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#Fondazione Teatro Comunale di Modena
lamilanomagazine · 30 days
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Modena. Da giovedì 2 maggio inizia il Motor Valley Fest.
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Modena. Da giovedì 2 maggio inizia il Motor Valley Fest. Fino a domenica 5 in città il festival diffuso, con un calendario di appuntamenti per appassionati e addetti ai lavori. Si parte dal convegno al Teatro comunale. Prende il via giovedì 2 maggio la sesta edizione del Motor Valley Fest che propone, fino a domenica 5 maggio, un ricco calendario di appuntamenti, rivolto agli appassionati e agli addetti ai lavori con oltre venti incontri di approfondimento con le aziende del settore, 12 talent talk per i giovani talenti, un'esposizione nelle piazze del centro storico di Modena di decine di modelli di vetture e moto delle case più prestigiose della Terra dei Motori e non solo. Tra i gioielli che si potranno ammirare, per esempio, anche la McLaren Senna e tre modelli della moto della Ducati 916 Senna, per ricordare il mitico Ayrton Senna nel trentennale della scomparsa. Ed ancora, aperture straordinarie dei musei della Motor Valley, le sfilate di auto storiche, il corso per diventare collaudatrici, proiezioni di film in anteprima e tributi all'ingegnere Forghieri, e per i più golosi da non perdere le degustazioni di prodotti tipici. Non mancherà la grande festa per gli appassionati, come quella negli autodromi regionali, dove in concomitanza con il Fest, si svolgeranno eventi di motorsport internazionali. Programma completo e aggiornato: www.motorvalley.it. Tra le novità di quest'anno anche la possibilità di visitare Modena e il suo territorio sulle tracce del film "Ferrari" di Michael Mann, alla scoperta dei luoghi utilizzati per le riprese. La mappa è consultabile su www.visitmodena.it. Il Motor Valley Fest si apre come da tradizione giovedì, alle 9, con il convegno al teatro Pavarotti – Freni dedicato ai nuovi scenari del settore automotive in questo momento geopolitico sempre più complesso, a quali sono le sfide da affrontare alla luce anche della diffusione dell'Intelligenza Artificiale e quali le strategie della mobilità sostenibile. Tra i temi che svilupperanno gli esperti anche le modalità per fidelizzare i talenti e come attrarre i giovani. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Gian Carlo Muzzarelli e del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, e l'intervento di Stefano Domenicali, presidente e Ceo Formula 1 (in video), Andreas Cornet e Michele Bertoncello, partner McKinsey, con Christian Richter, direttore Gcas Global Vertical Lead Automotive & Auto Retail di Google, presenteranno un update del mercato dell'high performance e lusso per le auto con una valutazione della crescita dei consumatori di questo mercato, delle loro preferenze e dei lori criteri di scelta. Interverranno poi Giovanna Vitelli, presidente di Azimut Benetti Group e Andrea Casaluci, Ceo Pirelli con due approfondimenti dedicati al tema della sostenibilità; mentre Johannes-Joerg Rueger, presidente Bosch Engineering GmbH illustrerà alla platea la strategia di applicazione dell'intelligenza artificiale nel settore della mobilità. A seguire la Motor Valley Top Table con la partecipazione dei Ceo dei grandi brand della Motor Valley. Al termine del convegno, alle 13, nel Cortile d'Onore del Palazzo Ducale in piazza Roma si svolge il taglio del nastro della manifestazione. I talk e le tavole rotonde di Motor Valley Fest continuano nel pomeriggio di giovedì 2 maggio e per tutta la giornata di venerdì 3 maggio, con i B2B talk. Il Motor Valley Fest è realizzato da Regione Emilia-Romagna, Apt Servizi Emilia-Romagna, Comune di Modena, Associazione Motor Valley Development, Muner, Meneghini & Associati, con il supporto del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Ice Agenzia, Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di Commercio di Modena, Fondazione di Modena, in partnership con Anfia, Unrae sezione veicoli industriali, Autopromotec, Aci, Bologna Fiere - Motor Show. L'evento è cofinanziato dai fondi europei della Regione Emilia-Romagna Por Fesr 2014-2020.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Torna perAspera, Festival di arti interdisciplinari contemporanee
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Esperienze di confine e di frontiera, che attraversano spazi pubblici e li trasformano in territori di relazione: si svolge dal 19 al 25 settembre prossimi la 15ma edizione di perAspera, Festival di arti interdisciplinari contemporanee ideato e organizzato da Nove Punti Aps con il sostegno della Regione Emilia Romagna, del Comune di Bologna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. perAspera fa parte di Bologna Estate 2022, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna - Territorio Turistico Bologna-Modena, e di A Mente Fresca 2022, la rassegna estiva del Comune di Casalecchio di Reno coordinata dal servizio Casalecchio delle Culture. perAspera 2022 Il titolo scelto per questa edizione nasce dall’incontro casuale con un bozzetto dell’illustratore Marco Smacchia: una bottiglia di detersivo e sotto, lampante, la scritta “DIVERSIVO”. “Era esattamente questa l’idea cui stavamo cercando di dare un nome – spiegano Ennio Ruffolo e Maria Donnoli, ideatori e organizzatori del Festival - Diversivo come l’incontro con espressioni fuori dall’ordinario, nella freschezza spiazzante e ironica della vita di tutti i giorni. Lo sguardo diventa leggero ed emergono i rilievi di scenari altri”. Da questa suggestione nasce il percorso dell’edizione 2022 di perAspera, che chiama artisti e artiste operanti attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea a costruire interventi sul territorio di Bologna e della Città metropolitana, pensati appositamente per i luoghi e le persone che li abitano e attraversano. I luoghi della manifestazione Sono 8 i luoghi che ospiteranno gli eventi del festival: procedendo dal centro alle periferie, la Sala della Musica della Biblioteca Salaborsa, il LabOratorio San Filippo Neri, Piazza Lucio Dalla e le strade adiacenti, il Cimitero Monumentale della Certosa, il Centro Sportivo Pizzoli, le cave di cemento del Consorizio Cave di Bologna; in Città Metropolitana il Teatro Comunale “Laura Betti” di Casalecchio di Reno e la Casa della Cultura “Italo Calvino” a Calderara di Reno. Spazi nei quali il pubblico è chiamato non solo ad una osservazione attiva ma ad un vero e proprio intervento diretto, indagando nuove forme e possibilità dell’esperienza artistica e performativa. Come accade con “Intermission” di Fabrizio Saìu (23 e 24 settembre): incursione urbana ambientale e sonora di una moltitudine in deriva negli spazi in trasformazione della Bolognina, sperimentazione dei rapporti di interferenza e di connessione tra il sound design e il parkour preceduta da uno sharing training. Workshop e... Con il workshop “Almeno Nevicasse” diFrancesca Sarteanesi (21, 22 e 23 settembre), un insolito laboratorio di ricamo in cui i partecipanti sono chiamati a individuare la frase, la parola, la sensazione rimasta in sospeso da imprimere con ago e filo su un maglione, come un kit di sopravvivenza, che poi si riversa in un atto performativo, per mescolarsi nel luogo e parlare. O come ne “La partita di pallone” di Macellerie Pasolini (21 settembre), una performance collettiva