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#Casa di Cicerone
neapolis-neapolis · 2 years
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Centauri (I sec.), dalla Casa di Cicerone - Pompei, Museo Archeologico Nazionale, Napoli.
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gcorvetti · 2 months
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Che fatica.
Ieri siamo saliti sull'etna a 2000 metri, c'era una vagonata di gente, qualche sprazzo di neve, ma una giornata di sole stupenda, c'era solo un pò di vento ma niente di eccezionale. Siamo stati ai crateri (spenti) sul primo tutti, poi il secondo (vedrete dalle foto) è alto quanto un palazzo di 10 piani e siamo andati solo noi (io, mia figlia e il fidanzato) su per un pendio ripidissimo che ho fatto fatica a salire, poi abbiamo visto da sopra che c'era una strada meno ripida ma più lunga, allora l'abbiamo presa per scendere. Abbiamo mangiato al rifugio sapienza, posto storico, e poi piano piano siamo scesi in città. La sera eravamo troppo stanchi per anche solo pensare di fare un giro, tanto oggi era in programma il giro del centro con cicerone mia sorella. Quindi da programma oggi siamo scesi presto in autobus e fatta la seconda colazione ci siamo incontrati con mia sorella. Siamo stati al mercato del pesce, più per fargli vedere questo bazar ittico e non solo a cielo aperto, ho incontrato Mario Venuti, penso l'ultima volta che gli ho parlato sarà stato 30 anni fa, incontravo spesso Luca Madonia a Venezia, il dottore a quanto pare ha una casa in laguna, niente di particolare sono delle persone normali, Mario era col cane a fare la spesa, ma tutti gli vogliono bene naturalmente è sempre un artista apprezzatissimo e adottato dalla città, perché in realtà lui è siracusano. Poi siamo stati in alcuni posti dove non ero mai stato, sembra strano ma spesso noi italiani siamo così abbiamo delle cose spettacolari dietro casa e non le caghiamo, è un peccato perché c'è tantissimo da vedere in Italia. Siamo saliti su una chiesa da dove si vede un panorama a 360° della città, dentro la cattedrale per la prima volta nella mia vita e sotto la cattedrale dove ci sono delle terme romane, poi siamo passati dal museo dell'università e su per il mercato centrale che però era già tardi e stavano chiudendo quasi tutti i banchi, abbiamo comunque preso della frutta e mia figlia del pesce che aveva l'acquolina in bocca dalla mattina. Da li mia sorella ci ha lasciati e siamo andati a mangiare su un posto di cucina tipica romana, eh lo so ma volevamo mangiare della pasta e a quanto pare a pranzo molti dei locali catanesi sono chiusi, tanti non fanno pasta e quindi abbiamo optato per quello, molto buono e porzioni enormi, infatti non sono riuscito a finire la pasta broccoli e sarciccia (al finocchietto), mia figlia l'ha presa con l'aragostina e lo zito matriciana. Precedentemente siamo passati ad affittare l'auto, perché domani andiamo a Siracusa e con l'auto di mia madre è un pò rischioso, anche se siamo andati sull'etna, ma ho come l'impressione che loro vogliano fare anche qualche giro da soli, beh non sono piccoli, anche se guidare a Catania non è come guidare in Estonia dove tutti rispettano il codice e non ci sono problemi, qua come sapete è un delirio nelle strade, va bè spero non faccia casini che tanto poi li paga lui. Ora non so cosa facciamo, ma penso niente, quindi intanto mi scarico un pò di foto e vi scrivo sto mini papello.
Vi lascio qualche scatto
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diceriadelluntore · 1 year
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Morti Famosi
Uno dei ricordi più nitidi che ho della mia infanzia è che mio nonno, il giorno del Venerdi Santo, non apparecchiava la tavola, come in Chiesa si tiene l’altare senza tovaglia, senza croce, senza candelieri. Non si suonano le campane né si accendono le candele. Eppure non era uomo di Chiesa, sebbene devoto a suo modo.
Su ciò che accade dalla Coenia Domini (la cosiddetta Ultima Cena, di Gesù con gli Apostoli prima della cattura e dell’arresto), passando per la Passione e la Morte, alla Celebrazione della Resurrezione di Pasqua, lo lascio da parte, con il rispetto che io metto sempre in queste questioni, in pieno spirito laico. 
