per voi, ma chi è causa del suo male pianga se stesso. Doc Spock dice che è una situazione irreversibile, parlando del fatto che gli yankee hanno lobotomizzato parte del pianeta convincendo tutti che sono i buoni, direi il lupo travestito da agnellino, ma non è tanto convincere le persone del contrario ma avere una classe politica che non si piega più ai loro capricci, ti ricordo lettore che è colpa loro se è scoppiata questa guerra, anzi sono stati proprio loro a fomentarla, come tante altre in giro per il mondo recenti e passate, sempre per una questione di soldoni vendere le proprie armi non importa a chi e dove, chi muore e chi ne paga le conseguenze, tanto loro sono lontani dall'Europa, che gli frega. Vorrei un politico che dicesse : aspettate un attimo, così ci perdiamo noi, che quel noi sta per noi cittadini dei paesi europei, e chi ci guadagna è solo un partner avido e senza scrupoli che ci manda al macello solo per un suo tornaconto, adesso basta, chiudendo di fatto il patto atlantico e mandando gli yankee a casa. Certo per fare questo c'è bisogno di palle e di tempo, non è come disinstallare un software. Tu dirai e chi ci difende poi dal cattivone dell'est? Sono convinto che se gli americani non armavano i nazi ucraini per massacrare i russi delle regioni al confine l'orso non avrebbe mai attaccato; in questa era moderna conviene stare buoni e accaparrarsi più soldoni possibili, commerciamo con la Russia da secoli, da anni ci da il gas e altre risorse che hanno in grande quantità, che interesse avrebbero di invadere l'Europa se già ci straguadagnano? Ci è stato insegnato che il vicino è un possibile nemico, ma questo non è vero, se così fosse tutti sarebbero potenziali nemici, anche appunto il tuo vicino di casa, tranne se si chiamano Bazzi ma questo è un altro discorso :D. La verità è che fa comodo che le persone abbiano paura di tutto e di tutti, che abbiamo il timore che qualcuno gli faccia del male, è indotto, allora arriva come nei film holliwoodiani il buono che ti aiuta e chi è il buono? Bisogna iniziare a smantellare questo sistema e per farlo c'è bisogno di tutti gli artisti, intellettuali, comici, anche i massmedia dovrebbero smettere di mandare i film violenti quelli con i militari, sempre americani, che con la violenza risolvono tutto, non si risolve niente con la violenza, genera solo altra violenza, esempio cosa succede al 98% alle donne in quei film? Vengono uccise, violentate, picchiate, abusate in ogni come, sempre sotto il cattivo di turno, ecco questo ha generato negli anni tutti quei femminicidi, le violenze fisiche e psicologiche e tutte quelle belle cose che fanno quei bravi ragazzi vestiti bene che si vantano di essere bravi, la realtà è diventata una brutta copia della finzione, diciamo basta.
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corallorosso · 4 years
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Il problema non è il 'razzista' Fausto Leali, ma chi lo ha messo in televisione (e chi lo guarda) Ci risiamo: a fare la parte dello stronzo, del capro espiatorio, del politicamente ributtante questa volta è Fausto Leali. Da copione, la direzione del Grande Fratello gli ha probabilmente detto che deve dire una scemenza razzista o fascista a episodio. Seguirà indignazione, seguirà un vertiginoso aumento dello share, la scalata dell'hashtag in trend topic, le visualizzazioni di video, i commenti dei giornali - come questo, d'altronde - sul fascismo in televisione, le campagne per cacciare fuori Leali dalla casa. È fin troppo ovvio che ci sia un'orchestra e che a dirigerla sia proprio il GF, cui non interessa più quel che accade dentro la casa quanto quello che succede fuori. I vip chiusi e strapagati seguono il copione con vari livelli di improvvisazione, ma il canovaccio è stabilito a priori. E se Patrizia De Blanck è già diventata la nuova idola del web, con le gif e con i meme già che la riguardano confezionati a tempo di record, Fausto Leali ha ottenuto un nuovo ruolo, forse l'ultimo della sua carriera: il fascista. "Nero è il colore, neg*o è la razza" ha detto Leali nel circolo degli inquilini riuniti: la scena era diretta talmente male che è davvero sorprendente come possa scatenare delle reazioni: le battute sono rimpallate stancamente da un personaggio all'altro: Leali dice la sua, segue Enock Barwuah (fratello di Mario Balotelli) che lo contesta, segue Patrizia De Blanck, distesa sul divano in