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#dove sono queste mani?
mynameis-gloria · 2 months
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Continuano queste giornate di inferno, se non svengo in questi giorni è già un traguardo, sono fisicamente e mentalmente stanca, la mia schiena necessiterebbe di un massaggio con i fiocchi, mani che sciolgano ogni nodo, e sento le tempie pulsare da quanto son tesa. Mi sento sopraffatta da questo correre continuo, non avere il tempo anche per le più piccole delle cose. Se mi fermo un secondo credo che potrei mettermi a piangere, sentendomi ancora più scema. Se non altro almeno oggi c'era il sole
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ilpianistasultetto · 2 months
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Quando ero piccolo, genitori, maestri, professori, ripetevano continuamente che bisognava studiare; non tanto per il lavoro ma perche' studiando si diventava critici, si capivano meglio le cose. Lo studio era lo strumento per non farsi prendere per i fondelli da nessuno. Oggi capisco che mia nonna Emilia, contadina e analfabeta, era piu' scaltra e saggia di tanti diplomati o laureati di oggi. Quando dicevo qualche sciocchezza, lei replicava: "Robe' , smettila di dire certe fregnacce!" Ecco, oggi di fregnacce ne sento tante e quasi nessuno ci riflette, cosi' acconsente. Da qualche giorno, certa politica ha acceso i suoi megafoni per dire che bisogna fare qualcosa contro la concorrenza sleale sui prodotti agricoli e gli italiani battono le mani al grido: "Giusto! Giusto. Non e' accettabile che importiamo i pomodori cinesi o l'olio algerino quando loro non hanno gli stessi standard lavorativi e le stesse regole che abbiamo noi in Italia". Lo dicono i politici, ma anche diplomati e laureati italiani, almeno la grande maggioranza. Ma allora, dobbiamo stracciare anche gli accordi commerciali per importare PC, tablet e I-phone, visto che litio e cobalto sono estratti in miniere dove la maggior parte dei lavoratori sono bambini di 12 anni? E perche' e' canaglia chi compra a 0,50 le zucchine e sugli scaffali si vendono a 7 euro e non e' canaglia APPLE che fa produrre i suoi I-Phone ai cinesi a 100 euro e li rivende a noi a 1.000 euro? O Nike che produce in India a 10euro e vende a 200? Per queste importazioni che facciamo? Le blocchiamo? Eh, chissa' per quanti altri secoli sara' valida la frase di mia nonna: "smettetela di dire fregnacce!" @ilpianistasultetto
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angelap3 · 22 days
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Billie Holiday
Filadelfia, 7 aprile 1915 – New York, 17 luglio 1959
[ Nella vita, per prima cosa devi avere da mangiare e un po' d'amore.]
Mi hanno detto che nessuno canta la parola "fame" e la parola "amore" come le canto io. Forse è perché so cosa han voluto dire queste parole per me, e quanto mi sono costate . Forse è perché son così orgogliosa da volere per forza ricordare Baltimora e Welfare Island, l'istituto cattolico e il tribunale di Jefferson Market, lo sceriffo davanti al ritrovo nostro di Harem, e le città sulla costa da un oceano all'altro dove ho preso le mie batoste e le mie fregature, Filadelfia e Alderson, San Francisco e Hollywood; ricordare metro per metro ogni dannato pezzo di tutto questo. Tutte le Cadillac e i visoni di questo mondo, e io ne ho avuti un bel po', non possono ripagarmi e nemmeno farmi dimenticare. Tutto quel che ho imparato in tutti questi posti da tutta questa gente si può riassumere in quelle due parole: nella vita, per prima cosa devi avere da mangiare e un po' d'amore.
ph Herman Leonard: Billie Holiday, NYC, New York, 1949
La storia di Billie Holiday è roba da racconti di Charles Dickens. Una infanzia disgraziata e di stenti con la madre che si arrabatta a far di tutto, pure la puttana per mangiare. Un quarantenne che la violenta a undici anni. Una zia sadica e fuori di testa di cui è vittima. Il misero collegio dove passa gli anni dell'adolescenza. Pochi motivi per essere allegra. Le cose cambiano, apparentemente in meglio, quando la sua meravigliosa voce diventa nota, prima nei piccoli ambienti jazz poi sempre a più persone. Nasce così Lady Day. Nasce così Lady sings the blues. Ma la fama non lenisce ciò che è stato, e allora per resistere e campare ci vogliono droghe e alcool e amori tutti sbagliati. Lei ne e' consapevole, ma, dice: "Sono stufa di passare le notti sola con i miei cani in albergo, dopo un concerto". O peggio "risvegliarmi ogni mattina accanto a un uomo diverso". Quando il 17 luglio 1949 si spegne ha solo 44 anni. Dirà Miles Davis: "Era una donna molto dolce, molto calda; sembrava un'indiana con la pelle vellutata, marrone chiaro. Era una donna splendida prima che l'alcool e la droga la distruggessero. Ogni volta che mi capitava di incontrarla le chiedevo di cantare "I Loves you, Porgy", perché ogni volta che lei cantava "non lasciare che mi tocchi con le sue mani calde" potevi praticamente sentire quello che sentiva lei. Il modo in cui la cantava era magnifico e triste. Tutti quanti amavano Billie".
Ma tutti quanti l'hanno sempre lasciata sola.
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kon-igi · 1 year
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MOMENTI DIFFICILI
Questo è un momento difficile.
È più di un momento, purtroppo.
Diciamo che è un intervallo di tempo molto lungo in cui sono stati troppo frequenti i momenti difficili, ecco.
Non mi piace indulgere in lamentele personali qua su tumblr e nella vita reale me ne sentirete portare avanti ancora meno, però ogni tanto scrivo qualcosa, sebbene di solito quando il problema è stato risolto oppure ridimensionato.
E difficilmente si tratta di un problema solo mio.
Quando manifesto un disagio - o anche solo divento meno assiduo nel postare - ricevo sempre un sacco di messaggi, ask, sms, watsappi&telegrammi e persino anche delle telefonate con cui vi assicurate che vada tutto bene e se qualcosa non va bene mi chiedete cosa potete fare per raddrizzarlo.
