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#colors #oldschool #locals #liveauthentic #localpeople #tripplanners #tripsarto #custommade #authentic #travelyourway #apuliahandmade #details #simplethings #oldstyle #vintage #weaving #loom (presso Le Costantine) https://www.instagram.com/p/Bq2k0dygYMD/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=fxmdt3i0pqj2
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#people #peoplewatching #locals #natives #genuine #simplethings #oldstyle #oldschool #localpeople #liveauthentic #authentic #allblack #totalblack #dark #punk (presso Campomaggiore) https://www.instagram.com/p/BqQYFk4gKex/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1p1ekovf2ip7h
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#gutter #water #rain #oldfashion #knowledge #unesco #MyMatera #pointofview #simplelife #simplethings #details #light #earlymorning (presso Matera, Italy) https://www.instagram.com/p/Bon6MYLhdql/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1jzhkbx14dh8s
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#Kampot Una autentica perla in un paese decisamente controverso è una piccola cittadina fluviale chiamata Kampot. Qui, almeno la zona del lungo fiume, è davvero pulita e ben tenuta; mi sono sorpreso nel vedere marciapiedi integri senza auto parcheggiate, il traffico è davvero gestibile e l'atmosfera rilassata. Fra le chicche, in assoluto, una delle migliori pasticcerie di sempre; dolci freschi, di stampo francese, ma né troppo dolci, né troppo burrosi. Si chiama Kampot Pie and Ice Cream Palace e crea decisamente dipendenza. Fra le tante: mango pie e banana pie
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Una delle cose che immediatamente colpisce il viaggiatore in tutto il sud-est asiatico è decisamente la capacità dei suoi abitanti di trasporti eccezionali con mezzi a volte improbabili, ma anvhe a piedi e in bicicletta
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A Sihanoukville (Cambogia) l'unico viene messo in carretti davanti ai locali e le mucche, libere, apparentemente, tutto il tempo, vanno a fare il loro spuntino di mezzanotte
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In tutto il sud-est asiatico potrebbe capitarvi di entrare in bus come questi che, all'occorrenza, possono far spuntare un nuovo sedile al posto del corridoio centrale
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Questa è Otres beach in Cambogia, vicino Sihanoukville. Fa impressione il contrasto fra i resort e i ristoranti ben tenuti e la polvere e la spazzatura da cui sono circondati
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Taiwan - oltre Taipei
A Taipei ci puoi stare anche a lungo tanto è piena di cose da fare e da vedere; dagli ornatissimi templi taoisti fino alla famosa torre 101, dai mercatini col cibo di strada ai centri commerciali spaziali.
Con la stessa facilità con cui si visita Taipei, sì può andare con bus o treno a esplorare l'isola.
Noi siamo stati a visitare:
- il Geo Park di Yehliu dove ci sono delle particolarissime formazioni calcaree create dall'erosione del mare. Ci si arriva con un bus. Il modo secondo me più semplice è quello di andare in MRT alla fermata Taipei City Hall e andare alla stazione dei Bus. Lì troverete sicuramente qualcuno in grado di aiutarvi a prendere il bus 1815 che parte da Taipei Main Station (stazione decisamente più complicata per orientarsi). Arrivati a Yehliu, si è in realtà ad un incrocio abbastanza anonimo; niente panico! Basta seguire la strada in discesa che ha un percorso pedonale perfettamente segnalato in verde costeggiando il molo pieno di barche di pescatori (avevano tantissime reti a forma di scatola, tipo nasse, credo per pescare qualche tipo di crostaceo) con i ponti illuminati perfettamente da lampadine appese stile festa patronale. Alla fine della strada, dopo aver passato un altro bellissimo tempio taoista, alla sinistra di Uno spiazzo abbastanza grande si trova l'ingresso al parco. Ad essere sincero non mi è piaciuto tanto quanto avevo immaginato; il luogo è naturalmente bellissimo e queste rocce a forma di fungo o testa con il collonsottile sono molto affascinanti, ma il percorso, la passerella di cemento, è davvero invasivo e rovina il sito, senza contare una spessa striscia dipinta di rosso che delimita la zona dove ci si può affacciare. Risultato? Ti trovi in fila in mezzo ad un sacco di gente, tutti a fare le stesse foto, senza avere la possibilità di godere del posto magari leggendo un libro o semplicemente osservando il mare. Se state cercando un'esperienza di questo tipo vi conviene seguire il sentiero fino alla fine della piccola penisola dove non sono tanti quelli che si avventurano.