con squadre di calcio di diversa tipologia mescolate in un torneo, che avvolge il pubblico in un paesaggio sonoro di matrice pasoliniana costruito attraverso un laboratorio di drammaturgia. ... molto altro da scoprire E ancora la “Queer Art Walk” nel Cimitero Monumentale della Certosa (25 settembre), percorso guidato che parte dalla tomba di Farinelli per indagare i diversi modelli di maschilità nella storia. Interviene nello spazio industriale di Concave, l'happening “Grand Bois” di Bluemotion e Fanny & Alexander in collaborazione con Tempo Reale (25 settembre) nell'ambito del progetto speciale 30F&A! Trent'anni di Fanny & Alexander: un rituale basato sui battiti dei ritmi voodoo che chiude la quindicesima edizione di perAspera con tre ore di ritmi prodotti da percussionisti eterodiretti, che il pubblico è chiamato a fruire liberamente nel tempo e nello spazio.Tra gli appuntamenti si segnala anche l’esplorazione delle punte più innovative dell’arte in relazione alle nuove tecnologie con un focus sulla cryptoart e gli NFTs con con l'installazione multimediale interattiva Affiche - tra routine tecnologica quotidiana e NFTs di BLΛCK7EVEN +esnho, dal 20 al 24 settembre in Salaborsa, e il talk “Cryptoart: NFTs, sperimentazione, community” con BLΛCK7EVEN, esnho, Maver 00 e Stefano Barciocco, in programma in Salaborsa il 20 settembre. Read the full article
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giuseppeinfantino · 2 years
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Tantissime novità in arrivo e questa è la prima. Ci vediamo giorno 6 presso il Teatro Comunale di Modena Pavarotti - Freni per questa magnifica produzione, dove sarò il Duca di Mantova in Rigoletto opera di GiuseppeVerdi. Questa produzione sarà in ricordo del grande Maestro Luciano Pavarotti, 15 anni dalla sua scomparsa. Appuntamento realizzato nell'ambito del progetto Modena Città del Belcanto, in collaborazione con il Comune di Modena, la Fondazione di Modena, la Fondazione Luciano Pavarotti e l’Orchestra Senzaspine . @teatrocomunalemodena @lucianopavarottifoundation @orchestrasenzaspine @fondazionedimodena (presso Teatro Pavarotti-Freni Modena) https://www.instagram.com/p/Ch5E008owQW/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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persinsala · 5 years
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NID Platform 2019: La natura delle cose
NID Platform 2019: La natura delle cose
La piattaforma internazionale della danza (organizzata in collaborazione con la Fondazione I Teatri) si è conclusa domenica 13 ottobre con due spettacoli mattutini e uno pomeridiano. (more…)
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hellotania031-blog · 6 years
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La storia di Emilia Romagna
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L'Emilia-Romagna comprende due realtà storico-geografiche distinte: l'Emilia e la Romagna, che corrispondono all'antica area Ducale Longobarda (Emilia) e all'antica area Bizantina e poi Pontificia (Romagna). In effetti, tutta la Pianura Padana ha avuto il nome di Longobardia (o Lombardia), per più di 1.100 anni. Ad esempio la città di Reggio Emilia si è chiamata "Reggio di Lombardia" fino all'Unità d'Italia. I territori della regione padana hanno avuto vicissitudini e destini intrecciati, a partire dall'insediamento gallico (Gallia Cisalpina) e successiva conquista romana (come provincia senatoria) fino al Regno Longobardo. Fu solo a partire dal IX secolo che le cose cominciarono a mutare: la Romagna divenne soggetta al dominio pontificio papale mentre l'area lombarda che oggi chiamiamo Emilia all'autorità comunale e ducale. Da quel periodo in poi le due aree, così come tutta la Pianura Padana, furono teatro, per secoli, di guerre sanguinose tra fazioni filo-papali (Guelfi) e filo-imperiali (Ghibellini). I Ducati esistettero fino all'Unità d'Italia, quando l'autorità Ducale fu sostituita con quella del nuovo Re. Parallelamente il territorio pontificio della Romagna fu tolto al Papa. Emilia e Romagna entrarono infine a far parte del nuovo stato italianosimultaneamente, per volere dell'allora dittatore Carlo Farini che le unificò al regno del Piemonte (o regno di Sardegna), poi Regno d'Italia, il 30 novembre 1859
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Storia dell'Emilia
Le principali popolazioni italiche insediatesi in Emilia nei tempi antichi furono quella degli Etruschi, come testimoniato da numerose città da essi fondate, tra le quali Felsina (Bologna), Parma, Spina e quella dei Celti, stanziati anche in numerose altre aree dell'Italia Settentrionale. A partire dal III secolo a.C. i Romani presero possesso del territorio, imponendosi sulle tribù celtiche. Già nel primo periodo della dominazione romana venne costruita, per volontà del console Marco Emilio Lepido, la via Emilia (187 a.C.), da cui oggi la regione prende il nome. Tale arteria viaria fu importante per l'intensificarsi del commercio e sul suo tragitto sorsero fiorenti centri urbani come Mutina (Modena, già di origine etrusca), Placentia (Piacenza), Fidentia (Fidenza) e Regium Lepidi (Reggio Emilia).
Con la caduta dell'impero romano d'Occidente nel 476 d.C., l'intera penisola Italica fu in balia delle invasioni della varie popolazioni barbare, provenienti dal nord Europa. Nel corso del VI secolo d.C. l'Emilia, come gran parte del territorio italiano venne assoggettata dai Longobardi, mentre la vicina Romagna rimase, invece, per lungo tempo sotto il controllo bizantino. Seguendo il modello amministrativo longobardo, anche nella regione vennero creati una serie di ducati, tra cui spiccavano quello di Parma, quello di Piacenza, quello di Modena, quello di Reggio Emilia e quello di Persiceto. Bologna, invece, entrerà sotto il controllo longobardo solo nel 728.
Ai Longobardi si susseguirono, successivamente, i Franchi, chiamati in Italia da papa Stefano II. In questo periodo l'Emilia entrò nell'orbita del Sacro Romano Impero e il suo territorio venne suddiviso in una serie di feudi.
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Particolarmente estesi nella regione erano i possedimenti della famiglia dei Canossa, che dal 1076 divennero patrimonio della grancontessa Matilde. Durante la lotta per le investiture dell'XI secolo, che coinvolse papato e impero, il castello di Canossa fu sede di uno dei principali e più significativi eventi di tale fase storica: l'umiliazione di Enrico IV. L'imperatore, infatti, scomunicato nel 1076 dal pontefice Gregorio VII, nel gennaio del 1077 si recò da quest'ultimo, ospite di Matilde, per avere l'assoluzione da tale provvedimento. La riconciliazione tra i due avvenne dopo numerose trattative (mediate da vari esponenti politici e del clero, tra cui la stessa contessa) e la permanenza davanti al castello per tre giorni, di Enrico, vestito in abiti da penitente.
Dal XII secolo in poi, numerose entità cittadine emiliane si costituiranno come comuni che, via via, si andranno a sostituire ai precedenti sistemi amministrativi di stampo feudale. Il comune che ebbe più prestigio e potere sul territorio fu Bologna, dove, nel 1088, venne fondata la celebre Università, la più antica in Europa. Molti comuni emiliani, sempre in questo periodo, furono annessi alla Lega Lombarda che si oppose al progetto dell'imperatore Federico I di restaurare un forte potere centrale nell'Italia settentrionale.