Ma più o meno un anno fa (esattamente il 27 Dicembre 2021), nel periodo più buio e triste della mia vita, l’aiuto mi è arrivato inaspettato, da una persona inaspettata e in modo, ovviamente, inaspettato.
L’antivigilia di Natale mi ero trovato costretto a licenziarmi malamente da un posto di lavoro dove per 15 anni avevo dato tutto me stesso e in quei giorni il demiurgo aveva settato il mondo in bianco e nero e col volume al minimo.
Non è che non trovassi la forza di fare le cose... non aveva più significato farle.
Avevo deluso la mia compagna, le mie figlie, i miei genitori, non facendo qualcosa di sbagliato ma vedendo che un qualcosa di giusto diventava sbagliato nelle mani delle persone sbagliate.
Non avevo più desiderio di essere... ed era una sensazione orribile.
E poi @autolesionistra ha postato un video musicale ‘natalizio’ il cui testo non ho remore a dire che io considero la cosa più bella e struggente che io abbia mai ascoltato... nel momento in cui ogni cosa e ogni rapporto avevano perso di significato, mi sono reso conto che tutti i miei sforzi erano profusi nel difendere un qualcosa che altri avevano distorto e che in fondo sapevo non essermi mai appartenuto veramente.
La risposta non era nel valore di quello che facevo in cambio di uno stipendio e nemmeno nei vuoti riconoscimenti di quegli individui che poi si fregiavano dei miei successi.
Avevo dimenticato le persone dalle quali venivo, quelle che mi stavano accompagnando nel viaggio della vita e, soprattutto, quelle che lo avrebbero proseguito una volta che fossi stato troppo stanco per continuare.
Io quella canzone la riascolto ogni giorno e ogni volta, a un certo punto del testo, scoppio a piangere (come sto piangendo adesso a scrivere queste cose) perché sono stato così tanto vicino a perdere tutto che ogni strofa è una consolazione e un gentile invito a stropicciare gli occhi affaticati dalla stanchezza del mondo per tenerli meglio fissi sulle cose che davvero rendono un essere umano capace di essere umano...
La canzone è White Wine in the Sun di Tim Minchin e per quanto il titolo sembri tutt’altro che natalizio, il buon Autolesionistra ci ricorda che l’autore è australiano e laggiù il Natale lo festeggiano quando c’è il caldo dell’inverno australe.
youtube
White Wine in the Sun - Tim Minchin
I really like Christmas It’s sentimental, I know, but I just really like it I am hardly religious I’d rather break bread with Dawkins than Desmond Tutu… to be honest
And yes, I have all of the usual objections To consumerism, the commercialisation of an ancient religion To the westernisation of a dead Palestinian Press-ganged into selling Playstations and beer But I still really like it
I’m looking forward to Christmas Though I’m not expecting a visit from Jesus
I’ll be seeing my dad My brother and sisters, my gran and my mum They’ll be drinking white wine in the sun
I don’t go in for ancient wisdom I don’t believe just ‘cause ideas are tenacious it means they’re worthy I get freaked out by churches Some of the hymns that they sing have nice chords But the lyrics are dodgy
And yes, I have all of the usual objections To the mis-education of children who, in tax-exempt institutions Are taught to externalise blame And to feel ashamed and to judge things as plain right and wrong But I quite like the songs
I’m not expecting big presents The old combination of socks, jocks and chocolate’s is just fine by me
‘Cause I’ll be seeing my dad My brother and sisters, my gran and my mum They’ll be drinking white wine in the sun I’ll be seeing my dad My brother and sisters, my gran and my mum They’ll be drinking white wine in the sun
And you, my baby girl My jetlagged infant daughter You’ll be handed round the room Like a puppy at a primary school And you won’t understand But you will learn someday That wherever you are and whatever you face These are the people who’ll make you feel safe in this world My sweet blue-eyed girl
And if my baby girl When you’re twenty-one or thirty-one And Christmas comes around And you find yourself nine thousand miles from home You’ll know what ever comes Your brothers and sisters and me and your mum Will be waiting for you in the sun When Christmas comes Your brothers and sisters, your aunts and your uncles Your grandparents, cousins and me and your mum We’ll be waiting for you in the sun Drinking white wine in the sun Darling, whenever you come We’ll be waiting for you in the sun Drinking white wine in the sun Waiting for you in the sun Darling, when Christmas comes We’ll be waiting for you in the sun Waiting
I really like Christmas It’s sentimental, I know
Grazie a tutti voi di avermi permesso di ascoltarla ancora una volta e... di esserci.
Vi auguro di saper sempre stringere forte a voi le persone giuste... quelle che conoscono il vostro vero nome e che sapranno ripeterlo al vento del mondo finché non sarete mai più perduti.
Buon Natale <3
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yomersapiens · 1 year
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I cigni fanno finta di niente cignorano.
Ho preso un post-it e sopra ho scritto "Comprare post-it", alché mi guarda e mi dice "Ma che cazzo, sono qua, me lo dici in faccia, me lo scrivi addosso?" e non sapevo come rispondere così ho puntato sull'essere onesti "Bello mio è il 2023 è ora che impari che siamo tutti sostituibili, tu, me, tutti" lui si è preso male, si è scolorito, è passato da quel bel rosa shock acceso tipico dei post-it in uno avvilito e depresso e ha aggiunto "Vabbé ok come vuoi, ricordati solo di prendere le medicine, mi avevi comprato per questo..." e io mi ero scordato in effetti. Ho preso le medicine, il post-it ha smesso di parlare. Peccato, perché era proprio un bravo post-it.