- Jiufen. Si tratta di un piccolo paesino arroccato sulla collina famoso per le tante teerie e per una via (la old street) pieno di negozietti particolari più o meno turistici e di Street food. Per arrivare a Jiufen si può prendere il bus da Taipei o unire la visita a quella del Geo Park andando in bus fino a Keelung e poi da lì a Jiufen (Il bus a Keelung lascia su un un lungo marciapiede vicino al mare. Per trovare la fermata del bus per jiufen basta proseguire col mare a destra e prendere la passerella sopra elevata per andare dal lato opposto della strada dove ci sono le altre fermate fra cui quella del bus 788 per Jiufen). Arrivati al paesino basta proseguire la strada in salita e si vede chiaramente l'inizio della old Street sia per la gente sia per i tanti negozietti. In pratica si tratta di tre stradine a diverse quote collegate da gradini e passaggi che vanno anche sotto le case e che ricordano molto chiaramente il passato da città dell'oro di questo paesino. Per rientrare a Taipei il bus si prende uscendo dalla stradina e salendo a destra fino alla pensilina. Numero 1062 che ferma al centro commerciale di Zhongxiao Fuxing.
- Lukang. Treno veloce (HSR) che praticamente si prende da Taipei Main Station e si arriva alla stazione di Taichung. Al piano inferiore ci sono poi i bus che portano a Lukang (in genere un piccolo 20 posti old style). I pannelli sono sempre molto chiari e le corse frequenti. Lukang è piccolissima ma veramente graziosa. tante cose da vedere; in particolare il tempio più antico e meglio conservato che ha un'atmosfera davvero mistica e di quiete, in generale è bello esplorare i piccoli negozietti e provare i dolcetti e le stranezze da mangiare.
-Taroko Park. Forse la metà più famosa e affascinante; merita tutta la sua fama! Una strada incredibile lungo una gola scavata dal fiume con tanti percorsi da fare a piedi. Noi abbiamo dormito a Hualien per andarci freschi e riposati e abbiamo ripreso il treno per Taipei appena finito. Per comodità e pigrizia ci siamo affidati all'hotel e abbiamo acquistato un'escursione organizzata con pranzo incluso; tornando indietro non lo rifarei! La cosa più bella sarebbe fare tutto in bici, ma siccome la strada è tanta e le cose da vedere anche allora meglio uno scooter. È vero, per alcuni percorsi bisogna essere preparati e prenotati in anticipo, ma andare in scooter certo permette di vivere questa serie di splendidi itinerari trekking in libertà e senza troppi vincoli di orari.
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Taiwan
Ispirati dalle immagini della trasmissione "Pechino Express", ci siamo lasciati tentare da un piccolo viaggio in questa isola per sentire un po' dei sapori dell'estremo Oriente.
Dopo aver viaggiato largamente per il sud-est asiatico avevamo voglia di qualcosa di completamente diverso e le nostre attese non sono state tradite.
Volare verso Taipei, come tutto del resto in Taiwan, è veramente semplice, anche per chi viaggia e usa Air Asia. Si viene subito impressionati dagli spazi vasti e puliti e dalla semplicità nel seguire i cartelli (nonostante il grosso handicap di non capire il cinese). Le operazioni all'arrivo sono semplicissime; preparatevi a rispondere a qualche domanda e compilate il piccolo foglietto che di sicuro vi daranno già sull'aereo. È un buon consiglio quello di avere con sé, sul cellulare o su carta, i dati del volo di uscita dal paese.
Usciti dalla zona internazionale conviene prelevare o cambiare per avere dei dollari taiwanesi. Abbiamo trovato estremamente conveniente prelevare con il circuito Maestro benché non sia così facile trovare bancomat in modo da evitare la commissione del prelievo con carta.
Adoro che, quasi dappertutto ormai si trovi il WIFI gratuito in aeroporto, in ogni caso è abbastanza semplice seguire le indicazioni per il treno che arriva a Taipei Mai Station. Ci sono due treni che vanno in città, il colore della linea è rosa o viola. È un sistema collegato alla metro (MRT), ma indipendente; il biglietto si può comprare solo in cash allo sportello o alla macchinetta e rilascia un gettone che serve ad entrare (basta poggiarlo sull'apposito spazio per far aprire le porte) e ad uscire, dove lo si inserisce nella fessura lasciandolo in stazione. La metro invece, MRT, ha più linee ben collegate e organizzate con il vantaggio che si possono acquistare, come per i treni, i biglietti con carta.
La prima impressione che ho avuto in Taipei è di trovarmi di fronte a un incrocio fra il mondo cinese evidente nelle scritte e quello giapponese o coreano per l'ordine, la pulizia, l'organizzazione e la passione per i fumetti/cartoni animati usati, cosa molto strana per noi, anche per cose serie come gli avvisi e i regolamenti.
