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#thebeautifulgame
gringopaisa1972 · 1 year
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R.I.P to the GREATEST of all-time, the one and only…PELE. “The Beautiful Game” will hold you in their hearts forever. GODSPEED. #pele #brasil #thebeautifulgame #10 (at Miami, Florida) https://www.instagram.com/p/Cmw2GsBuPbHc2wwDhKdStilOqxlzKZAZMGjVY40/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ufficiosinistri · 10 months
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Bruno Barba - "Ma quale DNA?"
“Ma quale DNA” è un saggio scritto da Bruno Barba che ha uno scopo ben preciso: quello di screditare e affossare qualsiasi teoria evoluzionista presente nel calcio, atta a portare un peggioramento della qualità culturale e comunicativa di narrazione e giornalismo. Il termine specifico oggetto della critica da parte di Barba, docente di antropologia, è, appunto, “DNA”. Parlare di DNA in uno sport nel quale, come sosteneva Socrates, “può vincere anche il peggiore”, risulta un’operazione anacronistica, che assume intrinsecamente concetti razzisti, che vengono così trasfigurati nello sport più mutevole e intriso di socialità, rivoluzione, rispetto ed accettazione di tutti i tempi. Frasi come “Questa squadra ha la vittoria nel DNA” oppure “questa società ha carattere” non hanno motivo di esistere quando si tratta di raccontare, mediante studi  empirici, o più modernamente con storytelling e messe in scena televisive, uno sport creato dagli uomini e da essi continuamente plasmato, come se vivesse in uno stato di continua evoluzione interiore.
Non esiste  infatti, in primo luogo una “maniera” di giocare a calcio: Sacchi, per esempio, si ispirò al modello olandese per arrivare a far giocare come prima punta il sardo Virdis, e pretese fortemente l’acquisto  dell’emiliano Ancelotti dalla Roma, dando vita ad un modulo studiato per poter competere con le squadre di quel preciso periodo storico e sociale. Allo stesso modo, ci viene raccontata l’Italia del 1982, che fu capace di prendere le distanze dal calcio di Pozzo, il calcio “da alpini”  delle due Rimet vinte di fila e in grado di trovare aperture e spazi, alla faccia della costante retorica del catenaccio all’italiana.  
In “Ma quale DNA”, le parole come “sincretismo” e "partecipazione" hanno maggior valenza rispetto agli slogan che vengono continuamente  diffusi dai social e da una maniera di raccontare il calcio troppo spinta verso la celebrazione delle vittorie e delle imprese sportive del singolo, più  che nei confronti degli uomini nella loro collettività, con i loro pregi e i loro difetti, che le hanno compiute.
Il calcio non viene descritto come materia minore rispetto ad altri sport, soprattutto quelli che esaltano in modo più spiccato l’individualità : dal giocatore di terza categoria all’amatore, dalla vecchia gloria che sta finendo la carriera in Serie D al giovane promettente di qualche cantera europea, tutti vengono posti sullo stesso piano, grazie ad una ricerca socio-antropologica esaustiva e rivelatrice, frutto dell’immensa cultura e dell’estremo interesse scientifico che il docente alessandrino mette a disposizione dei propri lettori.
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Stiamo parlando di un testo accademico e di tutt’altro che facile lettura, ma estremamente necessario, soprattutto per capire cosa significhi veramente parlare di calcio moderno. Essendo appena uscito, grazie alla lungimirante opera di Battaglia Editore, “Ma quale DNA” esamina ogni sfaccettatura antropologica del gioco del pallone, arrivando a parlarci degli ultimi Mondiali, disputati in Qatar, partendo dall’Homo Ludens di Huzinga per poi arrivare a Pavese, Gianni Brera e al Basaglia di “da vicino nessuno è normale”.  Perché il calcio, come gli uomini, è un fenomeno fluido, come fluida è la società nella quale prende vita e viene giocato ogni giorno, sul campetto di periferia come nelle grandi arene sportive.
