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#La protezione dei minori nella Chiesa
carmenvicinanza · 3 months
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Eglantyne Jebb. La fondatrice di Save the Children
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L’umanità deve ai bambini il meglio che può offrire
Eglantyne Jebb è stata l’attivista britannica che ha fondato Save the Children.
Una donna coraggiosa e carismatica, la cui visione e impegno aveva conquistato gran parte dell’aristocrazia, le organizzazioni sindacali, il Papa, il governo bolscevico e la Lega delle Nazioni a Ginevra.
Pioniera nell’anticipare il concetto che anche l’infanzia avesse dei diritti, nel 1923 ha scritto la prima Carta dei Diritti del Fanciullo, testo base per la successiva Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
È nata il 25 agosto 1876 a Ellesmere, nello Shrophire, nella tenuta di campagna di una numerosa famiglia benestante, fortemente impegnata nella propria comunità.
Laureatasi in Storia Moderna a Oxford, durante la prima guerra mondiale, prestando servizio nella Croce Rossa, aveva toccato con mano le orribili conseguenze del conflitto bellico e constatato il fatto che le persone più colpite fossero proprio le bambine e i bambini.
Trasferitasi a Cambridge, collaborava, con sua madre e le sue sorelle a diversi progetti umanitari. Quando si è unita alla Charity Organisation Society che studiava le strategie per organizzare le opere di carità secondo metodi razionali e moderni, ha avviato un’importante ricerca che l’ha portata, nel 1906, a pubblicare il saggio Cambridge, A Study in Social Questions.
Intanto, per la rivista Cambridge Magazine, scriveva la rubrica Note dalla stampa estera, pubblicando la traduzione di articoli di giornali esteri che descrivevano le gravi conseguenze dell’embargo del governo britannico nei confronti di Austria e Germania che, pur di non dare aiuti al nemico sconfitto, lasciava morire di fame bambini e bambine.
È stata una donna che non riusciva a tacere di fronte alle ingiustizie e non ha avuto remore ad andare contro il suo stesso governo per tutelare i diritti di figlie e figli dei nemici di guerra.
Arrestata mentre, per smuovere l’opinione pubblica, distribuiva volantini con fotografie di bambini austriaci affamati, non si è lasciata intimidire dalle autorità e ha continuato con maggiore determinazione.
Nel 1919, insieme alla sorella Dorothy, ha fondato Save the Children Fund, un’organizzazione per aiutare i bambini tedeschi e austriaci che, in breve tempo aveva trovato una grande partecipazione negli ambienti aristocratici dove aveva raccolto ingenti somme di denaro.
Si è spinta oltre, scrivendo una lettera al Papa Benedetto XV per avere il supporto della Chiesa contro la carestia. Il pontefice, in risposta al suo appello, aveva scritto l’Enciclica Paterno Iam Diu, chiedendo a tutte le chiese del mondo di raccogliere fondi per l’infanzia e l’anno successivo, il 1920, nell’enciclica Annus iam Planus est, ha lodato pubblicamente Save the Children per il suo lavoro. È stata la prima volta nella storia che la Chiesa Cattolica ha supportato una causa promossa da un’organizzazione non confessionale.
Nel 1921 Save The Children ha aiutato i bambini russi vittime della carestia e si è sempre trovata dalla parte dell’infanzia negata.
Nel 1923, a Ginevra, ha stilato la prima Carta internazionale dei diritti del bambino che, in cinque punti, afferma che l’infanzia ha i suoi diritti e la comunità ha il dovere di proteggerli:«che ogni bambino affamato sia nutrito, ogni bambino malato sia curato, ad ogni orfano, bambino di strada o ai margini della società sia data protezione e supporto».
Il testo è stato adottato dalla Società delle Nazioni il 26 settembre del 1924, con il nome di Dichiarazione di Ginevra e, successivamente, dalle Nazioni Unite. Sulla stessa carta si basa la Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989 oggi ratificata da tutti i Paesi del mondo ad eccezione degli Stati Uniti (poiché riconoscono la pena di morte anche per i minori) e della Somalia (che ha non ha un governo stabile).
Eglantyne Jebb si è spenta il 17 dicembre 1928, a Ginevra.
È stata una donna che ha sfidato il proprio tempo, che ha pensato in grande e ragionato fuori dagli schemi, si è attivata contro la povertà infantile e raccolto fondi per i bambini affamati dalle guerre e le loro aspirazioni, al di là dei confini geografici e politici.
Nei primi anni del Novecento ha reclamato uno spazio di azione pubblica, rivoluzionando il concetto di “prendersi cura” dell’infanzia. Non più atto caritatevole, ma investimento per creare una società più giusta, democratica e sostenibile.
Con coraggio e passione, si è messa in gioco, precorrendo i tempi e non abbandonando mai il suo “credo” più profondo: “L’umanità deve ai bambini il meglio che può offrire”.
Save the Children, ancora oggi è la più grande organizzazione indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dell’infanzia. Opera in oltre 100 paesi portando aiuti in situazioni di emergenza, per calamità naturali o guerre. Ha status consultivo presso il consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite e fa pressione su governi e istituzioni nazionali e internazionali.
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retelabuso · 5 months
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La Chiesa cattolica italiana continua a non affrontare il proprio scandalo degli abusi sessuali
ROMA — Era il 2002 quando negli Stati Uniti scoppiò lo scandalo degli abusi sessuali su minori da parte di preti cattolici, che spinse la conferenza episcopale del Paese a redigere la prima Carta per la protezione dei bambini e dei giovani nella Chiesa. La Carta consentiva di rimuovere i membri del clero colpevoli e alle diocesi – il gruppo di chiese supervisionate da un vescovo – veniva chiesto…
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superfuji · 3 years
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«Aiutare i migranti ora è un diritto»: così un contadino ha convinto la Corte Costituzionale francese
Cédric Herrou ha vinto la sua battaglia legale dopo arresti e processi durati cinque anni. Ha offerto un rifugio ai clandestini alla frontiera di Ventimiglia. E ora ha creato una comunità
di Sabrina Pisu
«La frontiera sono tutte queste montagne», dice Cédric Herrou mentre sale a piedi lungo il suo terreno ripido a Breil-sur-Roya, in Francia, nelle Alpi Marittime, a pochi chilometri dall’Italia. Vista da qui, la linea di confine tra i due paesi non esiste, spezzata dalle vette dei monti e dalle mani di questo contadino francese, di quasi 42 anni, tese ad aiutare i migranti nel viaggio verso un altro destino.
La sua solidarietà è finita sotto processo per quasi cinque anni, durante i quali è stato arrestato undici volte, subendo cinque perquisizioni. Una lunga battaglia giudiziaria che ora ha vinto: il 31 marzo scorso la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura Generale di Lione dopo il suo rilascio deciso il 13 maggio 2020 dalla Corte d’Appello. Cédric Herrou era stato accusato e condannato per aver aiutato i migranti ad attraversare il confine tra l’Italia e la Francia senza essersi accertato del loro status irregolare e per averli ospitati. Questo contadino francese si è battuto fino a veder riconosciuto nel 2018 dalla Corte Costituzionale il principio di solidarietà che permette a tutti i cittadini di aiutare persone in difficoltà, per motivi umanitari.
«È una decisione frutto di una lunga battaglia legale e rappresenta un simbolo molto importante per il nostro sistema giudiziario», spiega il suo avvocato, Sabrina Goldman. «I saggi del Consiglio Costituzionale hanno ritenuto che la fraternità non è un principio astratto, ma un valore che deve avere una traduzione concreta nel nostro ordinamento giuridico». E così è stato, il Consiglio Costituzionale ha sancito, si legge nella sentenza, che «deriva dal principio di fraternità la libertà di aiutare gli altri, per scopi umanitari, senza considerare la regolarità del soggiorno sul territorio nazionale». E così Cédric Herrou è ora un uomo libero.  
Coltivare la terra da queste parti è una battaglia costante con la natura. «Questa terra mi ha insegnato a combattere», dice Herrou che ha fondato qui la comunità agricola Emmaüs Roya che produce prodotti biologici con i migranti. Le montagne risuonano tra gli alberi di ulivo e le piante di timo agitate dal vento in un fischio che si mischia al profumo. Il maiale Rico e le galline scandiscono la salita, quando i cani vedono arrivare Herrou è festa. Alla fine c’è uno spiazzo dove ci sono dei bungalow in legno, un paio di camper, un biliardino, un grande tavolo con le uova fresche al centro, un lampadario giallo appeso a un filo, in aria, a illuminare il buio che scenderà, mentre banchi di nebbia coprono già in lontananza l’orizzonte. In una casetta di legno c’è la cucina.
È questo il luogo in cui Herrou accoglie i migranti: ne ha ospitati finora 2.500, in fuga da guerre, dittature, in cerca di un’altra vita. Qui vivono «les compagnons», come li chiama lui, non solo migranti o richiedenti asilo ma anche persone in difficoltà trovano la porta della sua terra sempre aperta. Ora ce ne sono sette e sono arrivati da tutto il mondo: da Fevo, che viene dalla Nigeria, a Lassad, tunisino.
Cédric Herrou, il contadino che «milita per la dignità di tutti gli esseri umani», come precisa lui, è diventato un simbolo internazionale dell’accoglienza ai migranti. Per conoscere la sua storia bisogna tornare indietro, a Nizza, nella banlieue difficile di L’Ariane, dov’è nato e cresciuto. Lì ha imparato quello che conta: «La mia famiglia era molto modesta ma accoglieva bambini abbandonati, spesso figli di immigrati, dati in affidamento dai servizi sociali. Ho imparato a condividere tutto».
Parla dei suoi genitori, «più inquadrati» di lui, e del fratello Morgan al quale lo accomuna invece uno stile di vita simile. È stato grazie a lui che è arrivato a Breil-sur-Roya: «Quando avevo sedici anni venivo a trovarlo. Nel 2002, a ventitré anni, ero perso, non sapevo cosa volevo. E così ho deciso di ripartire dal sogno che avevo da bambino, di avere un pezzetto di terra, che costasse poco. L’ho trovato qui, l’ho pagato 1500 euro, era abbandonato». Per dieci anni era stato perito meccanico, un lavoro che ha lasciato nel 2006 quando è diventato agricoltore. Ha cominciato a produrre olio, paté di olive e uova, senza sapere ancora che quel pezzetto di terra non sarebbe stato un rifugio solo suo.
Tutto è iniziato quando Parigi, nel giugno 2015, ha deciso di chiudere la frontiera con l’Italia, attuando respingimenti sistematici di migranti irregolari, anche minori. In centinaia, in gran parte del Corno d’Africa, soprattutto eritrei, erano bloccati a Ventimiglia. «Si erano messi sugli scogli per far vedere che esistevano, era come una manifestazione. Ho incontrato dopo qualche tempo persone, famiglie, bambini che camminavano sul bordo della strada. Mi sono fermato e li ho portati con me, sapevo che a Breil-sur-Roya l’associazione Roya Citoyenne forniva accoglienza».
Smettere o andare avanti? «Se non fossi andato avanti avrei rinnegato chi sono, la mia infanzia». Ha deciso di proseguire: «Il mio Paese, pensavo, è responsabile della condizione che vive l’Italia. La Francia si è messa contro queste persone a causa del colore della loro pelle. Non volevo essere complice di questo razzismo di Stato». Così Cédric Herrou ha traportato i migranti da Ventimiglia a Breil-sur-Roya: «Sono andato a prendere dei bambini nella chiesa delle Gianchette a Ventimiglia. All’epoca non c’era ancora una presa in carico dei minori non accompagnati, ad accoglieri c’era solamente un parroco, Don Rito, che ha aperto la parrocchia. Ho portato i bambini a Breil-sur-Roya dove abbiamo fatto il necessario per farli andare in altre località della Francia, in Germania e Svizzera».