Nel telefono ho solo foto del mio gatto, praticamente. Mi piacciono molto ma mi piacerebbe anche variare un po'. Magari con foto tue di ogni tipo, anche vestita non è un problema. Sono un ragazzo aperto. Non troppo vestita però ché la distanza sarà sempre un problema e poi vorrei inciampare su qualcuna di queste foto mentre sto facendo vedere quanto è bello il mio gatto e "Guarda qua come è seduto in maniera buffa! Guarda qua che panza che ha! È proprio un ciocciottone!!! E invece qua ooops, eh no questa non dovevi vederla, però l'hai vista, ecco, hai visto che bella che è? Sì, pensa che ho il permesso di stringerla. Ti rendi conto? Io, con questa faccia e questa panza che neanche il mio gatto c'ha, posso stringere lei. Posso mettere queste mani su quella pelle. Assurdo eh? Beh, torniamo alle foto di Ernesto, ecco, qua si sta leccando la zona dove una volta aveva le palle, eh poverino, chissà se gli manca avere le palle".
La mostra è stata fatta. Mi hanno finanziato. Ho esposto tutte le tessere degli abbonamenti viennesi. Ho invitato altri artisti e c'era pure una vecchia conoscenza nostra, il caro Spaam, che ha portato un suo lavoro bellissimo ma racconterò tutto quando rebloggherò per la millesima volta il lunghissimo post delle tessere degli abbonamenti viennesi. Però dai metto una foto qui perché sono un sacco orgoglioso.
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Questa primavera che non vuole saperne di arrivare mi piace. Anche se sono tornato a indossare i calzini di lana, il secondo paio di mutandoni invernali (fuori sarò ancora un bellissimo ragazzo ma dentro invecchio come non mai e ho qualcosa come centocinquantotto anni portati malaccio) e pure la maglietta della salute. Ogni tanto spunta il sole e Vienna si ricorda di essere viva e i viennesi come lucertole si fiondano sotto ogni raggio disponibile e io salgo sulla bici e pedalo fino a un laghetto poco distante. Non è facile arrivarci, devi seguire una strada piena di automobili e quanto fanno schifo le automobili sono rumorose e lentissime mentre io con la mia bici mossa dalle mie gambe alimentate dalla mia panza siamo molto più eco-amichevoli. Arrivato al laghetto mi sono seduto su un tavolino ignorato dagli osservatori di uccelli locali, quelli che vanno nella natura armati di fotocamere dal lunghissimo teleobbiettivo, e mi sono messo a guardare il cielo. Il tessutto azzurro pallido era graffiato dal passaggio di alcuni aeroplani diretti chissà dove così ho immaginato la mia vita lassù, su un aeroplano, che poi cade, spezzandosi in due. La mia testa non capisco cosa abbia di sbagliato ma vuole sempre che mi accada qualcosa di terribile. Immagino di ritrovarmi a cadere da non so quante migliaia e migliaia di metri da terra a una velocità assurda, anzi no non voglio cercare sul noto motore di ricerca qual è la velocità di caduta ma se ricordo bene deve essere 9,81 metri al secondo. Confermate? Sto cadendo velocissimo e mi manca l'aria ma riesco a raggiungere il telefono e prima di spiattellarmi al suolo vorrei almeno salutare tutti quelli a cui voglio bene, anche quelli che mi stanno sul cazzo dai, perché meritano di sapere che c'è un motivo per cui non li ho mai più contattati ed era proprio perché mi stavano sul cazzo. Quindi preparerei due messaggi, uno che dice "Ti ho sempre voluto bene" e un altro che dice "Sei un essere di merda e sono felice di morire prima di te perché stare ancora su un pianeta dove c'è pure la tua faccia di cazzo è una sofferenza costante". Perché il messaggio d'odio è più lungo di quello d'amore? Non lo so. Ho molta rabbia dentro. In ogni caso non credo sia fattibile. La pressione dell'aria non appena l'aereo si spezza in due sommata allo shock sommato alla temperatura glaciale ecco secondo me io crepo all'istante. Ho pensato a tutto questo mentre stavo seduto su quella panchina e i cigni mi hanno circondato. I cigni appartengono al secondo gruppo, quello dei messaggi di odio. Quanto mi stanno sul cazzo i cigni.
Ero alla mostra, stavo aspettando qualche visitatore. Tre curiosi sono passati, uno però è entrato solo perché credeva fosse stato recapitato qua da noi il pacco che gli hanno spedito. L'ho mandato al tabaccaio vicino ma prima di farlo uscire gli ho fatto vedere tutte le opere contenute quindi conta come visitatore! Ho fatto una videochiamata con mio nonno, volevo fargli vedere che suo nipote, disoccupato, prossimo ai quaranta, panciuto, biondo, rancoroso e ossessionato dal suo gatto ci è riuscito: ha fatto la sua prima mostra personale a Vienna. "Bravo Matteo, bravo!" ha detto prima di passarmi la nonna. La nonna non dice nulla da almeno 6 anni. È immobile sulla sua sedia, rinsecchita come una foglia sopravvissuta a troppe stagioni. Le ho detto "Guarda Pupetta! La mia prima mostra viennese! C'è il mio nome qua!" e lei non ha detto nulla. I suoi occhi erano sacchetti di acqua opaca. Sono tornato a parlare con il nonno che ultimamente si commuove per un nonnulla sempre. "Hai visto? Sono proprio felice nonno. È proprio una bella sensazione". Penso che la nonna abbia sentito che per la prima volta in non so quanti anni non mi sono lamentato di qualcosa e anzi ho detto di essere felice e forse ha capito che dai, pure quell'anima in pena di Matteo in qualche modo ha trovato il suo posto. E ha deciso di andarsene.
Guardo il telefono senza riuscire a staccarmi da ventiquattro ore in attesa della comunicazione ufficiale da parte di mia madre. Salirò su un aereo, arriverò a salutarla e le dirò "Ti ho sempre voluto bene" perché era lei il primo numero a cui avrei mandato un messaggio in caso di disastro aereo.
Per bilanciare allora mi sa che passo al laghetto, sulla via per l'aeroporto, a pestare di mazzate qualche cigno. Questa rabbia e lacrime devo sfogarle in qualche modo e quei pezzi di merda sanno di meritarsele.