Scrivere, raccontare e parlare di calcio dovrebbero essere, secondo Bruno Barba, pratiche veicolanti per trasmettere un’esperienza e, successivamente, interpretare i fenomeni che ne derivano. Saper descrivere il calcio per poi poterne parlare, saper individuare le cause tattiche per poter commentare un’azione sono operazioni che vanno ben più in là rispetto all’abbruttimento del linguaggio calcistico al quale siamo ormai da decenni abituati. Stiamo parlando di vera e propria fenomenologia, che non si scaglia a priori contro modernità e cambiamenti, in una retorica nostalgica ed ancorata al passato, me che ne entra a far parte in modo quasi naturale e descrittivo.
Raramente ho trovato un saggio calcistico che, in modo così naturale, eviti scontate sussunzioni e scada in effimere narrative nostalgiche per raccontare questo gioco. Se ovunque possiamo giocare a pallone, allora ovunque e a chiunque possiamo raccontarne le storie.
“Esiste una contraddizione di fondo tra il desiderio di formulare articolate teorie sui massimi sistemi calcistici e l’evidenza di alcuni fatti: se al novantesimo minuto della finale mondiale 1978 l’olandese Resembrink, invece che colpire il palo, avesse indirizzato la palla qualche centimetro più in là, sarebbe cambiata la storia di quella squadra arancione, dell’Albiceleste, e chissà persino il destino dell’Argentina e della sua infame dittatura.”
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ralphson1 · 23 days
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The Beautiful Game - Netflix
Gill and I chose The Beautiful Game for our Saturday Night at the Movies pleasure, a nice film, well worth a watch. Neil rating 7 out of 10
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tomorrowedblog · 2 months
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First look at The Beautiful Game
A new trailer has been released for The Beautiful Game, which is set to release March 29, 2024.
In "The Beautiful Game," Mal, the manager of England's homeless soccer team, leads them to the Homeless World Cup in Rome. He takes a gamble by adding talented but troubled striker Vinny, who must overcome his past to become a team player. Inspired by the real Homeless World Cup, this is a story of second chances, where homeless individuals from across the globe find hope and competition on the field.
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tomsilverstone · 3 months
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Man City vs. Burnley Livestream: How to Watch English Premier League Soccer From Anywhere
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sportsloverguide · 5 months
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Ronaldo vs. Messi: Football's Ultimate Showdown
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Who reigns supreme in the footballing world? Is it the unstoppable goalscoring machine, Cristiano Ronaldo, or the elusive dribbling maestro, Lionel Messi? It's a debate that has raged for years, and there's no easy answer.
Let's dive into their achievements and see who comes out on top:
Goals Galore: Ronaldo boasts a higher goals-per-game average, but Messi shines with more assists. Both are true offensive powerhouses!
Trophy Haul: Ronaldo holds the edge in Champions League titles, while Messi claims more Ballon d'Or. Both are decorated champions!
Playing Styles: Ronaldo is a physical marvel, known for his powerful shots and incredible athleticism. Messi is a technical wizard, praised for his mesmerizing dribbling and creative vision. Both are masters of their craft!
Inspiring Others: Ronaldo motivates players to focus on fitness and dedication. Messi inspires them to hone their technical skills and artistic expression. Both push the boundaries of what's possible!
Team vs. Individual: Ronaldo has achieved success with multiple teams across different countries. Messi has built a strong bond with Barcelona, playing there throughout his career. Both are valuable teammates!
Ultimately, the choice between Ronaldo and Messi comes down to personal preference. Who do you admire more? The relentless goalscorer or the magical playmaker?
Remember, both Ronaldo and Messi have left an undeniable mark on football. Their rivalry has pushed the sport to new heights, making it more exciting and inspiring than ever before!