In fretta, il nome e il numero di Herrou e la sua «terra dell’accoglienza» fanno il giro tra i giovani migranti che cominciano ad arrivare da soli. «Ci siamo ritrovati nella stessa situazione dell’Italia, la val Roya di fatto era diventata una Repubblica a parte rispetto alla Francia, sacrificata alla lotta all’immigrazione». È stato arrestato per la prima volta nell’agosto 2016: «Sono stato fermato con sette eritrei nel mio veicolo, erano in uno stato sanitario deplorevole. Il giudice ha archiviato il caso per immunità umanitaria».
Herrou è uscito dal tribunale più determinato di prima. I migranti aumentavano e venivano accolti anche in un deposito abbandonato della Sncf, la società ferroviaria francese, a Saint-Dalmas-de-Tende, venti chilometri a nord di Breil-sur-Roya. Nell’ottobre del 2016 la polizia ha trovato lì dentro 57 migranti, tra cui 29 minori. La procura di Nizza ha aperto allora un’inchiesta contro Herrou. Nel febbraio 2017 il contadino francese è stato condannato in primo grado dal tribunale di Nizza a tremila euro di multa con la condizionale, una pena aumentata sei mesi dopo in appello dalla Corte di Aix-en-Provence che per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, gli ha inflitto otto mesi di carcere con la sospensione condizionale.  
Cédric Herrou non si è fermato neanche allora contro quello che definisce «un accanimento giudiziario e della polizia», continuando con la sua azione che è un «atto politico, perché la politica non può che essere umanitaria contro l’assurdità» della chiusura delle frontiere. La situazione, nella sostanza non è cambiata. Nel novembre scorso il presidente francese Emmanuel Macron ha raddoppiato il numero degli agenti che controllano i confini. «La chiusura delle frontiere è solo ideologica, non è pragmatica, le persone che sono a Ventimiglia passano, sono però costrette a mettersi in una condizione di clandestinità e pericolo, una specie di gioco dell’oca cinico in cui prima di arrivare alla casella finale bisogna rischiare la morte», dice.  «Perché la vita di un bambino eritreo vale meno di quella di uno europeo?  Se in questa valle un giorno sparisse un piccolo inglese, la sua ricerca sarebbe un affare internazionale. Qui sono spariti tantissimi bambini eritrei nell’indifferenza».
Le sistematiche violazioni da parte della Francia dei diritti dei minori non accompagnati alla frontiera sono state denunciate da molte associazioni, tra cui “La Cimade” che in un rapporto dell’ottobre 2020 ha scritto che «al confine tra Ventimiglia e Mentone, nonostante diverse sentenze del Tribunale amministrativo di Nizza che ha condannato i respingimenti nel 2018, 2019 e inizio 2020, molti bambini continuano a essere rimpatriati, alcuni dopo essere stati privati ​​della libertà per diverse ore, in condizioni indegne, senza una protezione sanitaria specifica e senza essere separati dagli adulti». Dal 2018 al 2020 almeno 18.292 minori stranieri sono scomparsi, secondo il collettivo di giornalisti di 12 Stati europei “Lost in Europe”, una cifra a cui mancano i numeri della Francia che non ha mai risposto alle richieste di dati.
Secondo Cédric Herrou bisogna cambiare sguardo sui chi emigra: «Per farlo, dovrebbe succedere a tutti di vedere camminare sul ciglio della propria strada una madre con un neonato tra le braccia o bambini da soli, come un eritreo scalzo di dodici anni. Dovrebbe succedere a tutti i Salvini, di incontrare questo piccolo eritreo e rimetterlo con le proprie mani in una barca di fortuna per farlo tornare nel suo paese. È troppo facile farlo fare agli altri».
Chi è oggi Cédric Herrou? «Sono invecchiato, ma nel senso nobile del termine, e ho capito che la mia storia, così come quella dell’immigrazione, ha a che fare con la lotta di classe. Tutti, a partire dalla prefettura di Nizza, erano convinti che avrei perso perché non sono nessuno. È un po’ come la storia di Davide contro Golia, per una volta mi rende felice sapere che io, povero, ho vinto, e in modo onesto».
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ildapa · 4 years
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Pell è buon
Proprio mentre viene fuori la storia dei gruppi Telegram che scambiano materiale pornografico di soggetti inconsapevoli e spesso minorenni, per la rubrica #cosechecistiamoperdendomentresiparladipandemia l'Alta Corte australiana ha prosciolto dalle accuse di pedofilia il cardinale George Pell perché non è stato provato "oltre ogni ragionevole dubbio" l'abuso di due chierichetti. Ad oggi il cardinale ha comunque già scontato 13 mesi dei 6 anni a cui era stato condannato. Nel 2010 Bertone l'aveva già proposto come prefetto della Congregazione per i vescovi ma la fama di Pell lo costrinse ad indietreggiare, successivamente arrivò Papa Francesco e aggirò l'ostacolo nominando Pell suo consigliere e Prefetto della Segreteria per l'economia, nomine per cui non c'è bisogno di elezioni, questo causò ovviamente molte difficoltà nel proseguimento delle indagini in Australia.
La Pontificia commissione per la tutela dei minori istituita sempre da Papa Francesco per redimere l'immagine della Chiesa è ormai da anni una rappresentanza-fantasma, molte persone che ci lavoravano sono in realtà state mandate a casa, seppur non ufficialmente licenziate. Nei primi periodi, quando era operativa, la commissione aveva osservato come Pell si fosse preso gioco della commissione nazionale d'inchiesta, avesse negato la collaborazione con gli inquirenti, avesse dimostrato disprezzo nei confronti dei bambini vittime di abusi sessuali e avesse ordinato il trasferimento di sacerdoti colpevoli invece di denunciarli o quantomeno estrometterli dal clero (ma l'insabbiamento nella Chiesa è pratica d'ufficio e viene ormai socialmente accettata, quindi non fa più notizia). E queste erano dichiarazioni provenienti dalla commissione d'inchiesta istituita dallo stesso Vaticano, come detto.
Proseguire le inchieste ufficiali oggi risulta difficoltoso non solo per via dell'inesauribile fondo per spese legali e di trasporto messe a disposizione del Vaticano (soldi che invece mai sono stati spesi per i lavori della commissione pontificia per la protezione dei minori, o per sostenere le vittime e i sopravvissuti degli abusi clericali), ma perché l'annullamento dei suoi cinque capi d'imputazione riporterebbe all'unica sedicente vittima rimasta, che ha testimoniato a porte chiuse. L'altra è morta di overdose nel 2014.
Dando per scontato che la giustizia abbia fatto il suo corso, e che il cardinale Pell si macchi solo dei soliti insabbiamenti di routine che non possiamo condannare neanche moralmente perché altrimenti non c'è dentro solo Pell ma tutto il clero, e nessuno può andare a dire ad uno Stato che da domani non può più esistere, ecco, dando per scontato che insomma Pell sia una persona innocente su cui però la giustizia ha dovuto indagare per le calunnie di questi due suoi detrattori, e che abbia sbagliato a condannarlo, a me pare comunque che Papa Francesco, quando ieri, nello stesso giorno della sentenza di proscioglimento, ha aperto la Santa Messa delle Palme dicendo "in questi giorni di Quaresima abbiamo visto la persecuzione che ha subito Gesù e come i dottori della legge si sono accaniti contro di lui, è stato giudicato sotto accanimento, con accanimento, essendo innocente. Io vorrei pregare oggi per tutte le persone che soffrono una sentenza ingiusta per l'accanimento", scagionando così Pell e soprattutto egli stesso, ecco a me pare che si sia rivelato per l'ennesima volta la persona di merda che è. Poi magari no.
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bergoglionate · 5 years
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Ghisoni chiede ai Vescovi di agire coi Laici, ma si occulta l'omosessualismo nella Chiesa
Ghisoni chiede ai Vescovi di agire coi Laici, ma si occulta l’omosessualismo nella Chiesa
Riportiamo, con il commento che facciamo nostro dal sito “cooperatoresVeritatis“, sempre per il discorso delle “Reti unificate“, quanto segue, aggiungendo al termine la sintesi conclusiva di altri interventi… tanto per rendervi l’idea…
(more…)
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marcodilaura-blog · 5 years
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Tangentopoli (monopoly)
Tangentopoli è un termine usato in Italia dal 1992 per definire un sistema diffuso di corruzione politica. Inizialmente è stata Milano, considerata la capitale morale del Paese, a essere designata come capitale delle tangenti dopo che il 17 febbraio 1992 venne arrestato M. Chiesa, amministratore socialista del Pio albergo Trivulzio, casa di riposo per anziani. In seguito, con l'allargarsi dello scandalo, il termine venne usato nel gergo politico e giornalistico per riferirsi ad aree geografiche, enti pubblici, frazioni di partiti il cui funzionamento apparve dominato dalla ricerca di tangenti. In tale senso, il termine divenne sinonimo di corruzione come scambio di denaro privato per accesso privilegiato alle decisioni della pubblica amministrazione. Più che a uno scambio individuale tra corrotto e corruttore, esso venne via via riferito a sistemi di corruzione allargata, con scambi molteplici, complessi e sistematici, tra cartelli di imprese private, clan di uomini politici e amministratori pubblici, intermediari e, talvolta, boss mafiosi.
Nella descrizione delle vicende politiche italiane, il termine tangentopoli emerse con le indagini conosciute come 'mani pulite'. Quello di Chiesa fu infatti il primo di una lunga serie di arresti di uomini politici provenienti da quasi tutti i partiti di governo, inquisiti per reati quali concussione, corruzione, ricettazione, associazione a delinquere, violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Trentacinque giorni dopo l'arresto, Chiesa - denunciato da molti dei fornitori dell'ente pubblico da lui stesso presieduto - iniziò, infatti, a collaborare con i giudici, innescando una catena di confessioni che portò, nel volgere di pochi mesi, all'incriminazione di diverse decine di amministratori pubblici e imprenditori. Le indagini da Milano si propagarono quindi verso Verona, Venezia, Reggio Calabria, Firenze, Varese, Ancona, Napoli, Parma e Roma. Parallelamente alla classe politica locale, furono coinvolti politici di rilevanza nazionale. Nel dicembre 1992 il segretario del Partito socialista italiano (PSI), B. Craxi ricevette la prima di una lunga serie di informazioni di garanzia, alla quale fece seguito, il 12 gennaio dell'anno successivo, una prima richiesta di autorizzazione a procedere al Parlamento che lo portò a dimettersi da segretario nazionale del PSI nel febbraio. Sette ministri del governo presieduto allora da G. Amato si dimisero a seguito del coinvolgimento nello scandalo.
***Man mano che le indagini procedevano, un utilizzo sistematico di tangenti venne scoperto nella aggiudicazione e gestione degli appalti relativi a strade e autostrade, aeroporti e metropolitane, istituti penitenziari ed enti pubblici di varia natura. Mentre le principali imprese pubbliche, dalle Ferrovie alle Poste, dall'Enel all'Eni, conobbero le loro t., le inchieste coinvolsero anche le maggiori imprese del Paese, dalla Fiat all'Olivetti. Oltre 5000persone, tra cui 4 ex presidenti del Consiglio e circa 200 parlamentari, furono indagate nel solo filone milanese delle indagini, che rivelarono, tra l'altro, la corruzione nelle stesse istituzioni addette al controllo e alla repressione dei reati: nel 1994 un filone di indagine su tangenti pagate da imprenditori per evitare controlli fiscali portò a circa 100 arresti nella Guardia di Finanza; nel 1996, vi fu l'incriminazione di giudici e avvocati, accusati di corruzione in atti giudiziari.
Al di là del caso milanese, le statistiche giudiziarie, che pure riflettono la sola parte emersa del fenomeno, segnalarono un forte attivismo della magistratura almeno fino alla metà degli anni Novanta. Nei soli reati di concussione, corruzione per un atto d'ufficio o per un atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione di incaricato di pubblico servizio, si passò da una media annua di 252 delitti e 365 persone l'anno denunciate per corruzione e concussione tra il 1984 e il 1991, a una di 1076 delitti e 1991 persone tra il 1992 e il 1996.