Castello Estense, Ferrara
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Nel corso dei secoli successivi molte città passarono da un governo di tipo comunale a forme di governo signorili. Un esempio ne è Ferrara che, sotto il governo degli Estensi, acquistò notevole prestigio, diventando anche uno dei centri culturali più importanti dell'Umanesimo e del Rinascimento italiano (presso la corte estense operarono infatti intellettuali del calibro di Matteo Maria Boiardo, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso).
L'intera Emilia, nel corso dei secoli successivi, mantenne un assetto politico su cui spiccavano principalmente le potenze politiche dei Ducati di Ferrara, di Modena e Reggio e di Parma e Piacenza.
A partire dal 1796, con l'arrivo delle truppe francesi di Napoleone Bonaparte, vennero create nell'Italia settentrionale una serie di repubbliche, dipendenti da quella francese, che tra i vari territori andavano ad annoverare anche quello emiliano, compreso nella Repubblica Cispadana (formata dal Ducato di Modena con la città di Reggio Emilia e la Repubblica Bolognese). Successivamente essa venne unita a quella Transpadana (corrispondente con il precedente ducato di Milano), andando così a costituire la Repubblica Cisalpina che ebbe come bandiera il Tricolore, nato per l'appunto a Reggio nel 1796.
In seguito al Congresso di Vienna del 1815 nella regione viene ristabilito l'antico sistema amministrativo che cadrà solo nel 1860 con l'annessione al Regno di Sardegna a seguito di plebisciti.
Evento particolarmente rilevante della storia emiliana nella seconda guerra mondiale fu la strage di Marzabotto, in cui vennero uccisi 1830 civili, da parte delle truppe tedesche, in repressione della guerriglia partigiana, nel 1944, quando ormai le truppe alleate si accingevano a liberare definitivamente l'Italia del Nord.
Nel 1947 l'Emilia divenne, assieme alla Romagna, la regione Emilia-Romagna.
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Storia della Romagna
Fra le prime popolazioni che si insediarono nell'area compaiono Umbri ed Etruschi. In un secondo momento il territorio corrispondente all'attuale Romagna venne poi conquistato da alcune tribù celtiche provenienti dal nord Europa, tra cui i Lingoni, i Senoni e i Boi (IV secolo a.C.).
L’Arco di Augusto a Rimini
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Nel III secolo a.C., in seguito ad una serie di scontri, le popolazioni celtiche che occupavano la regione vennero sconfitte dai Romani i quali iniziarono ad esercitare il loro dominio sulla regione. Numerosi sono i segni della dominazione romana, tra cui la fondazione di diverse città, tra le quali si possono ricordare Ariminum, Faventia, Forum Livii, Forum Cornelii, Forum Popili, rispettivamente le odierne Rimini, Faenza, Forlì, Imola e Forlimpopoli.
In epoca tardo-repubblicana il fiume Rubicone (oggi in provincia di Forlì-Cesena) venne assunto come punto di riferimento per sancire il confine tra l'Italia e la provincia della Gallia Cisalpina. Importante avvenimento storico che consacrò tale corso d'acqua fu il suo attraversamento da parte di Giulio Cesare e il suo esercito il 10 gennaio del 49, alla fine delle campagne Galliche. Tale evento sancì l'inizio della seconda guerra civile romana. Si tramanda che proprio in quell'occasione il celebre condottiero romano pronunciò la frase, ormai divenuta proverbiale, “Alea iacta est”.
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Nel I secolo a.C., in età imperiale, Ottaviano Augusto pose presso Ravenna il principale presidio navale militare dell'Adriatico. Ciò andò ad accrescere il prestigio e la ricchezza della città. Proprio in virtù del fatto che il porto ravennate in età tardo-antica era divenuto il maggiore punto di contatto con la nuova capitale dell'impero d'Oriente, Costantinopoli, Ravenna, nel 402 d.C, divenne capitale dell'impero Romano d'Occidente, per volontà dell'imperatore Onorio. La presenza di paludi attorno alla città rendeva, inoltre, il luogo più sicuro per difendersi dagli attacchi dei Visigoti di Alarico, rispetto alla precedente capitale Milano.
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Nel 476, sempre a Ravenna, venne deposto da Odoacre, re degli Eruli, il giovane Romolo Augusto, considerato l'ultimo imperatore romano d'Occidente.
A Odoacre, seguirono, poi gli Ostrogoti di Teodorico.
Nel corso del VI secolo l'imperatore d'Oriente Giustiniano avviò una serie di campagne militari, per riprendere possesso di numerosi territori dell'impero d'Occidente caduti in mano a varie popolazioni barbare (Guerra gotica (535-553)). Tra i vari territori che i bizantini riuscirono a prendere figura anche parte della Romagna e delle Marche settentrionali. Tali domini vennero, così, riuniti in un protettorato denominato Esarcato, con capitale Ravenna. Fu proprio in questo periodo, inoltre, che la regione acquistò il nome di Romagna, dal latino (e greco) Romania (designazione allora informale dell'impero). Tale termine differenziava, infatti, i possedimenti dell'impero romano d'Oriente dai territori occupati dai Longobardi, i quali detenevano il controllo di gran parte della penisola italica. L'Esarcato cadrà, infine, nel 751, proprio per mano di quest'ultima popolazione.
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gaiaitaliacom · 3 years
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Giovanna D'Arco di Giuseppe Verdi apre la stagione operistica dei Teatri di Reggio Emilia
Un capolavoro incentrato su una eroina femminile, che sfida con coraggio le convenzioni sociali fino al sacrificio della vita......
di Redazione, #Opera Mai andata in scena prima a Reggio Emilia, Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi inaugura la Stagione di Opera dei Teatri di Reggio Emilia venerdì 26 novembre alle ore 20.00 Teatro Municipale Valli (replica domenica 28 novembre alle ore 15.30), in un allestimento curato dal regista Paul-Emile Fourny, dell’Opéra-Théâtre de Metz, coprodotto da Teatro Comunale di Modena e Fondazione…
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lucaram · 4 years
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LA TRAVIATA Violetta Valéry: @maria_mudryak Alfredo Germont: @matteolippi.tenore Giorgio Germont: @ernesto_herst Flora Bervoix: @anavictoria_pitts Annina: Lucia Paffi Gastone: @antonio_mandrillo Barone Douphol: Daniel Kim Marchese d’Obigny Alex Martini Dottore di Grenvil @fra.ncescoleone Giuseppe Alessandro Vannucci Un domestico, Un commissario Paolo Marchini Direttore: @alessandro.dagostini Regia, scene, costumi: @stefanomontiteatro Aiuto regia: @monique.arnaud3 Assistente alle scene: Lamberto Azzariti Coreografie Tony Cantartese in collaborazione con STED @classinscena Luci: Marcello Marchi Orchestra Filarmonica Italiana Coro Lirico di Modena Maestro del coro: Stefano Colò Direttore di scena: Luca Ramaciotti Parrucche, Acconciature e trucco: Filistrucchi dal 1720 Parrucche e Trucco, Gherardo Filistrucchi (Coordinatore), Cinzia, Geanina, Valentina, Sandy. Mastri collaboratori: Elisa Montipò, Paolo Andreoli Maestro Collaboratore alle luci: Isabelle Gili Scenografi realizzatori: Francesco Guzzi, Francesca Paltrinieri, Responsabile allestimenti e palcoscenico: Gianmaria Inzani, Responsabile di produzione: Marco Gallarini, Tecnici macchinisti Catia Barbaresi (coordinatrice) Jacopo Bassoli, Francesco Cozzi, Paolo Felicetti, Alessandro Gobbi, William Grani, Antonio Maculan, Simone Messina. Tecnici elettricisti: Andrea Ricci (coordinatore), Fabrizio Gargani, Andrea Generali, Daniele Giampiretti, Marcello Marchi. Tecnico audio video fonico: Pierluigi Ugolotti Attrezzista: Lucia Valle (referente) Sartoria: Alessandro Menichetti (referente) Mariarosaria De Riso, Giulia Giannino, Renata Orsi, Alice Trenti- Aiuto sartoria: Federica Serra Attrezzi scena: Fondazione Teatro Comunale di Modena Costumi: Sartoria Teatrale Arrigo Calzature: Epoca srl Sopratitoli: Enrica Apparuti (presso Teatro comunale Luciano Pavarotti) https://www.instagram.com/p/CGdbTRXl4gN/?igshid=r5v8td3lxm58
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operaeoperanews · 7 years
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Il grande ATTILA di CARLO COLOMBARA
Il grande ATTILA di CARLO COLOMBARA
 Personale successo di Carlo Colombara nell’Attila a Modena
Review by Natalia Di Bartolo © dibartolocritic
Attila di Giuseppe Verdiè un’opera spesso considerata “minore”, poco rappresentata e un po’ trascurata. I melomani peppiniani si chiedono il perché, i critici e gli storici forniscono le le più variegate risposte. Ovviamente me lo sono chiesto anch’io, che sono una melomane peppiniana a…
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gazzettadimodena · 5 years
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Maria Vittoria Melchioni 16 Maggio 2019 MODENA. Giacomo Puccini e la sua passione per le auto sono il cuore della mostra “Il Teatro fa moda” organizzata da Modenamoremio e Fondazione Teatro Comunale di Modena con la collaborazione della Fondazione Collegio San Carlo, che verrà inaugurata oggi a... http://bit.ly/2Hoh3sw
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sguardimora · 6 years
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26/11/2018 - 03/10/2018 #Joie de vivre
Inizia oggi la seconda residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Simona Bertozzi.