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nospiderpls · 5 months
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1 dicembre
Mi sveglio storcendo appena il naso, ma mi ci vuole solo un istante. Mi volto solo un attimo guardando l'ora. Le 8:00. Mi tiro su appena, e mi poso al tuo petto picchiettandolo con le mani per svegliarti. << Greengrass, Greengrass. Sveglia Greengrass, Greengrass? >>
Il borbottio mi dice che in qualche modo si è svegliato: << Sì sì che c'è, ho capito. Che succede? >> ha solo aggrottato la fronte, non ha ancora aperto gli occhi. Non che questo sia in grado di fermarmi: << E' il primo dicembre >> << Sì beh, sai, capita quando finisce novembre >> Il colpo con la mano che gli rifilo al petto l'istante seguente sembra togliergli il fiato, abbastanza da aprire un occhio. Io gli sto sorridendo a sessantacinque denti.
<< Oddio che succede? >> << Dobbiamo preparare la casa! >> << Preparare la casa? Perchè, dove deve andare? >> Altro colpo. << Per Natale! >> Resta qualche istante a guardarmi, vedevo i suoi pensieri che cercavano una qualche spiegazione. Poi ride sornione tornando a chiudere gli occhi: << Sì certo, come no >> << Greengrass... >> << Non ti farò addobbare tutta casa mia Travers >>
E' il silenzio che segue quelle parole che gli fa riaprire gli occhi, qualche istante dopo. Ho le labbra arricciate, le guance gonfie con lo sguardo triste. << Credevo abitassimo insieme, non di essere solo un ospite a casa tua... >> << Infatti è casa tua... >> << E mi sentirei moooolto a casa se fosse tutta addobbata per Natale! >> Silenzio. << Mh >> dice solo. Gli sorrido, facendogli il verso << Mh? >> << Sembra molto pericoloso parlare in questo momento >> Lo guardo divertita, e poso il mento sul suo petto. << Volevo solo vivermi queste feste assieme a te, tutto qui >> vedo il suo sguardo combattuto, e gioco decisamente sporco. Abbasso il viso e gli lascio un bacio sul petto tornando a guardarlo.
Il sospiro che segue è talmente profondo che quasi mi solleva. Esordisce quasi criptico: << In soffitta >> Sollevo un sopracciglio confusa: << Vuoi segregarmi in soffitta finchè non passano le feste? >>. Nel suo sguardo per un breve istante vedo che il pensiero lo attraversa, ma poi scuote il viso. << Dev'esserci della robaccia della mia ex, avrà distrutto la maggior parte ma troverai sicuramente qualcosa con cui infestarmi casa... >> Mentre parla, mi tiro leggermente su con sguardo impassibile. Mi poso meglio con le braccia sul suo petto, per reggermi la testa osservandolo con enorme curiosità: << Oh splendida mossa Greengrass, offrirmi gli scarti delle cose con cui passavi felicemente il Natale con le donne che hai sposato prima di incontrarci. Pensi che dovrei arrabbiarmi subito o quando starnutirò per la polvere della tua soffitta tenendoti il broncio tutto dicembre? >> Vedo il suo sguardo andare prima a destra, poi a sinistra. Sembra pensare a come risolvere la situazione, ma conosco abbastanza quello sguardo da capire che sta passando la camera per controllare quante cose potrei rompere lì dentro. Deve aver individuato i portagioie e le borse, forse anche qualche vaso.
Torna a guardarmi con gli occhi a una fessura, so che quell'espressione arrabbiata è la mia vittoria. << Un solo albero >>. Mi tiro su d'istinto ascoltando estremamente attenta quello che ha da dire. << Ti porto a prendere un unico piccolo insignificante minuscolo albero, solo un albero >> Mi brillano gli occhi: << Sì tranquillo, ti costringerò a fare solo solo quello per il resto mi arrangerò in tutto io! >>
L'istante seguente sono in bagno a prepararmi, senza lasciargli controbattere. Sento solo il suo borbottare che mi accompagna, ma ormai è troppo tardi. Sarà un Natale fantastico.
@alanmgreengrass
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scogito · 3 months
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Per chi ha fatto il vaccino anti COVID-19 e sta cercando qualche soluzione per disintossicarsi, segnalo due terapie che sono mirate ad abbassare i livelli di proteina Spike nel corpo (può formare coaguli di sangue anche a distanza di due anni).
Fonte: Dr. Carlo Tonarelli:
UNA CURA CONSIGLIATA PER ANTIDOTARE il Vaccino COVID Moderna o Pfeizer. Gli ultimi studi confermano efficacia Nattokinasi per eliminare la proteina Spike - Leggi ultimo articolo Abbiamo aggiunto , su indicazione del Dr. Citro la Bromelina alla formula delle capsule anti-Spike! Oggi 19 Ottobre incontro con il Dr. Massimo Citro che ha ribadito i problemi del long Covid a seguito dell ‘ incontro di Sabato 16 Settembre con una quarantina di colleghi col prof.Di Fede responsabile dell’istituto IMBIO di Milano , ematologo e ricercatore , Mentre di Fede il mese scorso ha illustrato un più moderno approccio diagnostico alla malattia parlando di nuove scoperte nell’interpretazione dell’Emocromo( esame del sangue di base ) e del dosaggio delle Citochine salivari che permettono di comprendere le disfunzioni e lo stato immunitario del paziente e predire l’infiammazione cronica silente e i processi di invecchiamento sia fisico che mentale. E Il prof. Di Fede ha sottolineato l’importanza del Glutatione e della Vit. D , e della NAC , il Dr. Citro ha aggiunto l’importanza degli enzimi come la Bromelina e la Lipasi per degradare la proteina Spike . Questo fa sì che la formulazione più adatta per cercare di eliminare la proteina Spike sia proprio : Nattokinasi, VitD e Glutatione e NAC con aggiunta di Bromelina e Lipasi. Ho aggiunto , per conoscenza, la cura proposta dal cardiologo americano dr. Mac Colluough. Ritengo entrambe valide sulla base della letteratura scientifica , l’unica perplessità è l’utilizzo della Curcuma che in certi soggetti è epatotossica. Più di mille riviste scientifiche documentano gli effetti avversi e i disturbi causati della proteina SPIKE contenuta nei sieri a RNA per Covid 19 o i problemi legati al long-Covid . Come effetti avversi le pubblicazioni documentano quanto è avvenuto nella prima fase :trombosi,trombocitopenie, miocardiopatie e occlusioni dei vasi della retina. Oggi vengono segnalati danni al sistema nervoso centrale di vario tipo con perdita del gusto e dell’olfatto, stanchezza debilitante, amenorrea, perdita della memoria ,riattivazione di forme tumorali silenti e aumento di malori improvvisi. -> Le sostanze che in letteratura, secondo i diversi autori , che sembrano avere caratteristiche per poter “ripulire“ il nostro sangue dalla proteina sono: la Nattokinasi, Il Glutatione, la Vit. D e la N Acetilcisteina o NAC, la Bromelina 100 mg. Nessuna azienda farmaceutica ha prodotto un integratore che contenga queste quattro sostanze. Si può provvedere a questa carenza con una preparazione galenica disponibile in confezioni da 60 capsule.Una cura di due mesi , una capsula al mattino 1/2 ora prima della colazione, ha Il costo che si aggira sui 60 euro. La farmacia Goso di Vallecrosia prepara anche la formulazione ideata dal dr. Mac Cullough 180 cps di Bromelina 165 mg Curcuma. 165 mg nattokinasi 67 mg prezzo € 130 prendendo 3 cps al giorno si riesce a coprire i due mesi di terapia.