Si evidenziò così una complessa rete di scambi corrotti, governati da un sistema di norme illecite per la gestione di decisioni pubbliche, guidate dalla ricerca di tangenti. I reticoli di corruzione coinvolsero diversi attori. Gli imprenditori furono spesso parte di cartelli, dove informazioni riservate sui futuri appalti permettevano la manipolazione delle procedure. A turno, gli imprenditori coinvolti vincevano le gare pubbliche, riuscendo a ottenere alti profitti grazie alla collusione reciproca, mentre la lealtà interna era mantenuta con il ricatto di esclusione da futuri appalti. I cartelli di imprese corrotte socializzavano inoltre i loro membri alla corruzione, presentata come inevitabile.
I politici coinvolti nella corruzione, a loro volta, raramente nascondevano le loro attività illecite ai partiti di provenienza. Infatti, un sistema partitico parallelo a quello visibile gestiva la riscossione delle tangenti più elevate, oltre a raccogliere una percentuale su quelle estorte 'in proprio' dagli amministratori pubblici. I partiti corrotti assicuravano la riproduzione del sistema corrotto, socializzando i loro amministratori ad accettare le tangenti come comportamento politico normale, imponendole come tacita regola nei rapporti tra amministratori pubblici e imprenditori privati.
I politici corrotti furono inoltre capaci di acquisire consensi elettorali tramite una gestione clientelare della cosa pubblica e l'investimento di una parte delle tangenti nella creazione di personali macchine di potere. Tramite favori e minacce, essi riuscirono inoltre a ottenere la connivenza di coloro che avrebbero potuto denunciare la corruzione. Negli enti gestiti da personale politico corrotto di nomina partitica, anche i vertici della burocrazia pubblica furono infatti spesso coinvolti nella raccolta delle tangenti, trattenendone una parte in cambio del loro fattivo sostegno nella implementazione delle decisioni ottenute tramite scambi corrotti.
Le relazioni tra corrotti e corruttori vennero spesso facilitate dall'intervento di mediatori, specializzati nei mercati illegali, con la funzione di stabilire i contatti fra le parti, condurre i negoziati, trasferire le tangenti, accollarsi parte dei rischi. Poiché la fiducia non era sufficiente a imporre il rispetto degli scambi illegali, la criminalità organizzata interveniva spesso - soprattutto nel Sud del Paese - portando risorse di coercizione fisica da utilizzare per imporre i rispetto degli accordi illeciti e scoraggiare defezioni. I favori dei boss mafiosi furono poi ripagati con protezioni politiche dalle indagini, ma anche con la partecipazione alla spartizione delle tangenti.
*** Il 1992 non vide certo l'inizio della corruzione in Italia, bensì la sua pubblicizzazione e il conseguente scandalo legato alla denuncia pubblica dei fatti. Per molti anni la corruzione aveva conosciuto in Italia un'espansione invisibile, con un intreccio di differenti tipologie: dalla corruzione centralizzata del finanziamento occulto dei partiti politici a livello nazionale da parte delle grandi imprese pubbliche, alla microcorruzione di amministratori pubblici in ruoli marginali, alla complessa distribuzione di tangenti tra amministratori pubblici e segretari di partito, emersa come tipologia dominante nelle indagini di 'mani pulite'.
La diffusione delle varie forme di corruzione è stata attribuita a diverse patologie del sistema politico italiano: una burocrazia pubblica poco professionale, reclutata e gestita clientelarmente; consistenti macchine di partito, tanto più bisognose di risorse materiali quanto meno efficaci diventavano gli appelli ideologici; gestione degli enti pubblici economici da parte di un personale di nomina partitica; limitato senso dello Stato nel pubblico e nelle élites. Accanto alla politica, anche il mercato appariva come particolarmente permeabile alle pressioni partitiche, data la tradizione di imprese familiari, il controllo politico delle fonti di credito, il debole sviluppo della Borsa.
Nello spiegare l'emergere dello scandalo di t., infatti, le vicende giudiziarie si intrecciano con una serie di cambiamenti politici. Poco dopo l'arresto di Chiesa si tennero infatti le elezioni politiche del 5-6 aprile 1992 che, in un sistema caratterizzato fino ad allora da grande stabilità, videro invece un indebolimento dei partiti di governo e di opposizione, mentre la Lega Nord - movimento politico federale sorto nel 1981 - salì dallo 0,5 all'8,6%. Né la DC né il PSI - né del resto la maggior parte dei partiti minori che avevano, in diverse configurazioni, sostenuto i passati governi - sopravvissero fino alle successive elezioni anticipate del 1994.
I risultati delle elezioni segnalarono la crescente insoddisfazione dell'opinione pubblica, che si era ripetutamente espressa nei sondaggi d'opinione ma ancora non nel comportamento elettorale. A partire dal 1992, il pubblico sostegno alle indagini in corso incoraggiò infatti l'azione dei magistrati, indebolendo al tempo stesso quei partiti politici che fino ad allora avevano garantito, con la loro influenza sull'apparato pubblico, la spartizione delle tangenti e la protezione degli esponenti politici sottoposti a indagini. La crescita di nuovi movimenti e partiti di protesta, dalla Lega Nord a La Rete - movimento politico sorto nel 1991, aggregatore di forze cattoliche e di sinistra, confluito nel 1999 ne I democratici di R. Prodi -, ostili all'establishment politico e favorevoli (almeno inizialmente) all'azione dei giudici, offrì alla pubblica opinione una sponda in campo politico.
La percezione della crisi dei protettori politici del sistema di scambi corrotti facilitò, infatti, lo sviluppo delle indagini. In un circolo virtuoso, la consapevolezza da parte dei potenziali indagati della massa di notizie compromettenti in possesso dei giudici spinse i corrotti a confessare prima di essere coinvolti da altri.
Dinamiche politiche spiegano anche il declinante successo delle indagini a partire dalla metà del decennio. Se l'ondata di scandali e arresti aveva fatto parlare dell'emergere di una 'seconda', e più onesta, Repubblica grazie principalmente a una sorta di 'rivoluzione dei giudici', in realtà il ciclo di 'mani pulite' vide, alla metà del decennio, un rapido declino sia nella disponibilità di fonti di informazione, sia nel sostegno dell'opinione pubblica ai giudici. Essendo molti dei conti correnti dedicati al passaggio delle tangenti localizzati all'estero, le indagini dovettero scontare - insieme alle difficoltà tipiche della repressione dei reati economici con collusione fra agenti pubblici e privati - i tempi lunghi delle rogatorie internazionali, con la conseguente prescrizione per molti reati.
Soprattutto, gli scandali legati alla corruzione furono archiviati in assenza di riforme specificamente orientate a contrastare i reati contro la pubblica amministrazione. Nel 1993, la cosiddetta 'soluzione politica' a t. del governo tecnico presieduto da Amato - con una serie di misure che includevano sanzioni amministrative, con la restituzione triplicata delle tangenti e l'interdizione dai pubblici uffici da tre a cinque anni, oltre alla depenalizzazione del reato di illecito finanziamento ai partiti - fallì di fronte alle proteste dell'opinione pubblica contro il percepito 'colpo di spugna' e ai dubbi sulla costituzionalità del provvedimento espressi dal Presidente della Repubblica. L'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta su t., approvata il 7 luglio 1993 alla Camera con voto unanime, venne bloccata al Senato. Nel settembre 1996 la Camera dei Deputati nominò una Commissione speciale per l'esame dei progetti di legge recanti misure per la prevenzione e la repressione dei fenomeni di corruzione. Nessuna delle sue raccomandazioni venne comunque trasformata in legge, mentre si aprì un conflitto tra potere giudiziario e potere politico con interventi legislativi che le organizzazioni dei magistrati consideravano lesivi della loro indipendenza.
Al di là del caso italiano, la scoperta di t. ha avuto vasta risonanza internazionale e riflessi indiretti in altre democrazie. Gli anni Novanta videro infatti crescenti preoccupazioni sulla presenza e sulla pericolosità della corruzione politica nelle democrazie occidentali. Non solo i Paesi dell'area mediterranea, tradizionalmente considerati più esposti a certe 'patologie', ma anche sistemi democratici di consolidate tradizioni, dagli Stati Uniti alla Francia, dal Belgio alla Gran Bretagna, hanno conosciuto l'esposizione a scandali politici di varia entità. Numerose iniziative internazionali, susseguitesi in questi ultimi anni, confermano un'accresciuta preoccupazione per il fenomeno.
Gli scandali degli anni Novanta fecero emergere gli effetti della corruzione sulle democrazie. Intaccando i principi di eguaglianza di diritti e trasparenza nel funzionamento della amministrazione pubblica, essa tende a modificare la stessa natura, oltre che gli esiti, della competizione elettorale. In presenza di corruzione, la selezione del personale politico premia infatti non la capacità di rappresentare bisogni collettivi, ma le doti di spregiudicatezza o l'abilità nel reinvestire in politica il ricavato delle tangenti. La corruzione ha infine costi economici, come la crescita dei prezzi delle opere e dei servizi pubblici, la selezione di imprese inefficienti, lo spreco di risorse per tenere nascoste le attività illecite.
MALA TEMPORA CURRUNT !!!
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rideretremando · 3 years
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Jennifer Guerra
PIPPONE ALERT: SE LEGGO ANCORA UNA VOLTA CHE I DIRITTI LGBTQ+ E IL FEMMINISMO SONO ANTITETICI ALLA LOTTA DI CLASSE MI STRAPPO I BULBI OCULARI.
Perché nel momento in cui si fa un po’ di ricerca su chi si oppone più efficacemente ai diritti LGBTQ+ a livello mondiale, si scoprirà che si tratta di organizzazioni libertarie ed estremiste religiose che oltre a opporsi strenuamente al “gender”, sono anche i più feroci difensori della libertà assoluta del mercato e della proprietà privata. Perché – e credo che chiunque si sbandiera marxista dovrebbe saperlo meglio di tutti – la famiglia nucleare è il modo più efficiente per accumulare e tramandare la ricchezza.
La più eloquente di tutte queste organizzazioni, anche nel nome, è Tradition, Family and Property. È un’organizzazione nata in Brasile nel 1960 da un cattolico estremista, Plinio Corrêa de Oliveira, ma che oggi svolge le sue attività in tutto il mondo soprattutto grazie alla sua divisione americana. In Europa, negli ultimi dieci anni, ha speso più di 112 milioni di dollari per fare lobbying antigender, antiabortista e anti-LGBTQ+. Sul loro sito c’è un elenco di cose a cui sono a favore e cose su cui sono contro, e penso sia più efficace di qualsiasi mio pippone nello spiegare questo legame tra capitale e eterosessismo.
L’American Tradition, Family and Property ha promosso: l’amore per la nostra eredità cristiana; l’amore per la cavalleria, le buone maniere e la raffinatezza; l’apprezzamento per le sane e giuste disuguaglianze sociali e le élite tradizionali; il rispetto per la bandiera e l’onore della nazione; il patriottismo; i rosari nazionali per la protezione delle forze dell’ordine; i rosari nazionali per la sconfitta dell’Isis; il bisogno di bellezza nell’arte e nella letteratura; il diritto di portare armi; il messaggio di preghiera, penitenza e conversione di Fatima; l’amore per la purezza e per la fede nei campus universitari; la formazione di una gioventù cattolica attraverso i campi estivi “Chiamata alla cavalleria”; i rosari nella pubblica piazza; affermare la nostra fede nella pubblica piazza; gli insegnamenti cattolici sulla guerra giusta; il rifiuto della Comunione ai politici pro-aborto; i diritti parentali; l’homeschooling; la libera impresa e il diritto alla proprietà privata; una solida economia come parte integrale di un’autentica società cristiana.