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Joie de vivre progetto Simona Bertozzi, Marcello Briguglioideazione e coreografia Simona Bertozzidanza Wolf Govaerts, Manolo Perazzi, Sara Sguotti, Oihana Vesgacanto Giovanni Bortoluzzi, Ilaria OreficeMusica e regia del suono Francesco GiomiDramaturg Enrico PitozziSet e luci Simone FiniCostumi Katia KuoFoto e video Luca del Piaorganizzazione e promozione Beatrice Capitaniufficio stampa (Nexus) Michele Pascarellauna produzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Associazione Culturale Nexuscon il contributo di MIBAC ; Regione Emilia Romagna – Fondo Regionale per la Danza d’Autore con il sostegno di Fondazione Nazionale della Danza – Aterballetto; L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
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lamilanomagazine · 5 months
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Modena, capodanno festa per tutti all'aperto con luci e suoni
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Modena, capodanno festa per tutti all'aperto con luci e suoni Modena saluta l'anno "vecchio" ed entra in quello "nuovo" con uno spettacolo unico, in anteprima mondiale, che combina musica e arte elettronica trasformando piazzale Sant'Agostino in un palcoscenico a cielo aperto: nella serata di domenica 31 dicembre, a partire dalle ore 23, dieci laser ad altissima precisione creano forme, oggetti e texture sul telo che copre la facciata dell'ex ospedale Sant'Agostino, unendola idealmente al Palazzo dei Musei e generando una proiezione monumentale di oltre 80 metri. Si intitola "20232024" la performance audiovisiva dell'artista tedesco Robert Henke: un'opera multimediale commissionata da Node Festival in cui ogni nota è al tempo stesso luce e suono e dà vita a un percorso raffinato, immersivo, in dialogo col luogo in cui si svolge e, per questo, unico. Lo spettacolo gratuito, che dura circa un'ora, è promosso dal Comune di Modena e curato da Node col sostegno di Fondazione di Modena e in collaborazione con Ago Modena Fabbriche culturali. A seguire è in programma l'aftershow di Electric Indigo. L'iniziativa è stata presentata in una conferenza stampa a Palazzo comunale a cui hanno partecipato Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena; Andrea Bortolamasi, assessore alla Cultura; Donatella Pieri, presidente di Fondazione Ago - Modena Fabbriche Culturali; Valerio Zanni, consigliere di amministrazione di Fondazione di Modena; Filippo Aldovini, direttore artistico di Node; l'artista Henke. Tra musica laser e proiezioni digitali piazzale Sant'Agostino, con gli edifici che vi si affacciano, non è solo lo spazio in cui si svolge lo spettacolo, bensì diventa parte stessa della scenografia, mostrando la sua vocazione di spazio a uso pubblico atto a ospitare eventi culturali. La scelta di riportare l'evento del 31 dicembre nel piazzale va letta anche in quest'ottica e alla luce degli importanti interventi di rigenerazione urbana che si stanno realizzando nell'area destinata a diventare un unico polo culturale, il principale della città. Piazzale Sant'Agostino costituisce, infatti, il naturale collegamento tra Palazzo dei Musei (sede di Gallerie Estensi, Museo Civico, Archivio Storico) ed ex ospedale Sant'Agostino con Ago e i nuovi spazi espositivi. La piazza è destinata a diventare essa stessa un luogo culturale aperto attraverso un percorso di riqualificazione e pedonalizzazione condiviso da Comune, Ago e Fondazione di Modena, oltre che allargato agli altri soggetti a partire dalle Gallerie Estensi. L'evento di Capodanno fonde i nuovi linguaggi della tecnologia con l'arte e la creatività nell'ambito di Modena città creativa Unesco per le Media arts; come hanno spiegato gli organizzatori, l'opera rappresenta l'ultimo stadio di ricerca nel percorso di esplorazione del laser come strumento di espressione artistica, sfruttando le proprietà del medium e spingendolo oltre le sue potenzialità più estreme. Dalla purezza del bianco assoluto all'oscurità quasi totale, da colori impossibili da ottenere mediante tecnologie video tradizionali a forme e fenomeni cinetici eleganti ed elaborati, tutti in profonda connessione con l'elemento sonoro a realizzare un'esperienza multimediale coinvolgente ed emozionante. Henke, conosciuto anche come Monolake e considerato tra i maggiori innovatori nell'ambito della produzione musicale contemporanea, fin dall'inizio della carriera ha intrecciato sperimentazione sonora e programmazione informatica, il lavoro di artista con quello di ingegnere del suono che costruisce i propri "strumenti". Lo spettacolo di Capodanno costituisce, infatti, la prosecuzione ideale di uno dei suoi show più popolari, "Lumiere", che ha debuttato al Centre Pompidou di Parigi nel 2015 e che ha portato anche in città nel 2016, ospite di Node, al Teatro Storchi. All'area dello spettacolo si accede da largo Moro e da via Emilia centro; all'entrata dello spazio adibito all'esibizione sono previste procedure di sicurezza con controllo a campione. Come previsto da un'ordinanza del sindaco, inoltre, in centro storico è vietata la vendita, cessione e somministrazione per asporto di ogni genere di bevanda in contenitori di vetro o lattine. L'obiettivo è evitare che le persone circolino con recipienti che possono risultare pericolosi ed è il motivo per cui si vieta anche di circolare con cosiddetti offendicula, facendo l'esempio specifico dello spray al peperoncino. La performance in piazzale Sant'Agostino è affiancata da altre proposte culturali in città. Il Teatro Storchi chiude, infatti, l'anno all'insegna della comicità con lo spettacolo "La macchina comica": dalle ore 22 il graffiante Natalino Balasso, l'attrice Marta Cortellazzo Wiel e gli allievi del corso di Alta formazione della Scuola di teatro Gazzerro diventano i protagonisti di una serata speciale di risate. Al Michelangelo, invece, spazio al musical "Footloose" sia domenica 31 dicembre (alle 21.30) sia lunedì 1 gennaio (alle 18): la Compagnia delle Mo.Re. mette in scena un adattamento teatrale dell'omonimo film, accompagnando la rappresentazione con un'orchestra dal vivo. E il primo giorno del 2024 appuntamento anche al Teatro Comunale Pavarotti-Freni: ritorna infatti, dopo l'esordio della scorsa stagione, il concerto di Capodanno eseguito dalla Filarmonica del Teatro Comunale guidata dal suo direttore principale Hirofumi Yoshida (ore 17.30). Approfondimenti online sul sito... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Emilia, terra di narratori: dal 16 al 20 giugno la Festa del Racconto