posa da matrona romana, che fa la parte della voce della verità: "Io ho capito che vuoi dire, ma adesso ti appendono come Mussolini, sono ca**i tuoi". Meta -televisione pura: nella casa lo sanno quel che sta accadendo fuori, lo sanno che gli antifascisti davanti al televisiore stanno già twittando convulsamente. Sanno tutto, e stanno al gioco. Perché in Italia non sei nessuno senza una bella polemichetta, e il fascismo - si sa - è la base di ogni scaramuccia italiana. Il problema non è Fausto Leali, ma pensare che l'antifascismo sia twittare indignati dal divano di casa propria. Il Grande Fratello lo sa benissimo come provocarci, ed è questo il vero problema: l'antifascismo è diventato un trend, un'onda da cavalcare per aumentare lo share. Pensiamo anche alla frase che ha detto: Leali non ha sostenuto una tesi indifendibile, come ad esempio il negazionismo. Non ha detto 'Auschwitz non è mai esistita', ha detto che 'neg*o è un colore'. Un'affermazione che è razzista a metà, perché contiene un fondo di verità. È volutamente provocatoria, è quel giochino del 'fascio non fascio' che serve ad alimentare un dibattito straordinariamente sterile: ci si concentra sulle parole e non sulla cultura, si guarda al dito e non alla luna. Come sempre. La soluzione, forse, è rifiutarsi di partecipare al giochino del Grande Fratello. A non abboccare come pesci a qualunque amo provocatorio lanciato nelle nostre bocche frementi di dire la nostra sulla polemichetta del giorno. Perché c'è anche questo, e siamo tutti coinvolti: siamo schiavi della nostra mania di protagonismo, diamo più spazio a quella che al pensiero lento, e critico. Quello che ci fa rendere conto di star assistendo a uno scialbo teatrino per intrattenere le nostre pigre domeniche sul divano. Giuseppe Cassarà
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love-nessuno · 3 years
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Quindici anni fa uscì il romanzo Uomini che odiano le donne, da poche settimane invece, in pieno ribaltamento di genere, è uscito Odio gli uomini, libro che ha infiammato la Francia e in Italia è stato salutato da la Repubblica come “un caso letterario”. La genesi di questo libro è particolarissima. Lo ha scritto Pauline Harmange, ventiseienne, volontaria in un’associazione contro le violenze sessuali e blogger, e lo ha pubblicato un minuscolo editore in pochissime copie. Il libro ha però catturato l’attenzione di Ralph Zurmély, funzionario del ministero per le pari opportunità francese, che ha minacciato l’editore di denuncia per incitamento all’odio se non avesse ritirato il libro. Com’era prevedibile, sortì l’effetto contrario: migliaia di copie vendute e traduzioni in diciassette lingue.La Francia assolve da sempre al compito di avanguardia europea e l’intellighenzia italiana ne accoglie prontamente i frutti come novità da imitare: non stupisce dunque che qui il libro sia stato accolto con entusiasmo provinciale. Quel che semmai stupisce è che un libretto di 96 pagine (Garzanti è riuscito a stirarlo fino a 114 ingigantendo il corpo del testo), pensato per un pubblico minuscolo e in cui ben poco si dice, abbia suscitato reazioni tanto scomposte. La Francia è sensibile verso la questione e ha molto insistito sulla parità di genere, affrontata con una certa distensione grazie alla proverbiale laicità razionalista, fino ad esiti parossistici. Se, da un lato, il comune di Parigi è stato multato perché la sindaca ha nominato troppi dirigenti donne, violando così la parità di genere, dall’altro si preannuncia battaglia sulle celebrazioni per il bicentenario della morte di Napoleone, accusato di razzismo e sessismo, tra le altre cose, con un preannunciato impiego di forze femministe.In questo contesto di decostruzione dell’uomo bianco, sia perché uomo sia perché bianco, Odio gli uomini casca a fagiolo. Il libro è stato negativamente criticato per due ragioni. La prima è l’accusa di incitamento all’odio e di istigazione alla guerra tra sessi, esemplificata dall’inequivocabile confessione “odiare gli uomini, in quanto gruppo sociale e spesso anche in quanto individui – mi riempie di gioia.” L’altra è quella di ipocrisia: Pauline Harmange scrive a venticinque anni un libro del genere ma è già sposata proprio con un uomo bianco eterosessuale della classe media, cioè il perfetto bersaglio del suo odio. Da quest’ultima accusa la Harmange si difende già nel libro sostenendo che “ciò non