L’American Tradition, Family and Property ha combattuto: la contraccezione; l’aborto; l’eutanasia; la clonazione umana; l’accettazione sociale della pratica omosessuale; le leggi anti-discriminazione che danno agli omosessuali uno status privilegiato; l’eliminazione del “Don’t Ask, Don’t Tell” nel nostro esercito; le adozioni omosessuali; le convivenze, le unioni civili e i “matrimoni” dello stesso sesso; il transgenderismo; i film, le rappresentazioni teatrali gli eventi omosessuali e gli eventi pro-omosessualità nei campus universitari cattolici; la blasfemia pubblica; il nudismo; la pedagogia socialista; la sanità socialista; la distribuzione socialista delle acque; le tasse di successione; l’autogestione socialista; il comunismo internazionale; le politiche sui diritti umani del presidente Carter; la politica di distensione con i regimi comunisti portata avanti dai governi americani e occidentali; il progressismo; la teologia della liberazione; la politica vaticana di riavvicinamento con i governi comunisti; la revoca retroattiva dei termini di prescrizione per le cause civili di abuso sessuale; l’emanazione di leggi statali che obbligano il clero a violare il sigillo della confessione in caso di abusi sui minori; la rimozione della bellezza e la democratizzazione della Chiesa cattolica; la “frenetica intemperanza” nell'economia; il movimento ecologista; il pacifismo; il disarmo nucleare imprudente; il movimento Occupy Wall Street.
Ora, questo elenco sembra un generatore automatico di post di Pillon, ma non lo è. Sono ambiti in cui TFP e altre simili organizzazioni hanno interferito, e in maniera anche molto pesante, anche intervenendo nella politica interna. Per fare un esempio: Ordo Iuris, nome che forse non vi dirà niente, è l’istituto legale che ha promosso tutte le più recenti politiche spaventose della Polonia (dal divieto di aborto, alle zone LGBT free, all’uscita della Convenzione di Istanbul) e guarda caso fa parte di Tradition, Family and Property.
Il disegno trans-nazionale anti-choice (per semplificare), lo stesso che si è riunito a Verona nel 2019 alla presenza dei politici italiani, si fonda sulla continuità tra proprietà privata, affermazione della famiglia monogama eterosessuale e patriarcale come unica alternativa possibile e suprematismo bianco. È brutto da dire, ma loro hanno capito l’intersezionalità meglio di noi. E sarebbe bello che entrasse in testa anche a noi, dato che mentre si è impegnati a dire che le lotte LGBTQ+ e femministe sono cose inutili da liberal borghesi annoiati, questo ricchissimo esercito avanza sulle nostre vite e non vede l’ora di schiacciarle.
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giancarlonicoli · 3 years
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30 mar 2021 15:10
BERGOGLIO FAI PULIZIA - IN POLONIA PUNITI DUE VESCOVI COLPEVOLI DI AVER OCCULTATO CASI DI PEDOFILIA - IN GERMANIA CONCESSA UNA "PAUSA" ALL VESCOVO DI AMBURGO CHE SI ERA DIMESSO DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL REPORT CHE HA MOSTRATO NUMERI DRAMMATICI: OLTRE 200 ABUSATORI, 314 VITTIME, VIOLENZE AVVENUTE DAL 1975 AL 2018 E IL 63% PER COLPA DEL CLERO - ALCUNI VESCOVI, COMPRESO QUELLO DI AMBURGO, DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL DOSSIER, HANNO PRESENTATO LE DIMISSIONI…
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Salvatore Cernuzio per https://www.lastampa.it
Da Colonia alla Polonia, l’eco degli scandali per gli abusi del clero si rinfocola nel cuore dell’Europa. Mentre in Germania, il Papa concede un «time out» al vescovo di Amburgo, Stefan Heße, dimessosi dopo la pubblicazione del report sugli abusi nell’Arcidiocesi di Colonia dal Dopoguerra in poi, nella vicina Polonia cala su due vescovi la punizione del Vaticano per aver occultato casi di pedofilia nelle loro diocesi.
Un provvedimento, questo, che arriva dopo mesi di polemiche e indagini. I due vescovi in questione sono l’arcivescovo di Danzica, Leszek Slawoj Glódzie, e l’ex vescovo di Kalisz, Edward Janiak, nomi accompagnati da anni da un vespaio di critiche in Polonia per i comportamenti inappropriati non solo sui casi di abusi, ma anche per questioni legate all’amministrazione del ministero.
Un comunicato presentato oggi dal nunzio in Polonia alla stampa - visionato da Vatican Insider -, informa che la Santa Sede, dopo aver ricevuto rapporti formali, ha condotto un procedimento per negligenza sulla base delle «disposizioni del Codice di Diritto canonico» e delle indicazioni del Motu proprio del 2019 «Vos estis Lux mundi» con il quale Papa Francesco ha stabilito nuove e universali norme procedurali circa l’«accountability» (la responsabilità) di vescovi.
All’arcivescovo Glódzie è stato imposto l’ordine di risiedere fuori dall’arcidiocesi di Danzica, il divieto di partecipare a cerimonie o riunioni religiose pubbliche, l’obbligo di pagare con fondi personali un importo appropriato alla fondazione «Fundaja tow» che aiuta vittime di abusi. Il 13 agosto 2020 Francesco aveva accettato la rinuncia presentata a 75 anni da Glódz e nominato a Danzica un amministratore apostolico «ad nutum Sanctae Sedis» (fino a diverso provvedimento) nella persona di monsignor Jacek Jezierski. Quest’ultimo, coadiuvato da sacerdoti esterni alla diocesi, ha condotto le indagini sull’arcivescovo, circondato da critiche e contestazioni sin dagli Anni 80.
L’accusa di aver coperto un prete abusatore - emersa anche nel documentario del maggio 2019 «Tylko nie mów nikomu» («Non dirlo a nessuno») dei fratelli Sekielski, lo «Spotlight» polacco - è infatti solo uno dei tanti addebiti contro Glódz, accusato da media della Polonia di essere un ex collaboratore dall’intelligence militare della Repubblica Popolare polacca, o di aver umiliato e intimidito i suoi collaboratori. Anzi, in un’inchiesta trasmessa sulla nota emittente TVN24, una dozzina di preti - sotto anonimato - affermava che Glódz maltrattasse regolarmente i propri sottoposti e offrisse incarichi ecclesiastici a pagamento, coi quali finanziava uno stile di vita lussuoso.
Le stesse pene di Glódz sono state imposte a monsignor Janiak: quindi il divieto di vivere nella diocesi di Kalisz e di partecipare a cerimonie religiose pubbliche e l’obbligo di pagare di tasca propria una somma adeguata alla fondazione per le vittime. Janiak è accusato di aver coperto un prete della sua diocesi, padre Arkadiusz Hajdasz, spostato in varie parrocchie dove per oltre un quarto di secolo ha abusato di diversi minorenni, senza però mai essere punito. La vicenda era stata portata alla luce sempre dal docufilm dei Sekielski, che intervistavano due vittime di Hajdasz e affermavano che Janiak gli avesse garantito protezione.
Sul caso era stata condotta un’indagine preliminare dall’arcivescovo di Poznan, Stanislaw Gadecki, ma il primate di Polonia, l’arcivescovo di Gniezno Wojciech Polak, delegato dell’Episcopato per la protezione dei minori, nell’estate 2020 aveva poi rimesso tutto nelle mani della Santa Sede inviando un appello formale per chiedere di «avviare procedure». Papa Francesco, il 25 giugno di quell’anno, aveva nominato a Kalisz un amministratore apostolico «sede plena», il metropolita di Lodz Grzegorz Rys, ordinando a Janiak (rimasto nominalmente ordinario) di rimanere fuori dalla diocesi per il tempo delle indagini sulla negligenza.
Sempre in Polonia, neanche due settimane fa, era circolata la notizia che fosse in vista un provvedimento contro il cardinale Stanislaw Dziwisz, figura eminente della Chiesa polacca, per 39 anni segretario particolare di Giovanni Paolo II. Una commissione statale sembra accusare il famoso porporato di aver ignorato denunce di violenze sessuali di sacerdoti su minori dopo essere diventato arcivescovo di Cracovia nel 2005. Dziwisz ha sempre respinto tali addebiti, affermando di aver trascorso gli ultimi cinquant’anni della sua vita «al servizio della Chiesa, del Papa e della Polonia» e di avere fiducia in «un’indagine trasparente».
Spostandosi al confine, gli scandali per la pedofilia del clero continuano a tormentare anche la Germania, dove il 18 marzo sono stati presentati i risultati di un’indagine indipendente sulla gestione degli abusi nell’Arcidiocesi di Colonia. Il report, realizzato dallo studio legale Gercke & Wollschläger su commissione del cardinale Rainer Maria Woelki, ha mostrato numeri drammatici: oltre 200 abusatori, 314 vittime, violenze avvenute dal 1975 al 2018 e il 63% per colpa del clero.
Alcuni vescovi, dopo la pubblicazione, hanno presentato al Papa le dimissioni; tra questi il pastore di Amburgo, Stefan Heße, ex direttore del personale per l’arcidiocesi di Colonia e vicario generale dell’allora cardinale Joachim Meisner, scomparso nel 2017. A Heße, secondo il report, sono da ascrivere undici violazioni di obblighi d’ufficio (a Meisner, invece, ventiquattro, circa un terzo di tutti i casi esaminati).
Heße si è dimesso il giorno stesso, pur affermando di non aver «mai partecipato a insabbiamenti»: «Sono pronto ad assumermi la mia parte di responsabilità per il guasto del sistema». Oggi il Papa ha offerto «una prima risposta» alla rinuncia del vescovo concedendogli «una pausa», senza specificarne la durata. Durante la sua assenza, il vicario generale Ansgar Thim si occuperà della «corretta amministrazione» della chiesa di Amburgo.
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Testimonianza di fede di un fedele cattolico: ritrovare il Signore
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                                                       Jianding, Usa
Sono nato in una famiglia cattolica e, sin da quando ero piccolo, mia madre mi insegnò a leggere la Bibbia. A quel tempo, il Partito Comunista Cinese era impegnato nella ricostruzione della nazione dopo la guerra civile e, poiché stava reprimendo tutte le religioni, solo all’età di vent’anni ebbi la possibilità di andare in chiesa e ascoltare i sermoni. Il sacerdote spesso ci diceva: “Noi cattolici dobbiamo confessare i nostri peccati in maniera adeguata e pentirci. Dobbiamo fare il bene, non il male, e andare sempre a messa. Durante gli ultimi giorni, il Signore verrà a giudicare ciascuno e manderà le persone in cielo o all’inferno, a seconda di come si sono comportate in Terra. I maggiori peccatori verranno puniti eternamente all’inferno, mentre coloro che commettono peccati minori potranno ugualmente andare in cielo, a condizione che confessino i loro peccati al Signore e si pentano. Chiunque non creda nel Signore non andrà mai in cielo, indipendentemente da quanto sia buono”. Ogni volta che ascoltavo queste parole, mi congratulavo con me stesso per avere la fortuna di essere membro della confessione cattolica dalla nascita. Mi dicevo sempre di cercare strenuamente, di andare più spesso a messa e di pentirmi di più innanzi al Signore e, in tal modo, sarei andato in cielo e non avrei sofferto all’inferno. Quello fu, quindi, il momento in cui sviluppai la ferma determinazione ad andare in chiesa e a partecipare regolarmente alla messa. A quel tempo, il sacerdote ci disse, inoltre, che nel 2000 il Signore sarebbe ritornato, e questa notizia entusiasmò molto tutti noi. Quindi, cominciammo tutti a ricercare seriamente, aspettando il ritorno del Signore. Ma giunse l’anno 2000, e non vedemmo alcun segno del ritorno del Signore. Molti, all’interno della nostra confessione, persero la fede, e sempre meno persone frequentavano la chiesa per la messa. Anch’io provavo un senso di perdita, ma sentivo ancora che la mia fede nel Signore non sarebbe vacillata, indipendentemente da ciò che facevano gli altri. Ciò si doveva principalmente al fatto che vi erano state molte occasioni in cui ero stato in pericolo e il Signore mi aveva protetto e aveva fatto sparire il pericolo. Senza la protezione del Signore, sarei potuto morire molto tempo prima; di conseguenza, non sarei stato tanto ingrato da perdere la fede nel Signore.