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Il racconto come forma del presente, per la sua capacità di aprire, nello spazio di una narrazione breve, intensa e coinvolgente, una dimensione di profondità e di meditazione. Ma pure il racconto come eredità di un nobile passato, di cui recuperare quelle radici che in terra d’Emilia hanno trovato la loro più compiuta maturazione in narratori popolari, colti, in scrittori e fotografi-narratori: come Cesare Zavattini, Luigi Ghirri, Gianni Celati, lo scrittore che ha difeso di più la tradizione del racconto collocandolo nella bassa padana, lungo il Po, fino alla sua foce. Torna dal 16 al 20 giugno a Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano la Festa del Racconto, FdR, cinque giornate di appuntamenti, oltre 20 grandi ospiti, incontri, reading e spettacoli, una ricca programmazione dedicata ai bambini: una 16ma edizione che si rinnova e affida la Direzione scientifica a Marco A. Bazzocchi, critico letterario, saggista e docente del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna, che commenta “Piccole finzioni, grandi pensieri è il sottotitolo che ho scelto per l’edizione 2021, per focalizzare l’attenzione sulla capacità del racconto di aprire lo sguardo del lettore su una visione del mondo ampia, non conforme al quotidiano, capace di immergerci subito in altri tempi e in altre geografie ma nello stesso tempo di parlarci direttamente di quanto ci riguarda”. Gli incontri sono articolati attorno a tre nuclei centrali: l’ascolto di racconti del passato con la guida di scrittori del presente, l’esperienza diretta di scrittori che si dedicano al racconto, la discussione intorno al valore del racconto oggi, nell’esperienza di ogni lettore. Ad aprire la Festa, mercoledì 16 giugno a Soliera, sarà Caterina Bonvicini, curatrice di Ferite, raccolta di racconti dedicata ai 50 anni di Medici senza Frontiere nella quale sette scrittori e sette scrittrici si confrontano con il tema del dolore, della lacerazione e della scrittura come cura. Ospite d’onore dell’edizione lo scrittore Gianrico Carofiglio (sabato 19 giugno ore 11, Carpi), autore di best seller tradotti in tutto il mondo e frequentatore dei più diversi generi letterari, dal romanzo al saggio al racconto breve, che in dialogo con Bazzocchi ripercorrerà la sua attività di scrittore e intellettuale. La tradizione del racconto sarà esplorata da Ermanno Cavazzoni, narratore delle pianure legato alla grande tradizione emiliana che risale a Boiardo e all’Ariosto, che guiderà il pubblico nella lettura di un singolare racconto di Kafka: assieme a lui sul palco di Piazza Martiri (venerdì 18 giugno, ore 18, Carpi) Gabriele Romagnoli, autore di racconti “in bottiglia” e Daniele Benati, che proporrà la sua singolare traduzione in dialetto emiliano di Samuel Beckett. Si ascolteranno le voci di scrittrici e scrittori che hanno praticato e praticano la forma narrativa del racconto, come Nadia Terranova, erede della lunga tradizione siciliana di racconti favolistici, e Alessandra Sarchi, attenta esploratrice dell’animo femminile, insieme sabato 19 giugno alle ore 17.30 nel Cortile d’Onore di Palazzo dei Pio a Carpi. Una singolare forma di racconto è quella esplorata dallo psicanalista Francesco Stoppa (sabato 19 giugno ore 19, Carpi), che parlerà della sua esperienza di ascolto dei pazienti, confluita nel libro Le età del desiderio in cui esplora e mette in rapporto le esperienze di due fasi della vita distanti ma affini per alcuni aspetti, l’adolescenza e la vecchiaia; e ancora Marcello Fois, in dialogo con il professor Bazzocchi sui racconti di provincia e di iniziazione all’età adulta di Pier Vittorio Tondelli, il più importante scrittore italiano degli anni Ottanta, creatore di uno stile unico in grado di risuonare ancora oggi: i racconti di Altri libertini saranno letti dall’attore Giusto Cucchiarini. Domenica 20 giugno alle 11 Piazza Martiri ospita l’incontro “Intorno al raccontare”: protagonisti Gabriele Pedullà, autore di racconti fondati su imprevisti, sorprese e scarti che svelano il lato inquieto del quotidiano, Marco Belpoliti, autore profondamente radicato nella terra d’Emilia, che racconta gli incontri con alcuni grandi personaggi che ha conosciuto tra Reggio, Modena e Carpi, raccolti nel volume Pianura, Valerio Magrelli, narratore attraverso la sua poesia della magia e delle angosce dell’infanzia. Accanto ai talk, i reading e gli spettacoli serali: giovedì 17 giugno a Campogalliano (Piazza Castello, ore 21) Marinella Manicardi interpreta “Una cosa divertente che non farò mai più”, esilarante racconto del grande scrittore americano David Forster Wallace. Venerdì 18 giugno alle 21.30 Peppe Servillo è protagonista dell’omaggio alle “Favole al telefono” di Gianni Rodari, spettacolo che indaga il linguaggio della fantasia con lo strumento della musica, con gli arrangiamenti del celebre compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra Geoff Westley. Sabato 19 (dalle 16.30 alle 18.30, Giardino del Teatro Comunale di Carpi) gli attori Simone Francia e Simone Tangolo saranno protagonisti della “Maratona Queneau” alternandosi nella lettura degli “Esercizi di stile”, mentre alle 21.30 il Cortile d’Onore di Palazzo dei Pio di Carpi ospita “La Pianessa”, omaggio ai racconti immaginifici di Alberto Savinio con Lucia Poli accompagnata al pianoforte da Marco Scolastra. Domenica 20 giugno alle 21 il Parco della Resistenza di Novi ospita l’incontro con Fabio Concato: un viaggio tra racconti, aneddoti, emozioni e musica con uno degli autori italiani più amati di sempre, con canzoni che racchiudono tenerezze, lampi di allegria, momenti di malinconia, come annotazioni in un diario della memoria, mentre a Soliera (Parco della Resistenza, ore 21) è in programma lo spettacolo “Io sono poi da solo e loro sono tutti”, lettura-spettacolo di Paolo Nori, uno dei 5 finalisti al Premio Campiello, grande conoscitore della letteratura russa, dedicato alle Memorie del sottosuolo di Dostoevskij. La chiusura della Festa del Racconto - e un ideale ponte verso la Festa della Musica di Carpi che prende il via il 21 giugno – è affidata allo spettacolo in anteprima nazionale “Yo soy Maria”, con Amanda Sandrelli (Piazza Martiri, Carpi, ore 21.30): un omaggio al genio di Astor Piazzolla, che ha rivoluzionato il concetto stesso di tango, e alla poetica del suo fedele sodale Horacio Ferrer. La “Maria de Buenos Aires” dell’Operita di Piazzolla è trasferita ai giorni nostri, attraversati dall’emergenza pandemica, incarnando nella sua figura la speranza di rinascita di una città, e del mondo intero. La Festa del Racconto propone anche un ricco calendario di eventi dedicati ai più piccoli, tra letture animate e divertenti cacce al tesoro ai racconti, tra biblioteche, giardini e cortili di Carpi e Soliera: per tutta la giornata di venerdì 18 il Castello dei ragazzi di Carpi apre nuovamente le sue porte alle bambine e ai bambini, che verranno omaggiati con una sorpresa, mostrando la nuova pittura murale realizzata da Sonia Maria Possentini, che sarà protagonista di un laboratorio artistico e dello spettacolo “A rincorrere i sogni”. Domenica 20 giugno alle 19 “Città di parole”, grande caccia al tesoro alla scoperta di monumenti, scorci e curiosità sul centro storico di Carpi, alla ricerca della “lingua” segreta della città. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito, fino ad esaurimento dei posti disponibili, previa prenotazione obbligatoria aperta a partire dal 6 giugno: le modalità di accesso sono dettagliate sul sito www.festadelracconto.it. La Festa del Racconto di Carpi è promossa dai Comuni di Carpi, Campogalliano, Soliera e Novi di Modena, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e gode del patrocinio della Regione Emilia-Romagna. Read the full article
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giuseppeinfantino · 2 years
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Tantissime novità in arrivo e questa è la prima. Ci vediamo giorno 6 presso il Teatro Comunale di Modena Pavarotti - Freni per questa magnifica produzione, dove sarò il Duca di Mantova in Rigoletto opera di GiuseppeVerdi. Questa produzione sarà in ricordo del grande Maestro Luciano Pavarotti, 15 anni dalla sua scomparsa. Appuntamento realizzato nell'ambito del progetto Modena Città del Belcanto, in collaborazione con il Comune di Modena, la Fondazione di Modena, la Fondazione Luciano Pavarotti e l’Orchestra Senzaspine . @teatrocomunalemodena @lucianopavarottifoundation @orchestrasenzaspine @fondazionedimodena (presso Teatro Pavarotti-Freni Modena) https://www.instagram.com/p/Ch5DjJhI-YE/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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tmnotizie · 6 years
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CASTIGNANO – I primi anni dell’ordine dei Templari sono immersi nel mistero più fitto, convenzionalmente si fa riferimento alle date del 1099, 1118 e del 1129 per indicarne l’idea, l’origine e lo sviluppo. Ma al di là di queste labili tracce, molte sono le domande cui è difficile dar risposta. Chi era davvero Ugo di Payns? Chi erano i nove cavalieri? L’idea dell’Ordine partì dal Papa, dal Re, o fu davvero una scelta autonoma dei cavalieri? Quale l’etica nuova che guidava coriacei cavalieri avvezzi all’uso delle armi, al rispetto della vita monastica fatta di fede e obbedienza assoluta? Come mai Re Baldovino decise di offrire loro proprio quella zona del palazzo Reale costruita sopra la spianata del Tempio di Salomone? Davvero i Templari, come dicono molti, scavarono alla ricerca di misteriosi tesori sepolti nei sotterranei del Tempio? Ed infine, come poteva un ordine che intorno al 1120 contava una decina di cavalieri essere già nel 1150 uno degli ordini più numerosi e potenti dell’intera cristianità?
A queste ed altre domande tenterà di rispondere Templaria Festival 2018, alla sua 29^ edizione, dal 17 al 21 agosto, a Castignano, nell’entroterra piceno. A rappresentare tutto ciò, a 900 anni dalla più accreditata data di fondazione dell’ordine dei monaci combattenti, penseranno gli oltre 150 artisti professionisti da tutta Italia, e i circa 700 volontari castignanesi, in 5 ore abbondanti di spettacoli, 70 circa, durante le lunghe cinque serate, fino a quelli conclusivi, previsti dalla mezzanotte di ogni giornata in Piazza San Pietro.
Quello della prima serata, 17 agosto, sarà curato dalla Compagnia dei Folli, ormai specializzata da anni in spettacoli in ogni parte d’Italia. Lo spettacolo sarà un susseguirsi di forti suggestioni, riaccendendo un duello tra Luce e Tenebre. Sarà invece la locale compagnia del Teatro del Ramino a mettere in scena lo spettacolo di sabato 18, ‘’Animus’’, un racconto ancestrale che ripercorrerà il cammino umano segnando l’alfa e indicando l’omega. Per le ultime tre serate del festival, di nuovo la Compagnia dei Folli, che porterà in scena un inedito spettacolo, prima nazionale, realizzato ad hoc per questa edizione, dal nome ‘’La maledizione di Giuda’’. Un intreccio di tradimenti, inganni, stregoneria e lotte per il potere che si snoda tra diverse epoche storiche e che vede tra fantasia e realtà il sorgere dell’Ordine dei Templari ed il rapporto col mistero. Tutto ciò per far rimanere, come sempre, a bocca aperta i visitatori.
I quali potranno assistere, tra le altre cose, a due eventi culturali di altissimo livello. Due convegni nelle prime serate del festival, entrambi alle ore 21,00, presso l’Orto della Madonna, poco sotto Piazza San Pietro: il 17 agosto sarà il Prof. Il Prof. Alberto Melloni, ordinario di storia del Cristianesimo presso l’Università di Modena-Reggio Emilia, con la conferenza dal titolo “Origine dell’ordine del tempio tra mito e realtà”, ad occuparsi della nascita dei Cavalieri Templari, cercando di distinguere tra storia e leggenda. Un percorso che, in base ai pochi documenti esistenti, tenterà di districarsi all’interno delle molteplici narrazioni storiche che si sono avvicendate sull’appassionante parabola dell’Ordine del Tempio.
Il giorno 18 Agosto 2018, invece, con il suo intervento dal titolo “La Croce e la Spada – l’Origine dei Cavalieri del Tempio” il Prof. Valerio Massimo Manfredi amplierà i confini di una delle tante trame della sua l’indagine storiografica sui grandi guerrieri della storia, passata per i mitici mantelli rossi spartani e le legioni romane, riflettendo sulla singolare, nuova figura del soldato di Cristo, insieme monaco e cavaliere. Il Prof. Manfredi, oltre ad essere conosciuto per le sue molteplici ricerche storico-archeologiche e ad aver curato diversi programmi televisivi, tra i quali “Stargate – Linea di Confine” e “Impero” su La 7, ha raggiunto la fama presso il grande pubblico con i suoi numerosi romanzi storici, dalla trilogia Alexandros, ispirata ad Alessandro Magno alle Idi di Marzo che raccontano gli ultimi giorni di Giulio Cesare.
E poi ancora musica, danza, recitazione e tanti altri spettacoli. I Mercenari d’Oriente, monaci mistici, che procureranno sicura adrenalina con intensi spettacoli di fuoco ed acrobatica; i Bohemians Bards, musicisti originari di Chrudium, in Repubblica Ceca, di fama internazionale, che spazieranno dalla tradizionale musica medievale al Medieval Folkrock. E poi il ritorno dei Giullari del diavolo, comici e giocolieri; il Rimattore; la Combriccola dei Lillipuzziani; e Falcong, con un inedito spettacolo di falconeria al suono dell’arpa.