Taipei colpisce per i suoi colori e le sue luci. Ho adorato il modo di avere le insegne in verticale che sembrano delle quinte colorate quando si guarda una strada ad un incrocio.
Se guardate sulla mappa città è immensa e i punti di interesse sono sparsi tanto che sempre impossibile vedere tutto. In realtà è un piacere camminare anche per lunghe distanze e grazie ai continui portici è piacevole anche con la pioggia. C'è anche un sistema chiamato U-bike che, alle stazioni di noleggio permette di sbloccare una bicicletta e lasciarla in una dei tanti altri punti di sosta a prezzi molto vantaggiosi.
La zona migliore dove stare? Noi abbiamo scelto di stare vicini a Ximen ding (su Google Shi-men Ting) e credo che sia stata un'ottima scelta. È una zona ricca di cose da vedere e il paradiso degli shoppers. È facile trovare da mangiare e i piccoli minimarket (seven-eleven o family mart) sono ad ogni angolo.
I prezzi per fare shopping sono molto simili ai nostri, mentre, per mangiare, si risparmia tanto. Ho capito che lasciando a casa l'idea di fare pausa con caffè e dolcetto, anche nelle versioni americane ed europee, permette di risparmiare tanto; tutti quello che in qualche modo si potrebbe definire "western" è più caro. Gli hotel hanno prezzi solo leggermente più bassi che in Europa, ma occhio alla dimensione della stanza perché potreste ritrovarvi in un loculo senza finestre. I trasporti invece sono economicissimi; anche i treni per uscire da Taipei o i bus hanno davvero un costo accessibile.
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Le cose belle della vita
Le cose belle della vita si muovono; come delle farfalle svolazzano senza mai andare troppo lontano, ma non stanno mai ferme. Non serve andare troppo lontano, girare il mondo, basta voltare lo sguardo ed eccole lì. Dev'essere una questione di punti di vista e di angolature; bisogna guardare nella direzione giusta e continuare a muovere lo sguardo. Del resto se le cose belle fossero, come l'acqua, ferme in uno stagno, il cattivo odore e un senso di malattia prenderebbe il sopravvento. “Ci camina, llicca. Ci sta e a casa, sicca” così si dice a casa mia per dire che nella vita bisogna muoversi sempre. È sia un fatto fisico che un atteggiamento mentale; bisogna essere positivi e intraprendenti.
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Rispetto
Rispetto e ignoranza vanno decisamente a braccetto. Non si può veramente rispettare qualcosa o qualcuno se non lo si conosce veramente. La maggior parte delle piccole violenze non nascono dalla cattiveria, ma dal non considerare l'altro con il suo spazio vitale e i suoi bisogni; i soprusi più efferati avvengono quando non si ha coscienza della sofferenza che si sta infliggendo perché non si conosce quel tipo di sofferenza o perché non si sa cosa crea dolore nell'altro. Un po’ come fanno i bambini che fanno terribili battute contro qualche amichetto con qualche problema proprio perché non hanno idea di cosa stiano parlando. Il rispetto d'altro canto può anche andare oltre. La sensibilità, l'avvertire la presenza di qualcuno diverso, stimola la curiosità di capire e di approfondire la conoscenza che genera maggiore rispetto. A volte il rispetto ci tiene, però, ad un'eccessiva distanza dalle cose e dalle persone. La paura di far male o ferire può diventare anche un limite perché può tenerci troppo lontano dagli altri; una vita senza contatto. Ma può anche frustrare la nostra azione portandoci a imporci limiti e veti che in realtà non esistono o a dar spazio e vittoria a qualcuno senza mai dare battaglia
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La diversità
Non c'è bisogno di andare in posti remoti per incontrare il diverso; ognuno è diverso per un altro. Basta aver vissuto sempre in una famiglia in cui si è abituati a fare o, semplicemente, chiamare qualcosa in un determinato modo per rendersi conto di quanto sia difficile comunicare veramente e autenticamente con qualcuno. Dire “pane” per qualcuno che ha patito la fame non è lo stesso che per qualcun altro che ha avuto sempre pane in cassetta; eppure è sempre pane! Forse comunicare totalmente è impossibile. Forse è vero che per farlo bisogna fare esperienze insieme o dare nuovi nomi alle cose o mettersi d'accordo sui significati, ma resta in ogni caso un non detto, qualcosa che sfugge alla condivisione. Innanzi tutto credo che a monte di tutto ci voglia la consapevolezza di questo; noi siamo diversi. Senza questa consapevolezza non ci può essere alcun rispetto. E in questa consapevolezza non bisogna usare classifiche o categorie del tipo “essere più avanti”, più “evoluti” o “arretrati”. Popoli e persone non sono in gara o in competizione; non c'è un traguardo comune, ma tanti percorsi egualmente degni. Il concetto di globalizzazione ci sta sfuggendo di mano. Ci sta dando l'idea che il mondo sarà un unico grande villaggio, ma ignorando le diversità, che comunque resistono, comunicare in maniera autentica sarà impossibile. L'idea delle traduzioni può essere fuorviante se lo si fa senza considerazione, perché ogni parola si porta un carico di significati e sfumature. Nella traduzione si adatta, si forza, si incastra una parola in un sistema di significati che le é estraneo e, inevitabilmente, qualcosa va perso. Usiamo nomi uguali ma per indicare cose, frutti, verdure che, già per il fatto di avere provenienza diversa, sono, a tutti gli effetti, diversi.