Esistono tanti esempi di, secondo gli antichi, “morte apparente”, che per tutta una serie di autori si doveva alle pratiche magiche che si insegnavano in Egitto: per la cronaca, uno dei primi autori critici sul Cristianesimo, Celso, nel suo Discorso di Verità (Alethès lógos, di cui tra l’altro non ci è rimasto nulla e in parte ricostruito solo da una confutazione successiva proposta da un altro filosofo, Origene) sosteneva proprio che Gesù, figlio di una donna adultera, fosse andato in Egitto a imparare le arti magiche che poi sarebbero passate per miracoli.
Quelle però che mi piacciono di più sono legate ad un famoso medico, Asclepiade di Bitinia: vissuto intorno al I secolo a.C., famosissimo, era contrario all’idea ippocratica degli squilibri umorali, e si rifaceva all’atomismo di Democrito. Tra i suoi rimedi per le malattie, l’uso modico del vino. Si narra che camminando per tornare alla sua città, si imbatté in un funerale. Curioso per la folla, si avvicinò per capire chi fosse il morto. Asclepiade lo guarda, gli sembra di notare in lui certi segni di vita latente, lo palpa e esclama: Quest’uomo è vivo! Tra lo stupore generale e la rabbia di chi lo prese per pazzo, il medico riuscì a portare il corpo a casa, dove con i suoi metodi riuscì, come dichiarò,“a riaccendere in lui lo spirito vitale e a richiamare l’anima, che si nascondeva in qualche recesso del corpo” (D. Baldi, Morti Favolose Degli Antichi, Quodlibet).
Divenne ricchissimo, famoso (tra i suoi assistiti Cicerone, Crasso e Marco Antonio), fece carriera politica e fondò la scuola medica detta “metodica”, che si prefiggeva di enfatizzare il trattamento delle malattie piuttosto che la storia del singolo paziente. Secondo la tradizione, fu il primo che divise le malattie tra acute e croniche, e secondo uno degli allievi più famosi della scuola medica metodica, Celio Aureliano (vissuto però molto più tardi, nel V secolo d.C.) fu il primo a utilizzare una tracheotomia.
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"Danseuses" de la Casa di Cicerone, Pompei, Italie.
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naran-blr · 2 months
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Fillide Giorgi Levasti (1883-1966) pintora italiana.
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Nació en Florencia. Era conocida como Filli y era hija de Fausto, un empleado del ministerio de Finanzas y de Ernesta Gori.
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En el 1899 se inscribió en la Academia de Bellas Artes de Florencia y asistió a las lecciones de Giovanni Fattori y del escultor Augusto Rivalta. En su curso se encontraba Leonetta Pieraccini que vivía en Poggibonsi y a menudo era huésped de la familia Giorgi. Las dos amigas apreciaban al pintor Giovanni Costetti que también frecuentaba la casa Giorgi y que había retratado a familiares de Filli.
Estas jóvenes artistas tendían a una pintura rápida y sobria, siguiendo el ejemplo de Costetti. Fillide optaba por una renovación de la mancha, en línea con las nuevas experiencias sobre color, adquiridas en el ámbito postimpressionista y separatista.
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Emilio Cecchi conoció a Leonetta Pieraccini en la casa de los Giorgi y se casaron en 1911.
Después de la muerte de su padre, en 1902, Fillide Giorgi completó sus estudios en la Academia en 1904 y comenzó a exponer: en 1906 en el Promotrice di Genova y en la Exposición culandesa en Bolonia.
Hizo retratos, incluido el de su hermana Vittoria y los de Guido Approsio y la Marquesa Lencisa, que se exhibieron en la Sociedad de Bellas Artes de Florencia, en 1907.
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En 1908 se matriculó en la escuela gratuita de desnudos, donde tuvo como compañera a su amiga Leonetta.
En el curso de sus travesías por Italia, Francia, Suiza y Alemania, entre el 1906 y el 1909, leía La Voz y visitaba galerías y museos.
En 1914 participó de la "II Exposición de la Secesión romana" con dos naturalezas muertas y en noviembre de ese año se casó con Arrigo Levasti.
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Vivían en la avenida Milton, arriba del estudio de ella y de la escultora Evelyn Scarampi. En 1915 fue invitada a la "III Exposición de la Secesión romana", con tres naturalezas muertas.