Per la prima volta arriveranno i Cimbali, gruppo di cantores che si esibiranno in musica a cappella. E poi ancora, il ritorno dei Futhark e dei Fera Sancti, ormai veterani del festival; i Circoplà, il Gobbo di Cicignano, ed i Tetraedo, con lo spettacolo “All’ombra dei Templari”, che come da titolo giocherà molto sulle luci e sulle ombre. E la conferma di Luci sulla Danza, compagnia di danza dell’Insegnante Lucilla Seghetti, anch’essa con un nuovo spettacolo coreografico tutto dedicato a Templaria 2018, “All’ombra dei Templari”.
Ed infine, ma assolutamente non per ultimi… anzi…  i sempre presenti gruppi Castignanesi … anima indissolubile ed imprescindibile di questa manifestazione: gli sputafuoco Focus Vitae, i Monaci Templari, i Lebbrosi, i Carcerati, la Compagnia in Flames, Fra Trombon de Chiavavalle, i De Alchimia, la Compagnia dell’Oca Mafalda, i Fraticelli, i Cerevisiae Coctores. E tutte le centinaia di persone che tra taverne, giochi, mercatini e piccole scene rappresentative di vita medievale cercheranno di coinvolgere completamente gli spettatori in un’atmosfera unica in Italia.
Insomma, ci siamo. Un lavoro di sacrificio, passione tradizione e di caparbietà quello della Pro Loco Castignanese, accompagnata dall’Amministrazione Comunale e da tanti volontari locali. Il tutto per un’edizione, la XXIX, che ormai porta il festival tra gli eventi di punta non solo della Regione Marche, ma nel suo genere ai primi posti in Italia, per numero e qualità degli spettacoli, per ambientazione, cura dei particolari, e per livello storico/culturale.
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italianoperalover · 6 years
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di Salvatore Margarone
È con Un Ballo in maschera di G.Verdi che il Teatro la Fenice di Venezia inaugura la stagione lirica 2018. Il melodramma, in tre atti su libretto di A. Somma, venne rappresentato per la prima volta a Roma al Teatro Apollo nel 1859. Nella prima stesura il libretto, ispirandosi al grand-opéra Gustave III ou Le bal masqué (libretto di Scribe e musica di Auber), metteva in scena  l’assassinio del  re di Svezia, ma la censura, prima a Napoli e dopo a Roma, intervenne a imporre delle modifiche. Con la censura borbonica, più pesante nelle sue pretese, Verdi fu intransigente e si rifiutò di toccare il libretto, ma accondiscendendo alle richieste di quella romana, si rassegnò a spostare il luogo d’azione e l’identità dei personaggi e re Gustavo divenne così il conte Warwick, portando la storia oltreoceano. La vicenda verdiana fu infatti ambientata a Boston alla fine del XVII secolo.
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Nel nuovo allestimento scenico del teatro, affidato alle sapienti mani di Massimo Cecchetto, i costumi di Carlos Tieppo e la regia di Gianmaria Aliverta, la narrazione si sposta di due secoli avanti, negli anni ottanta dell’ottocento, quindi in epoca in cui Verdi ancora era attivo e prolifico compositore; periodo in cui vi erano ancora molti focolai di razzismo. Quest’ultimo viene enfatizzato in questa produzione portando in scena alcuni elementi con chiari riferimenti che non passano inosservati. Il palcoscenico si trasforma quindi in una Boston di fine Ottocento, dove pochi elementi scenici muovendosi e ruotando fanno da contorno ai personaggi, come la rupe nel secondo atto o l’enorme svettante testa della statua della libertà dell’ultimo atto. L’effetto scenografico risulta tuttavia alquanto scarno e a poco servono le luci create appositamente da Fabio Barettin, statiche e insufficienti a colmare desolanti vuoti scenici. Ma vince e salva la messa in scena il cast, anche se non al cento per cento: non brilla infatti l’ Amelia di Kristin Lewis che, pur sfoggiando qualche pregevole mezza voce, manca di efficacia vocale per questo ruolo. Un po’ rigida la Ulrica di Silvia Beltrami, a cui è ascrivibile un personaggio piuttosto anonimo, non nelle sue corde. Brilla invece per vocalità e presenza scenica Oscar, affidato alla bellissima voce di Serena Gamberoni: sempre precisissima nell’intonazione, dimostra notevole carattere vocale, sicurezza tecnica e intelligenza artistica, interpretando un Oscar di tutto rispetto e meritandosi calorosi applausi dal pubblico. Protagonista assoluto e  punta di diamante dello spettacolo è Francesco Meli, nei panni di Riccardo.
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Ottimo in questo ruolo che gli calza a pennello, non mostra mai momenti di cedimento, sia vocale che scenico; una scintilla vocale dopo l’altra lo conferma uno dei migliori tenori del momento. Squillo, colori, agilità e molto pathos nel suo fraseggiare, disegnano un Riccardo sicuro e maturo. Bene il resto del cast formato da Vladimir Stoyanov nei panni di Renato, Simon Lim (Samuel), William Corro’ (Silvano), Mattia Denti (Tom), Emanuele Giannino (un giudice), Dionigi D’Ostuni (un servo di Amelia). Nulla da eccepire sulla splendida performance dell’Orchestra del Teatro La Fenice che, sotto la direzione di un magnifico Myung-Whun Chung, è  stata smagliante sin dalle prime note dell’opera. Ottimo anche il Coro, guidato da Claudio Marino Moretti, ed i Piccoli Cantori Veneziani istruiti da Diana D’Alessio. Teatro gremitissimo (non si vedevano posti liberi neanche al loggione), che ha dispensato lunghi e calorosi applausi decretando il pieno successo dell’opera inaugurale.
Photo © Michele Crosera – Teatro La Fenice La recensione si riferisce alla recita del 1 dicembre 2017.