Negli anni a seguire, sentivo le persone intorno a me dire che gli Stati Uniti erano il “cielo in Terra” e, di conseguenza, crebbe in me un forte desiderio di venire qui. Nel 2014 io e tutta la mia famiglia emigrammo negli Stati Uniti, ma la realtà della vita qui non assomigliava affatto al bel quadro che avevo dipingo nella mia mente. Inizialmente, tutto negli Stati Uniti appariva estraneo, e non conoscevamo nessuno. L’ambiente e il clima erano molto diversi da quelli a cui ero abituato in Cina, e il mio corpo cominciò presto a lamentarsene. Mi sentivo spesso debole e apatico, ma all’ospedale i dottori non riuscivano a trovare niente che non andasse in me. Non sapevo più cosa fare; quindi, cominciai a pregare il Signore in maniera ancor più sincera, sperando che Egli mi avrebbe protetto. Pregavo di più e cominciai a cercare una chiesa dove potessi partecipare alla messa e, alla fine, fondare una Chiesa per cinesi cristiani. Ma, dopo essere andato in chiesa un paio di volte, scoprii che le cose non erano molto diverse da ciò che avveniva ogni giorno nella società: i membri della congregazione erano cordiali, esteriormente, ma le loro interazioni erano governate dal potere e dal denaro. Di fronte a una tale situazione all’interno della chiesa, mi irritati molto. Pensai tra me e me: “Oh Signore, quando ritornerai? Quando ritornerai, i buoni saranno separati dai malvagi e il mondo verrà purificato”. Sebbene continuassi ad andare a messa, non riuscivo mai a percepire la presenza di Dio in chiesa; ciò mi amareggiava e mi deprimeva, e influenzava la mia fede nel Signore. Ma poi, un giorno, nel 2015, mentre ero all’estero per lavoro, ricevetti una chiamata da mia moglie. Mi disse con entusiasmo: “Il Signore è ritornato: sta esprimendo parole ed eseguendo l’opera di giudizio degli ultimi giorni. Torna presto, affinché possiamo accettare insieme la nuova opera di Dio”. Sentendo questo, non potei fare a meno di essere un po’ sospettoso: “Il Signore è ritornato? Come è possibile? Quando Egli ritornerà per giudicare il mondo, i buoni verranno separati dai cattivi. Eppure, in questo momento, i buoni e i cattivi sono ancora insieme: come è possibile, allora, che mia moglie dica che il Signore è ritornato? Forse si è unita a una nuova confessione? Siamo cattolici da quasi tutta la vita; è fuori questione cambiare ora!” Quindi, finii in tutta fretta il lavoro che stavo facendo e tornai a casa.
Una volta a casa, chiesi a mia moglie: “Come fai a sapere che il Signore è ritornato? Non ti sarai mica allontanata dalla nostra fede cristiana, vero? Tu stai dicendo che il Signore è ritornato per svolgere l’opera di giudizio; eppure, in questo momento, i buoni e i cattivi sono ancora mescolati fra loro; perciò, come è possibile che il Signore sia già ritornato? Possiamo aspettare il ritorno del Signore, ma non possiamo essere sleali nei Suoi confronti!”. Mia moglie mi ascoltò e poi, pazientemente, rispose: “Non agitarti in questo modo! Ho scoperto io stessa da poco il ritorno del Signore. In questo momento, la Chiesa di Dio Onnipotente sta recando testimonianza per il ritorno del Signore e Dio Onnipotente sta esprimendo verità per svolgere l’opera di giudizio che è cominciata all’interno della casa di Dio. Non ho ben chiaro cosa stia succedendo nel dettaglio, ma ho letto online moltissime delle parole espresse da Dio e sono certa che siano tutte la voce di Dio. Il Signore, una volta, affermò: ‘Le mie pecore ascoltano la mia voce, e io le conosco, ed esse mi seguono’ (Giovanni 10:27). Possiamo scoprire se Dio Onnipotente è davvero il Signore ritornato andando alla Chiesa di Dio Onnipotente per indagare, dico bene?”. Ciò che mia moglie diceva era ragionevole e il ritorno del Signore per svolgere l’opera di giudizio era un fatto predetto nella Bibbia; di conseguenza, non avrei fatto nulla di male, andando con lei in chiesa per dare un’occhiata; poi avrei potuto prendere una decisione.
A questo scopo, mia moglie ed io organizzammo di andare a casa di uno dei membri della Chiesa di Dio Onnipotente, un signore conosciuto come “fratello Zhang”. Vennero anche fratello Wang, sorella Li e altri fratelli cristiani. Vedendo che eravamo numerosi, mi rilassai molto. Dopo alcuni cordiali convenevoli, prendemmo tutti posto ed io chiesi ai fratelli e alle sorelle questo: “Riguardo al ritorno del Signore, la mia comprensione è che, quando il Signore ritornerà a svolgere l’opera di giudizio, i buoni verranno separati dai malvagi. Quindi, i buoni verranno accettati in cielo dal Signore e Lo incontreranno, mentre i malvagi verranno mandati all’inferno e puniti. Voi dite che il Signore è ritornato e che sta svolgendo l’opera di giudizio; allora, come è possibile che non abbiamo visto accadere nessuna di queste cose?” Fratello Wang rispose: “Fratello, il mio punto di vista era uguale al tuo, in quanto anch’io credevo che il ritorno del Signore significasse che i buoni sarebbero stati separati dai malvagi: i buoni avrebbero vissuto eternamente in cielo e i malvagi sarebbero stati puniti, e che, se noi non lo avessimo visto accadere, ciò avrebbe provato che il Signore non era ritornato. Ma, dopo aver letto le parole di Dio Onnipotente, compresi che si trattava solo delle nostre nozioni e fantasie, e non del modo reale in cui Dio opera. Il modo in cui Dio esegue l’opera di giudizio negli ultimi giorni è qualcosa che Egli soltanto pianifica e organizza. La saggezza di Dio è più alta dei cieli e, agli occhi di Dio, gli esseri umani sono piccoli come granelli di polvere; perciò, come possiamo comprendere l’opera di Dio? Nella Bibbia si dice: ‘Chi ha preso le dimensioni dello spirito dell’Eterno o chi gli è stato consigliere per insegnargli qualcosa? Chi ha egli consultato perché gli desse istruzione e gl’insegnasse il sentiero della giustizia, gl’impartisse la sapienza, e gli facesse conoscere la via del discernimento? Ecco, le nazioni sono, agli occhi suoi, come una gocciola della secchia, come la polvere minuta delle bilance; ecco, le isole son come pulviscolo che vola’ (Isaia 40:13-15). Ognuno di noi usa il proprio cervello per pensare; possiamo, quindi, speculare sull’opera di Dio a nostro piacimento, ma Dio non svolge mai la Sua opera secondo le nostre fantasie. Se usiamo le nostre fantasie per stabilire dei parametri per l’opera di Dio, non ci stiamo allora comportando in modo estremamente arrogante? Quindi, in che modo Dio svolge la Sua opera di giudizio? In che modo Egli separa i buoni dei malvagi? Leggiamo alcuni passaggi delle parole di Dio Onnipotente che ci aiutino a capire. Dio Onnipotente ha detto: ‘Il lavoro di giudizio è opera propria di Dio quindi, ovviamente, deve essere svolto da Lui Stesso; non può essere effettuato dall’uomo in Sua vece. Poiché il giudizio è la conquista dell’uomo attraverso la verità, […] In altre parole, negli ultimi giorni, Cristo dovrà utilizzare la verità per insegnare agli uomini su tutta la terra e per far conoscere loro tutte le verità. Questa è l’opera di giudizio di Dio’ (‘Cristo compie l’opera di giudizio attraverso la verità’ in La Parola appare nella carne). ‘Sono già arrivati gli ultimi giorni. Tutte le cose nel creato saranno classificate in base al loro tipo, e divise in diverse categorie secondo la loro natura. Questo è il momento in cui Dio rivela l’esito finale dell’umanità e la sua destinazione. Se gli uomini non si sottopongono al castigo e al giudizio, allora non ci sarà modo di smascherare la loro disubbidienza e iniquità. Solo attraverso il castigo e il giudizio può essere rivelato l’esito finale di tutto il creato. L’uomo mostra il suo vero volto unicamente quando è castigato e giudicato. Il male sarà messo con il male, il bene con il bene, e tutta l’umanità sarà classificata in base al tipo. Attraverso il castigo e il giudizio sarà rivelato l’esito finale di tutto il creato, affinché il male sia punito e il bene ricompensato, e tutti gli esseri umani siano soggetti al dominio di Dio. Tutta quest’opera deve essere compiuta attraverso il giusto castigo e giudizio. Poiché la corruzione dell’uomo ha raggiunto il suo culmine e la sua disubbidienza è divenuta estremamente grave, solo l’indole giusta divina, che si compone principalmente di castigo e giudizio e si rivela durante gli ultimi giorni, è in grado di trasformare pienamente l’uomo e renderlo completo. Solo un’indole siffatta può smascherare il male e così punire severamente tutti gli iniqui’ (‘La visione dell’opera di Dio (3)’ in La Parola appare nella carne). ‘Il Mio obiettivo nel compiere l’opera di conquista non è solo il conquistare in sé e per sé, ma rivelare giustizia e ingiustizia, ottenere prove per la punizione dell’uomo, condannare i malvagi e, inoltre, portare a perfezione quelli con un cuore obbediente. Alla fine, tutti saranno separati in base al loro tipo, e tutti quelli portati a perfezione avranno pensieri e idee colmi di obbedienza. Questa è l’opera da completarsi alla fine. Quelli pieni di modi ribelli saranno puniti, mandati a bruciare tra le fiamme e saranno per sempre maledetti’ (‘Coloro che obbediscono a Dio con cuore sincero saranno certamente guadagnati da Lui’ in La Parola appare nella carne). Noi abbiamo l’idea che l’opera di giudizio di Dio consista nel separare direttamente il grano dal loglio, le capre dalle pecore, i servi buoni dai servi cattivi; in altre parole, nel separare i buoni dai malvagi e mettere ciascuno con i suoi simili. Ma, se ci pensiamo bene, in questo momento vi sono più di due miliardi di cristiani nel mondo, e tutti dicono di avere vera fede in Dio e di amarLo; perciò, come possiamo noi distinguere i buoni dai cattivi, i giusti dai malvagi? Se Dio determina che tu sei buono ed io cattivo, certamente non sarò d’accordo, perché penserò di essere anch’io un buono. Se Dio stabilisce che io sono buono e qualcun’altro malvagio, quest’ultimo non sarà certamente d’accordo. Quindi, in che modo si suppone che sappiamo chi è buono e chi cattivo? Non possiamo saperlo, poiché noi esseri umani non possediamo i principi o gli standard per valutarlo. Se Dio dovesse valutarci in questo modo, certamente non ci sommetteremmo, e avremmo nozioni al riguardo, come il pensare che Dio sia stato ingiusto e parziale. Pertanto, in che modo potrebbe procedere l’opera di mettere ciascuno con i suoi simili? Il Signore che ritorna durante gli ultimi giorni è Cristo degli ultimi giorni, Dio Onnipotente, Colui che utilizza le verità per svolgere l’opera di giudizio. Secondo tutti i cristiani, la rivelazione su chi è il grano e chi il loglio, chi sono le capre e chi le pecore, chi i buoni servi e chi i servi malvagi, chi le vergini sagge e chi le vergini stolte viene fatta interamente per mezzo delle verità. Le parole di Dio rivelano ciascuno, e le vergini sagge sono coloro che credono davvero in Dio e amano la verità. Quando sentono che qualcuno sta testimoniando la venuta di Dio, escono per accoglierLo e indagano attivamente le parole e l’opera di Dio. Riconoscono la Sua voce e accettano la Sua opera degli ultimi giorni e, alla fine, ottengono la purificazione e la salvezza tramite il giudizio di Dio. Durante le grandi catastrofi, godono della protezione di Dio, sono in grado di sopravvivere e, infine, vengono portate nel Regno di Dio. Al contrario, poiché le vergini stolte non amano la verità, poiché insistono ad aggrapparsi alle proprie nozioni e fantasie o a credere alle dicerie, poiché non cercano né indagano l’opera di Dio degli ultimi giorni e alcune di loro seguono persino i leader religiosi nel resistere e condannare Dio e rifiutare la Sua salvezza degli ultimi giorni, verranno rivelate come esseri malvagi dall’opera di Dio degli ultimi giorni ed eliminate. Il loro destino sarà quello di subire delle punizioni durante le grandi catastrofi. Da questo, possiamo vedere che l’opera di Dio del mettere ciascuno con i propri simili durante gli ultimi giorni non viene svolta secondo le nostre nozioni e fantasie. Invece, per svolgere l’opera di rivelazione delle persone, Dio utilizza il metodo del giudizio, e il risultato finale è che ognuno viene accuratamente rivelato e messo con i propri simili a seconda se accetta la verità o le oppone resistenza. Non è forse questa precisamente la saggezza di Dio, la Sua equità e giustizia?”.