-> LINK DELLA FARMACIA DOVE CI SONO ENTRAMBE LE FORMULAZIONI.
Il lavoro del Dr. Mac Collough Clinical Rationale for SARS-CoV-2 Base Spike Protein Detoxification in Post COVID-19 and Vaccine Injury Syndromes SARS-CoV-2 Spike Protein as a Therapeutic Target The majority of the global population has contracted COVID-19 and/or taken one of the many COVID-19 vaccines. As a result, the injurious SARS-CoV-2 spike protein has been an antigenic exposure to most in the world. Provided the infection was treated early and limited to the nasopharynx without invasive disease, the infection was self-limited without sequelae. Mucosal immunity with IgA, T-cells, B-cells, and natural killer cells handles the coronavirus and defends the body against systemic illness.1 However, in the setting of invasive disease with COVID-19 pneumonia, viremia, cytokine storm, thrombosis, and end-organ injury, there is evidence of widespread residual replicating SARS-CoV-2 spike protein in tissues for months, and the S1 segment within CD16 monocytes for more than one year.2
Covid, le proteine spike accelerano la formazione di coaguli https://www.seguonews.it/covid-le-proteine-spike... L'analisi di immunofluorescenza ha mostrato che la proteina Spike presente sulla superficie cellulare dopo le dosi di vaccino, o aver contratto SARS-CoV, viene degradata quando la nattochinasi è aggiunta al mezzo di coltura. Pertanto, i risultati di questo studio suggeriscono che la nattochinasi presenta un potenziale per l’inibizione dell’infezione da SARS-CoV-2 attraverso la degradazione della proteina S. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9458005/
Fonte Dr. Giuseppe Cusumano: terapia C.R.A.Pu
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susieporta · 2 months
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IL PIACERE PROIBITO
Vite che non sbocciano, che non ingranano, adulti mai nati, fermi, bloccati dentro scomodi grembi.
La patologia più grave, che per la scienza non è incasellata tra le patologie, è quella dei MAI NATI.
Ci sei, sei qui, cammini, guadagni, parli, fai sesso, viaggi, acquisti eppure non sei tu.
Non è la tua vita.
La vita è altrove.
Le cose accadono ma non a te.
La gente svolta, cambia, evolve, e tu sei fermo, come nel gioco dell’oca “fermo un altro giro”, e sto giro conta 40,50, 60 anni.
Sensazione di vivere espropriati da se stessi, 007 senza licenza di vivere.
Senza licenza per vivere ciò che piace davvero, perché il resto viene facile.
Il piacere è proibito, ciò che ami e desideri davvero, non osi nemmeno pensarlo ad alta voce e nemmeno dentro te.
E sapete quando il piacere diviene come la mela per Adamo ed Eva?
Quando si è mantenuta fede al patto depressivo familiare, quando stare bene è un fottuto reato, quando ci si è dovuti spegnere il fuoco da soli per non far sentire spenti quegli altri, quando la madre era invidiosa, troppo egocentrica, un seno cattivo direbbe la psicanalisi.
Il piacere di esserci e di Osare, di ardere, fare casino, essere eccessivi, essere creativi, sboccati, sopra le regole, affamati, voraci di vita.
Ma il piacere è soprattutto muovere il passo verso dove punta il cuore; il mai nato, lo vede! E va.. da un’altra parte.
E non è paura.
Non è sabotaggio, è per antico divieto materno.
È per sacro sigillo di stantìa fedeltà.
E dove è andata a finire tutta questa spinta? Repressa, dentro, sotterrata.
Come un sepolto vivo che ha giusto un foro per l’aria.
Si avverte violento il desiderio di rivalsa, di mordere la vita, di prenderla a calci in culo, di far vedere a tutti chi sei, ma ormai il tuo fuoco è spento, e sei così devastato dentro che non hai la forza per andare contro quell’invisibile mano che continua, giorno, dopo giorno, dopo giorno, a versarci acqua.
Quella mano è la tua, e con una mano vorresti accenderti e con l’altra, sei un pompiere.
Quella vita non nata, paralizzata dentro un gelido sepolcro, da cui spunta qualche foglia, ma non il tuo fiore, è la tua, la tua vita incatenata ad un antico tradimento, forse prima che nascessi, prima di emettere il primo respiro, eri già consapevole che sarebbe andata così.
E credo, niente per l’essere umano sia più tragico di questa frase, non per nulla tratta dalla canzone “Hurt” :
You are someone else, i am still right here e cioè vedere che i fiori sbocciano, crescono, fanno frutti e tu sei lì che non muovi un passo.