 GALLERIA
UN BALLO IN MASCHERA Apre La Stagione Al Teatro La Fenice Di Venezia. di Salvatore Margarone È con Un Ballo in maschera di G.Verdi che il Teatro la Fenice di Venezia…
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meudigia · 7 years
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IL CAMMINO DELLA VOCE
 La vocalità da camera dall’Ottocento a oggi
MUSEO DEL NOVECENTO
VIA MARCONI 1 (ANGOLO PIAZZA DUOMO)
MARTEDÌ 7 novembre  2017
ore 17.00 Sala Arte Povera
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti
  2017 - Diciannovesima stagione dell’AAM/R fondata da Luigi Pestalozza
Continua con il suo quarto appuntamento la stagione 2017 dell’Associazione Gli Amici di Musica/Realtà, fondata nel 1998 dal musicologo Luigi Pestalozza recentemente scomparso (a lui è dedicata l’intera rassegna) e ora presieduta dal musicologo Roberto Favaro. Intitolata  “Il cammino della voce - La vocalità da camera dall’Ottocento a oggi”, la diciannovesima stagione dell’AAM/R verte sulla vocalità da camera nell’arco di tempo storico che va dall’inizio dell’800 fino ai nostri giorni, proponendo un itinerario stilistico e poetico che attraversa tre aree temporali ed estetiche precise: l’800, appunto, con autori romantici, preromantici o tardoromantici come Beethoven, Schubert, Schumann, Liszt, Wolf, Brahms, Strauss, il cui contributo allo sviluppo del linguaggio vocale e liederistico è di primaria importanza per la qualità della ricerca compositiva in strettissima relazione con le scelte letterarie; il primo ‘900 e l’epoca delle prime avanguardie storiche, con autori decisivi per l’affermazione dei nuovi linguaggi della modernità musicale come Schoenberg, Debussy, Stravinskij, Berg, Webern, Busoni, Ives; infine la contemporaneità o il tempo a noi più vicino degli ultimi decenni o dell’ultima metà del ‘900, sia con autori ormai storici ma ancora di straordinaria attualità – Britten, Kurtag, Dallapiccola, Malipiero, Nono – sia con lavori di autori viventi e di primissimo piano proposti in prima esecuzione assoluta che qui elenchiamo nell’ordine di esecuizone nei cinque concerti: O. Coluccino, V. Rannev, A. Ciccaglioni, A. Guarnieri, A. Melchiorre, Y. Haber, C. Ambrosini, D. Kourliandsky, G. Cosmi, C. Rojac, P. Ricci, A. Solbiati, S. Gervasoni, G. Damiani, R. Abate, B. Šipuš, G. Manzoni. Dunque un attraversamento storico affascinante e completo, approfondito, esteso, ma anche avanzato fino a toccare la contemporaneità e le tendenze più attuali della musica vocale da camera. Un modo per leggere in controluce anche le vicende più ampie e problematiche non solo della storia musicale in generale, ma anche della nostra civiltà e della nostra visione artistica dall’800 a oggi. Al centro di tutto, la voce umana e il suo intimo rapporto con il pianoforte (per i primi 4 concerti) e con un ensemble cameristico più esteso (il quinto e ultimo concerto). Gli esecutori, di assoluta eccellenza, sono il soprano Joo Cho e il pianista Marino Nahon, impegnati nei primi quattro concerti ma coinvolti anche nell’ultimo, il 12 dicembre, insieme al mezzosoprano Martina Goičeta Silić e al Cantus Ansambl di Zagabria diretto da Berislav Šipuš.
La stagione è sostenuta dal Comune di Milano, dalla Fondazione Cariplo, dalla Fondazione Musicale Umberto Micheli, ed è organizzata in collaborazione con il Museo del Novecento ed Ethicando Association di Milano, presieduta da Marco Eugenio Di Giandomenico, insieme all’Associazione Associazione NoMus, Centro studi e ricerche sulla musica del ‘900 e contemporanea.Tutti i concerti sono a ingresso gratuito.
Di seguito il programma dettagliato del prossimo concerto, fissato per martedì 7 novembre alle ore 17.00 presso il Museo del Novecento di Milano (Sala Arte Povera), in via Marconi 1 (angolo Piazza Duomo).  
 PROGRAMMA DEL CONCERTO DI MARTEDÌ 7 NOVEMBRE 2017
                                                    Alban Berg Vier Gesänge, op. 2
- Schlafen, schlafen, nichts als schlafen
- Schlafend trägt man mich
- Nun ich der Riesen Stärksten überwand
- Warm die Lüfte
 Hugo Wolf Mignon-Lieder
- Heiss mich nicht reden
- Nur wer die Sehnsucht kennt
- So lasst mich scheinen
- Kennst du das Land
 Benjamin Britten Sechs Hölderlin-Fragmente
- Menschenbeifall
- Die Heimat
- Sokrates und Alcibiades
- Die Jugend
- Hälfte des Lebens
- Die Linien des Lebens
 Alessandro Solbiati
- Die Linien des Lebens (n. 1 da Hölderlin Lieder)
-  Nell’aria (prima esecuzione)
  Giovanni Damiani Macchina per salutare l’aurora (prima esecuzione)
 Rocco Abate Ayse (prima esecuzione)
 Stefano Gervasoni Der Ruhelose (prima esecuzione)
 György Kurtág Requiem po drugu
  Joo Cho, soprano
Marino Nahon, pianoforte
      JOO CHO
Nata a Seoul, Joo Cho si è diplomata al Conservatorio di Milano e si è perfezionata con Peter Schreier e Helmut Deutsch, affermandosi poi come vincitrice assoluta in numerosi concorsi. Fra le opere liriche che ha eseguito: La Traviata, Die Zauberflöte, Così fan tutte all’Opera House di Seoul, Der Ring des Nibelungen al Tiroler Festspiele Erl (con Gustav Kuhn).
In ambito sinfonico-oratoriale: Exsultate, jubilate di Mozart al Teatro Comunale di Modena, Requiem di Mozart nel Duomo di Milano (con Donato Renzetti), Messa da Requiem di Verdi all’Auditorium della Conciliazione di Roma, Quarta Sinfonia di Mahler a Ilkley (con John Anderson), Les Illuminations di Britten a Bedford.
Intensa l’attività concertistica in ambito liederistico: Musée Debussy a Parigi, Palacio Marqués de Salamanca a Madrid, Shakespeare Institute a Stratford-upon-Avon, Festival MiTo a Milano. In ambito contemporaneo da ricordare le prime esecuzioni di Nel tuo silenzio di Giacomo Manzoni (2010), Strano non abitare più questa terra di Luca Francesconi (2014), Due per oggi di Adriano Guarnieri (2015), Sette di Niccolò Castiglioni (esecuzione postuma al Passionspielhaus di Erl, con Tito Ceccherini). Inoltre: Requiem around Requiem di Giovanni Falzone al Teatro Regio di Parma, Il rumore del tempo di Manzoni all’Auditorio Nacional di Madrid e alla Suntory Hall di Tokyo. Nel 2015 ha eseguito a Milano per l’Associazione “Gli amici di Musica/Realtà” La fabbrica illuminata in occasione dei 25 anni della morte di Luigi Nono.
MARINO NAHON
Marino Nahon si è diplomato al Conservatorio di Milano e ha proseguito gli studi con Michele Fedrigotti, Pietro Soraci e Piero Rattalino, perfezionandosi con Paul Badura-Skoda, Bruno Canino, Dalton Baldwin, Antonio Ballista, Irwin Gage, Alexander Lonquich.
Si è esibito come solista e camerista in numerose sale da concerto italiane ed estere (Milano: Festival MiTo, Società dei Concerti, Milano Classica, Gli Amici di Musica/Realtà; Torino: Sala Cinquecento del Lingotto, Salone del Conservatorio; Parma: Casa della Musica; Genova: Palazzo Ducale; Orvieto: Teatro Mancinelli; Parigi: Musée Debussy; Nizza: Auditorium Nucéra; Ely: Haywards Theatre; Kyoto: Alti Hall; Taipei: National Theatre).
Ha registrato per le etichette Classica Viva, Milanocosa-ExCogita e per la web tv Limenmusic. È dedito con particolare interesse al repertorio liederistico, e frequenta con continuità la produzione contemporanea: fra le prime assolute cui ha partecipato, composizioni di Adriano Guarnieri, Luca Francesconi, Dario Maggi, Luca Cori, Giuliano Zosi, Federico Gardella, Sonia Bo. Ha studiato composizione con Bruno Zanolini e si è laureato in Lettere all’Università Statale di Milano, presentando una tesi di Drammaturgia musicale: ha poi pubblicato alcuni saggi musicologici su riviste quali “Musica e storia” e “Musicalia”.
Tel. +39 3275555442
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