Algunas de sus composiciones de esos años se relacionan con el gusto vienés; pero es ya fuerte la referencia a Cézanne, en cuanto a la materialidad de las tiras de pigmento.
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En el 1916 Arrigo Levasti fue convocado al ejército y Filli vivió entre Firenze y Montepiano, donde estaban sus hermanas.
Vendió aguafuertes en Francia. Se hace amiga de la pintora Victoria Morelli, que la introdujo en el ambiente romano.
En 1920 envió cinco pinturas a la "Exposición internacional de arte moderno" de Ginebra y expuso tres naturalezas muertas en la "I Bienal de Roma", de 1921.
Fue invitada a la "I Exposición de paisaje italiano sobre el Garda", donde expuso una naturaleza muerta y dos paisajes.
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Fue invitada también, en 1921, a la "Exposición de arte italiana de vanguardia", que se ejerció primero en Praga y luego en Berlín, donde dos de sus obras fueron robadas. Para encontrarlas, en 1922, acompañada por su marido, fue a Berlín como huésped de los cónyuges Gehrig. Oskar Gehrig publicó un artículo en Der Cicerone y Die Welt, dedicados a ella.
En Feria y en Lampionaio (1920), en Giostra (1921, Berlín, colección Woche) y en Pequeño mercado (1922, Berlín, colección Gehrig), la pintora mantenía un repertorio naïf, poblado de titiriteros y acróbatas, productores de hortalizas y campesinos, en búsqueda de una feliz ingenuidad, como afirmaba en una carta de 1920 a Pieraccini: "En el mundo de las ferias y los paseos por el campo, encontré la esencia simple e instintiva de la vida."
En 1924 participó de la "II Feria de arte florentino", luego en el "IV Concurso Ussi", con El teatro (Roma, colección Previtali), en 1925 participó en la "Muestra para el aniversario del Reichstag" de Berlín, en 1927 estuvo presente en el "Salon des Indépendants" de París.
En 1928, a través de Victoria Morelli, fue invitada a la "Muestra de los aficionados y cultores de las bellas artes" en Roma y el gobierno compró Plaza Independencia, destinada a la Galería Mussolini, hoy irrecuperable.
Forjó amistad con el literario y jurista florentino Piero Calamandrei, que compartió con los cónyuges Levasti un creciente sentimiento antifascista. En esos años experimentó dificultades en el mercado italiano, que se relacionaban a las ventas en Alemania, a través de la intermediación de los Gehrig.
En 1929 participó, con veinte pinturas y acuarelas, en una muestra en el Kunstverein de Munich y vendió las pinturas Baracche y una acuarela.
En 1929, en Florencia, en el palacio Antinori, realizó una muestra personal con más de cuarenta obras y fue elogiada en artículos de varios periódicos.
En los años treinta crecieron las dificultades con el mercado alemán, a pesar de la amistad con los Gehrig, quienes mandaban jóvenes artistas y músicos alemanes a Florencia, huéspedes en casa Levasti.
Los cónyuges Levasti formaron una amistad con Oriana Gui, hija del gerente de orquesta Vittorio Gui - inventor y gerente del Mayo Musical Fiorentino - y casada con el gerente de orquesta Fernando Previtali, que se convirtió en un coleccionista apasionado de la obra de Giorgi.
Fillide Giorgi tenía ya una vida solitaria, interrumpida en marzo de 1936 por una exposición individual en la sala Rizzi, en Florencia y algunas muestras colectivas.
En 1937 salió el libro de Raffaello Ramat dedicado a la pintura de Giorgi, con fotos de obras realizadas entre 1920 y 1934.
En 1937 Filli expuso dibujos en una muestra en el Museo metropolitano de New York; presentó obras en 1938 en la "Exposición internacional de dibujos y postales" de Viena y participó con El teatro en la "Exposición internacional de la Universidad Carnegie Mellon" de Pittsburgh.
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Durante la segunda guerra mundial se dedicó principalmente al dibujo. Los bombardeos golpearon su casa-estudio de la avenida Milton y muchas de sus obras fueron dañadas. La artista junto a su familia se retiró a la villa Scarampi, en Bagno, Ripoli.