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La pace
Due persone, comunità, popoli si mettono d'accordo per non farsi del male. Un muro è una soluzione facile e immediata; la separazione è pace… sempre che dove mettere il muro sia stato deciso da entrambi. In campo aperto spesso succede che si chiami pace la mancanza di guerra, l'assenza di conflitto, ma il conflitto, lo scontro, il dialogo sono inevitabili nella diversità. Senza attrito una delle due parti subdolamente prende spazio, si infila, si accomoda e infine si spaparanza fino al punto che l'altra parte si accorge di essere schiacciata e reagisce attaccando, ma ormai è tardi: “Stai violando la pace” dicono tutti ed è giusto, perché non ci sono motivi evidenti e plateali che hanno portato allo scontro ma una lenta, e a volte neanche totalmente conscia, azione di sopraffazione. Cosa fare a quel punto? Accettare equilibri nuovi o ritornare indietro è un'operazione dolorosa per tutti perché soffrire, mollare su comodità consolidate e cambiare non piace a nessuno. A volte una delle due parti è così tanto superiore, sotto tanti possibili punti di vista, che, come un elefante schiaccia le formiche senza neanche accorgersi della loro presenza; figuriamoci del loro dolore!
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Cambogia
Adoro il Sud-est asiatico. Questa è la mia seconda volta. La cultura è diversissima, il cibo, la natura. Ma di sicuro la cosa che mi colpisce di più sono le persone! Ogni viaggio per me è anche un modo per capirmi, per conoscermi, per, magari, migliorarmi o semplicemente per relativizzare le mie tipiche ansie da occidentale.
Non sono ricco, quindi per scegliere il volo ho scelto la prima volta Bangkok e la seconda volta Kuala Lumpur. Non sono voli diretti, durano fra le 13 e le 17 ore e fanno scalo in Turchia, in Oman o altri paesi Arabi. Per via della situazione politica in Turchia questa volta abbiamo viaggiato con Oman Air con scalo a Muscat. Circa 500€ a testa.
Kuala Lumpur è un'ottima soluzione perché una delle maggiori compagnie low cost del sud-est asiatico è malese e si chiama Air Asia (noi abbiamo scaricato anche la loro app per comodità con i check-in online). Questa volta in Particolare è stata ottima perché essendo la seconda volta in Cambogia abbiamo voluto esplorare le località balneari nella zona di Sihanoukville dove c'è un piccolo aeroporto direttamente collegato con Kuala Lumpur.
Munitevi dall'Italia di dollari americani (occhio alle banconote rovinate; molti non le accetteranno se hanno strappi o macchie). Per il visto occorrono 30$ e una foto tessera a persona (di uno strano formato 6x4, anche se ho notato che non sono stati troppo fiscali su questo).
Come nella cara vecchia Italia, ma con ancora più rilassatezza, dovrete fare i conti con ufficiali lenti, file lunghe e migrazioni da sportello a sportello perché un addetto ritira le foto, uno mette i timbri e uno vi restituisce tutto.
Abituatevi anche, appena arrivati in qualsiasi posto, ad essere assaliti da gente che vi offre passaggi in tuk-tuk (in Cambogia sono una specie di rickshaw (risciò) modificati (una motoretta collegata a una portantina in maniera molto artigianale).
La destinazione decisamente più suggerita è l'Angkor Wat un insieme di templi che per secoli sono stati nascosti agli occhi del mondo. Il modo migliore per visitarli è quello di soggiornare nella vicina Siem Reap e da lì muoversi con uno scooter (vi danno un 125cc senza chiedervi patente internazionale e un mini casco in, credo, cartapesta). I templi sono tanti. Noi ne abbiamo visitati solo tre perché a Siem Reap è mancata la luce per una settimana e senza sciacquone, doccia, cellulare… La situazione non era, diciamo, confortevole e qui di abbiamo cambiato programma.