Dopo aver ascoltato le parole di Dio Onnipotente e la spiegazione di fratello Wang, ricordai ciò che il sacerdote della nostra chiesa aveva detto al riguardo: “Quando il Signore verrà, i buoni verranno separati dei cattivi”, e capii che tale nozione è davvero troppo vaga, troppo impraticabile e non corrisponde affatto alla realtà dell’opera di Dio. Viviamo tutti nel peccato, commettiamo continuamente peccati e ci pentiamo, senza essere in grado di sfuggire a questo circolo vizioso; quindi, chi sono le persone veramente buone? Quando il Signore ritornerà, se non saremo stati purificati dai nostri peccati, saremo autorizzati a entrare nel Regno dei Cieli? Pensare a ciò fu come accendere una luce nel mio cuore, e ringraziai il Signore per la Sua guida. La mia visita non era stata vana, perché ora comprendevo che Dio distingue i buoni dai cattivi a seconda di come le persone trattano la verità. In altre parole, le persone sono buone o cattive a seconda se accettano e obbediscono al giudizio e al castigo delle parole di Dio, e ciò rappresenta la giustizia di Dio che si manifesta pienamente. Dio impiega le parole e l’opera per separare il grano dal loglio, le pecore dalle capre, le vergini sagge dalle vergini stolte, i veri credenti dei falsi credenti e gli amanti della verità da coloro che la odiano. Dio è così incredibilmente saggio! Tuttavia, ricordai anche che il sacerdote diceva che, quando il Signore ritornerà a giudicare le persone, le giudicherà una ad una, e i peccati di ciascuno verranno a loro volta elencati e giudicati uno ad uno, prima che Egli decida se l’individuo andrà in cielo o all’inferno. Ma ora Dio Onnipotente sta dicendo che l’opera di giudizio di Dio degli ultimi giorni viene svolta tramite le Sue parole; quindi, in che modo vengono impiegate tali parole, per giudicare le persone?
Perciò, sollevai tale questione con il gruppo, e fratello Zhang rispose leggendomi due passi delle parole di Dio Onnipotente: “Alcuni credono che Dio a volte venga sulla terra e appaia all’uomo e, in tal modo, giudichi personalmente tutti gli uomini, mettendoli alla prova uno per uno, senza tralasciarne nessuno. Coloro che la pensano in questo modo non conoscono questa fase dell’opera di incarnazione. Dio non giudica gli uomini né li verifica uno per uno; agire così non significherebbe compiere l’opera del giudizio. La corruzione di tutta l’umanità non è forse la stessa cosa? La sostanza dell’uomo non è forse la stessa? Ciò che viene giudicato è la corrotta sostanza del genere umano, la sostanza dell’uomo corrotta da Satana e tutti i peccati dell’uomo. Dio non giudica gli irrilevanti e insignificanti difetti dell’uomo. […] ma giudica l’ingiustizia di tutto il genere umano − l’opposizione dell’uomo a Dio, per esempio, l’irriverenza dell’uomo contro di Lui o il disturbo dell’opera di Dio, e così via. Quella che viene giudicata è la sostanza dell’opposizione a Dio da parte del genere umano, e questa è l’opera di conquista degli ultimi giorni” (“L’umanità corrotta ha maggiormente bisogno della salvezza del Dio incarnato” in La Parola appare nella carne). “Durante gli ultimi giorni, Cristo utilizza una serie di verità per insegnare all’uomo, rivelarne l’essenza e analizzare le sue parole e le sue azioni. Queste parole comprendono diverse verità quali il dovere dell’uomo, come l’uomo dovrebbe obbedire a Dio, come dovrebbe esserGli fedele, come dovrebbe vivere la normale umanità, così come la saggezza e l’indole di Dio, e così via. Queste parole sono tutte dirette all’essenza dell’uomo e alla sua indole corrotta. In particolare, le parole che rivelano come l’uomo rifiuta Dio vengono pronunciate a proposito di come l’uomo sia la personificazione di Satana e una forza nemica di Dio. Quando Dio compie il lavoro di giudizio, Egli non Si limita semplicemente a chiarire la natura dell’uomo solo con poche parole, ma compie la rivelazione, il trattamento e la potatura a lungo termine. Tale metodo di rivelazione, di trattamento e di potatura non può essere sostituito con parole ordinarie, ma con la verità che l’uomo non possiede affatto. Solo tale modo di lavoro viene considerato giudizio” (“Cristo compie l’opera di giudizio attraverso la verità” in La Parola appare nella carne).
Fratello Zhang, quindi, mi spiegò: “Noi abbiamo la nozione secondo la quale, durante la Sua opera di giudizio degli ultimi giorni, Dio chiamerà ciascuno innanzi al Suo trono bianco e lo giudicherà. Ogni persona dovrà inginocchiarsi per terra e confessare ogni singolo peccato commesso in vita. Poi, Dio deciderà se ognuno andrà in paradiso o all’inferno, a seconda della gravità dei peccati. Noi pensiamo che Dio giudichi le persone a seconda dei peccati, come, ad esempio, fare del male alle persone fisicamente o verbalmente, non rispettare i genitori, rubare e rapinare ecc. Ma, di fatto, l’opera di giudizio di Dio degli ultimi giorni non si occupa di questi comportamenti esterni o difetti caratteriali che abbiamo, ma ha lo scopo, invece, di giudicare la natura satanica dell’umanità nell’opporre resistenza a Dio e ognuna delle nostre indoli corrotte. Queste ultime includono: arroganza e presunzione, disonestà e furbizia, egoismo e bassezza, avidità e malvagità, ecc. Abbiamo, inoltre, molti punti di vista che non sono compatibili con Dio, molte nozioni religiose obsolete e un modo di pensare feudale. Queste cose sono tutte fonti della nostra resistenza a Dio. Sono problemi comuni a tutta l’umanità corrotta e, perciò, sono le cose che l’opera di giudizio di Dio mira a purificare e trasformare. Pertanto, le parole che Dio esprime rivelano la natura e l’essenza dell’umanità, e ogni persona corrotta sulla Terra ne fa parte, senza eccezioni. Oppure, per dirla in altri termini, le parole di Dio sono dirette all’umanità intera; non c’è, quindi, alcuna necessità di giudicare le persone singolarmente. Leggendo le parole di Dio Onnipotente e accettando il giudizio e il castigo delle parole di Dio, possiamo comprendere molte verità e vedere con chiarezza la natura, la sostanza e la situazione reale della nostra corruzione ad opera di Satana. Ciò ci consentirà anche di riconoscere l’indole giusta di Dio e sviluppare un cuore che veneri Dio e disprezzi noi stessi, in modo da essere disposti a tradire la nostra carne e a praticare la verità. In questo modo, la nostra indole satanica corrotta verrà gradualmente purificata e i nostri punti di vista e la nostra visione della vita, a loro volta, cambieranno. Quando cominceremo a vivere secondo le parole di Dio, quando smetteremo di contrastarLo e opporGli resistenza e, invece, Gli obbediremo e Lo venereremo veramente e sfuggiremo il male, allora guadagneremo la salvezza di Dio e diventeremo persone che sono compatibili con le Sue intenzioni. Questa è la situazione reale, nonché il proposito, di Dio che esprime verità per svolgere l’opera di giudizio durante gli ultimi giorni”.
Dopo aver ascoltato la spiegazione di fratello Zhang, giunsi a comprendere che l’opera di giudizio di Dio è davvero molto pratica e basata sulla realtà! Riuscii ad accettare ciò che aveva detto, e la cosa mi toccò nel profondo del cuore. Sì, le persone sono arroganti, cercano fama, fortuna e status e vivono nelle loro varie indoli corrotte. Dio utilizza il giudizio delle Sue parole per liberarci da tutta la sporcizia e la corruzione al nostro interno. La nostra natura del resistere a Dio viene così dissolta e la nostra indole corrotta trasformata, e noi diventiamo persone veramente buone. Analizzandola in questo modo, riuscii a capire che quell’idea di cui parlava il sacerdote, secondo la quale le persone verranno giudicate singolarmente e i peccati giudicati uno ad uno quando il Signore ritornerà per giudicare l’umanità, corrisponde solo a delle nozioni e fantasie umane e non ha niente a che vedere con il modo in cui Dio, di fatto, svolge la Sua opera. Le parole di Dio Onnipotente contengono realmente delle verità; sono realmente la voce di Dio! Ciò che ascoltai quel giorno mi fece decidere di esaminare accuratamente l’opera di Dio Onnipotente.
Nel corso dei miei approfondimenti, guardai svariati film prodotti dalla Chiesa di Dio Onnipotente, inclusi “I giorni di Noè sono tornati”, “Il mistero della pietà”, e “Ho preso l’ultimo treno”, così come alcuni video di inni sulla parola di Dio, come “Quanto è importante per l’uomo l’amore di Dio”. Lessi inoltre moltissime parole di Dio Onnipotente e ascoltai i fratelli e le sorelle parlare di tutti gli aspetti delle verità. Ciò mi aiutò a comprovare che Dio Onnipotente è davvero il Signore Gesù ritornato! Dio Onnipotente è l’unico vero Dio ed è il Signore ritornato che stavamo aspettando! Ero contento di accettare l’opera di Dio Onnipotente degli ultimi giorni.
Da quando credo in Dio Onnipotente mi riunisco spesso con i fratelli e le sorelle o ascolto insieme a loro i sermoni, e ora ogni giorno mi sento felice e percepisco che sto ottenendo il nutrimento spirituale. Sto godendo del conforto che proviene dall’opera dello Spirito Santo e sto cominciando a comprendere sempre più verità. All’interno della Chiesa di Dio Onnipotente, tutti i fratelli e le sorelle si conoscono bene e sono onesti tra di loro e nessuno cerca di ingannare l’altro o sta in guardia. Tutti sono semplici, aperti e sinceri e, anche quando rivelano la loro indole corrotta, possono conoscere loro stessi attraverso le parole di Dio e cercare delle verità per rimediare alla loro indole corrotta. Per me, sono autentici fratelli e sorelle cristiani. Ciò che più mi colpisce sono i video degli inni, i video musicali, i video di danze e canzoni, i film sul Vangelo, ecc. prodotti dalla Chiesa di Dio Onnipotente, che tengono la verità nella massima considerazione e recano testimonianza a Dio e alla Sua opera degli ultimi giorni. Lo scopo di tutte queste produzioni è quello di aiutare le persone a sottomettersi a Dio, a venerarLo, e la Chiesa trasmette davvero la sensazione di essere un luogo in cui Dio svolge la Sua opera! Ciò che ho visto, sentito e sperimentato è per il mio cuore la prova che la Chiesa di Dio Onnipotente è una vera Chiesa in cui Dio nutre e guida il Suo gregge personalmente. Il fatto che sia stato in grado di entrare nella casa di Dio e viva una vita faccia a faccia con Lui significa che sono stato eccezionalmente elevato da Dio. Sono davvero molto fortunato! Grazie, Dio Onnipotente!
Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente
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retelabuso · 1 year
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I vescovi italiani scelgono la reticenza davanti allo scandalo degli abusi
I vescovi italiani scelgono la reticenza davanti allo scandalo degli abusi
Vent’anni fa lo scandalo degli abusi sessuali sui minori commessi dai preti scoppiava con clamore negli Stati Uniti, inducendo l’episcopato del paese a stilare la prima Carta per la protezione dei bambini e dei giovani nella chiesa; nei vari punti che componevano il documento si parlava tra l’altro di rimozione dal ministero dei sacerdoti o dei diaconi la cui responsabilità fosse accertata e si…
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maestrogianni-blog · 5 years
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Grande successo di pubblico per l’evento di beneficenza “Arte e solidarietà”, che si è tenuto ieri sera presso il Castello Angioino Aragonese di Agropoli. La serata, che ha previsto ingresso con offerta libera, ha fatto registrare un incasso pari a 1.015 euro, che è stato devoluto alla Croce Rossa – Comitato di Agropoli e del Cilento. L’evento ha preso il via con un video delle attività sociali, messe in campo dall’Amministrazione comunale nel biennio trascorso. «Ringrazio tutti voi di essere qui – ha detto il sindaco Adamo Coppola – e alla Croce Rossa Italiana, per l’impegno che ci mette quotidianamente nella propria opera di volontariato. Mi va di ringraziare anche l’assessore D’Arienzo che con la sua indubbia professionalità ha dato uno spunto ancora maggiore al nostro lavoro nell’ambito dell’Amministrazione comunale». «Agropoli è una città solidale – ha affermato Vanna D’Arienzo – come ha dimostrato già lo scorso anno con il Concerto per il Libano, altra iniziativa benefica che ha portato a predisporre un’area ludico-ricreativa all’interno di una scuola materna in Libano. Quest’anno abbiamo deciso di devolvere i proventi della serata alla Croce Rossa, che è meritevole e da sempre aiuta le fasce deboli del territorio». E’ seguito un appunto a quanto fatto finora, dalla sedia “scoiattolo”, che consente a persone con problemi di mobilità di accedere al centro storico; alla spiaggia sociale, che vede tante richieste anche da tour operator dell’estero; un aiuto alle mamme lavoratrici, grazie al Centro per minori, completamente gratuito, attivo a pochi passi da Trentova; le attività svolte sul bullismo e sul cyber bullismo… «Sono contento per la presenza copiosa di stasera – ha riferito Don Carlo Pisani – e per il lavoro che Vanna fa, ora come assessore, ma da tempo nel campo sociale. E’ nostra intenzione intensificare questo spirito di collaborazione nel nome del bene da compiere. Ringrazio l’Amministrazione comunale, Gianna Infante e tutti i volontari, sempre al mio fianco per diversi tipi di servizi. Ho nei loro confronti un debito personale. E poi non nascondo di avere la curiosità di assistere alla performance di Modestino Rosiello». «Un grazie all’Amministrazione – ha dichiarato Gianna Infante, presidente della CRI – Comitato di Agropoli e del Cilento – e a Modestino Rosiello che torna a recitare dopo venti anni e lo fa per noi. Voglio dedicare due parole ai volontari: coloro che si spogliano dei problemi delle proprie famiglie e del lavoro per indossare una divisa che è un emblema, per aiutare gli altri. La Croce Rossa si fonda su sette principi e il primo è l’umanità. Tanti sono i problemi che affrontiamo, ma a volte basta un sorriso per cambiare la giornata a qualcuno. Il ricavato della serata – ha concluso – verrà impiegato per la comunità di Agropoli». L’iniziativa ha visto la collaborazione di Fidapa, Croce Rossa Italiana, Unitalsi, Chiesa S. Maria delle Grazie, Chiesa SS. Pietro e Paolo, Associazione Lume, Protezione civile di Agropoli. Dopo la performance dei ragazzi dell’Associazione Lume che, guidati da Anna Ascolese e dai volontari, hanno intonato due canzoni di Renzo Arbore, è seguita la performance, molto emozionante e sentita, del “Viaggio all’inferno”, a cura di Modestino Rosiello. Un viaggio nell’opera del sommo poeta, con il racconto di alcuni dei personaggi che lo stesso si trova ad incontrare nel suo cammino in alcuni gironi dell’Inferno, soffermandosi in particolare su Francesca da Rimini, Ulisse e sul conte Ugolino della Gherardesca.
c.s.
Agropoli, successo per l’evento “Arte e solidarietà” Grande successo di pubblico per l’evento di beneficenza “Arte e solidarietà”, che si è tenuto ieri sera presso il Castello Angioino Aragonese di Agropoli.
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love-nessuno · 5 years
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*** Parvenze di luce e rigurgiti di schifo ***
C'è un monarca di uno Stato - spesso al centro di scandali che riguardano la pedofilia - che finalmente pare voglia affrontare il problema, ponendo fine agli innumerevoli casi di insabbiamento e inasprendo le pene per chi si macchia di questo grave crimine. Un "mea culpa" seguito da qualche atto concreto. A questo scopo, nel febbraio scorso, indice un summit “La Protezione dei Minori nella Chiesa” per l'elaborazione di un vademecum sui passi da compiere, per l'istituzione di centri d'ascolto per le vittime e formulare codici di condotta per tutti i chierici. Finalmente, viene da esclamare. Ma ovviamente stiamo parlando di un'associazione criminale e a scopo di lucro, spesso impelagata anche in inchieste per malaffare finanziario, che per decenni ha coperto prelati pedofili insabbiando i casi e proteggendo i criminali. Questa natura criminogena, questo spirito corporativo non si possono soffocare e se da una parte, il monarca in carica tenta di aprire uno spiraglio per permettere alla luce di filtrare in quelle stanze buie e fredde - tentando di far riconquistare un minimo di credibilità alla sua istituzione - dall'altra c'è il "veterano" libero dal servizio ordinario, ma tenuto a combattere in caso di guerra (anche in via spontanea). Ed ecco che il dimissionario, il rigido guardiano Pastore Tedesco rincoglionito, in un barlume di lucidità, si sveglia dal torpore e rimette le cose al loro posto. Ma quale "mea culpa"? Il Pastore Tedesco, in diciotto pagine di delirio inviate al quotidiano tedesco Klerusblatt, descrive la causa del fenomeno pedofilia che è da attribuire a "L'assenza di dio" (come se prima fosse presente), al "collasso morale" concomitante, manco a dirlo, con la rivoluzione del 1968 che ha voluto conquistare la completa libertà sessuale. Libertà che non tollerava alcuna norma. Quindi le rivendicazioni, le battaglie e le conquiste sociali, possono influenzare i comportamenti di chi deve seguire e divulgare una dottrina rigida che non accetta alcuna influenza di nessun tipo, scevra da processi di secolarizzazione (eccezion fatta per soldi e affari)? Un'analisi che permette, come d'abitudine, di giustificare tutto, compreso l'ingiustificabile, scaricando le proprie colpe altrove. Vecchio vizietto di questa holding per le preghiere.
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bergoglionate · 5 years
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La strana “luce” di Roqueplo, il filosofo citato da Bergoglio
Durante la conferenza stampa in aereo, di ritorno dal Marocco, Francesco, rispondendo a una domanda, ha citato un filosofo francese, Philippe Roqueplo, e ha detto che questo pensatore, al fine di capire una situazione, gli ha dato una importante «luce ermeneutica», ovvero una chiave di comprensione. Affermazione quanto meno singolare se si pensa a ciò che questo filosofo, ambientalista e studioso dei rapporti tra scienza, tecnologia e cultura, sostiene su aborto e diritto alla vita. In proposito mi ha scritto l’amico Andrea Mondinelli. (Aldo Maria Valli, 04-04-2019)
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Caro Aldo Maria, 
ti segnalo questa parte della conferenza stampa di Bergoglio in aereo di ritorno dal Marocco.
Domanda di Cristiana Caricato, inviata di Tv 2000: «Santo Padre, lei ha appena parlato di paure e del rischio di dittature che queste paure possono generare. Proprio oggi un ministro italiano, in riferimento al convegno di Verona, ha detto che più che della famiglia bisogna avere paura dell’Islam. Lei invece, ormai da anni, dice tutt’altro. Secondo lei siamo a rischio dittatura nel nostro Paese? È frutto del pregiudizio della non conoscenza? Cosa ne pensa? E poi una curiosità: lei denuncia spesso l’azione del diavolo, lo ha fatto anche nel recente summit sulla protezione dei minori. Mi sembra che nell’ultimo periodo sia molto attivo, si sia dato molto da fare il diavolo, ultimamente, anche nella Chiesa… Cosa fare per contrastarlo, soprattutto in merito agli scandali della pedofilia? Bastano le leggi? Perché è così attivo il diavolo in questo momento?».
Risposta di Bergoglio: «Benissimo, grazie per la domanda. Un giornale, dopo il mio discorso alla fine dell’Incontro sulla protezione dei minori dei presidenti delle Conferenze episcopali, ha detto: “Il Papa è stato furbo, prima ha detto che la pedofilia è un problema mondiale, una piaga mondiale; poi ha detto qualcosa sulla Chiesa, alla fine se ne è lavato le mani e ha dato la colpa al diavolo”. Un po’ semplicistico, no? Quel discorso è chiaro. Un filosofo francese, negli anni Settanta, aveva fatto una distinzione che a me ha dato molta luce, si chiamava Roqueplo e mi ha dato una luce ermeneutica. Lui diceva: per capire una situazione bisogna dare tutte le spiegazioni e poi cercare i significati, cosa significa socialmente, cosa significa personalmente, o religiosamente?».
Ora, chi è questo Roqueplo, filosofo francese che a Bergoglio ha «dato molta luce»?
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Si tratta di Philippe Roqueplo, ex domenicano, uno dei filosofi più svalvolati che mai siano esistiti. Che altro si può dire di uno che, a proposito di aborto e vita umana, scrive fra l’altro: «Risulta un errore invocare il rispetto della vita umana per proibire l’aborto precoce. La stessa cosa capita, a mio avviso, nella pratica in vitro: questa pratica s’imporrà, almeno in certi casi, come morale e questa evidenza morale implicherà il convincimento che l’embrione così prodotto non è un essere autenticamente umano […]. Questo embrione non è autenticamente umano perché non è mai stato destinato a diventare un uomo, perché nessuno ha mai voluto farne un uomo. Questa conclusione mi sembra valga anche nel caso dell’embrione di cui una donna, in piena lucidità, non appena capisce di essere incinta, decide d’interrompere lo sviluppo. Non vedo in nome di che cosa si potrebbe essere sicuri che questa donna, agendo in tal modo, si opponga inevitabilmente al rispetto che ognuno di noi deve a ogni vita autenticamente umana».
Se non credete che queste parole siano state veramente scritte da un cattolico, ex domenicano, verificate. Ecco la fonte: Philippe Roqueplo, Posizione morale di fronte alla sperimentazione scientifica nel settore della vita, pagine 84 e 85 del libro L’aborto nella discussione teologica cattolica, Queriniana, 1977.
Roqueplo è uno di quei cattivi maestri che hanno sdoganato l’abortismo nel mondo cattolico. E la sua «luce» ermeneutica è, a dir poco, luciferina.
Andrea Mondinelli
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tmnotizie · 5 years
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PESARO – Torna l’appuntamento più importante del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Per l’occasione, a Pesaro si potranno visitare il cantiere della Chiesa di San Giovanni Battista; gli Orti Giulii e l’Osservatorio Valerio. Si potranno inoltre scoprire  l’Acquedotto Romano e  gli scavi archeologici di Colombarone. E per finire il Borgo di Fiorenzuola con una visita esclusiva al giardino di Casa Busi e alla ex canonica di Sant’Andrea.
Quest’anno si aprono le porte dell’incredibile, alla scoperta di una bellezza quotidiana e straordinaria, a volte sontuosa ed esplicita, altre nascosta e ferita, ma sempre profondamente nostra, che ci ricorda chi siamo e quali innumerevoli intrecci hanno tessuto il nostro passato, lasciando tracce nel nostro patrimonio culturale.