En 1947 fue nombrada vicepresidenta del Club de las artistas pintoras y promovió una "Exposición de artes gráficas", realizada con diecisiete artistas italianas, en febrero de 1948 en Kansas y luego replicada en marzo en el Liceo de Florencia.
Afectada de pleuresía, llevaba una vida retirada, aunque continuaba pintando y dibujando vistas de tono fiabesco, paisajes y naturalezas muertas, obras fieles a su interpretación de la realidad, ligada a la sencillez de lo cotidiano.
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Durante la primavera de 1959 una exhibición individual fue organizada por la antigua institución florentina, la Academia de las artes del dibujo, con lienzos y obras gráficas pertenecientes a las colecciones Previtali, Gui, Contini Bonacossi, Calamandrei, con un total de setenta y seis obras. Obtuvo el premio "Carmine".
En el curso de los años sesenta, golpeada por la parálisis, se vio obligada a interrumpir todas las actividades. Una muestra personal fue organizada en Florencia en 1967.
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Las cartas de la familia Levasti, fueron donadas a la Biblioteca Marucelliana de Florencia. En 1988 se organizó una exposición antológica, en la Academia de las artes del dibujo de Florencia y en la Marucelliana.
Murió en Florencia a los 83 años.
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affittoprotetto · 2 months
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Villa con Giardino in Vendita a Vindicio di Formia
Villa con Giardino di recente costruzione in vendita a Formia nel Parco Vindicio a soli 700 metri dal mare. La Casa si trova in via Marco Tullio Cicerone in un esclusivo Parco Residenziale in posizione riservata, la villa si sviluppa su due livelli, al piano rialzato troviamo Terrazzo, Soggiorno, Cucina, Camera da Letto e Bagno, […] L’articolo Villa con Giardino in Vendita a Vindicio di Formia…
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claudiotrezzani · 9 months
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Sapete, sono addivenuto ad una risoluzione drastica, draconiana, manichea:
non apporre più il rituale "mi piace" alle fotografie - anche quelle che m'aggradano assai -  dell'eccellente Roberto Besana, quando corredate dalla dicitura - un vero e proprio leit motiv in Roberto - "con il cane e lo smartphone".
Bene, benissimo per il cane.
Male, malissimo per lo smartphone.
D'altronde s'ha da agire "ne dehonestaretur", come direbbe Tacito.
Od esclamare "o tempora, o mores!" con Cicerone.
Solo che lo strale non è scagliato verso Verre o Catilina.
Verso il summentovato smartphone, e piuttosto.
Ma siamo in una frase di transizione.
In "non senza fedora" m'occupavo di gloriose ed ingombranti grandi formato a pellicola impiegate per la fotografia di strada.
No, non più quelle.
Ma no, non ancora smartphone.
Sapete, una volta vi erano fotografi che non solo erano organici a redazioni giornalistiche, ma avevano la stessa attrezzatura pagata dal giornale.
Magari contrattualmente inquadrati come operai, ma con l'Imperiturità  dell'Aulico Tempo Indeterminato.
Oggidì, talvolta i giornalisti li mandano fuori da soli.
Senza fotografo, eccioè.
Ecco allora la funzione del sì appellato smartphone:
darlo a loro.
Che spendano pure più di mille euro, o contrattino l'oggetto in guisa di fringe benefit.
Certo, dovranno sopportare in tasca quegli oggettini con la  fastidiosa gobbetta (tre o quattro obiettivi moderatamente sporgenti, sulla falsariga delle vecchie cineprese a torretta), ma poi il dispositivo li affrancherà da ogni preoccupazione.
Non sapranno neanche quando la macchina cambia obiettivo, loro.
Basterà fare un gesto, a loro.
Nè sapranno se il mutare della focale sarà da imputare al succitato cambio, o se invece si tratterà di un intervento digitale.
Epperò così "porteranno a casa il risultato", loro.
Brutale espressione per brutale operazione, la loro.
Anche più di qualcuno, già lo fa.
Il caporedattore non protesta, anzi li ha mandati lui, loro.
Ma che non dicono "mi manda la BBC", loro.
Perché esistono ancora sacrari, baluardi di civiltà quando mala tempora currunt.
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Claudio Trezzani
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Oggi ho saputo che il domus di Cicerone stava a soltanto due edifici di distanza dal domus di Metello Celere. I due edifici che li dividevano: Porticus Catuli e la casa di Catulo.