mi impedisce di chiedermi perché gli uomini siano come sono. Vale a dire degli esseri violenti, egoisti, pigri e vigliacchi.”Queste però sono critiche forse marginali, mosse da chi guarda il dito invece che la luna, rispetto ai difetti fondamentali di questo libro. La prima cosa che si nota è che il libro è connotato da molta vis polemica ma poca argomentazione: le tesi, anzi, le recriminazioni, non vengono quasi mai spiegate e pochissime sono le fonti e le citazioni. Secondo la Harmange, “una volta aperti gli occhi sulla profonda mediocrità degli uomini, non ci sono più molte ragioni per apprezzarli a priori.” Questo la porta a propagandare la misandria come “principio precauzionale” e a sostenere che “il minimo che possa fare un uomo di fronte a una donna che avanza una tesi misandrica è ascoltare in silenzio.” Contravvenendo a questo suo suggerimento, opponiamo una questione di principio.Questo libro, e più in generale il discorso entro cui si situa, è assiomatico e antidialettico per costruzione: perciò, è impossibile che se ne possa discutere. Scrivere un libro che poggia sull’assunzione di insindacabilità perché scritto da una donna, cioè un’oppressa, che ha dunque ragione a prescindere nell’odiare gli uomini e nell’esprimerlo, mentre le donne che ancora non lo fanno devono solo “aprire gli occhi”, vuol dire escludere a priori la possibilità di interloquire con chi non condivida questa assunzione, cioè con tutti tranne che con chi la pensa già come l’autrice. Allora viene da chiedersi perché abbia scritto questo libro, se si può solo leggerlo in silenzio senza dibatterne.Stupisce poi la fusione di tutti i singoli uomini in un unico magma. Le differenze individuali sono abolite a favore di volontà di gruppo, facendo perfino ricorso a stereotipi grotteschi. Gli uomini sarebbero mediocri per definizione, tutti violentatori dai quali difendersi (anche se non lo sono, perché potrebbero esserlo), in una sovrabbondanza di cliché per cui certi uomini si interessano al femminismo “per rimorchiare qualche femminista”, “si imbucano a tutte le feste” e passano del tempo tra loro per “esacerbare la propria virilità”. Di fronte a tanta mediocrità, l’autrice rivendica per le donne “il diritto di essere brutte, malvestite, volgari, cattive, irascibili, casiniste, stanche, egoiste, carenti…”Ancor più importante però è un altro difetto di questo libro, ossia la sovrapposizione tra la condizione e i problemi delle donne in generale e quelli delle donne europee, bianche, benestanti e secolarizzate. Nel suggerire alle donne di stare tra loro praticando la “sorellanza”, così da scoprire il proprio valore, l’autrice immagina gli uomini come un gigantesco club in cui “il prezzo da pagare per ottenere la tessera è il disprezzo delle donne e delle minoranze”. Come se nelle minoranze non esistessero sessismo e patriarcato. Per sopperire a questo disprezzo connaturato, “le donne sono in un processo di aggiornamento costante”, che si esprime nell’“andare dallo psicologo, leggere libri per imparare a organizzarsi, a essere zen, a godere, condividere i propri stati d’animo, fare sport e diete, sottoporsi a restyling, coaching, interventi di chirurgia estetica, cambiare lavoro, farsi in quattro.”Che talune donne si sentano costrette a tutto questo per risultare gradite agli uomini suscita dispiacere e riprovazione, ma che il disagio della condizione femminile in un paese come la Francia si esprima nell’essere costrette a consumi di lusso appare un tantino eccessivo.In un’Europa globalizzata e instradata sul viale del meticciato, ridurre il confronto tra i sessi al solo rapporto con l’uomo-bianco-etero è forse riduttivo rispetto alla complessità delle nostre società. Perché, in definitiva, no: gli uomini non sono tutti uguali e neppure le donne. Parlare a nome di tutte contro tutti è pura velleità. Con una punta di cattiveria, non resta che archiviare questo testo nello scaffale delle pubblicazioni sintomatiche di una società decadente, afona e imbelle, dove suggestioni non dimostrabili unite all’introspezione ombelicale del proprio vissuto privilegiato, assurge a “caso letterario” e a “grido di liberazione” (Il Messaggero). Senza che nessuno nutra mai il sospetto che il tono apocalittico e astorico di chi sembra aver scoperto stamattina le disparità di genere non denoti invece la rimozione di mezzo secolo di femminismo e di progressivo smantellamento del patriarcato europeo.