A Pesaro si potranno vedere la Chiesa monumentale di San Giovanni Battista, progettata da Girolamo Genga, voluta nel 1543 da Guidubaldo II della Rovere sull’area  dove sorgeva il mausoleo costruito per la famiglia da Alessandro Sforza. Chiesa sempre appartenuta all’Ordine dei Frati Minori, dove sono in corso importanti lavori di restauro, poiché il terremoto del 26 ottobre 2016 ha danneggiato il soffitto della navata centrale, lavori che ci saranno spiegati dagli stessi tecnici che ne seguono la direzione.
Gli amati Orti Giulii dove ci auguriamo vengano presto realizzati i lavori per il completamento del fabbricato incompiuto e questo che possa contribuire a rivitalizzare il parco e l’intera area. L’Osservatorio Valerio, uno dei sei osservatori italiani individuati dall’ONU con la qualifica di “Centennial Observation Station”, riconoscimento riservato a stazioni con più di 100 anni di dati meteorologici, con interruzioni minime e nessun cambiamento significativo del sito (tra l’altro proprio il 23 marzo si celebra la Giornata Metereologica Mondiale).
Si potranno inoltre scoprire  l’Acquedotto Romano di Pesaro che è stato per circa 2.000 anni l’unica fonte pubblica di approvvigionamento idrico della città. Straordinario esempio di ingegneria idraulica antica che è stato concepito e continua  a funzionare come galleria filtrante, che capta e trasporta acqua, interagendo con il territorio che attraversa. Un bene prezioso, che deve essere conosciuto e amato, e deve continuare ad essere sottoposto alle opere di manutenzione che ne garantiscano la durata e la funzionalità. L’acquedotto ci rimanda al tema dell’acqua, risorsa essenziale per l’umanità, risorsa che non può essere sprecata.
Ancora:  gli scavi archeologici di Colombarone i cui mosaici sono stati di recente sottoposti a manutenzione. Inoltre ad aprile verrà inaugurato l’Antiquarium in cui si racconterà la storia del sito, a partire dal rinvenimento da parte dell’Olivieri, e saranno  mostrati  materiali ritrovati durante gli scavi, che verranno così fatti conoscere e valorizzati.
Per finire con l’affascinante Borgo di Fiorenzuola dove grazie al Presidente del Parco Davide Manenti e la Famiglia Busi potremo visitare l’ex canonica di Sant’Andrea, chiesa crollata a mare dopo il terribile terremoto del 1916 e il giardino privato che affaccia da un lato sul mare e dall’altro sulle dolci colline verso l’entroterra.
Sono inoltre previste passeggiate naturalistiche a cura di Andrea Fazi lungo i primi tornanti di Strada della Marina per comprendere un paesaggio mutato nel tempo anche a causa del recente incendio del 2017.
Poi Urbino, con un affascinante percorso alla scoperta dell’arte del restauro: ci apriranno le loro porte i Laboratori della Scuola di Conservazione e Restauro dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, diretti dalla Prof.ssa Baratin, a Collegio Raffaello e a Palazzo Albani, dove sarà possibile visitare anche la splendida Gipsoteca, curata dalla Prof.ssa Anna Santucci. L’evento di Urbino si completerà con l’incontro con alcuni restauratori privati, che ci accoglieranno nella loro bottega o nei luoghi in cui si conservano opere da loro stessi recentemente restaurate.
A Fano saranno visitabili  il Palazzo  del Podesta cioè il portico ed il  foyer del Teatro della Fortuna oltre agli scavi sottostanti, edificio che un tempo fu palazzo del potere; la Chiesa di San Francesco, resa surreale dalle profonde ferite che ha subito nel corso del tempo e infine un’apertura insolita ma interessante: la Caserma Paolini, in cui i visitatori saranno accolti nel cortile da alcuni rappresentanti del 28° Pavia che ci parleranno dei cambiamenti del ruolo delle caserme.
A Cagli, due bellissime aperture:  la Chiesa di Santa Chiara con il Coro delle Clarisse, che vede protagonista Gaetano Lapis, e la Cappella Tiranni con il Monumento funebre di Battista Tiranni, opere eccelse di Giovanni Santi custodite nella Chiesa di San Domenico.
A Fossombrone si vedranno la Casa Museo – Quadreria Cesarini, la Chiesa di Santa Lucia, e la Corte Alta, secondo un interessante percorso che mette in stretta relazione tre siti all’apparenza molto diversi.
A Piobbico riapriremo al pubblico le antiche Fornaci Romane, scoperte dal proprietario nel corso di lavori di ristrutturazione della sua casa, e la bella Chiesa di Santo Stefano alle Murate, con un percorso che passa davanti all’abitazione di Costanzo Felici, autore di uno dei più famosi erbari del 1500.
Ad Apecchio è previsto un percorso che toccherà le principali emergenze del borgo partendo da Palazzo Ubaldini per raggiungere la Chiesa di Santa Lucia, il Ponte Medievale, la Pieve di San Martino e il Quartiere Ebraico.
A Fermignano, un ricco itinerario che parte dal complesso monumentale della Torre e del Ponte Medievale per toccare l’ex Mattatoio ed il Lavatoio, da cui si gode una splendida vista verso il ponte e l’ex cartiera: un’icona delle Marche. Si visiterà inoltre la Cripta di San Silvestro, poco fuori il centro abitato.
A Sassocorvaro andremo  alla scoperta di un settecento inedito nella Rocca Ubaldinesca, dove conosceremo Giovanni Cristoforo Battelli, monsignore al tempo di Clemente XI Albani.
E infine Lamoli di Borgo Pace, in cui potremo visitare l’Abbazia di San Michele Arcangelo, luogo del cuore per eccellenza,  che ha raccolto 24.750 firme nell’ultimo censimento del FAI, luogo di grande importanza storica immerso in una natura e in un territorio tutto da godere e riscoprire.
Sono queste le incredibili proposte della Delegazione FAI Pesaro Urbino nell’ambito della XXVII edizione delle “Giornate FAI di Primavera”, in programma sabato 23 e domenica 24 marzo.
In ogni luogo anche tanti eventi collaterali: visite guidate e passeggiate con esperti, musica, letture e degustazioni. Il tutto dettagliatamente descritto nel programma allegato e sul sito. Da sottolineare che il programma stampato ha subito alcune variazioni ed è bene verificare gli appuntamenti sul web.
Per quanto riguarda Pesaro, il Comune partecipa all’iniziativa con gli Assessorati alla Bellezza e alla Crescita e all’Ambiente. Una importante collaborazione sta nascendo con l’Ente Parco San Bartolo.
Al nostro fianco sempre i quartieri (Montegranaro e Muraglia, Centro Mare, San Bartolo) con i loro volontari. Un ringraziamento particolare alla Protezione Civile. Ringraziamo soprattutto i numerosi esperti e studiosi che generosamente e con passione ci offrono la loro disponibilità sia per la preparazione degli studenti che per narrare ai visitatori i segreti e le storia che ogni bene racchiude.
Difficile riuscire a ringraziare tutti nome per nome.  Ma protagonisti delle Giornate FAI, ancora una volta, le scuole, con le visite guidate a cura degli “Apprendisti Ciceroni”.  Gli Istituti coinvolti per Pesaro sono: liceo classico “Mamiani”, liceo scientifico “Marconi”, liceo artistico “Mengaroni”, liceo classico e scientifico “La Nuova Scuola”, istituto tecnico agrario “Cecchi”, scuola media “Galilei”, istituto comprensivo “Alighieri”, scuola media “Manzoni”, istituto comprensivo statale “Leopardi”. Alle “Giornate FAI di Primavera” collabora attivamente anche il Conservatorio Rossini, i cui allievi saranno protagonisti di alcuni piacevoli momenti musicali sia sabato che domenica.
“La prima edizione delle Giornate FAI di Primavera risale al 1993 – spiega la capodelegazione FAI  Pesaro Urbino Fiammetta Malpassi – quindi quest’anno sabato 23 e domenica 24 marzo si festeggia la 27ª edizione delle Giornate: un traguardo importante, un successo sempre crescente, tanto da diventare uno degli appuntamenti più importanti del panorama culturale italiano. L’obiettivo che le ha ispirate è sempre più vivo:  accompagnare gli italiani alla riscoperta della bellezza che li circonda e che spesso non si conosce o non si vede e vivere insieme una vera e propria festa di piazza della cultura!
Si tratta del più importante evento nazionale del FAI di sensibilizzazione e di raccolta pubblica di fondi: nella nostra Provincia, grazie all’impegno di tanti Volontari (circa 80) e Apprendisti Ciceroni (circa 350) saranno aperti ben 26 siti in 10 località: chiese, palazzi, ville e giardini o interi borghi, come nel caso di Fiorenzuola o Apecchio.
Si tratta di tesori di arte e natura spesso sconosciuti o poco conosciuti, beni che raccontano della storia del nostro territorio, parlano della nostra identità, beni a volte inaccessibili ed eccezionalmente visitabili in questo weekend con un contributo facoltativo. Aspettiamo con gioia i visitatori che vorranno prendere parte a questa festa, e ci auguriamo che anche chi ancora non lo ha fatto voglia cogliere l’occasione quest’anno per iscriversi al FAI!
Nel 1993 la prima edizione delle GFP, dicevamo. Proprio l’anno successivo, nel 1994, nasceva qui a Pesaro la nostra Delegazione, su iniziativa di Paolo Albini Riccioli e nel 1995 la prima edizione delle Giornate FAI di Primavera sul nostro territorio con quattro aperture su Pesaro: La Chiesa della Maddalena, Palazzo Mazzolari Mosca, La Sinagoga Sefardita  e l’ex Ospedale psichiatrico San Benedetto.
Pesaro, Fano, Urbino, Cagli, Fossombrone, Piobbico e Apecchio sono centri in cui ormai regolarmente le Giornate di Primavera vengono festeggiate, in cui vi è ormai una “tradizione”, un’attesa che non possiamo deludere. Altri centri minori a volte si sono uniti alla nostra festa, non sempre abbiamo potuto accettare la loro richiesta di una seconda apertura: stiamo crescendo e impegnando tutte le nostre capacità organizzative, ma senza un numero adeguato di volontari è difficile riuscire a soddisfare tutte le proposte che riceviamo.
Con grande piacere posso però dire che Sassocorvaro è già alla sua seconda edizione e quest’anno torniamo dopo tanto tempo a Fermignano. Inoltre abbiamo Lamoli di Borgo Pace come ”new entry”, collaborazioni da consolidare, ricche di prospettive per il futuro, per le bellezze che posseggono e il valore del territorio in cui si trovano.
La nostra rete di rapporti sta diventando sempre più ricca e più solida, non solo con le Istituzioni, che affianchiamo e che ci affiancano in questo lavoro comune volto a far conoscere ed amare il nostro patrimonio, viverlo e valorizzarlo, ma anche con altre associazioni, con le scuole, con i privati che ci danno al possibilità di offrire i loro preziosi beni, che per un fine settimana diventano di noi tutti!
La Delegazione FAI di Pesaro e Urbino ringrazia di cuore a tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito e contribuiranno alla riuscita di questo importante evento
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ilghila · 5 years
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Sul Discorso Finale del Sinodo "La protezione dei minori nella CHIESA"
Sul Discorso Finale del Sinodo “La protezione dei minori nella CHIESA”
Naturalmente si può come sempre guardare a tutto con occhio sfiduciato, pessimista e negativo (atteggiamento che col tempo potrebbe divenire una forma mentis preconcetta) o guardare, non dico con “irreale ottimismo”, ma con speranza cristiana e con un minimo di oggettività, che confida in Chi alla fine di ogni possibile azione e discorso (e Sinodo) ha in mano le sorti della Sua Chiesa.
Il Discors…
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sauolasa · 5 years
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Papa Francesco: "La protezione dei minori è una sfida del nostro tempo"
Nell'Angelus il pontefice ha fatto riferimento al vertice sugli abusi nella Chiesa al via giovedì: "È un appuntamento che ho voluto come atto di forte responsabilità pastorale"
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