Voglio dire che Cicerone e Clodia erano dei vicini. Con P. Clodio all'altro lato di Cicerone. Che sandwich!
[Fonte:
"Q. Lutatius Catulus (cos. 78 B.C., cens. 65 B.C.): an unusually fine house, one of the greatest of its pe riod (Pliny, HN 17.2), on the Palatine between the house of Caecilius Metellus Celer (Cicero, Cael. 59) and the Porticus Catuli (q.v.). It must have stood on the Clivus Victoriae". - L. Richardson, Jr. (editor), A New Topographical Dictionary of Ancient Rome.]
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lamilanomagazine · 1 year
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Cremona, “Pictura Tacitum poema. Miti e paesaggi dipinti nella domus di Cremona”
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Cremona, “Pictura Tacitum poema. Miti e paesaggi dipinti nella domus di Cremona”.   È una mostra di storie, oltre che di Grande Storia, quella che il Museo Civico Archeologico di Cremona, in collaborazione con la Soprintendenza di territorio, propone dal 10 febbraio al 21 maggio al Museo del Violino, a cura di Nicoletta Cecchini, Elena Mariani, Marina Volonté. A esplicitarlo è già il titolo: “Pictura Tacitum poema. Miti e paesaggi dipinti nelle domus di Cremona”, che si rifà alla celebre frase attribuita a Cicerone “Si poema loquens pictura est, pictura tacitum poema esse debet” (“se la poesia è una pittura parlante, la pittura dev’essere una poesia silenziosa”). Grande Storia, come quella della terribile “Battaglia di Cremona” che nel ’69 dopo Cristo, l’”Anno dei 4 Imperatori”, abbandonava sulle rovine della città, “una catasta di corpi che sfiora in altezza i frontoni del tetto”, come annotò Plutarco. Storie, come quelle splendidamente raccontate sui muri delle ricche residenze cremonesi, dilaniate dalla violenza della battaglia e annerite dagli incendi. Testimoniate da migliaia e migliaia di frammenti riemersi, un ventennio fa, dal sottosuolo. Frammenti recuperati, catalogati, in parte restaurati e, per quanto possibile, riconnessi. A ritrovare le scene affrescate che impreziosivano le domus cremonesi. Storie, come quelle dipinte nella “Stanza di Arianna” dalla Domus del Ninfeo. I tre grandi affreschi di epoca augustea raccontano altrettanti momenti del mito cretese: prima abbandonata da Teseo dopo l’impresa dell’uccisione del Minotauro, in seguito scoperta da Dioniso addormentata sulla spiaggia dell’isola di Nasso, Arianna appare infine sposa trionfante del dio stesso. Le pitture ritrovate nel 2002 negli scavi di piazza Marconi, e in quelli successivi, testimoniano di una raffinata cultura artistica e, insieme, le tante storie della casa e le passioni dei suoi proprietari. Accanto al tema di Arianna, gli affreschi cremonesi riportano a quelli del culto dei lari ed evidenziano un gusto per l’Egitto, entrambi temi ben rappresentati negli affreschi della Domus di Candelabri dorati, altra sfarzosa residenza cremonese oggetto della mostra. Al larario dipinto sulle pareti di questa domus vengono affiancati in mostra preziosi  bronzetti votivi dall’Archeologico di Mantova, e Lari da quello di Ostia insieme a un dipinto con il medesimo soggetto da Pompei. Così come il fregio cremonese con nani e pigmei viene raffrontato a una analoga raffigurazione da Ostia. Le rappresentazioni di gusto nilotico ci raccontano di come, già in epoca antica, il fascino della civiltà egizia riscuotesse ampio seguito. Anche qui un importante raffronto con reperti egizi concessi dall’Archeologico di Firenze. Come gli affreschi pompeiani, concessi dal Museo Nazionale Archeologico di Napoli, propongono un confronto visivo sul Mito di Arianna. Sullo stesso tema, lo splendido coperchio di sarcofago proveniente dalla Villa d’Este di Tivoli e una testa rinascimentale di Arianna dormiente, da Firenze. A completare questa emozionante mostra sono la ricostruzione immersiva della Stanza di Arianna e una serie di postazioni video che documentano le vicende di scavo nella Cremona Romana e il lavoro di restauro e ricerca che sui reperti sono stati condotti dal Centro per la Conservazione e  Restauro de “La Venaria Reale” e dal Laboratorio Arvedi dell’Università di Pavia. Il naturale completamento del percorso espositivo allestito al Museo de Violino è offerto nel Museo Archeologico in San Lorenzo. Qui i brani della vicenda romana cremonese trovano il loro completamento.