C’è tutto quel che ti serve per germogliare, ma tu in qualche modo senti che non lo puoi fare, che ti è vietato, che i piaceri e le gioie della primavera sono vietate, che il pullulare degli amoretti estivi puoi guardarlo da una cartolina, che le rondini svolazzano e tu sei estraneo a quella primitiva contentezza.
Ci sono figli che Dio non sa aiutare per quanto incastrati nelle loro angosce antiche, figli incasinati, figli disperati, che respirano flebili, accucciati nel fondo di un congelatore come una busta di surgelati.
Non so se questi figli vedranno mai la luce.
Forse non basta una vita, forse ce ne vogliono due, tre o chissà quante.
E non fatevi ingannare: non basta la volontà o il senso di responsabilità e non è vero che è tutto nella testa.
Anzi.
È una briglia marchiata nel DNA, è una paralisi dell’essere, che senza le giuste mani, rimane inoperabile.
YOU ARE SOMEONE ELSE
I AM STILL RIGHT HERE,
Cantavano i nine inch nails, ma molto meglio resa dall’immenso Johnny Cash, vero campione del soffrire e dell’autodistruzione, da buon pesci qual’era, salvato in estremis da June Carter, sua devota moglie cancerina.
È vero e lo credo che queste vite mai nate possano trovare la loro primavera grazie a un’ostetrica dell’anima.
Non ci si toglie dal ghiaccio infernale a mani nude, quando già si è privi degli strumenti per camminare.
Ci vuole Virgilio, ci vuole June, ci vuole un amore che ti strappi da quel grembo di eterna cova.
Che tutti i mai nati possano trovarne uno, non importa sotto quale forma, sotto quale veste, che si manifesti a voi, che sappiate riconoscerlo, e lasciatevi trarre in salvo.
Qualcuno nasce da solo, qualcuno no.
ClaudiaCrispolti
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thetasteofthesoul · 5 months
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A volte la tua assenza è parte del mio sguardo,
le mie mani contengono la lontananza delle tue
e l’autunno è l’unica postura che la mia fronte
può avere per pensarti.
A volte ti scopro in un volto che non avesti
e nell’apparizione che non meritavi,
a volte è una strada al tramonto
dove non dovremo tornare a incontrarci,
mentre il tempo trascorre tra un movimento del mio cuore
e un movimento della notte.
A volte la tua assenza appare lentamente nel mio sorriso
come una macchia di olio sull’acqua,
ed è l’ora di accendere certe luci
e camminare per casa
evitando l’esplosione di certi angoli.
Nei tuoi occhi ci sono barche ancorate,
ma io ormai non dovrò liberarle,
nel tuo petto ci furono sere che alla fine dell’estate
tuttavia guardai incendiarsi.
E queste sere sono ancora le mie riunioni con te,
il disgelo che nella notte
scioglie la tua maschera e la perde.
(José Carlos Becerra)
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elperegrinodedios · 2 months
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Il mio dolore più grande, è quello che dopo aver studiato per 25 anni le scritture conosciuto tutta la storia di questo popolo fino dalle origini, dopo aver calpestato questa terra e dopo aver visitato questi luoghi durante i miei tre cammini in Terra Santa da Nazareth, Gerusalemme, Betlemme le terre dove è nato, vissuto, testimoniato e morto Gesù, ancora oggi si sparge sangue d'innocenti. E questo purtroppo, non finirà mai fino alla fine dei tempi. Religione certo, ma anche dittatura e bramosia, egoismo, ricchezza e vanità. Pensare che ormai quasi tutta la Palestina è musulmana e cosi è insieme agli ebrei per Israele. Io lo so, io l'ho visto con i miei occhi e ho toccato con mani che ormai i cristiani rimasti, sono soltanto i frati che gestiscono i luoghi sacri o parte di essi cosi come la Basilica del Santo Sepolcro.
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Tra una bomba ed un'altra, un'attentato e l'altro, tra una strage di innocenti ed un'altra, alla fine rimane sempre il fatto che, un solo popolo, con lo stesso sangue, combatte contro i suoi fratelli.
No, non è soltanto una disputa e una guerra tra Israele e Palestina bensì, una situazione che di fatto coinvolge l'intera umanità ed il silenzio o il non prendere posizione in merito, ci rende tutti complici. Da parte mia l'uomo, cosi come fa fin dal principio (Caino con Abele) potrebbe anche continuare ad uccidersi l'un l'altro tanto è la sua natura, ma che a pagarne le spese e a versare il sangue siano bambini innocenti e le loro madri, questo no, questo è l'abominio che toccherà la pupilla di Dio che a suo tempo farà giustizia. 💧
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Queste sono due foto che scattai durante il mio ultimo cammino in Terra Santa. Basta quella in alto, per capire quanto loro stessi sappiano che stanno combattendo una guerra fratricida. Una guerra non religiosa dicono loro, ma politica nel nome d'una propria indipendenza e di una reale autonomia. Due muli che vogliono andare per la loro via in direzioni diverse ma che non possono perchè legati dalla loro stessa natura e origine e dallo stesso sangue. Questa foto del murales, si trova sulla parete di un edificio, diviso in due dal muro di confine dalla parte di Gerusalemme e in pratica divide Israele e Palestina. Tale murales è stato di grande impatto su di me. Mentre l'altro in basso invece si trova (come si può vedere) sul muro stesso alto sette metri che segna proprio il confine tra Betlemme e Gerusalemme che dista nove km. Il leone che divora la colomba e siamo sempre all'interno della Palestina. Un anziano di quei luoghi mi raccontò che il muro al momento della costruzione, non ha avuto nessun riguardo e ha di fatto separato intere famiglie che si sono ritrovate già dal giorno dopo, ad essere cittadini palestinesi se erano nativi israeliani e, viceversa.
Uno scempio!!! Come possiamo girarci dall'altra parte? Come può questo mondo infame restare a guardare, senza almeno restarne indignato?!?!