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megmacgillivray · 3 years
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first party
YARA: I primini si sono dati un gran da fare per organizzare la festa a sorpresa di FAITH. Chi ha distribuito bigliettini con scritto data e ora, chi, come Yara, ha saccheggiato la sala grande durante l`orario dei pasti in cerca di cibo per la festa, chi ha dato una mano con le decorazioni. All`interno dell`aula i presenti corrono da una parte all`altra indaffarati cercando di sistemare, pulire e decorare la vecchia e polverosa aula in disuso. Un`aula abbastanza grande, quadrata, sulla destra sono poste delle grandi finestre da cui entra la luce. I banchi e le sedie sono state poste ai lati lasciando un grosso spazio al centro nel caso qualcuno volesse ballare o altro. Vicino alla porta sono poste delle sedie con alcuni leggii in legno scuro per chi volesse suonare qualcosa "presi in prestito"- ovviamente senza chiedere - al carissimo professore di Astronomia Desmond OGallagher come una sorta di vendetta personale per non essere riuscita ad entrare nel coro. Sulla parete è poggiata l`enorme custodia nera del basso di Yara tappezzata di adesivi, perlopiù dei BallyCastle Bats, ed affianco ad essa c`è una scopa che è stata utilizzata per spazzare il pavimento dell`aula. Su di un banco sono posti vari panni, spray ed oggetti per pulire insieme ad alcuni nastri colorati e altri vari oggetti per decorare l`aula anch`essi sgraffignati da in giro. La piccola Corvonero spinge una vecchia cattedra con tutta la forza che ha verso il muro facendo parecchio rumore e ci passa sopra il panno con vigore alzando un sacco di polvere. Sistema poi alcuni vassoi rubati in Sala Grande durante il pranzo sulla grande cattedra. Prende poi la borsa a tracolla marrone e ne estrae salsicce, toast alla marmellata, vari budini alla zucca e dei pasticcini al cioccolato ed alla menta sformati e difficilmente irriconoscibili, alcuni di essi mischiati tar loro. Sulla tavola inoltre è presente un vassoio di vetro dove è possibile riversare caramelle sfuse. Alla fine estrae un`intera torta con prosciutto e pollo e la posiziona al centro della tavolata, affiancandola ad alcune brocche d`acqua e di succhi vari tra cui quello alla zucca, alla mela e all`uva [...] Si gira verso la parete sinistra, ed estraendo la bacchetta di cedro dalla tasca del grosso mantello nero che indossa, la punta verso la parete, ed immaginando di ricoprire la parete con un nastro rosso molto spesso posto come a comporre in corsivo la scritta "Buon Compleanno Faith" si concentra e pronuncia la formula «Cartellone Decòro».
MEG: «OKAY, TUTTI ZITTI CHE FRA POCO DOVREBBE ESSERE QUI» e poi aggiunge con un tono di voce decisamente più basso «sempre che quella testa di bolide faccia quello che deve!» sks Nico.
PRIM: ecco che parte il grido di MAEGAN e lei sobbalza andando a urtare uno dei banchi con un fragoroso rumore di legno sedie e quant’altro che cozzano. Le mani che vanno alla bocca quindi mentre gli occhi sono allargati in pieno terrore, si mette in un angolino e sta ferma, zitta e ferma il più possibile adesso.
CECI: «...ma dobbiamo anche nasconderci? O solo stare zitti. Perché. Mai fatte ste cose.»
JOJO: «Allora, poi ci nascondiamo tutti da qualche parte e aspettiamo che entri, no?»
MIKE: « e dove ci nascondiamo?» alza un sopracciglio, indicando la stanza semi spoglia « sul soffitto? » sarcasmo sempre presente, come dimenticarlo.