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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- Salve Iuppiter O.M., pater omipotens, rex deorum ominumque, stator, lapis, latiaris, fulgurator, tonans, Fidio, farree, hospitalis, capitoline, arcane, sive quo alio nomine appellari volueris! Tibi offero hoc vinum et tu sies mihi propitius in opere meo. Ita est. - - Salve Giove Ottimo Massimo, padre onnipotente, re di tutti gli Dei, stabilizzatore, pietra, Laziale, folgoratore, tuonante, Fidio, festoso, ospitale, capitolino, arcano, o qualsiasi altro nome tu voglia! Ti offro questo vino e tu siimi propizio nel mio lavoro. E' andata. -
*
- Iuppiter, te hoc ferto obmovendo bonas preces precor, uti sies volens propitius mihi liberisque meis domo familiaeque meae mactus hoc ferto. - - Giove, facendoti questa offerta prego con buone preghiere, affinchè tu sia propizio a me, alla mia casa e ai miei familiari. Possa quesra offerta confortarti. -
*
(Cicerone) 
- Tu Giove, con gli auspici con i quali questa città è stata fondata, fosti stabilito da Romolo che chiamano protettore di questa città e giustamente anche dell’impero, tieni lontani costui e i suoi compagni dai tuoi templi e da quelli degli altri dei, dalle case e dalle mura della città, dalla vita e dai beni di tutti i cittadini e gli uomini avversi ai buoni, nemici della patria, predatori dell’Italia uniti da un patto di scelleratezze tra di loro e da una nefasta amicizia, punisci vivi e morti con eterni supplizi. -
*
- Ad aram tuam cum tuo supplice, Iuppiter, nunc venio; auxilium tuum, deum atque hominum pater, supplici prece petimus. - - O Giove, ora vengo alla tua ara con il tuo supplice; padre degli dei e degli uomini, chiediamo il tuo aiuto con supplichevole preghiera. -
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levysoft · 2 years
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La parla chiave di tutto questo è NOIA… spesso con i social network la noia è l’unica cosa che sparisce con lo scrolling senza fine… ma in questo caso la NOIA ha prodotto qualcosa di nuovo proprio su un social network.
Spesso pensiamo alla noia come a qualcosa di brutto che rovina le nostre giornate. Sembra uno stato d’animo di cui avere paura e da sconfiggere, quando invece può essere una fonte di creatività molto preziosa. Prima di preoccuparsi su cosa fare per non annoiarsi, sarebbe meglio capire che cosa si può fare con la noia.
LA NOIA AIUTA LA CREATIVITÀ
La ricercatrice inglese Sandi Mann, della University of Central Lancashire, ha condotto alcuni esperimenti su dei campioni di persone per dimostrare come la noia abbia un effetto positivo sulla fantasia.
Commentando lo studio, Sandi Mann si è anche detta preoccupata di come le nuove tecnologie stiano togliendo le occasioni per annoiarci, riempiendo ogni nostro momento libero con giochi sul cellulare, social media, video, ecc. Il pericolo più grosso è per i bambini, a cui viene tolta la possibilità di imparare a sognare ad occhi aperti, abilità fondamentale per sviluppare da adulti il proprio pensiero creativo.
Non mi sembra un uomo libero quello che non ozia di tanto in tanto.
– Cicerone –
La noia è un momento di calma piatta soltanto apparente. Il nostro cervello riorganizza il materiale inconscio, a cui basta davvero poco per farsi notare dalla coscienza. Così, quando si focalizza l’attenzione, si colgono nuove intuizioni. Assomiglia molto a quello che succede nella fase di incubazione del processo creativo.
La noia è uno spazio dove possiamo entrare in contatto con noi stessi e con le nostre aspirazioni. Non è tempo perso, perché la nostra mente riempie il vuoto con domande, idee e progetti. E’ anche la situazione giusta per capire meglio cosa è davvero importante per noi.