Si spacciano dittature per democrazie contando sull'ignoranza e, sul menefreghismo del popolo, basti vedere chi tiene e tira i fili in queste guerre più conosciute, come Israele e Palestina, Russia e Ucraina o anche nel Congo. Noi non possiamo fare nulla, ma sappiamo scrivere e spargere foto e lamenti e preghiere e lacrime di condanna e di orrore. Abbiamo potere, lasciamo le cose futili e condividiamo le sofferenze ed il dolore, di quelle madri e di quelle povere anime innocenti, che la sola colpa che hanno è quella di essere nati. 💔
lan ✍️🙏
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gregor-samsung · 7 months
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" È fondamentale interrogarci su quanto la paura stia deformando la nostra vita e le nostre scelte, e se quel che temiamo di perdere valga veramente la pena che proviamo nel chinare la testa, nel rinunciare a seguire quello che crediamo giusto o che desideriamo. Il personaggio principale di Storia di un impiegato, l’album di Fabrizio De André dedicato ai movimenti giovanili che dal ’68 alla fine degli anni settanta hanno scosso la vita politica italiana, è un uomo che si pone queste domande in ritardo. L’album è uscito [il 2 ottobre] 1973, ed è stato il primo in cui De André abbia dichiarato il proprio orientamento politico; prima di allora le sue canzoni erano uno splendido riflesso del cantautorato francese, elegante e popolare allo stesso tempo. Adesso l’autore genovese affronta direttamente il tema della rivoluzione giovanile, della lotta al sistema: il protagonista dell’album è un uomo ordinario, che non si trova a vivere la sua vita dove vuole che sia, ma dove la pista della proprietà e dei ruoli l’ha portato. È la paura ad aver costruito le sue scelte, e nulla di quello che vive è realmente frutto di una sua decisione. È un uomo realmente così distante dalle nostre esistenze? In quale rigagnolo galleggia la realtà di questo trentenne e fin dove tiene nascosta la faccia, a rischio d’annegare?
Da quanti anni il suo e il nostro mondo s’è ristretto nel bugigattolo dell’ufficio, tra la scrivania ingombra e il muro dall’intonaco ingrigito? Con quanta cura, la mattina, scivola fuori dal letto per non svegliare la compagna? (E una sveglia non gli serve da anni: ormai è la ripetizione di ogni cosa a farlo alzare puntuale.) Quante volte ha fissato il suo volto allo specchio, controllato la rasatura, indossato la camicia stirata la sera precedente, la solita giacca, il solito nodo alla cravatta? Potremmo essere noi. Fuori il Maggio francese non vuole smettere di riscaldare l’aria: da tempo le donne hanno strani monili tra i capelli, sorridono con tranquillità e guardano negli occhi gli uomini. L’impiegato di De André le osserva sulla metropolitana, tiene le mani raccolte tra le cosce, le spalle curve, conta gli anni che lo distanziano da quel mondo: e non ne trova molti, ma ne trova abbastanza. «Eppure i miei trent’anni sono pochi più dei loro», pensa, e questo non gli dà alcun sollievo. L’ufficio è ancora al suo posto, nello stesso quartiere di sempre, allo stesso piano del medesimo edificio. Sarà così anche negli anni successivi, per ogni singolo giorno della sua giovinezza, inoltrandosi nella maturità, fino a costeggiare la vecchiaia: allora la gita sarà finita ed ecco il momento di scendere al molo. Avrà una buona, sicura vecchiaia. È questo che si dice salendo le scale e incrociando gli sguardi dei colleghi. Qualcosa da condividere con i figli, quando ne vorrà avere. Ha ottenuto un buon posto di lavoro. L’ha ottenuto molto presto. Di che dovrebbe lamentarsi? Mentre regola l’altezza della sedia e dispone le pratiche sulla scrivania, mentre comincia a «contare i denti ai francobolli», sente cantare in strada, oltre la finestra dell’ufficio. Un corteo, colori, slogan e intorno la cinta scura della polizia, gli scudi e i manganelli sollevati, le spalle affiancate e i fumogeni. Guarda i manifestanti e pensa che soprattutto le donne, coraggiose e indipendenti, sono bellissime. Prova a immaginarsi in mezzo a loro, e si sente ridicolo: in piazza dietro la muraglia di caschi, schiacciato dai corpi di chi fugge alle cariche. Sarebbe letteralmente «fuori luogo». Nessuno tra quei ragazzi lo conosce e poi, come dovrebbe vestirsi? In mezzo al corteo sembrerebbe un infiltrato della Digos. Ovviamente verrebbe licenziato: come fare a lasciare il posto di lavoro per un motivo simile? E come spiegarsi, più tardi, con la compagna? "
Salvatore La Porta, Less is more. Sull’arte di non avere niente, Il Saggiatore (collana La Cultura, n° 1134), 2018¹. [Libro elettronico]
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ilpianistasultetto · 10 months
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Dopo 16 mesi dove tutti i leader dei paesi pro-Ucraina ci hanno smaronato con tesi di auspicati complotti contro Putin o di malattie che stavano portando il russo nella tomba, alla prima occasione che una di queste eventualita' si stava avverando, si sono cagati tutti addosso.
PRIGOZHIN al posto di PUTIN
La Russia nelle mani della Brigata Wagner? Ovvero, nelle mani di una brigata di Macellai (cosi li hanno sempre definiti tutti i leader dei Paesi Nato) con in mano le famose valigette dell'arsenale nucleare russo? Azz..azz..ariazzz..
Gia' li vedo tutti i leader occidentali mentre si cambiano le mutande strisciate di marroncino esclamando.."Pfuiiii..stavolta ci e' andata bene".
Chi gioca con il fuoco prima o poi si scotta! Occhio!
@ilpianistasultetto
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volevoimparareavolare · 9 months
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Perché questa città deve sempre essere così dura col mio cuore?
Ogni volta é una lezione che mi apre la pelle e mi incide sulle ossa gli errori da non ripetere.
Quante lacrime ancora dovranno assorbire queste piastrelle sporche? Quante colonne dovranno sostenere il peso del mio corpo, quando non riesco nemmeno a reggermi in piedi per i tremori?
La mia voce si spezza appena salgo sul treno, e i frammenti mi graffiano la gola e mi bruciano gli occhi appena scendo in stazione.