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lyfestile · 1 year
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RIP to the great Pele. #rippele #football #soccer #brazil #thebeautifulgame https://www.instagram.com/p/CmxDA99pYSh/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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xraystu · 1 year
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No MESSIng! Congrats to Argentina and Lionel Messi. What a game of football - had it all. 3 Penalties, extra time and on to penalties. Mbappe scores a hat trick and still ends up on the losing side! . . . #lionelmessi #leomessi #argentina #worldcup #fifaworldcup #fifaworldcupqatar2022 #thebeautifulgame #digitalpainting #ipadproart #procreateart #sketchaprint https://www.instagram.com/p/CmU2G0MrvbW/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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People can't help being spoilsports! A lot of people place bets on the outcomes of matches, thereby missing out on its infotainment value! Once the bet is placed, all they can think about is the money involved! They're not able to appreciate the various stories leading up to the matches and the developments that follow! If they're into gambling, they should hit the casinos or buy lottery tickets! Why destroy the essence of a sport?! If you're looking for an outlet to test your knowledge of the sport, you should try out the various fantasy games available online! Just see to it that you don't find yourself paying to join! For instance, there are 4 interesting games on,"play.fifa.com" right now! Two are about fantasy teams, one is about predicting the outcomes of matches and the fourth game tests your knowledge about the current and previous teams related to a player! You end up learning more about,'#TheBeautifulGame' while staying out of trouble! (at Kuttichira Medicals) https://www.instagram.com/p/Cls7ix_rKWb/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Les Scott will be appearing this evening on Total Sport on BBC Radio Newcastle to discuss his book "Denied Promotion By A Tree - The Book of Amazing Football Facts". https://www.bbc.co.uk/programmes/p0d3q9dg
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northroadtattoo · 2 years
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#northroadtattoo #brighton #brightontattooartists #brightontattoostudio #brightontattooshop #northlaine #northlainetattoo #tattoo #tattoos #football #soccer #thebeautifulgame @rapidotat2 @north_road_tattoo_brighton (at North Road Tattoo) https://www.instagram.com/p/Cf9GZkPIpCX/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ufficiosinistri · 11 months
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Trade Unions
Sul lato opposto della strada fuori dalla finestra del mio ufficio, ci sono, in sequenza da sinistra a destra, lo studio di un fotografo, una parrucchiera e un bar. Fanno tutti e tre parte del piano terra di un antico palazzo grigio e perennemente in ristrutturazione. Il primo ad iniziare la giornata lavorativa è il bar, ovviamente, che trovo già aperto quando arrivo alla mattina. Poco dopo, magari mentre bevo il primo caffè brodoso della giornata, vedo il fotografo mettere la sua moto nel parcheggio all’angolo della strada, accanto al bar. Chiude il manubrio con un pesante lock nero, si toglie il casco ed entra a far colazione al bar, prima di alzare la serranda del suo laboratorio. Esce senza salutare, come se fosse un’azione autonoma scissa dalla sua personalità.  La parrucchiera è l’ultima ad incominciare.  Non appena le giornate incominciano a riscaldarsi, a metà mattina, il titolare del bar mette una piccola panchina di legno fuori dalla vetrina del locale, tra lui e la parrucchiera, e arriva sempre un po’ di gente a fare capannello. Il lunedì, l’argomento principale è lo sport, mentre già da giovedì iniziano le lamentele per il tempo che farà nel weekend e le incombenze con mogli e nipoti. Tra una cliente e l’altra, la proprietaria del salone esce e partecipa, seppur per poco tempo, a queste conversazioni, che attirano alle volte anche sei o sette nuovi astanti. Il fotografo invece non esce mai, se non per far capolino dall’uscio del suo studio e ridere delle cose vengono dette. Sempre verso metà mattina, il barista esce ogni giorno con un vassoio e porta caffè e cappuccino sia a lui che alla parrucchiera, che di quando in quando ordina anche qualcosa per le sue clienti, soprattutto acqua o tè freddo, se fa caldo. Quando entra qualche cliente nel salone, sento dalla mia scrivania il rumore del campanello della porta.
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Rimanendo aperto anche durante l’ora di pranzo, facendo da piccola tavola fredda, il bar riceve consegne da parte dei corrieri anche per gli altri due negozi.  Di solito arrivano un paio di furgoni intorno all’una, a consegnare prodotti di bellezza e risme di plastica, quando la via è vuota e invasa dal sole, che sembra una strada di un villaggio del far west prima dell’inizio di un duello. Lasciano il rumoroso motore acceso, il barista esce, si fa lasciare il pacco sulla panca mentre firma la bolla d’accompagnamento e lo porta ai vicini non appena riaprono, intorno alle tre e mezza del pomeriggio. Lo fa sorridendo, ogni volta come se fosse la prima, allungandosi sugli usci e chiamando i due colleghi di attività col suo vocione dialettale da persona del Nord.