Un uomo non è ozioso se è assorto nei propri pensieri; esiste un lavoro visibile ed uno invisibile.
– Victor Hugo –
Essere annoiati assomiglia molto a un momento di solitudine. Così come c’è chi fugge spaventato in cerca di compagnia, anche nei momenti di vuoto c’è chi cerca di riempirli a tutti i costi. Ma c’è anche chi riesce a considerarli come un’opportunità di riflessione profonda, e si concede il tempo necessario perchè il pensiero creativo faccia il suo corso.
Se soffochi tutto questo, a casa facendo zapping ossessivo con la TV o in treno smanettando senza sosta con uno smartphone, perdi un’occasione preziosa. Molte scoperte rivoluzionare e interi romanzi sono nati mentre la mente vagava liberamente.
[…]
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sofieanjaworld · 2 years
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       ☆    —   ♯ 𝐃𝐈𝐀𝐋𝐎𝐆𝐔𝐄          ↻  sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ + ᴀɴɴᴀ      h. 12.46,  september 23th, 2022       📍   ᴍᴀɴʜᴀᴛᴛᴀɴ﹐ ɴᴇᴡ ʏᴏʀᴋ.        ❪      ✨      ❫ ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ   ᴀɴɴᴀ  « Sofie? Non scappare. Entra, per favore. Ho appena finito una call con la direzione di Vogue UK, sto morendo di fame e stavo ordinando il pranzo. Fammi compagnia. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Anna... Ma certo. Sushi? »   ᴀɴɴᴀ  « Ti prego, mi conosci troppo bene. Non faccio mai pausa pranzo, mi conosci, ma ho bisogno di una pausa adesso. C'è anche qualcosa di cui vorrei parlarti, e prima di parlarne con il direttore creativo, voglio farlo con te. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Abbiamo gli stessi gusti, almeno una volta a settimana è d'obbligo... ─ Certo, va tutto bene? »   ᴀɴɴᴀ  « Si si, ma ti prego voglio andare subito al sodo. Hai mai pensato di trasferirti? »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Trasferirmi? Beh l'ho fatto quando sono venuta a vivere a New York tanti anni fa, ormai la considero casa mia. Perché questa domanda? »   ᴀɴɴᴀ  « Hai fatto un lavoro ottimo con il Royal Wedding, l'intervista che hai fatto agli sposi è stata unica, e ne sono davvero orgogliosa. I duchi di Beaufort ne sono stati entusiasti, e la mia amica, Lady Dahlia, ha approvato ogni domanda... Non potevi fare lavoro migliore, sei stata brava. La tua rubrica, inoltre, sta andando a gonfie vele e nel mese di ottobre uscirà anche l'articolo relativo al matrimonio. Avrai la copertina del mese, il tuo nome sarà sulla bocca di tutti. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Veramente io... Ho semplicemente fatto il mio lavoro. Il Royal Wedding è stato un impegno importante, ma sono molto contenta che ne sia uscito qualcosa di buono. »   ᴀɴɴᴀ  « Non essere modesta, sappiamo entrambi che hai il fuoco negli occhi, lo stesso che avevo io quando ho cominciato. Con la differenza che io non sfilato per le passerelle di tutto il mondo come hai fatto tu. Tu sai stare davanti e dietro una macchina fotografia, Sofie. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Sono tempi lontani, nonostante quello sia stato un buon trampolino di lancio, lo ammetto. »   ᴀɴɴᴀ  « Vedo le tue foto, sei ancora decisamente influente nel mondo della moda. Ma veniamo a noi, ho bisogno che tu vada a Londra. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Certo, non è un problema. Posso prenotare subito il primo volo. Come mai questa decisione? »   ᴀɴɴᴀ  « Non intendo dire per un servizio e basta, intendo dire che ti trasferirai a Londra. Ti alternerai tra Manhattan e Londra per un periodo, avrai a disposizione sempre il jet per rientrare ogni volta che lo desideri ma voglio che tu segua personalmente la situazione con Edward Enninful. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Edward è il direttore di Vogue Uk. »   ᴀɴɴᴀ  « Esattamente. So che la tua famiglia è piuttosto influente, tua madre è il Primo Ministro svedese, no? Sono certa che tu sappia come accadono queste cose. Un momento c'è una persona seduta su una poltrona, e il momento dopo ce n'è un'altra. Inoltre, non sarà difficile ambientarti, ho visto che hai parlato con il Duca di Kent al matrimonio reale, sono certa che ti possa fare da Cicerone. »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « Io... Sì, mia madre è un politico, ma... Anna perché io? Abbiamo un sacco di inviati a Londra, tante persone che se ne possono occupare. E Jasper, voglio dire il Duca di Kent è stato solamente gentile. »   ᴀɴɴᴀ  « Lo so, ma non c'è nessuno di cui io mi fidi. Voglio che tu sia i miei occhi e le mie orecchie. Se la mia sedia traballa voglio saperlo in anticipo, voglio potermi preparare, voglio poter sapere se mai ci sarà una mia caduta. Vorrai mica dirmi che mi dirai di no... »   sᴏғɪᴇ ᴀɴᴊᴀ  « No, assolutamente, ma... »   ᴀɴɴᴀ  « Potrai tornare a Manhattan ogni volta che lo vorrai, prendila come una vacanza di lungo periodo totalmente spesato da Vogue. Oh andiamo, la nobiltà britannica ti aspetta. »
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elklough · 2 years
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Quando ad esempio davanti a cicerone scrivi due versioni dei fatti, quella letterale e quella grammatica e prendi due perché la prima e poi la seconda meglio andare in sala giochi sederti per un drink scappare di casa un ora un giorno una notte o montare una cazzo di rivoluzione a fuoco lento../
Si può fare ad esempio un liceo sperimentale (delle religioni) così c’è anche un sapere idiomatico delle lingue e la vita non può fallire il suo senso!
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SABATO 03 SETTEMBRE 2022 - 🔸♦️ SAN GREGORIO MAGNO ♦️🔸 Gregorio I, detto papa Gregorio Magno ovvero il Grande (Roma, 540 circa – Roma, 12 marzo 604), è stato il 64º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica, dal 3 settembre 590 fino alla sua morte. La Chiesa cattolica lo venera come santo e dottore della Chiesa. Anche le Chiese ortodosse lo venerano come santo. Gregorio nacque a Roma attorno al 540 da una famiglia appartenente all’aristocrazia senatoria romana. Il padre, Gordiano, sembrerebbe aver ricoperto la carica di regionarius[1], ossia un funzionario preposto all’ordine pubblico. La madre, di nome Silvia, era forse di origine siciliana e si ritirò nel monastero di Cella Nova a seguito della decisione di Gregorio di rendere la casa paterna un cenobio[2]. La famiglia era agiata, con possedimenti a Roma e in Sicilia, e vantava antenati illustri: lo stesso Gregorio indicò papa Felice III (483-492) come suo avi, e sono stati ipotizzati rapporti di parentela con papa Agapito, che tuttavia rimangono incerti. Nelle lettere del pontefice vengono citati almeno due fratelli, uno di nome Palatino], e un altro definito semplicemente germanus[5], entrambi molto probabilmente impegnati in funzioni pubbliche. Sono incerti i luoghi e le modalità della sua formazione, ma è possibile che Gregorio abbia frequentato una biblioteca istituita dal pontefice Agapito sul colle del Celio, vicino dunque alla casa paterna[7]. Ulteriori dati sulla sua formazione possono essere dedotti dalle opere del pontefice, da cui emergono le sue competenze linguistiche e retoriche nonché la conoscenza di autori classici quali Virgilio, Cicerone e Seneca. Egli assunse tuttavia un atteggiamento di condanna nei confronti della cultura classica[8], ritenendo che andasse studiata solo come strumento per comprendere e comunicare la verità divina delle Sacre Scritture[6]. Dai suoi scritti emergono inoltre conoscenze scientifiche e naturali e soprattutto una vasta padronanza del diritto romano[9]. Si pensa che Gregorio conoscesse la lingua greca, rafforzata, a seguito di una iniziale formazione scolastica, dal soggiorno a Costantinopoli (579-584) come apocrisario di papa Pelagio II. Link in bio 🔴 (presso Roma) https://www.instagram.com/p/CiCpJi-svp4/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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affittoprotetto · 5 months
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oubliettemagazine · 2 years
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Vincitori e finalisti del Contest letterario Primavera con Tomarchio Editore
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