NICO: È un ottimo attore, come al solito, quindi non è stato difficile fingere di doversi recare al secondo piano chiedendo il suo aiuto; è bastato citare il problema scacchiera e la ricompensa di un luogo nascosto. Un bel regalo di consolazione… visto che ce ne vorrà di tempo ancora, prima di poterle consegnare quello vero (maledette gite ad Hogsmaede). E certo MAEGAN che la testa di bolide fa quello che deve. È del compleanno di MURPHY che stiamo parlando. Tutto perfetto deve essere. Ha anche portato le Caramelle di Mielandia – ben riposte nella tasca centrale della felpa, dove non possono essere viste. Insomma; lui ha portato la festeggiata, mica può fare molto altro. «Era qui mi pare…» le dice, puntando l’indice in modo tranquillo verso la porta… LA porta. «Sì sì. Ora se apriamo sicuramente riappare la scacchiera, dico la frase, e ci dice come arrivare in questo luogo misterioso» [...] «VIVA LA GRIFOLAGNA!» urlerebbe infine, con il sorriso sul volto e gli occhi fissi sulla GRIFONDORO, per godersi al meglio la faccia che farà. Insomma, pronti o no, Nico spalanca la porta. Puntuale come un orologio svizzero. Visto MEG?
FAITH: Un’iniziale faccia confusa, contornata da una frotte aggrottata, muta immediatamente alla vista di tutti i primini riuniti - e al sentire di quei sorpresa ben urlati -: non spiccica parole, nonostante ci provi e dalle sue labbra fuoriescano unicamente suoni strozzati: insomma, una festa tutta per lei! per cui delle persone hanno speso del tempo! di loro spontanea volontà! gli occhi sono anche un pochino lucidi - ma se glielo chiederanno non lo ammetterà, nemmeno sotto minaccia - forse non di pianto, ma sicuramente le brillano - coff e pure parecchio coff -. Prova a spiccicare un grazie spezzato, non fatela parlare o questa si mette a frignare, guardando attorno tutte le decorazioni puntanto il dito verso ognuna, con tanto di « OH!! » e facendo lo stesso anche verso ognuno dei presenti, nonostante abbia avuto la decenza di non indicarli
PRIM: «TA-TANTI AUGURI-RIII!» cerca di stare a suo modo dietro agli altri con la voce un po’ affannato, in tutto questo, probabilmente sbatacchierebbe un po’ anche la povera CECILIA trascinandola in quel canto fuori ritmo «AAAAAA TEEEEEEH!» continua quindi «Vivi cento anni e cento altri ancora! Bevi ridi e scherza come mai prima d’ora! Balla balla balla sotto il cielo e la luna… canta canta canta è il tuo giorno che fortuna EH!» continua quindi a ballare saltellando e rotando attorno all’altra tassorosso.
YARA: Raccoglie la bacchetta di cedro conficcata nella torta con la mano destra appena BLYTHE la porta vicino a FAITH e sussurra alla festeggiata «Ok, tu soffia sulla bacchetta e nel frattempo io pronuncio il controincantesimo» e fissando la punta illuminata della bacchetta conta «1...2...» si concentra con la volontà di spegnere la bacchetta «e...3...NOX»
MEG: appena si riprende dalle risate urla anche lei (ma quanto urlano sti primini?) «LA FOTOO!!!!» facendo anche grandi gesti verso tutti per far capire che si devono mettere tutti vicini vicini per la foto di gruppo. Corre verso il tavolo e cerca di posizionare al meglio la macchina fotografica affinchè ci stiano tutti dando ogni tanto delle indicazioni «un po’ più a destra» … «LIU’ avvicinati» … «PRIM riesci ad abbassarti un po’?» e poi quando tutto sembra quadrare «OKAY, ora metto l’autoscatto eh, cinque secondi e fate qualcosa di buffo!» perché le foto dei maghi si muovono, e le pose statiche sono noiose.
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Da sinistra verso destra:
Neera che si gonfia le guance in un espressione buffissima, dietro di lei Primrose che sorride, Liu che si esibisce in una mossa di karate, Jojo che fa un smorfia, Faith abbraccia Mike e Nico al centro della foto, Blythe che sorride ma quando viene spintonata da Meg la guarda male, Emile tiene stretto a braccetto Ceci che sorride a trentadue denti e Yara al suo fianco ha una faccia inferocita.
{Foto scattata il 15 novembre 2076, Primo Party ad Hogwarts} 
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