È un meccanismo perfetto, tenuto insieme dalla routine e, se vogliamo, dalla necessità di mantenere vivo il proprio lavoro. Siamo quotidianamente strattonati, contesi e sbatacchiati da necessità di guadagnare, malattie, impegni, visite mediche urgenti, divani, lavori in casa: da soli non ce la potremmo mai fare. Ogni giorno, tutto il giorno. Anche nel calcio è così, soprattutto nel tanto vituperato calcio moderno. In squadra, ormai, come se fosse una guida, ci vuole un tratto d’unione, una persona e un ruolo in grado di tessere le fila e dare costante sicurezza in caso di bisogno. Nel calcio di oggi, privo, ormai, di terzini puri, da 4-4-2 per intenderci, Robin Gosens è diventato questo tipo di calciatore. In difesa, sì, ma sempre presente anche quando bisogna dare una mano, servire chi sta davanti e chi, soprattutto, non ha la stessa continuità alle redini della squadra.  
Il calcio, come il lavoro, deve essere un diritto fruibile a tutti. Deve essere universale, non deve rifarsi ad utopie o fatalismi. Le concezioni olandesi prima e sacchiane poi del gioco del pallone si riflettono totalmente nelle teorie di squadra adottate da Gasperini dal 2017, anno in cui Robin Gosens arrivò all’Atalanta: non siamo una squadra milionaria ma possiamo farcela, almeno sotto l’aspetto del gioco. Basta lavorare. Gosens ha quindi dovuto, in quel cantiere sportivo ai piedi delle Alpi Retiche, sudarsi una maglia da titolare. Gli esterni a Bergamo non sono mai mancati, ma cercando quella maglia si è creato uno spazio su misura, efficace e duraturo.
È un ruolo, il suo, che nell’Atalanta è andato oltre il fare la classica “spola”. Gosens non è un “motorino” degli anni Novanta (vi ricordate Marco Sgrò e la noiosa dialettica sulla sua quasi servile instancabilità?) e non è nemmeno un “pendolino” degli anni duemila. Queste similitudini futuriste non si addicono ad un giocatore sensibile alla scienza tattica come lui. Empiricamente, il tedesco ha cercato sempre di partire da tentativi ed esperienze, per affinare il suo ruolo in campo. È un tedesco, uno abituato a pensare come porebbe pensare un illuminista europeo.
Questo si chiama lavorare.
Mi domando se le tre persone dalle quali siamo partiti, quando io non sono a lavoro, magari per i weekend, non cambino atteggiamenti nei confronti l’una dell’altra. Se per esempio il sabato mattina, con gli uffici della zona chiusi, i ragazzi delle scuole a casa ed i loro genitori indaffarati a fare spesa o a valutare le offerte negli autosaloni, non stentino a salutarsi. O se non programmino una consegna in un orario in cui il negozio è aperto, per non disturbare il vicino.
Nelle azioni di tutti giorni, che compiamo o che vediamo compiere, risiede il nostro far parte di un’umanità che non potrebbe mai resistere senza imparare da queste stesse azioni.
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shylebraithwaite · 2 years
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A good first soccer weekend of the season. Played my first game in 2 years on Friday (still got it) and we beat London Croatia 2-1. Followed that up with coaching my first game (U6 Team Red) and we crushed Team Orange 8-0. ⚽️ #thebeautifulgame #coachlife (at Lucan, Ontario) https://www.instagram.com/p/Cdi16UFuVt8KXky3ya-hj_YGSc22WtGea_ru_o0/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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l-mart · 1 year
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bannerorgin · 1 year
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gregfunnell · 2 years
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Archive rummage. Members of the 'Yarimawa United' football team in Minjibir, Kano that participate in a Peace Initiative Network (PIN)'s 'Peace through Sport' programme. Nigeria. May 2017​​​​​​​​ .​​​​​​​​ .​​​​​​​​ .​​​​​​​​ .​​​​​​​​ .​​​​​​​​ #thebeautifulgame #football #footballafrica #soccer #Nigeria #nigerianfootball https://instagr.am/p/CkOLMnhMAui/
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