Siem Reap è molto occidentalizzata, nel senso che negozi, bar e ristoranti sono fatti in virtù della grande mole di turisti. Trovare pizza, pasta, fish&chips e il tailandese pad thai è molto facile ma è tutto piuttosto commerciale.
La Capitale è, invece, Phnom Penh; la versione locale di una metropoli dove il traffico e la confusione sono ovunque. La cosa che mi ha colpito di più è che è una città “anti-pedone”; le macchine affollano i marciapiedi, l'aria è irrespirabile di polvere e smog, pochissime persone vanno a piedi.
Con la mia ragazza abbiamo percorso due itinerari diversi entrambi passanti da Phnom Penh: la prima volta siamo arrivati in bus dal Vietnam. Siamo andati a Phnom Penh e da lì a Battambang da dove abbiamo preso una barca (quasi 10 ore) per arrivare a Siem Reap. La seconda volta siamo andati a Sihanoukvilke e da lì a Phnom Penh.
Mi è piaciuta la Cambogia? Nonostante le tante cose interessanti, affascinanti e le meraviglie viste sia naturali che realizzate dall'uomo, la mia risposta è no. Forse per chi va solo in Cambogia senza vedere le nazioni circostanti questo mio giudizio può sembrare eccessivo e non voglio scoraggiare nessuno dall'andarci perché credo che un viaggio valga comunque la pena anche se alla fine si realizza che quello è un paese dove non ci si tornerebbe.
La Cambogia mi ha lasciato una profonda tristezza. Ho visto tanti paesi tristi, ma qui quelli che ti resta è l'immagine di un paese violentato. Sono tantissimi gli investimenti stranieri, specie cinesi, che stanno sfruttando il paese non lasciando nulla alla gente del posto se non un certo senso di frustrazione per il contrasto fra estrema ricchezza e profonda povertà. Quello che voglio dire è che manca armonia e bellezza, che bellissime e modernissime architetture sono messe a casaccio sopra la spazzatura senza che la loro presenza abbia influito posivamente sul circondario. Probabilmente noi ci lamentiamo del contrario; eccessiva burocrazia e regole, ma in Cambogia è facile vedere la mancanza di un potere centrale, di una pianificazione, di un controllo o un limite alla iniziativa del capitale.
In ogni caso; meglio prepararsi a un vero e proprio shock culturale.
Uno guarda su Google Maps e vede strade piene di ristoranti, ma preparatevi a tante vie senza luce e marciapiede, tanti venditori e cibo di strada (anzi direi “sulla strada” visto che si cucina a ridosso di motorette e camioncini). I fili dell'elettricità pendono dappertutto o sono annodati alla meno peggio, alcune volte oscurando totalmente intere finestre.
Il cibo è freschissimo, nonostante sia conservato male, e la carne viene trasportata… ancora viva. Si mangia oggettivamente bene anche se dopo un po’ si sente la mancanza di varietà visto che c'è tantissimo riso, pollo e manzo. Preparatevi anche a sapori nuovi: oltre il piccante, molti sono gli abbinamenti agrodolci.
La gente è molto bella, i bambini in Particolare. Io sono 1,98 e la mia ragazza bionda e riccia e, ad ogni passo, sentivamo gli sguardi curiosi addosso a noi e venivamo omaggiati da splendidi sorrisi e saluti.
Sicuramente, specie fuori dal caos delle città, è un paese che ti insegna la semplicità e la serenità di chi accetta la vita come vie e senza avvelenarsi il sangue a lamentarsi di ogni cosa o a stressarti per cose che non sono neanche successe ancora.
Si vive molto per strada, fuori. La casa è spesso solo una stanza per dormire perché anche per mangiare molti mangiano in giro (costa davvero poco). Ho avuto l'impressione che ci sia qualcuno che si preoccupa di cucinare un po’ per tutti e se qualcuno chiede da mangiare perché bisognoso, tutti offrono senza fare domande.
Chi ha negozi o piccole attività, molte volte vive letteralmente nel posto in cui lavora e, la cosa che ho ammirato è che nessuno si abbatte; da noi c'è la pigra attitudine alla lamentela, al “no”, nell'attesa che qualcuno ci offra un lavoro o ci cambi la vita. Qui tutti si danno da fare nel loro piccolo: si cucina e si vende di fronte a casa, si cammina e sale sui bus con uova sode, dolcetti, acqua o patatine. Attivi, ma senza ansia.
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