Questi portici all’improvviso diventano stretti e le piazze troppo piccole e il rumore si assottiglia finché l’unica cosa che mi urla nelle orecchie sono le grida dei miei pensieri.
Bologna tu mi hai sempre vista nei miei momenti peggiori. Perché solo quando vengo da te i miei scudi si sbriciolano e le mie maschere cadono.
E tutti i miei tagli ritornano a sanguinare, e tu sei talmente brutale che é impossibile uscirne indenni.
Come si può provare così tanto dolore e continuare a respirare? Come si può odiarsi al punto da voler morire ma in qualche modo continuare a vivere?
Dante Petrarca e Boccaccio sono passati da te. Mi hai sempre affascinato per questo. Tu crei scrittori.
E come un vento gelido tu mi hai piegato. Mi hai fatto cadere in ginocchio. Mi hai stretto i polsi e strappato dalle mani i coltelli che continuavo a stringere fra le dita. Mi hai preso a schiaffi sotto la pioggia e tenuta sveglia la notte a combattere mostri anche quando volevo solo voltarmi e scappare.
Mi hai fatto tornare a scrivere in un momento della mi vita dove pensavo non sarei riuscita a scrivere mai più.
Una volta lo facevo per dare conforto e speranza a chi mi lèggeva. Ma ora non piu. Ora scrivo sperando di non essere la sola al mondo da sentire così tanto. Così intensamente. Così immensamente. Per avere la conferma che qualcuno possa capirmi e ritrovarsi, anche se io per prima non mi capisco e non mi ritrovo.
Una volta piangevo per gli altri. Dopo te, non piango più per loro. Non piango più nemmeno per lui.
Piango per me stessa.
Per le cose che faccio,
e che mi lascio fare.
-pensieri delle 22.13
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la-novellista · 6 months
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Ci addormentavamo vicini vicini, senza che ci importi dove inizia uno e finiva l'altro, né di chi sono queste mani o questi piedi, in una complicità così perfetta che ci incontravamo nei sogni e il giorno dopo non sapevamo chi aveva sognato chi e quando....
Isabel Allende
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der-papero · 6 months
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Faccio un nuovo post per risponderti, @biggestluca , altrimenti diventa ingestibile.
Sì, nulla da discutere sulle tue parole sacrosante, anche se sei un furbacchione a tirare in mezzo la Meloni e ti perdono :)
Battute a parte, ti tiro nuovamente sul mio tema perché, insisto, qui c'è veramente un qualcosa di più subdolo sotto.
Il caso di De Luca per me è emblematico perché, per quanto i suoi modi nella metà delle sue giornate siano da stronzo, e sì, diciamolo, anche fascista (ce la ricordiamo quella uscita sui tatuaggi?), il punto è che non arriva ai livelli di questo governo di scimmie male ammaestrate, ma ancora una volta, non voglio attaccare la Meloni, perché qui il punto non è quello.
Dove ho provato dei brividi fortissimi è stato (mentre farfugliavo delle risposte ed il cervello provava a immaginare altri scenari, tanto, in quella situazione, non riuscivo più ad usarlo decentemente, quindi sticazzi), quando mi son fatto queste due domande.
Facciamo l'ipotesi migliore di questo mondo, ovvero che De Luca è un po' come quel padre abbastanza severo e qualche volta stronzo che, a parte qualche sparata che potrebbe benissimo risparmiare, crede veramente che il suo sistema educativo sia fatto perché tu cresca come si deve, e tu, nonostante un giorno sì e un giorno no ti faccia girare i coglioni, alla fine ti fidi, perché è come se vedessi del "giusto" nel suo piano. Siamo nell'utopia, eh, lo ribadisco.
Le mie due domande sono:
quanti mandati io dovrò consegnare a De Luca, 10, 20, 50, prima che lui diventi quello che io speravo non diventasse mai?
e questa, che per me è stata drammatica, e mi ha tolto il sonno da quel giorno ad oggi: sarò in grado di accorgermene?
Quello che cerco di dire è che a me già questo scenario utopistico spaventa, ed è quello buono. Immagina poi a volerci mettere pelati di 100 anni fa, o quelli con la parrucca di oggi, lì ovviamente vinci a mani basse e le domande manco te le poni più.
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scogito · 4 months
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Ti parlano di qualcosa, ma non la rendono mai concreta. Ti parlano di Spirito, ma lo piazzano sempre al di là della materia. Ti parlano di materia, ma ti dicono che non esiste.
Se analizzi bene i guazzetti con cui ti servono "le verità", impari a vedere l'abile manipolazione dei "saggi" odierni.
Di solito apri un testo e appare molto bello, ricco di energie positive e visioni di unità cosmica, ma se leggi attentamente l'incoerenza si fa mostro.
Ti parlano spesso di forza d'animo, ma sfigurano la volontà blaterando di risposte interiori.
Cara, o caro che magari ti trovi a leggere queste quattro righe:
in che modo credi di arrivare allo Spirito senza agire prima la volontà? Le risposte, quelle belle, che ti dicono che hai già dentro, è vero che sono lì, ma se non ti sporchi le mani (anche nella materia) non le avrai mai in nessuna illusione di coscienza.
Il 2024 è l'anno del potere. Ti racconteranno varie forme di questo elemento, il tuo compito è riconoscere la loro inconsistenza. Quella formula magica con cui scaricano la responsabilità, perché ti parlano di "sentire, percepire, fonderti con l'essenza, con l'inizio divino, di accendera la scintilla, creare il tuo mondo"
Tutti concetti e sapori idilliaci.
Ma dimmi, in pratica, cosa ti indicano di fare?
Dove e come esprimi la tua responsabile volontà nella ricerca e nella manifestazione dello Spirito?
Qual è l'atto pratico, tangibile, determinato con cui dimostri e ti applichi nello sforzo di evolvere?
Siamo tutti bravi a presentarci come piccole divinità, restando inetti di fronte alle sfide quotidiane.
L'80% del verbo spirituale in giro è solo un'altra valanga di distorsione.
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